Tempio dell'Ariete
La mattina seguente, Mu si svegliò molto presto. In realtà non aveva chiuso occhio per tutta a notte. La sensazione di essere solo, senza il suo Shaka, aveva fatto male anche a lui.
Nonostante tutto quello che era accaduto, amava disperatamente quell'indiano testardo.
Aveva trascorso la nottata ripensando a ciò che che il sesto guardiano gli aveva detto, e, anche se era ancora ferito da tutto quello che era accaduto, non aveva rilevato alcuna menzogna nelle sue parole. Quello che gli faceva davvero male, era sapere che il suo compagno non si fosse confidato con lui.
Se lo avesse fatto, avrebbe risparmiato molta sofferenza ad entrambi.
Ritenendo inutile continuare ad aspettare un sonno che non sarebbe mai arrivato, si alzò e per prima cosa si diresse verso il bagno. Immergere il suo corpo nell'acqua calda, sentire il calore sciogliere le tensioni accumulate, era ciò che in quel momento desiderava di più.
No. Quello che desiderava di più era che Shaka fosse lì con lui, ma, al momento, un bagno caldo sembrava essere l'unica opzione disponibile.
Trascorse in bagno un bel po' di tempo, quando l'acqua si raffreddò il sole era già sorto. Dopo essersi asciugato e vestito, andò in cucina per preparare la colazione. Non aveva fame, ma si costrinse a mangiare qualcosa; inoltre, una tazza di tè lo avrebbe sicuramente aiutato a rilassarsi.
Gli occhi ancora velati dal dispiacere, il viso spento, ringraziò il cielo che Kiki fosse a Jamir... dover spiegare al suo allievo perché si trovasse in condizioni così pietose, era l'ultima cosa che voleva fare in quel momento.
Decise che più tardi non sarebbe sceso ad allenarsi. Non aveva voglia di vedere nessuno, per di più alcune armature richiedevano già da qualche giorno le sue attenzioni. Avrebbe lavorato tutto il giorno nella fucina.
Deciso nel suo proposito, si recò nella parte posteriore del suo tempio. Il lavoro manuale lo avrebbe aiutato a mettere ordine tra i suoi pensieri...
Erano già passate quasi tre ore quando avvertì un cosmo ben noto chiedere il permesso di entrare. Senza indugio, si liberò del grembiule di pelle che usava per lavorare ed andò ad accogliere il suo visitatore.
- Buongiorno Camus - un piccolo sorriso si distese sulle sue labbra.
- Buongiorno Mu - il viso del francese mostrava chiari segni di aver passato una nottata molto simile a quella del suo amico.
- Anche tu non hai chiuso occhio? - chiese Mu vedendo il francese piuttosto provato.
- Nemmeno per un minuto... -.
Dopo aver fatto cenno all'amico di sedersi sul divano del soggiorno, Mu andò a prendere una tazza di tè per offrirgliela.
- Grazie Mu... che fai oggi, lavori alle armature? - notando le tracce di fuliggine sul suo volto, il francese prese un piccolo sorso, il liquido caldo che scendeva in gola gli portò un po' di conforto dopo la nottata insonne appena trascorsa.
- Non ho alcuna voglia di scendere al Colosseo... a dire il vero non mi va di incontrare gli altri, né di rispondere ad una sola domanda... sono stanco Camus, sono stanco di essere al centro dell'attenzione... - la voce di Mu tradiva il suo sfinimento.
L'Acquario annuì - Ti propongo una passeggiata allora. Anche io non ho voglia di vedere nessuno oggi, ma ho bisogno di parlarti, e credo che sgranchirci un po' all'aria aperta non possa farci altro che bene! -.
L'Ariete soppesò la proposta per qualche istante - Dammi il tempo di sistemarmi e sono pronto! -.
- Fai con calma, io finisco il tè e poi do una sbirciata ai tuoi libri se non ti dispiace - il francese accavallò le gambe e prese un altro sorso di tè.
- Fai come se fossi a casa tua... - la voce di Mu, divertita dalla disinvoltura dell'amico, arrivò attutita mentre si trovava già nella parte più privata della casa.
