(…Ma non è ancora giunto quel dolce tempo incantato… amore mio… Non ancora. Devo saper attendere… e la sua voce era un intenso e flautato sussurro d'amore…)
Apro gli occhi e vedo i caldi raggi del sole entrare dalla finestra aperta e giocare allegramente con le fiamme fredde che ancora scoppiettano vivaci nel camino.
Li richiudo ed assaporo, fino in fondo, la mia intensa felicità.
Avverto il tuo profumo, dovunque, sulla mia pelle…
I battiti del mio cuore sono di nuovo impazziti ed ancora mi manca l'aria… ma sono sensazioni alle quali dovrò presto abituarmi… dolci sensazioni.
Nel sonno sei scivolata verso di me ed ora sento il tuo bel corpo premuto contro il mio. Certo non posso dire che il mio desiderio si sia affievolito… durante la notte.
Mi mordo leggermente le labbra e mi sposto un po', scostandomi col bacino dal tuo dolce corpo. Non voglio che tu, amore mio, svegliandoti possa accorgerti della mia eccitazione… ed averne paura.
Il mio desiderio. Sorrido all'imbarazzante pensiero. Eppure è come se ora… fosse sublimato nell'amore, nella possibilità di tenerti stretta a me e di baciarti. Ora non è più assillante e quasi doloroso, com'era ieri. Ora non è più incontenibile ed incontrollabile.
Ora è solo il meraviglioso e puro sogno di te. E' così bello desiderarti…è così bella l'attesa di te…
Sono felice, immensamente felice. Perché, se è vero che è cominciata l'attesa, è però finita la mia terribile ed ormai insostenibile solitudine. Ed io posso finalmente ricominciare a vivere, pienamente. Ora che ci sei tu, per sempre vicina a me. Tu che sai leggere nella mia anima, tu col tuo dolce sorriso e quell'incrollabile speranza che leggo sempre nei tuoi occhi. Con te posso finalmente tornare ad essere… semplicemente me stesso. Io, Severus, senza più maschere, senza più finzioni… solo un uomo innamorato.
Sciocche e dolci lacrime bagnano il cuscino: ma anche le lacrime fanno parte di un uomo… vero, un uomo completo, un uomo felice che sta tornando alla vita.
Ora posso finalmente far emergere il mio cuore dalle gelide profondità di quel lago oscuro, in cui cercai vanamente di annegarlo tanti anni fa. Un cuore ancora intensamente vivo, palpitante ed anelante d'amore. Io so ancora amare, immensamente, so sorridere e so piangere… Ed ho una sconfinata voglia di vivere… di nuovo, di recuperare tutti quegli interminabili anni perduti nel silenzioso nulla agghiacciante della solitudine.
Ti stringo a me, delicatamente, lievemente, rispettosamente. Un lungo sospiro… ti desidero intensamente. So che è solo una questione di tempo… ma so anche che non c'è nessun altro al mondo, bravo quanto me, a sapere attendere. Poi sarai mia, dolcemente mia, appassionatamente mia… per sempre… mia!
Poso appena le labbra sulla tua fronte fresca e le sento bruciare, irrimediabilmente incendiate dall'irrefrenabile e dolce desiderio di te… Ma solo sfioro, delicatamente, la tua pelle morbida… con l'infinita dolcezza rispettosa del mio immenso amore. Non voglio svegliarti.
