Digimon Adventure 02 Reload
Una fanfiction di Digimon scritta da: Justice Gundam
Justice: Buongiorno a tutti! Come potete vedere, la mia saga comincia ad avviarsi sul serio, e in questo capitolo vedremo degli sviluppi importanti… e spero che li troverete anche interessanti. Ora, rispondiamo alle recensioni!
Taichi: Non so come l'autore sia riuscito a convincermi a fare questo lavoro per lui… comunque, Driger, l'autore ringrazia per il tuo commento e promette che continuerà a fare del suo meglio nella caratterizzazione dei personaggi. E' una delle cose a cui tiene di più, dopotutto…
Sora: Grazie anche a Francesca Akira e Garrick per le loro recensioni… A proposito, Francesca, l'autore mi ha riferito di dirti che concorda con te, e pensa che nella serie abbiano trascinato troppo a lungo la storia dell'inimicizia di Iori verso Ken…
Yamato: Per quanto riguarda Garrick… l'autore mi comunica che i nomi che hai fatto gli dicono, eccome! Grazie di nuovo della recensione, e spero che il nuovo capitolo ti piacerà.
Justice: Grazie, ragazzi! Ora, facciamo largo al nuovo capitolo!
Takeru: Scusa, autore, una domanda… Questi 'sviluppi importanti' di cui parli sono per caso legati al rientro in scena di Ken, oppure all'entità sconosciuta che sta osservando gli eventi da chissà dove?
Justice: Entrambe le cose, mio giovane amico… ho in serbo una sorpresina per voi Digiprescelti e per i lettori… Hehehee… (sogghigno malefico)
Takeru (goccia di sudore): Ho già capito che non mi piacerà…
Episodio 07 – L'ombra del diavolo
Mondo Digitale. Le rovine della base dell'Imperatore.
Sembrava non essere cambiato niente dal giorno della disfatta di Chimeramon. Il gigantesco relitto continuava a giacere senza vita in mezzo allo sconfinato deserto, sferzato dal vento e parzialmente ricoperto dalla sabbia. Nessun Digimon aveva più osato avvicinarsi a quel luogo, come se temessero che il fantasma del giovane tiranno ancora infestasse quel posto. In mezzo a quel panorama desolante, una jeep solitaria si stava dirigendo proprio verso i resti della base, guidata da uno strano Digimon dall'aspetto di mummia, e con una donna vestita di rosso e dalla carnagione pallida sul sedile passeggeri. I misteriosi individui, in particolare il Digimon mummia, avevano un'aria molto altezzosa e sicura di sé, e sembravano non vedere l'ora di giungere a destinazione.
"Già riesco a immaginare le lodi che ci farà il nostro signore!" gracchiò Mummymon, con un sorrisone enorme che quasi gli tagliava la faccia in due "Con tutti i Digimon artificiali che sono stati distrutti, non mi stupirei se si fosse già risvegliato!"
"Chiacchiera di meno, Mummymon." Lo rimproverò la donna "E non dare tutto per scontato come fai di solito. In fondo, quei mocciosi prescelti si stanno rivelando più in gamba di quanto non credessimo. E molte Dark Towers sono state abbattute prima che noi avessimo il tempo di trasformarle in Digimon, il che è un problema. Inoltre, non ci sono solo loro: anche altri Digiprescelti, tra cui anche quel sentimentalone che fino a qualche giorno fa si faceva chiamare Imperatore Digimon, si stanno dando da fare per distruggere gli obelischi di controllo. Come vedi, non è che abbiamo in mano carte straordinarie."
Una goccia di sudore scese dalla testa di Mummymon. "Insomma, Arukenimon cara… devi sempre considerare il caso peggiore? Vedrai che quei mocciosi non faranno neanche in tempo a rendersi conto di cosa li spazzerà via… e il Mondo Digitale farà la stessa fine poco dopo!"
Arukenimon scosse la testa. "E tu guardi sempre e solo il caso migliore. Io predispongo sempre delle misure di emergenza, non vorrei mai che qualcuno di quei mocciosi, con un colpo di mano, rovini i piani del nostro signore. E poi, c'è un'altra cosa…"
Mummymon avvicinò la testa, sempre tenendo gli occhi (o forse era meglio dire, l'occhio?) sulla strada. "E cioè?"
Arukenimon, che fino ad un attimo prima era sembrata calma e tranquilla, prese Mummymon per un orecchio (o meglio, per dove Mummymon avrebbe dovuto avere l'orecchio…) e tirò verso di sé, mentre una venuzza pulsante le appariva sul cappello. "TI HO DETTO MILLE VOLTE DI NON CHIAMARMI 'CARA', CERVELLO DI MUMMIA!"
La jeep iniziò a sbandare in tutti i modi possibili e immaginabili, mentre il povero Mummymon cercava in quache modo di mantenere il controllo!
"Ow! Ahio! D'accordo, Arukenimon-chan… va bene '-chan', no? Ahio! Basta, ti prego… Ho capito, ho capito, niente nomignoli… ma adesso lasciami, ti pregoooo…"
Dopo aver parcheggiato la jeep vicino ad uno squarcio sulla fiancata della base, Arukenimon e Mummymon (il quale si stava ancora massaggiando l'orecchio che la sua partner gli aveva tirato) entrarono nei corridoi oscuri, addentrandosi nei meandri del complesso seguendo un percorso tortuoso che sembravano conoscere a memoria. Ogni singola zona della fortezza semidistrutta era blandamente illuminata da delle inquietanti luci intermittenti, e uno strano e innaturale gelo permeava l'intero ambiente, ma ai due Digimon la cosa non sembrava dare fastidio. Anzi, sembravano essere a loro agio in quello scenario poco rassicurante.
Appena tre minuti dopo, il misterioso duo si ritrovò di fronte ad una grande porta dall'aspetto futuristico, composta da due pannelli scorrevoli di robusto acciaio inossidabile e circondata da luci al neon e strani pulsanti e leve. Con un sogghigno, Arukenimon si fermò davanti alla porta.
"Ci siamo." Mormorò tra sé, mentre il suo corpo cominciava a mutare a vista d'occhio: il lungo cappello con il gioiello a forma di ragno svanì, lasciando che i suoi lunghi capelli argentei le fluissero dietro la schiena, un paio di corna rosse con le punte gialle le spuntarono dalla parte posteriore del cranio, e il volto, che ora presentava una larga striscia rossa nella parte superiore, assunse un'espressione più minacciosa, con grandi occhi allucinati e una bocca digrignante. I lunghi guanti viola di Arukenimon vennero assorbiti dalle braccia, rivelando delle cinghie di cuoio nero legate attorno agli avambracci, e grandi mani artigliate con decorazioni a forma di ragno sui palmi. Infine, dalla vita in giù, il corpo di Arukenimon divenne tondo e rigonfio, simile ad un enorme ragno a strisce rosse e viola, con otto cerchi dorati sull'addome. Sei lunghe zampe insettoidi, ognuna armata di un lungo artiglio nero, erano distribuite simmetricamente attorno al nuovo corpo.
