Secret of my heart
Capitolo: 8
Ancora una volta, la speranza riposta in Doremì, pian piano svaniva, riempita dal timore.
A cosa era servito, reagire alla sofferenza, se poi non cambiava niente?
Ci sarebbe sempre stato qualcuno, che l'avrebbe odiata? Non poteva cambiare il suo destino?
Doremì arrivò alla piscina all'aperto, con la classe.
All'inizio c'erano gli esercizi di riscaldamento e tutti, seguirono i movimenti della professoressa, come se fossero ad una lezione di aerobica. Poi ad una ad uno, ci si emergeva in vasca.
L'acqua era fredda, ma non troppo. E poi, quel giorno faceva caldo, anche se non era ancora arrivata l'estate.
Doremì ripensò alla lettera. Il mittente gli aveva esplicitamente avvisato, che avrebbe rischiato la vita, se non si fosse messa da parte. Lui sapeva tutto di lei, anche il suo segreto, e non ci avrebbe messo niente a distruggergli la vita.
La ragazza entrò in acqua e si attaccò al bordo della piscina, come tutti gli altri.
Forse avrebbe dovuto chiedere aiuto, a proposito della lettera. Ma a chi? Non aveva ancora fatto pace con le sue amiche…e Kotake, non voleva coinvolgerlo. L'aveva già aiutata e si era ritrovato nei pasticci.
Guardò alla sua destra in fondo, c'era Onpu e alla sua sinistra, Tamaki.
Accanto a lei, c'erano invece delle compagne, che conosceva solo di vista. Tra quelle, riconobbe Maky.
Doremì ripensò all'episodio del bagno. Chi l'avrebbe detto che proprio in quel momento, sarebbe entrata Tamaki? Quella era stata pura sfortuna. Lo sguardo sconcertato e quasi un po' divertito, di Tamaki, le rimasse impresso. Erano rimasti completamente di sasso, mentre Tamaki, sicura come non mai e con il sorrisino sulle labbra, passò tra loro e andò a lavarsi le mani. Per poi uscire dal bagno. Né Doremì, né Kotake, fecero qualcosa per fermarla. Però se l'avessero fatto, sarebbe sembrato che nascondevano qualcosa.
Doremì sospirò, mentre l'insegnate dava l'ordine, di riscaldarsi in acqua.
Poi ad uno a uno, bisognava nuotare a stile libero per tutta la lunghezza della vasca. Tutti erano concentrati.
Anche Doremì, aveva lo sguardo fisso sull'altra sponda della piscina. Il suo turno era dopo un bel po' di persone.
All'improvviso si sentì trascinare giù in acqua. Era qualcosa di potente, se non riusciva più a riemergere. Tentò di divincolarsi, mentre l'aria nei polmoni stava per finire. Nessuno dei compagni si era accorto di quello che succedeva.
Doremì agitò mani e gambe e sentì l'acqua entrargli in bocca, aveva finito l'ossigeno. Mosse la testa e solo lì si accorse che non era un oggetto, ma una persona che la stava trascinando sul fondo della piscina.
Venne percossa dalla paura, un sentimento di timore che non sarebbe riuscita a sopravvivere. Sentì pian piano che il suo corpo cedeva, aveva rallentato il movimento.
Per qualche istante, rivide le sue amiche e le avventure che avevano superato insieme. Però adesso loro dov'erano, ora che aveva bisogno del loro aiuto più che mai.
Non le avrebbe più riviste? Non avrebbe più avuto modo di scusarsi? Non avrebbe più chiacchierato con loro? Non avrebbe più recuperato la memoria?
Le forze, la stavano cedendo. Poi sentì che la presa alle sue spalle, rallentava. Il suo corpo era libero dal peso. Però era troppo debole, per ritentare di salire in superficie. Si lasciò andare, mentre sentiva che perdeva conoscenza.
Gli capitò di sentire un tuffo, prima di perdere definitivamente conoscenza.
