Una grande luce.
Un grande caldo dentro, e poi il buio.
All'inizio, le parve di aver perso la vista; poi si accorse di non poter nemmeno parlare. Sentiva le voci e i rumori, Quistis che piangeva e chiamava Squall, e pronunciava il suo nome; ma non poteva muoversi. Non poteva aprire gli occhi, non poteva parlare.
Immobile come una bambola rotta in una posa innaturale.
Aveva sentito Squall avvicinarsi. Lo aveva sentito chinarsi accanto a lei, si era sentita scuotere prima dolcemente e poi con più forza.
Un momento di silenzio, la persona accanto a lei che si passava le mani fra i capelli.
E poi voci lontane, Selphie che mormorava qualcosa, Irvine che sembrava consolarla; che era successo? Qualcuno sembrava avvisarli di un pericolo, forse si stavano avvicinando altri cadetti? Si era sentita sollevare, qualcuno le aveva sistemato la testa, sì, lo ricordava bene; ricordava il tocco di una morbida pelliccia contro la guancia.
Squall....Squall la stava portando in braccio...?
Si sentiva così infinitamente debole, che le sembrò quasi naturale scivolare nel sonno; immobile e in silenzio, appoggiata contro di lui che sembrava sussurrarle qualcosa in maniera impercettibile, l'aria calda di Centra che le colpiva la pelle; allora erano fuori. Sentì il profumo del mare, mescolato all'odore pregno della giacca di pelle di Squall....si lasciò cullare nell'oblio, mentre al Garden si preparavano per curarla.
Dormirò solo un poco....
˜˜˜˜
Dove si trovava?
Buio, freddo.
Tremando si era finita lì, coricata per terra? Non era in braccio a Squall? Ricordava bene che la stava portando al Garden, ricordava il respiro caldo contro il viso mentre le sussurrava qualcosa...che cosa? Non capiva....
Era sempre più buio, non poteva nemmeno provare a guardarsi intorno...cercò di avanzare qualche passo, inciampò in qualcosa e cadde di nuovo.
Squall, ho paura...
Non avrebbe pianto. Non poteva permetterselo, lui non avrebbe voluto, lei non se lo sarebbe perdonato. Cercò gli anelli con la mano; nel gelo surreale che la circondava il contatto con il metallo sembrò bruciarle la pelle.
Non avrebbe pianto. Sarebbe stata forte. Sarebbe stata un leone.
Si rialzò di nuovo. Con un respiro profondo con cui cercava di calmarsi, iniziò a camminare piano. Non poteva rimanere lì. Non c'era un posto dove andare e anche se ci fosse stato non le era dato vederlo, ma rimanere lì ferma in attesa del nulla non le sarebbe servito.
I suoi piedi colpivano oggetti; poi di colpò sentì il rumore di acqua che veniva schizzata dai suoi passi. Una luce improvvisa riuscì a penetrare nel buio; forte, intensa e bianca, la illuminò, così accecante da costringerla a guardare in basso, così accecante da costringerla a vedere che non stava calpestando acqua.
Sangue.
Un'immensa distesa di sangue, che scivolava nelle crepe di un deserto infinito, mentre la luce si allargava e si allargava e si allargava, e intorno a lei solo corpi, intorno a lei solo morti, tranne un uomo che avanzava, che arma era quella? Voleva gridare e voleva scappare, ma sembrava immobilizzata, incollata al sangue che probabilmente aveva versato, terrorizzata dall'idea di aver colpito e calpestato quei corpi, Hyne, aveva violato la morte...l'uomo avanzava, movimenti e pensieri non suoi la invasero, si sentì sbarrare gli occhi, si sentì trafiggere, un urlo tremendo unì al suo quello dell'uomo che la stava uccidendo.
Era quella la morte?
Squall, ho paura...
Si sentì contorcere di dolore, qualcuno le teneva le braccia, voci, voci lontane che pronunciavano un nome......Rinoa....Rinoa era lei? Urla indistinte e voci agitate, aveva paura, aveva paura e voleva dormire, aveva paura e voleva svegliarsi....
Quando riaprì gli occhi, le sembrò di essere viva di nuovo. Risorta? Ma non era stata trafitta? Qualcosa di morbido sotto di lei; erba? Fiori? Non riusciva a mettere a fuoco, la luce era forte, era ancora abituata al buio di prima.....qualcuno accanto a lei disse qualcosa. Non capiva....sentiva la sua bocca muoversi per rispondere, sentiva il suono di una voce diversa dalla sua uscire dalla sua gola....aveva paura e voleva correre, correre e correre come negli incubi in cui cercava Squall senza mai trovarlo, e invece era lì, seduta su un campo di fiori, qualcuno parlava e lei rispondeva, e poi si sentì stendere e poi le sembrò di tornare se stessa.
