Capitolo 199 – Il duello
Caserma Metropolitana
"Bene, Signori e con questo giro di carte, Oscar ed io andiamo a dormire!" dico alzandomi dalla sedia.
Guardo Andrè ed il comandante di sottecchi e rispondo deciso: "Mi raccomando Andrè ...fatti valere! E dormi poco! Ih ihih"
"Alain smettila! Ricordati che sono il tuo Capitano e potresti trascorrere la notte in compagnia del conte Nichelino."
Guardo il mio amico Andrè, sorrido e rispondo alzando le mani in segno di resa: "No no grazie. In cella ci sono già stato, poi il letame ... no no! Ciò non toglie che TU passerai la notte tenendo tua moglie tra le braccia! A me toccherà sopportate il puzzo ed il russare della camerata! Quindi Andrè ... fatti valere! Ah ahahah!"
Tiro su gli occhi, e dico ai soldati: "Buona notte a tutti!"
"Buonanotte Capitano! Ah ahahah! Comandante ... non stancatelo troppo! Ah ahahah!"
Spalanco gli occhi e sussurro: "Cosa! Ma ... ALAIN! Come osi mancarmi di rispetto?!"
"Ah no Comandante, io non Vi manco affatto di rispetto! Sono solo ... come dire ... uhm ... preoccupato per il mio amico. In ogni caso lui è fortunato! Ci sono soldati che hanno dovuto passare la notte con comandanti molto ma molto meno affascinanti di Voi, credetemi!"
"Non è possibile! Sei rimasto il soldato indisciplinato che ho conosciuto. André andiamo via!"
"Andiamo Oscar, tanto Alain non cambierà mai!" rispondo prendendo mia moglie sottobraccio, attento affichè arrivi nel suo ufficio tranquilla e serena!
Appena André ed io varchiamo il mio ufficio dico: "Alain non si rende conto che deve esonerarsi dal fare certi discorsi, soprattutto davanti agli altri. Giuro che in certi momenti davvero non lo sopporto!"
"Lascia stare Oscar e non agitarti, potrebbe fare mala al nostro cucciolo. Alain è fatto così ... però su una cosa ha ragione!" dico guardando attentamente Oscar.
"Cosa? ... Oh no, André, ricordati che sono stanca..." rispondo decisa ed un poco scocciata. Ho sonno, voglio riposare io!
"Beh Oscar ... sono un uomo fortunato: ho sposato il più bel generale di Francia! Ah ahahah ... su vieni, ti aiuto a sfilarti gli stivali e andiamo a dormire!" dico felice. "Certo che mia moglie è diventata davvero maliziosa! Impara in fretta, Madame Grandièr!"
"Cosa avrei imparato? Sentiamo!"
"Ahhh ... tante cose, Madame ... tante ottime cose!" rispondo con sguardo malizioso.
Mi avvicino a mia moglie, il mio ventre è appoggiato al suo quando sento nuovamente il piccolo muoversi vistosamente, mi allontano di scatto, quasi spaventato e sussurro: "Non è possibile! Si muove tantissimo!"
"Si ... si muove e non da tregua! Spero solo di riuscire a dormire ... sai ... non è facile con una creatura che ti cresce nella pancia e scalcia, tira pugni, si gira ... e chissà cos'altro fa! Oh, povera me! Ma perchè i bambini non vengono portati dalle cicogne?!"
"Ehhh ma ... Oscar, cosa dici?!"
"Dico quello che dico! Vorrei davvero vedere te al mio posto! Sembra ... sembra ... non so neppure io cosa! C'è un continuo movimento nella mia pancia! E poi ... all'improvviso, mi schiaccia la vescica e devo correre a fare ... beh, hai capito vero?!" dico guardando mio marito negli occhi.
Sento lo sguardo di Oscar addosso, quello sguardo gelido e feroce che le ho conosciuto nel corso degli anni. Sembra che voglia trafiggermi. Eppure la gravidanza l'ha resa più dolce, materna direi.
"Si si certo che ho capito! Oscar, non puoi che pazientare ... però ... si, è davvero emozionante, però debbo ammettere che la tua pancia comincia a impressionarmi."
"Ecco ... ci manca solo che ti lasci impressionare pure tu! Fa già tanta paura a me ... che poi, tu mi sai dire cosa fa dentro la mia pancia? Ogni tanto credo che strizzi pure il mio stomaco, talmente tanta acidità ho! Accidenti, ma perchè non siamo come i pennuti? Loro fanno le uova e poi covano un poco a testa! Sarebbe comodo, non trovi?!" domando sorridendo. Ah ah ah … sinceramente ti immagino intento a covare mentre io corro felice e libera su César."
"Questa poi! Ah ah ah ah ... Suvvia Oscar, abbracciami ... Ops ... si muove ancora ..."
"Oh basta, io mi metto a letto Andrè! E smettila di fare quella faccia! O giuro che appena nasce ... te la faccio pagare cara! E ricordati che poi toccherà a te occuparti delle necessità primarie del nostro cucciolo per i primi nove mesi ... giusto per parigliare i conti!"
"Co come?! Ecco per queste necessità c'è la nonna, madame Marguerite oppure potremmo assumere qualcuno ..."
"NO! Tocca a te! Ricordatelo!"
"Ehmm ... meglio andare a dormire!" dico entrando in tutta fretta in camera da letto.
"Ecco ... scappi ... tanto su una cosa ha ragione Alain: qui comando io!" dico seguendo mio marito e sedendomi sul letto. Allungo una gambe e aggiungo: "A tale proposito ... mi aiuteresti con gli stivali?!".
Sento le ultime parole pronunciate con dolcezza, mentre vedo le sue labbra aprirsi in uno splendido sorriso.
"Ma si, certo! ... Su dai qua!"
"Ecco ... grazie Andrè" dico imbarazzata, non riuscire più a piegarmi per raggiungere gli stivali ... uff ...
"Non preoccuparti, se sarà necessario, ti aiuterò anche a metterli!"
"Si, lo so. Lo fai sempre ... però preferisco quando me li sfili." dico mentre sento una lenta carezza lungo il polpaccio, lo stivale sfilarsi, la mano di Andrè risalire a sbottonare i bottoncini dei pantaloni ed intrufolarsi per raggiungere la calza di seta e slegarla, per poi ridiscendere in una carezza, un massaggio, dolce e sensuale. Vedo i suoi occhi verdi persi nei miei, i sento i suo gesti come atti d'amore, lo stesso amore che io provo per lui.
Resto immobile ad osservare i movimenti di Andrè, posa lo stivale e sfila l'altro. Sbottona i bottoncini dei pantaloni, raggiunge leggero il nastrino della calza, lo slega e con una carezza mi sfila anche questa. Poi decide di passare alla mia giacca, mi aiuta a sfilarla, prima un braccio e poi l'altro. Si avvicina, sento il suo profumo, i suoi capelli a sfiorarmi il viso. Poi posa la giacca, con pazienza, sulla sedia della mia stanza, e passa al gilet. Lentamente fa passare ogni bottone attraverso la sua asola, sento le sue mani sfiorarmi appena, leggero, il suo respiro farsi affannato. Mi sento un poco arrossire, come fossi una ragazzina. Eppure Andrè mi fa questo effetto. Lo lascio fare, mi sfila il gilet e lo posa. Mi guarda felice con i suoi splendidi occhi verdi, incupiti dal desiderio, ed un sorriso malandrino dipinto in volto. In un attimo torna da me, mi spinge sul letto fino a farmi sdraiare e prende d'assalto i miei pantaloni. Lo aiuto alzando un poco il bacino per lasciare che me li sfili. In poco tempo, gli altri pochi indumenti raggiungono la sedia. Andrè mi guarda soddisfatto mentre cerco di nascondermi un poco al suo sguardo. Mi sento sempre imbarazzata, così nuda, esposta. Gli abiti di Andrè raggiungono i miei e piano, con dolcezza, tra sorrisi e risate, gemiti e sospiri, ci amiamo, donandoci piacere e passione, gioia, dolcezza, felicità. Fino a perderci, felici ed appagati, stretti l'uno all'altra.
Sono sdraiato sulla mia branda, chissà perché non riesco a non pensare ad Oscar, eppure amo Elena! ... Forse saranno stati i discorsi di Alain! .. Bah ... a volte davvero mi domando cosa avrà trovato di tanto speciale in André! ... Spero almeno che davvero non ci siano i pidocchi in queste brande. Sinceramente non ne ho visti, però non si sa mai!
"Louis ... stai dormendo?!"
"Charles, sto cercando di dormire. Dimmi, cosa ti prende?" rispondo girandomi su un fianco e sollevando meglio la coperta.
"Ho prurito qui, dietro alla nuca ... non vorrei che ci fosse qualche pidocchio ...sai ...già ho pochi capelli ..." inizio istintivamente a grattarmi dietro alla nuca.
"Charles, prima di infilarmi nella mia branda ho ispezionato ovunque e ti assicuro che non ho visto alcun parassita, quindi sta tranquillo."
"E se fosse una blatta? Sai ... quegli insetti puzzolenti che invadono Parigi?!"
"Charles, dimentichi che questa caserma è gestita da Oscar, conoscendola come puoi pensare che manchi di pulizia?! E poi, se davvero fosse infestata di pidocchi o insetti simili, non li avrebbe portati a palazzo?"
"Uhm …. La tua logica è corretta però ….. io ho prurito!"
"Sono sicuro che è il frutto della tua immaginazione."
"Lo spero. Beh ... ma lei dorma in una stanza da sola, attigua al suo ufficio. Verrà pulita tutti i giorni, anche più volte al giorno! Noi invece ..."
"Ti prego Charles! Ti pare che mi sarei coricato in questa branda se non fosse stata pulita? E poi Oscar non ci avrebbe mai fatto dormire con i suoi soldati se ci fosse stata sporcizia, ti pare?"
"Si si ... certo hai ragione ... però ... ho prurito. E non solo in testa! Accidenti!"
"E' tutta impressione, credimi! E adesso ti prego, lasciami dormire!"
"Ah ... Louis ... ma come fai! Io non resisto, devo grattarmi ovunque! Povero me!" dico iniziando a grattarmi sulle braccia, le mani e poi anche addosso …. Nella schiena ….. e sempre più in basso. Povero me!
All'improvviso sento un vocione provenire di fianco, è uno dei soldati: "Ehi marchese, ascolta tuo cognato! Qui non ci sono pidocchi di nessun genere, forse non conosci il Comandante Oscar? Lei non ammette sporcizia di nessun genere!"
"Si si ... certo che la conosco ... però ... siete davvero sicuri? Oscar è assente da parecchio e io ... ho prurito!"
Un altro soldato ribatte: "Marchese, prima che arrivasse il Comandante, la caserma era infestata dalle piattole, pensate che ero pieno, e quando dico pieno, mi riferisco anche lì!"
Girodelle ascolta la conversazione, si tira su dalla branda e protesta: "Ma insomma soldato, sei per caso impazzito?! Vuoi davvero non farci dormire con i tuoi discorsi?"
"Maggiore ... perdonatemi, io non volevo ... però ho detto la verità! Quella donna è un vero tornado! Ci ha fatto ripulire tutta la caserma, tinteggiarla a calce, sistemare i letti, rifare tutti i materassi ed i cuscini! In un mese ci ha fatto rivoltare tutta la caserma! E' stato un lavoraccio! Però adesso è pulita ... statene tutti certi. E pur di non dover ricominciare tutti noi ci assicuriamo che rimanga pulita!"
"Lo immagino! Conosco il Comandante Jarjayes, quindi non ho alcun dubbio! ... Marchese de Liancourt, dimenticate che Vostra cognata ha prestato servizio nella Guardia Reale, quindi non dubitate della pulizia di questa caserma. E adesso se non Vi dispiace vorrei dormire!"
"Se lo dite Voi conte ... io comunque ho prurito ... ovunque! Ma come è possibile?! Se non sono pidocchi, nè cimici ... che siano RAGNI?!" dico saltando in piedi "AHI!" e sbattendo la testa sulla branda di sopra.
George si gira nella branda e ribatte: "Padre, mi pare ovvio che sentiate prurito ovunque, Voi ormai siete convinto che la Vostra branda sia infestata ma non è così, la mia e quelle di tutti gli altri sono perfettamente pulite."
"Allora ... facciamo cambio! Nella mia ci sono i ragni, non ho alcun dubbio! E se uno di loro dovesse mordermi? Tua madre non me lo perdonerebbe mai! Capisci ... mai!"
Sento mio padre agitarsi sempre di più, ormai è fuori controllo. Su una sola cosa ha ragione: se dovesse tornare a casa anche con un solo graffio ….. mia madre andrebbe su tutte le furie!
"Come volete!" dico alzandomi dalla mia branda. "Avanti Padre, facciamo cambio di posto."
"Grazie figliolo ..." rispondo un poco imbarazzato, per poi aggiungere sottovoce: "Già ho mancato una volta nei miei doveri coniugali ... se dovessi farlo una seconda tua madre mi ucciderebbe, grazie figliolo!"
"Sig ... immagino!" dico prendendo il posto di mio padre.
Un soldato sussurra a un compagno: "Sarà anche una brava persona però ciò non toglie che ha la puzza sotto il naso. Spero solo che ci lasci dormire."
"Beh ... io credo che anche i nobili russino ... quindi non è detto che ci lasci in pace!"
"Bah! Speriamo bene!"
"E BASTA VOI! IO VOGLIO DORMIRE!"
"Ssssi si Alain ... ecco... anch'io vorrei... se solo mi passasse il prurito!"
"Marchese ... avete anche cambiato branda ... se non è sufficiente potete andare a dormire nella carrozza del comandante!"
"Nella carrozza? ... Uhmm ... non ci avevo pensato ..."
"Ecco ... pensateci e se lo ritenete andate pure ... conoscete la strada vero?!"
Girodelle ribatte: "Se volete andate pure, ma se vi trovaste in pericolo, nessuno potrà venire a salvarvi, quindi armatevi di pistola!"
Stavo già mettendo una gamba fuori dal letto, pronto a trasferirmi, quando alle parole di Girodelle mi fermo, quasi pietrificato. Pericolo ….uhm …. Forse sono meglio questi piccoli e quasi innocui animaletti …
"Pericolo? Ehm ... che tipo di pericolo? Questa è una caserma ... ci saranno dei soldari di guardia spero!"
"Certo che si, ma sareste comunque in pericolo."
"Ah ..." dico nascondendomi nella branda e tirando su per bene le coperte, decisamente è meglio restare qui.
