CRAZY IN LOVE – CHAPPIE 3

Entrati nella stanza, si sedettero sul divano davanti al camino. Draco era preoccupato, non sapeva nulla di ciò che era successo tra Ginny e Harry.

Harry piangeva perché era vero che amava Ginny ma, come amica. Probabilmente avrebbe dovuto rinunciare anche a questo. Era un sentimento difficile da interpretare il suo, nei confronti della sorella del suo vecchio migliore amico.

Le emozioni che provava quando trascorreva le sue giornate con Draco erano profondamente diverse; erano, non solo amore ma anche complicità, passione, un legame indissolubile grazie alla fedeltà che l'uno nutriva nell'altro.

Draco cercava di capire per quale motivo Harry stesse piangendo. Tenendolo ancora tra le sue braccia e accarezzandogli la fronte, gli sussurrò:

- Harry…dimmi, cosa è successo…dimmi cosa posso fare… - Draco cercò di finire la frase ma si accorse che Harry, con la testa poggiata su una spalla del biondo, giocherellava con i bottoni della sua camicia.

- Harry… - sospirò Draco.

Il viso del moro era rigato dalle lacrime, i suoi occhi erano fissi sul petto di Draco e la sua fronte poggiava sulla spalla del compagno.

Harry alzò la testa per guardare l'amante negli occhi, posò una mano dietro la nuca di Draco e lo avvicinò a se, si guardarono negli occhi per qualche secondo. Sembrarono leggersi le rispettive anime e riconoscere i reciproci sentimenti. In quel momento lo sguardo di Harry trasmetteva un messaggio preciso…voleva sentirsi amato ancora una volta, perché solo fare l'amore con Draco gli trasmetteva protezione e affetto.

Le loro labbra si sfiorarono in cerca di un languido bacio. Il biondo di sua iniziativa catturò la bocca dell'amante. Avvertì il sapore amaro della sofferenza sulle calde labbra di Harry. Con la sua lingua esplorò la bocca del moro.

La bocca di quest'ultimo cercava di ritrarsi ma, il bacio non terminò. Il loro gioco continuò, stuzzicando, destando pian piano i loro desideri.

In quel gioco muto tra i due uomini, fatto di baci, contatti ed eccitazioni, Draco domò poco a poco Harry. Asciugò con dolci baci le lacrime, tranquillizzò quel cuore scosso da un'emozione provocata da qualcosa a lui ancora sconosciuto.

Quella sera trascorse veloce, sul divano, il biondo si diede al suo innamorato, lo lasciò cercare, trovare ciò che voleva. Lo fece ardere e placò il suo bisogno di sentirsi amato, il suo ardore. La breve e incantata beatitudine di quei gesti amorevoli, li travolse, li unì in un solo essere e il loro amore sigillò i loro cuori una volta ancora.

- Buon Natale Harry – disse Draco non appena ebbe ripreso fiato.

Si alzò pian piano dal divano e raccolse i suoi indumenti.

- No! Non ti ho fatto il regalo…scusami! -

Draco si avvicinò e si sedette, ormai quasi vestito, accanto a Harry.

- Non ti preoccupare…mi hai regalato te stesso come mai avevi fatto prima…Sei tu il mio regalo. -

Si sorrisero e si baciarono.

- Draco…devo dirti una cosa… -

- Dimmi pure! Si tratta del motivo per cui eri triste prima? –

Harry annuì e cominciò a spiegare.

- Si, vedi…stamattina, dopo che ci siamo salutati, sono andato da Ginny e…ho cercato di spiegarle tutto…abbiamo cominciato a litigare e ha voluto sapere chi era colui che mi allontanava da lei…a quel punto ho sentito di doverle dire di noi due…Draco…le ho detto che ti amo e che lasciavo lei per te ma… - Harry si rattristò solo al pensiero del suo litigio con Ginny e Draco non perse occasione per consolarlo. Lo abbracciò e lo strinse per farlo sentire meglio.

- Perché ti odiano…? Perché non ti vedono per quello che sei veramente…? Grazie per avermi dato la possibilità di stare con te… - disse Harry tra le braccia dell'amante.

- Non ti preoccupare, hai fatto la cosa giusta…capirà! Sei stato anche corretto a dirgli che con lei non poteva funzionare…non mi importa se lo dirà ad altri…ti sarò sempre vicino… - Draco liberò Harry dal suo abbraccio e lo guardò negli occhi.

Harry si era calmato e ora sorrideva mentre il biondo accarezzava il suo viso.

- Sai cosa facciamo domani? – Harry scosse la testa – Domani andremo a colazione insieme, faremo vedere a tutti che non ci vergogniamo a farci vedere in giro insieme…che non ce ne frega niente…! -

- Ma non temi che possano cercare di dividerci? – chiese Harry.

- Non lo renderò possibile…non li lascerò dividerci…dovranno vedersela con me! Draco Malfoy! -

Harry che lo guardava stupito, esplose in una risata di gusto.

- Perché ridi? Io sono forte! Li abbatterò uno ad uno! Così… - disse Draco sorridendo e prendendo un cuscino.

I ragazzi cominciarono a tirarsi cuscini a vicenda. Le risate dei due invasero tutta la stanza mentre l'ora di cena si avvicinava.

Qualche minuto dopo Harry e Draco, stanchi morti dopo la battaglia, si lasciarono cadere sul divano uno accanto all'altro.

- Harry – disse Draco guardando l'orologio alla parete – penso sia ora di scendere a cena, meglio che torni a casa e ti prepari ad affrontare gli altri. -

- Beh, in effetti si staranno chiedendo dove sono finito, sempre se Ginny non ha ancora spifferato tutto… - disse Harry mentre si alzava e raccoglieva le sue cose.

Una volta ricomposti, Draco accompagnò alla porta Harry e con un bacio si salutarono.

- Harry! – disse Draco prima di veder scomparire la figura del suo amante nel buio del corridoio. – Non ti preoccupare…andrà tutto bene… -

Harry sorrise e annuì. Si voltò e continuò la sua strada verso il dormitorio dei Grifondoro.

Ecco, era davanti al ritratto della Signora Grassa. Sospirò pregando che dentro non ci fosse nessuno, sperava di non doversi confrontare con nessuno sulla questione. Era stanco e non voleva litigare ancora.

Pronunciò la parola d'ordine e il ritratto si aprì. Entrò lentamente ispezionando con lo sguardo la sala…perfetto, non c'era nessuno, probabilmente erano già scesi a cena. Il silenzio della stanza era quasi irreale, era quasi impossibile trovare la sala vuota nelle ore pomeridiane. C'erano sempre gruppetti di compagni che cercavano di studiare, o altri che giocavano a scacchi magici per passare il tempo.

Harry si mosse veloce attraverso la stanza, fu ancora più rapido nel salire le scale che portavano alle stanze da letto.

- Harry…dobbiamo parlare… -

Il ragazzo aveva appena posato la mano sulla maniglia della porta in cima alle scale della parte maschile. Si voltò di malavoglia pensando a parole poco educate. La figura nella stanza l'aveva bloccato, Harry sapeva che avrebbe fatto di tutto per impicciarsi delle sue questioni ma lui non l'avrebbe permesso…