Secret of my heart

Capitolo: 2

- Ahhh! Sono in ritardo!- Doremì si precipitò giù dalle scale di fretta e furia.

- Finalmente ti sei svegliata!- disse la madre.

- Dov'è Bibi?- chiese la ragazza.

- E' già andata a scuola- rispose.

- Lei sì, che si sa responsabilizzare- affermò il padre, che stava facendo colazione.

- Uffi, non è colpa mia…ho dimenticato di puntare la sveglia- si giustificò.

- Si, si, però adesso muoviti o non ti faranno entrare a scuola- gli disse la madre.

- Okey…che sfortuna, però! Non riesco a fare colazione.

- Poco male. Ti ho preparato il pranzo per dopo.

- Ah, grazie mammina!- prese il pranzo e se lo mise in cartella- Io vado, ciao!

Doremì corse verso la scuola. Sarebbe stato un guaio fare già, il primo ritardo al secondo giorno di scuola.

Nell'altra scuola invece non correva questo rischio, c'era sempre qualcuno a buttarla giù dal letto.

Attraversò il cancello e salì le scale. L'edificio gli era nuovo e fece un po' fatica all'inizio a trovare la classe.

Finalmente, pensavo di essermi persa. Bene, per fortuna la prof. non è ancora arrivata.

Doremì entrò in classe, ma nessuno notò la sua presenza. Si diresse verso il suo banco e ci appoggiò la cartella.

Onpu non era ancora arrivata e neanche Kotake. Si sentì smarrita tra tanta gente nuova.

- Ehilà, ciao Doremì!- la salutò Maky.

- Ah! Che spavento!- sussultò.

- Scusa, non pensavo che ti saresti spaventata.

- Beh, mi sei apparsa improvvisamente davanti.

- E allora, come ti sembra la nostra scuola?

- Bella, anche se ancora non mi ci so orientale.

- E' normale. Sei nuova di qui.

- Oh, ciao Onpu!- salutò un compagno una ragazza che entrò in classe.

- Ciao Onpu!- salutarono gli altri.

- Ciao ragazzi- Onpu li salutò.

Onpu era arrivata e già i compagni l'avevano circondata.

- Si vede, ogni volta che arriva Onpu. Tutti i nostri compagni si sono invaghiti di lei. Che vuoi farci? E' una celebrità. Peccato che perda tanti giorni di scuola.

- Come alle elementari.

- A proposito, ho sentito dire da Shimakura, classe 2°A, che tu conosci già Onpu- chiese.

- Si, eravamo amiche.

- Come "eravamo"? Non lo siete più?

- Ecco, non lo so. E' solo che, non andiamo molto d'accordo ultimamente.

- Oh. Beh, non importa. Se hai bisogno di qualcosa, ti puoi rivolgere alla sottoscritta, ovvero a Maky Matsuma!

- Va bene, grazie- sorrise.

Finora era la prima persona, che si era dimostrata gentile con lei. Ne aveva bisogno di un volto allegro. Non ne poteva più di quella situazione.

In quel momento arrivò Kotake con Kenta. Anche loro avevano corso a quanto si vedeva dal loro fiatone. Giusto in tempo, stava arrivando la professoressa.

Chi l'avrebbe detto? Prima ero io a fare tardi, adesso è Kotake che arriva tardi. Che buffo!

La professoressa entrò in classe, gli alunni si alzarono e fecero l'inchino. Subito dopo incominciarono le lezioni.

Mhhh…che complicato! Mamma mia, io questo programma non l'avevo fatto nell'altra scuola! Accidenti, non ci capisco niente!

- Psss- Maky attirò la sua attenzione- se vuoi ti impresto i miei appunti- gli disse a bassa voce.

- Ah, grazie.

Non c'era che dire, Maky era proprio una brava capoclasse, responsabile, puntuale e gentile. Doremì si sentì fortunata ad essere capitata, come compagna di banco con lei.

Già, si sentiva confortata da Maky, per la sua gentilezza.

Il giorno dopo Doremì andò in centro a fare qualche compera.

Uffi, perché tocca sempre a me fare la spesa? Del resto c'è anche Bibi. Uffi, uffi e uffi!

Doremì andò al market e prese ciò che era segnato nella lista, datagli dalla madre.

Uhm, dovrei aver preso tutto…

Controllò la lista con scrupolo.

…si, posso tornare a casa. Oh?

Doremì si bloccò in mezzo alla strada, appena vide un delizioso negozietto chiamato Maho.

…Maho…mi ricorda qualcosa…ma cosa?

