L'incontro tra Itachi e Choji era stato mozzafiato, Sasuke sfrecciava sul suo motoscooter sorridente ed estasiato ripensando a quanto visto. Una piccola stilettata di malinconia, però, lo colpì in modo inaspettato. Lui era così soddisfatto del suo Nii – san perché lo aveva ammirato tutto il tempo, non gli aveva mai staccato gli occhi di dosso agitandosi all'inizio e poi esultando con lui della vittoria. Lo stesso avevano fatto Kisame e tutti gli altri presenti in quel momento, soprattutto Temari. Itachi e Choji se lo meritavano dopo quanto si erano impegnati negli allenamenti, di progressi ne avevano fatti moltissimi entrambi anche per quanto riguardava la loro mansione di insegnanti. Dalle loro mani uscivano soltanto allievi preparati e fiduciosi.
Mi sono dato da fare anche io, forse più di tutti. Fino a tre mesi fa i pattini li sapevo a malapena indossare per poi andare solo in linea retta mentre ora addirittura sono considerato da Naruto come uno dei pezzi forti dei suoi spettacoli di addio, il mio miglioramento è stato il più rapido di tutti. Mi fa male sapere che tu non puoi goderne come faccio io con te, Nii – san.
Stava diventando inutile l'autoaccusarsi di essere riprovole pensandola così, le mancanze che Sasuke si sentivano sembravano espandersi come una macchia d'olio di giorno in giorno e il biasimarsi stava perdendo gradualmente l'effetto deterrente. L'ultima volta che aveva ignorato un sentimento di vuoto era accaduto quasi un disastro, purtroppo lui reagiva alle lacune sempre come una persona che soffre la fame da tanto tempo e che finisce per farsi un'abbuffata pantagruelica appena si trova davanti qualunque forma di cibo . Più la fondo mancanza era prolungata e dolorosa più Sasuke rischiava di ingurgitare persone, sentimenti e affetto come se si trasformasse in un buco nero senza.
Quando arrivo a quel punto sono capace solo di fare male a me stesso ea chi mi vuole bene senza neanche rendermene conto.
Sasuke sospirò forte appannando così la visiera del casco, appena imparato a sue spese che era meglio parlarne con qualcuno di queste percezioni, solo che questa volta si sentiva giustamente in imbarazzo e poi per cosa? Itachi non sarebbe comunque potuto tornare a vedere.
Sasuke cercava di concentrarsi sul fatto che adesso Itachi era felice e in salute come mai da quando era nato. I suoi venti occhi possono davvero delle cose straordinarie e mai viste prima, il problema era che funzionavano solo con il contatto diretto. Guardando la realtà Itachi non avrebbe mai potuto sapere di cosa era capace adesso suo fratello minore, quanto era cresciuto il trasformandosi da ragazzino difficile e problematico ad un bellissimo uomo e di talento. Si rammaricava di aver mostrato a Itachi solo la parte peggiore di sé invece di sfruttare al meglio i pochi anni di luce a cui il maggiore era destinato.
La vita è crudele e basta. Non è degna di essere vissuta.
Sasuke si sforzava continuamente di rimproverarsi ripetendosi che era più logico considerare i talenti di Itachi e la nuova persona che era piuttosto che fare caso alle perdite, in fin dei conti gli aspetti positivi erano molti di più.
In tutta questa situazione Shisui era sempre stato il più saggio di tutti, a colloquio con Tsunade quando Itachi si sera appena ripreso dal coma, aveva spiegato a tutti loro che il cugino era sempre la stessa persona a cui avevano sempre voluto bene.
Nii – san, questo tarlo mi rode il cervello e non riesco a eliminarlo. Perdonami. Ho bisogno di mostrarmi a te per come sono adesso, non è giusto che tu debba ricordarmi per sempre per il fallito che ero prima.
Se esisteva qualcosa che Sasuke aveva avuto senza imparare senza ombra di dubbio in seguito a tutte le esperienze negative della sua vita andavano, era che le angosce ei problemi non potevano essere risolti in solitudine in modo condiviso con le persone care in modo da poter il loro aiuto. E per Sasuke era stata davvero dura capire che anche lui aveva bisogno di una mano qualche volta. Due persone in particolare avevano la capacità di trasformare le montagne in sassolini : Naruto e Sakura.