Nero…tutto nero…
Riaprì gli occhi, non era più in acqua. C'era molta luce. Che si trovasse in cielo? Allora era morta?
Non sarebbe stata la prima volta. Quell'esperienza l'aveva già provata e ormai non provava tanta paura.
Davanti ai suoi occhi, comparvero confuse tre immagini. Focalizzò meglio e vide che erano tre persone, Fede, Onpu e Kotake. Che ci facevano loro lì? Erano morti, anch'essi?
Sentì un borbottare di voci.
Aprì bene gli occhi e si guardò attorno. Capì di essere in infermeria, in un lettino.
- Come stai?- fu la prima cosa che capì. L'infermiera Fede, la guardava con preoccupazione, ma con un certo sollievo.
- …mh…- mugolò lei e tentò di alzarsi.
- No, non sforzarti. E' meglio che rimasti distesa- gli disse Fede.
- …ma adesso mi sento meglio…- disse con la voce bassa. La gola le bruciava e i timpani gli facevano male.
- Hai corso un grande rischio- fece l'infermiera.
- Che è successo?- chiese, ancora confusa. Quello che gli era capitato gli sembrava solo il frutto di un sogno.
- Stavi annegando- spiegò.
- Ah- adesso era sicura che non aveva sognato.
Si guardò i palmi delle mani. No, non era morta.
- Sei salva, grazie all'intervento tempestivo dei tuoi compagni- disse l'infermiera.
Accanto a Doremì c'erano i due ragazzi, che la guardavano senza dire niente.
- Mi avete aiutata voi?- chiese lei.
Loro annuirono.
- Grazie.
Non dissero niente.
- Bene, Doremì, vuoi che chiami i tuoi genitori o ti sei già ripresa?
- Non li chiami, sto bene adesso.
- Mh, d'accordo. Però è meglio che rimani qui, fino alla fine delle lezioni.
Doremì annuì.
- E voi, ragazzi, potete tornare in classe. La vostra amica si riprenderà.
- D'accordo- dissero i due.
E con indecisione, uscirono dall'infermeria.
Seguì il silenzio. Doremì sospirò sollevata. Dopo tutto era troppo presto per lei, per morire.
- Allora, vuoi spiegarmi cosa è successo?- chiese Fede, mettendosi seduta ai piedi del letto.
- Non lo so…
- Ti è venuto un crampo? Un capogiro? Stai continuando a prendere quelle pastiglie?
- No, niente del genere. Credo di essermi sentita trascinare, sul fondo della piscina.
- Trascinare?
- Si.
- E cosa pensi che ti abbia trascinato?
- Mh…- ci pensò su. Sì, adesso ricordava quell'immagine dietro alle sue spalle, era stata una persona, che l'aveva fatta quasi affogare-…non lo so.
- Sicura? Non è piuttosto che non me lo vuoi dire?
- N- no, perché dovrei?
- Prima inciampi, adesso affoghi. Mia cara, c'è qualcosa che non torna. Troppi incidenti in poco tempo. La prossima volta cosa sarà, cadere dalle scale?
- …
- Capisco che non vuoi dare la colpa a qualcuno, però qui non si scherza. Ti rendi conto che non avevi più aria nei polmoni? Se non avesti sputato l'acqua, adesso non ti saresti svegliata. E' per la tua incolumità, che te lo dico. Se sai qualcosa, se è stato qualcuno a causare questi incidenti, è bene che mi avverti.
Doremì stette zitta. Non era sicura di quello che aveva visto, sott'acqua, anche perché stava soffocando. Però non erano dei semplici incidenti, quelli. Qualcuno l'aveva fatta inciampare, qualcuno aveva tentato di affogarla e qualcuno gli aveva mandato quella lettera. Già, e se quella lettera fosse collegata con quell'episodio?
Perché mi succede questo proprio ora?- pensò atterrita la ragazza- Non bastava già la notizia della lettera? Adesso anche l'affogamento! E' chiaro che qualcuno non mi ha visto di buon occhio, già dal primo giorno…ma chi?
