Secret of my heart
Capitolo: 11
Apro gli occhi…il solito soffitto bianco. Appoggio la mano sulla fronte e sospiro. Giro la testa a destra e vedo dalla finestra uno sfondo verde. La luce entra nella stanza con insistenza. Deve essere mattina.
- Ehilà, buongiorno!- un ragazzo entra nella stanza, spalancando la porta. Si siede di getto sul letto- Allora? Dormito bene?
Lo guardo per un po' e poi torno con lo sguardo sullo sfondo verde.
- Mh? Non mi rispondi? Ah, stai guardando fuori dalla finestra- si alza e si avvicina alla finestra- bello, vero? Sai, in primavera questo giardino è meraviglioso…ci sono molti tipi di fiori e alberi…dovresti vederlo, ti piacerebbe di sicuro- sorrise.
La ragazza non gli rispose e continuò a guardare fuori. Come se le sue parole non avessero peso.
- Mh, scommetto che ti piacerebbe uscire da qui, vero?- si guarda intorno- Che ne dici di fare una passeggiata?
Uscire da questa camera pallida? Ma cosa mi aspetta fuori?
La ragazza lo guarda incuriosita. L'idea di uscire da quella stanza così monotona, la incuriosisce, ma allo stesso tempo la intimorisce. Ma per cosa? E' forse il non sapere cosa troverà là fuori? E' questo ciò che la spaventa?
- Ti vedo indecisa…d'accordo, deciderò io per te- sorrise e uscì fuori dalla porta.
Dopo qualche minuto è di ritorno, con una sedia a rotelle. Sul suo viso è stampato un sorriso.
- Prego, signorina, la sua carrozza è arrivata a prenderla- camuffa un po' la voce.
La ragazza lo guarda, confusa.
- Allora? Prende o lascia l'offerta?
Che devo fare? Accettare l'offerta di questo ragazzo che neanche conosco?
- D'accordo, la carrozza non sarà all'ultima moda, ma è sempre meglio di niente, no?- scherzò.
La ragazza provò ad alzarsi e pian piano cominciò a scendere dal letto, che da tempo l'aveva imprigionata in quella triste stanza. Anche se, scendere da quel letto, portava in lei molti dubbi, delle paura inconsce. Che fare?
Guardò il ragazzino davanti a lei. Era ancora in piedi, in attesa che lei si decidesse.
- Non ti preoccupare- il ragazzo sembrò aver percepito l'incertezza della ragazza. Allungò la mano verso di lei e la guardò in modo molto dolce- Fidati di me, non ti succederà niente.
La ragazza non capì cosa di lui l'attirasse, se il suo atteggiamento, se la sua allegria o se la dolcezza.
Scese pian piano dal letto e allungò la mano verso il ragazzo. Lui l'afferrò e delicatamente la fece sedere sulla sedia a rotelle.
- La passeggera è comoda?- chiese lui con tono scherzoso.
Lei accennò ad un sì, mezzo divertito.
- Bene, allora allacci la cintura. Si parte!- diresse la sua carrozza fuori dalla stanza, controllando se nei corridoi ci fosse qualcuno.
Spinse tranquillamente la sedia, senza dare nell'occhio tra gli infermieri e gli addetti.
Nessuno fece caso a quel ragazzo, che spingeva una ragazza su una sedia a rotelle.
Fino a che, passò vicino ad un uomo, che conosceva anche fin troppo quel ragazzino.
- Ehi, tu, che ci fai qui?- chiese l'uomo, in tono indagatore.
Il ragazzo si bloccò all'istante e finse un sorriso tranquillo.
Oh- ho, sono nei pasticci- pensò.
- Che ci faccio? Dunque…mio nonno mi ha incaricato di portare la paziente ad un altro reparto.
- Oh, d'accordo…- disse lui, insicuro- Ma stai attento a non combinare pasticci. Ti tengo d'occhio, io. Hai già causato abbastanza pasticci, l'ultima volta.
- Si, si, lo so, infermiere Josef. Le prometto che questa volta non combinerò niente. Starò tranquillo, come un angioletto.
Come no, contaci!- pensò tra se e se, il ragazzo.
- Mh…adesso vai…- continuò a guardarlo, mentre svoltava nel corridoio a sinistra.
Però c'è qualcosa che non mi torna…- pensò l'infermiere Josef- Il dottore Gutenberg, non doveva essere in visita negli altri ospedali?
In quell'istante realizzò l'imbroglio e corse dietro al ragazzo. Niente. Era scomparso dal corridoio.
- Accidenti, me l' ha fatta un'altra volta!