Finalmente, dopo circa due chilometri, Sasuke riuscì a sorridere di nuovo. La casa di legno in cui lui e Itachi erano nati e che ne aveva viste così tante ormai era vicina, dietro appena quella curva che Sasuke ebbe l'impressione di fare volando.
Questo scooter si trasforma sempre in una nuvola quando sono felice. Significa che sono sulla strada giusta. Spero.
Sakura era là che lo aspettava. fino a quando Sasuke aveva avuto per tutta la mattina una mezza idea su cosa stesse facendo la moglie, si sentì piacevolmente sorpreso e sollevato sentendola canticchiare sommessamente non appena ebbe varcato la soglia di casa. Il moro non la chiamò, seguì la voce sorridendo e rimanendo il più silenzioso possibile. Posò il casco sul basso divano bianco anche lui testimone di più o meno tutta la sua vita, i gesti lenti e di sottecchi quasi fosse un rapinatore nella sua stessa casa. La voce di Sakura veniva dalla cucina, esisteva solo una data nell'arco dell'anno in cui era così entusiasta di preparare qualcosa. Accadeva d'estate, a luglio, e questa gioia non era eguagliata nemmeno dal pranzo di Natale. Sasuke scostò piano la tendina di perline che separava il piccolo angolo cottura dal,
La abbracciò scivolandole intorno al corpo sottile, Sakura indossava una maglia a rete verde menta con dei fili di tessuto argentato all'interno della trama. Sasuke affondò il viso nei capelli rosa che sapevano di fiori, le si erano un po' allungati negli ultimi tempi e onde morbide arrivavano a sfiorarle le spalle. Li scostò iniziando a baciarle la nuca mentre entrambi iniziavano a sentire il sangue cambiare direzione per andare a concentrarsi nel bassoventre. Sasuke le concesse ancora qualche bacio sulla pelle di seta, poi, guidandola con le mani sui fianchi, la fece voltare per averla di fronte. Il moro sorrise guardandola intensamente negli occhi mentre allungava una mano affusolata in direzione della ciotola colma di mango sciroppato che Sakura aveva preparato con le sue mani, lo usato sarebbe come ripieno per la torta di compleanno del marito che era tra tre giorni. Sasuke prelevò un grosso pezzo di polpa arancione, lo morse con lo sguardo languido Sakura imitava in volutamente l'espressione del marito mordendosi le labbra. Lo stava aspettando, si era messa degli orecchini a cerchio d'argento e un leggero trucco sugli occhi. Sakura fece un piccolo passo vanti, lo smeraldo delle iridi non si separò dall'ossidiana di quelli di lui. Addentò anche lei il grosso pezzo di mango lasciando che il succo le colasse sul mento, il collo fino a finire sulle clavicole dentro al reggiseno dello stesso colore della maglia. Sasuke aspirò nella bocca il suo pezzo mentre lo sguardo gli si faceva sagace iniziando a masticare. lo morse con lo sguardo languido mentre Sakura imitava involontariamente l'espressione del marito mordendosi le labbra. Lo stava aspettando, si era messa degli orecchini a cerchio d'argento e un leggero trucco sugli occhi. Sakura fece un piccolo passo vanti, lo smeraldo delle iridi non si separò dall'ossidiana di quelli di lui. Addentò anche lei il grosso pezzo di mango lasciando che il succo le colasse sul mento, il collo fino a finire sulle clavicole dentro al reggiseno dello stesso colore della maglia. Sasuke aspirò nella bocca il suo pezzo mentre lo sguardo gli si faceva sagace iniziando a masticare. lo morse con lo sguardo languido mentre Sakura imitava involontariamente l'espressione del marito mordendosi le labbra. Lo stava aspettando, si era messa degli orecchini a cerchio d'argento e un leggero trucco sugli occhi. Sakura fece un piccolo passo vanti, lo smeraldo delle iridi non si separò dall'ossidiana di quelli di lui. Addentò anche lei il grosso pezzo di mango lasciando che il succo le colasse sul mento, il collo fino a finire sulle clavicole dentro al reggiseno dello stesso colore della maglia. Sasuke aspirò nella bocca il suo pezzo mentre lo sguardo gli si faceva sagace iniziando a masticare. Sakura fece un piccolo passo vanti, lo smeraldo delle iridi non si separò dall'ossidiana di quelli di lui. Addentò anche lei il grosso pezzo di mango lasciando che il succo le colasse sul mento, il collo fino a finire sulle clavicole dentro al reggiseno dello stesso colore della maglia. Sasuke aspirò nella bocca il suo pezzo mentre lo sguardo gli si faceva sagace iniziando a masticare. Sakura fece un piccolo passo vanti, lo smeraldo delle iridi non si separò dall'ossidiana di quelli di lui. Addentò anche lei il grosso pezzo di mango lasciando che il succo le colasse sul mento, il collo fino a finire sulle clavicole dentro al reggiseno dello stesso colore della maglia. Sasuke aspirò nella bocca il suo pezzo mentre lo sguardo gli si faceva sagace iniziando a masticare.