Doremì cercò di riordinare le idee un po' confuse. Le immagini, mentre stava affogando, stavano prendendo forma. Quella sagoma, era di una ragazza, non c'era dubbio.
- Doremì, tutto bene?
- Eh?- si svegliò dai suoi pensieri- S-si…
- Beh, sei sicura che non vuoi che chiami i tuoi genitori?
- Cosa? No!
- …D'accordo, come preferisci.
- Grazie.
- Va bene, riposati. Ti avviserò io.
Doremì mosse il capo e si sdraiò nel lettino.
Una volta a casa, avrebbe tentato di riordinare le idee. Adesso no, era troppo stanca e voleva solo dormire e dimenticare…se solo fosse così facile…
- Cosa sarà successo?- si chiese Kotake, mentre camminava insieme a Onpu nel corridoio.
- …Mh, chissà.
- Com'è possibile, che sia rimasta per così tanto tempo sott'acqua? Tutto ciò è strano.
Onpu annuì, anche lei non riusciva a capire bene la situazione. Era scossa. Era mancata per qualche giorno da scuola e al suo ritorno vede la sua amica Doremì quasi annegata…aspetta, amica? Lo è ancora per lei? No, non era questo il momento per pensarci!
- Tu hai notato qualcosa di strano?- chiese il ragazzo.
- Mh…no, non so. So solo che un minuto c'era e l'altro era già sotto l'acqua. Per fortuna che sei subito intervenuto.
- Già, ma se non ti avessi sentito, non me ne sarei accorto…e a quest'ora lei…- scosse la testa. Non voleva farsi venire in mente dei brutti pensieri.
E' possibile che prenda ancora farmaci? Eppure mi aveva rassicurato che stava bene! Perché, proprio ora, Doremì?- pensò Kotake, mentre con rabbia stringeva i pugni.
- Aspetta un attimo, Kotake- disse Onpu- Lascio la sua roba nel suo armadietto e ti raggiungo…
- D'accordo…
Onpu aprì l'armadietto e lasciò il costume di Doremì nell'armadietto. Stava per chiudere, quando gli scivolarono dei fogli dall'armadietto. Si chinò per raccoglierli e notò una strana lettera.
- E questo cos'è?- chiese curiosa, mentre senza pensarci lo lesse, come se presagisse qualcosa. E poi, non era proprio frugare tra la roba di Doremì…era stato solo un caso che aveva incontrato la lettera.
Kotake si era appoggiato al muro, mentre pensava a come poter aiutare Doremì. Anche se un sesto senso, gli diceva che Doremì non era dell'umore di suicidarsi. Già, proprio quella mattina era allegra come un pasqua. Come avrebbe potuto pensare al suicidio? E poi, si trattava davvero di suicidio?
- Kotake!- sentì che Onpu la chiamava.
- Che c'è?- si diresse verso la ragazza- Ehi, perché sei diventata d'improvviso pallida?
- Leggi!- gli porse la lettera, con un aria molto seria- Ne sapevi qualcosa?
Kotake la lesse e la guardò sbigottita.
- No- disse.
- Da quando in qua, Doremì riceve questo tipo di minacce?
- Non ne ho idea…- ci pensò su- E se questa lettera avesse qualche riferimento con gli incidenti che le sono capitati?
- Di che stai parlando?- adesso Onpu era davvero seria e preoccupata- Cosa le è successo?
- Eh? Ah, non lo sai?
- No.
- Beh, non è niente di grave, però sembra che sia caduta durante l'ora di fisica e…poi adesso l'annegamento…Piuttosto, tu non ti sei accorta di niente? Se non sbaglio, prima tu eri una sua amica- adesso era lui che aveva un tono arrabbiato.
- Io…ecco, no. Ammetto che ultimamente non ci ho fatto caso…ero impegnata con il lavoro e…- sospirò- Ed ero arrabbiata con lei- ammise.