"Siamo tornati, signore." Esclamò Arukenimon, la voce divenuta improvvisamente più profonda "Siamo qui per fare rapporto della situazione."
ANALIZZATORE DIGIMON
Nome: Arukenimon
Anche chiamato: Arachnemon
Tipo: Insetto
Attributo: Virus
Livello: Ultimate
Attacchi: Spider Thread, Venom Mist
Un Digimon insettoide estremamente astuto, in grado di controllare altri Digimon dello stesso tipo. E' temuta dalla maggior parte degli altri Digimon per la sua abitudine di trastullarsi con la preda prima di finirla. Può assumere sembianze umane per ingannare le vittime.
Con un lieve ronzio, i pannelli della porta si separarono, dando accesso a quella che una volta era stata la sala di controllo dell'Imperatore Digimon. Ora, la stanza era avvolta in una strana foschia grigiastra che fluttuava sul terreno, e tutti i macchinari e i controlli erano disattivati o distrutti. Qualche sporadica scintilla ancora proveniva da alcuni cavi strappati e, cosa più inquietante di tutte, al centro della sala, proprio dove stava la postazione dell'Imperatore, era visibile una grossa voragine, dalla quale si dipartiva una colonna di luce nera. All'interno della colonna, era visibile, anche se un po' sbiadita, una figura umanoide, con lunghe braccia armate di artigli, e un paio di sdrucite ali da pipistrello. Era in questa stanza che la presenza maligna si faceva sentire di più, creando un'atmosfera claustrofobica e opprimente.
Arukenimon e Mummymon entrarono nell'ex-sala comandi, piegandosi su un ginocchio una volta giunti davanti alla colonna di oscurità. "Signore," iniziò Arukenimon "abbiamo eseguito i suoi ordini, e speriamo che i risultati siano di suo gradimento."
La figura in nero rimase in silenzio per un attimo, poi rispose con voce cupa. "Sì, avete svolto un ottimo lavoro, voi due. Grazie a voi, sono riuscito a ripristinare i miei dati originali e ad ottenerne di più. Tuttavia, affinchè il mio obiettivo si realizzi, ho bisogno di ulteriori dati, e il numero di Dark Towers nel Mondo Digitale sta calando ad un ritmo preoccupante. Sapete bene che, se le Dark Towers non vengono riconfigurate e trasformate in Digimon, non sono in grado di integrarle nella mia composizione."
I due servitori spalancarono gli occhi, sorpresi. "Che cosa?" esclamò Mummymon "Non credevo che quei marmocchi fossero già riusciti a fare tanto…"
"Infatti non sono loro l'unico problema." Continuò la misteriosa entità "Sapete già che altri Digiprescelti, bambini e ragazzi di tutto il mondo venuti a contatto con i Digimon durante la crisi di Odaiba di tre anni fa, stanno contribuendo all'opera dei prescelti di Odaiba. E anche Digimon indipendenti e privi di partner umani stanno cominciando ad organizzarsi e a distruggere gli obelischi di controllo. So per esempio che Leomon e il traditore Ogremon si sono alleati, e stanno demolendo numerose Dark Towers. Altri Digimon alleati dei prescelti di Odaiba, quali Andromon, Piximon e i Geckomon, stanno facendo la stessa cosa in altri settori. Se continua così, non rimarrà un numero di Dark Towers sufficiente al raggiungimento dei miei obiettivi. Perciò, è necessario accelerare i tempi e passare direttamente alla fase successiva del piano. Trasferite qui quante più Dark Towers possibile, dopodichè procedete come vi ho indicato. Ci sono domande?"
"NO, SIGNORE !" risposero in coro Arukenimon e Mummymon. La figura in nero sembrò annuire compiaciuta.
"Bene, non mi deludete. Per ora è tutto."
"Sono a casa!" esclamò Daisuke, richiudendo la porta d'entrata dietro di sé. La famiglia Motomiya abitava in un appartamento al primo piano di un condominio di Odaiba, una casa confortevole e senza eccessive pretese.
"Ah, è tornato il rompiscatole…" mormorò con tono sarcastico una voce di ragazza, da una poltrona del soggiorno. La proprietaria di tale voce era una ragazza snella e dall'aria vivace, di circa diciassette anni, con i capelli castani chiari, pettinati in maniera simile a Daisuke, ma con meno punte. In quel momento indossava un'uniforme scolastica verde con gonna rossa e calzini bianchi. Si rivolse a Daisuke con un sorrisetto ironico sulle labbra. "Come mai così in ritardo? Ti hanno messo di nuovo fuori dall'aula a reggere i secchi?"
"Ha, ha. Molto divertente, Jun…" replicò Daisuke. Scene come questa erano all'ordine del giorno a casa Motomiya: Daisuke e sua sorella maggiore Jun sembravano fare del loro meglio per infastidirsi a vicenda.
"Ad ogni modo, non sono stato messo in punizione!" replicò Daisuke incrociando le braccia sul petto e facendo una faccia leggermente offesa "Semplicemente, mi sono fermato a fare un po' di compiti con un gruppo di amici, e sono rientrato tardi, tutto qui!"
Jun si mise una mano davanti alla bocca e soffocò una risatina, conoscendo bene l'avversione di suo fratello per qualsiasi cosa riguardasse la scuola. "TU che fai i COMPITI assieme ai tuoi amici? E' un segno che la fine del mondo si sta avvicinando!"
Daisuke rispose sospirando e scuotendo la testa. "Accidenti… ma perché in questa casa non mi viene mai data fiducia?"
"Ad ogni modo…" rispose Jun, soffocando un'altra risatina "Mamma e papà torneranno tardi dal lavoro, quindi temo che la cena dovrà attendere. Nel frattempo, se vuoi farti una doccia, il bagno è libero!"
"D'accordo…" rispose Daisuke "Metto giù lo zaino e vado!"
Il nuovo leader non ufficiale dei Digiprescelti entrò in camera sua, appoggiando lo zaino ai piedi del proprio letto e sgranchendosi la schiena. Dopodichè, aprì lo zaino per far uscire il suo piccolo amico.
"Wow… grazie di avermi fatto uscire, Dai!" cinguettò DemiVeemon, uscendo dalla tasca dello zaino e prendendo fiato "Credevo che sarei soffocato là dentro…"
"Scusa, DemiVeemon…" rispose lui "Ma non avevo altro posto dove nasconderti… a proposito, cerca di non parlare a voce troppo alta. Sai com'è… se sentisse qualcosa… qualsiasi cosa… Jun non mi lascerebbe più in pace!"
I due amici fecero una breve risata, poi Daisuke rivolse i propri pensieri ad un problema che già da un po' di tempo lo preoccupava.
"Ken Ichijouji… non importa quello che possono pensare gli altri, io ho fiducia in lui. Se solo potessi parlare con lui a tu per tu, forse… ma certo! Perché no, tentar non nuoce…"
Daisuke ripescò il suo D-3 da una tasca nello zaino e iniziò a comporre un messaggio.