"Però ... fa freddo qui ... non accendete il camino? O una stufa? O ... qualcosa?!"
L'ennesimo soldato risponde: "Marchese, questa è una caserma, non un palazzo nobiliare!"
"Ma...non avete una caminetto? Non ci credo, non è possibile!"
"NO! NULLA! Non è certo la caserma della Guardia Reale!"
"Beh ... però potreste mettere almeno una stufa anche qui!"
Prendo il mio cuscino e lo metto sulla testa e sussurro: "Dannazione ma perché questo citrullo non se ne torna nel suo palazzo invece di disturbare dei poveri soldati quale siamo noi?!"
"Ehi ... citrullo sarai tu! Io non sono abituato a tutto questo!"
"Antony ... ma secondo te come ha fatto il nonno a fare quel lungo viaggio con nostro padre?!"
"Non lo so, George. Però mi viene spontaneo dire: povero nonno!"
"Già ... deve avere avuto davvero tanta pazienza! Ah ahah... Buona notte fratello!"
"Buona notte George!"
Versailles
Percorro furtivamente i corridoi che mi portano nelle stanze della mia amata Antonietta. Cammino quasi in punta di piedi fino ad arrivare dietro la porta dei suoi appartamenti, sollevo la mano per bussare quando sento delle voci: nelle sue stanze c'è il re. Indietreggio di scatto e aspetto dietro una colonna.
Povero me, speravo davvero che potessi passare la notte con la mia regina. Aspetterò, magari il re torna nei suoi appartamenti.
"Maria Antonietta, Vostra sorella ha perfettamente ragione: dovete assolutamente allontanare la contessa di Polignac..."
"No, no, no, no. Jolande non si tocca! E' il mio unico sollievo, la mia unica compagnia. Lei è l'unica che mi capisce, che cerca di distrarmi, che si inventa qualsiasi cosa pur di farmi piacere! No, no, no, no! Jolande non si tocca"
"Maria Antonietta, Vi prego di ascoltarmi! La Polignac sta approfittando della Vostra amicizia. Ieri ho parlato con il ministro delle finanze e si è lamentato delle cifre da capogiro che spendiamo per mantenere lei e la sua famiglia."
"Come ma … non ci credo, non è possibile!"
"Invece si. Pensate che con la cifra che elargiamo in suo favore, potremmo mantenere almeno cento delle mie scuderie. Credetemi, sta approfittando del Vostro buon cuore."
"Ma cosa dite Louis! Jolande non è come dite voi! Lei è una brava persona! No no no no!" dico sbattendo i miei regali piedini a terra.
"Maria, Vi prego, date almeno retta a Vostra sorella Carolina …"
"A mia sorella? COSA VI HA DETTO MIA SORELLA?! FORZA PARLATE! ORA!" dico decisa, arrabbiata, sistemando la mani sui fianchi. Cosa diavolo avrà mai detto Carolina a MIO marito!
"Vi prego, siate ragionevole…" sussurro sedendomi alla poltroncina.
"Cosa c'è, siete stanco Luigi?"
"Si, non lo nego … sono esausto, ho ballato con Carolina e mi fanno male anche i piedi!"
"Quindi il ballo di stasera per Voi è stato faticoso!"
"Si … esatto! E proprio perché è stata una serata faticosa, Vi prego di comprendere…"
"VOI ADESSO MI DITE COSA VI HA DETTO CAROLINA! O GIURO CHE PRENDO I VOSTRI LUCCHETTI E LI USO IN UN MODO CHE NEPPURE POTETE IMMAGINARE! VELOCE!" dico avvicinandomi a mio marito e guardandolo dritto negli occhi, con aria minacciosa. Sono furiosa, furente e arrabbiata!
"I miei lucchetti?! No no per carità! Ho impiegato tutto il mio tempo libero per fabbricarli e poi Carolina mi ha chiesto alcune serrature ed io mi sto prodigando per fare del mio meglio."
"Ecco, invece di fabbricare serrature ... occupatevi della Francia! Del Vostro Paese, dei Vostri sudditi! E lasciate in pace me e le mie amiche! Chiaro?!"
"Sig … Antonietta, proprio perché voglio occuparmi del mio regno, sono preoccupato del mio paese. Maria, Vi sto chiedendo di allontanare la Polignac dai Vostri favori! Forse non Vi ho appena detto che il ministro delle finanze lamenta che quella donna ha depredato le casse reali?!"
"Il ministro delle finanze è un gran bugiardo. Jolande non sta depredando nulla. Suo marito lavora per lo Stato. Fine del discorso!"
Decido di recarmi nelle stanze di mia sorella quando vedo lu svedese dietro le colonne, mi avvicino e dico: "Uè Fessen, cosa fate qui? Forse Giggino ve l'ha fatto sotto il naso ed è con mia sorella?"
"Coff … scusate se mi permetto ma il mio nome è Fersen non Fessen!"
"Fessen, Fersen per me non ha alcuna importanza."
"Ditemi, forse nella Vostra lingua fessen ha un significato ben preciso?"
"Ih ihih … Scusatemi se rido ma io veramente nemmeno ci avevo pensato. Ebbene si, fessen nella mia lingua partenopea vuol dire fesso! Ih ih … Scusatemi ancora!"
"Coff … coff … chissà perché ma immaginavo che fosse niente di carino."
"Beh… adesso parliamo di cose serie, ditemi, siete qui per parlare anche con Antonietta per quella questione di cui Vi ho accennato durante il ballo?"
"Oh ... Maestà! Io ... vedete,si… avrei voluto parlare con Vostra sorella, come mi avete chiesto. Ma in effetti ... lì con lei c'è Sua Maestà ... ed io aspetto!"
"E già! Tanto vuje avite aspettà! (voi dovete aspettare) Comunque svedese, mi raccomando convincete quella sprovveduta perché temo ca quel povero Giggino non ci riuscirà!" All'improvviso vedo aprire la porta, è Giggino. Prendo il braccio de lu svedese e dico: "Fingete di passeggiare per i corridoi, altrimenti Giggino potrebbe scoprire il Vostro intrallazzo con mia sorella."
"Maestà ... se passeggio con una bella donna, quale Voi indubbiamente siete, il Re, e chiunque altro ci veda insieme, può pensare una cosa sola ... Se poi Vi parlo così vicino, sussurrandovi nell'orecchio, assaporando il profumo dei Vostri capelli, ecco ... ora è fatta. Magari potreste sorridere un poco e fingere di essere lusingata dalle mie parole ..."
Mi passo il ventaglio sulla bocca e ribatto: "Svedè, tu ne sai una più del diavolo! Ah ahah …"
"Ma cosa dite Maestà?!"
"Ancora?! Ma davvero mi hai preso per una stupida? Svedè, sai troppo bene come fare breccia nel cuore delle femmine altrimenti non avresti conquistato il cuore di quella cretina di mia sorella e di chillata(quell'altra) scema del Comandante!"
"Coff … coff … Co Comandante? Ma Maestà, co cosa dite?"
"Uè ma davvero m'hai preso per cretina come mia sorella? Fessen, so perfettamente ca quella bionda meravigliosa un tempo era innmorata di te!... Eppure nun (non) capisco come abbia potuto perdere la capa (testa) per uno cumma (come) te, visto ha sempre avuto quel gran pezzo di maschio accanto! Ahhh a lu paese mio tenne (hanno) ragione quando dicono: chi ha il pane non ha i denti!"
"Ma … come!"
"Statte zitto svedè e fingiamo davanti a Giggino!"
"Ai Vostri ordini Maestà!"
"Bravo! Sempre ai miei ordini. E vedi di non deludermi, capito?!"
"Sssi … si Maestà!"
Accompagno alla porta sua maestà quando vedo il mio Hans al braccio di mia sorella, le sussurra all'orecchio, sono fuori di me ma debbo pazientare fin tanto che non si allontana mio marito che ribadisce ancora il suo disappunto per Jolande.
"Antonietta ... pensa alle mie parole ... liberati della Polignc!"
"No no no no no no!"
"Ben detto Giggino!"
"Carolina!"
"Si, invece! Tu Antoniè statte zitte e fammè parlà! ( stai zitta e lasciami parlare) A proposito Giggì, le stai fabbricando le mie serrature?"
"Certo Carolina ... sempre che ... che ... Antonietta non faccia quello che ha minacciato di fare ... cioè ... ecco ..."
"Come! … Uèèè Antoniè ma che ta mise in capa? Lassà sta (cosa ti sei messa in testa? Lascia stare) le mie serrature ca mi servono per non fare entrare lu pourc nella mia stanza. Altrimenti sono sicura che non appena torno a corte mi ingravida un'altra volta!"
"E allora Carolina? Hai una pistola? Usala!" rispondo decisa, anzi dovrei girare armata pure io!
"La pistola?! Ma certo! Però con una serratura di Giggino mi sentirei più tranquilla. Io non voglio la sedicesima creatura, proprio no."
"E allora sparagli! E fine del discorso."
"Sparare a lu pourc delle due Sicilie? Forse credi che non l'abbia fatto?" Vedo mio cognato sbiancare in volto, lo guardo e continuo: "Giggì e nu fa chilla faccia, tanto tu non corri alcun rischio di essere impallinato!"
"Io ... ehm ... io vado! Vi lascio!" dico scappando di corsa dall'appartamento della mia Antonietta.
"Uè Giggì aspetta ma dove scappi?"
"So sono stanco Carolina, scusatemi!"corro via veloce, quelle due sorelle messe assieme sono impossibili. E poi, che ci pensi Carolina a fare ragionare Antonietta!
Urlo: "GIGGINO, DOPO AVER PARLATO CON ANTONIETTA, VENGO NEI TUOI APPARTAMETI PER MANGIARE NU' (un) BABA' … ASPETTAMI!"
"Cosa?! No no no no! E poi … poi temo proprio che dovrò chiudermi a chiave nel mio appartamento, Carolina siete pericolosa!"
"Oè ma cosa dici?! io non sono pericolosa, capito?!"
Non ascolto ciò che dice Louis e guardo con rabbiosa il mio Hans e mia sorella.
"Venite Fessen, torniamo da Antonietta!"
"Co come?! Emm … dove?"
"Come sarebbe dove?! Su muoviti! Ora!"
"Si si … e ecco … io …"
"Voi ... tu ... cosa?! Veloce!"
Vedo la mia Antonietta guardarmi male, ho l'impressione che voglia uccidermi, sussurro appena: "Sssi … si …" raggiungiamo la stanza di Antonietta, entriamo decisi mentre la Regina Carolina resta al mio braccio. "Antonietta, mia cara dolce Antonietta ... io ti stavo cercando per ... per ..."
"Entrate! Hans, Carolina debbo parlarvi!"
"Antonietta ... tu vuoi parlare con noi due?! Sei sicura?! Santa Vergine un miracolo!"
Batto il piede a terra, con sguardo minaccioso e con tono di rimprovero, dico: "Si può sapere cosa fate Voi due a quest'ora nei corridoi? Forse non siete abbastanza stanchi? Eppure avete ballato per tutta la sera! … Su avanti, parlate!"
"Antonietta ... ma cosa dici?!"
"Dico ciò che hai sentito cara sorella! Allora Hans, cosa ci fate con mia sorella?"
"L'ho incontrata per i corridoi…"
"Tutto qui? Sicuro Hans?"
"Sicurissimo Antonietta! Carolina, Maestà Carolina ... ditelo anche Voi!"
"Oè Antoniè ma dimme ca te sii misse in capa? (cosa ti sei messa in testa) Ma cosa vuoi che me ne faccia di stu svedese?" dico lasciando immediatamente il braccio. Lo guardo e continuo. "Fessen, io ti lascio ma ti invito caldamente di portare a termine la tua missione. Spero che almeno serva a qualcosa. Il destino della Francia è nelle tue mani.!
"Si ... si Maestà. Certo!" dico mentre la regina delle due Sicilie lascia la stanza.
Sono sul ciglio della porta, arresto il passo e sorridendo mi giro e concludo: "Uè svedè, spero che tu non la prenda a male se ti do del fesso... se non l'hai ancora capito, nel bene e nel male dico sempre ciò che penso... A domani Antoniè, a domani Svedese!"
"Buona notte sorella!" non appena mia sorella lascia i miei appartamenti, guardo dritto negli occhi Hans e dico: "Avanti parlate! Adesso mia sorella si rivolge a Voi addirittura in tono confidenziale dandovi del tu, che cos'è questa storia?!"
"Antonietta...Vostra sorella è un vero ciclone!"
"Non cambiate discorso e ditemi a cosa si riferisse e soprattutto perché Vi parla in quel modo tanto confidenziale. Nemmeno io lo faccio. Avanti, rispondetemi! Sono la Vostra regina ed esigo che mi rispondiate, altrimenti Vi faccio arrestare!"
"Arrestare?! Ma ... Antonietta! Io Vi amo!"
"Si, certo! Come amate le cortigiane! Ma Vi rammento che soltanto ieri avete stipulato con me un patto di fedeltà. Fersen, giuro che se non mi sarete davvero fedele Vi farò arrestare e ordinerò di portarvi alla Bastiglia."
"Ma...cosa dite mia amata! Vi prego non chiamatemi con il nome del mio casato, io per Voi sono Hans …"
"Non prendetemi in giro e rispondete!"
"Antonietta, mia amata e adorata Antonietta, io amo solo Voi! La mia Regina! Vostra sorella, durante il ballo, mi ha chiesto...di...parlarvi!"
Incrocio le braccia, lo guardo dritto negli occhi e ribatto con fierezza: "Continuate! E Vi consiglio di non mentire altrimenti ordino alla guardia reale di arrestarvi!"
"Arrestarmi! No, Vi prego ma cosa dite!"
"AVANTI, PARLATE!"
"Ecco...Voi dovreste...allontanare...la Polignac"
"Oh no! Anche Voi adesso?! Possibile che nessuno capisca che Jolande è la mia migliore amica?!"
"Ecco...diciamo che è un'amica...interessata! Perché non la mettete alla prova?!"
"Alla ... prova?! E come?"
"Ecco...diminuite le spese per lei. Tagliate lo stipendio al marito! Dovete ridurre tutte le spese Maestà!"
"Cosa?! Ma Hans, come potrei fare una cosa simile! E poi ... io ... sono sicura che Jolande mi è amica."
"Certo! Quindi non avete nulla di cui preoccuparvi! E la Vostra amica capirà!"
"Ecco ... io ... veramente... e va bene Hans ma ad una condizione!"
"Ditemi!"