Quando il primo guardiano fu pronto, uscirono dal tempio, incamminandosi per scendere lungo la scalinata. L'intenzione era quella di passeggiare tra i boschi e le radure che circondavano il Santuario, alle quali si accedeva tramite una stradina che costeggiava l'arena di combattimento.
- Hai parlato con Shaka? - Camus si manifestò per primo. Se il tibetano aveva accettato di seguirlo significava che si sentiva pronto a parlare.
- Sì, abbiamo parlato - Mu si fermò rivolgendo lo sguardo all'orizzonte - mi ha chiesto di perdonarlo -.
- Lo farai? - Camus fissò lo sguardo sul tibetano, che si prese lunghi secondi prima di rispondere.
- Non lo so Camus... francamente non lo so... una parte di me urla di farlo, ma l'altra ha paura... posso vivere con il timore che l'uomo che mi tiene in una sua mano possa farmi di nuovo del male? - Mu guardò l'amico negli occhi, cercando una risposta che sapeva di non potergli dare.
- C'è una cosa che devi sapere Mu... - Camus prese un respiro profondo, ma la voce di Mu arrivò prima di parlare.
- Milo, giusto? - l'Ariete sorrise quando vide lo sguardo sorpreso del francese.
- Non fare quella faccia Camus, ho solo messo insieme le cose... Shaka ieri sera lo ha nominato, e ripensando alla tua espressione di ieri, ne ho dedotto che Milo, infelice per la vostra situazione, deve aver approfittato della debolezza di Shaka e probabilmente lo ha istigato facendo leva sui suoi dubbi... -.
Camus, in silenzio, fu piacevolmente stupito dalla capacità di analisi e di sintesi dell'Ariete. Aveva sempre saputo che Mu fosse tutto tranne che uno sciocco, ma dopo averlo conosciuto meglio, doveva ammettere che il tibetano era una fonte inesauribile di sorprese.
- C'è dell'altro Mu... - vedendo i tika dell'amico unirsi in una domanda silenziosa continuò - anche la scenetta di ieri sera è stata orchestrata da Milo. Ha visto Shaka nei paraggi e ha fatto inciampare Ikki, palesemente brillo, facendolo cadere su di lui... - Mu lo guardava attentamente -e poi c'è dell'altro... Io sono tornato a casa poco tempo dopo di te, ma Dite è venuto a raccontarmi quello che è successo. Dopo aver parlato con te, Shaka è tornato alla festa ed ha quasi aggredito prima Ikki, che in tutta questa storia è stato chiaramente usato, e poi Milo, sul quale ha vomitato tutta la sua rabbia per averlo istigato, facendogli fare una figura meschina davanti a tutti... -.
- Per la dea! - Mu era sbalordito sentendo ciò che aveva fatto il suo partner.
- Mu, ascoltami... Shaka può anche avere molti difetti, e li ha... - sottolineò le ultime parole - ma ti ama, di questo ne sono certo -.
L'Ariete non rispose. Con gli occhi chiusi, si limitò a godersi il vento che dolcemente gli accarezzava il viso e faceva ondeggiare i suoi lunghi capelli.
Colosseo
I cavalieri d'oro, come ogni mattina, si stavano allenando nell'arena, impegnati in scontri prettamente fisici.
Saga stava combattendo contro Kanon in una sfida che sarebbe potuta durare anni; ovviamente, nessuno dei due era disposto a concedere la vittoria all'altro.
Shura stava affrontando Deathmask, mentre Aiolos aveva sfidato Aiolia. C'è da dire che, con tutto l'affetto che il sagittario aveva per suo fratello, in allenamento non gli risparmiava nulla.
Dite era impegnato in uno strano scontro con Aldebaran; data la schiacciante differenza fisica tra di loro, Dite più che altro si limitava a sgattaiolare dal Toro, rendendogli in questo modo difficile effettuare qualunque tipo di presa, che, se fosse avvenuta, avrebbe lasciato lo svedese privo di vita.
Shaka, come al solito, era seduto sugli spalti nella posizione del loto; avendo passato anche lui una notte completamente insonne, voleva almeno godere della vista del suo compagno. Non lo avrebbe disturbato. Voleva solo poterlo vedere.