Era indecisa se entrare, ma la curiosità era tanta. Sentiva che quel posto gli era familiare, sapeva che entrando avrebbe capito di cosa si trattava…ma le sue gambe erano come immobile.

- Ciao- disse una voce all'improvviso.

Doremì scattò e si girò. Davanti a lei, comparve una persona coperta da un mantello, per cui non si vedeva il volto.

- Ehm…ci conosciamo?- chiese intimorita.

- …già, è vero che non ti ricordi di me…non importa…- oltrepassò Doremì ed aprì la porta del negozio.

- Eh, aspetta…tu mi conosci? Mi potresti dire chi sei?- Doremì come d'istinto, seguì la misteriosa persona.

Essa non si voltò ed entrò nel negozio. Anche Doremì ci entrò.

Si guardò intorno. L'aria era un po' spettrale e c'era luce soffusa in tutta la stanza. Intorno c'erano tavolini con oggetti vari. Doremì s'incantò ad osservare l'arredamento del negozio e si dimenticò di seguire la persona.

- Oh, è vero, che stavo facendo?- Doremì si svegliò dall'incanto- Ah, già…quella persona…ma dov'è?- si guardò intorno.

Era scomparsa nell'oscurità della stanza.

- Ehm, c'è nessuno?- chiese.

- Dunque, è da poco che sei qui…?- chiese una voce.

- Eh? Dove si trova?- Doremì non riusciva a vedere bene.

- Vieni avanti…segui la luce della candela.

- Quale? C'è ne sono a centinaia…

- Quella rosa…

In fondo alla stanza, c'era una luce diversa dalle altre. Doremì la raggiunse.

- Uhaoo! Una candela con una fiamma rosa! Ma com'è possibile?

- Tutto è possibile nella vita.

- Mh? Ho come l'impressione di conoscervi…

- E' possibile, come non è possibile.

- Cos'è? Un gioco di parole?

- Siediti- gli indicò una sedia.

Doremì si sedette e osservò con curiosità la strana persona, seduta anch'essa, davanti un tavolino illuminato dalla candela di colore rosa.

- Come fai a sapere, che sono qui da poco?- chiese Doremì.

- Come faccio? Ho tirato a caso.

- Ah- Doremì rimase un po' delusa dalla risposta- Ehm, dunque, siete la proprietaria di questo negozio? Cosa vendete?

- Ciò che la gente ha più bisogno…sogni, sicurezza, magia…- l'ultima parola la lasciò in sospeso.

- Eh? Magia?- Doremì era esterrefatta, ma la sua espressione cambiò subito- Magia…- rimase pensierosa.

Cosa significava per lei magia? E' come se dovesse ricordare qualcosa…ma gli sfuggiva e questo la faceva stare male.

- Purtroppo non posso fare niente per te…ma ti do solo dei suggerimenti…

- Come?

- Non ti fidare della persona, che dice di essere tua amica solamente, solo perché si dimostra disponibile e gentile. Devi scavare a fondo dell'anima di ogni persona. Solo così, potrai scoprire chi è tuo amico o finge di esserlo. Le amicizie sono difficili da coltivare, soprattutto se ci sono delle incomprensioni, ma se le saprai mantenere, potranno rivelarsi di grande aiuto. E ricorda, non perdere il tuo sorriso- detto questo, la persona si alzò dalla sedia e si girò verso un tendone blu notte.

- Aspetta…non capisco cosa vuoi dirmi…chi sei? Perché sembra che tu mi conosca? E perché cerchi di aiutarmi?

- …io non posso fare più di quello, che ho già fatto…il resto dipende di te e da come saprai modificare il tuo destino…- entrò dentro la tenda.

Doremì rimase impalata, senza sapere che fare. La persona sembrava scomparsa dietro la tenda. Decise di uscire dal negozio. Si era già fatto buio.

- Ahh! La spesa! Mamma sarà furiosa, se non gliela porto subito!- corse via, dando solo un occhiata veloce al negozio Maho.

- Ti rendi conto che hai rischiato grosso?- disse una voce nella penombra del negozio.

- …si- ammise una ragazza, con aria afflitta.

- E allora, perché l' hai fatto? Lo sai che è proibito per noi…

- Si, lo so! Però…non mi andava di lasciare che s'avverasse una brutta separazione.

- Il fatto che noi possiamo guardare nel futuro, non ci permette di cambiarlo a nostro piacimento.

- Ma…io…loro…

- …si, so cosa vuoi dire…ma non possiamo fare niente, noi. L'essere umano deve essere in grado di trarsi d'impiccio da solo, senza l'aiuto di nessuno.

