IN FINDING LOVE
Epilogo: Trabia
Ecco, ora aveva tutto.
Aveva un caminetto acceso che scaldava la stanza della loro luna di miele, aveva la neve, fuori, che cadeva soffice e leggera sulla terra di Trabia, aveva una montagna di coperte che non gli permetteva di sentire freddo e aveva lei, addosso, che si premeva contro di lui e non sembrava riuscire a smettere di baciarlo.
E aveva le dita intrecciate a quelle di lei, che accarezzavano l'anello che li univa –Hyne, quasi non ci credeva.
Era già tutto finito e davanti a lui si apriva una vita nuova, basta Seed, basta stanze bianche, basta ritenersi fortunato di essere tornato un'altra sera a vedere Rinoa e la sua cagnolina che lo salutavano felici che fosse arrivato.
Basta vita vecchia, benvenuta vita nuova, fatta di legna che scoppiettava tra le fiamme, di confortanti abbracci sotto una trapunta caldissima, di sogni accompagnati dalla lingua di lei che lo abbandonava un poco alla volta, con quello sguardo annacquato e languido che seguiva il piacere dei suoi sensi, e la testa che si abbassava ad ascoltare il battito del suo cuore.
Lo sapeva, Rinoa, che il suo cuore stava battendo fortissimo, adesso, e per che motivo? Lo sapeva che stava succedendo quello che l'aveva sempre travolto –quell'ondata di emozioni contrastanti che lo portava a rantolare confessioni fuori del suo controllo? Lo immaginava che cosa avrebbe confessato, quella volta?
La loro casetta era già pronta a Timber e lui non le aveva ancora detto niente, convinto che doveva dirlo solo quando avrebbe sentito che era il momento di farlo. Ora che gli ultimi frenetici preparativi erano sfumati in festeggiamenti scherzosi, ora che erano lontani dai loro amici, rinchiusi in un nido caldo e pieno di doni che li avevano accolti al loro arrivo, ora che Rinoa era sua per sempre anche per i documenti ufficiali, gli pareva che non potesse esserci un momento migliore per confessarle quello che si teneva dentro da settimane.
Si sentiva stringere la gola da un gruppo di commozione all'idea di quello che lo aspettava e quello che lo aveva portato lì –il lungo percorso che aveva attraversato il dolore dell'abbandono, l'esitazione dell'amore, la paura del rifiuto e la riconciliazione con il suo passato. Cercò di raccogliere un po' di forze e di controllare un po' di più la sua voce, mentre afferrava le coperte e le stringeva intorno al corpo di lei, con una carezza sui capelli e un bacio sulla testa, premiato dal mugolio soddisfatto di Rinoa che non accennava a voler lasciare il suo rifugio contro il suo petto.
Lasciò correre sugli occhi sulla stanza, mentre il respiro gli si normalizzava e le dita si muovevano sempre più pigramente tra i capelli di lei; i regali dei loro amici, i palloncini di Selphie, i libri di Quistis, gli scherzi di Zell e Irvine….una via di Winhill dipinta da Laguna e la spazzola e lo specchio argentati che erano appartenuti a Julia Heartilly. E la neve, là fuori…che fosse il regalo delle fate della leggenda di Trabia?
Che le fate avessero davvero lasciato cadere i fiocchi gelati che imbiancavano la natura, fuori dalla loro finestra, perché qualcosa di bello era appena successo?
Gli sembrava così presuntuoso e superbo pensare che perfino le fate si fossero accorte di quello che di meraviglioso c'era dentro di lui, eppure gli sembrava allo stesso tempo anche normale, come se fosse la cosa più naturale del mondo che in qualche modo ciò che c'era di soprannaturale nel suo mondo –fossero fate, dei, spiriti di streghe imprigionate nel tempo che gioivano per Rinoa- riconoscessero che lui viveva qualcosa di unico, irripetibile….magico come solo ciò che è umano può essere.
Gli sembrò che l'emozione dentro di lui si facesse troppo forte, credette di portela addossare alla stanchezza e alla tensione di quei giorni ma più i minuti passavano, più le sue dita facevano scorrere l'oro intorno all'anulare di Rinoa e più la sua mano gli accarezzava il petto come per rassicurarlo, e più la sensazione cresceva, il groppo in gola si faceva quasi insostenibile e gli parve che il respiro si facesse più difficoltoso, come dopo una lunga e faticosa maratona.
Rinoa forse aveva frainteso quell'affanno improvviso e aveva alzato gli occhi su di lui, con un sorriso malizioso e lo sguardo vacuo del piacere di poco prima eppure già luccicante di lussuria e desiderio. Quando il suo viso che si avvicinava a lui per un bacio gli riempì completamente la visuale, e poté vedere solo lei, la allontanò per un momento e disse così velocemente che quasi non capì lui stesso cosa stava dicendo, "devo dirti una cosa…"
Lei sorrise, sedendosi su di lui mentre si tirava le coperte sulle spalle, in attesa; lui deglutì, si passò una mano sugli occhi, e tirando un profondo sospiro mormorò, "lascio la Seed, Rinoa…"
Il sorriso sul viso di lei svanì, le pareva così impossibile quello che lui aveva appena detto che s'aspettava di vederlo ridere, rovesciarla sul letto e prenderla in giro per la sua credulità prima di fare l'amore con lei. E invece lui era così serio da spaventarla, come, perché, quando quella decisione? Era ciò che lo aveva preoccupato per tutto quel tempo…?
