Shisui non aveva mai fatto un'intervista per la televisione e, onestamente, pensava che fosse molto più facile e diverso.
Che vuoi che sia? Vado lì, mi siedo e rispondo alle domande.
In realtà non era stato esattamente così. Sebbene fosse stato invitato per parlare di Milky Way, le cose che aveva potuto decidere autonomamente erano state praticamente nulle. Anche se proponeva qualcosa di suo usando sé stesso, era come se niente gli appartenesse più, sia il libro che l'aspetto fisico.
Presentandosi nell'ufficio dell'emittente locale che gli aveva mandato l'invito, ne era uscito molto deluso. Avrebbero deciso loro non solo le domande da porgli, ma anche su quale stile avrebbe dovuto dare le risposte, le parole da usare e la direzione da prendere. La poesia da commentare era già stata scelta senza avvertirlo prima e, naturalmente, avrebbe dovuto indossare gli abiti forniti da loro e passare da sotto le mani di parrucchieri e truccatori già programmati.
"Cosa resta di genuino di me dopo tutto questo?" Shisui non aveva potuto fare a meno di esternare il suo disappunto. Anche se non poteva esimersi di piegarsi alla volontà dell'ingranaggio televisivo, almeno desiderava conoscerne i motivi.
"Signor Shisui, vedo che lei non ha la minima idea di come funziona il pubblico" il direttore riuscì a piegare le labbra in un ghigno senza far muovere la pipa "Dobbiamo dargli in pasto esattamente quello che si aspetta se spera di fare una pubblicità positiva al suo libro, la gente non vede di buon occhio tutto quello che va fuori dagli schemi. E poi lei è pagato anche grazie agli sponsor, penso che almeno debba contraccambiare indossando gli abiti e il make up che verranno citati."
Shisui accettò sospirando il copione che l'anziano gli consegnò da sopra la scrivania.
"Se lo studi bene, Shisui, mi raccomando" l'uomo lo squadrò massaggiandosi il pizzetto grigio con pollice e indice "Però vorrei che lei aggiungesse qualcosa di suo. Una curiosità, un piccolo scoop, qualcosa per attirare l'attenzione e farla notare. Niente di troppo eclatante altrimenti otterrebbe l'effetto contrario. Naturalmente a questo bonus che lei ci concede seguirà un piccolo extra. Ovviamente può rifiutarsi se non lo trova appropriato."
"D'accordo" a Shisui non era rimasto che accettare stringendo la mano rugosa e tempestata di macchie.
Non aveva potuto rinunciare a quell'ultima clausola dal momento che, proprio quella mattina, passando davanti a un negozio di elettronica, non era riuscito a resistere alla tentazione di prendersi una telecamera telescopica. Gli venne da ridere pensando all'uso che ne voleva fare. Mentre lui e Yahiko facevano l'amore, l'eccitazione gli impediva quasi sempre di godere appieno del corpo statuario del marito, ma ora avrebbe potuto farlo con calma grazie al sottilissimo filo nascosto in qualche punto strategico.
Il problema della revisione della macchina stava andando verso la risoluzione, il bonifico a Danzo lo aveva già inviato e a breve gli sarebbe stata fornita la nuova vettura dando indietro quella attuale. L'intervista, oltre ad essere fonte di guadagno essa stessa, avrebbe potuto incrementare le vendite di Milky Way se ben gestita. Allora perché non togliersi qualche piccolo sfizio?
Devo ammettere però che quel Sarutobi è l'ennesimo tipo che non mi convince.
Naturalmente dando la notizia a Yahiko, alla famiglia e a tutti gli amici, Shisui aveva sorvolato sugli aspetti che non gli piacevano dell'intervista. Incassò gli abbracci, i complimenti e le congratulazioni di tutti per due giorni consecutivi, l'entusiasmo delle persone che aveva intorno gli fece dimenticare tutti i cattivi pensieri con cui era uscito dall'ufficio di Sarutobi. Tutti gli promisero che si sarebbero presi la serata libera pur di ammirarlo sotto i riflettori.
"Non essere emozionato" lo tranquillizzò Tayuya abbracciandolo "Ti assicuro che quando sarai lì sentirai arrivare i nostri incoraggiamenti pur essendo distanti. È impossibile arrestare un flusso di emozioni così potenti, te lo dice una che davanti al pubblico ci finisce spesso."
Shisui imparò a memoria il copione in tempo record, nei due giorni che seguirono non aveva fatto altro che ripeterlo a Yahiko fino allo sfinimento. Il sapere in anticipo quale delle poesie gli avrebbero chiesto di prendere in esame gli aveva consentito di prepararsi psicologicamente su come e quanto avrebbe dovuto mettere a nudo la sua anima davanti a tutti, aveva potuto valutare quali aspetti tacerne e quali no. Tuttavia si era completamente dimenticato di pensare alla piccola esclusiva da proporre per farsi amare alla follia da chi lo avrebbe seguito da casa.