- …scusa…però io tengo troppo a loro, per restarmene a braccia conserte…contano molto per me…soprattutto Doremì…e non voglio che soffra a causa di malintesi…

- Però adesso lei ha la sua vita, come le altre…non è il caso di intromettersi e confonderle.

- Si, hai ragione.

- Su…questa ti è andata bene. So ciò che provi, proprio per questo ti raccomando di non aiutarla, se davvero le vuoi bene.

- …d'accordo.

Doremì…sii forte- pensò la ragazza, mentre scrutava il cielo notturno da un negozietto.  

I giorni passarono però, senza miglioramenti. Doremì non riusciva mai a trovare il momento buono per fare la pace con le sue amiche e non si era ancora ambientata nella nuova scuola. In più sembrava, che si fosse sparsa una strana voce sul suo conto.

- Strane voci su di me?- chiese stranita Doremì.

- Si, proprio così. Tutte le compagne ne stanno parlando su- gli spiegò Maky.

- Ma come…perché?

- Non so dove sia partita la voce.

- Però…

- Oh, scusa. Adesso c'è l'ora di ginnastica, però io devo andare a fare una cosa. Ci vediamo più tardi, okey?

- Si…

Doremì si diresse agli spogliatoi. C'erano già le sue compagne di classe. Appena entrò le altre la fissarono e poi continuarono a chiacchierare tra di loro.

Doremì si sentì a disagio. Senza Maky non aveva nessuno con cui parlare.

Per di più, qualcuno metteva brutte notizie sul suo conto. Chi poteva essere? Per lei era la prima volta che succedeva. Quando era con le sue amiche si sentiva circondata e protetta, senza paura di sbagliare o di dare un impressione sbagliata.

Si cambiò e indossò il completo da ginnastica.

Le altre compagne la stavano guardando e intanto bisbigliavano tra loro. Anche Tamaki era con loro.

Doremì cercò di uscire, ma qualcuna la fece cadere facendole lo sgambetto.

Cadde per terra, sbattendo la faccia al suolo.

- Ahii!- si lamentò Doremì e si massaggiò il viso- Ma cosa…?

Tutte le altre ragazze risero di gusto, per la sua caduta. A nessuno importò se si fosse fatta male nel cadere.

Ho avuto l'impressione che non fosse una casualità. Qualcuna di loro mi ha fatto cadere apposta!

- Allora, che succede Doremì? Non riesci ad alzarti?- rise la compagna, che l'aveva fatta inciampare.

Doremì si limitò a fare una smorfia e si alzò.

- Oh, poverina. Adesso ti metterai a piangere- la derise un'altra.

Doremì la ignorò e uscì dallo spogliatoio.

- Accidenti, ma in che classe sono capitata?- si disse fra sé.

- Eccoti, Doremì!- arrivò Maky- Ho finito, adesso posso venire a fare ginnastica con voi.

Beh, almeno adesso non si sentiva proprio sola.

Che strano, mi risuonano ancora in mente le parole dette da quella persona…un amico che dice di esserti amico e che non lo è in realtà.

Per il momento l'unica amica che aveva era Maky. Doremì guardò Maky.

Maky si accorse che la stava guardando e le sorrise.

Non può trattarsi di lei. Già, si riferiva di sicuro a qualcun'altra.

L'idea che Maky la stesse ingannando, se ne andò immediatamente dalla mente. Sentiva di potersi fidare e di poter contare su di lei, come un tempo con le altre amiche.

Già, le sue amiche…ne sentiva molto la nostalgia…delle loro chiacchierate insieme, delle loro scampagnate, della loro compagnia…si, le mancavano.

Proprio in quel momento le vide con la loro classe, fuori in giardino. Anche loro la notarono, ma non la salutarono.

Non era cambiato niente, da quando era tornata a Tokio. Si sentiva ancora spaesata. E le sue compagne di classe si divertivano a farle i dispetti e a far girare strane voci su di lei.

Pian piano si pentiva di aver insistito per tornare. Avrebbe fatto meglio a rimanere dove stava.

Lì si sentiva bene, a suo agio, senza problemi. Eppure le mancavano le sue amiche, per questo era tornata.

Questa volta Doremì era decisa, doveva chiarire tutto con le sue amiche!

Finita l'ora di ginnastica, raggiunse Hazuki, Aiko e Onpu, mentre camminavano in corridoio.

- Ragazze!- le chiamò- Dobbiamo parlare!

- E se noi non volessimo?- disse Onpu.

- Dobbiamo smetterla con questa situazione, io non c'è la faccio.

- Non è stata voluta da noi questa situazione, ma dal tuo egoismo- le rinfacciò Hazuki.