Le labbra di Sasuke arrivarono morbide come velluto su quelle di Sakura, il moro suggeva il gusto dolce del mango deliziosamente fuso con il profumo di fiori che usava lei da quando l'aveva conosciuta.
Non ho idea di che marca sia, dopo tutti questi anni non ho mai visto nemmeno la boccetta. Ma accidenti se è fantastico! Ha contribuito a farmi innamorare di te.
Sakura reclino la testa all'indietro emettendo un gemito, le labbra e la lingua di Sasuke adesso le erano arrivate sul collo seguendo i rivoli di dolce succo arancione e le nervature della gola fino ad arrivarle sulle clavicole. Si raddrizzò sospirando sentendo Sasuke succhiarle il reggiseno intriso di mango, le piccole mani si fecero strada tra i capelli corvini mentre il piacere iniziava ad esploderle potente nel ventre, i capezzoli erano proprio duri da farle quasi male.
Sasuke simise in piedi, afferrò Sakura come se stessero ballare un pezzo di liscio, continuando a guardarla nel salotto la fece roteare fino ad arrivare. Il moro si sganciò la camicia blu scuro sfilandosela con un rapido movimento, Sakura non finiva mai di restare estasiata vedendo come il marito si faceva sempre statuario. Le dita della ragazza giocherellarono con le perline di legno della collana, poi gli accarezzarono il petto bianco e scolpito mentre lui si avvicinava per baciarla. Le mani di Sasuke si fecero strada tra i bottoni metallici dei jeans corti di Sakura non scivolarono a terra lungo le gambe magre, subito dopo le dita affusolate del moro entrarono negli slip per penetrare il sesso bagnato e bollente. Sakura gli liberò l'erezione dai calzoncini bianchi, le piccole mani ci si strinsero delicatamente sopra, la pelle sembrava di bambagia mentre lei l'accarezzava facendo gemere il marito di piacere. Sakura volle farlo impazzire ancora di più, staccò le mani dal suo sesso teso, si mise in ginocchio per sostituirle con la bocca. Lo fece sprofondare fino in fondo in colpo solo per poi ritirarsi e giocare con la lingua sulla punta.
Il corpo di marmo di Sasuke tremava, non resisteva più, afferrò Sakura da un braccio tirandola prima in piedi e poi scaraventandola di schiena sul tavolo. Lei sorge mentre lui le sfilava la maglia e il reggiseno. Senza pensarci un attimo Sasuke si sdraiò sopra di lei penetrandola senza sentire nessuna resistenza. Lo aveva fatto impazzire e ora lui aveva perso il senso nel piacere. La baciò ancora sentendo i piccoli seni premuti contro il petto, farsi strada dentro di lei significava essere avvolto dal calore e dalla morbidezza vellutata allo stesso tempo.
"Sasuke..." la voce le uscì come un singhiozzo strozzato mentre si sentiva la pelle avvampare.
"Sakura, ti amo, sei tutto per me."
La dichiarazione sull'onda del picco del piacere era stata la più paradisiaca che a Sasuke fosse capitata nella vita. Ogni volta era diverso e sempre più bello.