- Cosa succede, infermiere Josef? Qualche problema?- chiese un'infermiera, che lo aveva visto correre nel corridoio.
- Sì, il solito moccioso mi ha ingannato!- disse con rabbia.
- Ah, parli di Hiroto, il nipote del dottor Gutenberg? Cosa ha combinato, stavolta?
- Ha prelevato un paziente dalla sua stanza e lo sta portando in giro per i corridoi.
- Ma cosa ha intenzione di fare?
- E' quello che ho intenzione di scoprire, appena l'acciuffo!- disse stringendo i pugni.
- Avviso gli addetti alla sicurezza- corse via l'infermiera.
Un po' più in là, dietro una porta riservata al personale, uscì Hiroto.
Accidenti, ci è mancato poco che mi prendessero!- pensò e si guardò intorno.
Quando fu sicuro che non ci fosse nessuno, spinse la sedia nei corridoi, fino ad arrivare all'uscita d'emergenza.
Si fermò davanti alla porta chiusa e si schiarì la voce.
- Dunque, signorina, siamo arrivati al capolinea. Oltre a questa porta, visiterà un nuovo mondo. Se la sente?
La ragazza era intimorita, però guardando quello sguardo sereno del ragazzo, era come se le sue paura si allontanassero da lei.
Si.
Allungò la mano e spinse la porta.
Una luce accecante l'abbagliò. Chiuse gli occhi.
Dov'era?
Aprì meglio gli occhi e si ritrovò in un altro posto.
Ancora una volta, si trovava in una stanza bianca e fredda. Ed intorno c'era della gente. Lei era sdraiata su un lettino.
- Doremì? Ti senti meglio?- chiese una signora.
- …Mamma?- la sua mente faceva fatica a riprendersi.
- Oh, meno male! Ti ricordi di me!- l'abbracciò- Cosa ti è successo?
Cosa è successo?- si chiese Doremì e guardò intorno a lei, alla ricerca di una risposta.
Vide in disparte due persone, Kotake e Hiroto.
Sì, adesso ricordava cosa gli era successo…
Ricordi di Dorem
Doremì fissava come assorta quella vetrina che vendeva materiale per lo sport.
Nella sua mente stavano ricongiungendosi i piccoli puzzle della sua mente.
Come una moviola, stava rivivendo gli ultimi istanti prima dell'incidente.
Era avvenuto proprio in quel posto.
Le sensazioni, la paura, l'orrore, la sommersero e la fecero cadere in ginocchio. La testa gli cominciò a fare molto male, non resisteva a quel dolore. Respirava a fatica e sentiva che il cuore gli batteva forte.
Si ricordò di avere le pastiglie in tasca e fece per prenderle, ma qualcosa la frenò…i ricordi degli ultimi avvenimenti, causati dall'abuso di quel medicinale, gli avevano solo procurato degli effetti indesiderati. Non poteva cadere di nuovo, non poteva. Se l'era ripromessa a se stessa di voltare pagina e di non deludere chi credeva in lei…già…in quell'inferno fatto di ricordi frammentati, c'era qualcuno che gli stava ancora accanto…Kotake, Hiroto, le sue amiche…già, perché si era messa a litigare per una sciocchezza simile? Non avrebbe dovuto arrendersi. E invece l'aveva fatto. Si era arresa all'idea che qualcuno l'odiava, che nessuno la voleva ascoltare e che sarebbe rimasta sola…invece loro erano sempre lì, anche se lei non se n'era accorta.
Le fitte alla testa si fecero più forti e più frequenti.
I passanti si accorsero della ragazza in difficoltà e fecero per avvicinarsi.
Fu un istante…tenendosi la testa fra le mani, guardò davanti a sé, oltre quella folla che si era riunita intorno a lei…poco più in fondo, c'era una persona coperta da un mantello…il vento fece cadere il cappuccio che copriva il suo volto…era una ragazza da una carnagione incredibilmente bianca e i suoi capelli biondi raccolti in due lunghe code, si fecero trasportare dal vento…
Chi era?
L'aveva già vista?
Sì…la conosceva…anche se quel viso triste e dispiaciuto della ragazza, un tempo lo aveva visto allegro e pimpante…
Un flash…una bambina dai lunghi capelli biondi, che la saluta di spalle…
"Ci rivedremo…Dorem"
Le sue parole rimbombarono nella mente.
Doremì perde coscienza e si accascia al suolo.
Tutto nero.
Fine ricordi di Dorem
Era tardo pomeriggio, perché ormai il sole non era più accecante come prima.
Lungo il corridoio dell'ospedale, c'erano i genitori di Doremì e i due ragazzi, insieme al dottore.
