Secret of my heart
Capitolo: 4
Un rumore, un frenata, un botto, delle urla…sangue, dappertutto sangue…
Doremì si sveglia di colpo, tutta sudata.
Prese fiato e guardò l'orologio. Non era ancora mattina.
Di nuovo quell'incubo- pensò Doremì, cercando di riprendersi dallo spavento.
Si alzò dal letto e si affacciò alla finestra. Era ancora buio.
Si, quella notte le richiamava in mente tanti ricordi, quando lei e le sue amiche giravano nel cielo notturno. Quando tutte quante erano unite nelle avventure e disavventure. Niente le spaventava, beh, qualcosa sì, ma erano grande amiche.
Peccato che tutto era finito, per una sciocca litigata e per un incomprensione.
Doremì avrebbe voluto tornare a quel giorno di un anno fa, quando dovette allontanarsi di fretta da Tokyo.
Ma ormai era troppo tardi. Il passato non si poteva modificare, neanche con la magia.
- Magia?- una fitta improvvisa, la fece cadere in ginocchio-…magia?- continuava a domandarsi.
Qualcosa le stava tornando in mente, ma cosa?
- Ahii!- si lamentò.
La testa gli cominciò a scoppiare dal dolore. Con fatica e tenendosi la testa tra le mani, cercò le pastiglie e ne inghiottì una.
Dopo un minuto il dolore si attenui. Si lasciò cadere nel letto, stremata. Tutto ciò la debilitava. Sentiva che ad ogni fitta, perdeva sempre più le forze.
Guardò la scatoletta, che teneva ancora in mano. Ne aveva prese molte di pastiglie, da quando era tornata a Tokyo.
Strinse la mano. Una lacrima scese sulle guance. Poi si addormentò.
- Doremì, sveglia!- la chiamò Bibi.
- Mh…che c'è?- borbottò, tra le coperte.
- E' tardi! Non hai sentito la sveglia?- la rimproverò la sorella- Sei sempre la solita dormigliona! Anche adesso, devo prendermi cura di te! Sei impossibile!
- Oh, è già mattino?- diede uno sguardo alla finestra.
- Muoviti o non riuscirai neanche a fare colazione!
- …si, si, mi alzo…- mugolò, sotto le coperte.
- Fa un po' come ti pare!- Bibi uscì dalla stanza, sbattendo la porta.
Doremì mise il naso fuori dalle coperte. Era già mattino. La luce entrava nella stanza, con insistenza. Doremì si alzò e si mise seduta. Si stropicciò gli occhi. Quanto aveva dormito?…Poco. Si sentiva ancora la stanchezza di quella sera.
- Su, Doremì, oggi è un altro giorno…- balzò giù dal letto, cercando di metterci più grinta che poteva.
Dopo colazione, Doremì raggiunse la sua scuola.
Gli alunni erano già in classe. Doremì entrò e si andò a sedere nel suo posto…ma vide qualcosa che non andava. Il suo banco era pieno di scritte insulse e scarabocchi.
- Che?- Doremì rimase stupita. Non si sarebbe aspettata anche questo.
- Che succede Doremì? Problemi?- disse con sarcasmo una compagna e le altre risero.
- Grr…niente- rispose con voce bassa.
Saranno state loro? Ci mancava solo questa!
Si strinse nelle spalle e si rassegnò. Quelle cattiverie non si sarebbero fermate solo a questo, avrebbe dovuto aspettarselo.
Si guardò in giro. Onpu non era arrivata a scuola, probabilmente era alle prese con qualche film…
La lezione iniziò, ma Doremì non poté stare tranquilla neanche un secondo, essendo continua vittima dei loro scherzi.
Per colpa loro, fu costretta a rimanere in punizione più volte.
Però qualsiasi cosa la ragazza diceva, per difendersi dalle accuse dei professori, veniva inevitabilmente sgridata e sbattuta fuori dalla classe.
- Quando finirà ciò?- si chiese, mentre era fuori dalla classe, appoggiata al muro.
- Harukaze?
Doremì si voltò, verso la voce. Era Fede, l'addetta alla sala medica. E non aveva una faccia felice, ma stupita.
- Che ti è successo? Perché sei fuori?- chiese.
- Io…sono in punizione.
- Oh, e cosa hai fatto?
- …
Doremì non sapeva cosa rispondere, perché neanche lei lo sapeva.
- Ehm…devo aver risposto male all'insegnante- disse.
L'infermiera la guardò attentamente e poi riprese a parlare.
- Harukaze, noi dovremmo parlare…
- Come?- chiese sorpresa Doremì. Cosa poteva volere da lei, quella signora?- E per che cosa?- sperò che non riguardasse a qualche altra punizione.