"Che mi giuriate per l'ennesima volta che mi sarete fedele, o giuro che non avrò alcuna pietà per Voi."
"Certo Antonietta. Vi sarò fedele anche con il corpo. Perché con l'anima lo sono sempre stato!" Rispondo fiero e deciso.
Guardo negli occhi il mio Hans, non resisto e mi getto tra le sue braccia: Sussurro: "Vi amo ... vi amo Hans ..."
"Anche io Antonietta. Anche io!"
Caserma Metropolitana
Mi sveglio, accanto a me sento il mio André che mi stringe, con una mano posata sul mio ventre, girato su un fianco. Ha cercato di lasciarmi più spazio possibile, povero caro! Mi volto piano e poso un piccolo bacio sulle sue labbra.
"André...svegliati! … Svegliati André!" Sussurro con dolcezza.
"Umm ... Oscar, ti prego ... lasciami dormire ancora un po'..." dico mentre spalanco gli occhi, e sussulto spaventato.
"Beh...cos'hai?! Amore...dai, siamo in caserma, è ora di alzarci!" dico con dolcezza. "Andrè hai fatto una strana espressione, forse ti ho svegliato troppo bruscamente? Magari stavi sognando ….."
"O … Oscar ... la nostra creatura si è ... mossa! ... Si è mossa in un modo che ... che mi ha impressionato. Oscar credo che fossero i piedini oppure le manine ...non so ma ... oddio che impressione!"
"Come sarebbe che impressione! Ed io allora? Cosa dovrei dire?! Si è mossa per tutta la notte..."
Guardo smarrito mia moglie e sussurro: "Ecco ... io ... Oh Oscar io ... sono sono ... è così tutto nuovo, strano ..."
"Strano?! Per te è strano,? Ma André! Sono io a non entrare più nei miei abiti! A non poter andare a cavallo! Mica tu sai?! Ma non credere.. se non posso io...non ci andrai neppure tu! Ed ora alzati! È un ordine Capitano!"
"Sssii ... si ... andiamo! ... Ma dove?"
"Come dove? André... dimmi... ti senti male?!"
"Perché?"
"Iinizio davvero a preoccuparmi, sembri smarrito, confuso."
"No no sto bene ... andiamo ..."
"Sei sicuro?! Mi sembri... uhm ... smarrito direi! Su...forza! Colazione, poi passiamo dal Nichelino e poi andiamo al duello!"
"Du duello?! Quale duello?"
"Come quale duello?! André...mi stai facendo preoccupare!"
"A già … si … comunque non preoccuparti, su vestiamoci ma prima dobbiamo fare colazione, non vorrai affrontare la mattinata a stomaco vuoto?!"
"André...è quello che ti ho detto. Sei sicuro di stare bene? Vuoi che chiamo Lassonne?!" non so se sono più esasperata dall'assurdità di mio marito o preoccupata. Questa mattina proprio non ragiona!
"Ma no, cosa dici?! Cosa dovrei dire a Lassonne?! Che mi sono semplicemente spaventato perché ho sentito mio figlio muoversi nel tuo ventre? Dai Oscar, andiamo!"
"Sarà André...ma non mi convinci affatto" dico alzandomi dal letto e sistemando i miei abiti .
"Invece credici." dico infilandomi le scarpe.
"Bene...allora andiamo a fare colazione! Ho proprio fame! Ci sarà qualche dolcetto?! Uhm...cioccolato. André...ho voglia di cioccolato..."
"Avere del cioccolato in caserma mi sembra davvero improbabile a meno che non glielo chiediamo al Colonnello D'Agout! Ah ahah ..."
"Beh...forse hai ragione. Ma non vorrai mica che la nostra creatura nasca con una voglia di cioccolata!"
"No, di certo! Vuol dire che domanderò a D'Agout dove se l'è procurata."
"Perfetto. Eccomi, sono pronta!"
Prendo la mano di mia moglie la tiro a me con delicatezza e dico: "Aspetta …"
"Cosa c'è André? Ma lo sai che stamattina sei davvero strano?"
Poso la mano sul suo ventre e ribatto: "Voglio … voglio sentire il nostro bambino …."
Appoggio la mia mano su quella di mio marito e dico: "Senti?! Si sta ancora muovendo …"
"Ohhh ma … sento un … bozzo che … che si muove, forse è la testolina?!"
"Ah ahah … Ma che vuoi che ne sappia… Senti adesso si è spostato, forse le nostre mani danno fastidio …"
La mano di Oscar è ancora sulla mia, quando sento all'improvviso il ventre muoversi vistosamente, la ritraggo con uno scatto deciso, cerco lo sguardo di mia moglie e dico con un sussulto: "Non è possibile! Ma … come fai?"
"A fare cosa?" domando preoccupata, davvero questa mattina Andrè è completamente assurdo!
"A mantenere la calma con .. con … il ventre che si muove in questo modo?"
"Diciamo che non ci faccio più caso."
"Ma Oscar … è così … strano!"
"La tua faccia è strana, dovresti guardarti allo specchio!"
"Oscar …"
"André, credo che la creatura abbia fame altrimenti non si muoverebbe tanto. Su dai, andiamo!"
"Si, ma …"
"André, sinceramente mi sorprendi, giuro che non ti ho mai visto tanto turbato in vita mia. André, possibile che il mio ventre ti spaventi in questo modo?"
"Ecco … io … diciamo che mi fa una certa impressione…"
"Ah ahah … Non ci posso credere!Ah ah …"
"Credere cosa?"
"Che un soldato si spaventi davanti ad una donna incinta! Ih ih … Ora basta, ho fame!" dico prendendo la mano di mio marito che mi guarda spaventato.
Apro la porta dell'ufficio e vedo mio padre, con una mano chiusa a pugno e pronto a bussare!
"Buongiorno Padre!"
"Buongiorno Oscar! André, tutto bene?"
"Eh? Si si ... certo Signore ! Ma...perché me lo chiedete?!"
"Uhmm ... così tanto per chiedere! ... Oscar, voglio passare per la cella del Conte, voglio vederlo."
"Certo, anche noi! Ma prima...vorrei fare colazione! Sapete ... ho fame." dico imbarazzata dal rumore che produce il mio stomaco.
"Ho già provveduto: ho dato ordine ad Alain di portare la colazione qui e avrai la tua tazza di cioccolata."
"Davvero Padre,?! Anche una fetta di torta?! Allora venite, entrate pure!" Dico sorridente. Per una volta l'invadenza di mio padre è utile! Cioccolata, proprio quello che desidero!
"Grazie figliola!" dico accomodandomi su una sedia.
"André...sei sicuro di stare bene?!" dico osservando meglio mio marito, mentre aspetto la colazione.
" Non fai che domandarmelo ... Ma certo che sto bene!"
"Padre...non trovate che André abbia uno strano colorito?! È pallido..."
Guardo intensamente mio genero e dico: "Beh più che avere uno strano colorito direi che è un tantino irrequieto. André, si può sapere cosa ti prende?"
"Lo vedi André?! Anche secondo mio padre non stai bene. Dopo chiamiamo Lassonne!"
"Ma no no!" rispondo un poco esasperato. Ci manca solo che mia moglie si coalizzi con mio suocero.
Toc toctoc
"Posso entrare Comandante?!"
Sentiamo la voce di Alain al di là della porta.
"Io entro...mi raccomando colombelli!"
"Cosa! ALAIN, NON DIRE STUPIDAGGINI ED ENTRA!"
"Comandante...la Vostra colazione! Con gli auguri del cuoco della caserma!"
"Posa il vassoio sul tavolo e sparisci!"
"Ehm...Comandante...il mio congedo?! Mi avete detto che è arrivato..."
"E' sulla mia scrivania, c'è anche quello di Gerard."
"Posso...ehm...averlo?!"
"Uhm...devo pensarci..." dico sorridendo.
"Comandante, Vi prego non facciamo scherzi ..."
"Io?! Io non scherzo...ih ih" dico sorseggiando la mia cioccolata."Sei sicuro di voler lavorare a palazzo?!"
"Comandante, pur di stare il più possibile accanto a mia moglie, si."
"Uhm...guarda che sarai l'attendente di mio padre...potresti stare mesi in missione!"
"No no no ... Vi prego Comandante, non fatemi questo! E poi, Vostro padre non intende ritirarsi a vita privata?"
Vedo mio padre sorridere, domando:"Non lo so. Voi cosa dite Padre?!"
Mi porto l'indice al mento e rispondo divertito: "Veramente Bouillé ha convocato tutti noi, ricordi Oscar? Magari ci ... anzi, visto la tua attuale condizione, mi manderanno nuovamente in missione. Alain Sassoin, ti spaventa l'idea di allontanarti nuovamente da casa?"
"Ma Signore! Io...credevo che vorreste rimanere accanto a Madame...comunque...sono ai Vostri ordini!"
"Vero Padre, nel pomeriggio dovremo recarci da Bouillè! E il fatto che il mio congedo e quello di André non siano arrivati...uhm..."
"Già Oscar, non capisco perchèBouillè non te li abbia consegnati assieme a quelli dei tuoi soldati. Ma nel pomeriggio lo scopriremo! Tanto non può certo negartelo, nelle tue attuali condizioni!"
"Padre, voglio chiudere con questa vita,Bouillè non potrà certo negarmelo."
"Beh ... in teoria potrebbe ... ma sinceramente non credo che voglia vedere un generale con neonato al seguito!"
Ascolto il vecchio pazzo e il diavolo biondo e ribatto: "Ih ih ... Però sarebbe divertente vedervi al comando con un moccioso al seguito è solo che ... André, invece di obbedire a tua moglie dovrai farlo a tuo figlio! Ah ah ah ..."
"ALAIN!" rispondiamo in coro.
"Cosa c'è?! Forse ho detto qualcosa di male?"
"Si! Certo, ed ora sparisci prima che cambi idea sul tuo congedo!"
"No no vado vado di corsa Comandante!"
"Bene, ci vediamo tra dieci minuti, voglio andare e vedere il nostro ospite ... e poi andremo sulla collina dallo zio Armand! Prepara la carrozza!"
"Sissignore!" rispondo mettendomi sull'attenti.
"Bene, così ti voglio Soisson! Obbediente e preciso!" dico guardando l'ormai ex soldato di mia figlia, mio attendente! "Povero me ... avrei dovuto scegliere Gerard!"
"Vedrete Signor Generale, con me Vi troverete benissimo! Ih ih ... A dopo!"
"Un momento! Voglio sapere se Charles ha fatto storie prima di dormire, visto che è stato l'unico a protestare?!"
"Beh ... Signore ... il marchese Vostro genero ... ih ih ih ... poveretto ... credetemi, è davvero perfetto per madame Joséphine ... neppure una donna avrebbe fatto tante lamentele! E le pulci, e i pidocchi, e i ragni ... e poi ha freddo ... poi ha caldo ... e il materasso è duro, e le lenzuola sono ruvide ... il cuscino poi! Una notte molto lunga Signore. Decisamente i due giovani marchesi non assomigliano al padre!"
"Lo immaginavo! Beh ... almeno mi consola che i miei nipoti siano dei Jarjayes dalla testa ai piedi e mia figlia abbia come marito l'imbecille adatto a lei!"
"Padre ... non Vi sembra di esagerare! Il povero Charles è un buon'uomo, inadatto al mestiere delle armi, ma è gentile e premuroso con mia sorella!"
"Si, certo certo! Appunto! E' adatto a tua sorella. Sassoin non fare parola di quanto hai sentito qui dentro altrimenti te la dovrai vedere con me, chiaro?"
"Sentito? E cosa avrei sentito che non sia di dominio di tutto il palazzo, Signore?! Ih ihih ... "
"FUORI SASSOIN!"
"Agli ordini Signore!"
"Uff ... Oscar, figliola, cambia idea e lascialo qui in caserma!"
"Suvvia Padre, infondo Alain è un brav'uomo!"
"Si certo ... molto in fondo ... bene, se hai finito la colazione possiamo andare! Vedo che hai mangiato ben due fette di torta! Mi fa davvero piacere! Sai, anche tua madre adorava i dolci quando era in attesa! Le assomigli molto!" dico guardando con tenerezza e nostalgia mia figlia.
"Dite davvero padre?!"
Si, figliola. Sono stati anni bellissimi quelli passati accanto a mia moglie, tu, nonostante l'educazione militare, ha molto di Marguerite. Di sicuro ha ereditato la sua innata eleganza, il fascino e la leggerezza. Poi ovviamente hai il carattere dei Jarjayes, ma questa è una bella cosa! Ih ih.
"Quindi se anche mia madre mangiava dolci significa che ho una buona probabilità di avere una bambina! Ih ihih ..."
"COSA?! No no no no! Non scherzare! Esigo che sia François!"! dico preoccupato, io voglio il mio nipotino!
"Si, certo! Meglio andare!" dico lasciando il mio ufficio.
"Vieni Oscar, dammi il braccio, dobbiamo scendere le scale ..."
"Ma io .. no, riesco a da sola..."
"No no ... Andrè, aiuta mia figlia! Forza!"
Mi giro verso mio padre e dico: "Ho detto che ce la faccio da sola!"
"Uff ... che figlia testona che ho! Cosa avrò mai fatto di male?!" dico alzando gli occhi al cielo, mentre scendo le scale per raggiungere la prigione.
Sono nella mia cella, sdraiato su un tavolaccio, sono stordito, quando sento avvicinarsi dei passi
Scendo nelle prigioni con mio padre ed Andrè, arriviamo davanti alla cella del Nichelino e dò ordine al piantone di aprirla.
Entriamo, e vediamo questo sconsiderato sdraiato sul tavolaccio, con la camicia sudicia, strappata. Si copre gli occhi con una mano e si lamenta.
"Ohi ... la mia testa!"
Mio padre mi guarda e dice: "Entro prima io figliola!"
"Uff ... come volete, ma Vi ricordo che questa è ancora la mia caserma!"
"Si si ma finché dovrai proteggere la tua pancia ci penseremo io e tuo marito, vero André?"
"Sissignore!"
"Sissignore un accidenti, chiaro Andrè? Qui comando io!"
"Padre, IO sono il Comandante di questa caserma e nessun altro!"
"Uff ... sisi ... certo ..."
Sonnecchio mentre ascolto delle voci, con tono infastidito protesto: "Ma si può sapere chi siete? Ho un gran mal di testa, andate a urlare da un'altra parte, chiaro?!"
"VOI! IN PIEDI! SUBITO!" ordino con decisione.
