Tutti i personaggi di
CardCaptor Sakura appartengono alle Clamp.
Questa storia pero' appartiene a ME!
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Gli scavi procedevano bene. Ormai l'edificio era affiorato esponendo ai sacrileghi l'entrata invitante e cupa.
Fujitaka Kinomoto si asciugó la fronte osservando l'affaccendarsi dei componenti della spedizione intorno all'antica costruzione.
Il sogno della sua vita, partecipare ad uno scavo archeologico, si era realizzato grazie a questa scoperta inaspettata venuta alla luce a causa delle recenti scosse sismiche.
Ora dopo mesi di scavi ininterrotti l'entrata era stata trovata e ci si accingeva ad accedervi.
"Dottor Kinomoto?"
Fujitaka si voltó e vide che la spedizione attendeva il suo capo.
L'interno era saturo con un odore di chiuso, tutto era ricoperto da una coltre di polvere. Le pareti erano piene di strani simboli curvi.
Giunsero nella stanza principale, una sala rettangolare al cui centro stava un blocco di pietra lavorata e levigata. In cima a questo stava un'anfora.
Fujitaka si avvicinó lentamente all'altare, sul quale c'erano delle iscrizioni che peró non si potevano leggere chiaramente a causa della polvere. Allora per rimediare passó la mano sopra la superficie urtando l'anfora che cadde a terra in mille pezzi.
S'inchinó su di esse sconfortato da tale perdita ma nel atto di raccoglierli si arrestó. Qualcosa aveva attirato la sua attenzione.
Tra i cocci c'era un lucichio cremisi. Lo raccolse tra le mani con reverenza: un ciondolo di fine fattura con incastonato un magnifico rubino. Un raggio di luce lo toccó riflettendosi sulle pareti tingendole di rosso.
A Fujitaka parve di sentirlo pulsare nelle sue mani.
Fuori dalle rovine, il cielo s'oscuró improvvisamente.
"Fratello, non farlo. Non andare, ti prego!" cercó di trattenerlo sia con le parole che con le azioni. L'altro si svincoló con violenza dalla sua stretta. "Adesso basta! Mi hai seccato! Ho deciso e non riuscirai a farmi cambiare idea!"
I suoi occhi sfavillavano di una luce quasi ossessa.
Si ritrasse sgomentato da tale cambiamento nel suo adorato fratello.
Lo lasció andare. Rimase ad osservarlo imbarcarsi e partire.
Strinse i pugni e alzó il volto al crepuscolo. Prese la sua decisione. Si avvió con risoluzione.
La porta dell'aula si spalancó attirando l'attenzione momentanea dei suoi occupanti che salutarono la nuova arrivata.
La ragazzina crolló sul suo banco ansimando.
"Buon giorno Sakura! Anche oggi ce l'hai fatta in tempo" la salutó la sua vicina nonchè migliore amica Tomoyo sorridendo.
"...giorno..." boccheggió lei riprendendo fiato.
"Ogni giorno la stessa storia. Comè che arrivi sempre tardi? Potresti svegliarti prima" la sgridó Shaoran corruciato.
"Lo so, hai ragione. Io ci provo ma..."
Li sospiró "Sei senza speranze"
Sakura rise imbarazzata "Quando fai cosí assomigli a Touya..."
"Cosa?!" Shaoran esplose indignato.
Tomoyo rise divertita
Era risaputo l'antipatia che provavano il fratello di Sakura ed il suo ragazzo uno nei confronti dell'altro, tanto che all'inizio del loro rapporto erano arrivati quasi alle mani. Anche adesso che il ragazzino frequentava regolarmente Sakura, Touya non lo vedeva troppo di buon occhio ma s'era ormai rassegnato.
"Ragazzi, un pó di silenzio"
L'insegnante entró in classe. "Vi presento un vostro nuovo compagno, Akbar Khan. Viene dall'India e partecipa ad un'organizzazione di gemellaggio tra la nostra scuola e la sua. Trattatelo bene, mi raccomando. Khan, puoi sederti nel banco vicino a Li"
Il nuovo arrivato si sedette al posto indicatogli, sotto gli occhi incuriositi dei suoi compagni.