"Hey, Daisuke, che fai? Mandi un messaggio a qualcuno?" chiese DemiVeemon, guardando incuriosito lo schermo del Digivice. Daisuke annuì, continuando a scrivere.
"Sì, e più esattamente lo sto mandando a Ken. Credo che non sia così infido come certe persone credono, e vorrei proporgli di entrare nel nostro gruppo. DemiVeemon, tu cosa dici? Ti piacerebbe che lui si unisse a noi?"
"Certamente!" rispose il draghetto azzurro, saltellando allegramente "Più siamo, meglio è, non lo dici sempre anche tu?"
"Perfetto, allora! Gli chiederò se possiamo incontrarci dopo cena!" replicò Daisuke, completando il messaggio e cercando nella memoria del suo D-3 l'indirizzo corrispondente al Digivice di Ken. Ringraziò tra sé e sé la particolare conformazione del D-3, che aveva automaticamente aggiunto l'indirizzo del Digivice di Ken alla propria memoria.
"Se incontro chi ha previsto così tante utili funzioni per questo gioiellino, devo ricordarmi di ringraziarlo!" pensò tra sé Daisuke, premendo il pulsante di invio e attendendo la visualizzazione del messaggio di conferma.
"Okay, DemiVeemon, questa è fatta! Ora, si va a fare la doccia, sei contento?"
"Evviva! Possiamo fare anche il bagno dopo? Adoro sguazzare in mezzo a tutta quella schiuma!"
"Ha, haa! Certamente! Ma scommetto che non riuscirai mai a far schizzare l'acqua lontano come faccio io!"
"E' una sfida, Dai? Se è una sfida, la accetto, e vedrai che stavolta ti batterò!"
Un lieve suono proveniente dal suo D-3 sorprese Ken, che in quel momento era impegnato a terminare alcuni esercizi di matematica prima che fosse ora di cena. Non poteva che essere da parte di uno dei Digiprescelti, cosa che l'ex-Imperatore non si aspettava di certo: era convinto che tutti loro, a parte Daisuke, ce l'avessero a morte con lui, e comunque non osava sperare che qualcuno di loro, anche Daisuke, cercasse di avvicinarlo. Il fatto che invece un Digiprescelto fosse stato disposto a parlare con lui gli sembrava incredibile, ma non poteva certo dire che la cosa gli dispiacesse.
"Chi è, Ken? C'è qualche problema?" arrivò una vocina. A parlare era stato un piccolo Digimon che assomigliava ad una versione rimpicciolita di Wormmon, con occhi neri simili a bottoni e le mandibole verticali. Il suo corpo era avvolto in una crisalide marrone.
"No… nessun problema, Minomon… solo, mi è arrivato un messaggio da parte di un Digiprescelto…" controllò lo schermo del suo D-3 per vedere di chi si trattava "Me lo manda quel ragazzo, Daisuke Motomiya… e mi chiede… se possiamo incontrarci per discutere di una faccenda… Strano, di che cosa potrebbe voler discutere con me? Sono stato loro nemico per così tanto tempo…"
Minomon sembrò riflettere per qualche istante, prima di rispondere. "Hmm… Senti, Ken… io penso che faresti bene ad incontrarti con lui. Potrebbe essere importante, e potrebbe darti la possibilità di riavvicinarti agli altri Digiprescelti."
Ken, il Digivice ancora in mano, guardò il suo piccolo amico, chiaramente indeciso sul da farsi. Non poteva negare che gli facesse piacere il fatto che uno dei Digiprescelti fosse disposto ad ascoltarlo, ma pensava comunque che la responsabilità di eliminare le Dark Towers dal Mondo Digitale fosse solamente sua. Non voleva che i Digiprescelti rischiassero ulteriormente le loro vite opponendosi a chissà quale mente malvagia stava dietro al caos scatenatosi.
Rivolse nuovamente lo sguardo al proprio Digivice e, dopo aver riflettuto ancora qualche secondo, iniziò a comporre una risposta…
Va bene. Incontriamoci alle 8:00 di stasera. Decidi tu il posto.
Sospirò e premette il pulsante di invio, poi appoggiò di nuovo il Digivice sul tavolo, sperando in una risposta…
In casa Motomiya, Jun distolse la sua attenzione dallo schermo televisivo quando sentì dei getti d'acqua e delle risate provenire dal bagno.
"Hey, mostriciattolo!" esclamò, rivolta al fratello minore "Se metti sottosopra il bagno come l'altra volta, poi lo rimetti a posto tu, è chiaro? Non resto piegata in due tutta la sera per asciugare il pavimento!"
L'unica risposta fu un'altra risata. "Mi arrendo…" mormorò la ragazza, scuotendo la testa. Quando suo fratello iniziava a scatenarsi, non c'era più nulla che potesse trattenerlo… Da quando poi aveva iniziato a frequentare quel nuovo gruppo di amici, era diventato ancora più vivace ed euforico. Chissà per quale motivo…
Nel bagno, un getto d'acqua si levò dalla vasca e si riversò sul pavimento quando DemiVeemon riemerse. Il draghetto azzurro riprese fiato, poi si voltò verso il suo partner umano – che stava facendo il bagno con lui – con un sorrisone sulle labbra. "Hai visto, Dai? Sono riuscito a restare immerso tre secondi in più dell'altra volta! Te l'avevo detto che sarei migliorato!"
Daisuke rise divertito. "Complimenti, DemiVeemon! Ma dovrà passarne di… acqua sotto i ponti prima che tu mi possa battere!"
Facendo finta di essere offeso, ma in realtà senza smettere di ridere, il draghetto saltò addosso al suo partner umano e iniziò a solleticargli i fianchi. "Ah, sì? Allora perché non mi fai vedere, eh? Vediamo se sei così bravo!"
"Haahahaha! Basta, DemiVeemon! Lo sai che… haahaha… soffro il solletico… haahahahaaa!" Il ragazzino scivolò e ricadde in acqua, cercando di togliersi di torno il suo vivace partner. Riemerse un istante dopo, tenendo in braccio DemiVeemon e dandogli un affettuoso strizzone "Così non vale, DemiVeemon! Stavi cercando di farmi venire il fiato corto prima ancora che la gara avesse inizio?"
"Hmm… devo ammettere che non è male come strategia!" rispose DemiVeemon. I due amici scoppiarono a ridere, continuando nella loro lotta scherzosa.
"Uffaaa… ma perché i fratelli maggiori devono sempre fare i prepotenti?" si lamentò Miyako, socchiudendo la porta della sua camera dietro di sé.
"C'è qualche problema, Miyako?" chiese Poromon, che sia era messo comodo sul cuscino della sua amica. Miyako si sedette accanto al suo Digimon e lo prese in braccio, sorridendo affettuosamente.
