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Ormai a Shaoran mancava poco da vivere. Poche ore soltanto. Non sarebbe soppravvissuto la notte, non avrebbe rivisto il giorno.
Almenoché non accadesse un miracolo. Ma la situazione era disperata e la cittá minacciata. Forse neppure loro sarebbero vissuto molto piú a lungo di lui. Magari sarebbero morti insieme cosí lei non avrebbe dovuto vivere il resto della vita da sola. Magra consolazione.
In realtá se per Shaoran non c'era piú nulla da fare, poteva almeno provare a salvare la cittá. Sapeva che lui lo avrebbe voluto.
Sakura guardó il ragazzo profondamente addormentato. Sperava soltanto che lui non soffrisse piú ma il veleno era impietoso e d'ogni tanto Shaoran si dimenava in preda al dolore. Neppure le medicine alleviavano piú il suo tormento. Era grata quando il ragazzo perdeva coscienza, se non altro per un breve tempo poteva dimenticarsi il dolore perso nell'oblio.
"Kero-chan, esiste una carta della guarizione?" Domanda futile ma doveva farla.
"Mi spiace, Sakura, ma non esiste" le rispose la vocina tristemente.
Gli altri l'avevano lasciata sola con Shaoran per l'ultima volta. Soltanto il piccolo Kero-chan era rimasto a farle compagnia.
Qualcuno bussó alla porta.
"Sakura? E' ora di andare"
La ragazza si asciugó gli occhi e si alzó. Guardó l'amato per l'ultima volta con tristezza infinita.
Gli sfioró la pallida guancia con labbra tremanti.
"Addio Shaoran. Io... ti voglio bene..."
La porta si aprí e ne emerse Sakura.
Tomoyo trattenne un'esclamazione. L'amica sembrava profondamente cambiata: i suoi
occhi erano un mare di tristezza ma il volto una maschera di determinazione. Indossava
l'abito da combattimento di Shaoran che le andava un pó grande ma che portava
con orgoglio.
"Andiamo" disse con fermezza.
Erano ormai giunti alla conclusione che Sheere era posseduto da uno spirito maligno che lo manovrava a piacimento. Essendo venuto in possesso del gioiello misterioso, l'influenza s'era fatta possente annullandone completamente la volontá. Non esisteva il modo di annientare il maligno senza arrecar danno a Sheere. Ma ci potevano provare.
Sull'alto della torre una figura attendeva trepidante mentre il crepuscolo sanguinante
cedeva il posto alla notte oscura.
Finalmente dopo lunghi anni di attesa la sua vendetta stava per compiersi su colui
che lo aveva umiliato ed imprigionato in una barra di ghiaccio eterno. La vendetta
é un piatto che va gustato freddo.
Aveva avuto abbondante tempo per nutrire il suo profondo rancore e progettare
la sua vendetta divenuta ormai la sua unica ragione di vita. Vita. Se si poteva
definire tale la sua esistenza di cui il suo corpo era ancora rinchiuso tra i
ghiacci e la sua anima dentro un gioiello.
Per fortuna il fato fece si che un suo lontano discendente spinto dalla curiositá
non rispettasse i divieti e si addentrasse nella sua cella risvegliandolo dal
suo torpore. Era stato facile scoprire il suo punto debole e far pressione su
di esso. Vaghe promesse di potere alimentate da una prova tangibile della sua
buona fede ed il patto era stato stipulato. Il ragazzo aveva fatto tutto ció che
gli era suggerito ignaro del fatto che in realtá era un cavallo di Troia e pian
piano la volontá aliena s'era fusa con la sua ignara fino ad annullarla completamente.
Col ritrovamento del gioiello aveva preso pieno possesso sia del giovane corpo
che s'era fuso con la sua anima sia dei suoi poteri.
Ormai nulla poteva piú fermare la sua vendetta, poco importava se ci andavano
di mezzo degli innocenti.
Rise alla fredda luna sua gelida spettatrice.
La figura interruppe la sua contemplazione degli astri osservando con disprezzo
coloro che osavano sfidarlo. Erano dei semplici ragazzini, fanciulli ai suoi occhi
seppur dodati di una discreta magia.
I suoi occhi dorati si socchiusero mentre li esaminó piú attentamente. Aveva riconosciuto
qualcosa di famigliare in loro ma non capiva.
