Quello di Nagato era stato un gesto tipicamente dimostrativo senza la reale intenzione di ottenere quel risultato che a prima vista poteva sembrare. Naruto lo aveva intuito senza bisogno di ulteriori spiegazioni, tuttavia la conferma era arrivata mentre lui, Yahiko, Shisui e Obito stavano ascoltando le spiegazioni dello psicologo che lo avrebbe seguito. In realtà avevano tutti messo in evidenza la necessità di ricoverarlo in una clinica specializzata, tuttavia Naruto, in quanto sindaco, aveva interceduto affinché questo non accadesse affermando che se ne sarebbe occupato personalmente. Nagato non aveva mai trovato modo di esternare il suo dolore se non distruggendo se stesso in ogni modo possibile, sballottarlo da un dottore all'altro sarebbe stato inutile se non addirittura deleterio, Naruto sapeva che tutti avrebbero puntato a curare il suo fisico facendolo arrivare a un peso normale per poi dichiararlo guarito, ma in quel caso i problemi sarebbero stati tutt'altro che risolti, anzi, forse addirittura peggiorati. Nagato sarebbe sprofondato ancora di più nella depressione trovandosi defraudato dell'unico mezzo in suo possesso per poter comunicare il dolore alle persone che aveva intorno, Naruto sapeva che ogni forzatura poteva sprofondarlo in un circolo vizioso ancora peggiore, non apparire più malato agli occhi degli altri e non poter più dimostrare in modo evidente che soffriva per lui sarebbe stata la fine. Naruto non aveva esperienza diretta in materia di disturbi di questo genere, tuttavia da quando era diventato sindaco, si era spesso dedicato anche al volontariato e ne aveva visti diversi di casi di questo genere. Le persone dichiarate guarite al raggiungimento del peso normale cadevano poi molto spesso in devastanti crisi bulimiche avendo assistito al fallimento del loro sogno anoressico, Naruto non si sentì in colpa a spiegare le ragioni per cui desiderava occuparsi del caso personalmente, erano state crude le sue frasi, sì, ma lo era anche la realtà di queste persone, indorare la pillola in questi casi non serviva assolutamente a niente. Sapeva che il dolore provato da Nagato aveva avuto la sfortuna di essere uno di quei tormenti presi spesso sotto gamba dalle persone, molto probabilmente lui era un uomo con scarsa, o quasi nulla resilienza, ogni volta che restava vittima di qualche contrarietà della vita impiegava più del doppio del tempo di una persona considerata normale per risollevarsi, per questo quasi sempre si ritrovava a dover fronteggiare un secondo inconveniente senza essersi ripreso pienamente dal primo e così via, aveva accumulato così tanti di questi episodi, verosimilmente a partire già da quando era molto piccolo, da aver perso di vista la causa scatenate della sofferenza. L'origine del suo dolore aveva perso ormai i contorni perdendosi nell'infinito del tempo. Che poi a Naruto utilizzare la parola normale non era mai piaciuto, si trattava di un concetto troppo relativo se applicato alle persone.

Cosa significa normale, chi lo è e secondo quali parametri? E chi li ha stabiliti, su quali basi? Ogni persona è unica e ha semplicemente il cervello che funziona nel suo modo personale e irripetibile.

Nessuno aveva intenzione di negare la sofferenza di Nagato, era solo che avrebbe dovuto imparare ad esprimerla ed incanalarla in modo diverso, senza ripiegarsi su se stesso bensì imparando a proiettarsi verso gli altri e il futuro. Intrattenere una relazione con Itachi era stato un errore anche se fatto in buona fede, Naruto aveva intuito i profondi problemi che entrambi avevano, Itachi era portato a nascondere il più possibile, mandare giù in silenzio, mentre Nagato voleva esprimere e mostrare. L'atteggiamento di Itachi poteva diventare estremante pericoloso per se stesso, aveva assolutamente bisogno di qualcuno che lo facesse aprire e gli facesse comprendere di non essere sbagliato e di avere tutto il diritto ad essere amato che hanno le altre persone; aveva compreso al volo che era lui la persona speciale di Kisame, lo aveva intuito da come lo toccava e guardava, dopo lo svenimento in casa di Nagato non aveva avuto tempo che per lui, nonostante la situazione. Entrambi dovevano acquisire la consapevolezza di essere eccezionali.