Avrei dovuto chiederlo a Naruto, è lui il fuoriclasse delle chiavi anche del cuore di chi non conosce.
Non gli era venuto in mente nemmeno mentre lo truccavano e pettinavano, era stato troppo immerso nella contrarietà di vedersi addosso quel completo blu inamidato, troppo da perfezionista e così lontano dal suo look abituale. Non era stato nemmeno soddisfatto del metodo che avevano adottato per mettere in evidenza i suggestivi angoli all'insù dei suoi occhi, lui di solito lo faceva in maniera più marcata ma decisamente più elegante.
Ecco perché la domanda sul bonus che aveva deciso di concedere a Sarutobi lo colse letteralmente come un fulmine a ciel sereno.
Mi hai visto
conoscere il mondo,
come un padre
mi insegnasti a giocare,
venivo da te
per gridarti il mio dolore,
venivo da te
per raccontarti la mia gioia.
Quante corse
sulla spiaggia
con te al mio fianco,
ci hanno separati
e ho creduto di morire,
mi sono immerso in te
e ho pensato di volare,
mi hai donato tramonti
e gli anni più belli.
All'improvviso
mi strappasti la vita
volevi restare tu
l'unico amore
nel mio cuore,
provai a cancellarti
ma da sempre
t'appartengo.
Non temere il mio odio,
vecchio saggio,
sia esso a dominarmi
o sia l'amore
sempre un forte sentimento
riempirà i miei occhi
guardando il tuo orizzonte,
indifferenza non sarà mai.
"Dedicata al mare" di Shisui Uchiha.
Gli occhi marroni dell'intervistatrice si sollevarono dalla cartellina rigida che aveva sulle ginocchia, durante la lunga pausa che seguì la lettura dei suoi versi, a Shisui era sembrato che fossero lucidi. Il moro si agitò su quella specie di piccionaia in metallo, lunga e sottile, su cui lo avevano costretto a sedersi, il silenzio della donna era persino più imbarazzante del sottofondo di pianoforte che avevano messo sotto le sue parole.
Non erano nate per questo.
L'applauso di quel pubblico che restava celato dal muro di luce generato dai riflettori, invece di dare sollievo a Shisui per aver spazzato via il silenzio, ebbe il potere di farlo sentire ancora più fuori luogo.
"Shisui, questo è decisamente uno dei componimenti più belli che lei abbia scritto. Ci parli di come è venuto alla luce."
Il caschetto biondo non si mosse nemmeno quando la donna inclinò la testa lateralmente senza staccargli gli occhi di dosso, chissà da quanti chili di lacca era tenuto insieme. Sorrideva in attesta di lui, chissà quanto c'era di vero in quell'espressione e se pensava sul serio quanto appena detto.
"È nata da diversi aspetti della mia giovinezza, l'ho scritta tanto tempo fa" Shisui cercò di non far trapelare dal viso quanti e quali vestiti stava per strappare alla sua anima lì davanti a tutti: "Sono stato un ragazzo molto solo per tanti anni, addirittura non avevo altro da fare che confidarmi con il mare…"
L'applauso lo costrinse a interrompersi, l'averla buttata sul sorriso non aveva funzionato, la sua anima nuda ora era lì davanti a tutti e, come aveva previsto Madara, veniva molto apprezzata.
Anche compresa?
"Tuttavia, quello tra me e il mare è stato un rapporto di amore e odio. Mio padre è stato tanti anni in Marina e, nonostante fosse un uomo abbastanza severo, ho sentito molto la sua mancanza. Avevo solo lui così sono finito spesso a passare anche mesi in casa da solo. Accusai il mare di avermelo portato via e di contendersi con me il suo amore…"
Altro applauso. L'anima sempre più nuda. Anche se Shisui sapeva già che avrebbe dovuto parlare di Dedicata al mare, non era stato in grado di prevedere l'impatto emotivo che questo gli avrebbe generato e nemmeno la reazione della gente.
Tu, Itachi, lo avresti indovinato senza sorprese?
Shisui ripartì appena gli fu possibile: "Comunque io ho sempre pensato che i sentimenti negativi e positivi siano direttamente proporzionali trasformandosi da uno all'altro e che la cosa peggiore del mondo non sia l'odio, bensì l'indifferenza…"
Ancora applausi.
L'intervistatrice riprese la parola: "Sembra che lei abbia sostituito l'amore per suo padre con quello per il mare e viceversa."