"Niente di grave, Poromon… è solo che a quest'ora c'è la telenovela preferita da mia sorella Momoe, e con la scusa che di quella non danno repliche, ho dovuto sloggiare da davanti la tele! Giuro, a volte mi piacerebbe essere figlia unica, e invece mi trovo a dividere la casa con tre disastri ambulanti! Però poi, sai, ci penso un po' su e mi rendo conto che senza i miei fratelli a questa casa mancherebbe qualcosa!" Miyako concluse accarezzando Poromon sulla testa, e il piccolo Digimon dall'aspetto di uccellino rosa chiuse gli occhi con aria soddisfatta, assaporando l'affetto della sua amica.
"Sai, Miyako," disse Poromon "più tempo passo con te, più mi rendo conto che i Digimentals dell'Amore e della Sincerità hanno scelto proprio bene la loro proprietaria! Mostri sempre molto affetto verso i tuoi amici e la tua famiglia, e non hai remore a dire quello che pensi!"
"Mi lusinghi, Poromon!" rispose la ragazzina, mettendosi una mano dietro la testa e ridendo imbarazzata "Io… non faccio altro che essere me stessa. Non penso che riuscirei a comportarmi in altro modo!"
"Beh, non lo vorrei neanche io! Mi piaci così come sei!"
"Grazie, Poromon… cambiando argomento, vorrei chiederti una cosa riguardo quella strana donna che abbiamo visto a DigiWorld…" Il tono di Miyako si fece più serio e preoccupato.
"Dimmi, Miyako."
"Avevi detto di aver visto uno strano oggetto addosso a quella tizia…" disse Miyako, ricordandosi di quanto le aveva riferito Poromon al ritorno dal Mondo Digitale "Hai per caso visto di cosa si trattava? Te lo chiedo perché ho come l'impressione che sarà importante…"
Poromon ci pensò su. "Beh, aveva più di un oggetto strano, in effetti: aveva un gioiello a forma di ragno sul cappello, e un dischetto nero e dentato impiantato su una spalla. Quest'ultimo, per qualche motivo, è stato la prima cosa che ho notato."
Miyako annuì, ringraziando tra sé e sé il fatto che le evoluzioni del suo piccolo amico avessero una vista acutissima. "Capisco… forse è il caso di parlarne anche con gli altri ragazzi. Chissà, magari ne sanno qualcosa…"
"E, a questo proposito, Miyako…" questa volta fu Poromon a fare una domanda "…hai poi pensato alla proposta di invitare Ken a far parte della nostra squadra? Personalmente, io non trovo che sia poi una brutta idea…"
Miyako si rabbuiò leggermente, rivolgendo lo sguardo verso il pavimento. "Poromon… io… non so se facciamo bene a fidarci di lui. Come ha detto Gatomon, le persone non cambiano da un giorno all'altro, e sono d'accordo anche con Iori-chan: temo che quel tipo voglia soltanto approfittarsi di noi. Dopotutto, era pur riuscito a ingannarci una volta…"
"Ti capisco…" mormorò Poromon, con aria leggermente delusa. "Però… se davvero lui si fosse pentito e avesse deciso di cambiare vita?"
Miyako sospirò, guardando fuori dalla finestra verso le mille luci della città. "Ne sarei felice, Poromon. Credimi. Ma le cose non sono così semplici…"
Non era ancora calata la notte su Odaiba, e Daisuke, subito dopo cena, era uscito dicendo che doveva incontrarsi con un suo amico. Aveva ricevuto la risposta di Ken, e aveva fissato l'appuntamento vicino ad un ponte, a metà strada tra Tamachi (il quartiere residenziale dove abitava Ken) e Odaiba. I genitori di Daisuke erano rimasti sorpresi dell'ora tarda, ma avevano acconsentito, ovviamente dopo avergli raccomandato di non tornare troppo tardi. (E Jun aveva rincarato la dose bisbigliandogli all'orecchio che aveva ancora un po' di compiti da finire, con sommo fastidio del nuovo leader dei Digiprescelti!) DemiVeemon era rintanato in un risvolto interno della sua giacca e cercava di rimanere fermo il più possibile.
Finalmente, dopo aver camminato per diverso tempo, Daisuke si fermò vicino ad un ponte, sedendosi sull'erba e permettendo a DemiVeemon di fare capolino dalla sua giacca per prendere fiato. "Bene, e ora aspettiamo che Ken si faccia vedere…"
Il ragazzino e il suo Digimon non dovettero attendere a lungo: all'ora precisa in cui era stato fissato l'appuntamento, Daisuke alzò lo sguardo verso la strada, vedendo arrivare un familiare ragazzo con capelli blu-neri un po' lunghi e con addosso un uniforme scolastica grigia. Teneva tra le braccia, cercando di nasconderlo ai passanti, un piccolo Digimon simile ad un insetto.
"Ciao, Ken!" esclamò Daisuke, alzandosi in piedi e muovendo la mano per farsi vedere "Sono qui, ti stavo aspettando!"
"Ah, ciao, Motomiya-san…" rispose Ken, con un lieve sorriso sulle labbra, raggiungendo il nuovo leader dei Digiprescelti. Dopo essersi scambiati un paio di convenevoli, i due Digiprescelti si sedettero sull'erba vicino al corso d'acqua, iniziando a discutere del problema in questione. Qualche metro più in là, i loro Digimon si erano messi a giocare insieme nell'erba alta.
"Allora, dimmi, Motomiya-san… di che cosa volevi parlarmi?" chiese Ken, cingendosi le ginocchia con le braccia e guardando in lontananza.
"Beh…" iniziò Daisuke, ridendo leggermente "Intanto, vorrei dire che non c'è bisogno di chiamarmi Motomiya-san… mi fa sentire vecchio! Chiamami pure Daisuke… o semplicemente Dai, se preferisci!"
Ken sbattè gli occhi un paio di volte, sorpreso. "Ehm… come vuoi, Daisuke-kun."
"Nessun problema!" rispose Daisuke, muovendo la mano con tono cordiale per non far sentire il suo coetaneo in imbarazzo "Comunque, quello di cui volevo parlarti era questo: sai, mi ha fatto piacere vederti arrivare in nostro aiuto quando stavamo combattendo contro quei Digimon artificiali, e ho pensato che avrebbe potuto interessarti entrare a far parte del nostro gruppo. Che ne dici?"
Ken chiuse gli occhi, e scosse la testa con aria triste. "Mi dispiace, Daisuke-kun… ma temo che dovrò rifiutare."
Il sorriso di Daisuke sbiadì. "C-come? E… perché, scusa?"
