DANCING IN DREAMS
Esporsi: Rinoa Heartilly

Trovare Seifer.

O il preside.

O qualcuno che potesse aiutarla.

A volte la lista delle nostre priorità rimane sconvolta da qualche evento inatteso.

Era partita da Timber con l'intento di andare al Garden di Balamb, ottenere che Seifer le presentasse il preside, ottenere l'aiuto dei Seed, e tornare a Timber immediatamente per buttarsi in un bagno caldo e crollare addormentata nel letto.

A volte pensare la metteva nei guai…e anche se nei guai ci si trovava spesso per altri motivi, quelli che si creava da sola erano molto più duri da sopportare e la lasciavano esausta dopo notti insonni in cui non faceva altro che quello…pensare.

Senza mai raggiungere una conclusione diversa, ma tornando sempre al punto di partenza.

Gli ultimi tre giorni erano stati un inferno; elaborare un piano perfetto per i Gufi del Bosco e poi stendersi sul letto ad aspettare un riposo più che meritato che non sarebbe arrivato; e la sua testa che si riempiva delle domande e dei dubbi che l'avevano perseguitata più o meno tutto l'inverno.

Certo un conto era immaginare quello che poteva succedere e un conto era sapere che qualcosa sarebbe successo.

L'avrebbe rivisto.

Dopo mesi di silenzio, era spuntato qualche giorno a prima, dicendole che forse poteva aiutarla ad ottenere che i Seed venissero inviati ai Gufi del Bosco.

Allora aveva iniziato a chiedersi, chi è Seifer? Cosa è Seifer?

Una domanda complicata e una risposta quasi introvabile. Cosa era? Cosa era stato, durante quell'estate? Lei non lo aveva amato. Di questo era sicura, ma i dubbi rimanevano....se non era amore, che cosa poteva essere? Era un amico? Era un buon amico, era qualcuno per cui si era presa una cotta, forse, ma quando? Se era successo era stato tanto, tanto tempo prima, non se lo ricordava se non vagamente. Non le era mancato poi tanto, durante l'inverno. Ma se lo avesse visto, che avrebbe fatto?

Che avrebbe detto? E soprattutto, che avrebbe sentito?

Era stanca. Così stanca che voleva solo ballare....avanzò qualche passo verso il centro della sala, tra le coppie che ballavano; erano i momenti in cui più aveva bisogno della madre che le era stata strappata dalle braccia. Alzò gli occhi, al cielo blu, scuro e infinito in cui, le avevano insegnato, allora, viveva sua madre; e chiese aiuto, per l'ennesima volta nella sua vita, per l'ennesima volta in quei mesi. Mamma...dammi un segno.

E cadde una stella.

Un desiderio, sua madre voleva che esprimesse un desiderio? Ci doveva pensare, quale sogno voleva si realizzasse? Erano troppi, erano così tanti.......forse....ridammi un sogno...

...e poi si sentì osservata.

Un ragazzo, appoggiato alla parete là in fondo, la fissava. Sembrava annoiato; sembrava scocciato dal fatto che lei lo avesse colto in fallo. Aveva anche lui visto la stella, la stessa che aveva visto lei?

Allora lo spirito era per entrambi. Indissolubilmente legati da una stella....che concetto romantico, era per questo che la notte delle stelle cadenti le spiagge si riempivano di persone che aspettavano una stella che cadesse?

Non aveva desiderato ballare prima? Lei era sola, lui era solo. La stella li aveva uniti.....un ballo solo, e poi sarebbe tornata ai suoi doveri.....

Lui scosse un poco le spalle.

Sorrise appena, incamminandosi verso di lui; era fratelli di stella, no? E lei aveva bisogno di dimenticarsi dei pensieri, e lui era annoiato.....

Basta scuse....vuoi ballare con lui, e basta.

Incontrò due occhi di ghiaccio, azzurissimi, sembravano freddi e distanti....lui era più alto di lei, fasciato nella sua divisa, magari sarebbe stato uno dei Seed che l'avrebbe aiutata? Si lasciò un momento ipnotizzare dalla gelida malinconia di quegli occhi; dalla bellezza mesta di quel ragazzo dai capelli spettinati che gli cadevano sul viso; poi tornò a guardarlo, lui sembrava a un sorriso lieve, mormorò, "sai che sei il più carino?"