Era un bel ragazzino dalla pelle color castano ed i suoi occhi scuri scintillavano di intelligenza. Portava i capelli lunghi raccolti con un laccio di cuoio rosso. Sulla fronte aveva uno specie di neo rosso tipico del suo popolo.
Le lezioni iniziarono.
"Non mi piace" dichiaró Shaoran durante la pausa.
"Cosa?" chiese Sakura.
"Khan Akbar!"
"Perché?" si meraviglió lei.
Shaoran prese il contenitore del pranzo che gli porgeva, pranzo che Sakura aveva preparato con le sue mani la sera prima.
"Avverto qualcosa di strano in lui"
"Davvero? Io non avverto nulla"
Shaoran sospiró "Sei la solita ingenua. Non avevi avvertito nulla di strano neppure nella Signorina Mizuki ne in Eriol, se ben ricordi" Le fece notare.
"Beh ma... mi sono piaciuto subito entrambi... e poi non erano cattivi!"
"Giá, per nostra fortuna peró allora non lo sapevamo e tu non avevi dato retta al mio consiglio di fare attenzione"
Difatti sia la Signorina Mizuki che Eriol avevano creato delle difficoltá a Sakura, ma solo per metterla alla prova, con l'obiettivo di aiutarla a maturare e rafforzarne i poteri crescenti.
"Tu sei troppo pessimista" contestó Sakura
"E tu troppo ingenua!"
Si fissarono.
Shaoran prese il pranzo ed inizió a mangiare in silenzio, il volto corruciato.
Sakura seguí il suo esempio.
"Davvero? Strano, non noto nulla di strano in Khan" le rispose Tomoyo dopo che Sakura le ebbe riferito la conversazione avuta con Shaoran.
"Lo so, neppure io ma sai comè fatto Shaoran"
"Secondo me è troppo apprensivo. Vedrai che si sta sbagliando. E voi farete presto pace" la rassicuró
"Hai lezione di canto anche oggi?" chiese Sakura per cambiar discorso.
Tomoyo annuí
"Terrai un concerto?"
"Si, un asolo con accompagnamento al piano per il ballo"
"É vero, il ballo!"
"Ci andrai con Shaoran, vero?"
Sakura arrossí
"Hai giá pensato all'abito?"
"No..."
Tomoyo le prese le mani tra le sue.
"Ti prego, permettimi di confezionartelo!"
Sakura fissó la sua amica, a cui lucicavano gli occhi, per poi cadere a terra imbarazzata quando questa dichiaró:
"E poi ti riprenderó in tutto il tuo splendore!"
Era risaputo che uno degli hobby di Tomoyo era riprendere la sua adorata Sakura in qualsiasi momento per poi creare dei filmini che custodiva gelosamente. Qualsiasi scusa era buona per brandire la fedele telecamera digitale e Tomoyo non perdeva occasione per farlo e anzi si rammaricava quando perdeva anche una sola delle geste eroiche della Card Captor. Anche se ultimamente ció accadeva di rado per cui Tomoyo approfittava di qualsiasi occasione che le si presentava per seguire il suo hobby ed il ballo era l'occasione perfetta.
"Allora ciao e buon lavoro!"
"Ciao ciao e vedi di far pace con Li!"
Le due amiche si lasciarono per andare a frequentare ognuna la sua attivitá extra scolastica.
"Tomoyo?"
Si giró al sentire il suo nome.
"Khan! Ciao!"
Il ragazzo le sorrise timidamente.
"Posso aiutarti?" gli chiese premurosa notandolo esitare
"Ecco... sapresti dirmi dove posso trovare la Signorina Yuko?"
"Non c'é proprio nulla di strano in Khan" pensó tra se Tomoyo dopo che lo ebbe lasciato dirigendosi verso l'aula di musica.
Non si accorse che il ragazzo la fissava andar via.
Sakura sospiró, distesa sul letto.
Cerberus, uno dei guardiani del Clow Book, la osservó preoccupato volteggiando nell'aria. Dato che rimanere nella sua forma reale sarebbe stato scomodo, ingombrante nonché intimidante, ora aveva le sembianze di un buffo animaletto giallo con le ali. Doveva inoltre rimanere in incognito perché seppur Touya conoscesse la sua vera identitá, il padre di Sakura la ingnorava.