"Non vedo perché dovrei?! Io sono il conte di Nichelino."
"Ed io il Comandante di questa prigione. ALZATEVI!"
"Potreste essere anche la Regina di Francia, mi rifiuto … sto male, ho il volta stomaco… hic …"
"NON MI IMPORTA UN BEL NIENTE SE STATE MALE, VI ORDINO DI LASCIARE IL VOSTRO GIACIGLIO!"
"PRRRRRR ... Ops scusate se ho ruttato Comandantessa! Ih ihih ma credo di essere un ... tantino ubriaco hic ... hic ... Ohi oihche gran mal di testa! … Però che notte! … Ma che dico! Non mi pare di aver concluso nulla in quel dannatissimo bordello, ho solo bevuto hic … hic …"
André sussurra soddisfatto: "Dimenticate che avete sfidato un gentiluomo a duello?!"
"Gentiluomo? Chi? Il Cardinale pervertito?! Ditegli che l'affronterò … oggi … domani, dopo domani, non lo so … un giorno … forse … adesso non riesco nemmeno ad alzarmi da questo morbidissimo letto! Ih ihih … hic .. hic …"
"Bene ... quindi se non siete in grado di alzarvi ... avete già perso il duello. Resterete qui tre settimane e poi sarete rimpatriato"
Sollevo la testa e tra i fumi dell'alcol farfuglio: "No, Madame! Io mi sono sempre presentato a tutti iiiiii duelli hic ... e non voglio certo perdere con un prete vizioso ... hic ... uno sporco e maledetto prete lussurioso hic..."
Vedo mio padre avanzare verso il conte e con tono minaccioso ribatte: "Non Vi permetto di insultare mio fratello. Noi Jarjayes siamo gentiluomini rispettabili, cosa che non si può dire di Voi."
"Hic … ma come ti permetti? Hic …
"Tacete! Voi siete un vile e un dissoluto."
"Io dissoluto e vile? E il Cardinale cos'è? Se fosse un uomo coraggioso non avrebbe mandato Voi e questa bellissima femmina a tenermi suo prigioniero! Ih ih …" dico trascinandomi fuori la branda e scrutandola con bramosia . "Madame, ve l'ha mai detto nessuno che siete una puledra bellissima!"
Le parole di Nichelino mi fanno impazzire di gelosia, sorpasso mia moglie e raggiungo il conte, l'afferro per il bavero, lo sollevo da terra e guardandolo dritto negli occhi dico con tono minaccioso ed infuriato: "Vi proibisco di rivolgervi in questo modo a mia moglie, mi sono spiegato?!"
"Ih ihih … Monsieur … avete scelto davvero bene … ma l'avete vista quanto è bella vostra moglie? Hic .. hic … Ahhh che farei per possederla!"
Vedo mio genero sollevare e stringere il pugno, solleva il braccio con l'intento di colpirlo, mi avvicino lo trattengo e dico: "Lascialo figliolo … non vedi che è ubriaco? Non servirebbe a nulla!"
"Ma Generale!"dico stringendo con forza la camicia dell'uomo.
"Hic .. Hic … ascolta il vecchio .. hic .. ma non lo sai che i vecchi sono i più saggi?"
"Cosa! Ringrazia Dio che sei ubriaco altrimenti te la saresti vista con me. Comunque per ciò che hai detto a mia figlia rimarrai in cella a pane e acqua per un mese ed infine sarai rispedito da dove sei venuto!"
"Sporco di un francese!"
"Ma come osi?!" dico mollando la presa e scaraventando Nichelino a terra.
Indietreggio, cado, digrigno: "Ehi Voi! E così che si trattano i parenti?"
"Parenti?! Ma quali parenti!" ribatte il generale.
"Forse … hic … avete dimenticato che quel depravato di Vostro fratello ha intenzione di sposare la mia bellissima sorella? Sempre se uscirà vivo dal duello ih ih … perché io lo ammazzerò!" mi sollevo da terra, guardo nella cella e continuo: "Ehi … mi avete rubato la mia spada! … Hic .. dov'è la mia spada? … La rivoglio. Ladri di francesi, RIDATEMELA!"
Non faccio in tempo a rispondere che questo individuo vomita a terra e crolla addormentato.
Vedo mia moglie indietreggiare, sussurra: "Oddio, ci mancava anche questa! André, direi che possiamo andare ... che puzza che c'è qui!"
Mi avvicino a mia moglie, poso le mie mani sulle sue spalle e con atteggiamento protettivo sussurro: "Oscar, sei sbiancata, meglio uscire di qui immediatamente!"
"Si ... meglio. Tanto abbiamo fatto ciò che dovevamo. Che puzza Andrè!"
"Forza forza Andrè, porta fuori mia figlia!"
"Si, certo. Vieni Oscar ... non è posto per te questo." dico accompagnando fuori mia moglie.
Mi porto le mani alla bocca, non riesco a trattenermi, sento salire la nausea, mi appoggio al muro sussurro: "Sto male ... voglio tornare a é, sento le gambe non sorreggermi, cosa mi succede?"
Il Generale ribatte: "Santo cielo, questo non è più posto per te. André, dobbiamo lasciare immediatamente le prigioni!"
Prendo Oscar tra le braccia, la sollevo da terra e risalgo rapido le scale, fino a raggiungere il cortile. Di sicuro un poco di aria la farà riprendere. "Forza Oscar ... dimmi ... ti senti meglio?!"
"No ... ho un forte mal di stomaco. André ti prego lasciami respirare ..."
"Certo Oscar, vuoi che chiami un medico?!"domando ormai giunto nel cortile, tenendo ancora Oscar in braccio, cercando comunque di farle prendere un poco di aria fresca. La appoggio piano a terra e la aiuto a sedersi, in modo che possa prendere un poco di fresco. Mi sistemo dietro di lei e la accolgo nel mio abbraccio, per sorreggerla in caso di necessità.
Mio padre ribatte: "Ovvio che ha bisogno di un medico! Farò venire Edmond a palazzo, così potrà visitarti!"
"No ... non è necessario Padre. E poi dobbiamo raggiungere lo Zio ed avvisarlo che non ci sarà nessun duello. Datemi solo qualche minuto."
"Oscar, esigo che Lassonne ti visiti!"
"Uff ... ne riparliamo dopo Padre." dico seduta sugli scalini dell'ingresso. "Mi serve solo un poco di aria. Ma è mai possibile che abbiate da ridire su tutto anche nelle condizioni in cui mi ritrovo? Lasciatemi tranquilla!"
Vedo il diavolo biondo seduta sugli scalini, mi avvicino e dico: "Comandante, cosa Vi prende? Vi sentite male? Volete che informi delVostro malessere il medico militare?"
"No Alain, non è necessario. Hai preparato la carrozza?"
"Si, è pronta, possiamo andare quando volete."
Mi alzo a fatica, mi appoggio ad Andrè e dico: "E allora andiamo. Alla collina Alain".
A passo lento, sorretta da Andrè, mi avvio alla carrozza. Vedo i miei uomini guardarmi in un modo strano, dolce direi.
Uno dei soldati dice ai compagni: "Ma è il Comandante! Cosa le è successo?"
Un secondo ribatte: "Cosa vuoi che le sia successo?! E' incinta. E come tutte le donne incinte sta male."
"Si si … ma … forse ha bisogno di mangiare o di bere …"
L'ennesimo soldato ribatte: "Andiamo a prendere qualcosa da mangiare e un bicchiere d'acqua, forse si sentirà meglio!"
"Si si andiamo a prendere qualcosa …"
Arrivano tutti vicini, chi con un dolce, chi con dell'acqua. Tutti preoccupati per me.
Il primo tra loro mi soccorre e dice con tono preoccupato: "Comandante, state male?"
"Eh ... no ... cioè ... insomma ... ma voi non dovete preoccuparvi!"
"Come non dobbiamo preoccuparci! Comandante, non Vi abbiamo mai vista così, siete davvero ridotta male."
Un terzo continua: "Ma ma ... forse state male perché dovete partorire?"
"Ma no, state tranquilli! E' solo la puzza che c'era in quella cella!" dico cercando di dissimulare la nausea che mi assale.
Un altro ancora ribatte: "Comandante, scusate se mi permetto ma non dovevate recarvi nelle prigioni, viste le Vostre condizioni..."
"Già ... purtroppo hai ragione ..." rispondo un poco mesta. Che situazione imbarazzante.
"Comandante, Vi abbiamo portato qualcosa da mettere nello stomaco, magari la Vostra creatura si sentirà meglio se mangiate …"
"No, grazie non ho fame."
Vedo i soldati di mia figlia soccorrerla ed accudirla con affetto. E pensare che si dice che siano rozzi e sporchi, invece Oscar li ha conquistati e trasformati in veri soldati. Sono davvero fiero di lei, è una donna eccezionale ed un ottimo comandante! Sono certo che questa caserma non sarà più la stessa senza di lei.
"Comandante prendete questo pezzetto di dolce magari se lo mangiate Vi sentirete meglio!" Un altro soldato ribatte: "Ma cosa dici! Possibile che tu non capisca? Il Comandante ha la nausea e una donna incinta può dare di stomaco in qualsiasi momento."
"Grazie davvero di tutto, ma è meglio che vada."
"Comandante, non volete bere nemmeno un sorso d'acqua?"
"Ecco ... un sorso d'acqua ... magari si! Grazie mille!" dico imbarazzata, mentre Andrè mi sorregge con dolcezza.
"Ecco .. tenete Comandante." dico porgendo il bicchiere.
Bevo un sorso d'acqua, fresca, e già mi sento un poco meglio.
"Oscar ... andiamo, su. Sei così pallida!"
"Si ... meglio andare André!"
Un soldato dice: "Comandante, con tutto il rispetto ma secondo me dovreste rimanere a casa, sapete, anche mia moglie ha sofferto di stomaco e so che ci si sente troppo male."
"Credo che d'ora in avanti rimarrò di più a casa. Grazie siete davvero gentili!"
"Ma no, cosa dite Comandante?! E' il minimo che potessimo fare!"
"Vieni Oscar, andiamo alla carrozza."
"Alain, dove sono gli altri?"
"I Vostri nipoti e i Vostri cognati ci stanno aspettando alla carrozza."
"Bene … meglio raggiungerli così partiamo!"
André mi sorregge e sussurra: "Credi di potercela fare?"
"Si, certo André!"
Con mio padre, mio fratello e mio zio Louis aspettiamo pazientemente che arrivino il nonno e gli zii, quando li vediamo in lontananza.
"Antony, ma cosa sarà successo alla zia?"
"Ma, non saprei … perché lo zio André lo sorregge?"
Charles ribatte: "Andiamogli incontro. Spero che non sia accaduto nulla di grave.
Girodelle continua: "Madame Oscar è una donna forte, sono sicuro che si tratta di un malessere passeggero"
Vedo Charles e gli altri avanzare verso di noi, domanda: " Oscar, cosa ti è successo?"
"Nulla di importante, solo un po' di nausea."
"Oh meno male! Ma te la senti di tornare a casa?"
"Si .. si … sto molto meglio. André, dobbiamo andare … non voglio che lo zio Armand e gli altri stiano in ansia."
"Dai vieni, ti aiuto a salire."
"Grazie André!"
Saliamo in carrozza, Alain e Gerard si sistemano a cassetta, mio padre lega il suo cavallo e si sistema difronte a me. I miei nipoti ed i miei cognati ci precedono a cavallo.
Palazzo Jarjayes
Sono nel corridoio, raggiungo la camera del mio Armand, di sentire la sua voce ma nulla. Busso ancora, domando: "Armand! ... Armand sei qui? ... Che strano, non risponde, meglio che entri, voglio vedere se Armand sta ancora dormendo ..." entro decisa, vedo il suo letto disfatto." Davvero strano ... eppure non ha ancora albeggiato, possibile che si sia già recato sul luogo del duello! ... A meno che ... non sia andato nella cappella a pregare! .. Si, di sicuro è là. Devo raggiungerlo!" afferro la mia mantella e a passo spedito mi dirigo verso la cappella di famiglia. Nel cortile sono già pronti dei cavalli ed una carrozza. Voglio andare ad assistere al duello...e sono certa che verrà anche Marguerite. Purtroppo di Oscar non abbiamo notizie!
Raggiungo la cappella e vedo uscire Armand, vestito di nero, assieme alla zia Clotilde.
"Bravo Armand, nipote caro, hai fatto la scelta giusta! Sono certa che nostro Signore apprezzerà la tua decisione. Finalmente ti sei riconciliato con Lui! Nella Sua bontà ti avrà senza dubbio perdonato!"
"Lo pensate davvero zia?"
"Certo nipote! Finalmente hai ritrovato la tua strada! Peccato solo per la veste cardinalizia...ah...saresti stato un bellissimo Papa!"
"Ma io sono già padre!"
"Papa sarebbe stato meglio...ma ormai ho perso la speranza. Però le mie preghiere sono state ascoltate e lo Spirito Santo è ridisceso su di te! Come sono felice!"
"Io un po' menoZia, però ho dovuto farlo."
"Pazienta...pazienta e penitenza! Su Armand, dritto con le spalle!"
"Si ... certo Zia!" rispondo sconsolato.
Ascolto la strana conversazione tra Armand e sua Zia. Ma non capisco cosa c'entra tutto ciò con il duello. Armand sembra così...così...cardinale direi!
"Armand! Finalmente ti ho trovato!"
"Anna, cosa ci fai qui? E' ancora buio e poi fa molto freddo, non vorrei che ti ammalassi!" dico davvero preoccupato, Anna indossa una bella mantella ma fa freddo qui.
"Ti stavo cercando amore mio! Hai già fatto colazione?!"
"Ecco ... no. Appena mi sono svegliato il mio primo pensiero è stato venire a pregare."
"Bene, allora faremo colazione assieme, poi verrò con te Armand. Condivideremo tutto!"
Mia zia ribatte soddisfatta: "Proprio tutto no. Comunque è una buona idea fare colazione tutti insieme!"
Anna sussurra timorosa: "Non capisco Zia, a cosa Vi riferite?!"
"Nulla nulla! Meglio affrettarci, tra non molto sorgerà il sole e con esso ci sarà il duello. Armand, nipote, pregherò per la tua anima."
"Grazie Zia!"
Anna sussurra: "Ma cosa dite? Armand, mi stai preoccupando!"
"Nulla nulla Anna. Stai tranquilla e sappi che ti amo. Sopra ogni cosa. Tu ricordalo sempre!"
