Digimon Adventure 02 Reload

Una fanfiction di Digimon scritta da: Justice Gundam

Justice: Ora che, almeno per un breve periodo, i miei esami sono finiti, posso dedicare più tempo e più energie alla stesura di questa fanfiction, e di altre storie che continuano a frullarmi per la testa! Ormai, la battaglia finale è ad un solo capitolo di distanza (cioè questo), e credetemi... avrete di che restare stupiti!

Taichi: Interessante... non vedo l'ora di scoprire cosa hai in serbo per noi, e spero che noi della vecchia guardia faremo qualcosa di sostanziale...

Justice: Non vi preoccupate, sarà altro che sostanziale... ma scoprirete tutto in questo capitolo, quindi è inutile che anticipi. Piuttosto, vorrei rivolgere un saluto speciale a tutti coloro che stanno seguendo la mia storia: vorrei augurare a tutti loro buone feste ed un felice anno nuovo, ringraziandoli per i loro complimenti, il loro supporto (sia morale che in termini di consigli per la storia) e le loro critiche.

Sora: Carino da parte tua. In tal caso... forza, ragazzi, facciamo le cose come si deve!

Digiprescelti & Digimon: AUGURI A TUTTI E FELICE ANNO NUOVO!

Justice: Grazie, ragazzi! Ora, prima di imbarcarci verso la fine della mia storia, sentiamo cosa hanno da dire i nostri lettori e rispondiamo ai commenti che ci hanno lasciato!

Agumon: Certamente! Topomouse, ringraziamo per la tua recensione, e siamo contenti che lo scontro con Daemon ti sia piaciuto! Ad ogni modo, non è detto che Daemon e i suoi scagnozzi ritorneranno così in fretta... infatti, in questa versione degli eventi, Daemon non ha il potere di aprire Digiport in qualsiasi momento, come poteva fare nell'anime.

Gabumon: Del resto, se nella serie TV poteva farlo, perchè non è venuto fuori prima dell'Episodio 43, e perchè non è più tornato dopo che i ragazzi lo hanno sigillato nella Dark Area? All'autore è sembrato troppo comodo il modo in cui l'hanno liquidato nell'anime...

Koushiro: KillKenny sembra aver molto apprezzato il combattimento del capitolo precedente. Sperabilmente, questo capitolo sarà un buon 'battistrada' per lo scontro finale. Per quanto riguarda Apocalymon... leggi e vedrai! E' qui che Mephistomon giocherà la sua carta vincente!

Patamon: Grazie a Driger per la sua recensione! Non ti preoccupare di recensire in ritardo, l'autore non è così fiscale con i suoi lettori! Oh, già, e Arukenimon e Mummymon daranno un pò di risposte in questo capitolo...

Jyou: Francesca Akira e Rika88 hanno espresso esattamente ciò che pensa l'autore del problema 'Daemon' e 'Dark Area'... l'autore mi comunica che per il momento ha dovuto far fare questa fine a Daemon, visto che noi Digiprescelti non siamo ancora alla sua altezza. (Non lo eravamo nell'anime con Imperialdramon in Fighter Mode, figuriamoci...). Oh, l'autore ringrazia inoltre Francesca per i suoi consigli, che gli sono stati molto utili, ed è contento del fatto che le sia piaciuto l'ultimo capitolo!

Justice: Comincia ora il Capitolo 24 di Digimon Adventure 02 Reload... mi rendo conto che sarà un capitolo piuttosto lungo e noioso, ma avremo un pò di risposte ad alcune domande, inserirò un pò di dovuta interazione tra alcuni ragazzi e le loro famiglie... e faremo finalmente luce sul personaggio di Oikawa! Tenetevi forte, perchè questo è l'inizio della fine... o forse dovrei dire la fine dell'inizio? Vabbè, decidete voi... e buon divertimento!

Veemon: Diciamo che è... l'inizio della fine dell'inizio. Non va bene così?

Daisuke: A volte prendi le cose un pò troppo alla lettera, Veemon... -- U

Capitolo 24 - Tutta la verità

"E così... all'improvviso Arukenimon e Mummymon ci hanno voltato le spalle e se ne sono andati?" esclamò incredulo Daisuke, ascoltando le notizie dalla bocca del suo idolo Taichi. Era ormai calata la sera sul Mondo Digitale, e i bambini prescelti di nuova generazione, una volta che Veemon e Wormmon si erano riposati a sufficienza, erano tornati alla dimora di Gennai grazie ad Imperialdramon. Ma ad attenderli non c'erano buone notizie: infatti, i ragazzi più grandi avevano parlato loro di come i due Digimon che avevano liberato dal controllo di Mephistomon avessero improvvisamente rivelato di lavorare per un certo Oikawa, e avessero dato loro una mano soltanto allo scopo di realizzare i misteriosi piani di questo individuo: dopo che Arukenimon aveva bloccato i ragazzi più grandi con la sua ragnatela appiccicosa, lei e il suo compagno se n'erano andati senza aggiungere altro, lasciandoli delusi e con ancora più domande di prima.

"Arukenimon e Mummymon... hanno detto di lavorare per un certo Yukio Oikawa, ho capito bene?" chiese Iori, incuriosito da quella che, ormai, non poteva più essere considerata come una coincidenza.

"Sì, esatto..." rispose Jyou. "Come mai questa domanda?"

"Perchè anche noi abbiamo sentito questo nome!" rispose Miyako. "Non appena abbiamo sconfitto Daemon e i suoi uomini... o meglio, li abbiamo spediti nella Dark Area, grazie all'idea di Ken... abbiamo visto uno strano Digivice nero nel punto in cui Daemon era scomparso. Prima che noi potessimo raccoglierlo e portarlo qui per fare le dovute analisi, è saltato fuori un Phantomon che ce l'ha preso, e ha affermato di doverlo consegnare ad un certo Oikawa, un tipo che lavora alla stessa azienda del padre di Ken!"

"E, per qualche motivo, comincio a credere che anche quest'ultimo elemento non sia una coincidenza..." proseguì il Digiprescelto della Bontà, fissando con aria persa il tavolo davanti a sè. "Quel Phantomon aveva architettato un piano rischioso ma valido per farsi fare un Digivice da Daemon, usando me come ostaggio e sfruttando il fatto che Daemon voleva il Dark Seed. Inoltre, lavorava per conto di questo Oikawa, e il Digivice era destinato a quest'ultimo... mi fa pensare che Oikawa voglia per qualche motivo entrare a DigiWorld..."

"E... e come farebbe?" chiese Gennai, sbattendo gli occhi incredulo. "Anche avendo un Digivice, chi non è un Digiprescelto non può entrare nel Mondo Digitale... e questo Oikawa non mi risulta essere un Digiprescelto, almeno stando al mio database!"

"Quindi non se ne fa niente del Digivice!" si sentì la voce nasale di Tentomon. "Ma allora... che senso ha tutto questo? Più ci penso, meno ci capisco..."

"Forse non è il caso di fare ipotesi in questo momento, Tentomon. Ci sono ancora troppe incognite nell'equazione..." concluse Koushiro, scuotendo la testa. "Dobbiamo fare ulteriori ricerche, e questo significa tornare nel Mondo Reale e cercare informazioni su Yukio Oikawa. Per fortuna, sono riuscito a terminare il programma anti-virus di cui vi parlavo tempo addietro... devo solo trasmetterlo ai nostri Digivice, e potremo tornare a casa."

Daisuke tirò un sospiro di sollievo. "Meno male... per quanto bello sia il Mondo Digitale, non mi attreava l'idea di passarci il resto della mia vita! Non sei d'accordo, Veemon?". Il draghetto azzurro rise lievemente. "No davvero! Anche a me, se devo dire la verità, mancano il Mondo Reale, gli snack, e le nostre sfide in vasca da bagno!"

La battuta di Veemon strappò una breve risata ai presenti. Poi, Hikari richiamò l'attenzione su un altro problema. "Però, non possiamo tornare tutti a Tokyo... mentre siamo via, Mephistomon potrebbe approfittarne per sferrare un altro attacco, o per mettere in moto qualcun altro dei suoi piani. Qualcuno di noi dovrà pur rimanere a DigiWorld per neutralizzarlo una volta per tutte!"

"Ci avevamo già pensato, Hikari-chan..." rispose Sora. "E abbiamo pensato che noi sei, ovvero io, Taichi, Yamato, Koushiro, Mimi e Jyou potremmo restare qui a DigiWorld e dare l'assalto finale alla base di Mephistomon, mentre voi e i ragazzi provenienti dagli altri paesi potreste tornare nel Mondo Reale e scoprire qualcosa di più su Oikawa. A voi, può andare bene?"

"Nessun problema!" rispose Michael. "Credo che questa disposizione vada bene più o meno a tutti... ragazzi, siete d'accordo?"

Derek e Crabmon annuirono. "A noi va bene!"

"Bien sur!" rispose Catherine, scorgendo il cenno affermativo di Floramon. Rosa, chiaramente, sembrava molto eccitata alla prospettiva di andare in un paese straniero.

"Mitico! Ho sempre desiderato vedere il Giappone!" esclamò la Digiprescelta messicana, sorridendo da un orecchio all'altro e stringendo un pugno davanti a sè. "Che ne dici, Gotsumon? Non ti riempie di gioia l'idea?"

Il Digimon roccioso sbattè gli occhi, leggermente confuso. "Ehm... sì, Rosa, anch'io ne sono emozionato... ma non sarà esattamente un giro turistico!"

"Oh, de que te quejas, amigo?" fu la risposta di Rosa. "E' un modo come un altro per... come si dice... quando si può fare una cosa e l'altra..."

Iori intervenne in aiuto della messicana. "Immagino tu voglia dire, 'unire l'utile al dilettevole', Rosa-san..."

"Quello che è!" rispose la bambina con le trecce.

"D'accordo... allora noi del vecchio gruppo resteremo qui e attaccheremo direttamente Mephistomon." concluse Taichi. "Voi, fareste meglio a fermarvi qui a DigiWorld per riposarvi, e tornare a Tokyo domani mattina. Cercate di scoprire quanto più possibile su questo Oikawa e non esitate ad intervenire se ha in mente qualcosa di pericoloso. Daisuke, affido a te la leadership del gruppo. So che farai del tuo meglio!"

"Puoi giurarci!" rispose il ragazzino, alzando un pollice e strizzando un occhio.

"Ottimo." proseguì Yamato, per poi rivolgersi a Koushiro. "A proposito, Koushiro-kun, quando pensi che sarà possibile installare quel programma anti-virus di cui dicevi nei nostri Digivice?"

"Anche subito, se volete." rispose il piccolo genio. "Devo solo prendere il mio portatile e collegare i Digivice e i D-3. Dopodichè, mi basterà effettuare un semplice trasferimento dal mio hard disk alla memoria dei Digivice, e il virus di Mephistomon dovrebbe essere aggirato dalle nuove istruzioni inserite."

"Cosa faremmo senza di te, Koushiro-kun?" chiese Mimi, sorridendo al ragazzo dai capelli rossi. Koushiro mosse una mano davanti a sè, con la modestia che gli era propria, e indicò Miyako con un cenno della testa. "Beh, in realtà non è tutta farina del mio sacco... Miyako mi ha dato una mano con delle specifiche e con il debugging finale, quindi i ringraziamenti vanno anche a lei...". Qualche posto più in là, la ragazza con gli occhiali alzò un braccio e fece un segno di vittoria, sorridendo con orgoglio, mentre Koushiro si alzava per prendere il suo computer.

"Benissimo. Vedo che il morale è alto, e la determinazione non vi manca, ragazzi!" commentò Gennai, osservando con affetto il gruppo di bambini prescelti e Digimon seduti al tavolo assieme a lui, in pratica una famiglia per la guida di DigiWorld. "Vi voglio solo raccomandare di fare estrema attenzione. Non abbiamo idea di cosa ci aspetti, e purtroppo neanche le ricerche che ho fatto hanno portato a qualche indizio. Siate prudenti, e preparatevi ad ogni evenienza."

