LA RAPINA

"Hai fatto quello che dovevi fare in Brasile?" rispose l'agente dai capelli grigi "e tu invece hai smesso di lottare con le sofferenze che ti tieni dentro?" chiese l'agente dai capelli rossi. non rispose mostrò mezzo sorriso con una stretta di mano i due si abbracciano "è bello vederti". si conoscevano da tempo, città diverse, lavoro simile su certi aspetti ma con lo stesso scopo, ovvero quello di mettere al fresco i criminali. di solito quando il capo era fuori echeggiava aria di relax, si lavorava lo stesso ma sotto cun clima diverso per DiNozzo. gambe allungate alla scrivania rispondeva a certe chiamate private. l'Israeliana lo pungeva col suo sguardo "deve essere una cosa seria con questa Jennifer" ridacchiò "ci stiamo solo divertendo Ziva!. poi è bella, curve fantastiche. non puoi capire" rispose con una smorfia.

"pff! non posso capire?"

"cosa non può capire cosa DiNozzo?"il capo arrivò in ufficio silenzioso come un gatto si ricompose dando le nuove prove al capo "Questo è Horatio Caine di Miami ci darà una mano" presentò la sua squadra al tenente Caine. Abby arrivò saltellando sugli alti stivali neri in pelle "Gibbs!Gibbs!Gibbs!" i suoi occhi erano a forma di stella come nei manga chiedendo di presentargli l'amico dai capelli rossi. Si attaccò al suo petto come una cozza "Abby è molto espansiva" Horatio l'abbracciò a sua volta mostrando un sorriso "Non è un problema".

"Lei è l'amico di Jetrho?, avevo tanta voglia di conoscerti" il suo entusiasmo era alle stelle. Frenò l'entusiasmo quando pretese nuovi indizi da parte sua. Lo informò dei nuovi elementi di prova da aggiungere al caso. I due corpi morti parlavano chiaro il tizio che cercava Caine gli aveva uccisi. Due scappellotti toccarono la nuca dei due agenti DiNozzo e David risposero all'unisono "perché fai telefonate private in orario di lavoro. E tu perché lo stucchi". Questo caso non riguardava marines e/o marine era più un favore ad un amico. Horatio conosceva le sue mosse ma per prenderlo aveva bisogno di Gibbs. La polizia comunicò di un seconda scena del crimine. Stavolta era solo uno il corpo. Donna sui quaranta'anni, si levò gli occhiali da sole tenendoli tra le dita delle mani "Olivia Miller era una sua socia. Come gli altri due corpi rinvenuti appartengono a George Hamilton e Gloria Suarez. Lavoravano per Edward Milton, rapinarono una banca e si divisero i soldi".

"Evidentemente vuole tenersi tutti i soldi"rispose Gibbs. La sua squadra fotografava la scena del delitto, per non star con le mani in mano prese il materiale dal furgone dell'NCIS.

Ziva percepiva la presenza addosso "Caine? Senti anche tu una presenza? Qualcuno ci osserva" anche lui avvertì la presenza "Ho sentito alla tua sinistra a ore 9" l'Israeliana si voltò leggermente lo vide, posò la mano sulla fondina e agì. Horatio la seguì, lasciarono la scena del crimine, passarono il lungo viale residenziale dividendosi tra i vicoli tra una casa e l'altra. Era un quartiere nuovo e se non si è del posto si fa fatica ad orientarsi infatti per Horatio fu così. Tenevano un paio di auricolari nell'orecchio "Caine. L'ho perso"

"Anche io. Non facile orientarsi se non si conosce il quartiere. Torniamo sulla via principale". Non fu la fine però, Horatio lo vide in lontananza, aggirò l'ostacolo incastrandolo "Mani in alto!" l'uomo era in trappola alzò le mani voltandosi lo riconobbe Javier Gonzales. Ziva accorse sentendo la voce di Horatio "Mettila giù obbedisca" era in svantaggio numerico, in modo avventato prese l'arma da dietro la schiena puntandola verso Ziva che per difesa gli spara. Allontanò la pistola col piede ascoltò le pulsazioni ma erano assenti "è morto" disse.

Nella tasca trovarono una chiave, sull'impugnatura c'era inciso un numero, il 13 e sull'altro lato il nome della piscina. McGee con DiNozzo si recarono alla piscina ma nell'armadietto non trovarono nulla di compromettente. Conteneva soltanto il necessario per il nuoto e il beauty per la doccia. Se aveva nascosto la sua parte di soldi in un posto sicuro non poteva essere quello. Ziva, Gibbs e Horatio si recarono alla casa di Javier. Qualcuno era già passato di li, l'appartamento era vuoto e totalmente sottosopra.