Ora so bene qual è stato il terrore che questa notte ti ha attanagliato, a causa mia. Ma non accadrà più, te lo prometto. Non hai paura dei miei baci, anche se traboccanti d'infuocata passione… perché lui non ti ha mai baciato. Ma ogni gesto che le sue turpi mani hanno compiuto sul tuo corpo… violandolo, profanandolo, oltraggiandolo, brucia ancora intensamente d'orrore nei tuoi ricordi… e tu lo rifuggi, sgomenta. Ma il mio amore saprà cancellare quell'orrore, io saprò farti distinguere i miei gesti, le labbra si sostituiranno alle mani…
*
Hermione mordicchiava nervosamente la sua piuma, mentre ricontrollava gli appunti. Gli esami di G.U.F.O. erano ormai alle porte: per quale strano motivo quel mattino non riusciva a concentrarsi sulla sua pozione? Perché continuava a distrarsi osservando nascostamente Piton e rischiando, prima o poi, di incrociare il suo gelido e severo sguardo? Effettivamente c'era qualcosa di diverso nel tenebroso Professore, qualcosa che il suo acuto sesto senso aveva percepito già da diversi giorni, ma che la sua mente analitica non riusciva ancora a decifrare compiutamente. E la curiosità, come un tarlo insistente, la rodeva lentamente dall'interno, continuando a riportare ostinatamente il suo sguardo su Piton.
La Sig.na Keyleen entrò all'improvviso nel suo campo visivo, mentre si chinava sul calderone di Neville. Era ad Hogwarts da poco più di due settimane e la maggioranza degli studenti già pregava insistentemente affinché qualche misteriosa e gravissima malattia colpisse il Professor Piton, costringendolo ad affidare a lei sola l'insegnamento.
La Sig.na Keyleen stava apertamente sorridendo.
Il fatto che l'assistente di Piton sorridesse a Neville, di per sé, non era poi un elemento così strano. Hermione, però, realizzò all'improvviso che la Sig.na Keyleen, negli ultimi giorni, non faceva altro che sorridere, a tutti. Ed il suo non era certo un sorriso che poteva passare inosservato… così raggiante, luminoso… decisamente felice.
Inoltre, stava sorridendo anche nell'aula di Piton… assolutamente incurante degli sguardi malevoli del Professore.
Un momento.
Hermione tornò ad osservare Piton: lui non aveva alcuno sguardo malevolo in quei suoi gelidi occhi.
Ed i suoi occhi… non erano per niente gelidi. Erano intensamente neri, profondi, scintillanti, pieni di un inspiegabile fuoco… e fissi sulla sua assistente dal momento in cui aveva finito di spiegare loro le istruzioni per la pozione.
Ecco cosa c'era di diverso: il Professor Piton sembrava incapace di distogliere lo sguardo dalla maga… e che sguardo!
Hermione sorrise soddisfatta: tutti i pezzi del puzzle si stavano perfettamente incastrando. Non solo non le toglieva gli occhi di dosso, ma quella mattina le aveva anche tenuto aperta la porta quando erano entrati in classe… chiacchierando amabilmente. Chiacchierando?! Proprio lui che, di solito, si limitava a scontrosi monosillabi quasi con tutti! Non poteva affermare che il Professore fosse entrato nell'aula sorridendo… ma certo l'espressione del suo viso era diversa dal solito. Una differenza sottile, difficile da notare: ma il suo viso pallido pareva più disteso, le sue rughe meno evidenziate e le sue labbra fini non erano più strettamente serrate.
Anzi, proprio in quel momento, mentre continuava a fissare la sua assistente con quella strana intensità nello sguardo, Hermione notò che le sue labbra si schiudevano appena… come se lui intendesse sorriderle… come se desiderasse…
Baciarla.
Hermione abbassò un attimo lo sguardo, confusa e turbata da quel pensiero.
Quindi riprese ad osservare la Sig.na Keyleen che stava tornando verso la cattedra di Piton, quasi come richiamata da quel suo intenso sguardo, mentre il Professore, perfettamente immobile, quasi senza neppure respirare, continuava a guardarla con quegli occhi incredibilmente pieni di fuoco. Lei gli sorrise dolcemente, poi accostò una sedia a quella di lui e si chinò sul libro aperto sulla cattedra, sfiorandogli appena la mano, in un gesto dall'apparenza del tutto casuale.
Vide il Professor Piton socchiudere gli occhi, solo per un breve istante… e mordersi lievemente le labbra. Infine sollevò la pagina del grosso libro, nascondendo le loro mani alla vista degli allievi. Ma Hermione era sicura che, in quel momento, la mano elegante e sottile del Professore di Pozioni stesse accarezzando, certo non casualmente, quella della sua bella assistente.