"Sakura? Cos'hai?"
La ragazzina sospiró di nuovo, ma alle domande insistenti di Kero-chan la storia venne a galla.
"Uhm... secondo me Shaoran si stá preoccupando troppo. Ora che i guai sono risolti ed é tornata la pace, si annoia e perció s'immagina ció che non c'é. Non preoccuparti, vedrai che rinverá e tutto si sistemerá" la rassicuró.
Sakura annuí. Si sentiva giá sollevata, perché le parole di Kero-chan le suonavano sensate e veritiere.
"Vado in cucina a fare del tea"
"E non dimenticarti i biscotti!"
"Va bene"
Sakura uscí dalla stanza canticchiando e non sentí Kero-chan che mormorava tra se:
"Eppure Shaoran non é il tipo... ed é abbastanza percettivo..."
Shaoran sospiró.
Possibile che Sakura fosse cosí ingenua? Eppure era proprio questa una delle qualitá che Li apprezzava in lei. Sakura sprigionava una purezza d'animo che non le permetteva di dubitare di nessune e di riversare su chiunque buona fede. Proprio per questo le voleva bene e sentiva l'obbligo di proteggerla.
Tiró fuori la Bussola dei venti e concentrandosi pose il suo quesito. Subito il talismano s'illuminó indicandone la risposta.
Li alzó il volto preoccupato.
"Il pericolo c'é... e proviene da occidente..."
Erano scoccate da poco le diciotto. Il cielo poco per volta s'imbruniva e la sera calava sulla tranquilla cittadina mentre i suoi ignari abitanti sbrigavano le ultime faccende prima di rincasare. Invisibile a tutti, un'ombra osservava dall'alto della Torre il loro affacendarsi pensando tra se a quanto assomigliassero a delle formiche.
Un sorriso sinistro illuminó il suo volto.
"Sará davvero divertente portarne scompiglio, vero Turnel?" disse al compagno accarezzandone la testa smeralda. Questa sibiló.
Il volto rivolto ad oriente, la figura spiccó un balzo nel vuoto e scomparve.
Questa storia pero' appartiene a ME!
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Gli scavi procedevano bene. Ormai l'edificio era affiorato esponendo ai sacrileghi l'entrata invitante e cupa.
Fujitaka Kinomoto si asciugó la fronte osservando l'affaccendarsi dei componenti della spedizione intorno all'antica costruzione.
Il sogno della sua vita, partecipare ad uno scavo archeologico, si era realizzato grazie a questa scoperta inaspettata venuta alla luce a causa delle recenti scosse sismiche.
Ora dopo mesi di scavi ininterrotti l'entrata era stata trovata e ci si accingeva ad accedervi.
"Dottor Kinomoto?"
Fujitaka si voltó e vide che la spedizione attendeva il suo capo.
L'interno era saturo con un odore di chiuso, tutto era ricoperto da una coltre di polvere. Le pareti erano piene di strani simboli curvi.
Giunsero nella stanza principale, una sala rettangolare al cui centro stava un blocco di pietra lavorata e levigata. In cima a questo stava un'anfora.
Fujitaka si avvicinó lentamente all'altare, sul quale c'erano delle iscrizioni che peró non si potevano leggere chiaramente a causa della polvere. Allora per rimediare passó la mano sopra la superficie urtando l'anfora che cadde a terra in mille pezzi.
S'inchinó su di esse sconfortato da tale perdita ma nel atto di raccoglierli si arrestó. Qualcosa aveva attirato la sua attenzione.
Tra i cocci c'era un lucichio cremisi. Lo raccolse tra le mani con reverenza: un ciondolo di fine fattura con incastonato un magnifico rubino. Un raggio di luce lo toccó riflettendosi sulle pareti tingendole di rosso.
A Fujitaka parve di sentirlo pulsare nelle sue mani.
Fuori dalle rovine, il cielo s'oscuró improvvisamente.
"Fratello, non farlo. Non andare, ti prego!" cercó di trattenerlo sia con le parole che con le azioni. L'altro si svincoló con violenza dalla sua stretta. "Adesso basta! Mi hai seccato! Ho deciso e non riuscirai a farmi cambiare idea!"
