Naruto aveva espressamente chiesto a Kissame di rimanere calmo nonostante la situazione, si sforzò di fare del suo meglio lasciando scivolare il telefono di nuovo nella tasca con un gesto che voleva trasudare naturalezza. Deglutì fu tradito da tradito della mano, non un tremito e ignorare la concitazione che aveva sentito nella voce del biondo.
Esiste il rischio concreto che Nagato abbia commesso qualche sciocchezza.
Perché devo stare calmo allora, Naruto? Non vuoi turbare la mia persona speciale, vero? Hai capito che è qui. Hai espresso il desiderio di uscire tutti insieme quella sera a casa mia, sarà un onore per me farlo, una volta risolto tutto questo.
Itachi aveva sollevato gli occhi di ossidiana piantandoli nel ghiaccio dei suoi, nonostante fosse imperturbabile come sempre, Kisame riuscì a leggere di tutto dentro quello sguardo: apprensione per Nagato, un'implorazione d'aiuto rivolta a lui, la voglia di nascondere tutto questo sotto la sua solita maschera di ghiaccio, e forse…
Ti ricordi di lui, vero Itachi? La prima volta che ci siamo visti quasi dieci anni fa, lui non mi raccontò tutto quello che successe in quel privè per riguardo nei miei confronti.
Kisame spostò lo sguardo in direzione di Obito chiedendosi se il moro dai capelli corti avresti avuto il tempo di occuparsi quel giorno del suo rapporto con Naruto rimasto in sospeso come lo era rimasto quello con lui l'ultimo giorno in cui tutti avevano visto Madara. Ma forse anche questo era parte di quelle seconde occasioni da ricercare in seguito per dare sfogo a tutte quelle parole e azioni che sul momento erano state superate da altre priorità. Il maggiore dei cugini non perdeva mai quell'atteggiamento e quel modo di vestire formale e distinto, la camicia rosa chiaro a sottili righe verticali celesti, infilata nei jeans neri, su altri avresti avuto un aspetto strano, al limite del ridicolo, tuttavia su Obito ottimo a non stonare persino un capo del genere. Quelle che erano già legati anni prima, le loro strade erano già intersecate negli anni precedenti. Piccoli incroci di stradine che per nella maggior parte dei casi non erano rimaste impressione ma che erano finite per lasciare il segno più di un'autostrada.
Già, è più facile rimanere segnati dalla mulattiera polverosa e piena di buche dove sei nato segna e sei cresciuto giocando, che dalle superstrade ad alto scorrimento dove passano di persone al secondo. La prima è solo tua mentre la seconda è di tutti e tu non sei proprietario nemmeno del più minimo sassolino incastrato nell'asfalto.
Tra poco lì sarebbe giunta un'altra persona significativa per tutti, non era solo il sindaco, ma era colui che aveva sistemato la vita di Kisame e che gli aveva infuso fiducia in se stesso permettendogli di prendersi quella felicità di cui aveva diritto come tutti, perché ad essere soddisfatti della propria vita non c'è niente di male e non può danneggiare nessuno. Il suo ex, se vogliamo metterla così, che ora diventato il suo migliore amico, colui che si era conquistato la donnola dopo averla tanto desiderata, offrendo a Kisame, proprio quella sera, le chiavi del suo futuro. Quella persona probabilmente era stata una domandarsi fino a mattina che aveva fatto il suo amico di un Obito e chi fosse la ragazza che lo aveva lasciato dopo l'incidente; riconosciuto l' avarissimo manager del Susanoo e gli altri due ballerini. Naruto ha avuto tutte le sue risposte in pochi secondi, solo mettendo piede sul pianerottolo, Kisame prima di alzare quel telefono per chiamarlo non aveva quali quali emozioni devastanti poteva realizzato al suo amico, non aveva avuto il tempo di pensare a, si era solo prodigato nel modo migliore per trovare la soluzione più opportuna per Nagato.
E per te, Itachi.
Kisame sospirò, se quelle mura gialle e scrostate erano state capaci di assorbire l'intensità delle emozioni che si comportano sprigionate delle emozioni di lì a pochi minuti, le loro sagome nere marchi rimaste impressione sull'intonaco come venire a fuoco.