Si guardò in giro: tutti i suoi compagni erano intenti nella preparazione di quella difficile pozione e nessuno aveva notato l'accaduto.
Per un attimo si chiese se la tensione per gli esami, che si stavano rapidamente avvicinando, potesse giocarle brutti scherzi e farle erroneamente interpretare ciò che aveva appena visto. L'idea del Professor Piton… innamorato, era veramente incredibile: Ron ed Harry l'avrebbero presa in giro per giorni e giorni se avesse osato raccontar loro i suoi sospetti.
Tornò a guardare il Professore: non aveva mai notato prima quanto potevano essere belli quei suoi profondi occhi neri quando brillavano in quel modo… né quanto fossero sensuali le sue labbra, lievemente dischiuse in quel sorriso a mala pena accennato… ma carico di desiderio!
Un sibilo acuto lacerò l'aria… mentre il suo calderone eruttava con violenza la pozione che si era surriscaldata troppo a lungo. Hermione balzò di lato per non essere investita in pieno dal liquido ribollente, proprio mentre il Professor Piton, colto totalmente di sorpresa, smetteva finalmente di guardare la sua assistente ed esclamava, con voce tonante:
- Sig.na Granger… si può sapere che cosa hai combinato? –
I loro sguardi s'incrociarono: le fiamme ardenti di poco prima erano completamente scomparse e lo sguardo del Professore era tornato ad essere gelido e tagliente. Ma, per la prima volta in cinque anni, Hermione seppe con certezza che Piton non aveva la più pallida idea di cose stesse succedendo in quel momento nella sua classe.
Il sorriso della ragazza era trionfante mentre rispondeva, con voce educata e controllata:
- Devo essermi distratta Professore. Ma certo lei saprà, come sempre, cosa ho sbagliato! –
Piton era già a pochi passi di distanza da lei, la bacchetta levata a bloccare la fuoriuscita del liquido bollente. La risata cristallina di Alhyssa risuonò, fresca, nell'aula.
Lo sguardo rapido e penetrante che il Professore rivolse alla ragazza gli diede la piena consapevolezza di tutto quanto era accaduto a sua insaputa. Compreso il fatto che la sua migliore allieva lo stava spudoratamente prendendo in giro.
- Hai lasciato sobbollire troppo a lungo ed a fuoco alto la tua pozione, prima di aggiungere l'ultimo ingrediente. Una lunga distrazione, Granger, – sibilò Piton ironicamente, inarcando un sopracciglio – mentre la tua mente era impegnata ad impicciarsi di fatti che non ti riguardano per nulla! –
Un beffardo sorriso incurvava ora le labbra del Professore:
- Una distrazione che mi darà l'opportunità di assegnarti una bella "D" in Pozioni… -
L'espressione della ragazza si tinse di disperazione, che si trasformò presto in paura mentre il viso del Professore si accostava rapidamente al suo.
- Ma in un'altra materia, Granger, ti sei meritata una "E". – sussurrò piano Piton in un sibilo sottile, diretto quasi solo alla sua mente – Anche se hai commesso un piccolo errore: è la prima volta che mi capita in quattordici anni d'insegnamento… non in cinque! –
Hermione spalancò gli occhi e la bocca per la sorpresa, in un'inconsapevole imitazione della tipica espressione di stupore di Ron.
Gli occhi di Piton, ora, lampeggiavano pericolosamente, mentre sussurrava minaccioso:
- Mi auguro che tu intenda mantenere il più completo riserbo su quanto hai appena scoperto! –
In quel preciso istante Hermione comprese che Piton conosceva esattamente tutto ciò che lei aveva dedotto su di lui quel mattino.
La ragazza annuì velocemente, mentre cercava disperatamente di arretrare ed i suoi occhi si riempivano di terrore vedendo il Professore levare la bacchetta contro di lei, per esclamare, poi, con un ghigno soddisfatto:
- Gratta e Netta! –
La divisa di Hermione tornò perfettamente pulita e Piton si diresse alla cattedra.
