Secret of my heart

Capitolo: 15

Un marciapiede, una vetrina, una strada, una macchina, una frenata e sangue.

Buio, tutto intorno di nuovo buio.

- Dove sono?- Doremì aprì gli occhi e si guardò in giro, ma non vide niente.

- Dorem

Si girò di scatto e vide quattro ragazze.

- Hazuki, Aiko, Onpu, Momoko! Ragazze, cosa ci fate qui?

Non risposero, ma si limitarono a sorridere.

- Dorem

Si girò di nuovo e vide un ragazzo.

- Kotake! Anche tu qui?

Neanche lui rispose.

- Ma che vi prende?- chiese preoccupata.

Comparvero accanto a loro, dei ragazzini.

Li riconobbe, erano i suoi compagni di classe delle elementari.

Doremì era confusa, non capiva cosa stava succedendo.

Perché tutti loro erano in quel posto così buio? 

- Dorem

La ragazza che gli comparve davanti ai suoi occhi, era la stessa che gli era apparsa tempo prima nel sogno.

- Tu?

La biondina le corse incontro a braccia aperte. Ma non poté abbracciarla, perché il suo corpo attraversò Doremì, come un fantasma privo di consistenza.

Doremì rimase scioccata e rimase impalata, mentre la biondina rimase dietro di lei. Erano tutte due con la schiena rivolta all'altra. Nessuna delle due accennava a girarsi, anche solo per accertarsi della presenza dell'altra.  

- Chi sei?- chiese Doremì con voce bassa.

- E' ancora presto…- rispose la ragazza.

- Quando lo saprò?

- Sarai tu stessa a ricordarti di me- disse con voce dolce, poi fece una pausa- Queste persone e i ricordi ad essi collegati…non dimenticarti di loro. Loro ti staranno vicino nel momento che ne avrai bisogno.

- Perché me lo stai dicendo?

- I tuoi guai non sono ancora finiti. Ci sono delle persone che hanno bisogno di te…

Doremì si girò di scatto.

- Che vuoi dire?- ma la ragazza era scomparsa.

Ad uno ad uno, cominciarono a scomparire le persone presenti.

- No, aspettate, non andatevene…- inutile, Doremì ritorno a starsene sola in quel luogo buio- Perché? Perché succede tutto questo?

Una luce rosa scaturì dalla punta dei suoi piedi e crebbe fino a ricoprirla interamente.

Doremì si svegliò di colpo e si ritrovò nella sua stanza.

- E' stato un sogno…- notò una luce provenire dalla sua mano destra. Aprì la mano e scoprì di stare stringendo la pietra rosa che gli aveva dato la ragazza- Ma cosa…?

La pietra smise di emettere la sua luce rosa, tornando ad essere un semplice ciondolo.

- Questa poi!- esclamò stupita- E io che pensavo…eee-chum!- starnutì- Che freddo! Da dove arriva quest'aria fredda?

Si guardò intorno e notò che la finestra vicino al letto, era rimasta aperta.

Curioso…pensavo di averla chiusa.

Si alzò dal letto e chiuse la finestra, senza accorgersi che da lontano qualcuno la osservava.

L'indomani Tamaki si alzò presto. Andò in bagno e cominciò a darsi una rinfrescata. Si guardò allo specchio, non aveva un bell'aspetto. Aveva passato la notte in bianco, ancora una volta. Prese la sua trousse e cominciò a truccarsi. Almeno un po' di trucco avrebbe cancellato la sua stanchezza.

Una volta preparata, andò in cucina a fare colazione.

I suoi genitori erano già usciti a lavorare e sua sorella stava ancora dormendo. Si sedette a tavola e mangiò.

Finito di fare colazione, prese la sua cartella e uscì di casa.

Di solito era suo padre che l'accompagnava a scuola con la macchina, ma quel giorno aveva un impegno, così si rassegnò a fare il tragitto a piedi.

Camminò per un po', fino ad arrivare nei pressi della scuola.

- Tamaki- sentì che qualcuno la chiamava.

- Sì?- si girò e vide Aiko, Hazuki e Momoko- Ah, siete voi. Che volete?- appoggiò le mani sui fianchi.

- Vorremmo parlarti- disse Aiko.

- Dite.

- Non qui- gli indicarono un luogo appartato.

- D'accordo- si spostarono- E adesso ditemi cosa volete. Non ho tempo da perdere.

- Saremo breve. Non è che sai qualcosa a proposito degli incidenti di Doremì?

- …- rimase zitta a riflettere- Io? No, figurati- disse nervosa.