"Non ci sarà problema! Abbiamo battuto quel buffone di Apocalymon tre anni fa, e ora possiamo battere una sua versione alternativa!" replicò Agumon, con un sorrisone enorme sul viso. Gli altri Digimon sghignazzarono del suo comportamento, che ricordava loro un pò il Taichi del loro primo viaggio.

Gomamon, in particolare, non resistette alla tentazione di fare una delle sue battute. "Hey, chiunque abbia detto 'tale Digiprescelto, tale Digimon', in questo caso aveva ragione!"

"Che ho detto di strano?" rispose il piccolo tirannosauro, facendo l'offeso. "Dicevo soltanto che sono convinto che sconfiggeremo Mephistomon, tutto qui!"

"Però Gennai ha ragione..." proseguì Taichi. "Recentemente, Mephistomon si è mosso in maniera sospetta... anche con quell'enorme armata di Digimon artificiali che abbiamo sconfitto. In effetti, ora che ci penso, è stato tutto fin troppo facile..."

Sora annuì, soddisfatta per il fatto che il suo migliore amico fosse diventato più riflessivo e ragionasse di più sulle situazioni. "Sì, sembrava quasi che Mephistomon volesse che noi distruggessimo i suoi Digimon... e per quanto riguarda gli ultimi settori occupati dalle Dark Towers, cosa se ne farà, ora che non ha più chi le possa animare?"

Gennai scosse la testa. "Non ne ho idea, giovane Sora... fino a poco tempo fa, Leomon e gli altri stavano viaggiando per DigiWorld per distruggere quante più possibile delle Dark Towers rimaste... ma una volta giunti in uno dei quattro settori 'caldi', hanno scoperto che qualcun altro li ha battuti sul tempo."

Proprio quando Gennai ebbe finito di parlare, si sentì un rumore di passi provenire da una delle porte scorrevoli che davano nel salone principale. Tutti si voltarono quando la porta si aprì, facendo entrare Leomon, Ogremon, Piximon e Andromon nella stanza.

"Ah! Guardate chi è tornato." disse Yamato, alzando una mano per salutare i quattro Digimon. Diversi Digiprescelti si alzarono dai loro posti per accogliere i loro amici.

"Hey, ragazzi!" esclamò Daisuke. "Allora, fatto buona caccia?"

"Bentornati, amici miei. Vedo con piacere che state tutti bene." li salutò Gennai mentre Leomon e gli altri si scambiavano convenevoli con gli altri ragazzi prescelti e i Digimon. I quatto ricambiarono il saluto con un inchino rispettoso. "Si stava proprio parlando del problema Dark Towers... potreste darci maggiori delucidazioni a riguardo?"

"Affermativo." rispose Andromon, sollevando lo sguardo dopo aver salutato Hikari. "Stando ai dati che ho raccolto, un settore è stato completamente sgomberato dagli obelischi di controllo diverse ore fa, come ha avuto modo di constatare. Al momento, mentre stiamo parlando, sembra che la stessa cosa stia accadendo in un altro settore."

"Capisco..." rispose Gennai, assumendo un'aria pensosa. "Darò un'occhiata al mainframe per confermarlo. Avete idea di chi possa essere stato a distruggere gli obelischi di controllo?"

Leomon fece un cenno d'assenso. "Abbiamo motivo di credere che l'autore sia BlackWarGreymon. Sappiamo per certo che adesso si sta opponendo a Mephistomon, ed è uno dei pochi Digimon abbastanza potenti da distruggere un tale quantitativo di Dark Towers in un tempo così ridotto."

"BlackWarGreymon? Dite sul serio?" cinguettò allegramente Biyomon.

"E' una notizia fantastica!" proseguì Hawkmon. "Se anche lui è dalla nostra parte, allora sconfiggere Mephistomon sarà indubbiamente più facile!"

"A questo proposito... so che un gruppo di voi ragazzi resterà qui a DigiWorld per affrontarlo!" disse Piximon, al quale rispose Takeru. "Sì, Piximon... abbiamo pensato che sia meglio dividere le nostre forze tra Mondo Reale e Mondo Digitale, per evitare sorprese. Mio fratello, Taichi-san, e gli altri ragazzi più grandi, per l'esattezza, andranno ad affrontare Mephistomon."

"Hmm... bene, bene... ma non andrete da soli! Abbiamo deciso di accompagnarvi e darvi una mano!" fu Ogremon a parlare. "In fondo, dobbiamo anche noi qualche randellata sul groppone a Mephistomon per aver cercato di distruggere DigiWorld!"

La notizia incupì leggermente l'atmosfera. Durante il regno dei Dark Masters, Leomon, Piximon, e altri loro amici avevano sacrificato le loro vite per difenderli dai Digimon malvagi... e ora si stavano nuovamente esponendo al rischio! Mimi si fece avanti, preoccupata per la loro incolumità. "Non c'è bisogno che vi ci accompagnate, ragazzi... non vogliamo che voi corriate di nuovo tutti questi pericoli soltanto per darci una mano..."

"Se voi perdeste di nuovo la vita... non potremmo mai perdonarcelo..." mormorò Palmon, ripensando tristemente all'occasione in cui Leomon era morto davanti ai suoi occhi per salvarli da MetalEtemon.

"Capiamo la vostra preoccupazione, ragazzi, ma è una cosa che deve essere fatta." Rispose Piximon, senza quel tono scherzoso e leggermente sfrontato che normalmente lo contraddistingueva. "Ve l'abbiamo già detto, in fondo: voi avete salvato il nostro mondo in passato, e se non cercassimo almeno di ricambiare il favore, saremmo soltanto degli ingrati. Quindi, per favore, non cercate di farci cambiare idea. Noi verremo con voi e combatteremo al vostro fianco contro Mephistomon."

Per qualche istante, nessuno parlò. Poi, Taichi alzò lo sguardo, fissando freddamente i quattro Digimon. "E va bene... ma cerchiamo di fare in modo che nessuno si debba sacrificare."

"Dobbiamo essere tutti vivi, alla fine di questa storia!" esclamò Gabumon.

"Affermativo!" rispose Andromon con decisione. Al suo fianco, gli altri tre Digimon ripeterono il suo gesto d'assenso, d'accordo con i loro piccoli amici.

"Un momento! Se vanno loro, allora vogliamo venire anche noi!" esclamò improvvisamente la voce di Centarumon, cogliendo di sorpresa diversi dei presenti. I presenti spalancarono gli occhi, leggermente meravigliati, alla vista del Digimon centauro, accompagnato da Meramon e da Digitamamon, che era arrivato da un altro corridoio laterale, e si era offerto di aggiungere le forze sue e dei suoi due compagni a quelle dei ragazzi prescelti.

"Centarumon! Ragazzi, ne siete sicuri? Non sarà una passeggiata, è il caso che lo sappiate..." li avvertì Jyou. Il Digimon per metà uomo e per metà cavallo fece un passo in avanti, sorridendo leggermente sotto l'elmetto.

"Ne siamo sicuri. Meramon e Digitamamon mi hanno già dato la loro conferma." affermò, indicando il guerriero di fiamme e il piccolo Digimon uovo.

"Sappiamo che la nostra forza non è gran cosa... ma speriamo comunque di potervi aiutare!" proseguì Meramon.

"Anch'io devo un favore a voi ragazzi!" affermò Digitamamon. "Dopotutto, è stato dopo la mia sconfitta per mano di Yamato e Jyou che ho iniziato a ravvedermi... non vi ho aiutato nella vostra prima battaglia, e voglio farlo adesso!"

"Grazie, amici... grazie di cuore." rispose Taichi, per poi parlare nuovamente ai ragazzi più giovani. "Va bene, ragazzi, allora tutto è sistemato! Domani mattina partirete per Tokyo, e lì cercherete di scoprire cosa ha intenzione di fare questo Oikawa."

"Noi, intanto, scoveremo Mephistomon e mettermo fine per sempre ai suoi piani di distruzione." concluse Yamato. "Ora la salvezza del Mondo Digitale e di quello Reale dipendono dal successo di queste due imprese."

"Lo sappiamo... e non falliremo!" rispose Daisuke, guardando negli occhi i suoi due sempai. Koushiro, che nel frattempo aveva appoggiato il suo laptop sul tavolo e l'aveva acceso, richiamò l'attenzione dei suoi compagni. "Okay, ragazzi... se volete, ora che il mio computer si è attivato, posso iniziare a trasferire il programma anti-virus ai vostri Digivice." affermò il Digiprescelto della Conoscenza.

"Va bene, Koushiro-san..." rispose Hikari. Lei e gli altri membri del nuovo gruppo, compresi i Digiprescelti internazionali, si riunirono attorno a lui, consegnandogli i loro Digivice, che Koushiro provvide immediatamente a collegare al suo laptop, uno alla volta. Poi, si sedette, fece clic su un paio di icone, e iniziò a trasferire le istruzioni anti-virus sul Digivice collegato, che reagì lampeggiando brevemente ed emettendo un lieve bip bip per segnalare l'avvenuta ricezione.

Gennai, ancora seduto al suo posto, osservava mestamente i suoi giovani amici. Quanto odiava non poter fare altro che dare loro informazioni e fornire supporto morale... a volte si sentiva come se stesse mandando quei ragazzi, a cui pure era così affezionato, verso la loro fine. Eppure, interferire nelle loro decisioni, nelle loro vite, e nella loro missione era qualcosa che non gli competeva... e che non competeva nemmeno ai quattro Guardiani Digitali, per quanto potenti essi fossero. Una lezione che Gennai sperava ardentemente che quel testardo di Zhuqiaomon del Mondo Digitale del Sud imparasse, prima o poi...

"Ancora una volta, non posso fare nient'altro che attendere, e sperare per il meglio..." riflettè Gennai, facendo vagare il suo sguardo dall'ormai inseparabile trio Taichi-Yamato-Sora, che in quel momento stavano chiaccherando con gli altri loro compagni e con i Digimon che li avrebbero accompagnati, ai ragazzi radunati attorno a Koushiro e al suo inseparabile computer. Aveva il presentimento che presto, quei ragazzi e i loro partner avrebbero dovuto affrontare una prova dura... una prova dalla quale avrebbero potuto non tornare...

"Comunque vadano le cose... io avrò fiducia in voi, Digiprescelti." pensò infine il giovane, sorridendo lievemente alla vista di Daisuke e Veemon che ricevevano soddisfatti il loro D-3 disinfestato da Koushiro. "Avete fatto miracoli in passato... e so che ce la potrete fare di nuovo. Buona fortuna, amici miei."

Quella notte, nel Mondo Digitale, i Digiprescelti ebbero le loro difficoltà a prendere sonno. Ma negli aperti cieli stellati di DigiWorld, c'era qualcun altro che non poteva riposarsi... e che, del resto, non ne aveva neanche il bisogno.

L'enorme figura di BlackWarGreymon solcò l'aria, oscurando per un istante le infinite stelle che brillavano nel cielo incontaminato sopra di lui, e volando da una sponda all'altra di un enorme canyon naturale. Atterrò con uno schianto che fece apparire delle crepe nella roccia, e si rimise rapidamente in piedi, riprendendo la propria strada senza neanche fermarsi a guardarsi attorno. Normalmente, gli avrebbe fatto molto piacere godersi il panorama del Mondo Digitale, fosse esso un immane formazione rocciosa come quella su cui si trovava al momento, una grande prateria verde, oppure un ampio oceano costellato di iceberg dai bordi affilati come coltelli. Ma in quel momento, aveva un compito... un compito che doveva assolvere, per rispetto verso il Mondo Digitale e verso sè stesso.