Aprì gli occhi che non si era nemmeno accorta di aver chiuso; una strega, una strega era davanti a lei, stava usando la magia di consacrazione. L'uomo allora era un cavaliere? Attendeva che la strega finisse, non poteva muoversi; costretta a guardare la luce che la strega sprigionava, acceccata da essa......potè rialzare gli occhi solo quando la consacrazione era finita.
Il cavaliere non c'era più....la strega si svegliò vestita solo dei suoi capelli, si guardò intorno, dove era andato? Aveva promessa di proteggerla....aveva paura?
Un buio improvviso la avvolse, di nuovo si trovò dentro la strega, esposta e infreddolita, pioveva? Sentiva la disperazione, il dolore, forte da urlare...la strega non poteva più avere un cavaliere, un'altra consacrazione l'avrebbe uccisa....e la sentì accettare passiva il suo destino di donna rifiutata. Voleva piangere, ma non riusciva a farlo, voleva gridare ma aveva paura della sua voce così non sua....e poi il tempo, tanto tempo, quanto tempo era passato? La strega era invecchiata, aveva incontrato il suo cavaliere, lui aveva paura di lei, lei non conosceva più la pietà....un odore acre, era fuoco, caldo improvviso, chiuse gli occhi per non vedere, ma non potè chiudere fuori l'odore della vita bruciata.......
E poi si sentì scottare dappertutto, il fuoco, si era gettata nel fuoco? Hyne, a chi aveva ceduto i poteri? Riaprì gli occhi ancora appannati dal dolore su una bambina spaventata, quanti anni aveva, cinque, sei? Sanguinava, sanguinava tra le gambe ed era spaventata, il potere le aveva sconvolto il corpo e l'esistenza, e si ritrovò donna quando era ancora bambina.....
E poi una lunga serie di streghe trafitte e tradite, impazzite, dolorosamente dentro di lei, marchiate, frugate e distrutte, sconvolte e disperate...Hyne, perchè mi hai maledetta, pensavano tutte, la sua mente un lungo flusso di immagini strazianti e pensieri non suoi, e tra tutti una voce, che ripeteva salvami, che ripeteva aiutami, e lei non poteva rispondere, poteva solo gridare, gridare e gridare, straziata e lacerata dal dolore che la distruggeva, trafitta mille volte, tradita mille volte, marchiata mille volte, ogni ferita una bruciatura sull'anima, Squall ho paura, mani lontane le tenevano ferme le braccia, non poteva contorcersi, voci lontane si agitavano alla ricerca di qualcosa che potesse calmarla, e lei rimaneva lì, perennemente torturata da luci accecanti e il buio profondo, e occhi, occhi di terrore che le si marchiavano in testa, mentre la voce ripeteva salvami, e lei non poteva salvare, non poteva aiutare, sembrava che potesse soltanto distruggere.
Si vide lontana, una bambola rotta mentre Squall la sollevava piano, si vide chiusa dal mondo in quell'inferno di terrore e dolore, cercò disperatamente di rientrare da loro, ma sentiva solo il rumore dei suoi passi che calpestavano sangue, che urtavano morti.....vide Selphie sistemarle la testa contro la spalla di Squall mentre piangeva, piangeva per lei? Cercò di allungare la mano verso di loro ma sentì solo il fuoco sprigionarsi dalle sue dita, il potere che sembrava abbandonarla e poi rientrava in lei con prepotenza, si sentì sanguinare, si sentì aver paura del liquido vischioso che colava da lei, le ricordava il sangue dei morti, cercò disperatamente di aprire gli occhi sui suoi amici ma vide soltanto terrore, odio, paura.
Hyne, cosa mi hai fatto diventare?
E poi pietre grigie, dove era adesso? Abbacinata dal dolore, non voleva più farsi domande....si vedeva vestita di nero, uscire alla ricerca di un bambino.....Squall? Stava cercando Squall?
E poi lui era lì davanti a lei, avrebbe voluto corrergli incontro e invece si sentì terrorizzata, lui disse qualcosa, lei gli rispose, parlava di Seed e di Garden...e poi una strega comparve, di nuovo la luce e il caldo dentro, il potere che entrava con forza nel suo corpo, era stanca, quante volte aveva sentito quel potere, oramai?