Anche Milo era seduto sugli spalti, naturalmente ad una distanza di sicurezza dal sesto guardiano; non aveva voglia di allenarsi, era sceso unicamente per non essere solo nel suo tempio. Se doveva essere sincero, a volte non si sopportava neanche lui!
Poco distanti da loro, un gruppo di apprendisti stava guardando i cavalieri d'oro allenarsi. Il Patriarca a volte, su richiesta, concedeva loro il permesso di poter assistere agli allenamenti dei dorati; poco più che adolescenti, poter vedere i loro idoli allenarsi, era per loro motivo di gioia ed ammirazione.
I loro bisbigli non sarebbero arrivati alle orecchie di una persona comune, ma le due persone che stavano poco distanti, lungi dall'essere persone comuni, potevano ascoltare perfettamente i loro discorsi. Normalmente, le conversazioni di giovani apprendisti non li avrebbero minimamente interessati, ma in quel momento catturarono completamente la loro attenzione.
- Per tutti gli dei dell'Olimpo! Chi è quello? - domandò agitato un ragazzo con i capelli color argento ai suoi compagni, puntando discretamente il dito in direzione della scalinata, dalla quale stavano scendendo con tutta calma Mu e Camus.
- Chi? - sussurrò un ragazzo biondo al suo fianco.
- Quello che sta scendendo insieme al cavaliere dell'Acquario! - chiarì il ragazzo.
- Come chi è? Stai scherzando, vero? Non conosci il cavaliere dell'Ariete? - il biondo lo guardò sbalordito.
- Mu dell'Ariete? È lui?! - il ragazzo dai capelli argentei sgranò gli occhi, lo sguardo che si alternava tra il suo amico e l'oggetto della sua ammirazione.
- Sì - rispose l'amico - è ricomparso al Santuario con il ritorno di Atena, forse è per questo che non lo conosci. Ha vissuto per molti anni in un altro posto... non so dove di preciso... - il ragazzo biondo alzò le spalle.
- Ho sentito parlare di lui come di un cavaliere forte, gentile, giusto, uno dei pochi ad aver capito che il Patriarca fosse un usurpatore...ma non sapevo che fosse anche bellissimo! - aggiunse il ragazzo con sguardo sognante.
- Frena l'entusiasmo amico! - un ragazzo dai corti capelli rossi si intromise nella conversazione - scendi dalle nuvole, perché il tuo oggetto del desiderio, oltre che molto bello, lo devo ammettere, è anche molto fidanzato... e appena saprai con chi è impegnato non oserai più ammirarlo neanche da lontano... -.
I due compagni lo guardavano in attesa.
- Vi dice qualcosa il nome... Vergine? - un sorrisetto sul volto.
- Il cavaliere d'oro della Vergine? - il ragazzo biondo sgranò gli occhi fin quasi a farli uscire fuori dalle orbite.
- Ma non è possibile... - il giovane dai capelli d'argento scuoteva la testa - ho sempre sentito dire dell'Ariete che è un cavaliere riservato, ma molto nobile e gentile... come può stare con quello? Sarà anche un semidio ma si dà un sacco di arie... e poi ha sempre la faccia di uno che ha appena mangiato un limone! -.
Poco lontano, due cavalieri erano in attento ascolto. Il primo, appena citato, si sarebbe accontentato di dare a quei marmocchi insolenti un assaggio del tesoro del cielo, mentre l'altro, divertito dai commenti dei ragazzi, sfoggiava un mezzo sorriso.
- Roba vecchia, roba vecchia, amici! - un apprendista dagli scompigliati capelli castani li interruppe - pare che si siano lasciati - poi, abbassando ulteriormente la voce aggiunse - sembra che ci sia di mezzo il cavaliere dell'Acquario! -.
Il mezzo sorriso di Milo morì sulle sue labbra.
- No, un attimo, facci capire... - intervenne il biondo - stai dicendo che l'Ariete ha tradito la Vergine con l'Acquario? - perdendosi tra bizzarri ragionamenti continuò - oppure che la Vergine ha lasciato l'Ariete e lui per vendicarsi si è messo con l'Acquario? -.
Il ragazzo castano alzò le spalle ad indicare che non ne sapeva molto di più.
