I cambiamenti improvvisi e inaspettati sono quelli che sconvolgono di più. Mentre si rivestiva in compagnia di Naruto, Kisame si sentiva letteralmente scombussolato. Aveva cercato disperatamente la normalità facendo l'amore col biondo, un tentativo di riacchiappare per i capelli quella vita che gli stava sfuggendo via dalle mani così velocemente da sembrare uno scivolo insaponato, era stata un'azione quasi istintiva, come quando si allunga una mano verso il primo appiglio che capita precipitando da una scarpata. Era impossibile risalire una china scivolosa e ripida come quella, sorridevano, scherzavano, facevano battute, come avevano sempre fatto durante il loro rapporto, tuttavia il punto di non ritorno ormai era stato oltrepassato. Appariva tutto diverso e cambiato a entrambi, anche se non esistevano delle vere parole per descrivere questa sensazione. Non avrei potuto fare diversamente, sono stato quasi… costretto. Kisame non aveva la più pallida idea di dove lo avrebbe trascinato questo cambiamento, forse avrebbe avuto un seguito ma avrebbe potuto essere anche una strada chiusa, non corrisposta. Stava per fare un balzo nel vuoto con una benda sugli occhi, sotto poteva esserci la più grande svolta o il più madornale errore della sua vita. Sarei un codardo, Naruto, se dopo aver fatto un epico capitombolo tornassi da te con la coda tra le gambe, perché se andasse tutto come si deve da te non ci tornerei… devo essere maturo e responsabile, non ho il diritto di usarti come ripiego.

Itachi stava con quel rosso così particolare e incisivo nonostante fosse subissato di infiniti e grossi problemi. Anche con Itachi stesso la vita sembrava non essere stata troppo clemente, almeno a vedere dall'esterno. Kisame non faceva che chiedersi come facesse ad andare avanti una coppia del genere tuttavia erano due tipi con delle innegabili qualità e forse avevano saputo andare oltre quelli che erano i problemi.

"Andiamo, Naruto, non vorrei essere accusato di aver rapito il sindaco!"

"Buona idea, prenderesti di sicuro il più grande riscatto di tutti i tempi!"

Risero entrambi mentre uscivano dallo spogliatoio scambiandosi affettuose pacche e sguardi complici. Kisame aguzzò gli occhi per scorgere l'amico di Hidan, ma non vide niente di diverso, erano sempre le stesse persone che avevano lasciato prima di rinchiudersi in quel bagno.Accidenti non mi stupirei affatto se quel biondino svalvolato ci avesse fatto un bello scherzo! Deidara stava, come sempre, ad amoreggiare con Karin mentre si scambiavano calici di prosecco, vedendo il volto sempre più arrossato di lei, Kisame si chiese se l'obiettivo di quel furbacchione del biondo non fosse per caso farla ubriacare di proposito per renderla ancora più docile. Tsunade si infilava un pasticcino un bocca riuscendo, anche in questo, a costringere la sua mano destra in una posa estremamente signorile, la sinistra, che reggeva un calice, non era certo da meno; Samui, come al solito, non poteva fare a meno di far cadere i suoi occhi celesti nella scollatura della dottoressa, salvo fare finta di niente dopo pochi secondi, la differenza di atteggiamento tra le due era sempre stata evidente, pur essendo entrambe procaci e vistose, la raffinatezza di Tsunade non aveva eguali. Kiba stava appoggiato al muro voltato nella loro direzione con un bicchiere in mano, questo diede la certezza a Kisame che per tutto il tempo era stato in attesa di loro e del momento in cui li avrebbe rivisti riapparire, forse era pensieroso per Naruto e cercava di capirci qualcosa. Stasera l'ho inviato a cena da me per un motivo, i chiarimenti nelle nostre teste già ci sono ma hanno bisogno di essere espressi, prendere una forma materiale e tangibile. Hidan e Tayuya stavano di spalle rispetto al suo punto di vista, fianco a fianco entrambi voltati nella medesima direzione. Non parlano tra di loro, parlano con qualcun altro. Una persona talmente bassa e minuta da essere completamente oscurata dai due. Kisame aveva fatto appena in tempo a considerare che nessun adulto poteva essere tanto piccolo che percepì i suoi muscoli facciali rilassarsi improvvisamente assecondando il sorriso che muore di colpo e gli occhi che si sgranano. Un ciuffo di capelli rosso scuro aveva fatto capolino scoperto da un leggero spostamento di Hidan, non avevano lo stesso colore di quelli di Tayuya, erano più intensi e brillanti, tuttavia neanche come quelli di Nagato, con quella rara tonalità vinaccia. Sasori. Erano passati oltre vent'anni ma Kisame non lo avrebbe mai potuto dimenticare. Si avvicinò sentendo i suoni come se fossero totalmente ovattati, Tayuya si era voltata verso di lui sorridente, mosse le labbra ma Kisame non percepì alcun suono, anche Hidan lo stava guardando, piegò leggermente la testa di lato.