Vai, Kisame, la persona perfetta sei tu, non pensare di avermi dato un dolore, una nuova vita era prevista anche per me. Sono certo che alla fine di questo percorso saremo tutti un bel gruppo di amici, sai che ti dico? Che già da adesso posso affermare che ne valeva la pena.

Il giorno in cui Nagato fu dimesso, dopo circa un mese, Naruto aveva chiesto a tutti gli altri di poter essere da solo ad andare a prenderlo. Yahiko aveva un po' puntato i piedi a questa proposta ed era stato un po' complicato fargli comprendere la necessità di prendere le cose con calma soprattutto per i primi giorni.

"Come sicuramente saprai, Nagato, uno dei primi doveri del sindaco è quello di occuparsi della salute dei suoi cittadini."

Naruto aveva sfoderato uno dei suoi sorrisi concilianti facendo scintillare i suoi occhi turchesi davanti al viso smunto di Nagato.

Il rosso era rimasto titubante su quella porta a vetri, come se oltrepassarla avrebbe potuto significare l'ingresso in un mondo totalmente nuovo. Naruto era certo che la sua situazione non fosse irrecuperabile, andava solo indirizzato sul modo corretto di gestire le emozioni.

"Io naturalmente sono curioso di conoscerlo questo tizio che prenderai a gomitate ogni volta che sbanda, sicuramente sarà pieno di lividi e con entrambi gli occhi neri."

Naruto sorrise ripensando alle parole di Kisame la sera a casa sua in cui si erano… lasciati? No, non riusciva a considerare quella parola esatta, non nel loro caso, loro non si sarebbero mai lasciati nel vero senso della parola, il loro legame aveva sì mutato forma ma la sua intensità era sempre la stessa.

Finalmente Nagato aveva fatto qualche passo vanti immergendosi nel sole, poi si arrestò di nuovo, immobile, impassibile, pareva svuotato dell'anima; era in attesa che fosse Naruto a prendere qualche iniziativa, forse in soggezione per il fatto di trovarsi di fronte al sindaco, per questo il biondo accentuò l'espressione bonaria che aveva sul viso. Si chiedeva come fosse possibile non andare fiero di quel raro colore vinaccia del capelli e di quei meravigliosi riflessi viola che aveva negli occhi marroni.

"Mi sono preso carico delle tue cure, tuttavia lasciarti nelle mani di dottori vari e sballottato da una clinica all'altra non è il massimo, avere accanto un amico è molto meglio, no?"

Nagato aveva piegato la testa leggermente a destra permettendo alla cortina di capelli rossi di scoprire quel lato del viso perennemente nascosto, ancora in attesa di lui, che dicesse o facesse qualcosa, l'espressione appariva un po' scettica tuttavia Naruto era certo trattarsi solo di un meccanismo difensivo.

Forse perché mi sono definito un amico, ma si tratta della verità, essere sindaco non ha certo cancellato la mia umanità, anzi...

Lo aveva seguito attraverso il parcheggio in totale silenzio, una situazione che avrebbe avuto la capacità di sprofondare nell'imbarazzo chiunque, tranne Naruto. Lui sapeva chi sono le persone che cadono vittima di depressione e disturbi alimentari, si tratta di soggetti molto intelligenti e sensibili che spesso nascondono il più prezioso dei tesori dentro di loro per il semplice motivo di non saperlo valorizzare. Il biondo era consapevole di essere stato piuttosto scafato da giovane, una menta piperita che amava il divertimento, tuttavia si era sempre intravista la sua innata dote di aiutare gli altri anche a scapito di se stesso se fosse stato necessario. Ma ora anche lui era diventato adulto e desiderava quel qualcosa di più che di solito segna la fine della ricerca e la tanto agognata meta nella vita di ogni persona. Nagato aveva semplicemente avuto la sfortuna di possedere una mente che funziona in modo diverso dalla maggior parte degli individui, Naruto si sentiva attratto da questo, consapevole che dal rosso ci sarebbe stato tanto da imparare. Nagato aveva preso posto sul sedile del passeggero in modo composto, calmo, senza porre le mille domande che inevitabilmente stava pensando, sembrava scomparire dentro al maglioncino grigio e i jeans troppo larghi; chiunque, a maggio ormai inoltrato, sarebbe morto di caldo vestito così, ma la sua estrema magrezza gli faceva soffrire il freddo eternamente. Naruto non fu per niente stupito dal suo atteggiamento di studente modello, si trattava di una caratteristica tipica delle persone come lui.