I baci del moro da bramosi si fecero dolci, abbracciò l'esile corpo della moglie sfatto da piacere per portarla sul divano. Si coccolarono fino a notte inoltrata, per finire la torta deliziosa ci sarebbe stato tempo.
Sakura, come Naruto, sapeva meglio le montagne in sassolini, tuttavia quella serata era troppo bella per rovinarla con dubbi e pensieri. Sasuke non parlò con lei.
" Tu e quell'individuo, me lo avete ucciso!"
Itachi aveva di nuovo aperto gli occhi con quel grido disperato nelle orecchie, a dire la verità gli sembrava che fosse stato proprio il suono a svegliarlo, come se la persona che lo aveva emesso fosse stata lì accanto a lui. Il moro era sobbalzato nel letto per scoprire Kisame ancora addormentato al suo fianco e l'alba che aveva appena incominciato a farsi strada fuori dalla finestra con i suoi lievi suoni inconfondibili. Si passò la mano la testa godendosi il movimento dei rami della grossa quercia dietro la finestra che si percepiva sulla pelle del viso grazie alla differenza di temperatura tra le zone d'ombra e quelle di luce.
Nonostante quella frase gridata aveva sempre avuto il potere di lasciarlo frastornato per diverse ore, quel giorno non aveva certo tempo da perdere per chiedersi chi e perché lo stesse per uccidere. Era vivo e aveva intenzione di godersi al meglio il compleanno del suo Otouto.
Svegliò Kisame sfiorandogli la bocca con la sua.
"Buongiorno, mascalzone" Un sorriso nella voce assonnata di Kisame, ma anche dolcezza "Adorormi così."
"Abbiamo ancora un sacco da fare" I smettere di quel bacio, ma devono ancora sistemare gli ultimi palloncini e festeoni in giardino, i tavoli, gli ingredienti per fare i cocktail e gli ingredienti per fare i cocktail e tirare fuori i deliziosi stuzzichini dal frigo.
Sakura suonò il campanello pochi minuti dopo che Itachi e Kisame si erano alzati dal tavolo della colazione, Kisame l'aveva aiutata con il grosso pacco che aveva tirato fuori dalla macchina.
"È la torta di Sasuke, non voglio che la veda finita, vorrei fargli una sorpresa" La voce di Sakura giunse trafelata ma allegra alle orecchie di Itachi.
La ragazza e via subito ma sarebbe più tardi nella compagnia di Sasuke per la bellissima festa che allestendo. Prima di metterla in frigo, Kisame aveva scritto la torta a Itachi facendolo ridere davvero di gusto. Una copertura in pasta di zucchero bianca tenera insieme gli strati di panna, pandispagna e mango sciroppato, sempre lo stesso materiale componeva un canestro con tre pomodori molto realistico sul lato superiore, sotto la scritta Auguri, Sasuke.
"Anche se una torta al gusto di pomodoro sarebbe un po' inquietante devo ammettere che è un'opera d'arte." affermò Kisame.
"Sakura fa tutto con le sue mani contento, ci tiene molto a far Sasuke" rispose Itachi "Peccato che io non potrò assaggiarla."
"Invece un piccolo pezzetto te lo concederai, evita solo la parti più dolci come la frutta e la copertura" Kisame baciò il marito stringendoselo contro il corpo.
Le candeline erano tassativamente vietate da quando Sasuke aveva compiuto trent'anni, adesso che ne avrebbe fatti ben trentadue si sentiva già passato dalle fasi Vintage a quella Paleozoica, per cui non riteneva necessario sbandierare la sua età a chi ancora aveva la fortuna di non saperla . Itachi sorrisse molto divertito a quel pensiero iniziando ad apparecchiare i due grossi tavoli che avevano preparato sul prato, il calore della griglia appena accesa da Kisame gli arrivava sul viso e la pelle delle braccia che la maglia azzurro elettrico smanicata lasciava scoperta. Non avevano bisogno di gazebo o altri marchingegni del genere per fare ombra, bastavano i due giganteschi salici piangenti a cui era appesa l'amaca. Le cicale avevano da poco iniziato il loro allegro concerto.
