IN FINDING LOVE
Esthar II

Non so più cosa credere.

Ieri ho scritto quella lettera di getto, perché ero convinto che Squall avrebbe cambiato idea, l'avrebbe letta, forse, ma non ne ero nemmeno convinto, e poi sarebbe partito stamattina per non farsi vedere più.

In fin dei conti non era nemmeno un'idea sua quella di venire qui.

E invece mi sono dovuto, per l'ennesima volta, ricredere...sia su me stesso, che su qualcuno che amo.

Se ripenso al passato, mi rendo conto che in qualche modo ho sempre fatto qualcosa che ritenevo necessario e che poi si è rivelato...non so, dopo è sempre stato come se mi si rivelassero scelte che non pensavo di avere. E mi dovevo ricredere, su di me e sulle persone che mi circondavano.

Per tanti anni ho cercato di giustificare così gli errori che ho commesso, gli abbandoni...come se in quel momento non avessi altra scelta.

Semplicemente non la vedevo.

Quello che mi è rimasto, alla fine, è che ho sempre abbandonato le persone che amo e ora come ora riesco a capire che più che non avere scelte avevo paura. Paura di perderle...ed è ironico perché alla fine, le ho perse comunque.

Julia, Raine, Squall, Ellione...solo loro due sono riuscito a ritrovarli, ma non ho mai pensato di tornare da Julia a mostrarle che ero vivo e che non ero tornato solo perché lei era sposata e aveva una figlia...e non sono riuscito a tornare in tempo per ritrovare anche Raine.

Sono riuscito, in qualche modo, a ritrovare i miei figli -perché Ellione, oramai, è mia figlia; ma non sono mai riuscito a ritornare dalle donne che ho amato. Ho avuto di loro un ricordo sempre vivo, che mi portavo in giro per il mondo e che alla fine è tutto ciò che mi è rimasto degli anni della mia giovinezza. La melodia di Julia, che ho portato fin nel villaggio degli Shumi perché sapevo che loro non l'avrebbero persa.

In qualche modo, la sua canzone vive ancora e io ho, da qualche parte nella mia stanza, la registrazione delle note che suonava sempre quando c'ero anche io, in quel bar...era come se Julia suonasse quella canzone per me, e solo dopo, quando sono riuscito ad ascoltare Eyes on me, mi sono reso conto di come fosse bella, e di come fosse nostra.

E sono contento, tutto sommato, che qualcosa di noi sia rimasto...Julia è stato il mio primo amore, lontano e irraggiungibile, scoperto solo la sera prima di partire per il viaggio che ci ha separato.

E' un ricordo malinconico, una melodia che suona ogni sera, prima che mi addormenti, e che fonde in sé l'amore per Julia, che ho ancora dentro di me, da qualche parte, e quello per Raine che è venuto dopo e mi ha regalato la vita di Squall.

Raine.

Se potevo illudermi di avere una ragione per avere lasciato Julia -perché in fin dei conti ho riavuto sue notizie solo quando era già sposata, forse incinta- non avevo una ragione vera e propria per lasciare Raine.

Dovevo cercare Ellione, certo, ma quando la trovai e accettati di aiutare la sommossa di Esthar, Raine era ancora viva, e avrebbe partorito in capo ad un paio di mesi.

Sarei potuto tornare, se avessi rifiutato la proposta dei ribelli -se solo avessi specificato che li avrei aiutati e poi sarei tornato al mio amato paesino accanto a mia moglie e ai miei figli. Saremmo stati una famiglia, se io avessi avuto il coraggio di volerla quanto bastava per farmi dire, no.

Ma forse io avevo paura.

Sarebbero dipesi da me, un uomo che non sapeva fare altro che cacciarsi nei guai -bastava pensare a come avevo costretto Ward e Kiros a inventarsi attori perché non avevamo altro modo di guadagnare quel denaro che ci serviva.

E io non ero sicuro di poter reggere sulle mie spalle una famiglia che, per quanto desiderata, aveva bisogno di una presenza più solida di quanto io potessi essere.

E così accettai...rimandai...rimasi.

Raine morì, mio figlio nacque e finì all'orfanotrofio di Edea...e io ero qui, a chiamare ogni mese Cid per farmi dire come stavano i miei bambini, come l'uno cresceva freddo e distaccato perché aveva sofferto troppo e l'altra passava da un nascondiglio all'altro per sfuggire, sempre, a chi la cercava per il suo potere e non per la sua semplice esistenza, per il suo sorriso, per la serenità che sapeva trasmettere come avevo fatto io.

E ho abbandonato loro, i miei bambini.

Avrei potuto portarli da me, perché una volta che le cose ad Esthar si sono sistemate non era più un posto dove un bambino non poteva crescere, tutt'altro. Sarebbero stati accanto a me, e mi bastava, anche se avrei continuato a guardarli ricordando che avevo abbandonato la loro madre, ma almeno sarebbero stati con me.

Non so per quale motivo ho creduto che fosse meglio abbandonarli là, fingendo di occuparmene quando chiamavo e non avevo mai il coraggio di chiedere di parlare con loro. Forse ho avuto ragione, perché sono cresciuti bene e sono davvero le persone che io e Raine avremmo voluto che diventassero.