- Neanche della caduta di Doremì?

- No.

- Eppure, Marina ha detto di averti visto aggirarti lì, nel momento in cui Doremì è caduta.

- I- io…si è sbagliata, mi ha confuso con un'altra ragazza.

- Ti prego Tamaki- intervenne Momoko- Sei sai qualcosa, qualsiasi cosa che possa esserci utile, dilla.

Tamaki la guardò per un istante. Da quando Momoko si era trasferita per la prima volta in Giappone, non gli era subito piaciuta. Ma con il passare del tempo, era diventata la persona a cui si era più affezionata. Ci teneva molto all'amicizia con Momoko, per questo voleva essere sempre sincera con lei.

Avrebbe voluto parlare, ma si trattenne e assunse un atteggiamento più sicuro.

- Non so niente. Se Doremì è un impiastro non è colpa mia- disse Tamaki e si allontanò.

Le tre ragazze si guardarono tra di loro.

- Niente da fare. Se Tamaki sa qualcosa, non c'è lo dirà comunque- disse Aiko.

- Forse è vero che non sa niente- disse Momoko.

- Ah, che situazione- sospirò Hazuki- Di questo passo non arriveremo a capo di niente.

Tamaki continuò a camminare senza fermarsi e svoltato l'angolo, si appoggiò alla parete e tirò un sospiro di sollievo.

Per il momento era riuscita a nascondere la verità, ma fino a quando?

- Tamaki?

La ragazza sussultò e alzò lo sguardo.

- Doremì? Che ci fai tu qui?

- Sono arrivata a scuola in anticipo. Piuttosto, cos' hai? Mi sembri stanca…C'è qualcosa che non va?

- No, va tutto bene!- rispose con rabbia.

Se Doremì non fosse mai tornata a Tokyo, io non mi troverei in questa situazione!- pensò Tamaki.

Doremì la guardò. Si chiedeva ancora cosa significasse il suo sogno.

- Tamaki, hai qualche problema…?- chiese diretta.

- …come?- chiese sorpresa.

- E' da qualche giorno che ti vedo pensierosa…se vuoi puoi parlarne con me- gli sorrise.

- Io…- abbassò la testa- …smettila…

- Eh?

- Smettila di fare la gentile! Non ti sopporto!- corse via.

- Tamaki, aspetta!- la rincorse.

Tamaki corse per un po', poi si fermò per prendere fiato. Doremì riuscì a raggiungerla.

- Tamaki, io…

- Perché…- la interrompe- perché non ti fai gli affari tuoi! Lasciami in pace!- gli gridò e istintivamente la spinse, facendola cadere a terra.

- Ahi.

Tamaki si bloccò scioccata e si chinò a terra.

- …io…non volevo…mi dispiace…- disse triste.

Si aspettò di venire rimproverata, ma non fu così. Guardò con stupore il viso di Doremì. Non era per niente arrabbiato.

- Non ti preoccupare, è stato un incidente. E poi non l' hai fatto apposta.

- Non sei arrabbiata?

- E perché? Non mi hai fatto niente di male- fece una pausa- …Sai, io ti capisco.

- Eh?

- Quando sono tornata, mi sentivo disorientata. Pensavo che nessuno riuscisse a capirmi, finché non è apparsa una persona. Nonostante io cercassi di allontanarlo da me, lui mi è rimasto accanto- allungò la mano verso Tamaki- Noi siamo amiche…e io voglio aiutarti.

- Doremì…- chinò la testa- mi dispiace…mi dispiace davvero…

- Ti ho già detto che non importa. Non mi sono fatta niente.

- No, io…intendevo un'altra cosa.

- ?

- Non ti ho raccontato la verità. Io so chi ti ha fatto cadere dalle scale.

- Eri lì?

- S

Ricordi di Tamaki

- Cavoli, mi sono dimenticata il libro in classe- Tamaki scende velocemente giù per le scale.

Poco più avanti a lei, nota una ragazza che scendeva dalle scale. Tamaki rallenta il passo e si ferma, non appena si accorge che davanti a questa ragazza, c'era un'altra persona che sta salendo. Questa persona, senza farsi notare da una spinta alle spalle alla ragazza, che inesorabilmente si sbilancia e cade giù dalle scale. La persona che l'aveva fatta cadere continua a salire le scale, come se non fosse successo niente e si allontana. 

- Doremì!- sentì da lontano la voce di Marina.