"Armand ... sei strano! Armand cosa ti succede?" domando guardando meglio il mio amato. Ha uno sguardo strano, preoccupato forse, rassegnato. Io davvero non capisco cosa stia accadendo!
"Nulla Anna. Andiamo!" Dico porgendole il braccio.
Mi lascio cullare dall'andatura di mio marito, sono preoccupata, cosa gli sarà successo?!
Sento la carrozza arrestarsi, mio nipote George dal finestrino dice: "Nonno, siamo arrivati!"
"George, sono arrivati i padrini di quell'ubriacone?"
"Non ancora! … Forse non vedendolo arrivare lo staranno aspettando!"
"Bah … tanto prima o poi verranno. Dimmi George, mio fratello … almeno lui è arrivato?"
"Non c'è anima viva, siamo i primi."
Oscar mi dice: "Padre, manca ancora un poco di tempo all'ora stabilita del duello."
"Si, vero …"
"Dall'alto della carrozza dico al mio amico: "Gerard, non vedo anima viva … che si siano dimenticati del duello?"
"Alain ma quale duello?! Il conte è in gattabuia …"
"Ma nessuno lo sa, ne i suoi padrini e tanto meno il nostro ex cardinale."
"Alain, scendo dalla vettura, vado a sistemare il predellino."
"Si, amico, fa pure, adesso scendo anch'io!"
Dopo una rapida colazione ci accingiamo a salire in carrozza, dico alle mie compagne di viaggio: "Marguerite, Anna e voi nipoti, avrei preferito che foste rimaste a palazzo …"
Joséphine ribatte: "E lasciarvi andare ad affrontare da solo il vostro destino zio?! Nemmeno a pensarci! Marianne ed io saremo con Voi … anche se avrei preferito occuparmi deiVostri preparativi di matrimonio, invece non sappiamo nemmeno se verrà celebrato!"
Sento la mano di Anna stringersi alla mia, la guardo e sussurro appena: "Non preoccuparti amore mio, Nostro Signore mi proteggerà."
Marguerite, ribatte: "Joséphine ma si può sapere cosa dici! Sono sicura che tuo padre e gli altri avranno trovato una soluzione …"
"Madre, a quanto pare siete davvero ottimista, lo zio deve affrontare suo cognato a duello, non deve mica chiedergli la mano di sua sorella!"
Alle mie spalle sento la voce della zia Clotilde: "Armand, è giunta l'ora … pregherò per la tua anima!"
Mi volto e in un sussurro rispondo: "Grazie Zia!"
Marguerite ribatte: "Voi due ma che discorsi fate?! Armand, ma si può sapere cosa ti prende? Ricordati che sei uno Jarjayes! E poi non capisco perché ti sia vestito di nero, non devi mica andare a un funerale oppure ad officiare messa!"
"Marguerite, ti prego! Ho i miei buoni motivi per vestirmi così …" rispondo deciso, intenzionato a non dare troppe spiegazioni. Anche perché nessuno mi capirebbe, ma sono certo di avere fatto la scelta giusta!
Mia zia continua: "Armand, avresti dovuto rinunciare al mondo e non impelagarti in questa situazione!"
Marianne ribatte: "Zia Vi prego lasciate tranquillo lo zio!"
Armand risponde: "Nipote, non preoccuparti per me … sarà ciò cheNostro Signore vorrà."
Stringo ancora di più la mano di mio marito e sussurro appena: "Armand …"
Vedo la zia farsi il segno della croce e dice: "Marchesa di Saluzzo, non credo che sia il caso di guardare in questo modo mio nipote, ricordatevi che anche se avete fornicato, non siete ancora sua moglie e quindi non distraetelo. Armand deve affrontare il diavolo. Dio sa cosa accadrà!"
Marguerite con tono stizzito ribatte: "Ora basta! Zia, Vi diverte davvero a mortificare il povero Armand! Anna e Voi figliole, saliamo in carrozza, credo che gli altri staranno aspettando!"
"Si, Marguerite, hai ragione, andiamo!" dico al servitore: "Jacques, sei pronto per partire?"
"Si, padrone!"
"Bene … andiamo!"
Vedo mio nipote Armand far accomodare le donne ed infine salire sulla vettura, prima di partire stringo tra le mani il mio rosario e dico: "Nipote, pregherò per la tua anima, sono sicura che dopo quanto fatto, Nostro Signore ti risparmierà!"
"Vi ringrazio Zia!"
Anna domanda stupita: "Io non ci capisco nulla! Armand, non vorrai riprendere i voti?"
"Ma cosa dici Anna?! Ormai sono un uomo … quasi sposato e abbiamo ben due figli!"
"Bravo nipote! Rammenta ciò che hai appena detto: sei un uomo quasi sposato."
Sussurro a mia sorella: "Accidenti alla zia, Marianne! Non c'è che dire, ha un buon udito."
"Già, fin troppo!" rispondo avvicinandomi a mia sorella.
"Ma hai capito di cosa parlavano lo zio Armand e la zia Clotilde?"
"Assolutamente no."
Durante il tragitto vedo gli occhi della mia adorata Anna riempirsi di lacrime, le stringo la mano e dico: "Vedrai che andrà tutto bene e poi ho affidato la mia anima a Nostro Signore."
"Sig … Armand, ti prego … basta! Non voglio sentirti parlare in questo modo, mi sembra di avere davanti un prete non l'uomo che ho conosciuto!"
"Anna …."
Joséphine ribatte: "Anna, devi comprenderlo, infondo mio zio ha passato l'intera vita a pregare e a officiare funzioni!"
"Si certo Joséphine! Però..."
"Però cosa?! Ehmm a proposito zio, mi chiedevo ... uhmm ... riguardo alle Vostre nozze, chi saranno i Vostri testimoni? Forse gli stessi del duello?"
"In realtà nipote...non ci ho ancora pensato! Beh...in fondo...mio fratello e Oscar sarebbero perfetti! Marguerite, tu mi accompagneresti all'altare? Sempre che esca vivo da questa faccenda"
"Oh ma certo caro Armand! Per me sarà un onore!"
Joséphine ribatte: "Sperando davvero che ne esca vivo, altrimenti saremo tutti testimoni per ..."
Mia sorella Marianne mi guarda in malo modo e digrigna: "Sarebbe stato meglio che tu fossi rimasta a palazzo! Adesso visto che sei qui con noi, sta zitta!"
"Marianne...io sono solo previdente! E Voi Zio vedete di farvi valere, ho già portato il lutto per mon petit Charles...ed il nero non mi dona affatto!" Dico sistemando i boccoli.
"Farò del mio meglio nipote..."
"Grazie Zio!"
"Ecco! Ormai dovremmo essere arrivati!"
Appena giunti alla collina vedo l'altra carrozza della famiglia ferma, attorno ci sono tutti gli altri, ed è giunto anche il dottor Lassonne. Beh ... almeno morirò in compagnia ... con le cure del dottore!
Dalla vettura scende mio zio, la nonna, mia madre e la zia Marianne, sussurro a mio nonno: "Finalmente lo zio è arrivato! ... Ma perché si è vestito di nero?"
Victor sussurra: "Mi pare di vedere un prete, non un soldato."
"Bah ... mio fratello è tutto strano! Eppure gli ho fatto acquistare degli abiti colorati! Quel nero ricorda troppo i tempi in cui indossava l'abito talare. Sarà impazzito!"
George ribatte: "Nonno, forse lo zio teme che sia giunta la sua ora."
"Ma noi sappiamo bene che non è così! Oh ... stanno arrivando anche i padrini del Nichelino. Bene bene ... Oscar, vieni con me! Te la senti?!"
"Si, certo!" dico avvicinandomi.
Guardo mia figlia, sembra che abbia ripreso un poco di colorito. Ci avviciniamo a questi due individui.
"Buongiorno, sono il generale Jarjayes, padrino della parte sfidata. Con me c'è mio figlio Oscar François, l'altro padrino. Con chi ho il piacere?!"
"Bonjour Monsieur, sono il conte di Carmagnola e lui è il visconte di Susa. Abbiamo portato la spada per il conte di Nichelino, volete esaminarla?".
Sento gli occhi di questi due uomini addosso, mi scrutano neanche fossi un animale raro, forse sono sorpresi nel vedere un uomo in stato interessante. Certo che mio padre è davvero assurdo! Quando gli fa comodo sono suo figlio!
Mio padre risponde: "Non è necessario esaminare la spada, sono sicuro che siete dei gentiluomini!"
"Oh ma la regola dice che le armi vanno esaminate da entrambe le parti."
"Si, certo certo … avanti, date a me, lasciatemi guardare!" dico afferrando l'arma per guardarla. "Si, credo che sia tutto in regola. Bene Signori ... ma non vedo il Vostro amico! Che abbia cambiato idea?!"
"Ecco ... il Signor Conte stranamente non è qui con noi."
"Sapete che trascorsi quindici minuti il duello si considererà concluso con la vittoria di mio fratello! ARMAND! Vieni qui! Che il tuo sfidante non si vede ancora!"
Sono accanto ad Anna, sento la voce di mio fratello, prima di avvicinarmi sussurro timoroso: "Addio amore mio, proteggi i nostri figli!"
"Armand! Ma cosa dici? Sei forse impazzito?!" dico mentre lo vedo allontanarsi, mi volto verso Marguerite e la guardo perplessa: "Armand questa mattina è davvero strano! Inizio a preoccuparmi!"
Mi avvicino a mia cognata, e ribatto: "Anna, devi comprendere il povero Armand, non si è mai trovato in una situazione simile."
"Si ma ... questa mattina farneticava con la zia suora! Marguerite, io inizio a preoccuparmi. E poi guarda come si è vestito! Sembra un gufo, tutto nero, con il codino incipriato di bianco! Quelli sono gli abiti che indossava da cardinale!"
"Dici davvero! Oh povero caro!"
"Andiamo ad ascoltare Marguerite! Io non intendo restare qui a guardare!"
"Si, si andiamo!"
Sollevo con una mano la gonna mentre con l'altra tengo chiusa la lunga mantella, con il collo in pelliccia ed il cappuccio tirato su. Ci avviamo verso gli uomini, voglio ascoltare cosa dico.
"Bene Armand, tu userai la mia spada! Questa spada! Con lo stemma di famiglia e l'indicazione della mia carica militare! Vedrai che ti porterà bene!" dico porgendogli l'arma.
Afferro con decisione la spada, guardo i padrini del mio avversario e dico: "Dov'è il conte Nichelino, perché non è qui?"
"Non lo sappiamo. E' da ieri sera che non lo vediamo. Abbiamo cenato e poi si è recato in un ... ehm ... locale. Da lì però non abbiamo più sue notizie. Ma siamo certi che arriverà!"
Oscar ribatte: "Ne siete davvero sicuri? A noi è parso solo un pallone gonfiato! E se un gentiluomo non si presenta ad un duello è un uomo privo di onore! Indegno del titolo che possiede!"
Scruto con attenzione l'uomo e con tono deciso ribatto: "Sono sicuro che il Signor conte arriverà."
"Se lo dite voi ... " rispondo decisa. Se questi due non la smettono di osservarmi così ... li passo a fil di spada!
"Sssiii verrà ... verrà ..."
Sento mio zio dire: "Ma si può sapere perché continuate a guardare in questo modo mia nipote? Forse non avete mai visto una donna in attesa di un figlio?"
"Una donna?! Ah ... ora tutto si spiega! Il Generale ha parlato di un figlio! Ma dunque chi è l'altro Vostro padrino? Di certo non può essere una donna. E poi Madame, vestitevi in maniera adeguata!"
Guardo in malo modo l'uomo e portando la mano sulla spada che ho di fianco ribatto: "Ma come osate?! Non Vi permetto di parlarmi in questo modo. Ancora una sola parola e di duelli ce ne saranno due. Mi sono spiegato Monsieur?!"
"Madame ... state calma. Potreste farvi male con quella spada! Dovreste stare a casa a fare la calza! Vostro marito deve essere un pazzo! In ogni caso ...dov'è l'altro padrino? Questo Monsieur Oscar François?!"
Sfodero la mia spada, la punto alla gola dell'uomo e dico: "Provate a ripetere e il dottor Lassonne non dovrà nemmeno aprire la sua borsa per curarvi!"
"Piano piano Madame ... potreste farvi male"
"Oscar, lascia, me ne occupo io di questo screanzato! Monsieur, non permetto a nessuno di offendere mia moglie!"
"Lasciami André! E' una questione tra me e questo villano!" sento l'uomo tremare, la sua fronte è imperlata di sudore. "Allora Monsieur ... cosa c'è perché state tremando?! Forse siete un codardo proprio come il Vostro conte Nichelino?"
Sento la lama, fredda, appoggiarsi piano alla pelle della mia gola, un brivido, una goccia di sudore. Questa donna è pazza, ma senza dubbio sa utilizzare la spada, mente io sono ben poco abile!
"Madame ... ecco ..." dico con voce tremante.
Vedo quest'uomo indietreggiare, passo la lama sul collo, poi scendo e gli taglio di netto lo Jabot che porta legato al collo, sotto lo sguardo stupito del suo amico.
Vedo mia figlia furiosa, meglio intervenire e mettere fine a tutto ciò.
"Fermati figliola! Non ne vale la pena! Ma non lo vedi che quest'uomo è un vile proprio come il conte Nichelino?! Su ... Metti giù la lama!"
"Padre, non permetto a nessuno di rivolgersi a me in questo modo! Io sono il conte Oscar François de Jarjayes, Generale dell'esercito francese. Non permetterò a questo smidollato di offendermi!"
"A avete detto ... co .. conte?"
"Si ... conte!" premo ancora un poco la lama sugli abiti di questo scriteriato. "Forse non ne siete convinto?!"
"Ssssiii si ... ma Vi ... prego ... fermatevi ..."
Mio zio posa la sua mano sul mio braccio e dice: "Lascialo stare Oscar, non ne vale la pena, e poi si è capito benissimo che è un vile proprio come il mio sfidante."
"Bene ... spero che abbiate capito con chi avete a che fare!" dico riponendo la spada nel fodero.
Mio padre interviene: "Sono ormai passati ben più di quindici minuti, direi che il Vostro amico non si presenterà. Se volete sue notizie Vi consiglio di recarvi alla caserma della Guardia Metropolitana! Addio Signori!"
"Alla caserma ... ma ... perchè?!"
"Forse non lo immaginate? Ma che strano, eppure dovreste conoscerlo, visto che siete amici!"
Ci allontaniamo e torniamo verso le carrozze, sotto lo sguardo sbigottito di questi due.