L'ex-Imperatore alzò lentamente lo sguardo. "Io… vi ho fatto passare troppi brutti momenti. Non sarei mai accettato nel vostro gruppo, e come ho detto non credo sia giusto che voi continuiate a rischiare di vostro per rimediare ai problemi che ho causato io. Liberare il Mondo Digitale dalle Dark Towers è una mia responsabilità. Inoltre… so che potrà sembrare stupido, ma ho paura che entrando nel vostro gruppo, diventerei una specie di bomba ad orologeria. Ho paura che la personalità dell'Imperatore possa riemergere e causarvi ulteriori problemi…"
"Beh, io non la penso così." Rispose Daisuke "Innanzitutto, tu sei un Digiprescelto come noi, e questo per me passa al di sopra di ogni altra considerazione. Guarda, ai nostri Digimon non sembra importare molto di chi stava dalla parte di chi, mi sembra!" Diede un'occhiata divertita a Minomon e DemiVeemon, che in quel momento erano impegnati in una gara di spruzzi sulla riva del fiume. La buffa scena fece sì che anche Ken non riuscisse a trattenere un sorriso.
Daisuke proseguì il discorso. "Inoltre, diversi miei amici sono disposti a darti un'altra possibilità: sanno bene che a commettere tutte quelle atrocità non eri davvero tu, ma l'Imperatore."
"Il fatto è…" riprese Ken "…che l'Imperatore è nato a causa mia. Non ti annoierò con i dettagli, ma posso dirti che è stata una mia scelta sbagliata a dare inizio al suo regno di terrore. Una scelta che, per diversi motivi, non sono ancora riuscito a perdonarmi."
"Va bene, posso capire che tu ti senta in colpa." Riprese Daisuke "Ma, voglio dire, anche se hai commesso degli errori, che cosa dovrebbe comportare? Io ne faccio continuamente, di errori! Ma il mio consiglio è di non rimuginarci sopra, e non evitare di parlare con gli altri partendo dal presupposto che nutrano troppo rancore nei tuoi confronti per ascoltarti. Io penso che, alla fine, capiranno e saranno felici di accoglierti in squadra!"
Ken ascoltava senza dire nulla, ma era chiaro che si stava registrando in mente ogni parola che Daisuke diceva: non si aspettava che parlare con lui lo avrebbe aiutato a togliersi tutto quel peso dall'anima. Il nuovo leader dei Digiprescelti stava dando prova di empatia e comprensione, entrambe cose che Ken non credeva che avrebbe mai ricevuto da quei ragazzi…
"Che strano…" pensò Ken "Fino ad appena una settimana fa, io e Daisuke-kun eravamo nemici giurati. E adesso lui è qui, e cerca di darmi una mano. Per qualche motivo, parlare con lui mi fa sentire tranquillo…"
Daisuke sorrise di nuovo, continuando il suo discorso. "E poi, riguardo alla tua preoccupazione per la nostra incolumità, ti ringrazio infinitamente, ma sai, io e i miei amici siamo Digiprescelti, dopo tutto. E in quanto tali, il nostro compito è quello di preservare e ripristinare l'ordine naturale del Mondo Digitale. Le Dark Towers turbano tale ordine, quindi sono anche un nostro problema. Non so se ne sei al corrente, ma molti Digiprescelti provenienti da altre zone del mondo stanno a loro volta contribuendo all'abbattimento delle Dark Towers: io stesso ne ho incontrato uno proveniente dagli Stati Uniti. E anche alcuni Digimon indipendenti, stando a quanto mi ha detto Koushiro-san, stanno facendo la stessa cosa; questo per dire che il problema ci riguarda tutti, e poi ci sono tanti obelischi di controllo disseminati per DigiWorld, che non credo ti sarebbe possibile eliminarli tutti facendo da solo. L'unione fa la forza, dopotutto."
"Lo so, ma… continua a non sembrarmi giusto che persone che non c'entrano nulla corrano tutti quei rischi per rimediare ad un mio errore." Rispose Ken.
"Ti capisco, ma a volte, nella vita, ci troviamo di fronte a delle responsabilità che noi non abbiamo chiesto di addossarci." Replicò Daisuke in tutta serietà "Non penso che Taichi-san, Yamato-san e gli altri, tre anni fa, volessero fare quel viaggio a DigiWorld, e abbiano chiesto di diventare gli eroi che hanno salvato entrambi i mondi dalla distruzione, ma hanno capito che solo loro erano in grado di riuscire in quel compito, e hanno accettato la realtà dei fatti. Allo stesso modo, io, Takeru-kun, Hikari-chan e gli altri siamo diventati Digiprescelti senza averlo richiesto, e ora abbiamo a nostra volta una responsabilità che non possiamo eludere nascondendoci dietro la scusa che tanto, è stato qualcun altro a mettere là le Dark Towers. La realtà dei fatti non cambia, qualunque cosa venga detta."
Una luce di speranza si accese nei tristi occhi di Ken. Per la prima volta in vita sua, si stava trovando davanti a qualcuno che lo accettava per quello che era, e che si stava offrendo di diventare suo amico in maniera disinteressata. Improvvisamente, il compito che si era prefisso, quello di distruggere tutte le Dark Towers che aveva disseminato, non gli sembrò più così colossale.
Un raro sorriso apparve sul volto del Digiprescelto della Bontà. "Daisuke-kun, io… non so che cosa dire… ti sono immensamente riconoscente per la fiducia che hai in me, e ti dico che non mi dispiacerebbe far parte del vostro gruppo. Ma… come scegliere l'occasione giusta per dirlo agli altri? Immagino che alcuni di loro vorranno un po' di tempo per pensarci…"
Daisuke sfoderò il suo classico sorrisone. "Domani ci riuniremo a casa di Koushiro-san per discutere gli ultimi sviluppi. E' un'ottima occasione per presentarti, e sono sicuro, se li conosco bene come credo, che ti daranno la possibilità di convincerli… che tu non sei quel presuntuoso megalomane che si è vigliaccamente servito di te per soddisfare i suoi capricci."
Dopo un attimo di riflessione, Ken si voltò verso Daisuke. "Va bene, Daisuke-kun… ci sarò."
"Questo è lo spirito giusto!" esclamò Daisuke, facendo il segno dell'ok "Allora, Ken Ichijouji, siamo amici?" concluse la domanda estendendo una mano aperta verso il Digiprescelto della Bontà che, dopo un secondo di esitazione, fece la stessa cosa. Una stretta di mano segnò l'inizio dell'amicizia tra Daisuke e Ken.
"Evviva!" esclamò DemiVeemon, mentre lui e Minomon, seduti un po' più in là, osservavano la scena. "Dai e Ken sono diventati amici! Ora anche tu sei dei nostri!"
"Sì, e ne sono contento. Grazie a voi…" rispose Minomon "…Ken potrà ritrovare quello che è veramente…"
In casa Yagami, Taichi e Hikari (dopo essere sopravvissuti a un altro dei 'salutari pranzetti' della signora Yagami…) erano seduti in camera di Hikari, e stavano a loro volta discutendo sull'idea di far entrare Ken in squadra. Taichi, a dire la verità, non era contrario all'idea; chi non si stava lasciando convincere, in quel momento, era Gatomon. Fin dall'inizio, la gattina era stata contraria ad accettare Ken, e sembrava non lasciarsi smuovere da nessuna argomentazione.