Alhyssa ridacchiava divertita. Molto divertita.
*
Le fiamme del camino si riflettevano in inconsuete ombre che turbinavano eccitate sulla scura volta ad arcata del laboratorio privato di Piton. Lui era curvo sul grande calderone e stava rimestando, almeno per la centesima volta e con cura quasi maniacale, la pozione che si andava lentamente raffinando. Lei sarebbe arrivata a momenti. Erano ormai passati dieci giorni da quella memorabile notte, in cui l'amore della sua dolce Alhyssa era riuscito a liberargli il cuore e riportarlo alla vita. Dieci meravigliosi giorni di vita e d'amore, dieci splendide notti di baci e di… desiderio. Non c'erano stati molti progressi in "quel" campo particolare. Però poteva baciarla, accarezzarla delicatamente e tenerla stretta a sé tutta la notte. E questo bastava, per ora, a fare di lui l'uomo più felice del mondo… e perdutamente innamorato. Al punto che anche quella dannata ragazzina, quel mattino, se n'era accorta. Era in gamba quella Granger, quasi quanto lo era la sua Alhyssa alla stessa età.
Si piegò nuovamente sul calderone a verificare la densità della pozione: microscopiche goccioline di sudore imperlavano la sua fronte. Quel mese di giugno aveva portato l'estate con un certo anticipo ed anche nel sotterraneo l'aria era tiepida. Il grande fuoco faceva il resto. Aveva già tolto il mantello, ma ora anche l'austera casacca nera era di troppo. Lentamente, senza perdere d'occhio la pozione che sobbolliva, piegò il gomito davanti a sé, alzando la mano quasi all'altezza degli occhi, e cominciò a slacciare la lunga fila dei piccoli bottoni di raso della manica sinistra. Passò quindi all'altra manica, continuando ad aprire lentamente i bottoncini, con un movimento fluido ed elegante delle lunghe dita, mentre le pieghe della candida camicia di seta si aprivano morbidamente.
Alhyssa era comparsa sulla soglia ed osservava i sensuali movimenti di Severus che si stagliava, nero ed elegante, contro il riverbero dell'imponente fuoco.
La mano flessuosa del mago raggiunse l'ultimo bottone della casacca, all'altezza della vita e, sempre molto lentamente, cominciò a slacciarla, risalendo verso l'alto. I suoi profondi occhi neri sfavillavano alla luce intensa delle fiamme. Mentre la mano destra liberava con lentezza i piccoli bottoni, ricoperti di lucente raso nero, dalle loro asole, con l'altra mano cominciò ad aprire la casacca, facendola scivolare dalla spalla mentre la soffice stoffa della camicia appariva lentamente.
Alhyssa guardava il corpo di Severus rivelarsi gradualmente ai suoi occhi innamorati, mentre lui si toglieva la casacca e l'abbandonava con eleganza sulla sedia, vicino al camino.
Un altro sguardo attento alla pozione e la mano di Severus tornò in alto, per slacciare i primi due bottoni della nivea camicia ed allentare la sciarpa di seta nera che gli fasciava strettamente il collo. La piccola mano di Alhyssa s'insinuò all'improvviso fra le sue e Severus ebbe un lieve sussulto. Afferrò delicatamente la mano e la portò alle labbra:
- Non ti avevo sentito entrare… - sussurrò, deponendo un delicato bacio sulla punta delle dita.
- Per forza… sei sempre concentrato su quella misteriosa pozione. – ammiccò la maga. – Posso finalmente sapere di cosa si tratta, visto che ti ho aiutato a prepararla? –
- Lo saprai solo quando sarà pronta. – sussurrò Severus sorridendole. – E' una sorpresa! –
- Mmmm… potrei trovare un mezzo per farti parlare… - mormorò Alhyssa con sguardo malizioso.
Afferrò un capo del lungo nastro nero e tirò delicatamente, svolgendolo con estenuante lentezza dal collo di Severus. Poi lo lasciò scivolare a terra.