Lui era davvero bello. Di una bellezza che sapeva di nostalgia di un tempo lontano, di un'anima che cerca affannosamente il senso del mondo in cui vive perchè non sente di farne parte.

Lui tacque soltanto, voltandosi piano per un altro sorso di vino.

Non ti piace essere disturbato, mmmh? Preferisci davvero un muro alla festa?

Una volta o l'altra, nella vita, bisogna pur esporsi, no?

Arriva il momento in cui devi lottare per quello che vuoi.

Il sorriso le rimase sul volto; delicatamente, chiese di nuovo, "balliamo?"

Il ragazzo rimaneva in silenzio. Lei non si lasciò atterrire dal suo modo di fare; aveva notato una strana malinconia nel modo in cui stava abbandonato contro la parete, una sorta di richiesta di non lasciarlo solo, pur lasciandolo in pace. Non le piaceva la malinconia. Era come un mondo in cui non poteva trovarsi a suo agio. Lei era allegra; lei era solare, e piena di vita -lei era Rinoa. Tutto ciò la rendeva Rinoa, anche l'insistenza con cui, di fronte all'impassibile silenzio del ragazzo davanti a lei, domandò di nuovo, "o balli solo con le ragazze che ti piacciono?".

Sei davvero testardo...ma non sai che hai a che fare con una professionista.

Sorrise dei suoi pensieri; e poi alzò piano un braccio, mentre i suoi bracciali tintinnavano; e mosse in circolo la mano davanti a lui cantilenando, "guardami negli occhi...ti piaccio...ti piaccio...ti piaccio".

Lui decise di ascoltarla proprio allora. La fissò negli occhi a lungo, senza mostrare una sola emozione, fino a quando lei si decise a chiedere, "non funziona?"

Era testarda, ma conosceva i suoi limiti.

Fu proprio quando stava per lasciar perdere, che lui mormorò quasi imbarazzato: "non so ballare".

La sua voce risuonava come un'antica melodia. Calda e profonda, come l'aveva immaginata.

Sorrise di nuovo. Era davvero tutto lì il problema, non sapeva ballare? Le sembrò che una delle difese che il ragazzo si era imposto si sgretolasse ai suoi piedi. "E' facile. Sto cercando una persona. E ho bisogno di qualcuno per il ballo. Non posso mica ballare sola!" Afferrò dolcemente la sua mano, tirandolo verso le altre coppie che ballavano. Sentiva la sua tensione, mentre lo trascinava con lei; sentì il suo nervosismo quando gli sistemò le mani, una sul fianco, l'altra nella sua; cercando di metterlo a suo agio, iniziò a muoversi piano, aspettando che lui seguisse.

E continuando a metterlo a suo agio quando le cadde addosso, quando non si rese conto che lei aveva iniziato una giravolta, e andò a sbattere contro di lei forte, facendole perdere l'equilibrio.

"Mi dispiace" mormorò lui, con la sua voce bassa e pacata. Sembrava stanco, fece per andarsene; ma Rinoa lo afferrò per il polso, stringendolo così forte da riuscire a sentire il suo battito; era accelerato, l'aveva forse agitato, messo in imbarazzo? Per favore aiutami a non fallire...

"Non preoccuparti. E' stato un mio errore, dovevo aspettare. Balla ancora con me; insieme ce la faremo. Fidati.". Lui non sembrò molto convinto; lei decise che forse doveva permettergli di guidare, forse così si sarebbe lasciato andare.....fidati, ok? Solo fidati, ce la faremo...

Lui sembrò rilassarsi; riuscì a muoversi in sincronia con lei, in sincronia con gli altri.....fino a quando andarono a sbattere con un'altra coppia.

Lei osservò lo sguardo smarrito di lui, quello irritato degli altri due ballerini.......non adesso che inizi a fidarti. Si voltò verso gli altri due, mostrò loro la lingua, e poi tornò a guardare il ragazzo triste, con un sorriso leggero sul volto.