Nagato era rimasto in silenzio finché non aveva visto Naruto imboccare la strada per dirigersi verso casa sua: "Perdonami ma forse stai sbagliando strada, io abito dalla parte opposta."

Nonostante il suo corpo prosciugato la voce suonava profonda e incisiva, Naruto intuiva che la sua calma era solo apparente e che dentro di sé era sopraffatto dai dubbi e dall'angoscia.

"Ti sto portando a casa mia, la tua al momento è rimasta con la porta mezza rotta e ha una finestra mancante, non sarebbe molto sicuro."

"Non mi serve la governate, vorrei tornare nel mio appartamento."

Ecco che l'ansia e il terrore di guarire iniziavano a farsi sentire, da ora in poi Nagato avrebbe fatto di tutto per dimostrarsi sano agli occhi di chiunque, soprattutto i suoi. Naruto aveva accampato delle scuse per non dovergli dire che aveva intenzione di seguirlo da vicino durante il suo percorso di guarigione, se lo avesse confessato, Nagato sarebbe fuggito alla prima occasione. Probabilmente era questo che aveva aperto delle crepe sempre più profonde nel rapporto con Itachi: l'evidente volontà del moro di aiutarlo, tuttavia si trattava di un errore fatto in buona fede in cui cadevano quasi sempre i familiari delle persone con i problemi di Nagato.

"Hai passato un sacco di brutte esperienze in quella casa, dovresti trovarti una soluzione alternativa, sono disposto ad ospitarti fino a quel momento, dopodiché sarai libero di andare dove vuoi."

Naruto assumeva di proposito le posizioni del viso migliori affinché la luce del sole gli illuminasse lo sguardo e io sorriso, da ora in poi avrebbe dovuto avere tutto il tatto che non aveva mai avuto; avrebbe dovuto più che altro evitare di parlare del suo insano gesto, Nagato non avrebbe dovuto avere la percezione che aveva fatto effetto alle persone che aveva intorno, ecco perché la scelta di tenerlo, almeno inizialmente, distante da Yahiko.

"Itachi abita ancora lì? Hai ragione, non ho nessuna voglia di vederla quella sgualdrina."

Ecco il dolore che iniziava a farsi strada, Nagato era tutto l'opposto di Itachi, la sua indifferenza e la volontà di nascondere erano solo una maschera destinata presto a cadere, probabilmente aveva trascorso gli anni della relazione con Itachi ad invidiare carattere e autocontrollo del moro, essi sarebbero stati indispensabili per l'attuazione del suo obiettivo anoressico, tuttavia Nagato non li aveva mai posseduti di per sé, fingeva soltanto di averli. Era stato in preda ai complessi di inferiorità probabilmente da tutta la vita convincendosi di valere sempre meno di chi aveva di fronte per questa o per quell'altra ragione. Naruto aveva deciso di tacere di fronte a quella parola, faceva parte di quelle provocazioni che non dovevano fare presa se Nagato doveva uscire completamente dai suoi problemi. Quell'accusa mossa nel confronti del suo ex poteva scaturire da qualunque motivo, in fin dei conti, essendo Nagato una persona eccessivamente sensibile, bastava poco per ferirlo tirandogli fuori il peggiore rancore, molto probabilmente si trattava di qualcosa a cui la maggior parte della gente non avrebbe neanche fatto caso.