Le sembrò di sentire il suo nome, chi lo pronunciava, Squall o le voci lontane che la bloccavano su un lettino?
Si sentì trasportata nel tempo, sbalzata in un'epoca buia e fredda, un castello, nero e altissimo sopra le pietre in rovina....un campo di fiori? Era lo stesso di prima? Una battaglia, urla, Griever.....Griever, era stata lei ad invocarlo? Si toccò gli anelli, Griever era lì con lei, eppure lei lo aveva invocato, aveva sentito una voce estranea chiamarlo, davanti a lei.....Selphie, Quistis....Squall? No, non poteva essere.....i suoi amici....lei dov'era? Combattevano, feroci, le infliggevano colpi su colpi e lei era lì, che battaglia era mai questa, non la ricordava....doveva ancora avvenire? Vide Squall venirle incontrò con la sua spada, sentì che le scaricava addosso tutta la sua furia, un colpo dopo l'altro la indeboliva, la feriva, la distruggeva, e poi lo guardò negli occhi mentre la trafiggeva -Squall la stava uccidendo.
La spada di Squall mi trafiggerà il cuore....
Una lacrima le scese incandescente sul viso, il buio la avvolse di nuovo e le sembrò così accogliente.....Hyne, che potere mi hai dato?
˜˜˜˜
Qualcuno le prendeva la mano.
Era tranquilla finalmente, il dolore sembrava assorbirsi dentro di lei piano, si rimpiccioliva in un angolo della sua anima.
Non riusciva ancora ad aprire gli occhi. Avvolta dal buio più nero, rimaneva seduta per terra, infreddolita e spaventata, aspettando la luce che le avrebbe permesso di svegliarsi.
Il sonno della strega.
Non aveva pensato che sarebbe stato così terrificante....
Calda e confortante la mano scivolava lungo il suo braccio, le accarezzava piano la guancia; qualcosa le sollevava il braccio, cercando una carezza dalla sua mano rigida e immobile, sentiva la persona nascondere il viso nella sua mano, sentiva le sue dita sfiorare uno sfregio.
Squall....?
La sua mente sembrò tranquillizzarsi, accanto a lei Squall mormorava, "Rinoa....eri così piena di vita.....per favore dì il mio nome..." La sua voce penetrava il buio in cui era avvolta come una luce improvvisa, che lei cercava di raggiungere disperatamente, inciampando....se avesse raggiunto la luce, se avesse sentito il caldo, allora.....
Ma non poteva. Dentro di lei stava urlando a squarciagola, fuori non riusciva a muovere un solo muscolo, come se avesse perso il controllo del suo corpo.
Lui era rimasto accanto a lei, in attesa. Nascondeva il viso nelle mani di lei, aspettando che si muovesse, aspettando che parlasse, lei non poteva far altro che piangere incadescenti lacrime dell'anima.
Qualcuno entrava, cercava Squall, lo portava via da lei....e poi all'improvviso lui era lì da lei di nuovo, lo riconosceva dal suo profumo, quanto tempo era passato? Le sembrava che fosse uscito solo pochi momenti prima...la sua coscienza la stava ingannando?
Si sentì sollevare piano, era Squall davvero? Poteva essere così tenero? Ricordava quando la portava a casa, in braccio, in mezzo alle terrificanti immagini del suo sonno.....sentì le sue braccia cingergli il collo, lo sentì tenerla per le gambe....la stava trasportando sulla schiena? Pochi minuti dopo una porta si aprì, l'aria fredda intorno a lei sapeva di mare. Dove si trovavano?
"E' un po' lontano, ma ce la faremo."
Faremo? Noi....Squall....
Stava davvero parlando di loro, Squall? Non era mai successo prima, non lo aveva mai sentito dire 'noi', e adesso se la prendeva sulla schiena, e le mormorava che ce l'avrebbero fatta.....voleva piangere; voleva raggiungere lo squarcio che la sua voce aveva aperto nel buio, aveva bisogno della luce e aveva bisogno del calore, congelava, si sentiva tremare di freddo, nonostante le coperte che Squall le rimboccava ogni volta che la andava a trovare, facendole domande a cui lei non poteva rispondere.
Sentì il sole.
Si sentì scottare, le sembrò di annaspare alla ricerca di freddo, si sentì rannicchiata dolorosamente in un angolo, terrorizzata dalla luce e dal caldo, le sembrò di ricordare il bruciore, il fuoco, il dolore abbacinante del sogno; poi il suo corpo sembrò abituarsi, piano piano il calore del corpo di Squall le scaldò il petto, penetrò dentro la sua anima, la avvolse in una nuvola di luce che non era accecante, solo bianca e calda.