Tamaki, rimase pietrificata dall'alto delle scale, quando capì che la ragazza che era caduta era Doremì e che lei era l'unica che aveva visto in faccia il colpevole. Marina alzò velocemente lo sguardo, ma Tamaki si abbassò per non farsi vedere.

- Che faccio, adesso?- sussurrò.

Fine ricordi di Tamaki

- …E questo è quello che è accaduto.

- Perché non me lo hai detto subito?

- …perché me l' hanno impedito. Avevo paura che rivelandolo, avrei passato dei guai.

- Dei guai?

- Io…ho sempre cercato di essere la migliore, in ogni situazione…ma in quanto amicizia, non sono così brava. Quando è iniziato l'anno scolastico…mi sono ritrovata sola…e l'unico modo di trovare amici era stare alle loro condizioni. Solo così non sarei stata sola.

- Tamaki…

- Ma adesso sono stanca. Non c'è la facevo più a tenere per me questo peso. E l' ho capito solo ora, mi dispiace.

- Non preoccuparti. Adesso è tutto risolto.

- No, non lo è. Devi sapere che tutto quello che ti è successo da quando sei arrivata a Tokyo, non è stata una casualità…una persona ha architettato tutto questo, spingendo le altre a seguirla.

- Una persona?

- Sì, lei è… Maky!

- Cosa?!- esclamò Doremì- N- non è possibile…ma perché lei…?

- Da quando sei arrivata in questa scuola, hai rappresentato una minaccia per lei.

- Io, una minaccia?- chiese incredula.

Tamaki fece cenno di sì, senza aggiungere altro. Vedeva negli occhi di Doremì lo smarrimento.

Si alzò da terra e aiutò a Doremì a fare altrettanto.

- Beh, adesso che sai la verità…che hai intenzione di fare?

- …io?- indicò se stessa con il dito.

- Sì, chi altro sennò?- disse spazientita.

- …non lo so…non lo so davvero…- appoggiò la mano sul viso.

- Una idea ti verrà di sicuro- sorrise- Tu eri brava a risolvere queste situazione, vero?

Doremì non rispose e chinò la testa.

La campanella di inizio lezioni, era già suonata e lei non se la sentiva di tornare in classe. Non dopo aver sentito il racconto di Tamaki e non dopo aver scoperto la responsabile dei suoi guai. No, non se la sarebbe sentita di sedersi vicino a lei.

- Beh, io vado in classe…vieni?

- Sì, ti raggiungo dopo.

- D'accordo- disse Tamaki e si allontanò.

Doremì la vide mentre si allontanava nel corridoio.

Si voltò dall'altra parte e cominciò a camminare.

Dove? Non lo sapeva neanche lei.

Era la prima volta che una persona la odiava a quel punto. E lei non sapeva come comportarsi.

Qual'era la cosa giusta da fare? Affrontarla direttamente?

Sì, la Doremì di un tempo l'avrebbe fatto…ma non quella di adesso. Non quella Doremì che aveva perso la memoria e aveva passato un lungo periodo nel più completo isolamento.

Sì, quella esperienza l'aveva cambiata profondamente.

Maky…ha sempre tramato dietro di me…ma perché? Potevo accettare che parlasse male di me, ma non che arrivasse a questo gli ho fatto?

Questa domanda continuava a tormentarla.

- Che devo fare?- sussurrò.

Si accovacciò in un angolo di una classe in disuso.

- Che devo fare?- ripeté in tono d'aiuto.

All'improvviso cominciò a tremare e lo spazio intorno a lei iniziò a distorcersi.

Apparvero delle immagini confuse nella sua mente, che pian piano svanivano senza lasciare traccia.

No…no!- pensò disperata.

I suoi ricordi stavano cancellandosi…un'altra volta.

Non voglio!

I ricordi della sua famiglia, dei suoi amici, della scuola…delle persone a cui teneva tanto.

Amiche mie…

Non voleva perdere quei ricordi così tanto sofferti, non voleva perderli dopo aver faticato a recuperarli.

Le lacrime scendevano copiosamente sulle guance della ragazza.

Come poteva impedire alla sua mente di cancellare le persone della sua vita?

Frugò nella tasca alla ricerca del ciondolo e lo strinse nelle mani. Strinse con tutte le sue forze.

Kotake…aiutami…

- Ehi, Momoko, oggi non è venuta Doremì?- chiese Kotake, voltandosi verso il banco di Momoko.

- Io non l' ho vista. Forse non ha sentito la sveglia e si è svegliata tardi.

- Mh, sì, forse hai ragione- si girò dubbioso.

- Io però l' ho vista- intervenne Kenta, il suo compagno di banco.