Ecco. L'anima nuda piace ma non viene capita. Sembra che la maggior parte delle persone siano semplicemente delle pervertite e che si fermino al solo gesto di togliere i vestiti. Quando si arriva a quello che c'è sotto non interessa più a nessuno.
"Non esattamente" Shisui si sentì invadere da un'inaspettata sicurezza "Volevo dire che i miei sentimenti sono sempre genuini e intensi in qualunque aspetto della vita. Non sono mai stato una persona superficiale, nemmeno da ragazzo."
Kisame si sentì stringere leggermente più forte dalle braccia di Itachi. Il moro gli stava accoccolato in mezzo alle gambe e appoggiato al petto come sempre quando leggeva per lui, seguivano l'intervista di Shisui dal divano di casa. Posò un bacio sulla testa corvina del marito che aveva sempre quel profumo dorato di ambra o zucchero di canna. Nonostante ormai tutti conoscessero Shisui e il suo passato, sentire parlare una persona che ha sofferto così tanto scatena sempre delle intense emozioni come se fosse la prima volta. Shisui e Itachi poi erano cresciuti praticamente in simbiosi fino ad un certo punto della loro vita, nonostante il dolore, i contrasti e gli anni trascorsi, il legame tra loro sarebbe comunque rimasto per sempre molto forte.
Ha ragione Shisui. Anche se i sentimenti cambiano colore sono sempre direttamente proporzionali.
Nonostante tutto Itachi era tranquillo e si stava godendo l'intervista del cugino completamente sereno e disteso, d'altronde era una tappa importante per l'ulteriore successo di Milky Way.
Kisame sorrise tra sé, anche se aveva momentaneamente mentito a Naruto per ottenere un colloquio con Kabuto, ormai sarebbe stata questione di una manciata di minuti. Avrebbe parlato con Itachi del suo desiderio una volta terminata l'intervista. Non era una bugia vera e propria ma solo una verità ritardata di qualche ora.
Te lo dovevo, Itachi.
Kisame sentì il marito sospirare lievemente per rilassarsi ulteriormente sul suo corpo, lo abbracciò baciandogli ancora la testa. Sì, al termine dell'intervista. Itachi sarebbe stato entusiasta come Kisame aveva promesso a Naruto.
"Ci parli un po' di lei, Shisui. Io penso che valga la pena vedere la vita attraverso gli occhi di qualcuno che sa elaborare le emozioni in un modo così meraviglioso. Il suo punto di vista non può che aiutare le persone che la stanno ascoltando." Qualcosa di terribilmente incalzante brillò negli occhi della donna dal caschetto biondo.
Shisui si sentì fermare il cuore, non riuscì ad impedire alla bocca di spalancarsi. Per fortuna si riprese dopo pochi secondi riassumendo un'espressione più decorosa, tuttavia la vista gli rimase appannata mentre percepiva il sangue che progressivamente gli abbandonava le mani e la faccia. Pregò di non svenire.
Però se succedesse sarebbe quasi una salvezza da questo impiccio.
Si era completamente dimenticato della piccola curiosità personale di cui aveva promesso di parlare. Non ci aveva proprio più pensato, gli era passato di mente subito dopo essere uscito dall'ufficio di Sarutobi mentre la sua unica preoccupazione era quella di liberarsi dall'intenso tanfo di fumo.
La donna inclinò di nuovo la testa nel tipico gesto di quando lo attendeva, la scintilla pressante dello sguardo si stava rapidamente trasformando in impazienza. Qualcuno tra il pubblico tossicchiò, seguì subito a ruota un altro che si schiarì la gola. Shisui cercò invano di vedere qualcosa attraverso il muro di luce, si era chiesto sin da piccolo per quale assurdo motivo alcuni gesti fossero contagiosi. Doveva riprendersi in pochi secondi se non voleva fare la figura del babbeo finendo a non vendere più nemmeno mezza copia di Milky Way.
"Conosco un cyborg."
"Prego?"
Silenzio di tomba. Punti interrogativi trattenuti con la camicia di forza.
Dannazione, cosa ho fatto?
Itachi si sentì fermare il respiro, sciolse l'abbraccio con cui aveva avvolto il busto di Kisame per mettersi seduto teso e attento, gli occhi neri sbarrati nella direzione da cui proveniva la voce del cugino. Gli sembrava di vederlo mentre si lanciava nella spiegazione data da Kabuto, due anni prima, secondo cui i cyborg già esistevano e ci circondavano anche nella vita di tutti i giorni. Shisui spiegò che, secondo lo scienziato, anche una persona che guida la macchina è un cyborg se si considera tutto l'insieme.
Kabuto aveva parlato di Itachi così e lui non lo aveva sentito perché era in coma.
La sua valvola aortica era uscita dalle mani di Kabuto e non glielo avevano detto. Era l'unico a non sapere niente.
