Nota dell'autrice
La trama di questa
fanfic è stata elaborata durante una sessione in chat con Hyl.
Quindi, le idee per i punti cardine appartengono ad entrambe. Per
questo, con il benestare di KillKenny e Makari, ho ritenuto giusto
che fosse lei la beta-reader di quanto scritto successivamente.
Grazie, Hyl!
Colonna di luce.
Non ha altri appellativi. Solo
"Colonna di luce" e non ha importanza che la lingua sia
umana, dei demoni o dei draghi.
È il nome che porta lo
scenario dell'ultima battaglia tra Chepied e Shabranigdo. Ogni forma
di vita lo evita perché il potere che ancora vi giace è
una manifestazione della Madre: il Chaos. Ma oggi abbandonerò
la mia cerca inutile e infruttuosa per recarmi in quel luogo. Gli
umani mormorano di strani esseri che si librano vicino alla base,
sussurrano le mie spie. Partirò dunque solo dal mio rifugio,
lasciando le due pergamene affidatemi e mi dirigerò là
dove tutto finì e tutto iniziò.
Mi preoccupa
maggiormente la situazione all'interno della Barriera... Vi sono
mormorii sospetti... Si dice che l'HellMaster si interessi di una
certa Lina Inverse. Troppo interesse per un misero essere umano. Ha
persino requisito il Trickest Priest per farla seguire.
Il mio
Signore ha deciso di occuparsi dell'umana fin da quando ne è
venuto a conoscenza. Preferisce non correre rischi: la Sua situazione
è troppo precaria.
Ma nessuno parla del procedimento del
piano... Nessun mormorio sulle mosse del Chaos Dragon...
E Sherra
è stata convocata dal suo Master per il rapporto...
Il mio
Signore non mi contatta da giorni... Solo la Sua necessità
garantisce la Sua incolumità...
Che stia accadendo
qualcosa? ... Spero che uccida al più presto Lina Inverse.
Lo sento. Percepisco il potere della Madre. Si ribella
contro chi lo sta imbrigliando in complicate configurazioni
magiche... Ma senza una volontà che lo guidi, non può
nulla contro i propri avversari. Stanno costruendo qualcosa... Un
Portale?
Li vedo: tre strani esseri... Non si sono ancora accorti
di me e ne approfitto per studiarli. Non appartengono al nostro mondo
e non somigliano a nulla di quanto io abbia mai visto. Sembrano
potenti, ma uno di essi è ferito e deve aver perso da poco un
occhio in combattimento... Dubito comunque di avere possibilità
in uno scontro con loro.
Reggono armi simili alla Gornova. Sono
un'ascia, un tridente e... una lancia. Quest'ultima cattura il mio
sguardo. Sembra che mi stia chiamando... Il sangue nelle mie vene
risponde al suo richiamo, il mio cuore aumenta il battito. Vorrei che
fosse mia. È l'arma più bella che abbia mai visto.
Sono stato incauto: mi hanno visto e sembrano decisi ad
attaccare.
Mi porto vicino a loro e li affronto:
- Cosa
volete in questo mondo? -
Sono nel mio rifugio ed osservo la
colonna di luce.
Le parole di quegli esseri risuonano nella mia
mente.
Armi di luce.
Portale.
Dark Star.
Distruzione.
Devo comunicare tutto quanto al mio Signore. Deve essere il primo
a sapere. Questo potrà influenzare i Suoi piani... Potrà
darGli nuovo peso nelle trattative con gli altri DarkLords.
Cerco
di contattarLo di nuovo, inutilmente. Mi ha tagliato fuori.
Dolore.
Intenso. Lancinante. Mi piego in due.
La sensazione che
qualcosa attraversi il mio costato, lasciando un foro da cui fluisce
l'energia vitale. Mi manca il respiro.
Nessuno mi ha colpito...
Ciò significa che il mio Signore, Garv il Chaos Dragon, è
stato ferito. Cerco di ritrovare nella confusione della mia mente il
legame psichico con lui, ma percepisco solo un pensiero rivolto a me:
- Diffida di loro! -
prima che un'altra ondata di dolore,
peggiore della precedente e più intensa del momento in cui
sono diventato un Mazoku, mi colpisca...
E sovviene la mancanza.
Una parte del mio essere mi è stata tolta... quasi mi avessero
strappato le braccia... e so che il mio Master non è più.
Il vuoto mi travolge. Cado a terra in ginocchio e urlo. Urlo
tutto il mio dolore.
Una nebbia porpora avvolge la mia mente e la
mia vista.
- Sei ridotto male... Allora? Rispondimi. -
Sono
nel deserto. Il mio corpo è coperto di ferite. Sto morendo.
Di fronte a me, uno schifoso Mazoku, pronto a fare il lavoro
sporco. Alto, i capelli rossi. So chi è: Garv, il Chaos
Dragon. Uno dei cinque DarkLords. Mi guarda con arroganza.
Lui
è vivo, di fronte a me.
- Ed ora un Mazoku è
venuto ad uccidermi, non è così? –
I draghi
dorati si sono stancati di massacrare la mia razza e hanno lasciato
che i demoni si divertissero ad aggiungere le nostre teste alle loro
collezioni di trofei? O sono rimasto l'ultimo e non importa più
chi mi uccide? Maledetti!