Vedo il mio amico Lassonne aspettarci sorridente, dice: "Bene, vedo che la mia presenza è stata inutile. Mi fa molto piacere! Però madame Oscar ... siete un poco pallida ... Vi sentite bene?!"
"Benissimo dottore." Rispondo decisa, tenere tra le mani la mia spada mi ha fatta sentire viva!
"Benissimo?! Ma Oscar ... è mancato poco che svenissi! Ma cosa dici!" dico allarmato, mia moglie è sempre pronta a minimizzare!
"Andrè, se ho avvertito quel malessere è stato solo per via del ... di Nichelino, nulla di più."
"Oscar ... però ti costa poco chiedere al dottore di visitarti! Dottore ... potreste venire con noi a palazzo? Oscar per poco non dava di stomaco, era pallida e sudava freddo!"
"Dottore, mio marito sta esagerando. Piuttosto credo che dovreste visitare Andrè, sapete, stamattina era alquanto strano! ... E' mancato poco che svenisse quando ha sentito muoversi la nostra creatura."
Osservo con attenzione Madame Oscar e Andrè, li conosco da tanti anni ormai, eppure riescono ancora a stupirmi. Sono così attenti l'uno per l'altra, premurosi e amorevoli. Sono davvero teneri, dolci.
"Uhm ... beh ... facciamo così ... vengo a palazzo e ci facciamo una bella chiacchierata!"
"Bravo Lassonne, finalmente dici qualcosa di sensato! Visita questi due!" finalmente il mio amico ha capito che è ora di fare qualche controllo a questi due!
"Padre, credo che dobbiate farvi controllare le ferite del Vostro fondoschiena. A proposito sono guarite?"
"Oscar ... ma sono domande da farsi?! Figlia impertinente! Su su .. andiamo!"
"Si, certo Andiamo! Ah ahahah ..."
Saliamo sulle carrozze e torniamo tutti a palazzo. Ad accoglierci troviamo Nanny, che quando vede Armand tutto intero, sorride felice e lo abbraccia.
"Oh Armand, Armand! Bambinone mio, come stai?"
"Bene … bene Nanny … " rispondo imbarazzato.
"Oh Armand, non riesco a crederci che sei tornato sano e salvo, sniff .. sniff … BOUUU … ragazzo mio, temevo davvero che morissi!" abbraccio il mio Armand, lo stritolo un poco, lo stringo forte per assicurarmi ce non sia un sogno.
La Badessa ribatte: "Invece a quanto pare mio nipote è tornato sano e salvo."
Vedo Carlo corrermi incontro, urla felice: "PADRE! PADRE MIO! Siete vivo! Ed io che credevo che mio zio Vi avesse ammazzato!"
"Carlo...se sono tutto intero è grazie a mia nipote Oscar ... ed a Nostro Signore!" Dico alzando gli occhi verso il cielo. "E pazienza per il prezzo che dovrò pagare!"
"Prezzo?! Armand ... fratello, ma di cosa stai parlando?"
"Nulla che ti riguardi Augustin! Nulla ..."
Mia zia ribatte soddisfatta: "Su nipote, infondo devi essere felice per la decisione che hai preso. Vedrai, ti servirà moltissimo per espiare i tuoi peccati e per la purificazione della tua anima."
"Certo Zia. Nel profondo rimarrò sempre un uomo timorato di Dio, lo sapete! Ma ora entriamo!"
"Bene nipote, ciò significa che il tuo percorso di vita non è stato gettato alle ortiche. Meglio entrare, qui fuori fa davvero freddo.
Entriamo in casa e ci accomodiamo tutti nel salotto crema, compreso il dottore Lassonne.
"Armand! Hai visto che tutto si è risolto?! Ora possiamo tornare ad occuparci del matrimonio! E poi abbiamo un battesimo, un fidanzamento ed il matrimonio di Catherine! Quante feste!"
Girodelle si avvicina al Generale e domanda timidamente: "Signore, permettete che veda la mia fidanzata?"
"Uhm...ragazzo...ti serve uno chaperon!"
"Ecco ... io ... se permettete Generale, vorrei rimanere un poco da solo con Elena, magari nel Vostro studio. Vi do la mia parola d'onore che mi comporterò da gentiluomo."
Joséphine ribatte divertita: "Victor, lo studio di mio padre è un luogo molto sicuro e adatto per le coppie! Ahhh Vi consiglio di sedervi dietro la scrivania ... naturalmente l'uno di fronte all'altro! Ih ih ..."
"COSA?! Tu e Elena da soli? NEL MIO STUDIO?! DOVE C'È LA MIA PREZIOSA SCRIVANIA?! No no no no!" Ci manca solo che permetta loro di usufruire della mia scrivania! Povero me! La scrivania di nonno Augustin! Quella su cui Oscar ha concepito, con la benedizione del nonno ovviamente!
"Ma Generale, non capisco perché Vi siate agitato in questo modo, infondo debbo solo dare alla mia fidanzata alcuni ragguagli circa le nozze, davvero non capisco!" domando stupito dalla reazione del generale, davvero eccessiva.
"Meglio se non capisci! Molto meglio. Comunque nello studio no. Se vuoi, nel salotto rosa, che sta qui accanto, lasciando tutte le porte spalancate! E sappi che se non sarai più che rispettoso...userò la spada! Umpf...la mia scrivania! Ti piacerebbe! Sgrunt…"
"Marguerite...lo senti?! Povero me!"
"Rilassati caro, non è il caso che tu faccia così." dico a mio marito. Guardo Victor e continuo: "Come ha detto Augustin, potrete intrattenervi nella sala rosa, provvederò a farvi portare qualcosa di caldo da bere."
"Grazie Madame, siete molto gentile"
"Ma di nulla figliolo!"
La voce di Madame è di una dolcezza infinita, l'esatto opposto del generale. Certo che sono davvero una bella coppia, molto ben assortita! Tanto tranquilla e dolce lei, tanto forte e deciso lui.
"Dottore...dovreste visitare mio marito! Questa mattina è davvero strano!"
Sento la voce di Madame Oscar, decisa ed un poco preoccupata. Mi volto, osservo meglio Andrè, in effetti ha una strana aria ….. non saprei dire cosa, ma c'è qualcosa di strano in lui.
Il dottore mi guarda e domanda: "André, sono a tua disposizione, possiamo andare in camera tua."
"Eh?! No no. Io sto benissimo! Semmai dovreste controllare la pancia di mia moglie!" dico allarmato, puntando il dito verso la pancia in questione.
Guardo i miei sposini preoccupato e mi intrometto: " Lassonne, visitali entrambi e facciamo prima! Mi pare una soluzione perfetta!"
"Ma Padre, cosa dite?! Io sto benissimo e André che è alquanto strano."
"Tu dici che lui è strano, lui dice che lo sei tu ... una bella visita e ci togliamo il pensiero! Così magari Lassonne può dirci come procede la gestazione del mio François! Ih ihih" finalmente riuscirò a fare visitare mia figlia! C'è il rischio di una nevicata improvvisa …. Meglio che avvisi e faccia rinchiudere i cavalli nelle loro stalle, servirà anche legna per i camini …. Uhm ….
"Oscar...André...per una volta devo dare ragione al mio amico Augustin!"
"Ma ma ... io sto benissimo!"
"Oscar...tuo padre ha ragione. Un controllo non può che farti bene! Su figliola! Se vuoi resto con te!"
"VOI?! Ma neanche per sogno!" dico prendendo con irruenza la mano di mio marito. "André andiamo!"
"Andiamo...dove?!"
"Come dove?! Ma in camera nostra!"
"Eh?! Si si ... ma Lassonne ti visita! Che sia chiaro! La tua pancia è così...così..."
"Grossa? Ingombrante? Pesante? Credo che sia normale. Anzi, rispetto a quella di Anna e le mie sorelle è perfetta. Lassonne, venite con noi!"
Sento la voce di madame, un ordine. Il suo è un ordine. La vedo trascinare con se il povero Andrè. A vederli così mi sembra ancora di avere davanti agli occhi i due monelli che erano, lei che si inventava qualsiasi marachella, sempre pronta e decisa. Lui, che si è sempre fatto trascinare. Un vero santo, questo ragazzo!
"Certo Madame! Vi seguo!"
Mio figlio Carlo, stringe la mia mano e dice: "Padre, vorrei che mi raccontaste come siete riuscito a non farvi battere dallo zio."
"Beh...Carlo vedi...tuo zio non si è presentato. Tutto qui!"
"Siiiii! Lo sapevo che era solo uno sbruffone e che aveva paura di Voi! ... Vi voglio tanto bene padre!" dico orgoglioso. "Madre posso andare con lo zio Augustin?"
"Si certo...ma dove vorresti andare Carlo?!"
"In sala d'armi. Zio Augustin mi insegnate a tirare di scherma? Vorrei chiederlo a mio padre ma credo che voglia rimanere solo con mia madre, Voi invece siete più anziano di lui e preferite rimanere in compagnia di me, vero zio?"
"Carlo! In primo luogo io sono più grande di tuo padre, non più anziano! In secondo luogo, fino al matrimonio tuo padre deve stare lontano da tua madre e terzo..." guardo Marguerite e sospirando dico "terzo...va bene, andiamo! Marguerite, mandami Lassonne appena torna di sotto!"
"Certo caro, ma tu sai cos'hanno Oscar e André?!"
"Non lo so, ma André era strano sin da quando siamo arrivati in caserma."
"Strano?! Bah...forse è meglio che vada di sopra a vedere! Sai ... non vorrei che il povero Lassonne faccia una brutta fine"
Carlo mi stringe la mano, batte i piedi e dice: "No! Zio, mi avevate promesso che mi avreste insegnato a tirare di scherma e ogni promessa è debito. Zio, sbaglio o Voi siete un uomo di parola?"
André ed io seguiti da Lassonne entriamo nella nostra stanza, ci accomodiamo nel salottino, Lassonne ci guarda e domanda: "Bene ragazzi, volevate parlami, vi ascolto."
Prendo immediatamente la parola, sena dare ad Andrè il tempo di parlare.
"Dottore, André non sta bene. È strano. Si spaventa per nulla ed è confuso. Fategli una bella visita accurata!" Dico accomodandomi su una poltroncina.
"André, cosa ti succede?"
"Ma nulla dottore. Nulla. Piuttosto...ditemi se Oscar sta bene. La sua pancia è così...strana!"
"Ecco...lo vedete? È confuso! Come può una pancia essere strana! Dottore, io sono preoccupata!", dico un poco allarmata, con tono concitato. È da questa mattina che Andrè dice cose senza senso.
"Strana? Dimmi André, perché t sembra strana?"
"Perché...ecco...provate a toccarla! Si muove tutta, fa un sacco di rumori! Io non so...secondo Voi è normale?!"
"Rumore? No no cosa dici André? Può muoversi ma non può fare rumore."
Guardo prima André, poi Oscar e dico a quest'ultima: "Madame, vorrei parlare con Vostro marito ma da solo, permettete?"
"Certo Dottore. Io torno di sotto. Mi raccomando! A dopo!"
Non appena Madame Oscar lascia la stanza domando: "André, adesso che siamo rimasti soli, dimmi cosa ti succede?!"
Torino, Teatro Carignano
Aizram: "Terry ma lo sai che siamo alla vigilia del duecentesino capitolo?"
Terry: "Sig … lo so."
Aizram:"Beh cosa ti prende, cos'è quella faccia?"
Terry: "Aizram, nel siparietto scorso ci siamo dimenticate dell'email che ci ha mandato Australia …"
Aizram:"Ops … vero! Per questo motivo che non è intervenuta nel siparietto!"
Terry: "Già! E' stata una svista…"
Aizram:"E' già capitato altre volte con altre lettrici, spero che non si sia arrabbiata!"
Terry: "Ma no! Vedrai che Australia sarà qui a breve, magari è con le altre lettrici! Però faremo leggere l'email di Australia al Generale, tanto tutti i suoi pensieri sono rivolti a lui! Ah ah ah …."
Generale: "Vi ho sentite, sono dietro di Voi, Arpie!"
Aizram:"Generale, Voi qui?!"
Generale: "E non fingete con me, tanto sapevate che stavo ascoltando."
Terry: "Beh … si. Generale, prego leggete i commenti di Australia!"
Generale: "La Gattaccia?! Uhm … sinceramente non ho sentito per nulla la sua mancanza, spero che anche questa volta non si faccia vedere!"
Aizram:"Ma cosa dite?! E' questo il modo di parlare di una gentildonna?"
Generale: "Madamigella, la Gattaccia di gentile non ha nulla. Comunque date qua la missiva!"
Aizram: "Non è proprio una lettera…"
Terry: "Missiva, lettera, e-mail … tanto non cambia nulla, rimane pur sempre un messaggio."
Aizram:"Si, infondo avete ragione! … Aspettate che prendo il telefono …. Ecco prego leggete!"
Generale: "Si … ecco … e speriamo bene! … Oh … ma …"
Terry: "Cosa succede Generale?"
Generale: "Ma in che lingua ha scritto?"
Aizram: "Come in che lingua?! Ovviamente in italiano!"
Generale: "Sarà ma guardate come ha scritto il nome "mamma"
Terry: "Ah ahah … ma Australia scrive sempre in questo modo!"
Generale:"Le manderò il precettore di casa Jarjayes. Meglio che cominci a leggere ….
oooohhh MAMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMA! Caroli', ma tu sei... wow! ci fossi stata tu come Regina di Francia... ae', altro che piattole, sanguisughe e dame di compagnie... tze'! tu si li avresti... "spalmati" tutti sti idioti cortigiani... cominciando a rimettere in riga le zie di Giggino-Giggietto, altro che ciance! Chi comanda cosa? Maria Antonie', tanta cara quanto tontola sei stata e... rimasta, purtroppo ti sei fatta abbindolare da un "viso d' angelo" col cuore e la mente piu marce del diavolo in persona! e meno male per tua sorella, hai voglia altrimenti! sisisi, facitela fuori a sta... ehm, de polignac! Nell'anime.. ha cercato di eliminare Oscarina... è tempo di fargliela pagare. ihihih con gli interessi!
Generale: "Almeno questa volta concordo con la Gattaccia. Anch'io detesto la Contessa di Polignac, spero che l'imperatrice Carolina riesca nel suo intendo. Contunuo a leggere ….
e vvvvvvvvvvvvvvvvvvvabbuono! se proprio Fessen deve esser utilizzato.. come "consigliere della regina più sciocca d'Europa.. ahahahahahFessen- fai un buon lavoro, mi raccomando,senno'... pure a te rispediscono con la coda tra le gambe back to Swedenihihihihihhi speriamo... chissà che succederà nella prossima... puntata!"