- Non eri la sola- ammise lui- Però, sto cercando di rimediare.
- Mh. Forse sarai l'unico che finora ci ha parlato di più…forse anche con Maky.
- …Maky? Adesso che ci penso, è da un bel po' che non le vedo più insieme. Che abbiano litigato tra loro?
- Quindi, Doremì, a parte te, non aveva nessun altro amico?- questa constatazione, gli fece male a Onpu.
Gli si sentì stringere il cuore. Come aveva potuto comportarsi così meschinamente? Da quando era tornata Doremì, lei e le altre non le avevano degnata di uno sguardo. D'accordo, erano arrabbiate con lei, però forse avevano esagerato.
- E se non ne ha parlato con te, della lettera…non ne ha fatto parola con nessuno.
- Ma chi avrebbe interesse, a fare questi scherzi a Doremì?
- Non saprei…
Si sentì un rumore di passi, due persone correvano verso la loro direzione.
- Aiko, Hazuki! Che ci fate voi qua?- chiese Onpu, sorpresa- Dovreste essere a lezione.
- Si, ma abbiamo saputo…- Aiko prese fiato, per la corsa- di quello che è successo a Doremì.
- Come sta adesso lei?- chiese Hazuki, molto in ansia.
- Bene, per il momento- rispose Onpu- Si riprenderà. Adesso è in infermeria.
- Ma come ha fatto ad annegare? Doremì sa nuotare- disse Hazuki.
- Sospettiamo che qualcuno l'abbia fatta annegare- disse Kotake.
- Cosa?!- esclamarono le due, all'unisono.
Kotake gli diede la lettera.
- L'abbiamo trovata nell'armadietto di Doremì- spiegò Onpu.
- Ma è terribile!- esclamò Hazuki.
- Dobbiamo fare qualcosa!- disse Aiko.
- Ma da dove iniziamo?- chiese Onpu- Non abbiamo molti indizi.
- Qui, parla di un segreto…di che si tratterà?- chiese Aiko, rileggendo la lettera- Voi ne sapete qualcosa?
Kotake e Onpu si guardarono a vicenda, ma a nessuno dei due venne in mente qualcosa.
Aspetta, ma non si riferirà al fatto che Doremì prendeva delle medicine?- pensò Kotake.
- Forse riguarda a cosa gli è successo, prima di venire qua- disse Kotake- A nessuno di voi a raccontato qualcosa?
- No- risposero le tre ragazze, scuotendo la testa.
In quel momento suonò la campana del cambio dell'ora.
- Accidenti, dobbiamo tornare subito in classe- esclamarono il quartetto e corsero ognuno nella loro rispettiva classe.
Doremì in quel momento, era in un altro posto, in un'altra realtà. Era in uno dei suoi incubi.
Vedeva i suoi amici, allontanarsi e lasciarla da sola, nell'oscurità. E lei piangeva e si disperava, cercava di scusarsi, ma loro non si giravano verso di lei.
Era sola, un'altra volta. Vedeva i suoi compagni di classe, voltarle le spalle. Le sue amiche, compagne di mille avventure, la guardavano con disprezzo.
Sentì una voce e si girò, e vide Kotake. Era davanti a lei, e gli sorrideva.
Forse non era veramente sola. Provò ad allungare la sua mano verso di lui, ma la sua immagine si allontanava sempre più.
Doremì provò a correre per raggiungerlo e solo lì la vide, Maky. Comparse dietro il ragazzo, come in tanti film d'amore, dove la moglie scopre l'amante del marito.
Maky sorrideva e la guardava con aria di superiorità.
Mentre lei non riusciva a capire.
Maky prese per mano Kotake e lo portò via.
Doremì percepì una fitta, attraversargli il cuore. Perché gli faceva così male, vederli insieme? Perché provava un tale astio per Maky? Sentiva come se quella ragazza, gli volesse portare via il suo amico.
Amico?