È vivo...
- Così,
Garv, il Demon Dragon King è... venuto a vedere la mia
miserabile morte? Alla fine, non c'è differenza tra Divinità
e Mazoku. -
Cerco di tornare alla mia forma originaria per
affrontarlo. La trasformazione riesce parzialmente, ma le ferite
iniziano a riaprirsi. Sono costretto a fermarmi. Cado a terra.
... di fronte a me.
- Sei finito, Valtier dei Draghi
Ancestrali. –
Come conosce il mio nome? I Dorati hanno
raccontato dunque delle mie sortite? Hanno sterminato la mia razza:
meriterebbero di peggio!
Vivo.
- Sei spaventato?
Dal fatto che stai morendo? –
Vorrei ridere, ma mi
trattengo. Un Mazoku che pone certe domande!
La voce esce
fuoriesce senza che io possa controllarla... Vorrei dirgli quanto Lui
abbia fatto per me, ma dalla mia bocca solo parole di sfida.
-
Che importa? -
Già, che importa? Le mie ferite sono
troppo gravi. Non riuscirò a sopravvivere fino al tramonto.
Che importanza ha se ho paura o no?
È il passato?
- Heh... Proprio come me. -
- Cosa? -
Un DarkLord che
si paragona ad un drago ancestrale morente... -
Sto fuggendo dai Mazoku. -
Lo fisso sospettoso. Come può
essere?
È il nostro primo incontro.
- Sei
come me, sotto un certo aspetto. -
Non rispondo.
Il
giorno in cui morì Valtier.
- Solo mi sembra un
peccato che tu sia in simili condizioni. -
Non riesco a
frenarmi. Perché dice questo?
Il giorno in cui
divenni un Mazoku.
- Un peccato... ? -
- Che ne dici?
Vuoi allearmi me? -
Sto morendo. A cosa potrei servirgli?
Il giorno in cui nacque Valgarv.
- Allearmi a te? Per
cosa? -
- Buona domanda. Per ora, cosa ne pensi della
sopravvivenza? -
Sono l'ultimo della mia specie... I miei
genitori, mia sorella e tutti coloro che conoscevano sono morti. Sono
braccato... Perché sopravvivere?
Perché
sopravvivere, mio Signore? Nulla ha più significato ora.
- Heh... Mi sembra una motivazione debole. -
- Non
completamente. È solo la cosa che farà infuriare... chi
ci vuole uccidere, vero? -
Rido anche se le ferite mi fanno
male. So che ha ragione. In questo momento sarebbe la vendetta
migliore... Ma sto morendo.
Sì...
-
Suppongo di sì. Ma... È tardi ora. -
- A mala pena.
C'è un'alternativa. Muori o rinasci come Mazoku. Come mio
subordinato. -
È un attimo. Ogni sospetto e ogni dubbio
scompaiono.
Capisce quello che provo.
Vuole che io sia suo
servitore.
Mi vuole.
Non sarò più solo.
Sì... Andrò avanti.
- Capisco... Quello
non sarebbe così male... -
Mi alzo e percorro
barcollando i pochi passi che ci separano. Per rimanere in piedi,
sono costretto ad appoggiarmi a lui.
Mi mette una mano tra i
capelli e mi infilza con la spada. Ho la forza di dire solo:
-
Non sarebbe proprio male... -
e muoio, affidandomi
completamente a lui, una delle creature che dovrebbe rappresentare il
Male.
Riapro gli occhi, urlando. Dolore. Molto dolore.
Sì,
mio Signore. Andrò avanti. Vivrò per la vendetta.
La sua aura ci circonda. A malapena lo sento dire:
-
Ti do il mio nome! Ora il tuo nome sarà Valgarv! -
Continuo
ad urlare con tutta la voce che possiedo. Sulla mia fronte cresce un
corno.
Sono un Mazoku.
Sono un Mazoku.
Sono
al servizio del Chaos Dragon.
Sono al servizio del Chaos
Dragon.
Sono Valgarv.
Sono Valgarv.
La
nube non si dissolve, si rintana in un angolo della mia mente.
Torno
in me, ma tutto sembra lontano, distante... ovattato.
Attorno a
me il sangue e i cadaveri dei miei compagni di viaggio. Li ho fatti a
pezzi.
Non mi importa. Nulla conta più per me. Solo la
vendetta. Distruggo tutto, comprese le inutili pergamene
dell'HellMaster e me ne vado.
Vago senza meta.
Nulla mi
raggiunge. Nulla mi scalfisce. Dentro sono vuoto.
Sulla mia
strada trovo un villaggio di esseri umani. Li osservo da lontano.
Bambini che giocano per strada. Donne che chiacchierano
sull'uscio di casa. Uomini che richiamano l'attenzione sulle loro
mercanzie.
Sono vivi. Sono felici.
Non hanno diritto di
esserlo. Il mio Signore non esiste più.
Poi le sento.
Risa...
La nube porpora torna di nuovo ad avvolgermi.
Risa
allegre...
La risata di mio padre che mi guarda...