Ma tu sei il mago delle chiavi, Naruto, hai sempre la soluzione per tutti e l'avrai anche per te stesso, le seconde occasioni per aggiustare e per rendere conto di tutto ci saranno.
"Nagato, se mi senti apri, sono tuo fratello e qua fuori hai un sacco di amici che ti aspettano, sta arrivando fino a il sindaco, siamo tutti preoccupati per te" Yahiko aveva avuto tono di rimprovero che aveva avuto fino a pochi minuti prima pestando pugni su quel portone, si voltò affondando il viso pieno di piercing tra le mani appoggiandosi di schiena a quella porta inesorabilmente serrata. Aveva uno dei suoi soliti smanicati con il colletto risvoltato a mettere in evidenza tutti i gioielli che aveva sulle braccia e una collana rossa con la forma di un filo spinato, era grigioverde, di un colore similitudine agli occhi della signora del piano di sotto, attraverso gli ampi strappi che aveva altri sui jeans si intravedevano piercing persino sulle gambe.
Iniziò a piangere disperatamente : "Nagato, perdonami se non ti ho mai capito nella mia vita, ho sbagliato, ho compreso i errori, non ho diritto a una seconda possibilità?"
Shisui si era diretto senza esitare verso di lui, lo aveva stretto tra le braccia con decisione staccandolo dal portone. Il rosso aveva affondato il viso nella sua spalla, sulla maglietta bianca immacolata facendosi spazio sotto il colletto della giacchetta nera di pelle, continuava a singhiozzare chiamando il nome di suo fratello. Anche Itachi si avvicinò ai due, il viso era ma pallido e le movenze come sempre calme saldo e silenziose, solo Kisame riuscì a scorgere quella di emozioni che trasparivano dal suo sguardo: dolcezza, comprensione e un profondo senso di colpa nei confronti di Nagato . Sicuramente il suo pensiero adesso era rivolto a Sasuke, un altro per il quale quel giorno sarebbe un fratello rappresentato un forte cambiamento. Itachi passò le mani dietro alla testa degli altri due stringendoseli entrambi delicatamente al petto,
Hai un cuore immenso, Itachi, ti prego non nasconderlo più.
Le vecchie e strette scale rimbombarono di passi conciati.
"Signor sindaco, buongiorno, ma allora è successo qualcosa di grave. Sa ieri sera tardi ho udito un forte rumore, magari mi sbaglio, ma forse potrebbe esserle utile" la voce della donna anziana del piano di sotto, Kisame aveva avuto ragione che non era rimasta troppo convinta dalle parole di Itachi. Tutti tacquero apprendendo quel nuovo particolare, tuttavia a Kisame parve di percepire i loro cuori tremare all'unisono.
"Non si preoccupi signora, sto andando appunto lì per risolvere, quando mi vedrà scendere, tra poco, sarà tutto sistemato."
Naruto rispose sorridendo tranquillità anche a quella signora sconosciuta, Kisame era certo anche se non poteva vederlo. Non era solo, il rumore dei passi era troppo rimbombante, una di quelle persone il piede molto pesante e procedeva strusciando leggermente le scarpe. La testa bionda di Naruto finalmente fece capolino emergendo dalla scalinata. In quello che durò solo un un istante, Kisame vide passare le vite di tutti loro, le domande, gli incroci, e le verità. Gli occhi turchesi del sindaco si erano fissati subito in quelli neri di Obito, era inevitabile, quando sarebbe sceso di nuovo di sotto, con la soluzione in tasca, come aveva spiegato a quella curiosa signora, sicuramente ci saranno stati tutti quei chiarimenti che erano dovuti attendere anni. Naruto doveva sembrare Rin, non l'aveva mai vista ma Obito non aveva mai lasciato la sua mano da quando erano arrivati; sembrava ancora più minuta e magra di quello che era in quel vestitino nero svasato, i collant e le ballerine dello stesso colore, il suo caschetto castano chiaro ora, in contrasto con gli abiti, sembrava quasi biondo. Squadrò il viso di Kakuzu e infine si rivolse ai tre che abbracciati consolando il rosso affranto. Solo Itachi non riconobbe per il fatto che lo aveva sempre visto indossare una maschera, ma il moro sì, lo conosceva bene. sembrava ancora più minuta e magra di quello che era in quel vestitino nero svasato, i collant e le ballerine dello stesso colore, il suo caschetto castano chiaro ora, in contrasto con gli abiti, sembrava quasi biondo. Squadrò il viso di Kakuzu e infine si rivolse ai tre che abbracciati consolando il rosso affranto. Solo Itachi non riconobbe per il fatto che lo aveva sempre visto indossare una maschera, ma il moro sì, lo conosceva bene. sembrava ancora più minuta e magra di quello che era in quel vestitino nero svasato, i collant e le ballerine dello stesso colore, il suo caschetto castano chiaro ora, in contrasto con gli abiti, sembrava quasi biondo. Squadrò il viso di Kakuzu e infine si rivolse ai tre che abbracciati consolando il rosso affranto. Solo Itachi non riconobbe per il fatto che lo aveva sempre visto indossare una maschera, ma il moro sì, lo conosceva bene.