Le Dark Towers, e l'essere demoniaco che le controllava, andavano distrutti. Solo così il Mondo Digitale che lui aveva imparato ad amare avrebbe ritrovato la pace. Solo così lui stesso avrebbe ritrovato la pace. Non si sarebbe fermato. Non prima che anche l'ultimo obelisco di controllo non fosse stato spazzato via dalla faccia di DigiWorld.

Il Mega artificiale spiccò un altro balzo, e la sua figura si stagliò per un attimo contro la luna piena, irradiando un'aura di mistero, prima di scomparire dietro un costone di roccia.

La mattina dopo, rinfrancati da un'intera notte di riposo, i Digiprescelti si erano riuniti davanti allo stesso Digiport che li aveva portati alla casa di Gennai e che avrebbe ricondotto il gruppo di Daisuke alla scuola da dove erano partiti. I ragazzi stavano approfittando degli ultimi momenti per scambiarsi gli ultimi convenevoli e ripetersi le raccomandazioni che si erano già fatti la sera prima. Nonostante tutti cercassero di non farsi pesare troppo la situazione delicata in cui si trovavano, era chiaro che erano piuttosto tesi all'idea di andare incontro a qualcosa di ignoto.

Finalmente, con un pizzico di titubanza, Miyako attivò il suo D-3, puntandolo verso lo schermo televisivo dal quale lei e i suoi amici erano entrati diversi giorni prima, e, sperando per il meglio, pronunciò le fatidiche parole: "Pronti, Digiprescelti? Si torna a casa! DIGIPORT OPEN!"

Dopo una frazione di secondo, lo schermo del dispositivo elettronico si illuminò, e Miyako sorrise soddisfatta vedendo che il portale verso il Mondo Reale si apriva senza problemi, e senza che saltassero fuori strani effetti sonori o immagini particolari. "Funziona! Il virus di Mephistomon è stato neutralizzato! Ora possiamo usare nuovamente i Digiport verso il Mondo Reale!" esclamò Hawkmon.

"Sì! Bella prova!" proseguì Miyako. "Grazie, Koushiro-san, il tuo anti-virus ha funzionato a meraviglia!"

Il Digiprescelto della Conoscenza sorrise lievemente, soddisfatto dei risultati del lavoro suo e della sua amica. "Molto bene, se non altro abbiamo un problema in meno. Allora, buona fortuna, ragazzi... noi vi saremo accanto col pensiero!"

Prima di proseguire all'interno del portale, Daisuke e Veemon si voltarono verso i ragazzi più grandi, alzando un pollice. "Grazie, Koushiro-san! Lo stesso vale per noi, e date qualche pugno sul naso a Mephistomon anche da parte nostra!"

"Non mancheremo! Oh, Hikari, già che ci sei manda i miei saluti a mamma e papà, e digli che tornerò presto anch'io!" rispose Taichi.

"Va bene, fratellino! Non mancherò!" rispose la sorella minore con una lieve risata argentina.

Anche Yamato ne approfittò per fare un augurio al fratello minore. "Mi raccomando, Takeru... ho fiducia in te, ma... prudenza! E salutami anche tu mamma e papà."

Il ragazzino biondo annuì, sorridendo tra sè. Erano cambiate un pò di cose dal loro viaggio a DigiWorld, ed ora Yamato non sentiva più il dovere di stare continuamente addosso al fratellino minore: sapeva che ormai Takeru era diventato responsabile, e che era ora in grado di badare a sè stesso, e Takeru era contento che Yamato non dovesse più preoccuparsi tanto. Alzando una mano, il Digiprescelto della Speranza salutò il fratello maggiore prima di infilarsi nel portale assieme a Patamon. "Va bene, Yamato-niisan! In bocca al lupo!" esclamò.

"Hey! Non mi sembra il caso di usare quel modo di dire in mia presenza!" protestò scherzosamente Gabumon, strappando una breve risata ai due fratelli e a Patamon.

Michael si voltò a sua volta verso Mimi. "Buona fortuna anche da parte mia! Stai attenta, Mimi, e arrivederci a quando questa storia sarà finita!"

"Mi raccomando, ragazzi, sistemate quel caprone!" proseguì Betamon. Mimi e Palmon ricambiarono gli auguri strizzando un occhio, e agitando una mano verso i loro amici americani. "Grazie, Michael-san! Arrivederci!" salutò la Digiprescelta della Sincerità, mentre il suo amico biondo entrava nel portale...

Uno alla volta, i Digiprescelti più giovani entrarono nel Digiport assieme ai loro compagni digitali, venendo inghiottiti dallo schermo televisivo, e sentendo i propri corpi venire risucchiati nell'ormai familiare caleidoscopio di luci e colori psichedelici. In breve tempo, il tunnel multicolore si concluse, per fare spazio ad una grande luce bianca... e, davanti agli occhi prima di Daisuke e Veemon (ora DemiVeemon), poi di tutti gli altri, apparve la familiare aula computer della Odaiba Middle School, da cui la loro avventura era iniziata. Il nuovo leader dei bambini prescelti ebbe appena il tempo di appoggiare i piedi a terra prima che tutti i suoi compagni, uno alla volta e in rapida successione, uscissero a loro volta dallo schermo del computer e gli piombassero addosso in un groviglio di braccia, gambe e Digimon, finendo per appiattirlo sul pavimento!

"AHIOOOO!" esclamò Daisuke, mentre i suoi compagni si riprendevano dallo stordimento del viaggio dimensionale e si affrettavano a togliersi dalla sua schiena. "E' mai possibile che io finisca sempre sotto la calca?"

"Ehm... siamo spiacenti!" si scusò Ken, raccogliendo il suo Digimon ora regredito a Minomon, e poi aiutando i suoi amici a rialzarsi. Uno alla volta, i ragazzi si misero in piedi, si sgranchirono le ossa, e si diedero un'occhiata intorno, come per confermare il successo del loro trasferimento. Dietro di loro, il computer usato per aprire il Digiport scintillò brevemente, prima di tornare in stand-by.

Dopo aver preso in braccio il piccolo Poromon, Miyako prese un bel respiro, felice di essere tornata nel Mondo Reale. "Hmmm... casa, dolce casa! Confesso che temevo di non rivederla mai più!"

I quattro internazionali, ovviamente, erano quelli più meravigliati: in quel momento si stavano guardando attorno, facendo vagare i propri sguardi per l'aula e fuori dalla finestra, cercando di registrarsi ogni particolare. Dopotutto, si trovavano in un paese straniero...

"Quindi... questo è il Giappone, e questa è Tokyo..." commentò Derek, osservando le trafficate strade di Odaiba che, anche a quell'ora del mattino estivo, brulicavano di attività. Lo sguardo del ragazzo australiano e di Crabmon andò poi alla distante Tokyo Tower, che svettava su tutti gli edifici, e sui colossi di acciaio e cemento che la circondavano.

"Una città molto interessante, devo dire..." commentò Catherine.

Michael annuì, seguendo con lo sguardo la linea spezzata formata dai contorni degli edifici. "Quindi, è da qui che viene Mimi..."

"E questa è la scuola che voi frequentate, giusto, ragazzi?" chiese Rosa, guardandosi attorno meravigliata assieme a Gotsumon. Per lei in modo particolare, l'ambiente era nuovo e affascinante.

"Beh... sì, quasi tutti noi frequentiamo questa scuola." rispose Ken. "Io però abito in un altro quartiere, e quindi frequento da un'altra parte..." Il Digiprescelto della Bontà si rivolse poi all'intero gruppo. "Okay... adesso dovremmo avere un pò di tempo a nostra disposizione per tornare alle nostre case. Credo faremmo bene a rassicurare i nostri familiari sulla nostra incolumità... e poi, da lì potremmo svolgere meglio le ricerche necessarie. Siete d'accordo?"

Gli altri ragazzi annuirono, d'accordo con il loro amico, poi Takeru alzò una mano per fare una domanda. "Però... c'è un piccolo problema: come facciamo con Michael e gli altri? Dobbiamo pur farli andare da qualche parte intanto che noi compiamo le nostre ricerche..."

"Per quello non c'è problema! Per un pò, possiamo ospitarli noi, non vi pare?" propose Daisuke, con assoluta naturalezza. La proposta colse di sorpresa un pò tutti, ma i componenti del team di Odaiba, dopo un attimo di riflessione, si resero conto che era, in effetti, la soluzione migliore.

"In effetti, mi sembra l'unica soluzione fattibile..." rispose Takeru.

"Sai, Daisuke, è da un pò di tempo a questa parte che ti vengono buone idee una dietro l'altra." commentò Miyako, con un sorrisetto canzonatorio. "E' un segno che stai invecchiando?". Il ragazzino le rispose con un'occhiata truce.

"C... Comment? Ospiti... a casa vostra? Non daremo troppo disturbo?" chiese una sbalordita Catherine. Hikari mosse una mano per tranquillizzarli. "Non vi preoccupate! Per noi è un piacere, e credo che anche i nostri genitori siano al corrente della situazione. E poi, nel caso ricevessimo notizia di un'emergenza improvvisa, lo verreste subito a sapere anche voi!"

"Porquè de no? Potrebbe essere divertente!" esclamò Rosa. "Conosceremo delle vere famiglie giapponesi, e vedremo com'è il Giappone!"

Gotsumon scosse la testa mortificato. "Come no... dì piuttosto che speri di andare a casa di Ken-san..."

"Grazie, ragazzi! Davvero troppo gentili..." ringraziò Michael. "Ora, vediamo di organizzarci come si deve..."

Mezz'ora dopo, Miyako, Iori, Catherine e una Rosa decisamente poco divertita, i Digimon ben nascosti negli zaini e nelle borse, erano arrivati al complesso di appartamenti nel quale abitavano le famiglie Inoue e Hida. Era ormai estate inoltrata, e già alle dieci del mattino il sole era caldo e picchiava sull'asfalto del quartiere residenziale, ma tutto sommato il clima era sopportabile.

"Ecco, ragazze, ci siamo!" esclamò la Digiprescelta con gli occhiali, indicando il negozio al piano terreno. "Questo è il negozio di alimentari di proprietà della mia famiglia, e al momento ci dovrebbe essere mio fratello Mantarou alla cassa! Cosa dite, gli facciamo una sorpresa?"

"Beata lei che riesce sempre a trovare un modo di alleviare la tensione..." commentò Iori, osservando la sua amica e Catherine oltrepassare le porte scorrevoli del negozio. Al suo fianco, Rosa sbuffò infastidita, tenendo le braccia conserte.

"Ma scusa, perchè tra tutti i Digiprescelti di Odaiba io dovevo finire proprio con TE? Speravo di essere ospite del senorito Ken!" brontolò la ragazzina messicana, guardando storto il ragazzino dai capelli corti. Iori volse leggermente gli occhi al cielo, e rispose alla sua riluttante ospite con ammirevole pazienza.

"Rosa-san, non è una decisione che abbiamo preso casualmente. Dei Digiprescelti di Odaiba, io sono quello che più si avvicina alla tua età, e così... Ora, raggiungiamo Miyako-san e Catherine-san, e spieghiamo qual è la situazione..." propose il giovane Digiprescelto, incamminandosi verso il negozio degli Inoue e facendo cenno alla messicana di seguirlo. Rosa scosse la testa e sospirò con aria rassegnata.

"Comunque, nulla mi impedisce di pensare che sono capitata con il Digiprescelto più noioso mai esistito..." pensò tra sè.

"Ta-daaan! Buongiorno!" esclamò Miyako, avanzando allegramente oltre la porta scorrevole. Proprio come aveva previsto, il maggiore dei suoi fratelli, Mantarou, capelli biondi e corti e occhiali da vista, era in piedi dietro alla cassa, e il suo sguardo si volse rapidamente verso la porta d'ingresso.