Lui la guardò in modo strano...che si stava chiedendo, mentre fissava i suoi occhi malinconici su di lei e il suo sorriso? Lei si stava esponendo del tutto, aveva bisogno di sentire che qualcuno si fidava di lei, anche se era solo per qualche minuto, il tempo di un ballo, il tempo di condividere una stella, i secondi interminabili tra il suo sorriso fiducioso e ciò che fece lui poco dopo.

Lui riusciva a ballare, come se ne fosse sempre stato capace. Si fidava? Lei non lo sapeva, sembrava che lui riuscisse a sentire il ritmo e seguirlo senza un solo errore, e lei si ritrovò trasportata nel mondo a cui apparteneva....la musica, la danza, tutto ciò che annegava i pensieri nella meravigliosa sensazione di avere la fiducia di qualcuno.

Lui si fidava di lei.

Lei si era esposta e non era stata ferita....forse non erano che persone simili; lui nella sua infinita malinconia e lei nel suo incontenibile bisogno di avere fiducia in sè e negli altri, di sentire dentro di sè la fiducia degli altri. Forse allegria e malinconia non erano che maschere difficili da strappare, oramai fuse così tanto sulla pelle del loro viso da non lasciar vedere null'altro. Era negli occhi, era nella voce che doveva ritrovare lui? Ritrovare se stessa?

Era quasi commossa quando lui posò leggero una mano sulla sua schiena, sussurrando quasi divertito prima di passare alla giravolta successiva, "pronta?"

Era pronta? Le sembrava che lui le stesse chiedendo di più, era pronta ad esporsi di nuovo? Se lei aveva per un poco tranquillizzato la malinconia di lui, poteva lei scoprirsi di nuovo e fidarsi?

Sorrise di nuovo, sussurrò la sua risposta, lui la attirò di nuovo a sè. Era persa? Le note sfumarono, gli altri iniziavano una danza nuova....e loro erano lì fermi in mezzo alla sala, immersi nella fiducia. Era quello il posto dove doveva stare? Era quello che non era mai riuscita a fare con Seifer, fidarsi ed esporsi, a spingerla nel ballo di uno sconosciuto?

Sopra le loro teste ci fu un'esplosione di colori. Lo fissò ancora una volta, vide il suo viso distendersi in una smorfia che somigliava ad un sorriso, che amasse i fuochi d'artificio? A lei non piacevano, preferiva la luce naturale delle stelle, preferiva gli occhi delle persone che si illuminavano per le piccole cose. Era ancora malinconico, lui, ma era una malinconia che sapeva più di nostalgia. Simile alla sua....

Un agitarsi di braccia dietro di lui attirò la sua attenzione; Seifer. La chiamava? Accanto a lui un uomo anziano, con gli occhiali, uno stemma....era il preside? I gufi.....quando lui abbassò di nuovo gli occhi su di lei, sorrise, gli fece cenno di aspettarla, "scusa, devo andare, grazie per il ballo."

E gentilmente a malincuore si sciolse dal suo abbraccio.

Era felice?

Era una lezione da ricordare?

Lei non lo sapeva, forse non le interessava saperlo. Si incamminava a testa alta verso Seifer, verso il preside, verso i sogni che si sarebbero realizzati, per lei....per un momento si chiese, era la stella ad averla esaudita?

Aveva sempre sognato fiducia.

Aveva sempre sognato di potersi scoprire e non essere ferita, pur rimanendo vulnerabile.

Si fermò davanti a loro; era vicino, il suo sogno, così vicino da poterlo toccare....e mentre l'altro languiva in fondo a lei, un pensiero la attraversò veloce, come una stella, ....grazie a una stella.....

Nota dell'autrice: ed ecco finalmente tornata la parte di Rinoa. Indovinate? Non mi piace .. Non so che ci farò, non credo la toccherò ancora....in ogni caso, commenti come al solito bene accetti e non è ancora finita :P Il prossimo sarà un personaggio a sorpresa....o forse non tanto