Ce la faremo....
Parlava di fare qualcosa insieme. Non più da solo, proprio quando lei era immobilizzata, terrorizzata, la sua voce entrava dentro di lei nel sussurro tenero di un innamorato ferito, ce la faremo, la avvolgeva del suo calore, la tranquillizzava con il rassicurante suono del suo amore.
Ce la faremo. Squall...
Camminava piano, Squall, verso dove lei non lo sapeva; la stava portando via per qualche oscuro motivo, spesso i suoi ragionamenti erano troppo veloci e intricati, e loro potevano solo fissarlo, e fidarsi di lui. Di chi si stava fidando lui adesso? Si fidava di lei, che se ne stava rannicchiata nel buio gelido dell'odio riservato alle streghe? Si fidava di qualcuno che avrebbe potuto svegliarla?
Era il cavaliere l'unico a poter risvegliare la strega dal suo sonno. Se Squall l'avesse saputo.......
Si sentì investita da un'ondata di freddo pungente, qualcosa di duro stava contro la schiena. Pietra; acciaio, ferro, era per terra? Squall la stava riponendo a terra? La abbandonava lì, rinunciava, non pensava più che ce l'avrebbero fatta?
Si allontanava; non lo sentiva più fisicamente accanto, il cerchio di luce che aveva creato dentro di lei tenendole la mano, parlandole, appoggiando la fronte a quella di lei, il suo cerchio d'amore si stava rimpicciolendo....per favore non rinunciare.....
"Che ne pensi?"
La sua voce.
Di nuovo la luce si allargò dentro di lei, calda e confortante, così invitante e accogliente.....eppure lei non poteva allungarsi verso di lei. Doveva aspettare. Aspettare che lui continuasse ad allargare il cerchio d'amore, aspettare che lui annullasse l'odio che le era stato riservato nel sonno, aspettare che la sua voce affogasse il buio e che la luce s'allargasse a inglobare anche lei.
La sua voce era delicata, bassa e dolce, tradiva la sua emozione e la sensibilità che aveva sempre nascosto; fissando nel fiume dei suoi occhi, aveva sempre visto la preoccupazione, il senso di responsabilità -il modo in cui si voltava, finita una battaglia, e si accertava che tutti stessero bene.
Le parve di sentire il suo sguardo addosso....o era solo un'illusione? Era tenero come i suoi modi, delicato come la sua come l'aver pensato 'ce la faremo'.
Noi....Squall, da quanto tempo nella tua testa pensi a 'noi'? Da quanto tempo pensi che ce la faremo....che non ce la farai da solo?
"Mi preoccupo troppo di quello che gli altri pensano di me. Odio questa parte di me."
Gli altri.
Ti possono ferire senza nemmeno saperlo.
E' normale averne paura?
Se hai paura di soffrire, è normale avere paura degli altri? Ti urteranno, ti scruteranno, ti giudicheranno -sussurreranno la loro sentenza lasciandoti solo a sentire sulla pelle la bruciatura di ogni loro parola, scintilla che fa divampare il fuoco dentro di te. Bruci di dolore, bruci di rabbia, bruci di odio....e fuori sei freddo, un ghiaccio che respinge, non ti urteranno se penseranno che non senti niente.
Anche tu hai bisogno di saperlo, mmmh? E' difficile....è come specchiarsi in uno specchio che ti deforma.....hai paura di ciò che vedrai, e saprai solo ridere imbarazzato.....serve coraggio, Squall? Forse serve solo follia.....forse, è solo per non guardare il nostro specchio che ci preoccupiamo di quello degli altri.....ma tu.....Hyne, tu non hai nulla di cui avere paura.......non hai nulla da odiare......e quando rispondi male.....quando dici che non ti interessa....ci sono i tuoi occhi a parlare -a me non serve altro, Squall....
"Per questo non voglio far conoscere troppo di me alla gente."
Non vuoi che vedano ciò che odi di te...?
"Voglio nascondere la parte che odio di me stesso."
Dentro di sè lei si sentì sorridere. Nel buio, la luce si allargava lenta, languida, le accarezzava da lontano gli occhi e cominciava a scaldarla.....nell'odio, l'amore penetrava come una scia di fuoco, nel terrore, la sicurezza si adagiava intorno a lei, come una mamma copre il suo bambino.