- Non qui in corridoio…- disse.
- E dove?
- In infermeria.
- Adesso? Non posso. Sono in punizione, per tutta l'ora di lezione.
- …parlò io con la tua insegnate. Aspetta qui- entrò in classe.
Beh, non è che me ne vado a spasso- pensò Doremì, con ironia- Ma cosa vorrà da me?
Kotake vide l'infermiera Fede, entrare in classe e si domandò cosa succedesse.
Fede parlò in privato con l'insegnate, mentre gli alunni ne approfittavano per fare baccano.
- Ehi, Kotake, tutto bene?- chiese Kenta, il compagno di banco del ragazzo- Mi sembri preoccupato.
- Eh? Io? No.
- Sarà…però mi sembri diverso da ieri- fece lui.
- Perché dici questo?
- E' tutta a giornata che hai la testa fra le nuvole. Ogni volta che cerco di attirare la tua attenzione, tu m'ignori.
- …E' solo che sono soprappensiero.
- E dimmi, c'entra Doremì, in tutto questo?
Kotake sobbalzò.
- Che stai farneticando?! Perché mai mi dovrebbe interessare una ragazza così…così…- non gli vennero le parole, dalla rabbia.
Sbuffò e accavallò le gambe. Kenta lo guardò, con curiosità. Da quando quella ragazza si era iscritta alla loro scuola, Kotake non era più lo stesso. A volte sembrava allegro, altre volte di pessimo umore.
- Kenta…- incominciò a dire- Se tu venissi a conoscenza che una persona, a cui tieni tanto, sta agendo in modo sbagliato…che faresti? Glielo diresti? O ti rivolgeresti ad altri?
Kenta ci pensò su.
- Per sbagliato, cosa intendi?
- Ehm…non so...
- Beh, se è qualcosa di non grave, ne parlerei con la persona stessa…altrimenti, se la questione è più importante, mi rivolgerei alla persona in questione e a qualcun altro di più maturo.
- Mh.
- In qualsiasi modo, se quella persona ha dei grossi problemi, l'aiuto di un'altra persona, non potrebbe che fargli bene. Non credi?
- Si…
Dopo qualche minuto, l'infermiera uscì dalla classe e chiuse la porta.
- Okey, hai il permesso di venire con me- disse.
Doremì seguì la signora, per i corridoi della scuola. Sentiva che quella non sarebbe stata una chiacchierata piacevole.
Arrivati in infermeria, Fede fece accomodare Doremì su una sedia, mentre lei si sedette vicino alla sua scrivania.
Seguì un momento di silenzio. Doremì si sentiva sempre più nervosa, anche se non capiva perché. Non sapeva cosa aspettarsi.
- Dunque…- incominciò Fede- ti ho portata qui, perché devo parlare con te, di una cosa molto importante- disse seria.
- Eh?- sentì il suo cuore incominciare a battere forte- A che proposito?
- Dimmi, da quanto ti sei trasferita qui a Tokyo?
- Uhm…credo che siano passate delle settimane…
- Ma tu prima abitavi qui a Tokyo?
- Si.
- E come mai ti sei trasferita altrove? I tuoi genitori dovevano cambiare lavoro?
- …no…- chinò la testa.
- E allora perché?
- E' stata una decisione presa all'ultimo istante…
- Mh…- Fede scrutò l'alunna. Era chiaro, che non aveva voglia di parlarne- E dimmi, ti sei trovata bene qui?
- …si- mentì.
- Avevi degli amici? Li hai rivisti?
- Si.
Di nuovo silenzio.
- Mangi correttamente?
- Beh, si…anche se ultimamente un po' meno…- ammise.
- Stai seguendo una dieta?
- No.
- Stai prendendo dei medicinali?- chiese con aria più seria.
Ecco, era arrivata al punto cruciale. Doremì sentì il suo cuore, battere più forte. Che l'infermiera avesse scoperto qualcosa su di lei?
Era per questo, allora, che mi ha chiamato?- pensò Doremì, terrorizzata.
- …n- no- rispose.
- No? Sicura?- insistette.
- No.
- …non aver paura di confidarti con me, Harukaze…- disse, con dolcezza- Se c'è qualcosa che non va, puoi dirmelo.
- …Ma, va tutto bene.
Fede sospirò.
- Te lo richiederò un'altra volta, Harukaze, prendi dei medicinali?
- …no.
- Mi spieghi allora, perché l'altro giorno sei svenuta?
- Beh, perché mi avevano fatto inciampa…cioè, ero inciampata- si corresse.
- Non ho capito bene…sei inciampata o ti hanno fatto inciampare?