"Niente da fare, non mi convincerete tanto facilmente. Se quel tipo voleva davvero cercare il nostro perdono, perché non è venuto direttamente a scusarsi da noi, invece di fare tutta quella scena?"
"Meow!" si sentì un miagolio proveniente dal cuscino di Hikari. Era Miko, il gatto di casa Yagami, che era stato svegliato dal suo pacifico sonno e sembrava lamentarsene, a modo suo, con Gatomon.
Taichi sghignazzò sotto i baffi. "Hai visto, Gatomon? Anche Miko pensa che tu sia acida!". Il Digimon gatto rispose incrociando le zampe anteriori sul petto e volgendo la testa da un lato con aria indignata.
Hikari sospirò, cercando di rimanere paziente. Sapeva che Gatomon a volte era testarda, ma fino a questo punto?
"Ascolta, Gatomon…" cominciò la Digiprescelta della Luce "Hai ragione quando dici che le persone non possono cambiare da un giorno all'altro… però, mi piace pensare che ci sia qualcosa di buono in tutti gli uomini, e che nessuno sia irrecuperabile. In fondo… scusa se lo dico… ma prima di diventare la mia partner, tu servivi Myotismon, dico bene?"
Gatomon scosse la testa. "Non hai niente di che scusarti, Hikari… comunque, quel caso è un po' diverso… io ho sempre odiato quel verme di Myotismon, e lo servivo soltanto perché… perché non avevo altro! Solo quando ho incontrato te ho ricordato qual era il mio scopo, e ci è voluto il sacrificio di Wizardmon per rendermene conto appieno. Invece l'Imperatore faceva quello che faceva perché era un moccioso viziato e prepotente che voleva tutti ai suoi piedi. Mi dispiace, ma non riesco proprio a perdonare questo comportamento!"
"Però, è chiaro che l'Imperatore era la pedina di qualcun altro… probabilmente di quel Mummymon e di quella tizia in rosso che avete visto a DigiWorld…" proseguì Taichi "Anche se Ichijouji ha fatto molte cose che me l'hanno fatto odiare…" Il ragazzo strinse i denti al ricordo di quel breve periodo in cui Agumon era nelle grinfie del giovane tiranno "…più ci penso, e più mi convinco che alla fine anche lui era una vittima… una pedina manovrata da qualcuno per scopi malefici. In quanto tale, credo che meriti almeno la nostra comprensione."
"Pensatela come volete." Rispose Gatomon alzando le spalle "Per me, potete anche dargli quest'altra possibilità che voi sbandierate tanto… ma non aspettatevi che io vada d'accordo con lui…"
Hikari sorrise con tono comprensivo. Gatomon non era arida come in quel momento voleva far credere, e la giovane Digiprescelta della Luce era sicura che anche lei si sarebbe convinta della sincerità di Ken…
"In fondo…" pensò Hikari "Daisuke-kun ne è convinto… e lui non ha mai sbagliato nel capire le intenzioni delle persone…"
In un'altra zona di Odaiba, Takeru era immerso nei suoi pensieri. In quel momento, era seduto alla sua scrivania, la testa appoggiata su una mano, e lo sguardo vagante verso il cielo notturno, nel quale non si vedeva che qualche sparuta stella.
"Hey, Takeru!" lo chiamò Patamon, svolazzandogli a fianco "Tutto bene?"
Il Digiprescelto della Speranza sobbalzò leggermente, colto di sorpresa. "Ah, Patamon, scusa, non ti avevo visto arrivare…"
Il piccolo Digimon alato si posò sulla scrivania, ripiegando le ali. "Nessun problema, Takeru. Solo, ti avevo visto un po' sopra pensiero… c'è qualche problema, per caso?"
"In realtà, sì… purtroppo…" rispose il ragazzino biondo, accarezzando il suo Digimon "Riguarda ciò che è accaduto nel Mondo Digitale… Ora sappiamo che c'è qualcuno che probabilmente aveva pianificato tutto fin dall'inizio… e non oso pensare a cosa ci potrebbe aspettare…"
"Su, Takeru… sono sicuro che ne usciremo tutti quanti bene! Dopotutto, noi non rappresentiamo la Speranza? Non preoccuparti, finchè saremo un gruppo unito, dobbiamo avere fiducia che ci sarà sempre un modo di prevalere sulle avversità!" rispose Patamon con tono incoraggiante. Takeru sorrise, d'accordo con il suo amico digitale, ma per qualche motivo, non riusciva ad essere tranquillo…
…il suo pensiero stava tornando a un certo episodio, prima della battaglia con Chimeramon. Alcuni minuti prima che quell'orrendo abominio attaccasse i suoi compagni, Takeru, che in quel momento stava liberando alcuni Digimon dalle segrete della base dell'Imperatore, aveva visto comparire su uno schermo un'immagine del suo nemico più odiato… il primo grande nemico che lui e i suoi amici avevano incontrato, e che li avrebbe spazzati via se non fosse stato per il sacrificio di Angemon… un'immagine di Devimon.
"Ma perché adesso mi torna in mente proprio questo…" mormorò tra sé Takeru "Ormai Devimon è morto, e da un sacco di tempo… non è possibile che sia tornato… almeno credo…"
"Takeru, vieni! La cena è pronta!" Takeru si sentì chiamare dalla voce di sua madre, Natsuko Takaishi. Cercando di scacciare i pensieri negativi dalla sua mente, il ragazzino prese in braccio Patamon e si alzò dalla sedia.
"Forse hai ragione, Patamon. Inutile preoccuparsi troppo quando abbiamo ancora così pochi elementi. Ne discuteremo domani durante la riunione a casa di Koushiro-san. Ora andiamo giù, che ci aspetta la cena!"
"Evviva!" esclamò Patamon, sollevando le ali per l'entusiasmo. Takeru non potè trattenere una breve risata divertita.
La notte era volata, ed era giunto il mattino del sabato. Approfittando della giornata di chiusura della scuola, i Digiprescelti vecchi e nuovi si erano ritrovati vicino a casa di Koushiro. Erano le nove e mezza, e davanti al condominio in cui viveva la famiglia Izumi, il gruppo (assieme ai rispettivi Digimon, per coloro che li avevano) era già quasi al completo. Mancavano soltanto – prevedibilmente, avevano commentato alcuni - Taichi, Hikari, Gatomon, Daisuke e DemiVeemon.
"Posso immaginare il perché…" disse Sora con tono scherzoso "Sicuramente Taichi sarà rimasto a letto a poltrire, e Hikari e Gatomon avranno dovuto muovere le montagne per svegliarlo…"
"E Daisuke… beh, lo conosciamo ormai!" aggiunse Miyako "Quello non lo sveglierebbero neanche le cannonate!"
"Ehm, scusa se ti sembro invadente, Miyako-san, ma non mi sembra carino fare questi commenti su Daisuke-san mentre lui è assente…" intervenne Iori.