Un Ammazza la vecchia come se il clacson fosse il miglior strumento musicale del mondo, Kisame che si precipitava ad aprire il cancello, il rombo di un motore più grosso del solito. Itachi sperò che il festeggiato non se la prendesse se qualcuno era arrivato prima di lui.
Deidara e Karin scesero direttamente dal furgone della ditta Espansione Iwa, guai a non essere esplosivi anche nel nome. Both vestiti' sullo sfondo c'era estivo lui con una impatta camicia con grosse rose rosse sullo sfondo nero, lei con un vestito floreale giallo fluo, tra le cose in cui la compagnia di Deida l'aveva sciolta quella di non farsi scrupoliaccostare io colore. Tayuya e Hidan avevano usufruito del furgone per trasportare la consolle di lei, la meravigliosa musica della rossa non sarebbe certo mancata.
"Mi dispiace ragazzi ma stasera si accontentano di accontentarvi solo di fontane colorate" si la lamenteò Deidara dopo aver salutato i padroni di casa con un abbraccio "Non posso certo esprimere la mia arte al massimo qui in mezzo alle case."
Dopo due secondi il biondo era già balzato a uno dei tavoli per iniziare a rimpinzarsi di pizzette.
"Dannazione, Deidara, lascia qualcosa anche agli altri" lo rimproverò Kisame con l'attizzatoio in mano.
La scena fu degna di un film comico con Deidara che fermava la masticazione delle guance gonfie e sbaffate di pomodoro e Karin che si sbellicava dalle risate. Poco dopo sia lui che Tayua iniziarono a preparare le loro sorprese per Sasuke.
Obito, Rin e Akira arrivarono poco dopo, lei era l'immagine della positività con il vestitino celeste svasato, Kisame trovò che si intonasse perfettamente con l'aria di festa che si respirava quel giorno nel suo giardino. Itachi si strinse il piccolo al petto ricoprendolo di baci, poi lo portò a giocare sull'amaca che adorava. Le risate di Akira distolsero Deidara dal suo sistemare le fontane lungo il vialetto bianco, il biondo è arrivato subito per rotolarsi insieme con lui. Itachi avvertì un'altra persona sull'amaca subito dopo, accarezzava Akira in modo delicato, aveva la pelle morbida e setosa e un delizioso profumo di muschio bianco. Konan si prese gli abbracci di tutti sorridendo; Itachi, che aveva imparato a distinguere l'odore tipico emanato da chi piangeva spesso, ne avvertì una zaffata.
"Neji, è la prima volta che venite a trovarmi tu e Konan, farlo più spesso aveva iniziato un allegro Kisame aveva a disporre vassoi di deliziose orate pronte per essere cucinate.
"Neji?"
Il sorriso di Kisame scomparve vedendo l'uomo a guardare la moglie che giocava con Akira, gli aveva offerto un intento celeste preso dalle decorazioni, il bambino lo accettò sorridente. Neji aveva lo sguardo vuoto, era immobile con un bicchiere di vino bianco in mano, il viso più pallido del solito.
Applausi e un gioioso esultare collettivo distolse Kisame dall'inquietudine sottile e serpeggiante, Deidara diede il via agli spara stelle filanti che nessuno lo aveva notato posizionare ai lati del cancello. Sasuke e Sakura erano arrivati. Per diversi minuti il moro non riuscì a districarsi dagli abbracci, baci, stropicciate di capelli e congratulazioni da cui fu letteralmente assalito, non faceva altro che ringraziare quasi in imbarazzo rendendosi conto che non aveva mai avuto una festa di compleanno così bella e con così tanti amici. Gli unici che riuscirono furbescamente a frasi strada svicolando tra le gambe dei presenti furono Akira e Akamaru, ovviamente entrambi si accaparrarono l'attenzione di Sasuke senza nessuno sforzo. Quando finalmente Sasuke stava per riemergere da quel tripudio che era solo per lui, arrivarono Naruto e Nagato e, quasi contemporaneamente, Madara e Kakuzu. Altri cinque minuti buoni di gioiosi assalti fecero arrivare Sasuke davanti alla tavola imbandita con la camicia viola storta ei capelli completamente disastrati.
