Secret of my heart

Capitolo: 13

- Ma tu…

- Dorem

La ragazza in questione, aveva capelli biondi, raccolti in due code, sistemati dietro la testa come due cerchi e due ciocche che incorniciavano il suo viso.

- Mo…Momoko!- esclamò, rimanendo immobile dalla sorpresa, mentre l'altra ragazza gli venne incontro abbracciandola.

- Oh, Doremì, come mi sei mancata!- disse felice e con il suo solito accento americano, che la distingueva dal gruppetto.

- Ma tu…non eri tornata a casa, a New York?- chiese sorpresa.

- Sì…ma le altre mi hanno raccontato quello che ti è successo…e ho deciso di ritornare a Tokyo, per un breve periodo…

Doremì si guardò intorno e vide Hazuki, Aiko e Onpu comparire dietro un cespuglio, con un sorrisino.

Ragazze…

Doremì sorrise e abbracciò Momoko.

Grazie.

Finalmente il gruppo si era riunito, dopo un lungo periodo pieno di rancori.

Il gruppetto decise di festeggiare, andando in centro a mangiare qualcosa.

Momoko parlò a raffica di tutte le esperienze accumulate in America, con la sua amica di colore.

Risero di gusto, mentre ognuna di loro raccontava qualcosa di buffo, che gli era successo durante quel periodo.

- Che bello che tu sia qui- disse Hazuki.

- Già- ammise Doremì- Ma come mai non mi avete avvisato prima?

- Ecco…- fece Aiko- Volevamo farti una sorpresa. Sapevamo che ne saresti stata contenta.

- E quindi, non era vero che avevate impegni, oggi- disse Doremì indagando.

- Eh, dovevamo prendere all'aeroporto Momoko e ci serviva un diversivo…- spiegò Hazuki.

- Mh? Vi serviva un detersivo?- chiese sorpresa, mentre le altre caddero a terra.

- No, Doremì! Non detersivo, ma diversivo!

- Ah, diversivo…e per cosa?

- Beh, ho chiesto ad una nostra compagna di classe, di fare scambio con te, per i turni della pulizia della classe- spiegò Onpu.

- Ahh…adesso capisco…- disse Doremì, scioccando le dita. Poi rimase per qualche secondo a pensare- Che avete fatto?!- si alzò in piedi.

- Calma- disse Hazuki sorridendo- guardala dal lato positivo…eri in buona compagnia.

- Che?! Vi rendete conto che mi avete fatto sgobbare ingiustamente e per di più con quel…quel…- rimase a pensare.

- Quel?- ripeterono le quattro ragazze.

In fondo si era divertita, anche se non riusciva ad ammetterlo.

- …uff, d'accordo, lasciamo perdere per stavolta- si sedette, incrociando le braccia.

Le altre si misero a ridacchiare, capendo al volo il comportamento di Doremì.

- Però non capisco, perché non utilizzare un diversivo migliore?

Onpu e le altre si guardarono tra di loro.

- Non ci avevamo pensato.

Doremì cadde dalla sedia.

- Doremì, tutto bene?- chiese Hazuki.

- Sì…a parte qualche frattura in tutto il corpo, sto benone.

Dopo un po' il gruppetto si divise e ognuna raggiunse la propria casa.

Doremì si sdraiò sul suo letto, un po' stanca, ma felice.

Da quanto tempo non si sentiva così? Le cose si stavano aggiustando in meglio ed era sicura che non avrebbe più avuto bisogno dei medicinali.

Cosa sarebbe potuto andare peggio?

Aveva superato ostacoli e prove difficili, credendo di non potercela fare a tirare avanti…e invece era lì, ancora in piedi, con le sue amiche di un tempo e un nuovo futuro davanti a sé.

Si sentiva raggiante e i fantasmi del suo passato non le facevano più paura.

Forse è arrivato il mio momento di felicit

Ricordò quanto fu difficoltoso, ogni giorno che trascorreva in quella scuola. Per non parlare del periodo passato alla clinica, senza ricordi e confusa.

Sto così bene, che non avrei neanche bisogno di farmi visitare dal dottor Gutenberg, se non fosse che l' ho promesso a Hiroto.

Poco a poco si addormentò sul letto. La madre entrò nella stanza e con cautela coprì bene la ragazza.

- Buonanotte, Doremì…- gli sussurrò all'orecchio, prima di uscire dalla stanza, e spense la luce.

L'indomani, suonò una insistente sveglia.

- Doremì, alzati!- gridò la madre, dal piano di sotto.