- Scusate - intervenne il ragazzo con i capelli color argento - ma l'Acquario non era fidanzato con lo Scorpione? -.
- Hai detto bene - subito si intromise il biondo - era! Da quando sono stati rianimati è tutto finito... - fece una smorfia - nessuno sa perché! -.
- Beh... è comprensibile - il ragazzo con i capelli rossi si manifestò di nuovo, e davanti alle facce interrogative dei suoi amici chiarì - guardate l'Acquario - tutti si girarono nuovamente verso la scalinata - oltre che molto bello ha anche una classe innata! Osservate come cammina, come si muove! Poi è molto riservato... in tutta onestà lo Scorpione è simpatico, ma è praticamente un bambino! -.
Tutti ridacchiarono. Tranne il succitato Scorpione, che già si stava preparando ad attaccarli con la cuspide scarlatta.
- Decisamente Ariete e Acquario formano una coppia bellissima! Sono adorabili... - con lo sguardo sognante puntato verso i due cavalieri, il ragazzo dai capelli rossi sospirò, accompagnato dagli altri apprendisti.
Dal momento in cui avevano prestato attenzione ai discorsi di quei ragazzi, sia Shaka che Milo non avevano fatto altro che guardare in direzione della gradinata dalla quale Mu e Camus, ignari di essere al centro dell'attenzione, stavano scendendo.
L'indiano era ipnotizzato dalla vista del vento che accarezzava dolcemente la chioma color lavanda di Mu... da come le sue mani, delicate nonostante fosse un fabbro, scostassero con grazia le ciocche che giocavano sul suo bellissimo viso...
Milo guardava Camus con rimpianto... com'era bello il suo Camus! Perché? Perché non riusciva a perdonarlo? Perché continuava a volerlo punire?
Per quanto le sciocche parole degli apprendisti li avessero innervositi, ognuno di loro stava anche riflettendo su alcune verità che si celavano dietro quei pettegolezzi.
Shaka era ben conscio di non essersi mai mostrato affabile o quantomeno gentile, non gli era mai interessato piacere alle persone, ma non avrebbe mai immaginato, almeno fino a poco tempo prima, che in un eventuale confronto con il suo partner lo sconfitto sarebbe stato lui. Ripensò alle parole del suo maestro... anche io ero solo un uomo...
Se voleva avere una speranza di riconquistare Mu, avrebbe dovuto rivedere molti dei suoi comportamenti.
Dal canto suo, Milo era arrabbiato... un bambino! Ma come osavano quei mocciosi che puzzavano ancora di latte dargli del bambino!
Poi ripensò agli scherzi che si divertiva (solo lui) a fare ad Aldebaran che, buono e paziente com'era, non gli diceva mai niente; alle prese in giro nei confronti di Aiolia e dei suoi sentimenti; al modo in cui aveva trattato Camus dopo il risveglio... non lo aveva nemmeno ascoltato... lo aveva rifiutato senza dargli una motivazione valida.
Come Shaka, anche Milo aveva molto su cui riflettere; sapere che la gente non scartava l'idea che Mu e Camus fossero una coppia, anzi, che li trovasse addirittura adorabili, aveva acceso nella sua mente un campanello d'allarme. Per qualche strana ragione che neanche lui avrebbe saputo spiegare, aveva sempre pensato che il francese lo avrebbe aspettato per tutta la vita, in attesa di essere perdonato. Sapere che Camus poteva avere delle opzioni, gli fece provare paura per la prima volta. Avrebbe potuto vivere guardando la persona che amava felice con un altro?
Mentre i due cavalieri erano persi nei loro pensieri, gli altri dorati si stavano concedendo una pausa.
Saga e Kanon ansimavano seduti per terra, continuando a lanciarsi sguardi di sfida... Aiolos si stava preoccupando di idratare sia Shura che Aiolia... fuori dall'allenamento il sagittario era sempre molto premuroso con le altre persone, soprattutto con la sua famiglia; Aldebaran e Deathmask stavano ridacchiando mentre parlavano allegramente.
Di soppiatto, Aphrodite si avvicinò agli spalti... avrebbe lanciato a quei due sciocchi l'amo per potersi riavvicinare a coloro che amavano... da soli avrebbero continuato a girare in tondo senza arrivare a nulla!