Di fronte al silenzio di Naruto, per nulla ostile ma bensì accogliente, il rosso si era sentito autorizzato a continuare la sua spiegazione lasciando andare un sospiro liberatorio: "Sono venuto a sapere che Itachi lavora, probabilmente da oltre dieci anni , come spogliarellista o qualcosa di simile quando a me e al fratello aveva raccontato di essere una guardia giurata."

Naruto si era sentito fermare il cuore, tuttavia era riuscito a racimolare la forza necessaria per ridurre tutta la sua reazione al solo atto di deglutire faticosamente, non poteva certo rovinare tutto adesso che aveva imboccato la giusta strada per salvare Nagato. Non era frutto dell'ipersensibilità del rosso, dunque, un fondo di verità esisteva, lui era arrivato a frantumare quella finestra con l'intento di tagliarsi le vene per suscitate così gravissimi sensi di colpa in Itachi, la causa del suo dolore; il suo scopo primario era stato quello mentre un'altra persona si sarebbe limitata a interrompere la relazione. Nagato era uno di quelli che tendevano a buttare la propria vita completamente nelle mani di un'unica persona finendo a dipenderne completamente, la fortezza che aveva costruito sull'immagine di Itachi era crollata improvvisamente trascinandolo giù con lei. Naruto non riuscì a fare a meno di ripensare a tutte le volte in cui si era recato al Susanoo in compagnia di Kiba, Obito, e infine anche per la festa del diploma di Kisame, che lui sapesse non esistevano altri locali di quel genere nella città a meno che Itachi non facesse spettacoli privati, era proprio quello il periodo di cui Nagato aveva fatto menzione, ricordava i visi di ogni ballerino e Itachi tra loro loro non c'era.

"Nagato, per affermare una cosa del genere bisogna esserne sicuri, come fai a dire con così assoluta certezza che Itachi svolge un lavoro del genere?"

"Itachi mi aveva sempre detto di custodire la sua pistola in una borsa che si portava sempre dietro a lavorare, ma di resistere alla mia tentazione di sbirciare dal momento che l'arma era difettosa" Nagato aveva assunto il tono paziente che normalmente si usa per spiegare la lezione a un bambino "tuttavia una mattina rientrò con le unghie pitturate di viola, un po' strano per uno che fa la guardia giurata, no? Così mi sono detto che dentro quella borsa non poteva esserci niente di pericoloso, è infatti è venuta fuori un'orrenda maschera da roditore, un paio di tacchi a spillo, cinghie di cuoio e altra roba del genere. Come vedi non è nient'altro che una prostituta, prima era un acrobata, pensa tu."

Naruto stavolta non poté fare a meno di stringere forte sia i denti che le mani sullo sterzo, finse di concentrarsi sulla strada, non sarebbe stato il caso ora di far vedere a Nagato i suoi occhi sgranati.

Itachi, allora la donnola sei tu, colui che ho desiderato per tanti anni, la persona speciale di Kisame. Mi facesti perdere letteralmente il senno in quel privè, come dimenticarlo? Si vedeva da lontano che tu eri molto di più di un semplice ballerino, ma che diavolo ti è successo? Io all'epoca pensavo solo a divertirmi e un'eventualità del genere non mi aveva neanche sfiorato la mente, ti trattai solo come un trofeo, tuttavia Kisame aveva intuito qualcosa già quella sera, lo so, me ne ero accorto. Itachi, non fartelo scappare, ti meriti tutto l'amore del mondo.

Naruto si sforzò di mantenere la calma riprendendo fiato lentamente: "Io non credo che questo sia il lavoro che sognava Itachi per la vita. Hai detto tu stesso che prima era un acrobata, probabilmente è accaduto qualcosa che lo ha costretto a fare delle scelte. Vedi, Nagato, purtroppo le persone non sempre possono ottenere il lavoro che più amano."