Sono
piccolo e lui così grande e maestoso...
È felice.
Mi scompiglia i capelli... e mi prende e mi solleva in alto.
È
lui ora a dover alzare lo sguardo per guardarmi in viso.
Rido
anch'io e lo guardo.
Lo guardo mentre mi sorride felice.
Lo
guardo mentre una lancia lo trapassa e mi lascia cadere.
Tutto
sembra rallentare.
La sua risata diventa un rantolo.
Il suo
sguardo perde la luce.
L'urlo di mia madre.
Sangue che
fuoriesce.
Sangue che scorre.
Tocco terra macchiato dal
sangue di mio padre.
Chiudo gli occhi.
Apro gli occhi.
Sono sdraiato a terra al centro del villaggio. O di quello che ne
rimane.
Il fuoco sta divorando tutto. Il cielo è coperto
dal fumo.
Non ricordo nulla.
So già che non si è
salvato nessuno, nemmeno i bambini. Il pensiero non mi scalfisce.
Importa solo il dolore per la perdita dell'unico essere che mi
fosse rimasto.
Il resto è nulla.
Mi alzo e mi rimetto
in cammino.
La mia parte drago mi costringe a dormire. Il
mio corpo non può resistere troppo tempo senza il sonno. Una
debolezza che la trasformazione non ha eliminato completamente.
Non
mi piace farlo. Il mio sonno non è tranquillo. Mi perseguitano
i sogni... cose che vorrei dimenticare... ma sono ferite che non si
rimarginano...
Sogno... Sogno il passato...
Osservo
l'HellMaster e il mio Signore insieme, per la prima volta dopo la
Kouma Sensou. È passato un secolo dal Suo "tradimento".
Si stringono la mano per sigillare l'accordo.
Ufficialmente
il mio Maestro rimarrà ancora un fuggitivo.
In realtà
svolgerà alcuni "lavoretti" per gli altri DarkLords
nel mondo oltre la Barriera.
Questo Lo renderà necessario,
impedendo che Gli diano la caccia.
Né io né Lui
approviamo questo stratagemma. O ci fidiamo dell'HellMaster.
Soprattutto perché gli altri DarkLords sono assenti.
Ma al
momento non possiamo rifiutare l'offerta che ci è stata fatta.
Questo patto ci darà il tempo per studiare una nostra
strategia per liberare il mio Signore dalla catena delle
reincarnazioni. Ci serve libertà d'azione... senza averLi
perennemente sulle nostre tracce.
Osservo l'HellMaster andarsene
camminando scalzo come gli umani tra i quali ama tanto mescolarsi.
... camminando scalzo...
Piedi...
Piedi nudi che
corrono...
Piedi minuti da donna che corrono veloci...
Mia
sorella corre...
Le lance dei draghi dorati la mancano di poco...
Poi una la colpisce di striscio...
Lei continua a correre...
La colpiscono ancora, alla spalla.
Lei rallenta, si strappa
l'arma dal corpo, ma continua a correre...
Ancora lance...
Ancora...
Ancora...
Ora è a terra, ma arranca
cercando di proseguire.
La colpiscono ancora...
Ancora...
Ancora.
Non si muove più.
I draghi dorati se ne
vanno soddisfatti.
Li ha tenuti lontani da me.
Il suo sangue
scorre... scorre, rendendomi responsabile della sua morte...
Sangue...
Nel sangue si forma un arazzo...
Rappresenta la
battaglia finale tra Lei Magnus e Ragradia... nella quale il mio
Padrone fu sigillato in un corpo umano e il frammento di
Shabranigdo-sama imprigionato nel ghiaccio.
Si formano le pareti
che mi circondano. Sono nel palazzo della Signora del Mare.
Riporto
il mio sguardo sulla storia rappresentata. È fedele alla
realtà storica... ma dubito che chi ha assistito all'evento
come la DarkLady Dolphin Deep Sea possa accettare qualcosa di
diverso. Sono i draghi dorati a modificare la Storia. I Mazoku la
accettano per evitare in futuro gli stessi errori.
All'interno
della stanza alla mia sinistra si sta decidendo la strategia da
adottare per la liberazione di Lei Magnus. Sono presenti tutti i
DarkLords.
Sono qui solo su mia insistenza. Voglio proteggere il
mio Signore: non mi fido di nessuno di Loro... Lui ed io sappiamo con
certezza che ci tradiranno nell'esatto momento in cui non ci
riterranno più utili.
Lord Graushella è il primo ad
uscire. Non mi degna d'attenzione mentre si allontana.
Poi,
assieme all'HellMaster, il mio Signore. Il Loro congedo è
freddo.
Aspettiamo che si teletrasporti per primo, poi torniamo
al nostro rifugio.
Qui il mio Signore mi spiega la parte della
strategia che Lo riguarda.
Deve occupare alcune città
umane tra le quali Atlas City e Sailoon per renderle futuri avamposti
nella guerra. Considerato dai draghi ancora come un traditore, avrà
più possibilità di agire indisturbato durante il
conflitto. Potrebbe risultare cruciale nello sciogliere il sigillo di
Ragradia.