"Buongiorno, desid..." iniziò a dire, non riconoscendo all'istante la voce della sorella minore. Si bloccò, spalancando gli occhi, quando vide Miyako in piedi vicino all'entrata, la mano che si agitava in un saluto festoso, e il piccolo Iori che stava entrando, salutando con un "Buongiorno" e un lieve cenno della testa. Erano accompagnati da due ragazze straniere... probabilmente due di quei Digiprescelti stranieri di cui Gennai aveva loro parlato.

"Eccoci qui, di ritorno da DigiWorld! Che c'è, fratellone? Vedere la tua cara sorellina ti stupisce tanto?" esclamò la ragazza con gli occhiali, mentre anche Catherine e Rosa entravano nel negozio e salutavano.

"M-Miyako? Iori?" boccheggiò Mantarou, incredulo. "Pensavo foste ancora... in quella specie di dimensione parallela! Come avete fatto a tornare?"

"Beh, di questo possiamo ringraziare Koushiro-kun! E' stato grazie a lui se siamo potuti tornare!" rispose Miyako, avvicinandosi al banco assieme ai suoi amici. "Comunque, ora siamo tornati, e abbiamo portato un pò di nuovi amici! Lei è Catherine, e viene dalla Francia!" Indicò la distinta ragazza dai capelli biondi che le stava a fianco.

"Enchantè." disse Catherine, facendo un aggraziato inchino.

Iori proseguì, indicando la ragazzina con le trecce che gli stava a fianco, che si presentò con un occhiolino e un segno di vittoria. "Lei invece è Rosa, una Digiprescelta messicana. Entrambe si sono offerte di aiutarci."

"Ah... beh, molto lieto di conoscervi, ragazze... e sono contento che stiate tutti bene." disse il ragazzo, piuttosto sbalordito. "E così... voi fate parte di questo gruppo... i Digiprescelti, mi sembra... e avete con voi queste creature, chiamate Digimon, fatte di dati computerizzati... e assieme andate a fermare le forze del male, ho capito bene?"

Prima che Miyako potesse rispondere, Upamon e Poromon fecero capolino dagli zaini dei loro rispettivi partner e, con un'agilità incredibile per delle creaturine tonde prive di zampe, balzarono sul bancone, agitando le ali per salutare. "Esatto! E noi siamo i loro Digimon, abbreviazione di Digital Monsters! Io sono Poromon, la partner di Miyako, mentre lui è Upamon, ed è stato assegnato a Iori!" spiegò la piccola palla di piume rosa.

"E' un piacere conoscerti, fratellone di Miyako!" proseguì Upamon, sotto lo sguardo incredulo di Mantarou. Il ragazzo rise nervosamente, e si passò una mano dietro la nuca, usando due dita per scambiare con loro una stretta di mano. "Accidenti... scusate se vi sembro imbarazzato, ma... sapete com'è, non capita tutti i giorni di incontrare dei veri Digimon... l'ultima volta che li ho visti è stato tre anni fa!". Poi, rivolgendosi alle ragazze straniere: "Immagino che abbiate anche i vostri Digimon siano qui in giro da qualche parte, no?"

Catherine stava per rispondere affermativamente, quando Floramon sbucò all'improvviso dal suo zaino, prese fiato per un paio di volte, e salutò agitando una delle sue mani-foglia. "Esatto. Piacere di conoscerla, monsieur!"

"Floramon!" esclamò ridendo Catherine. "Il bon ton imporrebbe una presentazione un pò più formale!"

"E io sono Gotsumon, il Digimon di Rosa!" esclamò il piccolo uomo di roccia, facendo capolino dallo zaino della sua partner. "Piacere!"

Miyako rise divertita. "Ecco, hanno fatto le dovute presentazioni!". Poi, la Digiprescelta assunse un tono più serio. "Purtroppo, il motivo per cui siamo tornati è piuttosto serio... e non escludo che potremmo dover tornare a DigiWorld molto presto. Quello che volevo chiedere è... sarebbe possibile, per Catherine-san e Floramon restare a casa nostra finchè non avremo risolto il problema? Abbiamo già stabilito che Rosa starà a casa di Iori-kun..."

"Le assicuro che non dovrebbe volerci più di qualche giorno, monsieur Inoue... mi dispiace molto disturbare, ma purtroppo... insomma, penso che sappia in quali circostanze ci troviamo!" assicurò Catherine, aiutando Floramon ad uscire dal suo zaino.

Mantarou rimase a pensarci per un attimo. Questa era una cosa che non aveva previsto... tuttavia, non vedeva neanche quali problemi ci potessero essere. E poi, se il motivo era qualcosa di importante come Miyako aveva detto... e Miyako non era tipa da mentire...

"D'accordo." rispose infine il maggiore dei fratelli Inoue. "Dovrò parlarne con mamma e papà, però... sì, immagino che si possa fare. Finchè questa situazione non sarà risolta, Catherine-san potrà restare. Ma tu, Miyako, hai un pò di spiegazioni da dare a mamma e papà. Siamo d'accordo?"

"Certo, fratellone!" fu la risposta della sorella. "Chiarissimo."

Catherine sorrise giovialmente, e fece un altro inchino. "Merci beaucoup, monsieur! Ci sta dando veramente una mano!"

"E così... tu vivi con tua sorella maggiore e i tuoi genitori in questo condominio." disse Michael, attendendo che l'ascensore su cui erano saliti lui e Daisuke arrivasse al piano selezionato. I due ragazzi, dopo aver lasciato l'edificio scolastico, si erano diretti a casa del nuovo leader dei prescelti di Odaiba, dove avrebbero dovuto svolgere delle ricerche in rete e attendere le direttive dei loro amici. Takeru e Hikari avevano fatto un pò di strada con loro, per poi prendere la loro strada e tornare alle rispettive case.

Daisuke rispose alla domanda del suo amico americano con un cenno affermativo. "Sì... al momento i miei dovrebbero essere al lavoro, e in casa ci dovrebbe essere Jun, visto che non ha scuola. A meno che, ovviamente, non si sia fiondata in qualche negozio di dischi a prendere l'ultima novità di musica pop, o non sia al ritrovo dei Teenage Wolves a vedere se il suo 'Yamato-chan' è tornato!"

Michael sghignazzò brevemente. "A sentire la descrizione che ne fai, tua sorella Jun mi dà l'impressione di essere una tipa molto esuberante..."

"Beh... diciamo di sì!" rispose allegramente Daisuke, alzando le spalle. "Anzi, diciamo pure che è una testarda, una pazzoide, e una ricattatrice... ma in fondo non è male, se sai come trattare con lei... e poi, potrà sembrare una superficiale, ma in realtà è molto gentile... quando vuole!"

"Hehehee... ho già capito a casa vostra non c'è mai un attimo di noia!" fu il commento del Digiprescelto della Giustizia.

L'ascensore improvvisamente rallentò per poi fermarsi completamente, permettendo ai suoi occupanti di scendere e dirigersi verso l'appartamento dei Motomiya, con Daisuke alla testa. Il ragazzino sogghignò, si sgranchì la mano e si mise di fronte alla porta, facendo cenno a Michael di stare indietro. Pregustando la faccia sbalordita della sorella non appena avesse aperto la porta, Daisuke strinse la mano a pugno e bussò con vigore, rimanendo poi in attesa di risposta. Due secondi dopo, la familiare voce di Jun si fece sentire dall'interno dell'appartamento, recando un tono piuttosto seccato. "Uff... chi è? I signori Motomiya non sono in casa, se volete lasciare detto..."

Daisuke soffocò una risatina, e rispose. "Molto bene! Allora lascio detto che un certo Daisuke Motomiya e un suo amico li attendono fuori dalla porta di casa loro! Se però volesse farci entrare, signorina, noi apprezzeremmo!"

Calò il silenzio. Daisuke e Michael riuscirono quasi ad immaginarsi l'espressione di shock e incredulità di Jun al sentire la voce del fratello minore, e per un attimo temettero che la ragazza fosse sul punto di svenire davanti alla porta. Finalmente, dopo una lunga attesa, la porta d'ingresso scattò e si aprì di botto, rivelando Jun in t-shirt bianca e pantaloncini rossi, la familiare pettinatura a punte leggermente scombinata, e gli occhi dilatati come piattini da caffè. La ragazza puntò l'indice tremante verso il fratello minore, boccheggiando comicamente come un pesce fuor d'acqua. "D... Dai... Dai... Daisuke? Non... non... posso... crederci..."

Il fratello si mise in una sorta di posa eroica, con una mano a pugno sul fianco e l'altra sollevata in aria. "Il solo e unico, sorellina cara! Oh, e spero non ti dispiaccia se porto con me anche un amico!"

"Salve, signorina Jun!" disse Michael, facendosi avanti. "Il mio nome è Michael, e spero di non essere di disturbo... signorina?"

Jun sembrava non avere sentito nulla di quanto le aveva detto il ragazzo americano. Continuava a guardare il fratello minore con gli occhi fuori dalle orbite, come se avesse appena visto un alieno. Muoveva la bocca, ma dalla gola non usciva nessun suono. Proprio quando Daisuke cominciava seriamente a temere per la stabilità emotiva della sorella, questa si riscosse, e la sua espressione incredula si trasformò rapidamente in una minacciosa e infuriata, con gli occhi senza pupille, le vene pulsanti sulla testa e i denti trasformati in zanne! Scattò in avanti come una tigre all'attacco e afferrò per la collottola il fratello minore prima che questo potesse capire cosa stava accadendo!

"DAISUKE! PEZZO DI SCEMO!" strepitò Jun, strappando una smorfia di dolore acustico al fratello e a Michael e costringendoli a coprirsi le orecchie con le mani. "NOI TI DIAMO PER DISPERSO, PERDIAMO IL SONNO PER GIORNI A PREOCCUPARCI PER TE CHE SEI RINCHIUSO IN QUELLA SPECIE DI COMPUTER GIGANTE... E TU ALL'IMPROVVISO RITORNI, BEATO E TRANQUILLO COME NULLA FOSSE? PERCHE' NON CI HAI DETTO NIENTE, RAZZA DI IDIOTA?"

Dopo che il suo corpo ebbe smesso di vibrare a causa delle onde sonore (e ci volle qualche secondo), Daisuke scosse la testa e ricambiò l'espressione minacciosa della sorella con la propria. "HEY, QUI MI SEMBRA CHE LA SCEMA SIA TU! MI AVRESTI CREDUTO SE TI AVESSI DETTO CHE IO E I MIEI AMICI ERAVAMO DIGIPRESCELTI E CHE AVREMMO DOVUTO ANDARE A DIGIWORLD PER UNA MISSIONE MOLTO IMPORTANTE?"

"DOPO QUANTO E' SUCCESSO TRE ANNI FA ALLA TOKYO TOWER, NON CREDO CHE LA COSA MI AVREBBE STUPITO!" ribattè Jun, dando un altro scrollone al fratello minore. Più in là, Michael stava assistendo al loro battibecco con gli occhi sgranati e un grosso gocciolone di sudore sulla testa... prima di guardarsi attorno e rendersi conto, con suo estremo imbarazzo, della faccia sbalordita che spuntava dalla porta di fronte a casa Motomiya!

"Ah... ehm... chiedo umilmente scusa, signore... heheheee... sa com'è, quando noi ragazzi ci divertiamo non ci rendiamo più conto del rumore..." esclamò Michael, volgendosi verso lo stupefatto condomino e mettendosi una mano dietro la nuca. Poi, si volse verso i fratelli Motomiya (ancora impegnati in una delle loro classiche gare di sguardi, con tanto di scintille elettriche che scaturivano dai loro occhi...) e li spinse dentro casa senza tanti perchè, varcando a sua volta la soglia un istante dopo e richiudendo la porta dietro di sè dopo aver mandato un ultimo sguardo apologetico al tizio che li guardava dall'appartamento opposto. Il suddetto rimase ancora là per qualche secondo, non sapendo bene come reagire a quanto aveva visto, poi scosse la testa con un sospiro e rientrò in casa.