Io lo merito. Ne sono degno.
"Izuna, così ti assomiglio ancora di più" gridò Sasuke al cugino ricevendo in risposta una risata da lui e un occhiolino da Hinata.
Izuna dopo aver brindato con il festeggiato, sfoderò la sua macchina fotografica per creare l'album che sarebbe diventato il preferito di sempre di Sasuke, superando persino quello del matrimonio.
"Cugi, brindi con tutti che tranne con me?" Shisui gli saltò letteralmente alle spalle facendolo quasi sobbalzare.
Sasuke afferrò uno dei bellissimi cocktail che Itachi e Rin preparavano a raffica, suggestivi e decorati con frutta sia vera che finta, per accogliere di buon grado l'invito del cugino. Il più giovane sorrise sapendo già che sarebbe finita, come sempre, con uno Shisui alticcio ma motore indispensabile dell'allegria della festa.
Finalmente Sasuke riuscì a raggiungere le delizie che erano state realizzare evidentemente solo per lui: onigiri al pomodoro e tonno e pomodori ripieni di riso, formaggio fuso e prezzemolo. Sasuke ne addentò uno molto soddisfatto accorgendosi che Akira lo stava tirando dall'orlo dei jeans corti.
"Vuoi assaggiare?" Sasuke lo prese in braccio offrendogli un onigiri.
"Ma che schifezze mangi, zio Sas'ke? Io voglio il muffin al cioccolato."
"Ehi!" Esclamò Sasuke contrariato "Naruto, gli hai insegnato tu a parlare così?"
Il massaggiarsi la nuca e il sorrisetto sbieco del biondo suonarono proprio come un'ammissione di colpa.
"Grazie, Nii – san, così che tutto questo è merito tuo."
Itachi avvolse le spalle del suo Otouto in un abbraccio baciandogli delicatamente la testa corvina.
La meravigliosa musica di Tayuya inizia quando ancora il pranzo non era finito, dopo aver scattato altre foto Izuna, Sasori e Sarana si unirono subito dopo. Ma la scena fu rubata a tutti da Akira che si era buttato in mezzo con un primo ballerino. Sasuke sorrise guardando Tsunade e Samui che vanno a nascondersi dietro un grosso cespuglio di rose rosso sangue, sorrise baciando Sakura seduta al suo fianco. Anche Kiba e Sai si unirono intorno alle danze con due modi di fare completamente differenti, Sasuke fu ancora invaso dall'allegria guardandosi. Fino a che non incontrò il viso di Itachi. Il fratello stava conversando con Shisui e Yahiko gustandosi un gelato alla panna di quelli che preparava lui rigorosamente senza zucchero visto che era stata anche una subdola forma di diabete a portarlo sull' orlo della morte due anni prima. Anche Sasuke aveva assaggiato questo genere di dessert apprezzandoli molto, si sentiva il sapore della panna allo stato puro di cui Itachi era terribilmente ghiotto. Shisui e Yahiko iniziarono a battere le mani a tempo di musica mentre gli altri ballavano, Akira li guardavano sorridente scatenandosi ancora di mentre più tutto intorno era un bellissimo boato di risate e conversazioni allegre. Anche Itachi dagli ad andare dietro al ritmo, ancora una volta perchéto trascina altri. Sasuke si sentì scomparire il sorriso dalle labbra mentre quello di Itachi restava vivo, cercò gli occhi del fratello maggiore trovandoli vuoti. Shisui e Yahiko iniziarono a battere le mani a tempo di musica mentre gli altri ballavano, Akira li guardavano sorridente scatenandosi ancora di mentre più tutto intorno era un bellissimo boato di risate e conversazioni allegre. Anche Itachi dagli ad andare dietro al ritmo, ancora una volta perchéto trascina altri. Sasuke si sentì scomparire il sorriso dalle labbra mentre quello di Itachi restava vivo, cercò gli occhi del fratello maggiore trovandoli vuoti. Shisui e Yahiko iniziarono a battere le mani a tempo di musica mentre gli altri ballavano, Akira li guardavano sorridente scatenandosi ancora di mentre più tutto intorno era un bellissimo boato di risate e conversazioni allegre. Anche Itachi dagli ad andare dietro al ritmo, ancora una volta perchéto trascina altri. Sasuke si sentì scomparire il sorriso dalle labbra mentre quello di Itachi restava vivo, cercò gli occhi del fratello maggiore trovandoli vuoti.