La parola riecheggiò nella sua mente. Era questo quello che provava per lui? Solo amicizia? O qualcosa di più?
Non capiva più niente, voleva solo raggiungere Kotake, niente di più. Ma più lei correva, più Kotake sembrava lontano.
Doremì cadde per terra in ginocchio, stremata. La sua voce pareva una minuscolo ronzio, mentre riecheggiavano le risate di tutti i suoi amici. Si prendevano gioco della sua situazione? Doremì prese la testa fra le mani e tentò di non ascoltare. Le lacrime, invece scendeva in continuazione. Sentiva che aveva perso qualcosa che aveva appena trovato. A cosa le era servito allora, tornare a Tokyo?
Nella sua mente ripensò alle parole dell'infermiera, forse aveva bisogno di aiuto…forse la strada che stava intraprendendo era troppo dolorosa per lei. Avrebbe dovuto tornare indietro e ricominciare a vivere.
Già, era come se Tokyo, non le appartenesse più. I ricordi le sfuggivano di mano e la confondevano.
Si, forse tornare sui proprio passi, sarebbe stata la migliore cosa da farsi. Avrebbe chiuso con il passato e non avrebbe più sofferto.
Pian piano, le voci che la tormentavano, si fecero sempre più basse. Adesso non le sentiva più. Era libera, finalmente? No, era solo sola.
Di nuovo venne pervasa dalla solitudine e dalla depressione.
Si raggomitolò nell'oscurità e pianse. Anche il suo cuore piangeva. Cosa ne sarebbe stato di lei?
- …Dorem
Sentì una voce in lontananza. Provò a sentire meglio.
- …Doremì?
- Mh…?- alzò le palpebre.
Un intensa luce, l'accecò. Era un lampadario. Si girò verso la voce e vide che era l'infermiera.
- Ti sei svegliata? E' ora di tornare a casa, la scuola è finita.
Doremì si alzò e si sfregò gli occhi. Aveva sognato? O meglio dire, aveva fatto degli incubi?
Guardò fuori dalla finestra, la maggior parte degli alunni era tornato a casa.
Adesso c'erano le attività extra-scolastiche.
Doremì si mise le scarpe e s'incamminò verso l'uscita dell'infermeria, con l'aria ancora un po' assopita.
- Mi raccomando, se ti succede qualcosa o vuoi parlare con me…vieni pure- disse con aria amichevole.
- Si, grazie.
- Ah, adesso che mi ricordo, c'è qualcuno che ti sta aspettando fuori in corridoio. Ti accompagnerà lui a casa.
- Mh?- Doremì si grattò la testa. Di chi si poteva trattare?
Uscì dall'infermeria e vide un ragazzo appoggiato al muro, con l'aria persa nei pensieri.
Si avvicinò e vide che era Kotake.
- Ciao- gli sorrise, appena la scorse- Ti ho portato la cartella- gli disse.
- Mh…- mosse la testa.
Aveva ancora frammenti dell'incubo nella sua mente, che vagavano. Non sapeva come comportarsi e si sentiva un po' a disagio e amareggiata. Prese la cartella e se la mise in spalla.
- Ah, aspetta. Vuoi che te la porti io? Forse sarai stanca…
Alla ragazza diede un po' fastidio questo comportamento servizievole di Kotake. Si sentiva come se fosse una handicappata.
- No, c'è la faccio- disse scocciata.
- Okey…
Doremì uscì dalla scuola e notò che Kotake continuava a seguirlo.
- Beh, perchè mi segui?
- Come, perché? Ti sto riaccompagnando a casa tua- rispose lui, un po' offeso.
- Non ne ho bisogno. Sto bene. Del resto non mi è successo niente di grave…
- Come puoi dire che non è grave?!- disse Kotake adirato.
- Okey, okey- disse lei, mantenendo la sua aria un po' distrutta- Ti ringrazio per avermi salvata, però adesso vorrei starmene da sola, d'accordo?