- Buongiorno Vergine e Scorpione! - Dite, allegro come sempre, attirò l'attenzione dei due compagni, che, distolti dagli oggetti del loro desiderio, lo guardarono, rispettivamente, con fastidio e con noia.
- Beh... di buonumore come sempre vedo... - immaginando che le loro nottate non fossero state esattamente tranquille, lo svedese non si lasciò scoraggiare dalla fredda accoglienza - comunque, sono venuto qui, oltre che per salutarvi... a senso unico lo devo ammettere... anche per invitarvi miei cari... - un sorrisetto adornava il bellissimo viso circondato da una cascata di capelli dello stesso colore del cielo.
Shaka si limitò ad alzare un sopracciglio, rendendo chiaro il livello del suo interesse. Nessuno.
Milo inclinò la testa di lato ed incrociò le braccia. Almeno lo avrebbe ascoltato.
- Abbiamo organizzato una serata tra noi tredici... è da così tanto tempo che non ci divertiamo tutti insieme - sospirò - sabato sera c'è l'inaugurazione di una nuova discoteca nel centro di Atene...andiamo a ballare! - non potendo nascondere l'entusiasmo, Dite batté le mani. Era vero che aveva organizzato quella serata per dare una piccola spinta al destino, tuttavia, l'idea di poter fare finalmente qualcosa tutti insieme dopo tanto tempo lo rendeva davvero felice.
Pur non ottenendo alcuna reazione da parte dei suoi compagni, non si lasciò scoraggiare - Allora? Che ne dite? Non è un'idea fantastica? - euforico, alternava lo sguardo tra lo Scorpione annoiato e la Vergine assente.
- Passo! - fu la secca replica dell'indiano.
- Anche no! - fu l'altrettanta concisa risposta dello Scorpione.
Dite sbuffò - Siete davvero una noia ragazzi! Dopo tanto tempo abbiamo l'occasione di passare una bella serata tra di noi, anzi ...adesso che ci penso non siamo mai usciti tutti insieme... beh... avevamo altro da fare - un dito sulle labbra pensieroso - comunque non sono ammesse defezioni! -.
- Non pensarci nemmeno Dite! - Milo fu l'unico a degnare Aphrodite di una risposta - non sono dell'umore giusto, e qualcosa mi dice che anche il biondo - inclinò la testa in direzione di Shaka - non sia in vena... -.
Lo svedese non si sarebbe lasciato scoraggiare da quei due guastafeste... stava cercando di aiutarli, e quei due ingrati gli stavano solo dando filo da torcere!
- Beh... fate come volete, rimanete pure a rimuginare sulle vostre disgrazie - e con un piccolo sorriso divertito gettò l'esca - ma sappiate che sarete gli unici a non partecipare, anzi, chiederò a Shion di farvi mettere di turno per la guardia, così il Santuario sarà al sicuro mentre noi ci divertiamo! -.
- Perché? Chi è di guardia sabato? - nonostante Milo fosse l'unico interlocutore, Shaka non era completamente disattento. Dopo aver sentito che tutti avrebbero partecipato alla serata, la sua attenzione si era rapidamente destata.
Fingendo di pensare, Dite incrociò le braccia. In realtà aveva scelto quella sera proprio perché sapeva chi sarebbe stato di turno.
- Mu e Camus se non vado errato! - disse picchiettando l'indice sulle labbra.
Entrambi gli ascoltatori non poterono nascondere la sorpresa, e risposero simultaneamente.
- Mu?! - .
- Camus?! -.
- Beh, perché questo stupore? - Dite si finse meravigliato - è ovvio che parteciperanno... forse non ve ne siete accorti, ma hanno una vita sociale, loro... - fece una smorfia ironica prima di aggiungere - parlerò con Shion domani... ciao ciao! - e sventagliando le dita abbandonò i due cavalieri, ora statici per le parole dello svedese.
Dopo il congedo di Aphrodite si allontanò, Milo e Shaka caddero in un profondo silenzio; entrambi concentrati sui loro pensieri, si limitarono a scambiarsi un'occhiata di traverso.
Mu e Camus stavano costeggiando il Colosseo, impegnati nella loro conversazione, quando videro un trafelato Aphrodite correre verso di loro.