Nii – san, questa è la festa di compleanno più bella che ho mai avuto grazie anche a te, ma quanto te ne rimarrà?
Kisame, seduto di fronte a Sasuke dall'altro lato del tavolo, si distolse un attimo dalle coppie che ballavano forse per evitare di indolenzirsi il collo. Incrociò lo sguardo di Sasuke, negli occhi di ghiaccio qualcosa di sconsolato come nei suoi, il sorriso di Kisame ebbe un attimo di traballamento.
"Forse è l'ora di prendere dei bicchieri puliti, non vorrai mica smettere di brindare adesso, Sasuke."
Kisame si alzò raccogliendo quanti più possibili bicchieri usati, poi si avviò verso casa. Il moro lo inseguì con lo sguardo mentre Sakura rideva ancora della battuta appena sentita.
"Vado a dargli una mano." Sasuke baciò la moglie per scusarsi prima di seguire Kisame.
Kisame, così che mi capisci, forse sei l'unico.
Sasuke varcò la soglia di quel salotto in cui era piombato tante volte senza avvertire, ma questa volta lo fece in silenzio e con calma, il portone chiuso alle sue spalle attutì un poco la musica e le voci allegre nel giardino. Kisame non aveva acceso la luce, la grande vetrata bastava a rischiarare l'ambiente, Sasuke dovette aspettare qualche istante per abituarsi alla penombra e scorgerlo mentre metteva i bicchieri in lavastoviglie.
"Ti aiuto."
"Non è necessario, ho finito. Hai il diritto di goderti la tua festa" Il sorriso di Kisame, però, apparve tirato.
Sasuke sospirò rumorosamente incrociando le braccia, prima di sparare al proiettile meno doloroso sarebbe stato: "Io la festa posso gustarmela fino in fondo e anche tu. Ma Itachi? Questo è il compleanno più bello mai avuto in vita mia, non finirò mai di esservi grato. Ma cosa rimarrà a mio fratello di uno dei miei giorni migliori?"
Kisame si sentì trasformare il corpo in pietra vedendo gli occhi di Sasuke diventare lucidi : "Dai, vieni a sederti un attimo sul divano."
"Ho già parlato di tutto questo con Naruto" Kisame appena il moro si fu seduto "Mi serviva un suo consiglio in merito."
Sasuke lo guardava ma l'altro aveva gli occhi puntati a terra : "E cosa ti ha detto?"
"Di non dimenticarci le parole di Shisui davanti a Tsunade quando Itachi era appena svegliato" il ghiaccio adesso incrociò l'ossidiana "Dobbiamo accettare Itachi per quello che è se vogliamo che sia felice."
Sasuke si infiammò, colpì la seduta del divano con i pugni alzando la voce : "Non è possibile che Naruto abbia suggerito questo, lui non sa cosa vuol dire essere senza gli occhi. E alla nostra di felicità chi ci pensa?" Il moro emise un sospiro cercando di calmarsi "Mi dispiace Kisame, io credevo di potercela fare ma mi ero sbagliato."
Anche Kisame lasciò andare un sospiro dando la risposta dopo averci pensato diversi secondi: "In realtà, Naruto ha proposto anche qualcos'altro."
Aspetto che lo sguardo di Sasuke fosse di saldo nuovo nel suo prima di dare le comodi: "Mi organizzerebbe un incontro con Kabuto se io volessi, la sua esperienza nella robotica potrebbe essere di nuovo d'aiuto."
"Kis ti rendi conto che nel caso tu prendessi questa decisione che dovrebbe parlarerne con Ita dicendogli ogni cosa?
"Lo so, ma quell'uomo ha qualcosa che non mi piace, Sasuke, anche se io per primo non riesco a capirne il motivo" Lo sguardo di Kisame tornato sulle mattonelle "Itachi sogna quasi ogni notte la mia voce che inveisce contro di lui e non ho avuto il coraggio nemmeno dirgli la verità su questo."