Nagato sospirò sonoramente abbassando gli occhi, Naruto riuscì s scorgere un addolcirsi della sua espressione anche solo guardandolo per una frazione di secondo: "È esattamente come dici tu, era un trapezista molto bravo e per questo stava diventando anche abbastanza famoso. Durante le sue esibizioni sembrava volare, pareva che il suo corpo perdesse letteralmente consistenza, non ricordo di aver mai visto niente del genere in vita mia. Ha dovuto rinunciare a quella carriera a causa di una brutta frattura alla spalla destra, fu vittima di una caduta terribile durante la sua ultima esibizione."

A Naruto era bastato questo per avere ben chiara l'anima tormentata di Nagato, da quelle poche parole era emerso il suo eterno complesso di inferiorità che aveva avuto non solo nei confronti di Itachi, ma probabilmente con qualunque persona si fosse approcciato nel corso della sua vita, Naruto sapeva che anche lui stesso in quel momento rappresentava un candidato favorevole per far cadere Nagato di nuovo nella stessa trappola, era forse questo l'aspetto a cui avrebbe dovuto prestare più attenzione. Nel loro rapporto era esistito amore da entrambe le parti, non c'era alcun dubbio, tuttavia per Nagato questo sarebbe stato difficile da riconoscere ancora per diverso tempo ancora, sarebbe stata forse una delle ultime conquiste del percorso verso il suo finalmente essere felice. Veniva fuori anche il suo desiderio di esternare il dolore, renderlo visibile per paura che non assumesse il giusto valore agli occhi degli altri, tuttavia per far comprendere a Nagato l'inutilità del suo voler distruggersi era necessario farlo smettere di ripiegarsi unicamente su se stesso, in casi come questi il vero toccasana era renderlo partecipe delle situazioni degli altri coinvolgendolo nelle varie attività per aiutarli, questo lo avrebbe fatto sentire utile e gli avrebbe messo davanti agli occhi finalmente il suo immenso valore. Aveva anche intuito la volontà di Nagato di svicolare sul vero motivo che aveva portato Itachi a fratturarsi la spalla, la sentiva evidente la sua volontà di sorvolare sul quell'evento, era probabilmente un'altra fonte di invidia che il rosso aveva nei confronti del suo ex, evidentemente uno scoglio molto più duro degli altri.

Sembra quasi che tu abbia provato gelosia per Itachi più per il motivo che lo ha portato a rompersi la spalla piuttosto che per le sue indubbie abilità di acrobata. Sono certo che sia così.

Naruto decise di concentrasi sul dolore di Itachi al fine di iniziare a tirare fuori Nagato da suo.

"Qualunque opinione tu ti sua fatto su Itachi, non penso proprio che il suo fine ultimo sia stato quello, non credi che avrebbe volentieri continuato la sua carriera invece di finire a fare lo spogliarellista? Avrebbe evitato anche tutti i suoi problemi di salute se avesse potuto scegliere. Vedi, Nagato, tante volte quelle che si considerano erroneamente delle cose importanti in realtà non lo sono affatto, non si stratta nient'altro che di danni collaterali nella vita di qualcuno che egli cerca di gestire come può. Quello che voglio farti capire e che le cose che ti logorano così tanto hanno importanza unicamente perché sei stato tu ad attribuirgliela, se non lo avessi fatto esse sarebbero scivolate via totalmente inosservate e dimenticate da tutti."

Il silenzio in cui si chiuse Nagato fino all'arrivo a casa fece capire a Naruto di aver centrato il primo bersaglio.

Il biondo era orgoglioso che il fatto di essere diventato sindaco non aveva influito sulla sua personalità e il modo di fare, era nato disordinato e tale era rimasto. Nonostante tutto Nagato era rimasto impassibile entrando nel suo appartamento, di sicuro aveva notato il gigantesco smile sorridente sul frigo, i panni sia da lavare che quelli già puliti, accatastati nei pressi della lavatrice, qualche piatto dimenticato sia sul tavolo che dentro il lavello, una pila di riviste, sicuramente vecchie e da buttare, accatastate sul bancone della cucina, e quasi certamente stava trovando orrendo il colore verde pastello dell'intonaco. Tutte cose che non si addicevano di certo a un sindaco, Naruto carpì tutto questo sul viso smunto e pallido del rosso come se stesse leggendo la pagina di un libro resa chiara dalla luce del sole in agosto. Il biondo era in procinto di centrare il secondo e importantissimo bersaglio.