- Eh?

- Sì, stamattina, ed era in perfetto orario.

- Ma allora come mai non è qui?- chiese Momoko.

- Forse non se l'è sentita di venire in classe…- disse Tamaki seria.

- Che intendi dire?- chiese Kotake.

- Ecco, oggi ho parlato con Doremì e…credo che non abbia preso bene la notizia.

- Di che avete parlato?- chiese Momoko, preoccupata.

- Mi dispiace, forse avrei dovuto parlarne prima con voi, che dirgli subito la verità.

- Io vado a cercarla- si alzò di scatto dalla sedia.

- Aspetta, vengo con te- disse Momoko.

- No, forse è meglio che vai a chiamare le altre. Più saremo a cercarla, prima la troveremo.

- D'accordo.

- Ah, Kotake, se te ne vai senza avvertire, il professore…- disse Kenta.

- Inventati una scusa, per tenerlo a bada- gli suggerì e si allontanò di fretta.

- E che m'invento ora?- disse agitato.

Kotake cominciò a cercare nella scuola, nelle varie aule, senza scovarla.

Spero solo che non si sia nascosta nel bagno delle femmine- pensò con orrore- Però è una possibilità da non scartare.

Con indiscrezione, entrò nel bagno, controllando attentamente che non ci fossero persone fuori o dentro il bagno.

Provò ad aprire ogni porta, ma era deserto il bagno.

Tirò un sospiro di sollievo ed uscì dal bagno.

Ma guarda in che situazioni mi devo cacciare per lei! Spero almeno che stia bene.

Continuò a correre, ma si bloccò di colpo. Aveva notato qualcosa di strano, mentre era passato vicino ad un'aula. Si girò e fece marcia indietro. Guardò meglio e notò una fievole luce rosa.

Da dove arriva?- si chiese- Ma è l'aula che non viene più utilizzata. Si troverà lì?

Provò ad entrare e trovò la ragazza accasciata a terra, con il ciondolo tra le mani.

- Doremì!- esclamò terrorizzato e la sollevò da terra- Doremì, stai bene? Rispondimi!

- …mh?- mosse le palpebre.

Kotake fece un sospirò di sollievo, la ragazza stava bene.

- Doremì, che ti è successo?- chiese.

- …Kotake? Sei tu?

- E chi altri dovrei essere?

Doremì si gettò fra le braccia del ragazzo e cominciò a piangere.

- Che ti prende?- chiese confuso e imbarazzato.

- …sono contenta che tu sia qui…ho avuto paura…tanta paura- lo strinse di più a sé.

Kotake ricambiò l'abbraccio e cercò di tranquillizzarla.

- …stavo di nuovo per perdere la memoria…e non sapevo come fare per impedirlo.

- …sta tranquilla, è tutto passato.

- Perché mi succede tutto questo a me? Io non so più che fare.

- A questo ci penseremo dopo, l'importante è che ora tu stia bene. Mi hai fatto prendere un colpo, quando ti ho visto a terra.

- Come hai fatto a trovarmi?

- Uhm…diciamo che ti ho trovato grazie ai miei poteri magici- rise- Scherzo. Ti ho cercata come un matto per tutta la scuola. Perfino nei bagni. Alla fine è stato il tuo ciondolo a indicarmi l'aula- sollevò la mano della ragazza, che teneva ancora la pietra rosa- Io credo che questo ciondolo possieda qualcosa di speciale- sorrise.

- Già- sorrise anche lei- Kotake…

- Sì?

- Ti ringrazio di essere venuto a cercarmi- allentò l'abbracciò- …ti voglio bene.

- Dorem

La ragazza svenne tra le sue braccia.

- Doremì…- sussurrò dolcemente- anch'io ti voglio bene.

Entrarono in quel momento le amiche di Doremì.

- Come sta?- chiese Hazuki.

- Sta bene- disse Kotake- ma sarà meglio portarla a casa.

- Sì.

- Non ricordi chi sei?- chiese una ragazza.

- …no.

- Neanche il tuo nome?- chiese un ragazzo.

- …no.

- Quindi non ricordi neanche i tuoi amici?

- Amici?…no. Neanche so se c'è li ho.

- Adesso basta con le vostre assurde domande. Credo che sia già abbastanza confusa per i fatti suoi- disse un altro ragazzo.

- Ma noi non volevamo stressarla- si difese la ragazza- stavamo solo domandando.

- E quindi, lei sarebbe la nuova paziente della clinica di tuo nonno?

- Sì, si chiama Doremì.