"E dai, Iori-kun, non essere così rigido…" rispose la ragazza con gli occhiali "Lo sai che mi piace prenderlo un po' in giro…"
"Sì, certo, ormai credo che lo sappiano tutti…" si intromise una voce familiare. Daisuke era arrivato, assieme a DemiVeemon, e sembrava leggermente irritato dai commenti della sua amica/nemica, a giudicare dalla venuzza pulsante che gli era apparsa in testa. "Non serve che tu lo ricordi ogni volta che hai mezza occasione…"
"Hey, non ci posso fare molto! Dico solo le cose come stanno!" rise Miyako "Comunque, buongiorno!"
"Buongiorno, ragazzi!" Daisuke alzò una mano per salutare il gruppo dei suoi amici, che ricambiarono a loro volta "Mi scuso per il ritardo, ma… c'era una persona che aveva qualcosa da discutere con voi, e dovevo andare a prenderla!"
"Qualcuno… che voleva discutere con noi?" chiese Yamato, immaginando già di chi si trattasse.
Daisuke annuì, poi fece un cenno a qualcuno che era rimasto dietro un angolo. Con grande sorpresa di tutti, da quell'angolo uscì Ken Ichijouji, con Minomon in braccio, vestito della stessa uniforme grigia che aveva addosso la sera prima. Era chiaramente imbarazzato, e teneva lo sguardo fisso verso l'asfalto. Dopotutto, si stava incontrando con le persone a cui aveva cercato di fare del male per un sacco di tempo…
Ken avanzò ancora qualche passo, mentre Daisuke si metteva al suo fianco, pronto a difenderlo in caso qualcuno avesse fatto commenti offensivi. Giunto abbastanza vicino al gruppo dei Digiprescelti, rimase per un po' in silenzio, cercando le parole, poi iniziò.
"Ehm… Io…" mormorò imbarazzato, sotto lo sguardo ancora incredulo dei Digiprescelti. Poi, decidendo una volta per tutte di dire quello che provava, fece un inchino in segno di scuse, piegandosi di quasi novanta gradi. "Io… sono venuto a chiedere scusa. A tutti voi. So che forse non ho il diritto di venire qui a chiedere un perdono che dubito di meritare…"
"Però… se non altro, si sta dimostrando onesto…" pensò Iori, uno dei Digiprescelti che nutriva più rancore nei confronti di Ken.
"…ma, vorrei fare qualcosa per rimediare a tutto ciò che ho fatto. So che non è una scusa accettabile, ma… non mi rendevo conto di quello che stavo facendo, e avevo la mente annebbiata dal potere. Quando mi avete fatto capire cosa era successo in realtà… mi sono sentito come se mi fossi svegliato da un incubo… un incubo in cui ero una persona che commetteva tutte quelle atrocità… per poi rendermi conto che le avevo commesse sul serio…" Ken sentiva la vista annebbiarsi per il rimorso "Perciò… vi vorrei chiedere di darvi una mano. Almeno così… forse potrò contribuire alla ricostruzione del Mondo Digitale…"
"Andiamo, ragazzi!" aggiunse Daisuke "Chi siamo noi per negare una seconda possibilità a qualcuno? E poi, il mio istinto mi dice che è sincero… e io mi fido del mio istinto!"
Per un po', i Digiprescelti rimasero in silenzio, come se stessero riflettendo. Poi, Takeru parlò per primo.
"Voi sapete già come la penso, ragazzi. Voglio dare a Ken la possibilità di dimostrare che è cambiato."
Vicino a Takeru, Yamato sorrise con aria leggermente sarcastica. Il vecchio Yamato Ishida, il lupo solitario che tre anni prima aveva intrapreso il viaggio a DigiWorld, probabilmente non sarebbe stato disposto a perdonare Ken… ma ora qualcosa era cambiato. Il biondo Digiprescelto dell'Amicizia ora sapeva cosa poteva voler dire avere fiducia negli altri. "Sì, sono d'accordo con mio fratello. Per quanto mi riguarda, Ichijouji, sei in squadra."
"Non vedo motivo per continuare ad avercela con Ken." Fu il turno di Sora. "Penso che sia giusto dargli un'altra possibilità."
Uno alla volta, tutti i ragazzi dissero la loro, e tutti, pur con prudenza, si dissero disposti ad accettare le scuse di Ken. L'ex-Imperatore ascoltava, con crescente stupore. "Non credevo sarebbero stati così ben disposti… e non credevo sarebbe bastato chiedere scusa per iniziare a riavvicinarmi a loro…"
Al suo fianco, Daisuke stava sorridendo. "Visto, Ken? Non era poi così difficile…"
Gli unici che dovevano ancora esprimere la loro opinione (a parte gli assenti Taichi e Hikari) erano proprio i due più restii ad accettare Ken in squadra: Iori e Miyako. Tuttavia, le scuse di Ken (e, nel caso di Iori, anche il consiglio di suo nonno la sera prima) avevano riacceso anche in loro una scintilla di compassione. E poi, tutto il gruppo sembrava ben disposto nei confronti di Ken…
Iori sospirò con aria rassegnata, nonostante fosse ancora piuttosto restio. "E va bene… per il bene della squadra, sono disposto a dare un'altra chance ad Ichijouji. Ma… che non la sprechi."
"Immagino che essere l'unica a dissentire cambierà poco…" ammise Miyako "D'accordo, ci sto." A queste parole, Daisuke strinse i pugni, esultando tra sé.
Ken alzò la testa, sorridendo con gratitudine. "Vi ringrazio… Prometto di non deludervi…"
Poco dopo, anche Taichi, Hikari e Gatomon erano arrivati. Dopo aver ricevuto una breve lavata di capo riguardo la sua abitudine di arrivare sempre in ritardo, Taichi aveva a sua volta accolto Ken in squadra. La sorella, dal canto suo, si era già detta d'accordo con Daisuke fin dalla sera prima, ed era contenta che anche gli altri Digiprescelti avessero accettato, anche se non tutti nutrivano la stessa fiducia nei suoi confronti. Gatomon si era limitata a commentare: "Fate quello che volete…" e aveva cercato di ignorare Ken il più possibile.
In quel momento, i ragazzi si trovavano in camera di Koushiro. La signora Izumi, la madre adottiva del piccolo genio dai capelli rossi, era stata felice di vedere che Koushiro, un ragazzo calmo e riservato, si era fatto così tanti amici, e si era resa disponibile per qualsiasi richiesta prima di lasciarli a discutere di quanto dovevano.
La conversazione stava vertendo sui due misteriosi individui che si erano rivelati i responsabili della trasformazione delle Dark Towers.
"Quindi, ora sappiamo che i colpevoli sono quella donna vestita di rosso e il Digimon che la accompagna, Mummymon." Fu Taichi a riassumere la situazione.
"Hmm… credo possiamo tranquillamente dire che quella donna sia un Digimon a sua volta. Nessun essere umano può entrare a DigiWorld senza un Digivice, e gli unici che ne hanno uno siamo noi Digiprescelti, quindi…" aveva puntualizzato Takeru.