"Bah... questi giovani di oggi..." mormorò.

"Hanf... hanf... se non sale su tutto il palazzo, è veramente un miracolo..." ansimò Michael, tirando un sospiro di sollievo e appoggiandosi con la schiena alla porta d'ingresso. Davanti a lui, anche Jun e Daisuke stavano riprendendo fiato dopo la raffica di urli che si erano lanciati in faccia a vicenda. Dopo che i tre si furono riempiti nuovamente i polmoni di aria, Daisuke si rivolse nuovamente alla sorella, sbuffando con aria esasperata. Era sicuro che fosse in arrivo un'altra strigliata... "Uff... E va bene, sorellina, sono pronto per la sfuriata. Ma prima, almeno permettimi di spiegare..."

La sua frase fu interrotta quando Jun, la cui ira si era placata con la stessa rapidità con cui era venuta, si chinò verso di lui e lo abbracciò stretto, quasi schiacciandogli la faccia contro la spalla sinistra e strappandogli un'esclamazione di sorpresa. "Argh! Ma... ma cosa... Jun, che ti prende? Prima mi alzi da terra a furia di urlare, e adesso..." mormorò il ragazzino, la voce soffocata dalla t-shirt della sorella.

"Non sai quanto siamo stati in pena per te, stupido..." rispose Jun, la cui voce ora suonava molto più addolcita... la voce di una persona che si era tolta un gran peso dal cuore! "Prometti che la prossima volta che dovrai andare a DigiWorld, lo dirai almeno a me! E che quando mamma e papà torneranno dal lavoro, gli racconterai per filo e per segno cosa è successo, va bene?"

"Sorellina..." mormorò Daisuke, leggermente stupito. Certo, sapeva che Jun gli voleva bene, nonostante a volte lo tiranneggiasse un pò con la scusa che era la più grande. Ma in quel momento, la ragazza stava mostrando chiaramente il suo sconforto per la scomparsa del fratello... e Daisuke non potè fare a meno di sentire un certo mal di cuore al pensiero che la sorella fosse stata così male. Senza dire una parola in più, il ragazzino ricambiò l'abbraccio, stringendo forte la sorella per trasmetterle calore.

Quando Jun si staccò dal fratello minore, tenendogli comunque le mani sulle spalle per guardarlo in faccia, Daisuke si stupì nel vedere che gli occhi della sorella stavano tremando leggermente, trattenendo qualche lacrima... E dire che aveva sempre pensato che lei fosse digiuna a simili esternazioni! Decisamente non era la stessa Jun stravagante e persa dietro Yamato che lui era abituato a vedere ogni giorno. Facendo il suo classico sorriso incoraggiante, il ragazzino annuì, appoggiando una mano su quella di Jun. "E va bene, Jun... te lo prometto, e scusatemi se vi ho fatto tanto preoccupare. Vi voglio bene."

"Anche noi, testone. Anche noi." replicò la ragazza, passandosi una mano sugli occhi.

Fu in quel momento che lo zaino che Daisuke ancora portava sulla schiena iniziò a muoversi, e la testa di DemiVeemon fece capolino da esso. Il draghetto esplose in uno sbadiglio e sbattè gli occhi, scacciando il sonno nel quale era stato immerso fino ad un attimo prima e scendendo giù per darsi un'occhiata attorno, sotto gli occhi dei tre ragazzi. "Oww, che bella dormita che ho fatto... hey, Dai, mi sono perso qualcosa mentre ero addormentato?"

"DemiVeemon..." disse il ragazzino, alzando leggermente gli occhi al cielo. "Quando fai una pennichella, non ti svegliano neanche le cannonate!"

"Neanche a te, se è per questo!" rispose Michael, sghignazzando tra sè.

Jun sorrise furbescamente. "Ha, ha! Lo sapevo io che quel 'peluche' era qualcosa di più di quanto sembrasse. E' il tuo... Digimon, giusto?"

Il draghetto rispose salendo con un paio di balzi in braccio al suo partner umano e alzando una zampetta verso la ragazza per salutarla. "Sì, sono io! Il mio nome è DemiVeemon, e sono felice di conoscerti, sorellona di Daisuke!"

Con un sorrisone sul viso, Jun grattò il piccolo drago dietro un orecchio. "Ma quanto sei carino! Piacere, io sono Jun... e ti ringrazio per aver protetto mio fratello lì a DigiWorld!". Il draghetto rispose accoccolandosi sulla mano della ragazza, che volte poi lo sguardo verso Michael, guardandolo incuriosita. Il Digipresceto americano, senza scomporsi, alzò la mano per salutare di nuovo.

"Buongiorno, signorina Jun! Mi chiamo Michael, vengo dagli Stati Uniti, e sono anch'io un Digiprescelto! Piacere!"

"Oh, piacere mio..." rispose Jun, leggermente imbarazzata per il fatto di averlo completamente ignorato poco prima. "Scusa se non ti ho badato poco fa, ma ero impegnata con questo fessacchiotto...". Concluse la frase mettendo un indice sulla punta del naso di Daisuke e dandogli una spintarella.

Michael mosse la mano davanti a sè. "Oh, nessun problema... posso capire che lei abbia dato la precedenza a suo fratello...". Poi, si tolse lo zaino, aprendolo e facendo un cenno al Digimon che era al suo interno. "E' tutto a posto, Betamon! Puoi uscire!"

Il Digimon girino dalla cresta rossa non attendeva altro, ed emerse dallo zaino dell'amico prendendo una grande boccata d'aria. "Oh, finalmente! Mi si stavano rinsecchendo le branchie, con tutto quel caldo! Piacere, signorina, Betamon al suo servizio!"

"Piacere mio... ma non c'è bisogno di chiamarmi 'signorina'! Non sono ancora così vecchia!" rispose Jun con leggero imbarazzo. Poi, si rivolse di nuovo al fratello minore. "Okay, Dai, fai pure accomodare i tuoi amici, e intanto io vi preparo un succo di frutta... nel frattempo, potresti spiegarmi cosa sta succedendo e qual era esattamente questa vostra 'missione'?"

"E va bene... solo che temo sarà una storia un pò lunga..." rispose Daisuke, facendo cenno a Michael e Betamon di seguirlo in soggiorno...

Nel quartiere di Tamachi, era in corso un'altra riunione di famiglia... in casa Ichijouji, Mia aveva accolto con suo stupore e sollievo il ritorno dell'unico figlio rimastole... oltre che l'arrivo inaspettato del Digiprescelto australiano dai capelli ricci che lo aveva accompagnato, e in quel momento madre e figlio si stavano riabbracciando con affetto.

"Oh, Ken... sono così felice di rivederti sano e salvo..." mormorò la donna tra le lacrime. "Ho... ho avuto paura... di aver perso anche te..."

"Mi dispiace, mamma..." rispose il Digiprescelto della Bontà. "Avrei dovuto parlarti di cosa stava succedendo... ma non pensavo che tu e papà mi avreste creduto... e poi, l'esistenza del Mondo Digitale sarebbe dovuta rimanere un segreto, finchè non fosse stato inevitabile... e, purtroppo, abbiamo ancora un problema da risolvere..."

Sollevando lo sguardo verso il figlio, e asciugandosi gli occhi con una mano, Mia Ichijouji rispose con la pacatezza che le era propria. "Non ti scusare, Ken... capisco che siano accaduti degli eventi al di fuori del vostro controllo, e che non abbiate avuto scelta... ora, sono semplicemente felice che tu e i tuoi amici stiate bene."

"Grazie, mamma." rispose Ken con un lieve sorriso. La signora Ichijouji si chinò poi su Minomon, ancora in braccio a Ken, e gli accarezzò la testa.

"Ti ringrazio, Minomon, per aver aiutato Ken in questa impresa." disse dolcemente. Il piccolo Digimon insetto tentò di schermirsi. "Ho solo cercato di fare il mio dovere, signora..."

"E lo hai fatto, amico mio. In maniera egregia." aggiunse Ken, abbassando lo sguardo per parlargli meglio. Poi, Ken si voltò leggermente verso Derek e gli fece cenno di entrare. "Oh, e a proposito, mamma... vorrei presentarti uno dei quattro ragazzi stranieri che ci hanno aiutato a DigiWorld... si chiama Derek Russell, e viene dall'Australia."

Il Digiprescelto dell'Adattabilità entrò in casa Ichijouji dopo essersi tolto le scarpe, fece uscire Crabmon dallo zaino (sorbendosi ovviamente le proteste del granchio gigante per aver dovuto viaggiare in uno zaino sotto il sole estivo...) e fece un inchino in perfetto stile nipponico. "Piacere di conoscerla, signora Ichijouji, e mi dispiace di non poter fare la vostra conoscenza in circostanze più favorevoli..."

"Altrettanto vale per me!" rispose Crabmon, strappando un sorriso a madre e figlio con la sua voce burbera.

Mia ricambiò l'inchino. "E' un piacere anche per me, e sono felice di vedere che Ken si sta facendo amici come voi. Grazie di cuore." Poi, dopo essersi rimessa in posizione eretta: "Ora, per quanto riguarda quel problema di cui tu mi parlavi appena adesso, Ken... è qualcosa per cui vi posso dare una mano? Credetemi, sarei felice di poterlo fare, nel limite delle mie possibilità..."

Ken prese un respiro profondo. "In effetti... è una questione che ci riguarda da vicino. Riguarda, per quanto possa sembrarti incredibile, quel collega di papà... il signor Yukio Oikawa, ti ricordi?"

La signora Ichijouji ci pensò su un attimo. Ma certo! Quello stesso Yukio Oikawa che aveva iniziato ad andarli a trovare pochi mesi dopo la scomparsa di Osamu... quello stesso individuo dal volto scarno e pallido, dall'onnipresente impermeabile viola che sembrava non socializzare quasi con nessuno... ma in che modo un uomo del genere poteva essere collegato al Mondo Digitale e ai problemi che lo affliggevano?

"Sì, ho presente di chi stai parlando... ma purtroppo non so molto di lui. Ci siamo incontrati al funerale di Osamu..." la voce della donna si incupì al triste ricordo. "E ha iniziato a frequentarci soltanto qualche mese dopo, dopo il tuo decimo compleanno..."

"Ah. Quindi lo avete visto diverse volte prima d'ora..." commentò Derek. Mia assentì con il capo. "Sì, però... un pò di tempo dopo, ha cominciato a venire sempre meno spesso... l'ultima volta è stato almeno dieci mesi fa... e anche al lavoro, stando a quanto mi ha detto mio marito, è diventato sempre più scostante e asociale. Il motivo non lo sappiamo..."

Ken stava riflettendo attentamente sulla spiegazione data da sua madre. Il suo decimo compleanno? Una lampadina si accese in testa al Digiprescelto della Bontà: era più o meno quella l'età che aveva nella sequenza onirica che aveva visto tempo prima, a DigiWorld! E poi, quel misterioso Digimon che lui e Ryo avevano sconfitto, e si era trasformato in quelle strane sfere nere... forse che una di quelle fosse il famigerato Dark Seed? Certo, erano soltanto ipotesi...

...ma improvvisamente gli sembrava che i pezzi del puzzle iniziassero a combaciare... forse quel Yukio Oikawa aveva manipolato gli eventi molto più di quanto potesse sembrare...

A casa Hida, era in corso una discussione molto simile tra i membri della famiglia e la loro piccola ospite messicana, che Chikara e la signora Hida avevano accolto con la stessa disponibilità degli altri. Iori, con Upamon sulle ginocchia, aveva appena finito di raccontare a sua mamma e a suo nonno come erano andate le cose, a cominciare da quel fatidico primo giorno di scuola, almeno quattro mesi prima, e come lui e la sua amica Miyako erano diventati Digiprescelti, avevano trovato i loro Digimental, e avevano dovuto combattere contro i Digimon malvagi che minavano la pace nel Mondo Digitale. Seduti attorno al tavolo del soggiorno, Chikara, la signora Hida, Rosa e Gotsumon ascoltavano intenti il racconto del giovane Digiprescelto.