- Mu! Camus! - Dite teneva le mani sulle ginocchia per riprendere fiato. Sono fuori forma! Tutta colpa della cucina di Masky... fu il primo pensiero che gli venne in mente.
- Dite! Che cosa è successo? - chiese Mu allarmato vedendo l'amico correre come se stesse bruciando l'intero Santuario.
- Niente di grave, niente di grave... - disse sventolando una mano - è solo che vi ho visto e volevo approfittarne per farvi un invito! - e brevemente espose di che cosa si trattava.
- Ma non possiamo Dite... - Camus si manifestò - sabato io e Mu saremo di guardia... - ma non finì la frase perché il dodicesimo guardiano lo interruppe.
- Lo so! Ma non dovete preoccuparvi, ho già parlato con Shion... i cavalieri d'argento si occuperanno della guardia! - prese nota di sistemare il prima possibile la questione con Shion, non sapeva come, ma avrebbe trovato il modo di convincere quell'ariete testardo.
- I cavalieri d'argento? Ma sarebbe più sicuro se almeno due di noi restassero... - Mu espresse i suoi dubbi, ma anche lui fu interrotto.
- Mu, tesoro, ascoltami... - Dite mise le mani sui fianchi - forse hai già dimenticato che fino a qualche mese fa eravamo morti? - prima che il tibetano potesse rispondere continuò - credi che il Santuario non si fosse già organizzato? Inoltre...grazie agli dei viviamo in tempi di pace, non accadrà nulla se per una sera ci comportiamo come tutti gli uomini della nostra età! -.
Mu e Camus si guardarono.
- Mu, che ne pensi? -.
- Non lo so... - l'Ariete prese un respiro profondo - non sono molto in vena... -.
- Sappiate che sarete gli unici a non partecipare! Persino l'aspirante Buddha e l'unghia sbeccata verranno... - Dite, certo di aver convinto il sesto e l'ottavo guardiano, lasciò le parole in aria.
Mu e Camus si guardarono perplessi.
- Shaka?! Ma sei sicuro Dite? - Mu strinse gli occhi sospettoso. Conoscendo le abitudini frugali del suo partner, gli sembrò strano che avesse accettato di partecipare all'inaugurazione di una discoteca.
- Io non sono meravigliato - disse Camus con noncuranza - Milo non se ne perde una! -.
Aphrodite fece appello a tutta la pazienza che non aveva... questi quattro gli stavano rendendo tutto difficile! La prossima volta che gli fosse venuto in mente di aiutare qualcuno, piuttosto si sarebbe infilzato con una delle sue rose!
- E invece ti stupirò Camus caro... Milo è stato recalcitrante quasi quanto il biondo arrogante, ma alla fine hanno ceduto entrambi. Magari, chissà, hanno voglia di divertirsi e di non passare l'ennesima serata amareggiata... -.
Sia l'Ariete che l'Acquario guardavano il loro amico sospettosi; tuttavia per entrambi, l'idea che il proprio amato uscisse con i loro compagni a divertirsi mente loro si affliggevano seduti sui freddi gradini ai piedi del Santuario, non sembrava un'opzione accettabile.
- Che ne dici Mu...andiamo? - il francese alzò un sopracciglio guardando Mu.
Il tibetano rifletté alcuni secondi prima di rispondere - Si può fare, ma ad una condizione... -.
Camus e Dite lo guardarono con aria interrogativa.
- Guido io! - esclamò il tibetano con un sorriso.
La sorpresa sulla faccia degli altri cavalieri fu più che evidente...
- Sai guidare? - gli occhi dell'Acquario sgranati.
- Certo che so guidare Camus... - Mu rise divertito dell'espressione dei suoi compagni - non penserai che nei tredici anni in cui ho vissuto lontano dal Santuario io abbia solo riparato armature?! -.
- Sì, ma... - balbettando, lo svedese non si era ancora ripreso dallo shock - cioè... voglio dire... hai anche un'auto? -.