Quanto a me, sarò costretto a partire con un
General alla ricerca di un'arma potentissima che i draghi dorati
hanno nascosto all'esterno della Barriera. Mi porge due pergamene che
riporterebbero delle indicazioni utili.
Solitamente i Mazoku non
fanno uso di armi. Ma in questo caso è diverso. Potrebbe
cambiare le sorti della futura guerra. Non può essere lasciata
nelle zampe dei draghi. E non può essere affidata solo a me o
al mio Signore. Diventeremmo troppo pericolosi...
So che il mio
Padrone teme il tradimento. Ma non possiamo abbandonare tutto ora:
Lei Magnus potrebbe essere la soluzione al Suo problema.
Tutto
svanisce nella nebbia porpora.
Sono sveglio.
Stanno
arrivando.
Draghi dorati. Precisamente sei.
Rimango sdraiato
ad aspettarli. Hanno fatto tanta strada richiamati dalla mia aura
demoniaca. Non si sono resi conto di quanto io sia potente. Perché
deluderli?
Mi sorvolano. Mi circondano. Le lance brillano nella
luce del sole tra le loro zampe.
Mi alzo.
Lanciano le loro
armi per colpirmi, ma sono già alle spalle del più
grosso. Lo uccido con un singolo colpo.
Gli altri sono solo dei
cuccioli... Per un momento credo di provare pietà per loro.
Ne uccido un altro.
Il più piccolo, una femmina, urla
spaventata.
Quel suono mi dà fastidio. Mi porto le mani
alle orecchie.
La nebbia porpora mi sommerge.
Un urlo.
Un urlo straziante.
Un urlo che non sembra mai finire.
Centinaia di corpi dei miei simili.
Lance dorate li hanno
trafitti.
Una donna sta urlando tutto il proprio dolore.
È
a terra in ginocchio, di fronte all'entrata del tempio.
Stringe
al petto suo figlio, morto. Le sue ali nere sembrano cercare di
avvolgerla per celarla. Pare alzare una preghiera al cielo.
Draghi
dorati la circondano. La guardano sprezzanti.
Mia madre, la mia
bellissima madre, è tra di loro nella sua forma umana. Le mani
legate.
Li osserva impassibile, in silenzio.
Non abbassa mai
lo sguardo. Nemmeno quando l'accusano di complottare per la
distruzione del mondo.
C'è un vecchio tra i draghi dorati.
Rugoso, lunga barba e lunghi capelli bianchi. Si regge con un bastone
e porta il diadema degli Anziani.
Fa un cenno. Alcuni di loro
afferrano la donna che urla. Uno prende una spada. Lei si agita,
cerca di raggiungere il corpo del figlio. Le tagliano le ali.
Mia
madre distoglie lo sguardo.
Ora tocca a lei. La costringono ad
inginocchiarsi.
Il vecchio le parla ancora. Cita un'arma potente.
Sarebbe la sua salvezza.
Lei non dice parola.
Un altro gesto
dell'Anziano.
La spada cala.
Il sangue scorre.
La testa
di mia madre cade.
I draghi dorati se ne vanno.
Esco
dall'ammasso di cadaveri in cui mia madre mi ha nascosto.
Inizio
a piangere mentre cade la neve.
Giuro a me stesso che non lo farò
mai più.
Il sangue dei draghi dorati sulle mie mani è
freddo.
Non mi ha dato soddisfazione ucciderli. Non questa volta.
Voglio vendicare il mio Signore.
Voglio distruggere chi ha
osato levare la propria mano contro di Lui.
Voglio smettere di
soffrire.
Nella mia mente immagini si susseguono senza tregua,
senza darmi riposo. I ricordi dei momenti felici del mio
addestramento con il Maestro mi risultano insopportabili. Troppo
dolorose.
Per non affrontarli preferisco cercare nella mia mente
la nube porpora.
Siamo una dozzina. Io sono il capo. Ci
nascondiamo tra le montagne.
Vorremmo vivere in pace. Vorremmo
essere lasciati soli. Ma continuano a cercarci. Incessantemente.
Non
abbiamo molte speranze. Siamo giovani, senza esperienza. Sono troppi
per noi da affrontare. Ma possiamo insegnar loro cosa significhi
essere attaccati senza preavviso.
Piccole sortite. Colpiamo i
villaggi, i gruppi più piccoli. Non uccidiamo i cuccioli. Solo
gli adulti, i colpevoli.
Ma questo ci rende dei mostri ai loro
occhi. Dovremmo morire senza reagire.
Arriva una giovane femmina,
dicendo che ha sentito parlare di noi, e si unisce al nostro gruppo.
Non parla mai con me. Dice che sono troppo brusco, precipitoso.
Il tempo passa. I miei compagni iniziano a borbottare, ad
evitarmi. Non riesco a capirne il motivo.
Poi, un giorno, prima
di un attacco mi affrontano. Dicono che vogliono vivere in pace...
che i draghi dorati hanno promesso di smettere di darci la caccia...
che gli attacchi alla nostra razza sono frutto delle azioni
sconsiderate dei nostri anziani. Vogliono andarsene dalle montagne.
All'inizio non capisco cosa dicono. Non voglio capirlo.
Lei
li ha messi contro di me. Li ha corrotti. Li porterà al
massacro.