"Non voglio più…vivere al Garden, voglio un posto nostro e voglio un lavoro meno rischioso. Non voglio più ringraziare Hyne di essere tornato a casa, la sera…voglio semplicemente godermi te e le coccole di Angelo, senza pensare che domani potrei non averle più."
"Ma…"
"Ho già consegnato le dimissioni al preside, Rinoa….", mormorò lui accarezzandole una guancia, "e ho già comprato e sistemato una casetta a Timber. Ricordi, quando…"
Un abbraccio violento accompagnato da un pianto dirotto di gioia gli impedì di continuare; lei gli aveva gettato le braccia al collo e gli stava dicendo qualcosa di incomprensibile all'orecchio –l'unica cosa di cui poteva dirsi sicuro era che lei era più che felice di quella notizia. La tenne stretta a sé per un po', aspettando che si calmasse, e poi riprese a sussurrarle, "ricordi, quando eravamo a Timber e ti ho detto che dovevo fare qualcosa di importante?" La sentì annuire contro il suo collo, e continuò, "ecco, sono andato alla redazione di Timber Maniacs….e sono disposti a farci scrivere sulle loro riviste…."
Si interruppe un momento, ricevendo il bacio di lei sulle labbra, e poi concluse, "e dopo sono andato a cercare una casa per noi. Abbiamo una bella casetta che si affaccia sulla piazza…"
La gioia di lei si fece più travolgente, le lacrime più irrefrenabili, i ringraziamenti più inframezzati da baci che accendevano di nuovo la sua passione e lo costringevano a rovesciarla sul letto, farla sua strappando gemiti da quei singhiozzi, renderla incapace di pensare a nulla se non a quella gioia improvvisa, all'amore per lui, al modo in cui gli apparteneva nel profondo e al piacere che si faceva strada in lei cancellando qualsiasi altra cosa i suoi sensi volessero sentire e riempiendoli di lui, delle immagini della vita che li aspettava e della felicità sfrenata che si mescolò al grido del suo orgasmo.
E lui era di nuovo esausto su di lei, a respirare affannosamente al suo orecchio, mentre lei gli si stringeva quanto più possibile e continuava ad accarezzargli la schiena e sussurrargli mille ringraziamenti con quella voce così roca, sensuale e commossa….gli parve di non poter aspettare oltre, nemmeno quanto bastava per recuperare un po' di fiato, per sollevarsi su un gomito e accarezzarle il viso con l'altra mano, "Rinoa, dammi un figlio…"
Le parve di essersi appena calmata da quel pianto improvviso ed esplosivo per ripiombare soltanto in un'altra gioia di lacrime, che la lasciava debole sotto di lui e incapace di fare altro che allungare le braccia per farsi stringere da lui, e le toglieva ogni possibilità di respiro e ogni capacità di parola.
Per quanto tempo aveva desiderato quelle parole, quella richiesta? Sapeva che sarebbero arrivate, ma era stato così difficile aspettarle, mascherare il suo desiderio, combattere la delusione che faceva capolino ogni volta che la confessione era stata diversa –ti amo, sposami, sono tuo.
E adesso che dalle sue labbra usciva la confessione che aveva atteso per tutto quel tempo, non sapeva fare altro che quello, piangere, abbracciarlo, mugolargli qualcosa di incomprensibile e non si tranquillizzava nemmeno alle sue carezze e ai suoi baci.
Passarono lunghi minuti prima che riuscisse a calmarsi e aprire gli occhi su di lui, che la osservava sollevato su un gomito con un sorriso commosso; allungò una mano per accarezzargli la guancia, lasciando scivolare le dita lentamente dietro la sua nuca per attirarlo a sé per un altro bacio, "dammi un figlio….", riuscì a dire abbastanza fermamente.
Fu un pensiero fugace, che occupò la sua mente nel brevissimo eppure interminabile lasso di tempo che lo avvicinò alla bocca di lei, cancellato dalla sensazione delle sue labbra contro le sue, della sua lingua che lo accarezzava, adesso ho davvero tutto...
FINE
Note dell'autrice: e con questo epilogo si chiude In finding love. Dovrei dire qualcosa di intelligente dato che si tratta della prima storia che finisco (a parte quelle a diversi punti di vista), ma sinceramente ora come ora riesco solo a pensare che mi manca tanto –già mi mancava quando pubblicai il capitolo 3- e che qualcosa di importante mi è rimasto da questa storia. Non so, forse i temi che ho trattato, che per me son sempre stati complessi, forse alcune scene, che per me son state tabù fino a quando qui le ho affrontate, forse per i personaggi più adulti che mi permettevano riflessioni che anche io posso fare. Forse il semplice fatto di essere una storia che mi ha accompagnata per circa un anno.
Insomma, tante cose che ora come ora non saprei spiegare ma che sono state importanti e che credo mi accompagneranno sempre.
Commenti più intelligenti e meno dispersivi spero di farli su Wide Awake, nel frattempo voglio ringraziare tutti coloro che hanno letto, commentato e seguito questa storia, tutti coloro che mi hanno aiutato a completarla (CaskaLangley, Sciapy, Tomislav e lui, per essere la mia più grande fonte di ispirazione) e tutti coloro che vorranno leggerla, seguirla e commentarla in futuro, e tutti i webmasters dei siti su cui l'ho pubblicata.
I ringraziamenti e le risposte alle domande che potreste inserire nei commenti saranno comunque inseriti su Wide Awake, per evitare di occupare ulteriore spazio.
Per il resto, caliamo il sipario sulle vite di questi Squall e Rinoa e ci rivediamo alla prossima.
Alessia Heartilly