- …Pensavo che eravamo tornati amici- disse lui, con voce seria e un po' dispiaciuta.
- …E lo siamo- forse non ci credeva neanche lei. L'aveva detto, per evitare che Kotake la tormentasse.
- E allora, perché non mi hai parlato della lettera che hai ricevuto?
- Di che lettera stai parlando?
- Questa- gliela porse.
Doremì capì subito e venne presa dal panico.
- P- perché c'è l' hai tu?! Non è che avrai frugato nel mio armadietto?! Come hai potuto, Kotake!
- Calmati, è stato un caso. L'abbiamo trovata io e Onpu, ma non stavamo frugando tra le tue cose.
- Cosa, anche Onpu l' ha letta?!
- Si, ed era molto preoccupata, come Aiko e Hazuki…
- Aspetta…vuoi dirmi che anche loro ne sono a conoscenza?!
- Si…
- Grande!- disse con sarcasmo- E cos'altro sanno?! Spero che tu non gli abbia detto di quello che è successo, qualche giorno fa…!
- No…non precisamente. Ho preferito che fossi tu a dirglielo.
Doremì sospirò sollevata.
- Ma perché te ne preoccupi così tanto? Loro vogliono solo aiutarti.
- E io non voglio il loro aiuto!
- Perché dici questo?
- Perché è la verità!- il suo tono stava diventando più furioso- Non ho chiesto a loro di impicciarsi dei miei affari!
- Lo fanno perché ti vogliono bene! Perché non lo capisci?!
- …vogliono bene…?- Doremì si fermò e pensò al suo incubo.
Quell'immagini, quei pensieri e quella sofferenza…no, non voleva di nuovo sopportarlo. E se si fosse aperta a loro, che sarebbe successo? L'avrebbero aiutata e poi abbandonata di nuovo?
- Doremì, io penso che tu abbia bisogno del loro aiuto, per affrontare questa faccenda…
- …Io…io…- le parole erano confuse nella sua mente.
- Tu, cosa?
- Io non ho bisogno di loro- disse con decisione e poi si girò verso Kotake- E neanche di te.
Quelle parole ferirono nell'animo del ragazzo. Non si sarebbe aspettato questo comportamento da Doremì.
- P- perché?- la sua voce era triste- Eppure io…pensavo di contare per te…
- Lo sei- disse abbassando la testa- E proprio per questo, ho deciso di vederti più.
- Eh?
- Hai capito bene, da adesso in poi, dimenticati di me. Fai finta che io non sia mai tornata a Tokyo- i suoi occhi erano senza espressione, quasi svuotati.
- Io…io non posso!
- ?
- Te l' ho già detto, io non posso dimenticarti, neanche se lo volessi!- un leggero rossore comparve nelle guance- E non capisco, perché proprio ora che le cose si stavano aggiustando, tu vuoi distruggere tutto!
- Io non sto distruggendo niente! Voglio solo essere lasciata in pace!
- Ebbene, se è questo che vuoi, lo farò! Ma non mi chiedere di dimenticarti…perché non potrei mai farlo!- gli diede le spalle e cominciò ad andarsene.
Doremì lo guardò sbigottita, mentre lui si allontanava sempre di più, come nel suo incubo. Se lo avesse lasciato andare, lo avrebbe perso per sempre? Cos'era quell'impulso, che sentiva crescere sempre di più nel suo cuore? Perché stava così tanto soffrendo?
Sapeva che, se non se ne sarebbe subito tornata a casa, di sicuro se ne sarebbe pentita. Eppure, sentiva che era legata a lui in modo speciale, anche se l'avrebbe fatta soffrire.
Con un gesto d'impulso, gli corse dietro e lo abbracciò dalla schiena.
Kotake rimase sorpreso e stupefatto. Si bloccò sentendo le braccia di Doremì accingersi alla sua vita. Poteva sentire con certezza, un calore mai provato. E l'impulso di abbracciarla, era forte. Però si trattenne.
- Doremì?- chiese il ragazzo.