- Mhhh, sì, mi alzo…tra cinque minuti…- guardò la sveglia- Argh! E' tardi!

In cinque minuti arrivò a scuola, battendo tutti i record di velocità.

Arrivata a scuola, si accorse dell'assenza di Onpu.

- Ehi, Doremì!- una ragazza la salutò.

- Momoko! Ciao!- la salutò e gli venne incontro- Non vedo Onpu in giro.

- Sì, oggi non poteva venire a scuola, aveva un impegno di lavoro.

- Oh, deve essere dura lavorare e andare a scuola.

- Già, però in fondo a lei piace il suo lavoro.

- Sì.

- Ho sentito che la prof. arriverà un po' in ritardo.

- Sigh, averlo saputo non avrei corso come una matta.

- Ah, ora che ci penso, c'è l'acqua del vaso da cambiare!- si alzò dalla sedia.

- Aspetta, vado io- prese il vaso con i fiori.

- Sei sicura?

- Certo, faccio in un baleno!- sorrise e uscì dalla classe.

Doremì corse verso il bagno.

Devo stare attenta a non inciampare, altrimenti rischio di rompere il vaso.

Si bloccò davanti ad una porta.

Ehh? E' chiusa a chiave! Chissà come mai…Pazienza, andrò al bagno del primo piano.

Con il vaso in mano, scese giù per le scale.

Mentre lei scendeva, vide qualcuno che saliva.

All'inizio non ci fece caso, ma quando la persona gli passò vicino, gli diede un veloce sguardo.

Ma questa ragazza…mi sembra di averla già vista…ma dove? Va beh, non a importanza…

Continuò a scendere, ma sentì qualcosa che la spinse da dietro.

Perse l'equilibrio e non fece in tempo ad aggrapparsi a qualche cosa, che cadde inesorabilmente giù per le scale.

- Doremì!- accorse Marina, una compagna di classe.

- Ohi, ohi- tentò di alzarsi da terra- Che volo.

- Tutto bene? Come hai fatto a cadere?

- Non lo so…ho perso l'equilibrio e…Oh, no! Il vaso!- si guardò in giro e vide i cocci del vaso sparsi per terra- Accidenti, si è rotto- disse triste.

- Non importa. L'importante è che tu stia bene. Riesci ad alzarti?

- S-si…- cercò di camminare- ahi!- si chinò.

- Che succede?

- Il piede…mi fa male…

- Sarà meglio che ti porti in infermeria.

Pochi minuti dopo, in infermeria.

- Ti sei slogata la caviglia- sentenziò l'infermiera Fede- Ma non è grave, tornerai in forma in poco tempo.

- Oh.

L'infermiera appoggiò sul tavolo la scatola del pronto soccorso.

- Ed è già una fortuna che non ti sia capitato di peggio.

Doremì stette in silenzio.

- Doremì!- entrò di corsa Momoko- Come stai?

- Ah, sta tranquilla, niente di grave- rise.

- Non c'è niente da ridere, Doremì!- la rimproverò l'infermiera.

- Ehm, okey- si zittì.

- E tu chi sei?- chiese Fede alla ragazza bionda.

- Ehm, salve, io sono Momoko, una amica di Doremì…sono arrivata da poco da New York.

- Mh, capito. Però non dovresti essere qui, ma in classe.

- Sì…però ho saputo della caduta di Doremì e…

- D'accordo, però ora torna in classe. Ci penso io alla tua amica.

- Va bene…allora, Doremì, ci vediamo più tardi in classe, okey?

- Sì, ciao- la salutò.

Momoko uscì dall'infermeria. Fede rivolge il suo sguardo serio alla ragazza seduta sul lettino e con il piede fasciato.

- Ehm, deve dirmi qualcosa?- chiese intimidita.

- Allora, da dove posso cominciare?- fece un sospiro e incrociò le braccia- Che significa tutto questo? Pensavo che fosse finito tutto e invece…

- Ma è così, si è trattato solo di un incidente…

- Solo di un incidente?- ripeté con tono severo- Sicura che si tratti solo di questo?

- Certo…perché qualcuno dovrebbe farmi del male?

L'infermiera la guardò senza scomporsi.

- E poi in questo periodo mi va tutto bene…davvero…

- Se lo dici tu…- si alzò dalla sedia- Del resto, cosa puoi rischiare? Di perdere un braccio? Che sarà mai!- disse con ironia.

- Ehm…- il tono di Fede diventava sempre più serio e questo cominciava a preoccupare la ragazza.