I suoi occhi sfavillavano di una luce quasi ossessa.
Si ritrasse sgomentato da tale cambiamento nel suo adorato fratello.
Lo lasció andare. Rimase ad osservarlo imbarcarsi e partire.
Strinse i pugni e alzó il volto al crepuscolo. Prese la sua decisione. Si avvió con risoluzione.
La porta dell'aula si spalancó attirando l'attenzione momentanea dei suoi occupanti che salutarono la nuova arrivata.
La ragazzina crolló sul suo banco ansimando.
"Buon giorno Sakura! Anche oggi ce l'hai fatta in tempo" la salutó la sua vicina nonchè migliore amica Tomoyo sorridendo.
"...giorno..." boccheggió lei riprendendo fiato.
"Ogni giorno la stessa storia. Comè che arrivi sempre tardi? Potresti svegliarti prima" la sgridó Shaoran corruciato.
"Lo so, hai ragione. Io ci provo ma..."
Li sospiró "Sei senza speranze"
Sakura rise imbarazzata "Quando fai cosí assomigli a Touya..."
"Cosa?!" Shaoran esplose indignato.
Tomoyo rise divertita
Era risaputo l'antipatia che provavano il fratello di Sakura ed il suo ragazzo uno nei confronti dell'altro, tanto che all'inizio del loro rapporto erano arrivati quasi alle mani. Anche adesso che il ragazzino frequentava regolarmente Sakura, Touya non lo vedeva troppo di buon occhio ma s'era ormai rassegnato.
"Ragazzi, un pó di silenzio"
L'insegnante entró in classe. "Vi presento un vostro nuovo compagno, Akbar Khan. Viene dall'India e partecipa ad un'organizzazione di gemellaggio tra la nostra scuola e la sua. Trattatelo bene, mi raccomando. Khan, puoi sederti nel banco vicino a Li"
Il nuovo arrivato si sedette al posto indicatogli, sotto gli occhi incuriositi dei suoi compagni.
Era un bel ragazzino dalla pelle color castano ed i suoi occhi scuri scintillavano di intelligenza. Portava i capelli lunghi raccolti con un laccio di cuoio rosso. Sulla fronte aveva uno specie di neo rosso tipico del suo popolo.
Le lezioni iniziarono.
"Non mi piace" dichiaró Shaoran durante la pausa.
"Cosa?" chiese Sakura.
"Khan Akbar!"
"Perché?" si meraviglió lei.
Shaoran prese il contenitore del pranzo che gli porgeva, pranzo che Sakura aveva preparato con le sue mani la sera prima.
"Avverto qualcosa di strano in lui"
"Davvero? Io non avverto nulla"
Shaoran sospiró "Sei la solita ingenua. Non avevi avvertito nulla di strano neppure nella Signorina Mizuki ne in Eriol, se ben ricordi" Le fece notare.
"Beh ma... mi sono piaciuto subito entrambi... e poi non erano cattivi!"
"Giá, per nostra fortuna peró allora non lo sapevamo e tu non avevi dato retta al mio consiglio di fare attenzione"
Difatti sia la Signorina Mizuki che Eriol avevano creato delle difficoltá a Sakura, ma solo per metterla alla prova, con l'obiettivo di aiutarla a maturare e rafforzarne i poteri crescenti.
"Tu sei troppo pessimista" contestó Sakura
"E tu troppo ingenua!"
Si fissarono.
Shaoran prese il pranzo ed inizió a mangiare in silenzio, il volto corruciato.
Sakura seguí il suo esempio.
"Davvero? Strano, non noto nulla di strano in Khan" le rispose Tomoyo dopo che Sakura le ebbe riferito la conversazione avuta con Shaoran.
"Lo so, neppure io ma sai comè fatto Shaoran"
"Secondo me è troppo apprensivo. Vedrai che si sta sbagliando. E voi farete presto pace" la rassicuró
"Hai lezione di canto anche oggi?" chiese Sakura per cambiar discorso.
Tomoyo annuí
"Terrai un concerto?"
"Si, un asolo con accompagnamento al piano per il ballo"
"É vero, il ballo!"