Il dottore si avvicinò ai genitori di Doremì.
I due ragazzi che erano stati presenti tutto il giorno, cercarono di ascoltare quello che il dottore diceva.
- Dunque, le analisi rivelano un alto grado di stress - disse lui- E poi abbiamo trovato nel suo sangue un alta percentuale di un medicinale. La ragazza prendeva dei medicinali?
- Sì- rispose la donna preoccupata- le servivano per fargli passare le fitte alla testa.
- Uhm…e in quante dosi?
- Non saprei…anche perché ultimamente aveva smesso di prenderli, da quando siamo tornati a Tokyo.
- Quasi una al giorno…- intervenne a sorpresa Kotake. Il suo sguardo era serio e preoccupato.
I genitori di Doremì e Hiroto lo guardarono sbigottiti. Erano all'oscuro di questo fatto.
- E dimmi…ultimamente aveva qualche problema la ragazza?- si rivolse al ragazzo- Non so…amicizie, scuola, delusioni amorose…
- Ecco io…- disse insicuro- Penso che all'inizio non andava d'accordo con gli altri…però stava rincominciando a riprendersi…- disse un po' confuso.
Hiroto lo guardò sorpreso. I suoi sospetti erano fondati.
- D'accordo, ho capito- fece il medico- Per il momento sarà meglio che riposi, poi vedremo…ah, da quanto vedo dalla cartella clinica, la paziente era seguita da un medico.
- Si- disse la madre- tempo fa era in cura presso una clinica a causa di un incidente…
- Un incidente?- chiese il medico.
Kotake guardò la signora con sorpresa.
- Si, una macchina l' ha investita ed ha sbattuto la testa, perdendo temporaneamente la memoria- intervenne Hiroto- Quindi è stata portata alla clinica di mio nonno, il dottor Gutenberg.
- Il dottor Gutenberg? L' ho già sentito nominare dai miei colleghi. La sua clinica è fuori Tokyo, vero?
- Si.
Allora quello che stava dicendo questo tizio, era vero- pensò sorpreso Kotake.
- D'accordo- si rivolse ai genitori- faremo gli ultimi accertamenti e poi potrete portare a casa la paziente.
- Va bene.
- Ehm, è possibile andare a parlarle?- chiese Hiroto.
- Beh, l'orario delle visite è ormai terminato…ma se è una cosa breve, sì, basta che non si affatichi. Non si è ancora ripresa del tutto- fece il medico.
- Grazie- ringraziarono e il dottore se ne andò, lasciando dietro di sé un mare di pensieri nelle persone presenti.
Proprio in quel momento, arrivarono di corsa tre ragazze.
- Kotake!- disse Aiko- Abbiamo saputo di Dorem
- Che l'è successo? E' grave?- chiese preoccupata Hazuki.
Kotake gli raccontò l'accaduto.
Le tre ragazze rimasero senza parole. Nessuna delle tre sapeva che dire dopo aver saputo la verità.
- Era questo di cui voleva parlarci, Doremì- disse Onpu.
- Già, e noi non l'abbiamo voluto ascoltare- disse Aiko.
- Scusate, voi siete gli amici di Doremì, vero?- chiese Hiroto, avvicinandosi al gruppetto.
- Si- disse Hazuki, con le lacrime agli occhi- E tu?
- Mi chiamo Hiroto. Assistevo Doremì, nella clinica di mio nonno.
- Io sono Aiko.
- Io Hazuki.
- Io Onpu. E lui Kotake- indicò il ragazzo.
- Si, vi avevo già visto nelle foto di Doremì.
- Come sta adesso Doremì?- chiese Hazuki.
- Non lo so…il dottore ha dato il permesso di andare a vederla- disse Kotake.
- Chi va per prima?- chiese Onpu.
Tutti si guardarono.
- Andiamo noi tre?- chiese Aiko.
- Si- concordò Hazuki.
Le tre ragazze entrarono dentro la stanza.
La prima cosa che videro era una ragazza sdraiata sul letto e con lo sguardo fisso al soffitto.
- Doremì?- disse timorosa Hazuki.
La ragazza sentì la voce dell'amica e girò la testa verso loro.
Un minuto di silenzio. Il tempo di raccattare i ricordi inerenti a quelle tre figure.
- Ragazze? Siete voi?- chiese- si alzò e si mise seduta- Cosa ci fate qui?
- Siamo state avvertite che ti sei sentita male e che ti avevano portato all'ospedale…- disse Onpu.
- Ah, si…- distolse lo sguardo da loro, per concentrarsi sui suoi pensieri.
- Come ti senti?- chiese Hazuki.