E se il mondo è un posto un po' meno orribile in cui vivere, è anche grazie a quei diciassette anni in cui io ho vissuto lontano da loro per aver accettato di cacciare Adele da Esthar. Forse è per questo che non mi pento totalmente di quello che ho fatto, anche se rimpiangerò sempre di aver lasciato Winhill...

Tutto sommato, la mia vita non è stata inutile.

Ho amato -ho amato tanto, più di quanto riuscissi a sopportare perché quando li abbandonavo lo facevo per amore. E anche quando stavo loro lontano era perché li amavo, perché avevo paura che fossi io la causa della loro sofferenza -e Hyne, lo sono stato comunque, per tutti, per i miei amori, per i miei figli. Non so perché nella mia vita ci sia solo questa lunga serie di abbandoni, e rimpianti, e ricordi che cerco di mantenere vivi con una melodia che mi porto appresso e con dei dipinti che faccio, sempre uguali, sempre la stessa scena, sempre la stessa via tranquilla di Winhill dove mi portarono e dove Raine decise di aiutarmi.

Non riesco a spigare questa mi incapacità di stare vicino a chi amo -la giustifico con l'amore, ma lo è davvero? Non è forse solo vigliaccheria, paura di star loro accanto, paura del coraggio di cui si ha bisogno per amare?

La lettera che ho scritto a Squall non ne è forse un altro esempio? Avrei potuto allontanarlo, forse l'ho scritta per questo, per paura di vedere anche l'odio, l'indifferenza, l'amarezza nei suoi occhi. Forse ho solo paura che capiscano che non sono all'altezza del loro amore, che non sono la persona che credono, che non sono un eroe ma sono solo un uomo che sbaglia più di quanto dovrebbe e continua a sbagliare credendo di far la cosa giusta.

Forse davvero avrei dovuto pensarci meglio allora, sarei dovuto tornare comunque perché Hyne, era meglio sconvolgerli un poco ma star loro accanto invece che telefonare di tanto in tanto e buttare giù la cornetta, alla fine, con il magone il gola e il rimpianto di non essere riuscito, ancora una volta, a chiedere di parlare con loro.

E' amore o vigliaccheria, paura?

Il mio problema non è mai stato che Squall non volesse avere a che fare con me, Hyne, persino io potevo capire che era ferito, che non voleva accettarlo perché era troppo più difficile per lui avere un padre all'improvviso che non pensare che fosse morto e sepolto o che, semplicemente, non voleva saperne di lui. Io sapevo che in qualche modo Squall un giorno mi avrebbe perdonato, se non accettato, che sarebbe riuscito a vedere tutto quanto in un'ottica diversa una volta che la rabbia, e il dolore, e l'umiliazione, anche, fossero cadute.

Il mio problema è che io non so perdonarmi quello che ho fatto, perché il risultato non è stato altro che una smentita delle mie intenzioni -io non volevo che Julia soffrisse, che dovesse esser consolata da un altro, non volevo che Raine partorisse sola e che il nostro bambino fosse affidato a una sconosciuta perché io non c'ero, non volevo nemmeno che i miei bambini crescessero pensandosi soli e abbandonati e si ritrovassero poi, grandi, a fare i conti con un passato che io incarnavo.

Ellione l'ha presa bene, ma Squall...la mia carne, il mio sangue, gli occhi e i capelli di Raine che mi fissavano con quella freddezza e io non sapevo andare avanti, tossivo le mie stesse parole e lui poi ha urlato, con tutta la forza del suo...odio? Non lo so, so solo che quel grido lo ricordo ancora adesso, il grido di un animale ferito che andava a leccarsi le ferite lontano da me, la persona che voleva aiutarlo a sopportarle meglio.

E' ironico che sia riuscito a farlo solo la figlia di Julia?

E' un segno del destino in cui non credo, che i nostri figli si siano incontrati e siano finalmente tranquilli, sereni...felici?

Forse è per questo che questo invito mi sembra tanto strano, mi fa pensare ad un passato che ho sempre vissuto male e che adesso riesco a vedere in una luce...diversa. Mi rendo conto che se avessi fatto quello che avrei desiderato fare non saremmo a questo punto, Rinoa non esisterebbe -Squall non esisterebbe.

Ed è un passato, questo, a cui non voglio nemmeno pensare.

Forse è tutto stato programmato da qualcuno perché finisse così, perché io potessi finalmente risolvere le cose con il passato di mio figlio e vederlo felice con la figlia di una donna che ho amato con tutto l'affetto e l'amore che si prova la prima volta che ci si innamora. E ora che stringo tra le mani questo invito, ora che vedo, laggiù in giardino, mio figlio che abbraccia la sua fidanzata e si riconcilia anche con Ellione -la sua sorellina...-...non so, non posso fare a meno di pensare che ne valga la pena.

Che ne sia valsa la pena, sempre.

Anche quando è stata più dura e io dovevo passare delle ore, delle notti intere qui dentro per cercare di non pensare al pessimo padre che ero.