"Ci andrai con Shaoran, vero?"
Sakura arrossí
"Hai giá pensato all'abito?"
"No..."
Tomoyo le prese le mani tra le sue.
"Ti prego, permettimi di confezionartelo!"
Sakura fissó la sua amica, a cui lucicavano gli occhi, per poi cadere a terra imbarazzata quando questa dichiaró:
"E poi ti riprenderó in tutto il tuo splendore!"
Era risaputo che uno degli hobby di Tomoyo era riprendere la sua adorata Sakura in qualsiasi momento per poi creare dei filmini che custodiva gelosamente. Qualsiasi scusa era buona per brandire la fedele telecamera digitale e Tomoyo non perdeva occasione per farlo e anzi si rammaricava quando perdeva anche una sola delle geste eroiche della Card Captor. Anche se ultimamente ció accadeva di rado per cui Tomoyo approfittava di qualsiasi occasione che le si presentava per seguire il suo hobby ed il ballo era l'occasione perfetta.
"Allora ciao e buon lavoro!"
"Ciao ciao e vedi di far pace con Li!"
Le due amiche si lasciarono per andare a frequentare ognuna la sua attivitá extra scolastica.
"Tomoyo?"
Si giró al sentire il suo nome.
"Khan! Ciao!"
Il ragazzo le sorrise timidamente.
"Posso aiutarti?" gli chiese premurosa notandolo esitare
"Ecco... sapresti dirmi dove posso trovare la Signorina Yuko?"
"Non c'é proprio nulla di strano in Khan" pensó tra se Tomoyo dopo che lo ebbe lasciato dirigendosi verso l'aula di musica.
Non si accorse che il ragazzo la fissava andar via.
Sakura sospiró, distesa sul letto.
Cerberus, uno dei guardiani del Clow Book, la osservó preoccupato volteggiando nell'aria. Dato che rimanere nella sua forma reale sarebbe stato scomodo, ingombrante nonché intimidante, ora aveva le sembianze di un buffo animaletto giallo con le ali. Doveva inoltre rimanere in incognito perché seppur Touya conoscesse la sua vera identitá, il padre di Sakura la ingnorava.
"Sakura? Cos'hai?"
La ragazzina sospiró di nuovo, ma alle domande insistenti di Kero-chan la storia venne a galla.
"Uhm... secondo me Shaoran si stá preoccupando troppo. Ora che i guai sono risolti ed é tornata la pace, si annoia e perció s'immagina ció che non c'é. Non preoccuparti, vedrai che rinverá e tutto si sistemerá" la rassicuró.
Sakura annuí. Si sentiva giá sollevata, perché le parole di Kero-chan le suonavano sensate e veritiere.
"Vado in cucina a fare del tea"
"E non dimenticarti i biscotti!"
"Va bene"
Sakura uscí dalla stanza canticchiando e non sentí Kero-chan che mormorava tra se:
"Eppure Shaoran non é il tipo... ed é abbastanza percettivo..."
Shaoran sospiró.
Possibile che Sakura fosse cosí ingenua? Eppure era proprio questa una delle qualitá che Li apprezzava in lei. Sakura sprigionava una purezza d'animo che non le permetteva di dubitare di nessune e di riversare su chiunque buona fede. Proprio per questo le voleva bene e sentiva l'obbligo di proteggerla.
Tiró fuori la Bussola dei venti e concentrandosi pose il suo quesito. Subito il talismano s'illuminó indicandone la risposta.
Li alzó il volto preoccupato.
"Il pericolo c'é... e proviene da occidente..."
Erano scoccate da poco le diciotto. Il cielo poco per volta s'imbruniva e la sera calava sulla tranquilla cittadina mentre i suoi ignari abitanti sbrigavano le ultime faccende prima di rincasare. Invisibile a tutti, un'ombra osservava dall'alto della Torre il loro affacendarsi pensando tra se a quanto assomigliassero a delle formiche.
Un sorriso sinistro illuminó il suo volto.
"Sará davvero divertente portarne scompiglio, vero Turnel?" disse al compagno accarezzandone la testa smeralda. Questa sibiló.
Il volto rivolto ad oriente, la figura spiccó un balzo nel vuoto e scomparve.
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