- Ah, si? Beh, se voi mi faceste spiegare…

- Noi non vogliamo essere amiche di una, che non ci tiene a noi!

Questa era l'ultima goccia, che fece traboccare il vaso.

Doremì si sentì pervadere dalla rabbia. Da quando era arrivata a Tokio non aveva avuto che problemi.

- Siete voi che non capite! Siete delle testarde!

- Ah, adesso saremmo noi le testarde?!- s'infuriò Aiko.

- Si!- rispose decisa.

Un capogiro.

Doremì si sentì mancare.

Lasciò le altre lì, con l'argomento in sospeso e corse nei bagni.

Le tre ragazze si guardarono a vicenda, capendoci sempre di meno.

Doremì si chiuse in un bagno e si accasciò a terra. La tensione che si era creata, era molto forte e Doremì non riusciva a sopportarlo. Prese dal taschino delle pasticche e ne ingerì uno. Dopo un minuto, riuscì a calmarsi.

Doremì guardò la scatoletta, che aveva in mano. Non poteva credere che stava di nuovo succedendo. Pensava di aver superato quel momento.

Era troppo debole in quell'istante, per tornare in classe e così rimase lì quatta. Sentì che qualcuno era entrato in bagno. C'erano delle voci di ragazze. Non le riconosceva tutte, però le erano familiari.

Ascoltò i loro discorsi, senza farsi sentire. Anche perché uscire in quelle condizioni, sarebbe stata una pessima idea.

Parlavano di qualcuno in modo cattivo e spregevole. Poi capì che stavano sparlando di lei. La curiosità era forte, non capiva chi era che metteva delle idee sbagliate in giro.

Spiò dall'occhiello della serratura e non poté crederci.

Le ragazze uscirono dal bagno, si sentì la porta chiudersi e poi il silenzio.

Doremì si lasciò andare in un silenzioso pianto. Non poteva credere, non voleva credere che proprio di quella persona doveva trattarsi. Si era fidata di lei e quella si era approfittata di lei.
Si asciugò le lacrime ed uscì dal bagno. Si sciacquò la faccia e si guardò allo specchio. Si notavano i primi segni dello stress.

Ma proprio di Maky Matsuma doveva trattarsi? Proprio lei doveva conoscere? Proprio di lei doveva fidarsi?

Tornò in classe, ma non ebbe il coraggio di rivolgere la parola a Maky, né di affrontarla.

Dopo quell'ora, c'era l'intervallo. I ragazzi andarono a giocare nel cortile a calcio, mentre le ragazze se ne stavano o in classe o nei corridoi a chiacchierare.

Doremì non aveva nessuno con cui parlare. Aveva litigato con le sue migliore amiche, aveva scoperto che Maky le sparlava dietro e le altre compagne la prendevano di mira.

Non le rimaneva molto da fare. Uscì in cortile e si sedette sull'erba, a fissare i ragazzi che giocavano a calcio.

Quel giorno non faceva tanto freddo e si stava bene fuori.

Tra i giocatori, Doremì notò Kotake e il suo amico Kenta. Anche Kotake non le aveva rivolto la parola. E dire che alle elementari non perdeva occasione per stuzzicarla e farla arrabbiare. Però verso la fine della sesta elementare, riuscì ad accettare il suo carattere ribelle e sembrava che si stesse instaurando un buon rapporto tra i due. Ormai sembrava acqua passata. Niente di come era prima, poteva tornare adesso.

Doremì sospirò e alzò gli occhi al cielo.

Quell'anno passato lontano da Tokio l'aveva cambiata? Forse si…e tornare a Tokio era come vivere in una gabbia. Non si sentiva più allegra e spensierata come un tempo.

- Ehi, Kotake, quella ragazza non è mica Doremì?- chiese Kenta.

- Mh? Si, e allora?

- E' strano che non sia con le altre. Non hai notato anche tu, di come la trattano le nostre compagne?

- No, e non sono affari miei- disse con indifferenza.

- Perché devi essere sempre così sgarbato? Una volta tanto, potresti dire come la pensi davvero! Non era mica una tua vecchia compagna di classe?

- Si, ma se n'è andata molto tempo fa- disse triste.

- E allora? Non è un buon motivo per tenerle il muso. Perché non vai da lei e ne parlate?

- Non ci penso nemmeno!

- Sei irrecuperabile! Mi domando se ti sei mai interessato di qualcuno!

Qualcuno?…Si una volta Kotake si era preoccupato per una persona. Anzi, la faceva preoccupare ogni istante, con la sua sbadataggine e testardaggine, ma non lo dava mai a vedere. E forse proprio per questo, quella persona non si era accorta dei suoi sentimenti.