Generale: "Speriamo bene Gattaccia!"
Ahahahah beh, di certo un fuori di testa intossicato, sporco e raccapricciante conte di Nichelino avra' una gran bella sorprosona ihihihih... soprattutto quando capira' di essere stato giocato dall'astuzia della bella generalessa... ihihi e cosi.. puff! Armand! sei libero di dire e fare cio' che vuoi mo'... sempre cornacchia permettendo... ah, e le arpie pure! opssihiihi. Anna, ripigliati gioia! qui non morira'nisciuno!(nessuno)
Generale:"A tal proposito Gattaccia su questo punto ho qualcosa da dire: avete scritto che Armand sarà libero di fare ciò che vuole con Anna? Beh… conoscendo le Arpie ne dubito ih ih …"
Carletto,papa' tuo e' sano e salvo... certo grazie alla tua amata cuginona eheheh ... e che dire poi degli intrepidi Gerard e ... del mio tesuruccio (ehm, tesoro mio, sorry! non volevo far imbestialire tua moglie! Maro', sti ormoni a mille vanno... e chi la ferma piu' a questa ! wow!)... Pero',Sabbri', pensaci oh donna! con chi dorme tuo marito, di chi e' il figlio? Non e mica colpa sua se e' bello e prestante... e vedi di ricordarti che se continui cosi... un giorno si stanchera' del tuo caratteraccio... quindi- respira, inspira, espira... sai che yoga aiuta molto donne come te,... ehm, cioè nella tua attuale situazione? Pensaci hihiihhi non potrai che trarne beneficio! ...Ehm ..si!
Generale: "Madamigella, io sono sicuro che un poco d'astinenza non fa mai male! Ih ih … soprattutto quando non si tratta di me! Ah ahah …"
Tornando ai nostri intrepidi eroi che le Arpie han voluto si battessero fino all ultimo contro le ...streghe tentatrici! Che uomini ahahah... comunque ottima idea tenervi lontani dai guai...per una volta! ma il ridere che mi son fatta pero'.. ehehehe soprattutto povero tesoruccio mio, in astinenza da ...cosa/ 100 capitoli o che? Ahahah ho perso il conto...
Generale: "Gattaccia, questo è il 199 capitolo. E vi informo che le Arpie hanno cominciato a progettare il 200esimo. Roba da pazzi! Spero che nessuno ne voglia per questa scelta scellerata!"
Aizram: "Suvvia Generale, ma perché parlate in questo modo? Le nostre lettrici si stanno divertendo…"
Terry: "E poi la nostra, è una ff leggera e divertente, nessuno muore, nessuno soffre, nessuno viene torturato o violentato. E poi perché scrivere tante ff quando ci si è affezionata ad una?! E poi le vostre avventure non sono sempre le stesse, cambiano di giorno in giorno."
Generale:"Mi arrendo al Vostro volere, l'importante è che Vi accaniate con chiunque ma non con me!"
Autrici: "Ah ahah …"
Generale:"Arpie!"
Ridete voi, ma prima o poi vi troverete nella sua situazione per cosi tanto tempo che... piangerete anche voi! Eheheheh non vedo l'ora... Arpie, povero cristo, mollatelo un attimo... se proprio volete.. se cercate un po' d'azione... mandate Gesuele contro le megere tentatrici... cosi imparano la prossima volta.. ihihih ad incornate, come stiamo, insulso essere di un conte di Nichelino? Di nobile hai solo il nome... naschifèzz e omm proprio! puah! ( schifezza d'uomo) E non spreco piu' parole per la donna dei "Pentiteviiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!" Ahahah esilarante.. e ' na palla proprio come il vecchio scimunito, in effetti ora che ci penso, si somigliano proprio! Ihihi stesso caratteraccio ahahaha
behh, chissa dove si / voelra' wuesta settimana... dalla stupenda Scala di Milano a ... forza Arpie, continuate a stupirci!
Terry: "Dunque Australia, nel siparietto precedente siamo stati al Petruzzelli di Bari, adesso andremo al Carignano di Torino."
Cleo Rozenfeld: "Eccoli … sono arrivati!"
Lupen:"Antony, George, venite qui!"
Antony:"Fratello. Le lettrici ci reclamano, andiamo da loro! … Buona sera belle donzelle, tutto bene?"
Cleo:"Oh George, Antony siete stati davvero eccezionali!"
Antony:"Ma cosa abbiamo fatto di tanto eccezionale per meritare un'accoglienza simile?"
Australia: "Come cosa?! Suvvia che lo sapete benissimo."
Antony:"Ohh immagino che Vi riferiate a quanto successo durante l'aggressione …"
Monica:"Bravissimi i nipoti Jarjayes, Charles è proprio una lagna viziata, ha ragione il Generale la nuova generazione è più in gamba e ha preso il DNA da lui e zia Oscar."
Charles: "Oh ecco Madame, vedete io …"
Generale: "Zitto buono a nulla!"
George: "Ma cosa dite nonno! Infondo mio padre si è difeso …"
Generale: "George, si sarà anche difeso ma non ha fatto altro che lamentarsi …"
Charles: "Ma Generale, io temevo di passare la notte in una branda sudicia."
Oscar: "Charles, non dire eresie. Da quando ho preso il comando di quella caserma, nemmeno a pagarla riusciresti a trovare una sola pulce! Ah ahah …"
Charles: "Ti prego Oscar, non prendermi in giro."
Monica: "E brava la nostra Oscar che gioca a poker e straccia gli avversari, cosa non sa fare questa grande donna?"
Generale: "Madame, mia figlia sa fare tutto, è un vero uomo."
Oscar: "Padre ma per favore! Madame vuole interloquire con me non con voi. Madame, mio padre mi ha allevata come un uomo , mi ha insegnato anche a giocare a poker..."
Generale: "Sentito Madame?! È sempre merito mio.
Monica: "Anche io so giocare a poker e ho imparato da bambina, cari Generale, potrei giocare con vostra figlia, la mia eroina."
Oscar: "Con molto piacere Madame.
Monica: "Carolina è sempre più vulcanica (Vesuvio docet) e i soldati della Guardia simpatiche canaglie. Bel capitolo divertente. PS = sarebbe bello vedere Victor coi capelli corti."
Aizram: "Cercheremo di accontentarti."
Laura:"La vostra è una storia piena di sorprese…"
Generale: "Madame, le Arpie hanno una mente diabolica, non mi lasciano tranquillo un solo giorno.
Virginia:"Sarà! Ma Voi fate sempre una bellissima figura."
Generale: "Grazie mille Madame Virginia, siete sempre molto gentile con me, non come quelle due Arpie di Aizram e Terry!"
Virginia:"Generale dopo di voi il niente."
Generale:"Siete troppo buona ...
Katia:"Complimenti, mi ha fatto ridere il ballo con il Re."
Elektra: "Sii! Brava Carolina siete riuscita a far ballare Giggino."
Lupen: "Da morire!Divertente Carolina!"
Carolina:"Oh per San Gennà! Ditemi cosa Vi ha divertito così tanto"
Lupen:"Chiamate Vostro cognato "Giggino "
Carolina:"Beh … non capisco! UèGiggì!"
Luigi:"Di dimmi Carolina!"
Carolina:"Ti chiami si o no Giggino?"
Luigi:"Ecco io … veramente il mio nome è Louis Auguste de France."
Carolina: "Si si … sopranominato dalla regina delle due Sicilie "Giggino".
Lupen:"Ih ih … Siete troppo forte Maestà!"
Carolina:"Grazie piccirrè!"
Australia: " Ma forse sarebbe stato meglio se Giggino/giggetto fosse rimasto seduto ihihih che ridere! Certo che Caroli', con te non poteva proprio rifiutare, ah? O l'avresti sfinito a parole..."
Carolina:"Ah ahah … piccirrè avite (avete) indovinato!"
Australia:" Ahaha per forza di cose, o meglio per disperazione... si e lasciato trascinare in pista .. ahah esilarante! Pero'Gigginomaesta …"
Luigi: "Dite Madamigella Australia!"
Australia:" Na parolina: guaglio'! Sei tu il Re! Tuuuu! Non quell'avanzo di mezzi nobili canuti e insipidi! E fatti rispettare nu poc! (un poco) Mannaggia! Gigge', chi comanda?"
Luigi: "Ecco io … veramente faccio del mio meglio…"
Australia:"E abbi na mezza spina dorsale almeno! Hai pure paura di discutere con la regina più sciocca d'Europa, mo'?! Te pozzino!"
Luigi: "E' che … Maria Antonietta è così bella e vivace che … Oh … Vi prego madamigella non ditele nulla della nostra conversazione."
Australia:"Oh povero Giggetto che pena mi fai! Caroli', non te ne puoi andare prima di aver operato il "miracolo"..., certo, pure tu pero'.. non potevi arrivare qualche anno fa? Mo, pure che togliamo di mezzo sta scema della Polignac... (sospiro!).,, vabbbbuono!"
Carolina:"E che lu Generale e la sua truppa sono passati per caso per Vienna ed io ho colto l'occasione al volo."
Australia:"Arpie dovevate scrivre qualche secolo fa "Avventura" così Carulì si sarebbe recata in tempo a Versailles e a Parigi non sarebbe scoppiata la rivoluzione."
Aizram: "Ma noi viviamo in questo secolo!"
Australia:"Umm … giusto … Passiamo ad altro. ,meglio. Ehm, cara, i piedi come stanno? Nu pediluvio forse ci starebbe proprio dopo il .. massacro del ballo ihihih."
Carolina:"Beh a dire il vero nu poco mi fanno male ancora ma ne è valsa la pena."
Australia:" Comunque, dai! Ce l'abbiamo fatta … beh, psicologicamente ti ero vicina! Ihih...
Lillarose: "Giggì, manca lu bidè" ... è stato il colpo di genio da parte Vostra Maestà!"
Carolina:"Madame, forse vuje non avite lu bidet?" (Voi non avete il bidet)
Lillarose:"Ma si, certo, ovvio Maestà, come si potrebbe non averlo?"
Carolina:"Ahhh hai sentito Giggì? Anche la piccirella tene( ha) lu bidet! Quindi esigo che TU me lo faccia installare."
Luigi: "Ma è un oggetto bandito dalla chiesa, vero Cardinale Jarjayes?"
Armand: "Certo Maestà!"
Carolina:"Sarà bandito dalla chiesa ma non dalle mie abitudini. Io lo voglio!"
Luigi: "Si .. e va bene Carolina, provvederò!"
Carolina:"Ohh finalmete hai capito Giggino caro! Mi raccomando le serrature!"
Luigi: "Si si stai tranquilla Carolina."
Australia: "Oi Giggi'.. comunque ca schifezz... nei cespugli! O mamma! Io sarò anche ... troppo ma tu proprio… bleah!"
Luigi: "Ma qui da noi si usa così. Pensate che una volta ho visto un duca alzare un tappeto e dopo averla fatta lo ha riabbassato."
Carolina "Blac ma che schifezza Giggì! E questa sarebbe la corte di Versailles?"
Australia: " Ue', na tinozza pure per te, seduta stante! Uff, meglio starti a .. distanza di sicurezza che non si sa mai, sai? Ahahah e poi., ahaha il ridere... tua zia a lavare Caroli'.. sisi, che se osa appena entrare proprio in bagno.. le spara addosso! Ahahajhaha sarebbe troppo bello da vedere! Ehehe…"
Carolina: "Ci potete giurare! Nessuno deve entrare nella mia stanza da bagno."
Australia: "Armand viene acca!" (vieni qua!"
Armand: "Ditemi Madamigella!"
Australia: "Su su, Armand, ancora non sai.. beh, ormai è uscito il nuovo capitolo ora... sei libero di sposarti senza quel mezzo fesso di tuo cognato in giro.,, certo, rimani sempre na schiappa a tirar alla Zorro.. ehehe ma almeno niente duello a primo, secondo o terzo sangue. Capito? Ahaha beh, sempre se non "spalmeremo" la vecchia cornacchia prima del giorno del tuo matrimonio... con contorno di madame pompom! Ihih…"
Suor Clotilde: "Ih ih …"
Elektra: "Ehi cornacchia, cos'hai da ridere?"
Suor Clotilde: "Ih ih … Lo scoprirete nel prossimo capitolo, Tigre!"
Lillarose: "Autrici, sempre più bella questa avventura e questi incontri!"
Autrici: "Grazie Lillarose!"
Agrifoglio: "Povero Re, vittima del biasimo della moglie, di quella virago della cognata e della cattiveria dei cortigiani! Una bella svegliata dovrebbe darsi!"
Carolina: " Beh … quando ci vuole ci vuole e poi era doveroso allontanare quella sfruttatrice della Polignac. Comunque ballare con Giggino mi ha divertita molto. Ahh Antoniè a proposito … Anche se mi ha pestato i piedi un paio di volte Giggino non balla poi a cussj malamente (così male), dovresti cimentarti con lui nu poco, magari lo vedresti con altri occhi."
Maria Antonietta: "Ma io amo Hans!"
Carolina: "Ah si .. chillo pourc (quel porco) dello svedese! Ahhh è proprio vero: è bello ciò che piace!"
Australia: "Antonnie', ma proprio non potevi contenerti, ah? Teatro? Francia in rovina- tu reciti col tuo.. amante! Ahahamazing! Ma almeno da voci di corridoio sembra tu non sia malaccio.. ihih nella.. prossima vita diventa attrice.. cosi, anche se ti.. ehm.. diciamo.. eliminano sul campo.. puoi sempre tornare! Ahahah ascoltami però, lo sto dicendo specificatamente per il tuo bene! Ahahah. "
Maria Antonietta: "Lo spero. A me piace tanto la recitazione."
Elektra: "TackGeneralen."
Generale: "Tack Tigre!"
Elektra:"Che bravi che sono stati George ed Antony, hanno preso da mamma Jo."
Katia: "E' piaciuto anche a me il combattimento dei nipoti .."
Lupen: "Generale, certo che siete sfigato con le parrucche!"
Generale:" "Oh Madame, Vi prego non ricordatemelo, le mie povere parrucche!"
Lupen: "Comunque, ringraziate pure i vostri nipoti se siete riusciti a salvarvi dell'agguato, sono proprio dei Jarjayes, i vostri generi invece..."