Nagato, forse stavolta l'asso delle chiavi inconsapevole sei stato tu.
Naruto possono parlare a parlare senza nemmeno aver salutato Kisame, tuttavia era una di fuoco cose che dovrebbe attendere una seconda occasione: "Lo sono Kurotsuchi e Akatsuchi, vigili del, sono venuti per risolvere in servizio oggi, sono venuti per risolvere in servizio oggi, sono venuti per risolvere aprire questo portone in pochi minuti."
"Vi prego, c'è mio fratello là dentro, ha bisogno di aiuto" Yahiko si era rivolto disperato a quella donna magra con i capelli neri lisci tagliati corti e tenuti ben ordinati, lo saldo sguardo sotto la frangia pettinata sull'occhio sinistro senza tuttavia coprirlo. Si capiva che era una persona pratica, le piaceva avere cura dei capelli ma allo stesso tempo voleva evitare che le dessero fastidio. Indossava una tuta intera rossa con una cintura di pelle nera stretta in vita in cui era appesa una custodia contenente la sua ricetrasmittente e qualche altro strumento, aveva quasi l'aria di un meccanico. Non era truccata, solo un tocco di mascara a mettere in evidenza gli occhi scuri, due minuscoli brillantini verde scuro per orecchini, tuttavia graziosa nella sua semplicità.
"Stia tranquillo, se ci lascia lavorare suo fratello sarà fuori in pochi minuti, vieni, Akatsuchi, iniziamo" il tono della bella donna era perentorio ma rassicurante al tempo stesso.
L'uomo grosso e aveva imponente che era arrivato con lei estratto dalla sua valigia per gli attrezzi che teneva a tracolla, quello che sembrava una specie di piccolo braccio a cui è stato pensato ad estrarre la porta della porta blindata dal telaio. Non volava una mosca sul pianerottolo, Yahiko aveva di nuovo sprofondato il viso disperato spalla di Shisui, ora Itachi gli circondava le spalle con un braccio concentrando lo sguardo su quello che stava facendo Akatsuchi, una bandana marrone a trattenere i capelli castano scuro in modo che non gli andassero davanti al viso rotondo e morbido. Obito e Rin si tenevano per mano osservando seri la scena, Kisame notò che Kakuzu aveva sospirato incrociando le braccia muscolose e olivastre sulla t-shirt grigia sformata, osservava i tre ballerini del Susanoo che si consolavano a vicenda.
Le persone migliori spesso non sanno di esserlo, tu Yahiko ora ti senti in colpa per non aver dato a tuo fratello tutto quello che avresti voluto e che era rimasto celato sotto una maschera di sicurezza in te stesso forse non reale; Obito, la persona che sei era nascosta troppo dal dolore che hai avuto nella tua vita; Kakuzu, tu sei un po' come mio padre, la tua vera natura è solo per chi avrà la pazienza e il desiderio di guardare oltre la corazza. Naruto, oggi ti stai mettendo ancora dietro i bisogni degli altri e non solo perché sei il sindaco ma perché questo sei tu, lo so che hai riconosciuto Kakuzu, lo so che vorresti chiarire con Obito quel vuoto lungo anni, e sono consapevole anche che hai già inquadrato la mia persona speciale, tuttavia il fatto che qualcuno che ancora conosci ora sia in pericolo è diventata la tua priorità.