Kotake continuò a giocare a calcio e segno tre gol. Il calcio riusciva a scaricare la sua rabbia.

Si fermò e diede un occhiata in giro. Doremì se n'era andata.

- Stai cercando Doremì? Se n'è andata da tempo- gli disse Kenta, come se gli leggesse nella mente.

- Che?! Io non la stavo cercando! Mi stavo guardando in giro, niente di più!

- Si, si. Andiamo in classe, piuttosto.

Forse ha davvero ragione. Dovrei cercare di parlarle…o forse no?

Kotake e Kenta stavano raggiungendo la loro classe, quando Kotake notò qualcosa e si ferma.

- Che succede?- chiese Kenta.

- Niente, niente. Va pure avanti, ti raggiungo più tardi- uscì dall'edificio e si diresse verso il retro del cortile.

Aveva ragione! Aveva visto Doremì, appoggiata ad una parete con l'aria afflitta.

Doremì notò il suo arrivo e sorrise.

- Ciao, non ti avevo visto- gli disse la ragazza.

Silenzio.

- Anche tu, sei arrabbiato con me, eh? Sembra che tutta la scuola, c'è l'abbia con me- disse, con tono scocciato.

- No, è solo una tua impressione- si manteneva sempre distaccato e freddo.

- E tu?

- Cosa?

- Sei arrabbiato con me?

- Cosa penso io, non ha importanza.

- Invece si. Mi sento completamente spaesata qui. Tutti mi danno la colpa, del mio trasferimento.

- E perché, non è tua?

- Non dico questo, dico solo che non è colpa mia, se non vi ho potuto avvertire.

- Ah, beh, allora di chi è la colpa?- cominciò ad alzare il tono di voce.

Doremì si sorprese e lo fissò con aria seria.

- Anche tu, la pensi come loro, eh? Non fate altro che accusarmi, voi!

- E cos'altro dovremmo fare?! Se te ne sei andata non è colpa nostra! Però, potevi almeno farti sentire- la sua voce tornò un po' bassa- O ti costava troppo?

- Cerca di capirmi. Non mi era possibile…io…io ero altrove, in un'altra città e in un'altra scuola e…

- Ma certo. Se ti trovavi così bene, perché non ci sei rimasta?

- Non dire sciocchezze, sono tornata per voi!

- Oh, scusaci tanto, se ti siamo di peso!

- Perché…? Perché deve andare sempre così?- chiese con voce triste.

- Sei stata tu ad averlo causato, questo problema!

La ragazza era molto irritata.

- Basta! Perché non mi cercate di capire? Ero impegnata in altro! Non potevo chiamarvi!

- Beh, allora non lamentarti. Mi sembra, che ti trovavi molto meglio là dov'eri.

- Come puoi dire questo? Avresti preferito non vedermi più? E' questo che vuoi dire?- il suo volto divenne triste- Non t'importava se non tornavo più…non t'importa niente di me?

- …- si zittì e abbassò lo sguardo.

Doremì stette in attesa di una risposta, ma capii che non gli avrebbe detto nient'altro.

- Torno in classe- disse, voltandogli le spalle.

- Aspetta!- Kotake la prese per un braccio, mentre se ne stava andando.

- Lasciami andare!- disse con rabbia.

- Perché ti comporti così?

- Non vi sopporto! Siete tutti uguali! Tu non sai come sia stato faticoso, tornare qui! Ed è tutto qui, quello ho trovato! Solo astio nei miei confronti!- delle lacrime scesero sulle guance.

- Se tu non te ne fossi andata così all'improvviso…

- Tu non sai niente di me! Non sono stata io a volerlo!- Doremì si staccò dalla presa di Kotake e corse via.

- …perché?- Kotake rimase a fissare Doremì, mentre scappava via.

Siete tutti uguali! Non vi sopporto! Perché non cercate di capirmi?- pensava Doremì, mentre correva. Le sue lacrime uscivano a poco a poco, come se una ferita si stesse riaprendo.

I ricordi risalgono lentamente. Finora non aveva litigato così. Nei suoi ricordi c'era solo confusione. Pensava che tornando dov'era nata, sarebbe riuscita a ricordare in fretta, invece quello che sentiva ora, era solo smarrimento e un profondo dolore, nell'aver perso ciò che era per lei molto importante.

Fine secondo capitolo

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E finalmente ho terminato di aggiustare il secondo capitolo…era da tempo che non lo rileggevo.

Appena posso, pubblico anche la terza parte della fiction.

A proposito, come vi è sembrato questo capitolo? Commentate, se volete!

Ciao!

Doremì & Company non sono di mia proprietà.

By Ya-chan