"E così, grazie all'idea di Koushiro-san, abbiamo potuto tornare a casa... anche se purtroppo abbiamo ancora dei problemi in sospeso. Mamma, nonno, mi dispiace di avervi fatto preoccupare e di non avervi detto subito la verità su quanto stava accadendo."

Il vecchio Chikara mise una mano sulla spalla del nipote per rincuorarlo. "Non ti preoccupare di questo, figliolo. E' vero che hai nascosto la verità, ma l'hai fatto a fin di bene, e questo è quello che conta. Sappi che tua madre e io siamo orgogliosi di te. In questo viaggio hai imparato molto e hai dato prova di maturità e saggezza. Non possiamo che complimentarci con te."

"Tuo nonno ha ragione, Iori-chan..." rispose la signora Hida, alzandosi dal suo posto e ponendosi a fianco del figlio. "Siamo orgogliosi di quanto tu e i tuoi amici avete fatto, e di quanto tu sia cresciuto."

"Ehm... vi ringrazio..." rispose Iori con umiltà. "Ma penso che la maggior parte dei ringraziamenti vadano ad Upamon... in fondo, è stato lui a proteggermi e a combattere per noi in questo periodo..."

"Sei troppo modesto, Iori!" protestò scherzosamente il piccolo Digimon. "Io ho combattuto, certo, ma sei stato tu a darmi la forza di cui avevo bisogno per farlo! Ricordati che, come per tutti i Digiprescelti e i loro compagni, noi siamo una squadra!"

Iori abbozzò un sorriso vedendo sua madre che, con aria divertita, faceva una carezza al piccolo Digimon sferico, ringraziando caldamente per quanto aveva fatto per suo figlio. Anche Rosa, che pure non sembrava troppo divertita all'idea di dover stare in quella famiglia, stava sorridendo, sinceramente toccata dall'affetto che in essa abbondava, nonostante l'aria formale che avevano. Forse, stava pensando, non era stato poi così male finire con quel suo quasi-coetaneo apparentemente così serio e monotono.

Chikara si schiarì la voce, richiamando l'attenzione dei presenti. "Ehm... scusatemi, ma a questo punto credo di dover dire qualcosa su quell'uomo che Iori-chan ha nominato... il signor Yukio Oikawa."

"Ne sa qualcosa, senor Chikara?" chiese Rosa, voltandosi di scatto verso l'anziano signore. "Iori ci aveva detto di aver già sentito questo nome..."

"Infatti." rispose la signora Hida, volgendo il suo sguardo alla ragazzina messicana. "Yukio Oikawa era un grande amico d'infanzia di mio marito Hiroki, il papà di Iori e il figlio del signor Chikara... so che quando erano bambini, mio marito e il signor Oikawa erano inseparabili."

"E' così, figliola..." rispose Chikara, il volto segnato dall'età e da un'ombra di tristezza mentre ripensava a quel periodo. Poi, iniziò a parlare ai due bambini e ai loro Digimon. "Vedete, Yukio era sempre stato un ragazzino molto solo e triste, e tutti gli altri bambini della sua età lo evitavano o lo prendevano in giro... tranne Hiroki, che passava con lui molto tempo ed era praticamente il suo unico amico. Facevano sempre un sacco di cose assieme... tra cui giocare con il loro computer. Non so i dettagli precisi, ma un giorno, Yukio e Hiroki iniziarono a parlare di uno strano mondo con il quale erano venuti in contatto tramite il computer e nel quale sarebbero voluti andare... una dimensione chiamata Mondo Digitale."

Rosa sobbalzò sulla sedia, e anche Iori sgranò gli occhi incredulo. "Mondo Digitale? Lo... lo stesso dal quale siamo tornati, per caso?" chiese la messicana.

"Sì, probabilmente è proprio quello..." rispose Chikara, annuendo lentamente. "Al sentirli dire queste cose, temetti che i loro giochi avessero dato loro troppo alla testa, e così proibii loro di continuare a giocarci. Ciò nonostante, mio figlio e Yukio rimasero grandi amici, continuarono a passare molto tempo insieme man mano che gli anni passavano, e le loro vite prendevano strade diverse. Mio figlio divenne un agente di polizia, e Yukio iniziò a lavorare per una ditta di software. Poi, quasi quattro anni fa... Hiroki perse la vita in servizio." Il vecchio chinò il capo, la tristezza per la perdita del figlio si faceva ancora sentire dopo tanto tempo.

L'aria sbarazzina di Rosa e Gotsumon sparì immediatamente, rimpiazzata dal cordoglio. "F... fatal... io... non sapevo..." si scusò la più giovane dei Digiprescelti, mettendosi una mano davanti alla bocca. Iori le fece cenno di non preoccuparsi, prima che sua madre proseguisse il racconto.

"Da... da quando mio marito se n'è andato..." raccontò, dopo aver fatto uscire la propria angoscia in un sospiro. "...non abbiamo più saputo niente del signor Oikawa, se non qualche voce secondo cui si sarebbe ritirato ancora di più in sè stesso, e avrebbe iniziato a lavorare ad un progetto... un progetto che gli avrebbe consentito di esplorare una nuova dimensione... sulle prime non ci ho fatto caso, temevo che il poveretto avesse perso la ragione per la scomparsa del suo amico... ma dopo quello che mi hai raccontato tu, Iori, comincio a pensare che in tutto questo ci fosse qualche frammento di verità... forse, il signor Oikawa ha davvero trovato il modo di raggiungere il Mondo Digitale... anche se questo ha significato collaborare con elementi poco raccomandabili..."

"Sì... capisco..." rispose Iori, che già aveva fatto i dovuti collegamenti tra quanto stava accadendo. Prima Arukenimon e Mummymon... poi Daemon e Phantomon... gli faceva girare la testa pensare che tutto questo era stato causato, molto probabilmente, dalla mano di un singolo. Certo, riusciva a capire lo sconforto e la tristezza di quell'uomo, e non se la sentiva di biasimarlo... ma questo non toglieva che, sperabilmente senza rendersene conto, Oikawa avesse provocato il caos nel Mondo Digitale e ne stesse distruggendo l'equilibrio.

Bisognava trovare un modo di rintracciare Oikawa e indurlo alla ragione... prima che fosse troppo tardi... e ammesso che non fosse già troppo tardi...

In una zona desertica del Mondo Digitale, un Digiport solitario si attivò improvvisamente, emanando l'ormai familiare raggio di luce bianca che contraddistingueva l'apertura di un portale. Con un lieve sibilo, numerose figure ben conosciute iniziarono a materializzarsi davanti allo schermo: i sei membri più anziani dei Digiprescelti di Odaiba, e i loro fedeli partner, immediatamente seguiti da sette Digimon a loro familiari: Leomon, Ogremon, Piximon, Andromon, Centarumon, Meramon e Digitamamon. Uno alla volta, tutti i protettori del Mondo Digitale atterrarono sul terreno sabbioso del settore desertico nel quale avevano già da tempo individuato la base di Mephistomon.

Taichi scosse la testa per schiarirsela, poi si diede un'occhiata in giro per rendersi conto di dove si trovavano: era un'immensa distesa di sabbia scura, spazzata da un vento innaturalmente gelido che di tanto in tanto sollevava dei piccoli vortici, e sormontata da un cielo malato, invaso da nubi nere percorse da lampi rossastri e violacei. Stranamente, o forse non tanto stranamente, il Digiprescelto del Coraggio non riuscì a vedere nessuna Dark Tower in giro. Tuttavia, la presenza del male continuava ad aleggiare su quel settore, distorcendolo e rendendolo inospitale. Non c'era dubbio. Erano finiti nel settore giusto.

Il ragazzo si volse indietro per vedere se i suoi amici e compagni erano passati attraverso il Digiport. "Hey, ragazzi, ci siete tutti, là dietro? Manca qualcuno?"

"Mi sembra di no... gli ultimi stanno uscendo proprio ora dal Digiport." rispose Sora, voltandosi a sua volta per vedere Centarumon e Meramon apparire dallo schermo televisivo dietro di loro. Yamato contò rapidamente le presenze: erano loro sei, i loro sei compagni, e altri sette Digimon...

"Sì, Taichi, siamo tutti presenti... e prima che tu ce lo chieda, siamo anche tutti pronti." rispose il Digiprescelto dell'Amicizia, guardandosi intorno e leggendo la risposta alla domanda implicita di Taichi sui volti di Jyou, Mimi e Koushiro, oltre che sui quelli degli altri Digimon presenti. "Ora siamo nel settore dove si è svolta la battaglia con Chimeramon, giusto?"

Taichi annuì seriamente. "Sì... ed è qui che troveremo la base di Mephistomon e metteremo fine per sempre ai suoi piani. So che non sarà facile sconfiggerlo, ma ora che siamo uniti e siamo riusciti ad isolarlo, so anche che ce la possiamo fare.

"Ormai non può più animare Dark Towers, e i suoi servi lo hanno abbandonato. Questo lo pone in netto svantaggio." proseguì Tentomon con il suo tono neutrale. "Tuttavia, continuo a temere che abbia qualche asso nella manica. Pare quasi che ci stia invitando ad andarlo a prendere nella sua tana."

"E' probabile che sia una trappola, in effetti..." commentò Leomon, scrutando l'orizzonte per assicurarsi che non ci fossero pericoli in vista. "Ma non c'è altro modo, a questo punto, che andare a sfidare Mephistomon direttamente. Qualsiasi cosa abbia in mente, la affronteremo."

In effetti, tutti i ragazzi e i loro compagni avevano in mente lo stesso sospetto: erano convinti che Mephistomon avrebbe rivelato la sua forma originale, Apocalymon, per affrontarli e riprendere la distruzione di entrambi i mondi. Ma, in ogni caso, non si poteva più tornare indietro, giunti a quel punto. Si trattava semplicemente di andare là e fare del proprio meglio.

"Ascoltate, ragazzi, Leomon ha ragione. Ormai siamo nel ballo, e qualsiasi cosa aggiungiamo sarebbe superflua." esclamò Sora, mentre si proteggeva gli occhi da una scarica di sabbia. "Mettiamo da parte le titubanze, e mettiamoci all'opera. Il futuro di DigiWorld, e anche del nostro mondo, dipende da noi."

"Ben detto, Sora!" cinguettò Biyomon, alzando un'ala in segno di approvazione. Con timidi sorrisi e cenni di incoraggiamento, i sei ragazzi, i loro partner e i loro sette amici digitali, si prepararono, disponendosi in un gruppo compatto, e iniziarono il loro cammino, faticando per avanzare controvento, nella direzione in cui sapevano essere la base del loro nemico giurato. I loro cuori accelerarono lievemente all'idea dello scontro in avvicinamento, ma la paura era ampiamente compensata dalla coscienza della loro missione e dalla fiducia reciproca.

"Hey, Sora! Non sapevo che tu avessi la stoffa della leader!" esclamò allegramente Taichi. Lui e Yamato stavano camminando a fianco della loro amica dai capelli arancioni, e i loro Digimon erano dietro di loro per proteggersi dalla sabbia pungente. "Un discorso semplice, diretto e convincente!"

Sora gli sorrise di rimando... quello stesso sorriso che riusciva sempre a far girare la testa al ragazzo e fargli sentire le gambe molli! "Beh... quello che avresti fatto tu, no?"

Taichi guardò nuovamente davanti a sè, cercando di nascondere il rossore che aveva iniziato ad apparirgli sul viso. "Ehm... sì, insomma... più o meno... hehehee... Ehm, va bene, concentriamoci sulla missione...". Sora alzò leggermente gli occhi al cielo, senza perdere il sorriso. Certo che Taichi rimaneva un tale imbranato certe volte...