"Desideri qualcosa da bere?" chiese al rosso dirigendosi vero il curioso frigorifero.

"No, grazie."

Quello rappresentava soltanto il primo degli innumerevoli rifiuti che Naruto avrebbe udito a proposito di qualunque cosa da ingerire, per questo non ci diede importanza e nemmeno si stupì.

"Coraggio, siediti" Naruto gli era passato davanti con una birra fresca in mano dirigendosi verso le due poltrone bianche messe in modo che i due occupanti potessero guardarsi negli occhi. Si era seduto accavallando le gambe totalmente rilassato.

"È una tortura stare vestito così con questo caldo, ma purtroppo la mia posizione lo richiede" aveva sfilato la camicia celeste senza farsi tanti scrupoli restando a petto nudo, si mise a suo agio accedendo il televisore senza attendere la reazione dell'altro che era rimasto piantato in piedi poco dopo l'uscio.

Nagato si era avvicinato lentamente e in totale silenzio accomodandosi sulla seconda poltrona, non appena il rosso ebbe preso posizione Naruto azzerò il volume.

"È un po' particolare casa mia, vero?"

"Non molto."

Naruto sorrise intuendo come l'altro cercasse di nascondere le sue reali impressioni.

"Beh, non è ciò che la maggior parte della gente si aspetterebbe da un sindaco" Naruto desiderava dimostrare a Nagato come non ci sia assolutamente niente di male ad esprimere ciò che si pensa.

"È molto giovanile, un po'… da studente" Nagato si era guardato un attimo intorno mente il biondo si domandava come dovesse essere il suo campo visivo con l'occhio destro totalmente sepolto dai capelli.

"E credi che questo condizioni la mia persona rendendomi meno credibile o in qualche modo diverso da quello che sono? Un po' come se cambiassi taglio o colore di capelli non essendo più lo stesso?"

"Ovvio che no, ognuno di noi ha tante piccole sfaccettature che possono avere infinite combinazioni tra loro e convivere benissimo insieme senza disturbarsi l'una con l'altra."

Naruto annuì di sincera e profonda approvazione udendo questo, esattamente come aveva previsto, Nagato era una persona estremamente intelligente e piena di qualità che era finita per seppellirsi con le proprie mani nella sofferenza.

"Giustissimo e felice di sentirtelo dire. Vedi, ognuno di noi ha delle particolarità che lo rendono unico e riconoscibile agli occhi degli altri, è proprio grazie a questo che veniamo facilmente ricordati dalle persone, a qualcuno piacciamo, ad altri no, tuttavia è inevitabile. Io sono terribilmente disordinato, a molti non piace ma fa parte di me e di certo non mi rende meno capace di essere un bravo sindaco o un buon amico. Ogni stampo con cui viene creato ognuno di noi viene usato una sola volta e poi buttato, il tuo, Nagato, non era difettoso, era semplicemente più particolare di altri ma non per questo meno interessante e affascinate. Tuttavia queste particolarità non sono errate, anzi, io li considero doni, e tu non devi assolutamente cambiarle, quando arriverà la persona capace di apprezzarle non potrà più farne a meno. Ognuno di noi è unico ma allo stesso tempo normale. Essere unici fa parte della normalità."

Nagato non aveva risposto a questo discorso, Naruto sapeva che gli sarebbe occorso del tempo per accettarlo, forse anche molto, tuttavia non era caduto nel vuoto anche se avrebbe avuto bisogno di essere sottolineato costantemente nel prossimo futuro che li aspettava. Era importante adesso trattare Nagato come lo aveva appena definito: una persona assolutamente normale.

Nagato aveva stirato le sue labbra rese aride dalla denutrizione chiedendo una birra a Naruto, sentiva proprio il bisogno di godersi un bel brindisi insieme ad un amico, ora.