Cerco di convincerli. Ricordo loro tutto quello che
abbiamo passato.
L'illusione di cui si nutrono è troppo
forte. Mi invitano ad andare con loro e non sono felici del mio
rifiuto. Temono che attiri su di loro le ire dei Dorati.
Alla
fine raccolgono le loro cose e se ne vanno, lasciandomi solo.
Traditori! Stupidi!
So già cosa accadrà, ma li
seguo da lontano, senza farmi vedere.
Vengono accolti in un
villaggio. L'atmosfera sembra festosa. Non mi fido.
Poi il
tradimento... le urla... le lance... il sangue...
Sono in un
granaio.
Sono adagiato sulla paglia. Le mie ferite sono state
pulite e fasciate.
Voglio alzarmi ed andarmene, ma non ci riesco.
Sono debole.
Vicino a me c'è un umano, un vecchio.
Ringhio contro di lui per spaventarlo, ma non sembra udirmi.
Continua a giocare con il suo scacciapensieri, ignorando ogni mio
gesto. Solo quando cerco nuovamente di alzarmi e rotolo a terra, si
alza e mi aiuta a tornare sul mio giaciglio.
È bastato
così poco a consumare tutte le energie. Mi addormento di
nuovo.
Il vecchio è di nuovo qui. Mi ha portato
qualcosa da mangiare.
Dubito che quest'essere sia un pericolo per
me e sono affamato... Lo guardo diffidente mentre mangio.
L'anziano
continua a giocare con il suo scacciapensieri senza mai rivolgermi la
parola.
Torno a dormire.
La routine si ripete ancora,
ancora... Non so quanto tempo sia passato da quando sono qui. Però
sto recuperando le energie. L'uomo non parla mai, ma mi ha donato uno
scacciapensieri simile al suo per sfogare la frustrazione.
Poi
sento delle voci. Un umano giovane. Un'umana più vecchia.
Litigano.
Qualcuno apre la porta del granaio. Non è il
vecchio perché conosco il suo odore.
È il giovane.
Mi fissa stupito. Richiude la porta, agitato. Altre urla.
Silenzio.
Passa qualche ora così.
Il vecchio arriva. Ha con sé
qualche vestito e qualche provvista.
- Alzati. Devi andartene. -
Lo fisso sospettoso.
- Mio nipote è andato a
chiamarli. Non passerà molto tempo prima che arrivino. -
Mi
aiuta ad alzarmi.
- Io resterò qui ad aspettarli. Li
tratterò il più possibile. Vai! -
- Perché?
-
gli chiedo.
- Serve un motivo per voler aiutare qualcuno? -
Rimango senza parole.
Nessuno mi ha mai detto una cosa
simile. Nessun estraneo mi ha mai aiutato. Non so cosa dirgli.
Mentre mi allontano non posso fare a meno di guardare indietro.
Riesco a raggiungere le montagne. Mi sento al sicuro.
Da una
sporgenza osservo la vallata.
Li vedo. Una macchia dorata contro
il verde dei campi. Se la sono presa comoda: mi credono indifeso.
Non atterrano nemmeno. Riesco a vedere il granaio scomparire in
una colonna di fuoco e fumo.
Il vecchio? ... Sarà uscito?
Si sarà salvato? ... No, non è uscito. Ha atteso
all'interno per trattenerli... E loro non si sono nemmeno degnati di
controllare che fossi veramente in quel granaio o che fossi solo...
Sono dunque queste le forze del "Bene"? Pronte a
sacrificare vite innocenti!
Quel vecchio mi ha aiutato e non ho
potuto fare nulla per lui... Sento il peso della sua morte sulla mia
anima.
Quanto tempo è passato?
Da quanto non
mi nutro?
Non lo so.
Ho vagato come un sonnambulo
distribuendo a piene mani morte e distruzione senza distinzione
alcuna.
Ora la nebbia porpora si è dissolta completamente.
Anche se dolore e rabbia non mi abbandonano, sono tornato padrone di
me stesso. Perché sta accadendo.
In questa notte come
tante, la Barriera che racchiudeva la Penisola dei Demoni si è
infranta e i suoi frammenti sono stati inghiottiti da una colonna di
tenebra. Tutto sembra convergere alla sua base: le nuvole, i venti,
le acque... Persino il Piano Astrale. Gli animali fuggono
terrorizzati.
La colonna di luce e il potere che vi risiedono
pulsano rispondendo al richiamo.
La Madre è scesa tra i
suoi figli.
La Madre ci annienterà.
Che chi ha ucciso
il mio Signore sia consumato dal Chaos.
Che i draghi dorati
paghino le loro colpe.
Che quel potere immenso, assoluto e
divoratore ponga fine a tutto.
Che il mondo sia finalmente
distrutto.
La forza di quel risucchio aumenta.
Sono felice.
Rido.
Vieni! Vieni, Madre.
L'ira divina si abbatta su di
noi e cancelli tutto.
Dammi la morte una volta ancora.
Liberami
da questo mondo perverso.
Spero soltanto di ritrovare il mio
Signore in qualsiasi cosa mi aspetti. Di non essere più solo.