Anche Yamato, che camminava al fianco destro di Taichi, non riuscì a trattenere un lieve sorriso... un sorriso segnato però da una lieve malinconia. Si rendeva bene conto, come del resto tutti gli altri ragazzi, del legame che c'era tra i Digiprescelti del Coraggio e dell'Amore... e sentiva che tale rapporto era in procinto di prendere una certa strada. La cosa lo rendeva felice per i suoi amici... ma c'era sempre quel lieve dolore nel petto al vederli così uniti...

Il Digiprescelto dell'Amicizia alzò le spalle, scacciando quel sentimento di tristezza. "Beh, non sempre le cose vanno come noi vogliamo..."

"Yamato..." mormorò Gabumon, che seguiva a ruota il terzetto di amici. Sentendo quanto aveva detto il suo amico impellicciato, Agumon volse il suo sguardo preoccupato verso di lui.

"Hey, Gabumon, qualche problema? A me sembra che Yamato stia bene..." disse il piccolo dinosauro, osservando il ragazzo biondo procedere con la stessa andatura che lui ricordava. Il rettile travestito da cane sospirò prima di rispondere. "Sì, sì, nessun problema da quel punto di vista... solo che... vedendo quanto sono uniti Taichi e Sora, ecco... sai com'è..."

Agumon guardò di nuovo prima Yamato, poi il suo partner umano e la sua migliore amica, e sbattè le palpebre con aria interrogativa. "Mah... sinceramente no... perchè, Taichi e Sora hanno qualcosa che non va?"

Gabumon sospirò di nuovo, lasciandosi scendere una goccia di sudore lungo la testa, mentre Biyomon scuoteva la testa desolata. "Ho capito, lasciamo perdere..."

Palmon, appena dietro, non riuscì a trattenere una risatina. "Hey, Mimi-chan, che te ne pare? I ragazzi..." si interruppe, lasciando che la sua partner dai capelli rosa proseguisse.

"...rimangono pur sempre ragazzi!" Mimi completò la frase ridacchiando a sua volta.

Tempo dopo, nel Mondo Reale...

Il pomeriggio era passato in fretta per gli abitanti di Odaiba. Per alcuni di loro, fin troppo in fretta, stava riflettendo Hikari Yagami, mentre, assieme a Gatomon, guardava sconsolata fuori dalla finestra di casa sua, osservando distratta il traffico che scorreva lungo le vie del quartiere residenziale. Non appena tornati nel Mondo Reale, i ragazzi e i loro Digimon avevano immediatamente iniziato a cercare quante più informazioni possibili su quel nome misterioso che era chiaramente legato a tanti avvenimenti, tenendosi aggiornati per telefono sugli ultimi sviluppi. Iori e Rosa avevano parlato della vecchia amicizia tra Hiroki, il padre di Iori, e Oikawa stesso, menzionando soprattutto i contatti che avevano avuto da ragazzi con il Mondo Digitale, mentre Ken e Derek avevano menzionato il fatto che Oikawa, per qualche motivo, fosse stato particolarmente vicino alla famiglia Ichijouji per un certo periodo dopo la scomparsa di Osamu. Erano emersi un bel pò di elementi che definire coincidenze sarebbe stato assurdo, e si presentava ora la necessità di contattare il diretto interessato e assicurarsi che non facesse nulla di irreparabile...

Il problema era che Oikawa, quel giorno, sembrava essersi reso irreperibile. Contattato al lavoro, Takuma Ichijouji aveva detto che Oikawa non si era mai presentato in ditta... e Ken stesso, provando a chiamare l'uomo a casa sua (non era stato difficile trovare il suo nome sull'elenco telefonico), non era riuscito a trovare nessuno. Iori e Miyako avevano provato a fare visita ad Oikawa direttamente a casa sua, ma nessuno aveva risposto alla loro chiamata. L'uomo sembrava essersi volatilizzato, e Hikari temeva che questo volesse dire che qualcosa di terribile era già accaduto.

"Hey, Hikari, tirati su un pò!" cercò di incoraggiarla Gatomon. "Sai bene che quel tipo non può essere entrato nel Mondo Digitale. Digivice o meno, non è un Digiprescelto, quindi..."

La ragazzina, con un sospiro sconsolato, allungò una mano verso la sua amica digitale e la accarezzò, dando nel contempo un'occhiata al suo orologio, che in quel momento segnava le cinque meno un quarto del pomeriggio. "Lo so, Gatomon... ma non posso fare a meno di chiedermi cosa ci possa essere dietro a tutto questo... se non riusciamo a trovare Oikawa e a parlarci, non risolveremo mai niente..."

I pensieri della prescelta della Luce furono interrotti dall'acuto squillo del telefono di casa Yagami, che la fece scattare dal suo posto per andare a rispondere, con la speranza che si trattasse finalmente di buone notizie. Prima che lei e Gatomon potessero alzare la cornetta, la signora Yagami, fino a quel momento impegnata in cucina, era già arrivata al telefono, e aveva risposto per lei.

"Pronto?" rispose Yuuko. "Ah, Takeru-chan, sei tu... sì... sì, Hikari è qui, te la passo subito... si tratta di problemi con... ah, sì, capisco... nessun problema, ciao, Takeru-chan...". Voltandosi verso la figlia minore, la donna le porse la cornetta, senza nascondere una certa apprensione dipinta sul volto. "E' Takeru... pare che ci siano problemi, anche se non ho capito bene di che tipo..."

"Grazie, mamma..." rispose Hikari, ricevendo la cornetta e iniziando a parlare al suo amico. "Pronto? Takeru-kun, dimmi! Cosa sta succedendo, ci sono problemi?"

"Purtroppo sì..."rispose la voce del ragazzino dai capelli biondi, intrisa di un'ansia che non gli era propria. "Ho appena fatto un controllo con il mio computer, e ho scoperto che nei pressi della Highton View Terrace si sta accumulando una grande quantità di dati, e che non è impossibile che presto in quella zona si apra un Digiport come è successo otto anni fa! Temo che fosse quello il piano di Oikawa... in qualche modo, entrerà nel Mondo Digitale sfruttando quel passaggio!". Al fianco di Hikari, Gatomon, il cui udito acuto le aveva permesso di sentire ogni parola, corrugò la fronte incredula.

Hikari spalancò gli occhi, e un brivido freddo le percorse la spina dorsale. "Che... che cosa? Ma... ma com'è possibile... se non è un Digiprescelto, come fa a passare per un Digiport?"

"E' quello che mi sto chiedendo anch'io! Ma ora la cosa non ha importanza, dobbiamo recarci alla Highton View Terrace il prima possibile, e capire cosa sta succedendo. Ho già fatto un giro di telefonate a Daisuke, Miyako, Iori e Ken, e tutti hanno detto che saranno là il prima possibile. Ti ho chiamato per chiederti di venire anche tu, e portarti dietro Gatomon. Ci vediamo alla Highton View Terrace tra poco, okay?"

Hikari annuì. "Va bene, Takeru-kun... aspettaci, saremo lì in men che non si dica!"

Con queste parole, la chiamata si interruppe, e Hikari riagganciò il telefono in fretta e furia, rispondendo alla domanda che stava per farle la madre prima ancora che lei iniziasse a parlare.

"Mamma, mi dispiace... ma c'è un emergenza, e devo andare. Ti prometto che tornerò non appena tutto questo sarà finito, e spero finisca presto..." disse la prescelta della Luce, incrociando lo sguardo ansioso della signora Yagami, che rispose mettendole le mani sulle spalle e guardandola con orgoglio rattristato.

"Sì... capisco, Hikari..." mormorò la giovane donna, con un lieve sorriso sulle labbra. "Mi raccomando, stai attenta... e torna sana e salva! Anche tu, Gatomon... e ti prego, proteggi la mia bambina quanto più ti è possibile!"

"Non mancherò. Farò il mio dovere come sua partner." rispose la gattina, alzando lo sguardo verso la signora Yagami.

"Stai tranquilla, mamma... torneremo presto, e allora sì che sarà tutto finito!" confermò Hikari con un sorriso incoraggiante, andando a prendere il suo Digivice sul tavolo del soggiorno e preparandosi mentalmente alla nuova avventura che la aspettava...

"Finalmente ci siamo, ragazzi..." esclamò Taichi, dando un'occhiata con il suo cannocchiale. "Abbiamo trovato la base di Mephistomon!"

Nel Mondo Digitale, la fortezza semidistrutta dell'Imperatore era ormai entrata nel campo visivo dei Digiprescelti, e il gruppo di ragazzi e Digimon aveva iniziato a marciare con decisione verso di essa, pronto ad affrontare di petto l'ultima resistenza della reincarnazione di Apocalymon. Tuttavia, anche il loro nemico era cosciente del loro arrivo, e aveva tutta l'intenzione di accoglierli degnamente...

"Finalmente vi fate vedere, bambini prescelti... ce ne avete messo, di tempo!"

Nella sala comandi dell' ex-fortezza volante dell'Imperatore, Mephistomon sogghignò sadicamente quando i sei ragazzi e i sei Digimon con i quali aveva un conto da regolare apparvero sullo schermo del suo mainframe. Con un brivido di eccitazione per lo scontro che stava per iniziare, il demone caprino allargò la visuale con la pressione di un pulsante, inquadrando anche i sette Digimon che viaggiavano assieme al gruppo. Un grugnito derisorio uscì dalla sua gola quando vide di chi si trattava. "Leomon, Ogremon, Andromon... nessuno di loro è alla mia altezza, ormai. Non saranno un fattore rilevante in questo scontro decisivo. Quelli, piuttosto, di cui mi devo davvero preoccupare sono quei due..."

Mephistomon fece uno zoom su Taichi e Yamato, che stavano camminando fianco a fianco, scambiandosi qualche battuta tra amici. Il demone ridusse gli occhi ad una fessura, ricordando come quei due fossero gli unici del gruppo ad aver fatto raggiungere il livello Mega ai loro compagni. Avrebbe dovuto stare attento soprattutto a quel WarGreymon e a quel MetalGarurumon... tutti gli altri erano trascurabili.

Deciso finalmente a concludere la faccenda di tre anni prima, la reincarnazione di Apocalymon aprì le ali, sollevandosi in aria con un rapido scatto, e volò al centro della stanza, permettendo a tutte le energie oscure che aveva accumulato di rompere gli argini e circolare liberamente all'interno del suo corpo. Immediatamente, la sua pelle venne percorsa da delle ondate di energia nera che misero in risalto i potenti muscoli, e fasci di luce violacea iniziarono a scaturire dai suoi occhi e dalla sua bocca, riempiendo la sala di una terrificante luminescenza. Con un ruggito mostruoso, Mephistomon aprì le braccia, e la semplice energia liberata dal gesto fu sufficiente a far saltare diverse console e interfacce. Una colonna di oscurità avvolse il suo corpo, e attorno ad essa iniziarono a danzare fuochi fatui anch'essi violacei, mentre sul pavimento d'acciaio cominciavano ad apparire profondi solchi. Un terremoto in miniatura stava distruggendo la sala comandi!

Finalmente, l'energia negativa giunse al culmine, circondando Mephistomon di un'aura di pura oscurità, mentre una sensazione di potenza indicibile si impadroniva della creatura malvagia. Mephistomon stava digievolvendo!

"Sì... SI'! FUNZIONA! Il mio potere è stato ripristinato! Che le tenebre dell'Apocalisse scendano dunque su entrambi i mondi! MEPHISTOMON... ANKOKU SHINKA..."

"Aspettate!" esclamò Koushiro, bloccandosi di scatto e guardando la fortezza abbattuta che giaceva ormai poche decine di metri di distanza dal gruppo dei bambini prescelti. "Sta... sta succedendo qualcosa!"