Fu il turno di Miyako "E, a proposito di quei tipi… Poromon, forse sarebbe il caso di parlare di quell'oggetto che dici di aver visto su quella donna…"
"Sì, Miyako!" cinguettò Poromon "Mentre ero Halsemon, ho visto che quella donna aveva sulla spalla un oggetto piccolo e nero, a forma di disco."
"Un oggetto piccolo e nero, a forma di disco?" ripetè Koushiro. Per qualche motivo, anche lui pensava che si sarebbe trattato di un particolare importante "E dici di averlo visto addosso a quella donna?"
"Sì, ne sono sicura! Se vuoi, potrei scaricarne l'immagine sul D-3 di Miyako, e da lì sarebbe possibile inviare l'immagine sul tuo computer!" rispose il pulcino rosa.
Miyako spalancò gli occhi. "Come? E' possibile fare una cosa del genere?"
Poromon chiuse gli occhi, annuendo con il becco. "Certamente! Ricordati che noi Digimon siamo composti interamente da dati, e anche i nostri ricordi altro non sono che particolari file che vengono salvati nella nostra memoria. Come tali, possono essere scaricati su un computer, a patto di avere lo strumento giusto!"
"Cioè, in questo caso, il D-3…" aggiunse Daisuke "Cavolo, ne ha di sorprese questo piccolo congegno…"
Miyako tirò fuori il suo D-3 e lo osservò per un attimo. "Che ne dici, Koushiro-san? Tentiamo?"
Finendo di settare il suo PC, Koushiro annuì. "Forse è una buona idea… Poromon, tu te la senti?"
"Altrochè!" cinguettò il pulcino rosa "Puntami contro il D-3, Miyako!"
La ragazza eseguì all'istante. "Sono pronta! Inviami i dati, Poromon!"
Il pulcino rosa chiuse gli occhi, come se si stesse concentrando, e subito una sottile linea di luce azzurra si dipartì dal suo corpo, connettendosi allo schermo del Digivice, che risplendette per un attimo ed emise un lieve suono quando il download fu completato. "Fatto! I dati dovrebbero essere stati copiati nella memoria interna del D-3!" esclamò Poromon.
Miyako sorrise al suo Digimon. "Sei un genio, Poromon! Hai avuto un'idea fantastica! Koushiro-kun, ora ho i dati! Provo ad inviarli al tuo computer?"
Koushiro distolse lo sguardo dallo schermo del suo PC e si volse verso la sua amica. "Sì, Miyako, ho completato il setup. Invia l'immagine quando vuoi." La ragazza non se lo fece ripetere due volte, e dopo aver puntato il suo D-3 verso il computer di Koushiro, premette un pulsante. Immediatamente, sul PC apparve un messaggio di 'caricamento in corso', e diversi Digiprescelti si riunirono attorno allo schermo per vedere cosa sarebbe apparso.
"Insomma, quanto ci mette a caricare?" si lamentò Taichi ad un certo punto, dato che erano già passati diversi secondi senza che fosse apparso niente.
"Un po' di pazienza, Taichi!" lo rimproverò cordialmente Sora "Magari l'immagine da scaricare è molto grande, e per questo il PC ci mette molto a caricarla!"
"Ehm… già, chiedo scusa!" rispose Taichi, mettendosi una mano dietro la testa e facendo una risatina imbarazzata. Nonostante fosse un sacco di tempo che lui e Sora si conoscevano, la ragazza a volte gli faceva ancora da balia…
"Ecco, guardate!" si sentì la voce di Jyou. "Sta apparendo qualcosa sullo schermo!"
Inizialmente, l'immagine era solo un grezzo ammasso di pixel. Poi, man mano che il caricamento continuava, si fece sempre meglio distinguibile, e i Digiprescelti furono finalmente in grado di vedere la responsabile del caos scoppiato a DigiWorld…
"Sì, è proprio quella donna! La vedete?" esclamò un'indignata Miyako, puntando l'indice verso la figura sullo schermo. Poromon aveva inviato un fotogramma in cui la donna si stava voltando, in modo che fosse visibile il suo volto color alabastro, con gli occhi coperti dagli occhiali scuri e il sorrisetto maligno sulle labbra tinte di viola.
"Così, è questa la mente del complotto, eh? La prossima volta saremo pronti a darle una lezione!" dichiarò Daisuke con il suo solito tono audace.
"Beh… in realtà, aveva parlato di un suo superiore…" lo corresse Takeru.
Ken, nel frattempo, stava osservando la figura di Arukenimon come se stesse cercando di ricordarsi di qualcosa. Era sicuro di aver già visto quella figura da qualche parte, ma dove? La memoria gli stava facendo brutti scherzi…
Koushiro selezionò un'area rettangolare centrata sulla spalla di Arukenimon. In effetti, c'era un piccolo oggetto che sembrava piantato nel vestito rosso della donna, ma era a malapena visibile per un essere umano. Ringraziò tra sé l'ottima vista di Hawkmon e delle sue evoluzioni, e cliccò sul mouse per ingrandire la zona visualizzata. Un attimo dopo, potè dare un'occhiata più scrupolosa all'oggetto nero misterioso: in effetti, sembrava proprio un disco, ma l'orlo era dentellato, e degli strani motivi ne solcavano la superficie. A Koushiro ricordava una specie di ingranaggio…
"Ingranaggio… ingranaggio…" All'improvviso, i pensieri del Digiprescelto della Conoscenza vennero interrotti da una realizzazione che gli fece gelare il sangue nelle vene e trattenere il respiro. "Un… un momento… quello è… no, non può essere, questo è uno scherzo…"
Sfortunatamente, anche altri Digiprescelti di vecchia generazione avevano avuto modo di vedere di che cosa si trattava, e ne erano rimasti altrettanto scioccati. L'unica a non aver riconosciuto l'oggetto era Hikari, ma anche lei non aveva un bel presentimento. Quello stesso dischetto nero dentellato sembrava emanare una palpabile aura malvagia…
"Koushiro…" mormorò Taichi, osservando ad occhi spalancati il fin troppo familiare congegno "Mi piacerebbe sbagliarmi, ma… quel coso è…"
Il suo amico dai capelli rossi annuì cupamente, senza staccare gli occhi dallo schermo.
"Purtroppo sì, Taichi… quello… è un Black Gear…"
CONTINUA…
Note dell'autore: Allora, che ve ne pare? Vi aspettavate questo netto cambio di carreggiata rispetto alla serie ufficiale? E' da ora in poi che la mia storia comincerà a differenziarsi davvero dall'anime, quindi preparatevi! Il vero ballo è ufficialmente iniziato!
Beh, che altro ho da dire… probabilmente questa settimana sarò in vacanza, quindi per un po' non potrò lavorare a questa storia. Vi assicuro che riprenderò il prima possibile! Nel frattempo, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, e mi raccomando, recensite! Ciao!
Justice Gundam