E che dolore e sofferenza siano un ricordo di questo pianeta ingrato.
Così com'è comparsa, la colonna di tenebra
scompare e il pulsare della colonna di luce termina. Il mondo...
questo mondo osceno esiste ancora.
Perché?
Perché
Lei si è fermata?
Perché non ha consumato tutto,
eliminando ciò che era brutto, sbagliato e ingiusto? Tutto
sarebbe tornato bianco e puro...
È forse compiaciuta della
propria creazione? ...
Avrebbe dovuto farlo! Un mondo senza il
mio Signore non dovrebbe esistere!
Perché?
Perché!
Perché!
Non è giusto!
A questo punto
perché temerLa? Dovrebbe distruggere chiunque osi mettersi
contro di Lei, dovrebbe bramare il ritorno alla Sua forma
originale... dovrebbe... dovrebbe...
In realtà non ha
fatto nulla di tutto ciò!
Perché!
Alle
mie domande non giunge alcuna risposta.
Solo un richiamo.
Qualcosa mi chiama. Ora che la mia mente è libera, la sento.
Canta di un potere enorme, di sangue che scorre, di vendetta
compiuta. Canta di distruzione, di morte... e di rinascita.
La
Ravdomezehis mi chiama.
Come conosco questo nome?
Non lo so.
Ma la Lancia di Luce mi chiama e vuole che sia io ad impugnarla.
Non
aspetto altro.
Torno a ciò che resta del mio rifugio e
trovo ad aspettarmi Jiras e Grabos.
È stata una loro
fortuna essere in missione quel giorno. Mi sarebbe dispiaciuto averli
uccisi...
Piangono di gioia al vedermi: mi credevano morto. Sono
convinti che mi abbiano attaccato.
Dico loro soltanto che
Garv-sama è morto.
Questo li turba di nuovo: sapevano
quanto venerassi il mio Maestro e loro stessi lo ammiravano.
Chiedo
loro di lasciarmi da solo. Ho bisogno di tempo per pensare.
Vanno
a cercare se qualcosa è rimasto integro ed utilizzabile.
Voglio vendicare il mio Signore.
Voglio quella Lancia.
Voglio sterminare i draghi dorati.
Voglio...
Voglio che
il vuoto che mi divora scompaia.
Voglio che non si soffra più.
Le mie riflessioni sono interrotte. Qualcuno nel Piano Astrale...
sta arrivando qui.
Di fronte a me compare un demone dalla forma
antropomorfa. Lo riconosco come uno delle spie del Lord Glaciale nei
territori oltre la Barriera. È suo compito sorvegliare le
mosse dei draghi dorati... Perché è qui?
- Sono
Kanjime ed ho l'onore di servire Sua Eccellenza, il Signore dei
Ghiacci, Dynast Graushella. Giungo in questo luogo per consegnarti un
messaggio dei Figli del Signore dell'Oscurità attualmente in
vita: lord Graushella, lady Deep Sea e lady Metallium. -
Solo ora
mi rendo conto che la presenza dell'HellMaster è scomparsa dal
Piano Astrale.
- Taglia corto! -
- I Figli del Signore
dell'Oscurità chiedono che, considerato che il tuo Signore è
venuto a mancare, tu entri nelle Loro fila. -
Trattengo la
risposta volgare solo perché voglio sapere ciò che è
accaduto all'interno della Barriera.
- Cos'è successo al
mio Signore? -
Nasconde a fatica il proprio compiacimento.
-
Un vile attacco dei draghi dorati. Hanno usato come esca un'umana,
Lina Inverse, facendo credere che Lord HellMaster fosse interessato a
lei... Pare che avessero una nuova arma molto potente... C'è
chi sostiene che sia quella che tu avresti dovuto trovare... Il Chaos
Dragon non è nemmeno riuscito ad uccidere la mortale prima che
lo distruggessero... In ogni caso, nessuno ha potuto fare nulla per
impedire la Sua fine. -
Bugiardo.
È solo un bugiardo.
Il mio Signore mi ha avvertito prima di morire:
- Diffida di
loro! -
Non ho più dubbi.
Uno tra di Loro ha attaccato
a tradimento il mio Signore, usando come esca Lina Inverse. Forse lo
stesso HellMaster.
All'interno della Barriera non esisteva alcuna
arma che fosse tanto potente da distruggere un DarkLord. E nemmeno
poteva esservi introdotta senza che Loro volessero.
Ingannandomi,
vogliono trascinarmi dalla Loro parte. Maledetti!
Rimane solo
un'ultima domanda.
- E l'HellMaster? -
- La notte in cui la
Barriera è crollata, Lord HellMaster ha avuto... un incontro
con la Madre...-
Il mio braccio scatta e l'afferro per la gola.
- Chi credono d'imbrogliare? -
Reagisce cercando di colpirmi
e di ritirarsi nel Piano Astrale, ma Garv-sama mi ha ben addestrato.
Blocco ogni colpo, ogni tentativo di fuga.
- Alla fine non c'è
differenza tra Divinità e Mazoku. -
Ma è una frase
rivolta a me stesso.
Utilizzo il mio potere per porre fine
all'esistenza di quest'essere infame.
¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤
Palazzo dei Ghiacci, Biblioteca
-
Sembra abbastanza potente. -
giudicò Zelas Metallium,
comodamente seduta su una poltrona che le permetteva di tenere sotto
controllo entrambi i fratelli.
- Già. Se non fosse così
ribelle, potrebbe essere utile. -
concordò la Signora del
Mare, prendendo a passeggiare tranquilla con le mani intrecciate
dietro la schiena.
Immobile e avvolto nella sua armatura, Dynast
Graushella sembrava un statua mentre soppesava quanto visto. Infine
parlò con la sua voce immota:
- È potente, ma
instabile. Sarà difficile controllarlo. -
- Non se gli
offriamo il giusto incentivo. -
rispose Dolphin, fiduciosa.
-
Potrebbe non essere abbastanza. Ha già intuito la verità.
-
mormorò Zelas, pensierosa.
- Ma noi non abbiamo
fatto nulla. -
sorrise furba Dolphin portandosi di fronte alla
sorella e proseguì:
- È stato Phibrizio ad essere
informato da Lei Magnus-sama del GigaSlave. È sempre stato
Phibrizio a considerare inutile il traditore ed eseguire la sentenza.
Senza informaci. Noi non abbiamo fatto nulla. -
- Un argomento
molto convincente, sì. -
sottolineò lei in tono
ironico.
Dolphin stava per ribattere quando Dynast intervenne:
-
Procederemo con calma tenendolo sotto controllo, ma lasciando che
compia le sue mosse. Non oserà penetrare nella Penisola,
quindi non attaccherà Lina Inverse finché vi rimarrà.
Quando verrà il momento adatto, gli sarà riproposto di
unirsi a noi... in cambio della giusta ricompensa... -
- Ovvero
Lina Inverse. Allora credo sia consigliabile evitare iniziative dei
draghi o dei traditori ancora rimasti nei confronti della nostra
"protetta". -
concluse Zelas.
Le bastò meno
di un pensiero per convocare Xelloss.
Questi apparve e si
inginocchiò immediatamente al suo cospetto.
- Segui Lina
Inverse. Impedisci che muoia. Ma al momento non palesare la tua
presenza. -
gli ordinò.
- Sì, mia Signora. -
rispose il Trickest Priest prima di alzarsi, rivolgere un inchino
veloce agli altri due DarkLords e scomparire.
- Potremmo
accelerare i tempi. Difficilmente i draghi dorati lo lascerebbero in
pace se scoprissero la sua esistenza... -
proseguì lei.
-
Per quanto potente, si troverebbe da solo contro almeno un Clan...
Non male... -
Dolphin, che aveva ripreso la sua passeggiata, era
chiaramente compiaciuta dell'idea.
- Non rischierò le mie
spie. Una si è già fatta scoprire e non posso perderne
altre al momento. -
Dynast, esponendo il primo lato negativo
della faccenda, si limitò a osservarla freddamente.
- Il
solito guastafeste. -
commentò a bassa voce.
Sapeva
che l'avrebbe udita, ma non resistette alla tentazione di provocare
il fratello.
- E poi, sorella mia, come tu hai fatto notare ha
già intuito la verità. Potrebbe capire anche che si
tratta di una nostra strategia. -
- D'accordo, "capo".
-
disse nel tono più sottomesso che le riuscì. Fece
però comparire l'eterna sigaretta, cosa che Dynast non aveva
né avrebbe mai apprezzato nel suo palazzo.
Era rabbia
quella che per un attimo era comparsa negli occhi del fratello? Non
ne era sicura... ma inspirò ed espirò voluttuosamente
il fumo per provocarlo ancora.
- Se solo Valgarv non avesse
distrutto la pergamena originale affidatagli da Phibrizio... -
sbuffò Dolphin per l'ennesima volta, riportando la
discussione su toni più leggeri.
- Quell'arma sarebbe
stata un giocattolo veramente interessante. -
sospirò
Zelas.
Non che le piacesse combattere utilizzando delle armi. Ma
in quel caso avrebbe fatto volentieri un'eccezione.
- Nessuna
"premonizione", sorellina? -
chiese in tono falsamente
interessato, canzonandola.
Dopo la discussione sul "tradimento"
di Xelloss non aveva più tralasciato di ricordare alla sorella
i suoi limiti come veggente. Non dopo che questa l'aveva tormentata
per secoli con quella stupida storia e la scoperta che in realtà
il traditore era Seigram.
Dolphin digrignò i denti.
-
Spiacente. So solo che è ben più potente della Gornova.
Ma forse Xelloss, con le sue conoscenze tra i draghi dorati, potrebbe
ricavare qualcosa... -
Il tono utilizzato conteneva
un'insinuazione di troppo per i suoi gusti. Meditò di
affondare le proprie zanne in quella che avrebbe dovuto essere la
giugulare della sorella. Scartò l'idea solo perchè
avrebbe macchiato i tappeti.
- Ormai è al di fuori delle
nostre disponibilità. Dubito che i draghi dorati siano
disposti a fornirci qualsiasi informazione. -
intervenne Dynast,
chiudendo la discussione. Poi la riaprì su un nuovo fronte:
-
Rimane pur sempre la remota possibilità che rifiuti ancora la
nostra offerta. -
- In quel caso, sarei più che lieta di
insegnargli il prezzo del tradimento. -
sorrise Zelas sorniona.