Lei non rispose e lo strinse più forte a sé. Aveva paura di perderlo ed era strano dover spiegare questa sensazione.
- …S- scusami…- disse a voce bassa- Mi sono comportata da sciocca, un'altra volta…
Kotake si girò verso lei e le prese le mani.
- No, non sei sciocca, Doremì. Se solo un po' spaventata, tutto qui. E' normale, sai?- disse con un sincero sorriso.
- Dici? Però io…non avevo motivo per prendermela con te…
- Sta tranquilla, con tutte le volte che abbiamo litigato, questa sembra una bazzecola, in confronto.
Doremì sorrise, anche se sentiva che il suo cuore era ancora impaurito e fragile.
Doveva dirglielo? Doveva raccontargli cosa gli era successo? Forse si sarebbe sistemato tutto. Lui gli sarebbe stato accanto. E lei non si sarebbe più sentita in colpa.
- Kotake, io…- provò a dire, ma non sapeva come iniziare. Si bloccò.
- Che c'è?
E se non sarebbe servito?
- Doremì?
Lo avrebbe perso?
- …Doremì, che ti prende?
Doremì cominciò a singhiozzare, le lacrime le scendevano sul viso.
- D- Doremì, perché piangi?- chiese preoccupato Kotake- E' colpa mia? Ti ho detto qualcosa di male?
Doremì scosse la testa.
- No…
- E allora perché piangi?
Doremì alzò la testa, per guardarlo in faccia. No, non c'è la faceva.
Lo abbracciò e continuò a piangere.
Kotake ricambiò l'abbraccio, sentendosi inutile, per non poter capire la ragazza.
- Kotake, io…non voglio perderti…- disse tra i singhiozzi-…e ho paura di ritrovarmi sola…
- E non lo sarai.
- …No…invece succederà…- lo strinse più forte- Perché non ho la forza di dirti quello che mi è successo e dei miei sentimenti…I-io sono confusa…
- Non importa…non c'è fretta. Abbiamo tutto il tempo che vogliamo…
- …si- si tranquillizzò e smise di piangere.
Kotake alzò il viso della ragazza e gli asciugò le lacrime.
- Adesso calmati e prova sorridere.
Doremì si sforzò di sorridere.
- Brava. Te l'avevo già detto che sei carina, quando sorridi?
- Mh…credo di si. A proposito, non avevi oggi gli allenamenti di calcio?
- Si…però mi sono preso una pausa…
Doremì lo scrutò.
- D'accordo, d'accordo, sono scappato dagli allenamenti, contenta?
- Non avresti dovuto.
- Ehi, l' ho fatto per te.
- Vuoi ricominciare a litigare?
- Sei tu che lo vuoi!
- Presuntuoso!
- Sciocca!
E ripresero a camminare verso la casa di Doremì.
Fine ottavo capitolo
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Ah, ah! o Adesso vi sfido! Come vi è sembrata la fiction, eh??? Lunga, eh??? Troppo romantica, forse. Ci ho messo più anima che potevo…adesso sono un corpo senza anima, che vaga nella sua stanza, cercando di fare quei benedetti compiti!!! Uahhhh, allarme, mancano pochi giorni allo scoccare del termine! Non c'è la farò mai!!! Help me!
Chiunque avesse una ricerca già pronta su Renoir, si faccia sentire. Io lo accoglierò a braccia aperte. - E soprattutto, con carta e penna .
Dunque, tengo a precisare che purtroppo, me ne intendo poco di medicina (ahimè!) e quindi alcune cose non sono corrette --'
E difatti, per reggere la fiction, credo di aver un po' esagerato (pardon, a tutti i medici ')
Or dunque, ormai il danno è fatto, e non posso farci niente, a parte scusarmi .
Spero comunque, che vogliate seguire il resto della storia…
Ah, se c'è qualcos'altro che non va, fatemelo sapere, okey?
Doremì & Company non sono di mia proprietà.
By Ya-chan