- Ovviamente! - Mu sorrideva da un lato all'altro del viso, era esilarante vedere i suoi amici così sorpresi - perché non dovrei? D'altronde non sono l'unico no? - ammiccò verso il francese - tu, Camus, hai la tua elegante Citroen nera parcheggiata nei sotterranei del Santuario, Aiolia ha una moto d'epoca, Saga e Kanon anche, le ultime due uguali ovviamente... Aiolos ha un suv per portare in giro la sua famiglia, Milo ha un pickup, e non so di chi sia il fuoristrada accanto alla mia auto, ma sospetto che sia di Dohko! -.
- Scusa Mu, ma a che ti serve un'auto se puoi teletrasportarti ovunque? -Camus cercò di riacquistare la sua espressione neutrale, pur continuando ad essere sorpreso... Mu, apparentemente calmo e pacifico, aveva degli insospettabili lati nascosti!
- Beh, la domanda è giusta... - Mu si ricompose, quella scena era davvero esilarante - durante gli anni dell'apprendistato, Shion mi ha insegnato che il teletrasporto non deve essere usato sempre e comunque, ma solo quando è inevitabile, o per cause di forza maggiore - vedendo che gli amici gli prestavano la massima attenzione continuò - in battaglia è di certo molto utile, inoltre immaginando un compagno ferito, il teletrasporto sarebbe il modo più efficace per garantirgli la sopravvivenza e sarebbe giusto usarlo, ma immaginate se lo utilizzassi mentre sono al mercato a fare la spesa... quale sarebbe la reazione della gente se apparissi e scomparissi davanti ai loro occhi? -.
- Ha senso... - incrociando le braccia, Camus concordò con le parole di Mu.
- Non ci avevo mai pensato! Però non hai tutti i torti... - pensieroso, Dite rifletteva con una mano sul mento - anche se non immaginavo che nei sotterranei del Santuario ci fosse questo parco mezzi! Dovrò dire a Maschera di cominciare a risparmiare... - le dita tamburellavano sul viso.
Mu alzò le spalle sorridendo - Quindi siamo d'accordo, potremmo incontrarci davanti a casa mia e... - ma fu interrotto nuovamente da Dite.
- Assolutamente no! - lo svedese, conscio del modo in cui si vestivano i suoi amici rabbrividì all'idea che si presentassero all'evento nei loro indumenti abituali - ci vediamo a casa mia prima...molto prima! -. Davanti allo sguardo perplesso dei due compagni spiegò - Non è che io non apprezzi le tue tuniche Mu, anzi, ad essere onesti, alcune sono davvero sexy... - Mu fece una smorfia inclinando la testa di lato - ma per la serata di sabato ci vuole qualcosa di speciale... e questo vale anche per te Camus! - disse puntando l'indice verso l'Acquario, che aveva alzato un sopracciglio alle parole di Dite.
- Ti dice niente il fatto che io sia francese? Non sai che la moda... - anche Camus non riuscì a terminare la frase.
- Sì, tesoro, ma hai vissuto molto tempo in Siberia come una specie di eremita, e, credimi, si vede...- le mani davanti a sottolineare le ultime parole.
Sospirando, l'Ariete e l'Acquario, fecero il tacito accordo di non rispondere al dodicesimo guardiano. Sarebbe stato inutile discutere di moda con Aphrodite... inoltre, quando si metteva in testa qualcosa non esisteva un posto al mondo in cui fuggire!
- Siamo d'accordo allora! Ci vediamo sabato e ricordate...molto prima! - Dite si incamminò sulla scalinata salutando i suoi amici con una strizzata d'occhio.
Rimasti soli, Mu e Camus si scambiarono un lungo sguardo eloquente.
- Secondo te cosa ha in mente quel pazzo? - il francese fu il primo a parlare.
- Non so che cosa stia tramando - Mu alzò le spalle - però so un'altra cosa... non resterò qui a disperarmi nei miei dubbi e nelle mie frustrazioni, soprattutto quando so di essere l'unico a farlo... e la stessa cosa vale per te Camus... non credi di aver sofferto abbastanza? - chiese guardandolo intensamente con le iridi smeraldo che sembravano mettere a nudo i pensieri del suo interlocutore.
Camus non rispose ma mise una mano sulla spalla dell'amico, annuendo con un piccolo sorriso. Poi si avviarono per tornare nei rispettivi tempi.