Lui era immobile, le braccia abbandonate lungo i fianchi e la guardava intensamente, respirando appena, le labbra frementi lievemente dischiuse, gli occhi di velluto nero[1] accesi di passione…
Lei appoggiò le mani sul suo petto, insinuando le dita tra un bottone e l'altro, sfiorandogli leggermente la pelle prima di cominciare a slacciargli la camicia, lentamente, bottone dopo bottone, scendendo verso il basso. Sentiva la pelle di Severus fremere di eccitazione ed i capezzoli irrigidirsi sotto la leggera pressione delle sue dita, mentre gli apriva completamente la camicia sul petto, e poi tremare quando la sfiorò appena con le labbra e con la punta della lingua vi disegnò delicati arabeschi.
Un gemito soffocato sfuggì dalle labbra di Severus, che aveva chiuso gli occhi e reclinato il capo all'indietro, completamente perso nell'estasi di quei baci e di quelle carezze:
- Non avresti potuto trovare tormento più dolce… - sospirò piano, mentre le sue mani le accarezzavano delicatamente la schiena - … ma non parlerò per così poco! Dovrai offrirmi molto di più… –
Alhyssa rise dolcemente, scrollando all'indietro i lunghi capelli ondulati ed offrendogli il collo, bianco e delicato.
Severus si chinò su di lei per sfiorarle dapprima le labbra ed il viso con teneri e piccoli baci, per poi baciarla con passione… Un lungo, interminabile, intenso, dolcissimo ed ardente bacio. Poi le sue labbra, incendiate dal desiderio, scesero lentamente lungo il collo e sulla spalla, in un bacio interminabile ed inesauribile che sempre si rinnovava, mentre le mani le accarezzavano i capelli e scendevano poi, delicate, a sfiorarle appena i fianchi. All'improvviso le mani di Alhyssa afferrarono le sue e le guidarono al suo petto… alla profonda scollatura dell'abito color delle infinite e cangianti sfumature della notte, trattenuta solo da serici lacci argentei…
Un brivido intenso percorse, fulmineo, la spina dorsale del mago, che si ritrasse di scatto, come se avesse toccato il fuoco.
Poi sfiorò con la mano il tavolo lì vicino e le sue labbra sussurrarono arcane parole. Sollevò Alhyssa tra le braccia e la depose sul soffice letto che era comparso al posto del tavolo. Si chinò al suo fianco mentre le sue mani tornavano, lievi, ad accarezzarne il corpo e la sua bocca cercava di nuovo, fremente, la tenera pelle del collo.
Sentiva i morbidi seni di Alhyssa sotto le sue dita, alzarsi ed abbassarsi lievemente al ritmo, un poco affannato, del respiro. Scivolò adagio con le labbra, sempre più infiammate dalla passionale bramosia, giù dalla spalla, e poi sempre più giù, mentre le sue dita, un poco tremanti per l'eccitazione, scioglievano lentamente i morbidi lacci del vestito che si aprì, generoso, liberando davanti alla sua bocca quei tesori così a lungo bramati. Sentiva Alhyssa che fremeva di desiderio al tocco lieve delle dita, mentre il delicato capezzolo si faceva turgido a quel suo primo dolce bacio che diveniva sempre più appassionato, sempre più inteso, sempre più prolungato. Severus si perse completamente nell'estasi di quel bacio… eccitato oltre ogni immaginabile limite. Lievi gemiti di piacere cominciarono ad uscire, piano, dalle labbra della sua donna, accarezzandogli le orecchie come una dolce melodia, mentre il corpo di Alhyssa s'inarcava sinuoso e caldo tra le sue braccia.