- Doremì? Che buffo nome- disse la ragazza.

- Io invece lo trovo grazioso.

- Non dirmi che ti sei innamorata di lei- disse il ragazzo.

- Chissà- sorrise, poi si rivolse alla ragazza, che era seduta su di una roccia ed era assorta ad ammirare il paesaggio intorno a sé- Allora, come ti sembra?

- Incantevole, questo posto è meraviglioso.

- Te l'avevo detto. Non per vanto, ma la mia città è la migliore di tutti. Non è così avanzata come Tokyo, ma è situata in radura rigogliosa.

- Già.

- Ah, non ti ho presentato i miei due amici…- indicò un ragazzo appoggiato all'albero- lui è Albert e lei- indicò la ragazza accanto a lui- è Clara.

- Piacere- li salutò.

- Senti, Doremì, che ti va di fare?- chiese.

- Non so…

- Che ne dite di pescare?- propose Albert.

- Buona idea- disse il ragazzo- Doremì, sai pescare?

- …non ricordo…penso di no.

- Beh, t'insegneremo noi- disse Clara.

- E' semplice, vedrai.

- D'accordo.

Il gruppetto si sistemò in riva ad un fiume, con le loro canne da pesca.

Dopo mezz'ora, finalmente Doremì riuscì a pescare qualcosa.

- Evviva, ci sei riuscita- si congratulò con lei il ragazzo.

- Sì, sono contenta- sorrise- Io…non è la prima volta che provo a pescare…

- Dici davvero?

- Sì, qualcuno deve avermi fatto già provare…ma non ricordo chi.

- Comunque sia, è un passo avanti. Ti sei già ricordata qualcosa.

- Mh.

- Presto riuscirai a ricordare anche il resto.

- Eccoli là!- una voce distolse l'attenzione dei ragazzi.

- Ahi, ahi, è l'infermiere della clinica- fece il ragazzo- Sono riusciti a trovarci.

- Che significa? Non li hai avvertiti che venivi qui con Doremì?- chiese Albert.

- Ehm…no.

- Cosa?! Hiroto, sei uno sconsiderato!- lo rimproverò Clara.

- Oh uffi, per colpa tua finiamo sempre in questi casini!- si lamentò Albert.

- Sì, sì, mi farete la predica un'altra volta. Intanto scappiamo, prima che ci prendano- prese per mano Doremì- Te la senti di correre?

La ragazza lo guardo per qualche secondo, poi fece cenno di sì.

- Fermatevi!- gridò l'infermiere, con altre persone dietro di lui.

- Via!- i ragazzi cominciarono a correre.

- Ahhh, se vi prendo, non la passerete liscia un'altra volta!- gridò l'uomo.

Ma il gruppetto non aveva la minima idea di farsi catturare.

Doremì continuò a correre, ma non era spaventata. Al contrario, era felice. Non si aspetta un simile spettacolo, uscita dalla clinica.Era da tempo che non si sentiva così viva, così libera.

- Doremì?- si svegliò e trovò davanti a sé la madre e la sorellina Bibi.

- Che è successo?

- Sei svenuta a scuola e i tuoi amici ti hanno riportata a casa.

- Ah, si? Non ricordo.

- Mi sono stupita quando ti ho vista priva di sensi in braccio ad un ragazzo- disse Bibi.

- Ragazzo? Forse si tratta di Kotake.

- Adesso datti una rinfrescata e poi scendi giù a mangiare.

- D'accordo.

Bibi e la madre uscirono dalla stanza, ma poco prima di chiudere la porta la madre si fermò.

- Ho già parlato con il dottore…la settimana prossima tornerai alla clinica per farti visitare.

- Eh?

- E se sarà necessario, riprenderai la terapia.

- …

- A dopo- chiuse la porta.

Nella stanza regnò il silenzio.

Doremì si alzò dal letto e si diresse verso il bagno. Si bagnò il viso con l'acqua e fissò lo specchio.

Provò a ricordare cosa gli era successo, da quando era arrivata a scuola quella mattina.

Si ricordò solo di aver incrociato Tamaki e di averla seguita…e poi? Delle immagini confuse, niente di più.

- Beh, non credo che sia importante.

Fine quindicesimo capitolo

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Dunque, sono arrivata al quindicesimo capitolo. Che bello! E' proprio il caso di dire, evviva!

Beh, meglio non cantare vittoria troppo presto. Mi mancano ancora due capitoli e tutto sarà finito, contenti?

A presto, ci si rivede nel prossimo capitolo di "Secret of my heart"!

By Ya-chan