Più che ad una tranquilla chiacchierata, sembrava più un interrogatorio.
- …Sono inciampata- rise- Ehm, sono molto maldestra.
- E solo per una caduta, hai perso i sensi?
- Ehm, sarà stato il sole…
- Non c'era molto sole.
- Oh, allora…per il sonno! Sono una dormigliona e spesso finisco per addormentarmi, durante le lezioni.
- …Ho saputo che dove ti eri trasferita, venivi seguita da un dottore. E se non sbaglio, quel posto è famoso per la sua casa di cura…
Bingo! Aveva azzeccato alla grande! Doremì sentì il sangue venirgli alla testa. Aveva paura. Ma paura di cosa, in fondo? Paura che sapesse che prendeva dei medicinali? O paura che scoprisse cosa gli era successo?
- …I- io non so di cosa sta parlando…
- E va bene, verrò al sodo. Harukaze, ho come il presentimento che tu stia prendendo dei medicinali anti-depressivi.
Si sentì mancare il respiro. Che Kotake avesse fatto la spia e avesse spifferato tutta all'infermiera? Era l'unico che aveva visto la sua scatoletta. La odiava a tal punto, da metterla nei pasticci?
- N- non è vero!- si difese.
- Non ti conviene mentirmi, Doremì- disse seria- Quello che stai prendendo, non sono delle semplici caramelle, dovresti saperlo! Ma servono per chi ha dei problemi, riguardanti alla loro memoria.
- …
- Non so cosa ti sia successo, né perché tu ne stia prendendo così tanti…ma è chiaro che hai un problema e molto grosso, se ti porta a prendere il medicinale.
- L- lei sta vaneggiando! Ha preso un granchio! Io sto bene! Non vede?- disse disperata- Perché dovrei prendere dei medicinali?
L'infermiera stette un attimo in silenzio.
- Doremì…io non sono qui per giudicarti. Però se continuerai così, alla prossima caduta, potresti non risvegliarti più- disse in tono grave.
Silenzio. Doremì rimase paralizzata.
- Se vuoi posso ricontattare io, il tuo medico- riprese a parlare.
- No, per favore- disse con tristezza.
- Però, tu mi prometti che ti farai visitare da un medico, al più presto?
- …va bene- acconsentì.
- Bene. Non volevo essere così dura con te, Doremì, ma non mi hai lasciato alternativa. Se scoprirò che prendi ancora quel medicinale, in quantità esagerate, sarò costretta ad avvisare la tua famiglia. D'accordo?
- Si- disse con voce bassa.
- Adesso puoi andare.
Doremì si alzò dalla sedia e con la testa china, uscì dalla sala medica.
Proprio in quel momento, Kotake uscì dai bagni e vide Doremì uscire dall'infermeria. Pensò a quello che gli aveva detto l'infermiera ed ebbe paura che gli fosse successo qualcosa. Gli venne incontro.
- Doremì…tutto a posto?- chiese.
La ragazza non gli rispose e il ragazzo non poteva vedere la sua espressione, perché coperta dai ciuffi dei capelli.
- …Perché l' hai fatto?- disse Doremì, con voce bassa.
- Eh? Cosa ho fatto?
- Non fare l'ingenuo!- alzò di colpo la testa e lo afferrò per il colletto. Era visibilmente sconvolta e arrabbiata.
- Doremì?! Cosa ti prende?- chiese stupito.
- I- io…- le parole le uscivano a fatica-…io non pensavo che mi odiassi a tal punto, Kotake.
- Ma di che stai parlando?
Delle lacrime, scesero sulle guance.
- …Io…io ti odio!!!- gli gridò, spingendolo via.
- …Doremì?!
Doremì scappò via, con le lacrime agli occhi e si rifugiò in bagno, chiudendo a chiave.
Scoppio a piangere, terrorizzata per quello che gli aveva detto l'infermiera.
Di nuovo, problemi. Sembra che i problemi la cercassero.
Io…io non voglio tornare là!- pensò- Non voglio!
Fine quarto capitolo
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Tranquilli, tranquilli. Non finisce così. A dire il vero, volevo lasciare il quarto e quinto capitolo, in un unico capitolo, però sarebbe diventato troppo lungo.
Quindi, godetevi questo capitolo.
Il quinto capitolo, sarà un po' sdolcinato e triste…solo un po'. ^_^'
Ah, se qualcuno, volesse vedere dei video che ho creato su Doremì, mi può dare la sua e-mail, così vedo di inviarla. Okey?
Ciao e alla prossima…puntata?
Doremì & Company non sono di mia proprietà (magari ^-^)
By Ya-chan