"Caspita che sindaco giovane, complimenti!"

I suoni erano tornati, le voci, la musica, il brusio di sottofondo, la risata allegra di Deidara…

Sasori stava stringendo la mano di Naruto, sorrideva, come sempre, ma non come Kisame lo ricordava, ora scopriva i denti e l'espressione assottigliava anche i suoi immensi occhi marroni, segno che si trattava di un sentimento sincero. Era per far piacere a chi aveva davanti, ora, per esprimere le sue sincere congratulazioni, e non per ammaliare soltanto.

"Kisame, complimenti sia per il fisico che per il tuo successo"

Stavolta Sasori ammaliava sì ma perché era sincero, non certo per un secondo fine. Le domande che turbinavano nella testa di Kisame erano tante e il fatto che quella fosse stata una giornata estremamente intensa, non rendeva certo semplice districare tutta quella matassa.

"Sasori abbiamo una marea di cose da raccontarci, che ne dici se andiamo a farci due passi all'esterno?"

Lasciarono l'allegria per i festeggiamenti del nuovo sindaco dietro la spessa porta a vetri iniziando a camminare per l'ampio parcheggio. Sembrava che il rosso non aspettasse altro, sicuramente il percorso di cura che aveva intrapreso lo aveva portato a vedere chiaramente tutti gli errori che aveva fatto, il fatto che avesse cercato Kisame dopo tutto questo tempo era segno evidente che a lui ci aveva tenuto sul serio. Sasori era rimasto comunque basso di statura ma ora non era più magro come un tempo, sia pur minuto il suo fisico aveva assunto un aspetto normale, aveva inforcato degli occhiali da sole a goccia con le lenti a specchio di colore verde scuro, uguali alla polo che teneva sbottonata, le mani infilate nelle tasche dei jeans. Non gli stanno forzatamente larghi come a Nagato.

"Mi sono chiesto un sacco di volte come te la stavi passando, purtroppo sembravi come sparito dalla faccia della terra" Kisame da qualche parte doveva pur iniziare, ritenne giusto far sapere a Sasori che nonostante tutto non lo aveva dimenticato.

"Lo so Kisame, ma purtroppo le regole delle comunità sono molto rigide, nei primi tempi non mi facevano parlare neppure con la famiglia, e anche in seguito ad orari limitati e controllati. È dovuto passare circa un anno prima che sia stato concesso loro di farmi visita. E poi una volta uscito non sapevo certo dove cercarti, ho saputo tutto tramite Hidan e appena ho potuto mi sono precipitato."

Il piccolo rosso camminava sciolto, con calma, risultava difficile credere che avesse dovuto seguire un corso di gestione della rabbia. Beh, su di lui ha funzionato decisamente meglio rispetto a Hidan.

Kisame sospirò guardando un attimo il cielo limpido sentendo la sua naturale empatia iniziare a farsi strada, era evidente che la vita non era stata troppo clemente nemmeno con Sasori: "I tuoi errori ora sicuramente ti staranno schiacciando, forse lo fanno già da anni, tuttavia se può consolarti non esiste persona al mondo che sia perfetta. Io stesso ne ho fatti di madornali e forse sto per commetterne un altro, purtroppo non si può mai sapere finché non ci si sbatte la testa. Ma se non ci muovessimo mai finiremmo per vivere e morire sotto una campana di vetro senza aver saputo nulla o quasi della vita, quando si abbandona il porto non si può sapere il mare cosa ci riserva, ma per raggiungere le nostre mete bisogna per forza attraversarlo."

Sasori sorrise nel sole facendo scintillare i suoi occhiali verdi: "E che errori può mai aver commesso uno sempre attento e sensibile come te?"

"Tu sei stato la prima persona capace di farmi comprendere la mia vera natura, me la sbattesti in faccia con tutta l'ingenuità e la sincerità dell'età che avevamo all'epoca, ma io, vedi, non l'ho capito. Ho cercato di nascondermi, di cambiare direzione, mi sono sforzato per autoconvincermi di essere sbagliato, e per fare ciò ho fatto male a diverse persone, Una già la conosci, si tratta di Tayuya, l'altra una ragazza che frequentava le superiori con me, e poi… la terza persona che ho ferito sono io stesso. Non pensare di essere peggiore di me, Sasori, ognuno ha i suoi lati oscuri."