Il ragazzo si, fratello di colui a cui aveva rubato corpo ed essenza. Ma la ragazzina,
l'uomo alato e il felino dorato? Si concentró su di essi.
"Dové Clow Leed?" esigette "Vi avevo detto di portarmelo qui!"
Sakura si fece avanti brandendo saldamente lo scettro.
Non avevano progettato nessuna strategia, nessun piano che potesse portarli alla
vittoria poiché non conoscevano il nemico ma sapevano che era estremamente potente.
L'unica cosa certa era cercare di risvegliare Sheere dalla sua influenza e forse
ció avrebbe fermato anche lo stregone.
"Il Signor Clow... non esiste piú"
Questa notizia inattesa lo colse di sorpresa. Il suo piano non contemplava il
fatto che l'eterno rivale fosse scomparso prima di subire la sua vendetta.
Strinse i pugni dalla rabbia.
"Menti! Clow non puó essere morto! Egli non puó morire, é uno dei piú potenti
maghi al mondo!"
"Anche la magia non puó fermare lo scorrere del tempo" disse Yue con una vena
di tristezza.
"No, non puó essere!" negó lo stregone.
Non poteva concepire la realtá dei fatti. Se Clow fosse davvero morto, che senso
avrebbe avuto vivere e complottare fino ad ora?
Aspetta! Clow non era uno stupido, avrá senz'altro previsto la propria fine e
ne avrá posto rimedio... La magia pulsava forte in quegli esseri ma soprattutto
nella ragazzina...
I suoi occhi si spalancarono. La ragazzina!
"Clow, ignobile essere! Com'hai potuto assumere simili fattezze?" esclamó.
Sakura sbatte gli occhi confusa.
"Ti sbagli! Sakura non é Clow!" si affrettó a smentire Cerberus.
"Non mentire! Riconosco la sua magia!"
"Il Signor Clow é morto, lasciandomi parte del suo potere attraverso questo scettro
e le ClowCards" spiegó ingenuamente la ragazza.
La rabbia cominció a bruciargli dentro. Come aveva potuto Clow fargli uno scherzo
simile? Una ragazzina, doveva affrontare in battaglia una ragazzina!
Un'idea gli brilló nella mente.
Ad un suo tacido comando le ombre apparvero. Un numero incalcolabile, un mare
d'oscuritá viva e decisamente minacciosa.
"Molto bene. Se le cose stanno cosí, vediamo cosa sai fare"
"Shield! Scudo!" ordinó Sakura e questo apparve avvolgendo i compagni. Le ombre
vi sbatterono contro.
"Niente male" ammise tra se lo stregone.
Le ombre continuarono ad attaccare scagliandosi contro lo scudo. Questione di
tempo prima che questo cedesse.
Sakura strinse i denti e guardó lo stregone che dall'alto della torre invocava
l'oscuritá. Le ombre si facevano sempre piú numerose e assidue.
La ragazza sgranó gli occhi quando si rese contro che lo stregone stava chiamando
a se le ombre degli abitanti della cittá. In questo modo non avrebbero avuto scampo,
sarebbe stato come avere tutta la cittá contro! Dovevano assolutamente fermarlo,
ora!
"Wood! Legno!" Creó una gabbia di legno per catturare le ombre. Per un attimo
parve funzionare ma questa si spezzó.
"Glow! Bagliore!" Piccole scintille di luce brillarono intorno a loro tenendole
a bada.
"Devi fare di meglio se vuoi battermi!" le consiglió lo stregone.
Debole, troppo debole. Davvero Clow Leed aveva ceduto i suoi poteri a questa ragazzina
inerme?
"Sakura, devi affrontarlo uno contro uno" le giunse la voce di Cerberus.
"Ma non posso! Altrimenti voi..."
"Non pensare a noi! Ce la caveremo da soli!"
Gli altri tre annuirono. Khan trasse la sciabola dal fodero.
"Vai!" La ragazza si decise.
Annulló lo scudo poiché era difficile controllare piú carte alla volta e lei aveva
bisogno di tutta la concentrazione possibile.
Cancelló dalla mente ogni preoccupazione, Shaoran e gli amici in pericolo, e si
concentró solo su quello che doveva fare.
"Affrontami!" gridó alla figura sulla torre.
La luce della luna fece brillare di determinazione i suoi occhi.