Un drago ancestrale mezzo demone non era una preda molto comune e
prometteva una caccia molto soddisfacente.
- Non credo che sarà
necessario. Se Valgarv è così simile al suo Padrone,
saremo in grado di manipolarlo... Ha già distrutto la spia di
Dynast risparmiandogli la fatica di punirla... -
ridacchiò
Dolphin.
La somiglianza con Garv... Il pensiero la disturbò.
Tra i DarkLords era sempre stata l'unica a comprendere in parte
l'emotività del Chaos Dragon perché, in certo senso,
erano stati simili... almeno prima della battaglia finale con
Ragradia... Sapeva cosa avrebbe fatto in quelle condizioni suo
fratello, il puro potere demoniaco così simile al suo e non
quel debole mezzo-demone traditore che era diventato, perché
l'avrebbe fatto anche lei: non avrebbe mai accettato una proposta
simile. Avrebbe cercato di portarli tutti con sé nel Mare del
Chaos.
Se veramente l'Ancestrale somigliava tanto a Garv... come
avrebbe fatto? Non era così potente e non sapeva nulla
dell'umana... Ma di certo non si sarebbe lasciato manipolare
facilmente.
- Di questo non possiamo essere sicuri... -
mormorò
così piano che la sorella non la sentì e proseguì
con il suo congedo:
- Ora vogliate scusarmi, ma devo andare. La
tua ospitalità è stata eccellente come sempre, fratello
mio... anche se la compagnia non era delle migliori. -
Le sorrise
raggiante prima andarsene.
Si alzò e si avvicinò al
fratello.
- Dici che è necessaria? -
gli chiese, senza
aspettare una risposta.
Dynast rispose comunque:
- In due
saremmo troppo in svantaggio rispetto ai draghi. -
- Già.
Questo mi mette anche al riparo da qualsiasi sua o tua iniziativa. -
sospirò e spense la sigaretta gettandola a terra e
calpestandola.
- Ma preferivo Phibrizio. -
dichiarò
prima di tornare al proprio palazzo.
¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤¤
I frammenti vanno al loro posto.
La condanna di
Garv-sama non era mai stata cancellata... solo rimandata. Ma eravamo
troppo... troppo ansiosi di trovare un modo per liberarlo dalla sua
maledizione per capirlo. Quell'arma potentissima era solo una scusa
per allontanarmi da Lui, per evitare che Lo aiutassi... E
quest'umana... questa Lina Inverse... è stata l'esca per la
trappola. Sapevano quanto il mio Maestro cercasse di consolidare la
propria posizione: ne hanno approfittato. Anzi, ne ha approfittato
perché solo l'HellMaster avrebbe potuto organizzare una
strategia del genere... solo lui avrebbe potuto cogliere di sorpresa
il mio Signore... Lo ha colpito alle spalle!
Ma Lei ha già
provveduto a lui. Non posso più vendicarmi.
Solo l'umana è
viva... l'esca... Ha portato alla morte il mio Maestro... È
come se fosse colpevole... Anzi, è colpevole!
È
colpevole quanto loro! Deve pagare! Deve morire!
La ucciderò
io stesso!
Jiras e Grabos cercano di consolarmi.
- Ci hanno
tradito. Hanno cercato di distruggerci. -
mormoro. Mi guardano
sorpresi: sono ore che non parlo.
Poi ripeto a voce più
alta e proseguo:
- Ci hanno tradito. Hanno cercato di
distruggerci. Tenteranno di farlo ancora. Ma hanno fallito e
falliranno sempre. Perché ci hanno sottovalutato. Ci credono
deboli! Ma gli dimostreremo quanto si sbagliano. Ci leveremo più
in alto di loro e li puniremo... Li puniremo per tutto il male che ci
hanno fatto. Poi nessuno soffrirà più. -
Il mio breve
discorso li elettrizza. Sono pronti a tutto pur di aiutarmi.
Non
sanno quale sia la punizione che infliggerò. Non hanno idea
che si tratti della distruzione del mondo. Ma forse, anche in caso
contrario, non mi abbandonerebbero.
Non ho più un cuore.
Solo un vuoto che non può essere colmato.
- Io sono il
discepolo del Chaos Dragon. Io sono il suo erede! -
urlo perché
tutti sentano... perché tutti sappiamo che questo nome non
verrà disonorato combattendo per chi L'ha ucciso.
Distruggerò
questo mondo.
Li lascio a prepararsi per trasferirsi sul
promontorio.
Armace mi aspetta con la Ravdomezehis in pugno. È
già pronto per la costruzione della sua base, ma attende la
mia risposta.
- Accetto, ma solo alle mie condizioni. -
Sono
un Mazoku.
Sono al servizio del Chaos Dragon.
Sono Valgarv.
'There is no life in the cold, in the dark. Here in
the void only death.
I smell your blood. I shall devour it, eat
it all, eat all the world.'
(The Fellowship of the Ring: The
treason of Isengard)