"Forse queste due persone si sono fatte trascinare nello sbaglio perché anche loro stesse non si erano comprese pienamente" la serenità che emanava quel piccolo rosso Kisame l'aveva vista decisamente poche volte in vita sua, si sentì sollevato dal fatto chi il suo duro percorso avesse sortito gli effetti desiderati: "Tayuya ha un carattere talmente solare e positivo che per lei gli errori non sono giganteschi come appaiono a noi, ho avuto modo di parlarci, tramite Hidan, e ti assicuro che ha preso il tutto come un avvenimento normale della vita, cose che possono accadere, insomma, ma che tuttavia finiscono per arricchirci. Lei e Hidan si stanno trovando bene e io sono felice per entrambi. Per quello che riguarda Sarana, invece, non ti devi preoccupare assolutamente di niente, ha compreso che entrambi eravate giovani e inesperti."

Kisame si era arrestato come colpito da un fulmine, gli occhi sgranati, il cuore che pareva essersi fermato.

"Conosci Sarana?"

Perbacco che giornata! Che sorprese mi aspetteranno ancora?

Sasori sorrise ancora, il suo viso era illuminato di gioia e soddisfazioni reali, si tolse gli occhiali incastrandoli tra i capelli rossi in modo che Kisame potesse vedere il luccichio dei suoi occhi confermare quelle emozioni: "l'ho conosciuta mentre stavo finendo l'ultimo anno in comunità, lavora in un bar dove mi portavano spesso con il mio gruppo, e accidenti se ci sa fare con le bevute! Stiamo insieme da quando sono uscito, lei mi ha aspettato per tutto il tempo necessario. So cosa stai pensando e riguardo a quello che mi hai detto prima… io ti ho fatto conoscere la tua vera natura quando ancora non sapevo niente della mia. All'epoca non era sesso vero e proprio per me, cercavo semplicemente delle persone da usare come bambole. Ora che sono guarito ho potuto guardare in faccia finalmente il vero me stesso, e anche… mostrarlo agli altri."

Aveva confessato tutto questo senza paura, assolutamente privo di vergogna, parole uscite in modo naturale e spontaneo, era evidente che erano problemi elaborati e chiusi nella cassaforte del passato. Tuttavia erano là disponibili per essere usati in un modo diverso, anche per aiutare gli altri se fosse stato necessario. Entrambi avevano avuto bisogno di un lungo percorso per vedersi completamente, Kisame ci era riuscito da solo, Sasori no ma ora si stavano guardando negli occhi sulla stessa linea del medesimo traguardo.

"Ho trasformato la mia ossessione di un tempo nel mio mestiere" continuò il rosso camminando lemme e tranquillo: "costruisco pupazzi per ventriloqui e bambole artigianali, non spaventerebbero nessuno, anzi, i bambini le adorano, hanno il viso della mia serenità, ora. "

Tornarono dentro, non c'era più niente da dire per il momento, Kisame era immensamente lieto di vere avuto notizie di Sasori apprendendo che finalmente era riuscito a prendere in mano la sua vita dopo anni passati a non sapere niente di lui. Arriverà anche il tuo di momento, Madara? Ridacchiarono all'unisono scorgendo la scia dei vestiti di Karin finire dietro alla macchina di Sasori, l'ultima ad essere arrivata. Il rosso tirò una gomitata a Kisame, avrebbe voluto indirizzarla alle costole ma la grande differenza di altezza che c'era tra i due la fece finire sul suo fianco: "Beh, mi sa che dovrò rimanere in vostra compagnia per un bel po', non posso certo disturbarli, ne approfitterò per chiederti un pochino come funziona visto che da domani vorrei iniziare anche io. Lo sport è il miglior metodo per sfogare la negatività."

Kisame si sentì sinceramente sollevato, Sasori, Tayuya e Sarana avevano trovato finalmente la loro dimensione dopo aver superato il percorso a ostacoli che la vita aveva loro davanti, Sasori addirittura, ora aveva il potere di entrare naturalmente in sintonia con le persone, era venuta a galla quella parte di lui soffocata per anni sotto strati di dolore e negatività. Voi siete finalmente felici, spero che al temine di questa intensa giornata potremmo esserlo anche io e Naruto.

Era un po' strano accogliere quella sera il compagno in casa con l'obiettivo di liberarsi a vicenda l'uno dall'altro. Faceva male, certo, ma forse sarebbe stato peggio continuarlo quel rapporto che ormai aveva terminato il suo carburante. Non era colpa di nessuno, la storia aveva fatto il suo corso ed era giunta alla fine e basta. Questo non significa che il sentimento non esista più, è mutato in qualcos'altro ma la sua intensità rimane la stessa. Era vero, se ne accorse già pochi minuti dopo che Naruto era entrato in casa sua. Il biondo non era mai venuto a mani vuote dopo un invito a cena di Kisame, nemmeno quella sera.

