The Last Eclipse
Quarto Capitolo
L'eclissi era terminata e Barbero era tornata sconsolata a palazzo annunciando al Conte che era stata attaccata da Belial e, dopo essere stata ferita, per salvarsi, aveva dovuto ucciderla. Il Conte prese relativamente bene la notizia. Sembrava gli importasse solo di non saperla con un altro. I giorni passavano, la ferita di Barbero era quasi guarita quando, finita un udienza con sua Eminenza, mentre tornava da sola alle sue stanza, una figura incappucciata sbucò da una colonna davanti a lei. Un mantello nero la copriva completamente e il cappuccio ne celava il volto. Barbero si spaventò perché il modo in cui era apparsa, le aveva fatto tornare in mente quello della nemica appena battuta. La figura le si avvicinò e quando fu a pochi passi da lei, con gesto elegante lasciò cadere il mantello al suolo. Barbero per lo spavento cadde a terra.
"Buongiorno anche a te, Barbero…" disse Belial sorridendo.
"Tu…tu dovresti essere morta! L'e…l'eclissi…" balbettò Barbero a terra, gli occhi pieni di paura.
"Ma io sono morta…" disse Belial sorridendo ancora e per schernirla aggiunse "per un secondo esatto finchè le lacrime di Philip non mi hanno riportato in vita…Non lo sapevi che le lacrime sincere di un angelo possono addirittura resuscitare?"
Barbero era ancora più sorpresa e iniziò a tremare per la paura.
"Fai bene a tremare cara Barbero, perché nessuno potrà salvarti da me…sarò io a ridere stavolta…"
Belial si avvicinò piano e Barbero indietreggiò strisciando al suolo. All'improvviso Belial levò lo sguardo più in là percependo che qualcuno si avvicinava, poi riabbassò lo sguardo sulla sua nemica e le soffiò una polvere in faccia. Barbero iniziò a tossire e non appena la polvere fu svanita, il Conte apparve da dietro l'angolo. Non appena le vide si fermò. Ai suoi piedi, a terra giaceva Belial e stante davanti a lei, Barbero che rideva.
"Oh! Eccoti Conte!" disse Belial, che appariva con le sembianze di Barbero agli occhi del Conte "Questa vigliacca traditrice, dopo avermi ferito, ha perfino osato tornare qui a minacciarmi. Ha detto anche che dopo avermi ucciso, sarebbe andata a divertirsi col suo amante…tu cosa ne pensi? Hai intenzione di permetterle di tradirti ancora?"
Il Conte rimase in silenzio, nei suoi occhi c'era uno strano luccichio malvagio. Poi, reso ceco dalla gelosia, sfoderò la spada. La vera Berbero, vedendo lo sguardo folle del Conte, ebbe solo il tempo di dire
"No Conte! Sono io…"
Ma lui non le lasciò nemmeno finire la frase e mentre la trafiggeva urlò
"Devi essere solo mia! Non ti permetterò di essere di nessun altro!"
Barbero si accasciò per terra, morta. Appena smise di respirare, la magia si ruppe e il Conte vide ai suoi piedi il cadavere di Barbero e di fronte a lui, Belial che rideva.
"Non sempre la realtà è ciò che ti appare…" lo canzonò Belial ridendo.
Il Conte sgranò gli occhi, non riusciva a capire cosa fosse accaduto. All'improvviso davanti ai suoi occhi apparvero due Belial, una morta per mano sua, e una viva che lo scherniva. Afferrò la spada. Belial non si mosse e rimase a fissare ciò che stava per avvenire. Il Conte si voltò verso di lei, la spada levata. Ma invece di avventarsi su di lei rivolse la punta della lama verso di sé e si trafisse. Dopo che si fu accasciato al suolo con un gran tonfo, nel corridoio per pochi istanti cadde il silenzio, poi echeggiò una breve risata finchè una figura con addosso un mantello nero non svanì.
Sdraiata in un prato ai confini tra l'Inferno e il Cielo, Belial dormiva tranquilla. La veste nera e rossa sventolava nel vento. Mentre si faceva cullare dal vento, Philip le si avvicinò repentinamente.
Quando le fu vicina la chiamò
"Belial! Belial!"
Lei aprì gli occhi e gli sorrise. Lui si sdraiò accanto a lei nell'erba e le colpì piano la testa.
"Cos'hai combinato?" le chiese.
"Io?" rispose Belial "Niente…perché?"
"Alcuni sudditi di Cry mi hanno informato che ieri sono stati trovati i cadaveri di Barbero e del Conte…Adesso non verrai a dirmi che tu non centri niente, vero? Eppure ti avevo detto di non muoverti perché non sei ancora guarita…"
Belial rise.
"Ma io non mi sono mossa…mi sono limitata ad apparire…hanno fatto tutto da soli…"
Philip sospirò.
"E pretendi anche che ti creda? Lo sai che avrei voluto aiutarti…"
"Beh…oramai è tardi…e poi era una faccenda che andava sistemata da tempo…ancora prima del tuo arrivo…Piuttosto, prima di vendicarmi avrei dovuto ringraziarli! Ora che parte del mio potere scorre in te e parte del tuo in me, non tornerai più un serpente…mai più!"
"Sono libero…" Philip sorrise e la baciò, poi riprese "Secondo il tuo ragionamento, ora sarei un angelo con una parte demoniaca, e tu un demone con una parte angelica…strano no? Potremo dare il via ad una nuova stirpe…come potremmo chiamarci?"
Belial lo baciò ancora.
"Che cosa ne pensi di uomini?"
Fine.