Era davvero Squall il cavaliere che Hyne le aveva destinato?
Non avrebbe potuto scegliere meglio, allora....
Non ho più paura.....
Lui era rimasto in silenzio, come a riflettere sulle sue stesse parole; non avere paura......ci sono io......ci siamo noi....ce la faremo, no?
"Squall è un tipo freddo e non si sa mai quello che pensa. Mi sento al sicuro quando la gente pensa questo di me."
Lo so.....abbiamo bisogno di difese, mmmmh? Se tutti penseranno che non senti niente....se tutti penseranno che non possono capirti, non verranno a frugare tra le tue debolezze....e io.....se tutti crederanno di conoscermi, nessuno penserà che c'è qualcosa che nascondo.....
La luce le lambiva le gambe ora.
E' solo che.......noi adesso possiamo farcela insieme, no? Non posso farti del male......e tu non puoi ferirmi, neanche con la tua freddezza......noi....noi non abbiamo bisogno di difese, adesso...non ho più paura, Squall...
"Questo però è un segreto, ok?"
Sentì la luce salire, calda e lenta, lungo il suo corpo irrigidito dal freddo e dalla paura. Sentì tutto il resto sciogliersi, si sentì affogare nella vastità di lui, rinforzare dalla sua sicurezza, e avviluppata, protetta, amata, riuscì a rialzarsi di nuovo, sempre avvolta dalla luce e dall'amore, e poteva iniziare a cercare la via fuori da quel posto. Era solo una questione di volontà, no? Doveva attraversare la testa di lui......doveva attraversare le sue paure, le sue insicurezze, le sue debolezze, doveva lenire le ferite e trovarlo, come lui aveva finalmente ritrovato lei, con la pazienza e la tenerezza, anche attraverso il dolore.
E attraverso il dolore lei lo avrebbe trovato.
Sì, il nostro segreto. Non avere paura....
Le sembrò di sentire addosso il suo sguardo, una carezza che sembrava aggiungersi alle difese che lui le aveva donato; forse si era voltato, la guardava, con un ciuffo che gli cadeva sugli occhi e attendeva invano che lei rispondesse. Aspettami solo ancora un pochino, Squall....
Era vicino, adesso? Il profumo s'era fatto più intenso, le stava prendendo la mano, la stringeva, dolce e rassicurante, caldo e ferito. "Rinoa."
Solo ancora un pochino, Squall....fidati, ce la faremo....
"Mi dispiace che tu non abbia potuto vedere il tramonto...era così bello, ti sarebbe piaciuto tanto vederlo."
Stava per buttarsi nell'abisso di lui, quando la sua voce le riecheggiò nell'anima; sorrise dentro di sè, strinse gli anelli tra le dita, alzò gli occhi e guardò solo avanti. Allora, ti devo un tramonto....
"Vorrà dire che mi devi un tramonto....."
Lei sorrise di nuovo. Una lacrima scivolava di nuovo sulla sua guancia, non più incandescente, solo calda, piena d'amore.....scivolò giù, nel buio che era Squall, davanti a lei, sembrò illuminarlo per loro, allargarsi per avvolgere lui, tranquillizzarlo, calmarlo, amarlo e proteggerlo. Paura? Aveva dimenticato cosa fosse. Nulla in lui le faceva paura, nulla le avrebbe fatto del male, si sarebbe svegliata con lui al fianco, forte e viva, e amata.....sarò un leone. Vedrai che ce la faremo...
E poi, sicura, forte e invincibile, chiuse gli occhi e si lasciò cadere nell'accogliente abisso di lui.
Sto arrivando....
˜˜˜˜
Nota dell'autrice: questa storia non è che il rifacimento della mia vecchia "Sul ponte di F.H.", che come tutte quelle di quel periodo era orribile, infantile e immatura. Non che questa sia meglio : Mi piace sicuramente di più, ma c'è ancora qualcosa che non mi al solito, del resto Direi che può essere una specie di preludio a "Shattered dreams" in cui Rinoa parla del sonno della strega e del sogno a cui è stata costretta. Mi piaceva l'idea...del sonno, del cavaliere che è l'unico che può guidarla fuori dal terrore, della strega che deve affrontare anche i terrori del cavaliere.....non so, così mi piace sicuramente di più, anche se non mi piace /me coerente èé
Ditemi anche voi....e che dite dell'idea di colmare anche la parte sui terrori di Squall?
E grazie alla mia beta-reader Sciapy :