Un boato di esclamazioni esplose all'esterno, gli invito si misero a invocare il festeggiato che era sparito da troppo tempo.
"Vai, ti porto la torta e un bel coltello" Il sorriso di Kisame stavolta apparve sereno mentre posava una grossa mano sulla gamba di Sasuke.
Il moro si rilassato rincuorato verso la porta, il bel viso finalmente finito e pronto a godersi quello che si meritava. Prima di aprirla si voltò di nuovo indietro: "Kisame, così che oggi riceverò un sacco di bellissimi regali anche se ancora non li ho visti, ma se accetterai la proposta di Naruto quello più stupendo il tuo."
Di regali Sasuke ne ricevette davvero una valanga e tutti meravigliosi, stette quasi un'ora a scartarli mentre tutti si erano seduti per gustarsi la torta fatta da Sakura. Tuttavia lui si scioglieva di fronte a chi dona letteralmente una parte di sé. Per questo a rimanergli maggiormente impressi furono il ritratto che gli aveva fatto Sai, la bambolina di legno sempre a sua immagine creata da Sasori, la collezione di CD con la migliore musica di Tayuya, il buono per comprarsi l'impossibile on line di Naruto, il rubino a forma di cuore che Sakura gli infilò al dito e il bracciale di cuoio con la candida e cangiante Pietra della Luna allacciato al polso dal suo Nii – san.
Sasuke avrebbe voluto che quella giornata non finisse mai, tutti i sogni del solitario sé ragazzino che sognava di essere pieno di amici e di affetto si erano realizzati. Ci fu l'aperitivo, la cena, poi il giardino di Kisame fu invaso da lampeggianti luci colorate mentre tutti continuavano a ballare. Gli unici quattro che non lo ebbero comunque il potere di far sciogliere di emozione Sasuke. Hidan, che offriva ogni sorta di delizia e bevuta alla moglie impegnata alla consolle mentre lei lo ringraziava con baci e sorrisi. Madara seduta in grembo a Kakuzu mentre si scambiavano piccoli dolcetti guardandosi negli occhi.
Non doveva finire con lo spettacolo pirotecnico di Deidara, le bellissime fontane trasformarono il vialetto di Kisame in un tunnel dagli infiniti colori, osservandolo dall'interno sembrava non avere una fine. Erano alte oltre quattro metri, posizionate in modo che una e l'altra non ci fosse il minimo spazio, chi entrava in quella magica galleria senza confini fatta di tinte brillanti che si susseguivano come se fosse una fredda fiamma arcobaleno, non poteva fare altro che restare prigioniero della bellezza. Akira seduto letteralmente paralizzato mentre Izuna scattava la più bella foto della serata: Akira in braccio al papà che guardava estasiato quell'arcobaleno che andava a riflettersi nei suoi occhioni sgranati, Rin sorridente che gli tenva la manina. Gli auguri che ricevette Sasuke furono di più delle scintille colorate volate in ogni direzione. Qualche vicino curioso si era affacciato alla recinzione scattando addirittura qualche foto, Sasuke li scorse sentendosene onorato.
Nii -san, tu ci hai attesi fuori dal tunnel di luce. Per te non aveva senso stare lì.
Non finì quando Kisame prese stuoie, cuscini e teli da mare per ammirare le stelle e la Via Lattea che passava proprio sopra la sua casa, un fenomeno come quello accadeva solo in piena estate, d'inverno l'effetto era completamente diverso. Si addormentarono tardissimo abbracciati cullati dal canto dei grilli e dell'assiolo, immersi nella tipica mitezza delle serate di piena estate. Una notte magica come nessuno di loro aveva mai vissuto.
Ed è stata la mia.
Andò addirittura oltre il giorno del compleanno di Sasuke, la mattina fecero colazione insieme nel salotto di Kisame.
Manca davvero poco affinché sia tutto davvero perfetto, un solo passo. Perché non provare a farlo?
Il sorriso di Sasuke fu sincero, era stata una giornata speciale non solo perché la sua.