Si chiese, ansimante, come avrebbe potuto resistere oltre alla sua irrefrenabile voglia… come avrebbe potuto controllarsi ancora…
Sentì le sue mani, comandate ormai solo dal travolgente desiderio, scendere sempre più giù ed aprirle completamente l'abito, con tenera delicatezza. Poi posarsi sulla vellutata pelle del ventre per accarezzarla con impulsiva passione, e scendere infine ancora oltre, per insinuarsi, con dolce lentezza, là dove vi era l'intimo regno del piacere… a regalarle mille appassionate, stimolanti ed intime carezze… Contemplava il corpo della sua Alhyssa che palpitava tra le sue braccia assaporando, per la prima volta, il piacere dell'amore. Si sentiva impazzire… impazzire dall'incontrollabile voglia di averla, ma doveva assolutamente riuscire a dominarsi… doveva sapere attendere… ancora… Si morse forte le labbra, cercando di concentrarsi nell'impossibile tentativo di pensare alla pozione che sobbolliva lentamente sul fuoco…
Ma le sue labbra, ormai bruciate e rese quasi aride dal desiderio, si ribellarono a quel morso crudele e raggiunsero, frementi, le sue dita, per spodestarle da quel regno squisito… Ed infine la sua bocca si schiuse, avida di quel succoso piacere, a suggere il nettare di quel tanto bramato fiore… Fu un interminabile bacio… intenso ed appassionato, mentre la sua lingua carezzava, calda ed instancabile, la parte più intima di quell'umido e dolce fiore del piacere.
I gemiti di Alhyssa si fecero presto più forti, mentre il suo corpo sussultava incontrollato, sempre più intensamente eccitato e stimolato da quel suo bacio appassionato… sempre di più, sempre di più, fino ad essere scosso da durevoli e profondi brividi al culmine dell'ebbrezza…
Dopo quei lunghi, interminabili ed incantati minuti di estasi, durante i quali Severus aveva direttamente ed intensamente percepito il piacere che stava inondando la sua donna, il mago tornò a sfiorarle teneramente la bocca ed il viso, ed ogni lieve bacio e delicata carezza erano accompagnati da soavi parole d'amore, dolcemente sussurrate a fior di labbra, mentre la stringeva amorevolmente a sé.
Alhyssa gli sorrideva, con gli occhi chiusi, il viso soffuso d'acceso rossore, ancora ansimante e del tutto persa nell'intensa estasi che lui le aveva donato con i suoi baci e le sue carezze, completamente abbandonata tra le sue braccia.
Era così bella… così pura… così ingenua in quel suo totale abbandono…
Così infinitamente desiderabile… così follemente eccitante…
Non ce la faceva più… sentiva di essere molto vicino a perdere il controllo di se stesso… e non voleva, non voleva…
Il respiro gli mancava; si allontanò un poco da lei, sussurrando a fatica, con voce roca:
- Non puoi neppure lontanamente immaginare quanto tu mi stia facendo impazzire… né quanto mi costa trattenere il mio impeto… -
La sua mano passò lieve sul corpo della donna… e l'abito si ricompose perfettamente, nascondendo alla sua vista quel corpo conturbante… la cui immagine era però rimasta indelebilmente impressa a fuoco nei suoi sfolgoranti occhi neri.
- Sei tu che mi hai fatto impazzire… di piacere… - sussurrò Alhyssa, ancora ansante, con uno splendido sorriso ad illuminarle il volto accaldato, mentre gli accarezzava dolcemente il viso.
Poi, indicando l'abito che di nuovo la avvolgeva, soggiunse con dolce malizia:
- … non mi vuoi più? –
Severus sorrise, silenziosamente. Un luminoso sorriso che pervadeva completamente il suo volto sereno, baciando le labbra sottili felicemente dischiuse e riempiendo i profondi occhi neri di una splendente luce esultante.
Poi socchiuse gli occhi per un breve istante ed emise un lunghissimo sospiro, mentre con la punta delle dita le sfiorava la guancia in una languida carezza. Quante volte l'aveva sfiorata in quel modo… senza che lei non l'avesse mai saputo…
- Sapessi quanto ti voglio! Ma non è ancora giunto quel dolce tempo incantato… amore mio… Non ancora. Devo saper attendere… - e la sua voce era un intenso e flautato sussurro d'amore.
[1] Ringraziate Charlize-Rei per questa bellissima immagine!