"La giornata in cui sono stato eletto sindaco non è ancora terminata e poi da domani io e Kiba saremo tuoi clienti, i festeggiamenti ora devono continuare più intensi di prima" avevo detto questo mostrando le due bottiglie di prosecco, uno bianco e uno rosato, e la torta gelato che aveva portato. Era vero, il sentimento c'era sempre, aveva la stessa intensità di prima, ma ora Naruto era entrato da quella porta in qualità di amico, e non più cercando serate di sesso sfrenato. Si coglieva dal suo atteggiamento, la malizia aveva lasciato il posto al bene e alla comprensione nei suoi occhi turchesi, il suo sorriso non prendeva più quella leggera stortura laterale, adesso appariva perfettamente simmetrico ma non per questo meno sincero. La loro amicizia avrebbe persino superato quella con Kiba. Durante gli anni in cui erano stati insieme, Naruto, inizialmente totalmente inesperto a cucinare, aveva imparato da Kisame, per questo non aveva più problemi a dargli una mano a preparare il suoi cibi super salutari. Nelle prossime serate che Kisame avrebbe organizzato a casa sua sarebbe stato invitato di sicuro anche Kiba, tuttavia quella occasione era riservata esclusivamente a Naruto ed entrambi sapevano il motivo.

"Non ci crederai, ma questa è una delle migliori serate che abbiamo trascorso insieme."

Kisame sarebbe rimasto letteralmente sconcertato da quelle parole se Naruto non le avesse pronunciate con la massima autenticità e serietà al tempo stesso.

"Vedere finalmente la tua giusta maniera di prendere te stesso e la vita mi riempie di immensa gioia" aveva continuando il biondo vedendo che l'altro si era ammutolito rimanendo tuttavia a suo agio e rilassato "la cosa che mi è sempre dispiaciuta di più è vedere le persone avere in mano le chiavi per la felicità e non vedere la serratura in cui vanno inserite pur avendocela davanti. A volte è la paura di quello che può esserci dietro a quella porta a fermarli, ma molto spesso è il giudizio degli altri solo perché la maggior parte preferiscono passare da porte diverse. Siamo in pochi a capire che le cose rare sono le più preziose, tu finalmente ci sei riuscito e non potrei mai perdonarti se le perdessi di vista un'altra volta. Aprila quella porta, Kisame, qualunque cosa troverai là dietro sappi che non mi perderai, ci sarà pure un motivo se oggi sono diventato sindaco, no?"

Il biondo aveva terminato quel discorso ridendo e passandosi un braccio dietro la testa massaggiandosela. Era sempre stato un gesto che da giovane aveva fatto nei momenti di imbarazzo, ma ora lo aveva riconvertito usandolo quando era necessario far capire agli altri che i problemi stavano solo nelle loro teste.

"Sei stato tu a mostrarmi quella porta, Naruto e io ti sarò infinitamente grato per tutta la vita, solo che… quando hai deciso di farmi vedere questa direzione, lo avevi previsto che essa avrebbe escluso te?"

"Ma tu non hai escluso nessuno, Kisame, ti sei semplicemente reso conto che non sei capace di mettere da parte, e una cosa non esclude l'altra, siamo qui stasera, no? Nessuno ha detto che deve essere l'ultima volta."

"E tu? Tu cosa è che non puoi mettere da parte, Naruto?"

"Il mio carattere, la mia vera natura, non posso fare a meno di far tornare chi sta andando fuori strada sulla giusta carreggiata, dare una gomitata a chi sta sbandando pericolosamente per rimetterlo dritto. Tu sei capace di farlo da solo tutto questo ora, so che nella tua testa a volte senti me darti dei consigli, ma non sono io, sei tu stesso. Vai Kisame, c'è qualcuno che ha bisogno di te."

Erano stati diversi minuti a tenersi le mani attraverso il tavolo devastato, pieno di patti vuoti, coppette di vetro sporche di gelato sciolto, posate sparse ovunque, bicchieri resi esausti dai troppi brindisi e tappi di sughero disseminati dappertutto, ma niente era più bello dei loro sguardi adesso. Era un gesto di incoraggiamento reciproco, di amicizia, di qualcosa di insostituibile costruito in mattone dopo l'altro dedicato a ognuno la massima attenzione, per questo così solido e inespugnabile.

"Vorrei conoscerla questa persona, Kisame, di sicuro è speciale e non voglio perdermela. E poi lo sai che non vedo l'ora di uscire tutti insieme!"

Naruto aveva dato un valore inestimabile al suo punto debole più grande in quel momento. Vorrei conoscerla questa persona, di sicuro è speciale. Kisame si sentì diventare gli occhi lucidi.

"E io naturalmente sono curioso di conoscerlo questo tizio che prenderai a gomitate ogni volta che sbanda, sicuramente sarà pieno di lividi e con entrambi gli occhi neri."

Risero ancora allegramente, Kisame sapeva che al momento Naruto il suo punto debole non lo aveva, tuttavia conoscendolo, sarebbe arrivato molto presto.