Akatsuchi aveva terminato di mettere a nudo il meccanismo della serratura, in alcuni punti aveva dovuto strappare via il legno e svitare pezzi di telaio oltre che smontare completamente la maniglia. Il suo compito era momentaneamente terminato per cui si allontanò per lasciare il posto alla sua collega. Kurotsuchi, collegò quello che sembrava un piccolo computer al sistema della serratura.
"Ancora un po' di pazienza, devo trovare la combinazione."
La donna collegato lo strumento iniziando a cercare ea calcolare, i cilindri da aprire erano quattro, dopo un paio di minuti il primo scattò uscendo da muro e ritirandosi nel telaio. Non volava una mosca quando il secondo scatto rimbombò attraverso la tromba di quelle scale in cui la tensione si tagliava con il coltello. Erano tutti con il fiato sospeso a fissare Kurotsuchi al lavoro, una persona normalmente sarebbe stata terribilmente infastidita da questo, essere guardati intensamente mentre si sta portando a termine un compito delicato così mette a dura prova la concentrazione, tuttavia quella donna era evidentemente abituata a lasciarsi scivolare addosso quello che accadeva intorno a lei quando c'era qualcosa di importante da sbrigare, se era entrato nei vigili del così giovane doveva pur esserci un motivo,
Nagato, in tutta la vita non sono mai stato il fratello che tu avresti desiderato e forse è anche colpa mia se tu sei arrivato a questo, rimani con me, recupereremo il tempo perduto, chi comprende i propri errori ha anche diritto a rimediarli, no ? Yahiko.
Forse non mi sono distinto come si deve nella mia vita, tuttavia non è mai troppo tardi per essere un buon amico, ci sono cose più importanti dei soldi, me lo avete dimostrato voi per primi Itachi e Obito, e ora anche tu, Naruto, mi sono perso troppe cose nella vita è ora di cambiare. Kakuzu.
Terzo scatto.
È vero, non so dove mettere le mani in certe occasioni, la mia vita è stata fortunata in confronto alla vostra. Ho sempre fatto di tutto per non lasciarvi soli, anche se trasmetto l'impressione di tirarmi indietro sono con voi, sempre. Shisui.
Vi meritate qualcosa di meglio, abbandonerò la gestione del Susanoo e, con Rin, mi impegnerò per trovarvi dei posti migliori, ve lo meritate. Madara, se vuoi lo sai dove trovarci, la tua famiglia è qui che ti aspetta. Obito.
Forse non è stato un caso se oggi ci siamo ritrovati tutti qui, il rapporto che ho avuto con ognuno di voi non l'ho mai dimenticato e mai archiviato nella del passato, vorrei solo parlarvi non per rimproverarvi o per rinfacciarvi qualcosa, ma per farvi capire che vi ho compresi e sono pronto a ricominciare da dove siamo rimasti. Naruto.
Quarto e ultimo scatto. Yahiko stava per correre verso il portone ma fu trattenuto da Itachi e Shisui.
"Vieni, Akatsuchi, questo accidenti ha bisogno del colpo di grazia" Kurotsuchi si era alzata in piedi scollegando il piccolo computer dalla serratura e lasciando il posto al suo imponente amico.
L'omone smosse la porta in men che non si dica facendo anche leggermente sbriciolare il muro.
"Nagato, dove sei? Rispondi!" Yahiko aveva fatto irruzione nell'appartamento attraversando di gran carriera l'ambiente che fungeva contemporaneamente da salotto e da angolo cucina. Inciampò maldestramente nel piccolo rifugio di suo fratello costituito da piumini e cuscini, e poi si diresse spedito in camera da letto. Ne riemerse pochi secondi dopo ansimando con la faccia pallida e sconvolta guardando il resto del gruppo che era entra nella piccola casa.
"Non c'è, non lo vedo da nessuna parte! Nagato, cosa hai fatto?"
Yahiko era crollato in ginocchio disperato, Itachi, con la sua solita calma, si era diretto verso la nuvola di piumini cercando al suo interno con le mani. Kisame e Kakuzu avevano iniziato a guardare dentro all'ampia cabina armadio quando furono richiamati poco dopo da Kurotsuchi: "Scusate, ma mi occorrono due persone che sono forti."