Kisame aveva sempre affermato che quell'individuo non lo convinceva sin da quando aveva fatto la sua conoscenza in prima liceo.
"Tu e quell'individuo, me lo avete ucciso!"
Kisame gli aveva raccontato ogni cosa, compresa la festa di Capodanno da Kiba e l'equivoco con Sarana, di cui un Kabuto adolescente e nerd, aveva momentaneamente creduto di approfittare.
Ogni volta che aveva parlato del riflesso che Kabuto sapeva creare sulle lenti degli occhiali nascondendo lo sguardo, Kisame era rabbrividito.
Un applauso più lungo degli altri, l'aneddoto personale aveva fatto breccia. Milky Way aveva il futuro assicurato.
"Oggi si possono salvare tante vite in più grazie anche… ai cyborg." un sorriso nella voce dell'intervistatrice, forse il primo davvero sincero da quando la trasmissione era iniziata "Un abbraccio a suo cugino Itachi e un ringraziamento al signor Yakushi."
Altro applauso infinito.
"Perché, Kisame?" la quiete che Itachi mise in quella domanda contrastava con il cuore che gli batteva all'impazzata.
"Io… mi dispiace, Itachi." Kisame sembrò sgonfiarsi come un palloncino seguendo il sospiro che lasciò andare mentre abbassava lo sguardo "Non abbiamo potuto fare diversamente, era l'unico modo per salvarti la vita."
"Le parole che sogno ogni notte sono le tue." la voce suadente di Itachi sembrava ancora una carezza nonostante il calibro della conversazione "Tu parli al plurale. Chi c'era insieme a quell'individuo che credevi mi avrebbe ucciso?"
"Tsunade. Lei e Kabuto ti hanno operato insieme." La voce di Kisame tremò, non provava a cercare una soluzione per uscirne tanto non ne esisteva nemmeno una.
"Lo hai fatto per non perdere la faccia, Kisame? Ti vergogni per averli aggrediti davanti a tutti ingiustamente?" Itachi si era messo istintivamente di tre quarti voltandosi verso il marito, anche se spento, il suo sguardo ebbe il potere di mettere in soggezione Kisame.
"Ero disperato, va bene?" Kisame riprese vigore "Erano giorni che stavamo aspettando che tu ti riprendessi senza risultati, Tsunade stava iniziando a prepararmi all'eventualità che forse saresti rimasto in stato vegetativo. Ho anche cercato… di farla finita. Sarebbe successo se Naruto non mi avesse avvertito che ti eri svegliato."
"Tu sei fuori di testa, Kisame" Itachi gli voltò di nuovo le spalle, la voce gli si era fatta impercettibilmente più fredda "Dimmi la verità, non riesci ad accettare che Kabuto ottenga dei successi. Ti avrebbe dato più soddisfazione se fosse finito davvero con l'uccidermi?"
"Quando vuoi sai essere davvero crudele, Itachi!" nonostante l'intenzione di essere determinato, il tono di Kisame vacillò.
Non è questo, quell'uomo non mi piace e avrei voluto tenerlo lontano dalle nostre vite, non potevo certo immaginare che avresti potuto avere ancora bisogno di lui. Avevo deciso di parlarti di tutto alla fine dell'intervista ma non ho fatto in tempo. Se io ti avessi rivelato prima il mio pensiero, tu mi avresti chiesto il motivo della mia opinione negativa su di lui. Come avrei fatto a spiegartelo se non riesco a capirlo io per primo?
Prima che Kisame potesse elaborare questo pensiero per esporlo a Itachi in una forma più accettabile, sentì la seduta del divano scattare improvvisamente verso l'alto liberata dal peso del moro. Kisame fece appena in tempo a sollevare gli occhi di ghiaccio per vederlo sparire nel corridoio in direzione della camera. Itachi era veloce come il vento nonostante i suoi soliti movimenti flemmatici.
Quando Kisame lo raggiunse non trovò nient'altro che un fagotto di coperte, solo i lunghi capelli uscivano andandosi a spargere sul cuscino.
"Itachi?"
Nessuna risposta. Facendo un passo avanti Kisame si accorse che quel cartoccio informe tremava molto probabilmente di singhiozzi trattenuti. Sentì il cuore spaccarsi in due all'istante mentre prendeva la decisione di sedersi sul letto. Sia lui che Shisui gli avevano dato un duro colpo nello stesso momento. Kisame non non si domandò cosa sarebbe potuto accadere da lì in avanti, Itachi avrebbe potuto reagire in mille modi diversi. Adesso non poteva fare altro che allungare una mano per massaggiare quel misero involtino la cui felicità era stata disintegrata per l'ennesima volta.
Come faccio adesso a dirti che Kabuto dovrà metterti le mani addosso un'altra volta?