Edward Milton passò di li pensando di trovarlo. Anche la macchina ne garage era stata messa sottosopra. "Milton sa che il suo ultimo uomo è morto?" chiese Gibbs

"Non credo!" rispose Ziva perplessa "Io non volevo ucciderlo, è stata legittima difesa"

Non continuò il discorso, lei era un suo agente e si fidava di lei "Voglio che Abby analizzi l'auto".

Come da suo ordine si mise subito al lavoro con indosso la tuta rossa, sotto la macchina illuminava la pancia dell'auto con una torcia "Gibbs è presto ho iniziato da poco, se vuoi i risultati dovrai aspettare ancora un po'" restò sotto l'auto per qualche secondo "Tu nei Gibbs" davanti a lei trovò Horatio "Posso darti una mano?" l'espressione di Abby segnava un si. Gli piaceva la visione di lui tutta in rosso "Ti dona il rosso lo sai?" sorrise rispondendo con una battuta. In due il lavoro dimezzava. Ogni singola traccia era su quella macchina.

Sul sedile posteriore c'erano delle tracce di fluido biologico con un tampone prese il campione anche se sapeva già cosa potesse essere. Sul volante c'erano diverse impotente da analizzare. Nel scendere dalla macchina la appoggiò la mano sulla portiera sentendo del suono vuoto "Horatio credo di aver trovato qualcosa" prese un cacciavite spaccando il telaio dietro la maniglia. Un gruzzolo di dollari.

da un telefono usa e getta arrivò una chiamata a Horatio parlando con arroganza sfidandolo. pretendevano l'ultima parte di soldi che gli spettavano, voleva un incontro solo con lui. diede tutte le direttive da accettare. a questo punto la regola 39 entrò in vigore "caso tuo comandi tu". si incontrarono ad Arlington posto tranquillo ma frequentato ogni giorno. Gibbs e la squadra sarebbero stati nei dintorni come persone qualunque. prima di andare all' appuntamento si fermò da Abby con una proposta interessante.

Come da ordine usò l'auto di Gonzales. il piano che mise in moto era perfetto, sperava che fosse così. il cimitero di Arlington era sempre frequentato non solo da paranti e amici sulle tombe ma anche semplicemente per quelle persone che piaceva fare due passi. scese dalla macchina con i soldi dentro una busta. camminando fino al punto di incontro presso una lapide con statua di un generale caduto. aspettò il suo arrivo in piedi riparando gli occhi dal sole attraverso le lenti scure. Milton arrivò con arroganza pretese ciò che voleva. controllò i soldi nella busta e poi mostrò il palmo della mano per avere le chiavi della macchina come gli disse.

"fuggo dal famoso Horatio Caine" disse con malignità

"non essere troppo sicuro di te" rispose freddamente.

Gibbs era pronto ad inseguirlo ma Horatio non volle "hai un piano non è vero?"

"i bambini che giocano col fuoco si scottano le dita" Gibbs gli sorrise. Milton salì in auto, sistemò la busta sul sedile a fianco e mise in moto.

Parti all'impazzata ma per qualche motivo avendo fatto pochi metri si fermò. imprecando smanettò con la chiave e dando botte, tutta la squadra stava intorno al lui. Gibbs puntò la Glock vide la sua persona davanti al cofano "sei in arresto Milton!" Horatio era proprio li alla portiera "mi hai fregato?"

"è così. ti ho avvertito".

fu arrestato e tenuto in custodia all' NCIS fino all' ora di partenza. era pomeriggio e la squadra era libera, il Capo finì di scrivere il rapporto "in risposta alla tua domanda riguardo alla lotta contro le mie sofferenze è un no" alzò lo sguardo su Horatio in piedi davanti a lui "mi mancano molto Kelly e Shannon. vorrei riaverle indietro ma non si può".

"Hai fatto quello che dovevi in Messico e non te ne devi dare una colpa". prese una pausa poi tirò fuori la foto di Marisol che si portava sempre a dietro "quello che hai fatto tu l'ho fatto anche io. L'ho amata molto". Gibbs propose una bevuta col resto della squadra per festeggiare la vittoria "vieni a bere qualcosa con noi, Milton starà in stato di fermo qui all' NCIS e poi passerai a prenderlo prima di partire". Abby arrivò in tempo tutta in nero, Horatio la vide prendendola a braccetto "vieni con noi?"

"certo" rispose tutta felice.