Li condusse verso la porta del bagno, Rin si era accorta che, pur essendo socchiusa, rimaneva bloccata da qualcosa. Obito intanto stava controllando il balcone per cercare di scorgere qualche eventuale traccia nel caso in cui Nagato fosse salito sul tetto passando di lì. Naruto li potrebbe volere Yahiko che sembrava sul punto di svenire all'altro. Kisame, Kakuzu e Akatsuchi spingevano piano la porta del bagno, nessuno lo aveva apertomente, ma il timore e la consapevolezza di tutti era che fosse il corpo di Nagato a bloccarla. Alla fine riuscirono ad aprirla quel tanto che bastava per passare, Itachi si lasciò sfuggire un gemito coprendosi la bocca con le mani, barcollò, Kisame corse a sorreggerlo per evitare che cadesse terra. Rin chiamò Obito affinché rientrasse dal balcone, nessuno aveva mai visto il suo viso delicato sconvolto da tanto orrore. A bloccare la porta non era il corpo di Nagato, bensì un pezzo del telaio della finestra, il vetro era frantumato, l'oggetto con cui era stata rotta abbandonato a terra, si trattava di una sedia della cucina.
"Io non fatto a quella sedia con abbia come abbia avuto così tanta forza, che a malapena a camminare" di voce che solo Kisame era riuscito ad udire.
Non fece in tempo a rispondergli, il moro aveva già perso i sensi, lo prese in braccio prima che scivolasse sul pavimento, Kisame fece in tempo a pensare che era davvero troppo leggero prima di stenderlo sulla nuvola di cuscini e piumini che a Nagato era sempre piaciuta tanto.
Itachi, questo è il potere che la mente ha sul corpo, ha dato a Nagato una forza che non avrebbe mai avuto.
Itachi ansimava non sentendosi più il corpo, aveva l'impressione che fosse svanito in un fastidioso formicolio. L'immagine che aveva visto probabilmente sarebbe finita col sovrapporsi a quei maledetti cingoli che vedeva girare a vuoto da anni. La cabina della doccia socchiusa, l'acqua aveva aperto formato una pozzanghera sul pavimento. Era rossa, contrastava con le piastrelle bianche, una mano magrissima faceva capolino dalla vetrata lasciando gocciolare via la vita lentamente su quelle mattonelle.
Itachi ansimava per non svenire di nuovo, poteva succedere anche se ora era sdraiato, sentiva freddo e sulla non veniva dalla pezza bagnata che Kisame gli premeva fronte, veniva dalle grida strazianti di Yahiko, lo vedeva contorcersi a terra con Shisui che cercava di tenerlo fermo in un abbraccio che in quel momento aveva un qualcosa a diventa simile a una camicia di forza, suo cugino aveva un'espressione di apprensione che non aveva mai visto a deformare i suoi occhi magnetici.
Itachi non si sentiva giorno più il corpo ma i suoi occhi registrarono Rin accasciata contro il muro scossa da violentissimi colpi di tosse e conati di sorretta da vomito da Obito che stringeva gli occhi voltandosi verso la parete per non guardare come probabilmente fatto aveva quel di tanti anni prima assopendo quel motore infernale. Quello che sua moglie rigurgitava tremando visibilmente scendeva lentamente sull'intonaco bianco.
Itachi aveva fame di aria perché non la sentiva più entrargli dentro, percepiva il corpo impalpabile e sottile, distolse gli occhi dal viso stravolto dall'angoscia di Kisame, chinato su di lui, per vedere Kakuzu e Akatsuchi trasportare un involtino di asciugamani bianchi verso la camera da letto, un ciuffo di capelli rosso vinaccia era sfuggito dagli strati di tessuto. Naruto si era fermato in mezzo alla stanza parlando concitatamente al telefono, le voci sembravano rimbombare per cui Itachi non riusciva a capire niente di quello che stava dicendo, riuscì solo a captare probabilmente urgente dalle labbra di Kurotsuchi che parlava al suo baracchino .
Nota autrice:
Non so che metodi usino i vigili del fuoco per aprire le porte blindate, per cui quello che ho decritto è pura invenzione.