Raine, se lo avessi saputo, avresti accettato comunque di sposarmi? Se avessi saputo che me ne sarei andato lasciandoti incinta, mi avresti rincorso quella sera tra i campi di Winhill? Avresti accettato di avere un figlio insieme a me, sapendo che te ne saresti andata e che io lo avrei lasciato a crescere con una strega -una donna con gli stessi poteri di colei che cercava Ellione e sconvolgeva le nostre vite?

Credo che...credo che sia stata la tua mancanza a togliermi il coraggio. Per aiutare la rivolta di Esthar, per governarla, avevo bisogno solo dell'aiuto dei miei amici. Ma per quanto possa sembrare strano, allevare un figlio senza te accanto mi sembrava immensamente più complicato che districarmi tra i problemi di una nazione nascente, Raine. Io...io non ero equilibrato abbastanza, non credevo di saper dare ai bambini la sicurezza di cui avevano bisogno, e se per un po' ho potuto nascondermi dietro la scusa che Esthar non era ancora pacifica, poi mi sono reso conto che il problema era dentro di me.

Eppure ci ho provato, Raine.

Hyne sa che se sono sceso a patti con gli alti funzionari di Adele, l'ho fatto solo perché voleva che la situazione si stabilizzasse il prima possibile per tornare da voi.

E per portarvi qui con me, perché ero solo, Raine -per quanto Ward e Kiros fossero qui con me, c'è sempre il vuoto lasciato da voi. Io volevo davvero che tornassimo una famiglia, perché già allora non sopportavo più di abbandonare continuamente le persone che amavo e io vi amavo, io vi amo, e Hyne sa quanto.

Sono stato vigliacco, troppo insicuro, troppo poco...vostro?

Non lo so...

Guardarli là sotto, in giardino, felici e tranquilli, mi fa venire in mente quando anche noi eravamo così...io e te...io e Julia.

Julia, la prima donna che ho amato e che non ho mai dimenticato, che ha sempre avuto uno spazio nel mio cuore, che ho lasciato in pace perché era felice con un altro uomo, con la loro figlia.

La stessa ragazza che oggi sta con Squall.

Ci pensi a come sarebbero cambiate le cose, Julia, se fossi tornato? Quella scena che ho davanti agli occhi -e che avete davanti agli occhi anche voi, vero...?- non ci sarebbe, forse tu saresti qui al mio fianco, forse osserveremmo un altro figlio, un'altra coppia, una felicità diversa...ma sai che credo che mi mancherebbe questa?

Forse, un motivo per cui le cose sono andate così c'è e noi non lo capiremo mai, presi come siamo a rimpiangere ciò che potevamo fare e non abbiamo fatto, ciò che potevamo dire e non abbiamo detto, e tutti i se e tutti i ma ci scorrono davanti e ci presentano una vita diversa, che ci sembra sempre migliore di questa.

Se solo, se solo, se solo.

E' davvero questa la nostra -la mia condanna, Julia, rimpiangere sempre te e amare comunque Raine?

Forse oggi è il giorno in cui decidere di cambiare le cose. Vi amerò sempre entrambe e la melodia e i dipinti che mi accompagnano saranno sempre la prova di questa straziante nostalgia.

Ma tra un mesetto i nostri figli si sposeranno, le nostre storie rinasceranno in loro, ciò che a noi è stato negato magari a loro verrà concesso...e non lo, adesso non è il momento di avere rimpianti -il futuro sarà senza rimpianti.

Se questo è il risultato che abbiamo ottenuto, non ha senso rimpiangere il passato.

Vi porterò con me, al matrimonio. So che difficilmente perderò questa nostalgia, nonostante tutti i miei buoni propositi, so che non basterà ad ottenere il vostro perdono -perché per quanto io ci giri intorno, è il vostro perdono che chiedo.

Per avervi abbandonato.

Per avervi amato così a modo mio e non come meritavate.

Per avervi rimpianto tutti questi anni quando avrei potuto fare qualcosa per ricordarvi.

Per avervi ricordato solo attraverso una canzone e qualche dipinto.

Per tutto questo, vorrei che mi perdonaste e so, in ogni caso, che non ne sarò degno e che dovrò aspettare che voi decidiate che è il momento, che voi superiate i rancori che avete nei miei confronti e che...

...oh, non lo so.

Ma vi porterò con me, a vedere i nostri figli felici.

Perché questo invito, quella scena, questo perdono possa valere anche per voi.


Note dell'autrice: è così è arrivata anche questa parte. Manca solo l'epilogo e poi, In finding love vedrà la parola fine. Non son sicura di aver ottenuto quello che volevo da questa storia, in generale tutte le parti II mi paiono troppo frettolose e probabilmente un giorno o l'altro me le riprenderò in mano.
Per adesso, aspettatevi solo l'epilogo, che in capo ad un paio di settimane dovrebbe arrivare.
Ringrazio in anticipo tutti coloro che vorranno leggere e commentare; le risposte a tutti i commenti le troverete sul mio blog Wide Awake.