Proprio quando l'infermiera stava per riprendere il discorso, qualcuno entrò nell'infermeria.

- Mi scusi infermiera Fede, può venire un attimo?- chiese un insegnante.

- Sì, arrivo- rispose e poi si rivolse a Doremì- Non muoverti di qui, non ho ancora finito di parlarti.

- D'accordo.

Fede uscì dall'infermeria e chiuse la porta dietro di sé.

Doremì tirò un sospiro di sollievo. Sapeva che l'infermiera era così apprensiva, perché si preoccupava per lei, ma forse esagerava.

Stette in silenzio e poi le venne in mente un altro particolare.

La lettera…già, me n'ero dimenticata…

Che sia collegata? Allora l'infermiera aveva ragione, c'è qualcuno che tenta di spaventarmi. Ma chi?

Forse mi sto preoccupando troppo anch'io.

Si rilassò e mise le mani in tasca.

- Uh? Cos'è?

Estrasse dalla tasca l'oggetto.

- Oh…il ciondolo…

Lo strinse forte tra le mani.

Cosa posso fare?- pensò preoccupata.

All'improvviso uscì una luce rosa dal ciondolo.

- Cosa?!- esclamò spaventata.

La misteriosa luce illuminò la stanza e inaspettatamente tutto intorno scomparve, facendo posto al buio intenso.

Doremì si guardò intorno. Dell'infermeria non c'era più traccia.

- Cosa sta succedendo?- chiese preoccupata.

- Dorem

Si girò di scatto.

- Tu?- chiese sorpresa- Sei la stessa persona che mi ha dato il ciondolo…

La figura era coperta in parte da un lungo mantello, che mostrava parzialmente il viso.

- Sai che cos'è successo? Ero in infermeria e all'improvviso…- tentò di spiegare.

Il personaggio non rispose, ma mosse un braccio verso una direzione, indicando un punto del vuoto nero.

Doremì non capì, però sentiva che qualcosa la rassicurava e decise di dirigersi verso la direzione indicata.

Dopo uno o due passi, gli apparve davanti una figura familiare. Fece un po' di fatica a capire a chi appartenesse quella schiena.

- Cosa faccio?- si udì una voce sottile provenire dalla persona.

- Tamaki?- chiese stupita.

- Cosa faccio?- ripeté, come se non si fosse accorta della presenza di Doremì.

- Tamaki, tutto bene?

- Non so che fare- continuò, con voce inquieta- Devo dirlo o no?

- Devi dire cosa?

- Devo dirlo, solo l'unica che possa farlo. Non posso starmene zitta in un momento simile!- stette zitta e riprese con voce più bassa- Ma se lo faccio…rischio di perdere tutto…

- Tamaki…- Doremì fece per raggiungerla, ma scomparve sotto i suoi occhi- Tamaki!- la chiamò inutilmente- Ma cosa succede?- si girò per cercare l'altra persona.

- Sta tranquilla…si risolverà tutto- disse con voce dolce.

- Insomma, ma si può sapere chi sei?

Si tolse il cappuccio dal capo.

Doremì rimase stupita nel scoprire che era la stessa persona apparsa tra la folla, prima che lei svenisse in strada.

- Sei una ragazza…e hai la mia stessa età…- disse fissandola- Che cos'è che vuoi da me?

- Un poco alla volta saprai tutto, ma non ora…- sorrise- Abbi fiducia in te e nel ciondolo…Doremì- scomparve, così come il buio intenso della stanza.

Doremì si ritrovò nella stessa infermeria di qualche istante fa, come se non fosse successo niente.

In mano teneva ancora il ciondolo.

Ho solo immaginato?

- Eccomi di ritorno, Doremì…- entro Fede nella stanza- Doremì, tutto bene?- passò una mano davanti al viso incantato della ragazza.

- Eh? Cosa?- si svegliò dai suoi pensieri.

- Ti eri incantata…

- Ah, s

L'infermiera Fede riprese il discorso interrotto, ma Doremì non riusciva a stare attenta. La sua mente era tutta presa a dare un significato a quei strani fenomeni.

Fine tredicesimo capitolo

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Salve a tutti! -

Incomincio a dire…grazie a tutti quanti per il vostro sostegno (sì, l'avevo già detto, ma lo ripeto lo stesso)

Ebbene, non è ancora certo, ma credo di chiudere la fiction in uno o due capitoli (spero), vedrò quanto sarò occupata con i miei impegni scolastici.

Continuate a seguire il corso della fiction e non perdetevi la prossima puntata (sembro la tv).

Bye!    

By Ya-chan