Generale:"Infatti sono il mio orgoglio, altro che buono a nulla di Charles!"
Antony: "Grazie Nonno! Ma Vi prego, non accanitevi così contro il nostro povero genitore…"
George: "Infondo è stato lui a volere che avessimo i migliori precettori."
Generale:"Nipoti! Il coraggio non lo impartisce un precettore. Coraggiosi si nasce , non si diventa. In voi scorre nelle vene sangue Jarjayes. Per lo meno Vostra madre ha fatto qualcosa di buono!"
Joséphine: "Cosa?"
Generale:"Hai generato figli coraggiosi."
Charles: "Ma Signore ed io?"
Generale:"Taci! Che se non ti fossi accoppiato con una Jarjayes, avresti avuto solo figli buoni a nulla come te!"
Charles: "Sig … Sissignore!"
Australia: "Magnifici sti figli tuoi, Charles: han preso tutto da te.. NO!"
Charles:"Vi prego Madamigella, almeno Voi non deridetemi!"
Australia: "Ma come faccio?! Ahahahazz, pure del lettino ti sei lamentato! Hey, non sei a casa o in un Hotel o a Versailles, ricordi! Ma in una caserma di quinta categoria.. ehm, senza offesa a nessuno! ... E' un miracolo se hai na branda su cui buttarti sopra.. ahah mi hai fatto morire, tu e la paura di lasciarci le.. piume! Ma va'!"
Soldato della Guardia: "Madamigella, questo nobile sarà anche un brav'uomo ma non ci ha fatto dormire."
Australia: "Un po' ti capisco, e si, cimici, piattole, insomma tutti sti animaletti simpaticiiiiii! Ahaha avessi potuto avrei chiesto alle "dolci" Arpie di teletrasportarti disinfettante.. ahaha mal di pancia dalle risate... Certo che come genitore.. come dire.. non dai certo il buon esempio... i tuoi figli ti battono alla grande... simpaticissimi poi! Vecchio scimunito, te ne do atto! Proprio dei Jarjayes dalla testa ai piedi..."
Generale: "Per fortuna! Altrimenti li avrei costretti ad arruolarsi nel mio esercito."
Australia: "Ih ih … e .. bravi pure a giocare, eh? Mhhhh, mi domando se Jo vi abbia insegnato? Ahaha non mi stupirei più di nulla con lei! Ihihih. Beh. poi quando anche Oscarina si unisce al gioco iihihih. Tutto ancora piu divertente... e come si dice... si passa dalla padella alla.., brace!"
Antony: "Si, è stata nostra madre a insegnarci."
Australia: "Certo che.. e bravi i "nipotini" impavidi ... Jo, hai fatto n ottimo lavoro, veramente hanno preso tutto da te... diciamo che.. A Charles! Stendo un velo pietoso perche' mi fai un po' pena a dir la veritaihih ..
Elektra: "Charles hai viaggiato attraverso le Alpi , siete stati assaliti varie volte, ti sei battuto anche abbastanza bene, e, ora fai i capricci per non voler dormire in camerata con i soldati di Oscar? Ha ragione tuo suocero ha considerarti un inetto."
Generale: "Ohhh finalmente Tigre mi da ragione!"
Elektra: "Si, ma in via del tutto eccezionale!"
Generale: "Arg…" comunque l'importante che tutti sappiate che mio … genero è un inetto."
Terry: "Povero Charles! Non credete di esagerare?"
Generale:"No, Madame! Ho detto solo ciò che penso."
Katia:"Adesso siete più in caserma chissà cosa accadrà."
Generale:"Se avete letto prima il capitolo dovreste saperlo."
Agrifoglio: "Meno male che il Conte di Nichelino è finito in gattabuia, così l'ex Cardinale vincerà il duello per abbandono e porterà a casa la pelle! Diversamente, l'avrei vista brutta."
Generale:"A tutto c'è rimedio Madame! Ih ih …"
Agrifoglio:"E povero Generale, alle prese con una causa persa! L'ex Cardinale è proprio una schiappa, farebbe meglio ad allenare il bambino che sembra molto più combattivo!"
Generale:"Potete giurarci Madame! Assumerò i migliori precettori per Carlo!"
Agrifoglio: "La mia comprensione va a Madame de Jarjayes che ha sposato un uomo proprio stressante! Espone mezza famiglia ai pericoli di Parigi per salvare Oscar che sta benissimo e, invece, si mette nei guai lui."
Australia: "Ben detto Agrifoglio! Ehi Vecchiaccio! Certo che si proprio scemm! Visto che hai combinato? Tu e il tuo inutile voler immischiarti nei fatti di tua figlia... hai quasi fatto ammazzare tutti!"
Generale:" "Ma cosa dite! Io ho il dovere di proteggere non solo Oscar ma tutti i membri della famiglia!"
Aizram: "Terry, il Generale vuole avere sempre l'ultima parola!"
Terry: "Pazienza! Ormai lo sanno tutti che vuole sempre l'ultima parola."
Elektra:"Generale avete risposto bene alla cornacchia, ERA ORA!"
Generale:"Mia zia la cornacchia? In tutta confidenza Tigre, non la sopporto!"
Suor Clotilde:"AUGUSTIN! COME OSI!"
Generale: "Ohhh possibile che siate ovunque?!"
Suor Clotilde:"PENTITI AUGUSTIN, PENTITI!"
Generale: "Si, si … la prossima volta zia, adesso lasciatemi interloquire con le mie Lettrici!"
Suor Clotilde:"Nipote degenerato!"
Generale: "Vi ricordo che nelle nostre vene scorre sangue Jarjayes!"
Suor Clotilde:"Non me lo ricordare, altrimenti mi viene l'emicrania!"
Generale: "Tzè.. magari! Così parlereste meno!"
Suor Clotilde:"Arg.. MALEDUCATO!"
Agrifoglio: "Fortuna che c'è la zia Badessa che porta una ventata di ottimismo!"
Lillarose: "Ih ihih … Comunque, Generale, voi mi state sempre più simpatico e non provo più istinti malevoli nei vostri confronti, sappiatelo. Anzi, stavo pensando di dedicarvi qualche disegno comico, quando avrò tempo e se permettete, su queste vostre magnifiche avventure ."
Generale: "Ne sarei davvero onorato madame, ma ad una condizione!"
Lillarose: "Quale?"
Generale: "Nulla di sconcio."
Lillarose: "Ah ahah … ma si, certo … tranquillizzatevi Generale, nulla di sconcio! Ah ahah …"
Generale: "Bene, mi raccomando, voglio disegni dove deve risaltare tutta la mia folgorante bellezza."
Tutti: "Ah ahah …."
Australia: "Ma sentite il vecchio scimunito!"
Generale: "Tacete Gattaccia! Un momento devo salutare una graziosa dama che ad ogni capitolo mi manda sempre un applauso attraverso uno stick."
Terry: "A chi Vi riferite?"
Generale: "A madame Lucia. Madame, Vi ringrazio per il Vostro apprezzamento e ringrazio tutti i miei lettori che immancabilmente mettono un "mi piace" al capitolo. Grazie di cuore!"
Elektra:"Oscar, André devo parlare con voi due, senza farci sentire dallo spione …"
Oscar: "Dite pure Tigre!"
Elektra:"Miei cari sposini preferiti, per non farvi beccare dallo spione, evitate certi segni sul collo…"
André: "Ma è impossibile! Io quando sono accanto a mia moglie non capisco più nulla e anche lei!"
Elektra:"Ih ih … so che non è facile, io dovevo sempre nasconderli con il correttore, basta stare vicino alla clavicola e, lo spione, non si accorgerà di nulla."
Oscar: "Correttore? Che cos'è?"
Elektra:"Un cosmetico che non credo che venga usato nel vostro tempo."
André: "Oscar, proverò con la cipria, magari non si vedrà nulla."
Oscar: "André, mio padre ha gli occhi aguzzi, impossibile scappare dalle sue ispezioni. Comunque non mi importa, che osservi."
Elektra:"Brava Oscar, così si parla! Vogliamo vedervi sempre felici e innamorati!"
Lupen:"Oscar, io invece ti ho immaginata mentre giocavi a carte con i tuoi soldati …"
Oscar: "Oh beh … per me è stata la prima volta!"
André: "Ammetto che ci siamo divertiti moltissimo!"
Lupen: "Charles sai che mi pareva vederti impaurito con i pidocchi tra le coperte!?"
Charles: "Madame, sinceramente ho temuto davvero di trovarli tra le lenzuola…"
Oscar: "Ancora con questa storia?! Charles, ho provveduto personalmente alla disinfestazione della mia caserna!"
Charles "Si, si Oscar, hai fatto davvero un buon lavoro, per fortuna!"
Australia: "Ehi ex cappellone, vieni qui!"
Victor: "Prego Madame!"
Australia: "Mannaggia, a rastrellate in testa ti prenderei ex cappellone, no, ma dico! Che e? Non dirmi che, come Sansone, la tua forza era tutta nei capelli? Ahahah poraccio, chissà quante ore hai dovuto passar in bagno per ri-renderti .. ehm, presentabile e profumato e.. ingellato!"
Victor: "No, non ci ho messo tanto, solo un'ora. Poi quando tornerò a palazzo mi darò una ripulita."
Australia: "Stile.. Fonzie! Ahahah che roba... comunque ragazzi miei, dovreste passare del tempo nella caserma di Oscarina, allora si capiteste come gira veramente a Parigi.
Lupen:"Vi ringrazio per farci scoprire i più bei luoghi d'Italia,un abbraccio a tutte e due!"
Terry: "Grazie Lupen, sei sempre tanto cara!"
Aizram: "Tra non molto faremo Vi mostrerò quest'altro bellissimo teatro."
Lupen:"Si si che bello!"
Manuela: "Stasera ho letto il capitolo 124 e debbo dire che il dottor Pautasso mi ha fatto troppo ridere! Mi ha ricordato il nostro dottor Balanzone!"
Giovanna: "Madame, io non so chi sia il dottor Balanzone ma di una cosa sono sicura, i membri della famiglia Jarjayes son tutt foll."
Manuela: "Ma no Giovanna, sono solo avanti coi tempi!"
Giovanna:"Madame ma cosa dite! Ma vi pare normale che una donna tra l'altro incinta vesta in abiti maschili, si rifiuti di farsi visitare e per finire si faccia chiamare conte anziché contessa?! No no Madame, credetemi, suntuttfoll."
Australia:"Bene Arpie, siamo stati a Bari città molto bella... Prossima tappa Torino? Arrivooooo.."
Aizram: "Siamo al Carignano di Torino. Prego da questa parte….
Maria Antonietta:"Oh Hans … che meraviglia! … Voglio recitare .. qui … adesso! Hans preparate i costumi!"
Fersen: "Quali Maestà?"
Maria Antonietta:"La Bisbetica domata."
Fersen: "Ma Maestà, Voi non siete bisbetica!"
Maria Antonietta:"Lo so, ma desidero che Voi siate il mio Petrucchio. Venite con me dietro le quinte, andiamo a prepararci."
Carolina: "UE' ANTONIE' A DO' VAI?! TORNA INDIETRO E ASCOLTIAMO LA LEZIONE CULTURALE DELL'ARPIA!"
Maria Antonietta:"Io non ho tempo per queste sciocchezze Carolina! Vi aspetto tutti alla mia rappresentazione."
Carolina: "Oh ma in che mani è finito il regno francese! .. Prego Arpia cominciate!"
Aizram: "Grazie Carolina, comincio …
ll Teatro Carignano è uno dei più begli esempi di teatro all'italiana e allo stesso tempo uno dei luoghi simbolo della Città. La genesi della sala teatrale trae origine dall'importante progetto di trasformazione ed espansione della Torino tardo cinquecentesca, esigenza sorta dalla necessità, da parte della casata Savoia, di accreditarla come moderna capitale, affrancandola definitivamente dall'angustia e dalla modestia architettonica lamentate, tra gli altri, da Montaigne. L'ascesa al trono di Vittorio Amedeo II (1684) e la sua successiva designazione a re di Sicilia accompagnano l'arrivo di Filippo Juvarra che apre la struttura dei palazzi e della vie cittadine a un respiro urbanistico inedito: suo allievo è Benedetto Alfieri, zio di Vittorio, che ne prosegue la visione nel riassetto del centro, un'opera grandiosa che coinvolge anche gli spazi dedicati allo svago del sovrano e dei nobili. Il Teatro Carignano si inserisce a pieno titolo in questo contesto: nel 1710 il principe Vittorio Amedeo di Carignano fa adattare a teatro il salone secentesco chiamato Trincotto Rosso, un edificio utilizzato per il gioco della pallacorda, facendo costruire 56 palchetti e destinandolo a sala di spettacolo: solo dopo il passaggio alla Società dei Cavalieri nel 1727 lo spazio si apre a prosa, canto e balletti. Nella stagione 1752-53 su richiesta del Principe Luigi Vittorio di Carignano l'architetto regio Alfieri ricostruisce il teatro dalle fondamenta, riproponendo una versione ridotta della pianta del Teatro Regio. Il teatro viene inaugurato per la Pasqua del 1753 con la Calamita dei cuori di Carlo Goldoni, musicata da Baldassarre Galluppi. L'incendio del 16 febbraio 1786 impone una nuova ricostruzione su progetto di Gian Battista Feroggio con quattro ordini di palchi.
Divenuto proprietà del Comune di Torino nel 1870, nel 1885 viene rivisto dall'architetto Carrera, che chiude il porticato con un ammezzato per la realizzazione di uffici, la trasformazione del quarto ordine di palchi in galleria, e la creazione di una sala sotterranea prima destinata a birreria e poi (1903) a sala cinematografica, una delle prime della città. Risale al 1977 la cessione definitiva alla Città, che lo affida al Teatro Stabile di Torino. Nella primavera del 2007 sono stai avviati gli ultimi e più importanti lavori di ristrutturazione, completati nel 2009, con i quali sono stati ripristinati gli originari ingressi del teatro, l'antica birreria sotterranea che diventa il foyer della struttura, la risistemazione generale degli arredi e degli impianti di sala e di palco: il Teatro Carignano si è trasformato in una delle sale storiche più modernamente attrezzate per lo spettacolo dal vivo del nostro Paese.
André: "Oscar, si sta alzando il sipario, lo spettacolo ha inizio."
Oscar: "Oh André, possibile che la regina Antonietta debba essere tanto frivola?"
André: "Oscar ormai sappiamo com'è fatta, nessuno può farci nulla e la storia deve fare il suo corso."
Oscar: "Già…"