- Io? Bene…- sorrise- Non vi preoccupate, non è niente di grave…
- Sicura?- chiese Onpu.
- Certo…- le guardò- Sono contenta che siate qua…mi ha fatto molto piacere poter parlare di nuovo con voi…
- Doremì- Hazuki si mise a piangere- Ecco noi…ci dispiace…non potevamo sapere…
- Hazuki…perché stai piangendo? Ti ho già detto che non è niente…io sto bene…
- Un certo Hiroto, ci ha raccontato cosa ti era successo…- spiegò Onpu.
- Hiroto? Lui è qui?
- Si.
Ma come? Non doveva essere già in viaggio per tornare a casa? Che ci fa qui?
- Sia lui che Kotake ti hanno accompagnato con l'ambulanza fin qua.
- Kotake? Anche lui è qui?- la ragazza si agitò leggermente.
- Tutte e due sono qui fuori e sono molto in ansia per te.
- Davvero?
- Sì- Onpu sorrise e anche Doremì sorrise, con un leggero rossore.
- Penso che tu voglia parlare con i tuoi pretendenti, quindi noi togliamo il disturbo- scherzò Aiko, incrociando le braccia dietro la testa.
- Aiko! Loro non sono i miei pretendenti!- esclamò Doremì agitata- Sono solo amici…
- Beh, forse è ora che tu ti accorga dei loro sentimenti- disse Hazuki.
- Stasera ti dimettono dall'ospedale?- chiese Onpu.
- Sì, credo di sì.
- Quindi domani vieni a scuola?
- Si.
- In tal caso, ci vediamo domani a scuola- disse Aiko avviandosi verso la porta.
- Ciao!- salutarono Onpu e Hazuki ed uscirono dalla stanza.
- Ciao!- salutò Doremì.
Aiko rimase immobile davanti alla porta semiaperta, restando di spalle a Doremì.
- Doremì…- la sua voce era tornata seria.
- Si?
- Scusa…- uscì dalla stanza e chiuse dietro di sé la porta.
- Aiko…- Doremì rimase perplessa, dopo aver sentito la voce di Aiko. Era davvero dispiaciuta.
Doremì sorrise. Si sentiva meglio dopo aver ripreso a parlare con le sue amiche. Le era mancata quella sensazione di benessere. Adesso sentiva di riuscire ad andare avanti.
Lungo il corridoio, nella sala d'attesa c'erano i genitori di Doremì e poco più in là, due ragazzi in piedi e appoggiati al muro bianco.
Kotake aveva lo sguardo fisso davanti a se, con le mani in tasca, tutto preso con i suoi pensieri.
Hiroto aveva le mani incrociate e d'in tanto in tanto si metteva a camminare avanti e indietro nel corridoio.
I due non avevano ancora proferito parola da prima di arrivare all'ospedale.
- La vuoi smettere?!- disse Kotake- Mi stai innervosendo, continuando ad andare avanti e indietro!
- Oh, scusa tanto- rispose con ironia- Almeno ci limitiamo a dire qualche parola, ogni tanto.
- Che vorresti dire!
- E' già da quando ci sia incontrati che mi guardi con odio. D'accordo, siamo innamorati della stessa persona, però non mi sembra il caso di fare tutta questa scena.
- Ah, e secondo te cosa dovrei fare? Dovrei essere felice?
- Quel che voglio dire è che la persona a cui noi vogliamo bene, sta male in questo momento. E non credo che la nostra rivalità possa aiutarla.
- Se è per questo, non ti devi preoccupare. Non mi metterò a gareggiare con te…ormai non ha più senso…hai vinto tu su tutta la linea…- disse con un po' di tristezza.
- Vinto?
- Io vado a fare una passeggiata- disse Kotake, staccandosi dal muro e fingendosi indifferente- Torno più tardi- si allontana.
- …Che strano tipo- Hiroto rimase perplesso.
- Ehi, Hiroto, adesso puoi andare da Doremì…- disse Onpu, dirigendosi insieme alle due ragazze, da lui- Ma Kotake? Dov'è?
- Eh…è andato a fare una passeggiata…- fece spallucce- Comunque ha detto che torna.
Si allontana dal gruppo e si dirige verso la stanza di Doremì.
- Che dite ragazze?- chiese Aiko, un po' divertita.
- Non c'è che dire, Doremì dovrà prendere una bella decisione- disse Onpu, guardando con un sorriso il ragazzo che era entrato nella stanza.
- Già, ma adesso dobbiamo occuparci di un'altra cosa…- disse Hazuki preoccupata.
- Sì, hai ragione, la lettera…- disse Aiko tornando seria.
- Dobbiamo scoprire chi è il responsabile…
Le tre ragazze si guardarono decise più che mai. Sapevano che avevano sbagliato, ma erano decise a rimediare ed aiutare la loro amica.
- Doremì ha sempre fatto il possibile per noi…
- Ed è ora che noi ci sdebitiamo…
- Allora, siamo d'accordo?
- Si!
Doremì si era accomodata i cuscini e nel frattempo pensava alla frase di Hazuki.
Che avesse ragione? Doveva mettere in ordine i suoi sentimenti e decidersi. Ma quello non era il momento più adatto, forse più avanti.
Sospirò e si sistemò sul letto.
Era stata una sorpresa per lei rivedere le sue amiche.
Qualcuno bussò di nuovo alla porta ed entrò un ragazzo.
Doremì rimase a fissare quel ragazzo e quella scena a lei familiare. Sorrise, prima ancora che lui si avvicinasse a lei.
- Ciao Doremì- sorrise.
- Ciao Hiroto…
- Come va?
- Diciamo che adesso sto bene. Come mai sei qua? Pensavo che fossi già in viaggio per tornare a casa…
- In effetti era così…però poi ci ho ripensato…- fece lui, alzando gli occhi al cielo.
- Ah, si? E perché?
- Perché prima, non mi dici perché non sei stata sincera con me?- la guardò con aria severa.
- Eh?
- Pensavo che stessi veramente bene, invece vengo a sapere che non è così. Come mai non mi hai detto niente al riguardo?
- Ecco io…- chinò il capo.
- Credevo che ti fidassi di me…
- Ed è così!- alzò la testa e guardò il ragazzo- E' solo che è stato tutto così improvviso…alcuni giorni pensavo di stare bene e poi…- stette in silenzio e abbassò gli occhi- mi dispiace…- disse con voce bassa.
Hiroto guardò la ragazza e sospirò.
- Non importa- sorrise e le prese le mani- l'importante è che ora tu ti senta meglio…
Doremì guardò stupita il ragazzo e si sentì sollevata da quelle parole. Sentiva che il cuore cominciava a battergli forte.
- Piuttosto, adesso pensa solo a rimetterti in sesto.
- Sì.
- E poi ti converrà farti visitare da mio nonno.
- Cosa? Ma…
- Dopo un episodio simile, non penserai che io me ne stia zitto. E' per il tuo bene. O vuoi finire di nuovo all'ospedale?
- No, no…- scosse il capo spaventata- hai ragione tu…
- Ottimo, allora io vado…
- Ah…di già?- chiese delusa.
- Sì, adesso sono molto più tranquillo…- sorrise e si diresse verso la porta-…so di lasciarti in buone mani…
- Mh?- Doremì lo guardò con aria interrogativa- A cosa ti riferisci?
- Niente, niente…-scosse il capo e se ne andò.
- Che strano.
Fine undicesimo capitolo
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Dunque, questa sarebbe l'11 capitolo…Che ne dite?
Lo so, lo so, sono in tremendo ritardo…(UU)'
Non credo che sia un gran capitolo…spero che il prossimo sia migliore.
Ah, prima che mi scordi…
Ringrazio tutti quelli che mi hanno sostenuta, nessuno escluso…e mi scuso con chi non sono riuscita a rispondere…purtroppo, a volte il mio computer s'impalla proprio mentre sono in Internet (maledetti virus!!) e mi si cancella sempre l'e-mail, prima che io riesca a spedirla (me sfigata)
Ultimamente sono troppo presa x impegni e altre cose spiacevoli che mi stanno succedendo. E pian piano mi sto riprendendo, quindi spero che continuerete a leggere la fiction (nonostante i numerosi errori di distrazione --')
Sono decisa a finire almeno questa fiction, una volta per tutte (èé) sì! (così poi posso iniziarne un'altra)
Spero che il prossimo capitolo sia l'ultimo.
Ho dato una veloce rilettura ai capitoli precedenti e ho trovato tanti errori di distrazione (che vergogna --). Purtroppo non posso aggiustarli, perché ormai li ho già pubblicati. Spero che in futuro non ricapiterà.
Ah, chiedo scusa per chi voleva gli ultimi capitoli a natale. Pardon, però non ho avuto tempo, comunque cercherò di rimediare!
Nota: Volevo precisare che il nonno di Hiroto, si chiama anche Grey, Grey Gutenberg. Lo dico perché forse non si capirà nella storia.
Mi raccomando, se vi piace la fiction, continuate a seguire la storia…io cercherò di aggiornare il più presto possibile, okey?
Bye!
By Ya-chan