Non appena il Digiprescelto della Conoscenza ebbe finito di pronunciare la frase, una colonna di tenebre partì ruggendo dalla sommità della fortezza e salì fino a quella bizzarra parodia di un cielo che sovrastava il deserto sabbioso, proiettando ombre violacee sul terreno. Mimi urlò spaventata quando una pioggia di detriti cadde ad appena un metro di distanza dal gruppo, che si ritirò allarmato. Mentre Taichi e i suoi compagni allungavano istintivamente le mani verso i Digivice, altri raggi di luce nera sfondarono le pareti della fortezza, nella quale stavano cominciando ad apparire delle pericolose crepe. Un terremoto improvviso fece perdere l'equilibrio ai membri del gruppo, che subito tentarono disperatamente di rimettersi in piedi.

"Non... non mi piace per niente... Qualcosa è andato storto!" esclamò Gomamon, tenendosi stretto alla gamba di Jyou.

"Attenzione. Rilevo forte quantità di energia negativa." disse Andromon, la voce monotona per la prima volta incrinata dalla paura. "Calcolo preciso impossibile. Qualcosa di estremamente potente è in avvicinamento!"

"E' questo che ci stavi preparando... eh, Mephistomon?" ringhiò Taichi, i cui occhi colsero in quel momento una sfera di oscurità pulsante dietro le pareti ormai semidistrutte della base. Per qualche secondo, i raggi di energia negativa continuarono ad uscire dalle pareti della fortezza ormai semidistrutta... poi, davanti al gruppo ammutolito dallo sgomento, la fortezza si spezzò in due con un CRACK spaventoso!

"Oddio... e quello cosa... Non è Apocalymon!" balbettò Mimi terrorizzata, indicando la cosa che stava emergendo dalla carcassa della base aerea. Come un'aberrazione da un uovo mostruoso, un orrore colossale, pulsante di luce nera, si fece largo tra le due metà della fortezza, gettandole di lato ridotte ad irriconoscibili ammassi di calcinacci e acciaio lacerato. Era una immensa creatura vagamente simile ad un centauro, con la metà inferiore di un quadrupede e quella superiore di un umanoide, ed era talmente grande che persino Garudamon le sarebbe arrivata a malapena al torace. La metà animale apparteneva ad una non meglio identificata belva carnivora, sorretta da quattro corte ma robuste zampe con tre artigli ciascuna e ricoperta da una folta pelliccia del colore del sangue umano. Una lunga coda a frusta si agitava incessantemente dietro di essa, e due ali ricoperte di piume nere si dipartivano dalla sua spina dorsale. La parte umanoide sembrava relativamente piccola ed esile, con il torso e le spalle ricoperti da una corazza grigio-nera, adornata con strani simboli gialli. Le sue braccia erano esageratamente lunghe, come quelle di Mephistomon, e terminavano in tre artigli lunghi come spade e altrettanto affilati. Una testa dal muso allungato, con gli stessi occhi rossi come il fuoco di Mephistomon e un paio di lunghe corna ricurve, completava la descrizione dell'abominio, ma il particolare più orribile era una seconda bocca, sbavante e piena di zanne, inserita tra le zampe anteriori della creatura. Aggiungendo anche le scie violacee di energia negativa che circondavano il suo corpo, era veramente una visione da incubo. La forma Mega di Mephistomon (perchè di altro non poteva trattarsi) pestò una delle sue zampe artigliate sul terreno, provocando una breve scossa tellurica, gettò indietro la testa e alzò le braccia al cielo, ululando di folle gioia per la nuova sensazione di potenza che la pervadeva.

"...GALFMON!"

BlackWarGreymon sorrise cupamente mentre abbatteva i suoi artigli sull'ennesima Dark Tower, spaccandola alla base e facendola crollare al suolo in un diluvio di frammenti di granito nero. I resti dell'obelisco di controllo si dissolsero all'istante, e il Mega artificiale si rilassò, facendo scendere le braccia corazzate lungo i fianchi e scrutando i picchi innevati attorno a sè. Una scrupolosa occhiata gli fece capire che ormai non rimanevano più Dark Towers nel raggio di diversi chilometri: un altro settore era sgombro dalla loro influenza nefasta. Soddisfatto per il suo lavoro, BlackWarGreymon aprì le ali, con tutta l'intenzione di andare ad abbattere le torri nere in un altra zona...

...quando un'improvvisa sensazione di gelo e oscurità lo costrinse a trattenere il respiro. I suoi sensi acuti avevano percepito una incredibile concentrazione di energia delle tenebre, abbastanza grande da mettere l'intero Mondo Digitale in immediato pericolo! Allarmato, BlackWarGreymon voltò la testa nella direzione da cui proveniva quella strana sensazione... e strinse gli occhi quando si rese conto di cosa si trattava.

"Mephistomon..." ringhiò il Mega artificiale, quasi sputando fuori il nome del Digimon che aveva cercato di usarlo come uno strumento di distruzione. "Hai dunque deciso di proseguire nel tuo folle piano distruttivo... Ora più che mai me ne rendo conto: sei tu colui che devo sconfiggere... finchè sarai in circolazione, io non potrò mai trovare la pace... e questo mondo sarà sempre in pericolo."

BlackWarGreymon si piegò leggermente sulle gambe, strinse i pugni e spiccò un balzo altissimo, librandosi tra le rocce imbiancate dalla neve con un'agilità insospettabile per una creatura così massiccia. Concentrandosi per un attimo, il dinosauro nero riuscì a stimare la distanza che lo separava dall'emanazione di energia... non era a molti settori... volando a quella velocità, avrebbe potuto raggiungerla in qualche minuto... Con rinnovata determinazione, BlackWarGreymon accelerò, ansioso di chiudere i conti una volta per tutte con il suo creatore.

"Ora non ti temo più, Mephistomon. Ora sono libero, e cosciente di me stesso e della mia strada... posso affrontarti, e questa volta non ti risparmierò!"

Di ritorno nel Mondo Reale...

Nel quartiere di Odaiba, un'automobile grigia si fermò vicino ad un ponte pedonale, nei pressi della Highton View Terrace, e due delle sue portiere si aprirono di scatto, facendo scendere Ken e Derek, Digimon in braccio ed entrambi piuttosto agitati. Il Digiprescelto della Bontà si prese un attimo di tempo per ringraziare la persona al volante. "Mamma, ti ringrazio... se non ci avessi dato questo passaggio, non saremmo mai riusciti ad arrivare in tempo..."

"Grazie anche da parte mia, signora Ichijouji..." fece eco Derek. Mia Ichijouji rispose con un cenno d'assenso, per poi indicare il gruppo di ragazzi che si era già radunato vicino ai giardini. "Di niente, ragazzi... ora raggiungete i vostri amici... e mi raccomando, state attenti!"

"Certamente." rispose Ken con un lieve sorriso, chiudendo la portiera e dirigendosi dai suoi amici assieme al Digiprescelto australiano. "Ragazzi! Mi scuso per il ritardo, ma abbiamo cercato di arrivare il prima possibile."

"Nessun problema, Ken... Ora, vediamo di capire cosa sta succedendo, e scoprire questo Digiport prima che sia troppo tardi!" propose Takeru, iniziando a guardarsi attorno in cerca di qualunque segno sospetto. I D-3 e i Digivice di tutto il gruppo si erano attivati, e stavano emettendo un segnale acustico costante, chiaramente reagendo alla presenza di un passaggio dal Mondo Reale a quello Digitale. E fu proprio questo fatto a dare a Patamon un'idea.

"Forse seguendo questo segnale... qualcosa riusciremo a trovare!" propose il piccolo mammifero alato.

Takeru fece un cenno affermativo, iniziando a muoversi nella direzione dei giardini. "Sì, probabilmente è la cosa migliore... ecco, ragazzi, ora il segnale è più forte! In quella direzione!" esclamò, indicando una stradina pedonale che si addentrava nei giardini pubblici, e notando che il segnale dei Digivice si stava intensificando. In men che non si dica, l'intero gruppo iniziò a correre in quella direzione, passando a fianco delle poche persone in giro per la Terrace quel pomeriggio, basandosi sulle reazioni dei Digivice per trovare la strada. In breve, arrivarono nella zona più interna dei giardini pubblici, un grande spiazzo verde decorato con una fontana, un laghetto con le carpe e diversi lampioni in perfetto stile orientale. Ma ciò che attirò subito l'attenzione dei ragazzi furono le tre figure in piedi vicino alla fontana, due delle quali erano fin troppo familiari ai bambini prescelti...

"Ci siamo, ragazzi! Quelli sono Arukenimon e Mummymon!" esclamò Daisuke, puntando il dito contro la donna vestita di rosso e l'uomo vestito di blu. I due Digimon travestiti da esseri umani, colti di sorpresa da quella voce che non si aspettavano di risentire ancora (almeno, non così presto), alzarono lo sguardo, facendo una faccia irritata non appena il gruppetto di amici entrò nel loro campo visivo. C'era da immaginarselo. Proprio quando tutto sembrava andare a gonfie vele, ecco che arrivava qualche seccatura.

"Voi... voi qui?" esclamò Arukenimon, visibilmente irritata. "Non riuscite proprio a starvene buoni e zitti mentre noi facciamo quello che dobbiamo, eh?"

Miyako avanzò spavaldamente, mettendosi davanti al gruppo dei suoi amici. "No, se quello che dovete fare comporta mettere in pericolo il Mondo Digitale! Ora ci dovete delle spiegazioni, voi due? Chi siete davvero, e qual è il vostro ruolo in tutto questo?"

A rispondere fu una terza figura, in piedi accanto ai due Digimon artificiali, che i ragazzi, tranne Iori e Ken, quasi non avevano notato, sulle prime: un uomo alto e magro, dall'aspetto piuttosto trascurato ed inquietante, vestito di una leggera camicia nera con eleganti pantaloni lunghi e scarpe dello stesso colore, il cui volto stranamente pallido, e segnato già da qualche ruga nonostante l'età relativamente giovane, era incorniciato da capelli neri piuttosto lunghi. Un paio di piccoli occhi luccicanti si posarono sul gruppo dei ragazzi prescelti, osservandoli con sguardo indagatore, e attirando su di sè l'attenzione di Miyako. Non ci voleva molto a capire di chi si trattasse...

"Oikawa-san..." mormorò Ken, riconoscendo per primo il misterioso individuo. Era passato quasi un anno dall'ultima volta che l'aveva visto, ma non era cambiato granchè. La stessa figura allampanata, lo stesso sguardo che a tratti sembrava vagare da qualche altra parte... persino il modo di vestire non era minimamente cambiato. Tuttavia, ora l'uomo aveva un congegno nero fin troppo familiare, ben stretto nella mano destra.

"Ragazzi, guardate!" esclamò DemiVeemon. "Quello... non è il Digivice che abbiamo trovato dopo aver sconfitto Daemon?"

Per qulche secondo ancora, Oikawa rimase in silenzio, osservando i Digiprescelti e i loro compagni con freddo occhio calcolatore. Poi, sul suo volto pallido si dipinse un sorriso, mezzo di gioia, mezzo di sufficienza. "E così, alla fine mi avete trovato, Digiprescelti... non credevo che sareste riusciti ad arrivare fino a me e a trovarmi proprio in questo momento, ma ormai non ha più importanza... il mio sogno sta per realizzarsi, e non sarete voi ad impedirmelo!"

Iori si fece avanti, guardando negli occhi il vecchio amico di suo padre, e prendendo fiato per organizzare il discorso. Quando parlò, la sua voce era calma ma ferma, intenta a condurre l'uomo alla ragione. "Oikawa-san... la prego, mi ascolti. Forse lei sa che io sono il figlio del suo amico Hiroki... il mio nome è Iori. Le chiedo solo di prestarmi attenzione un secondo."

L'espressione dell'uomo si fece più contrita, mentre si volgeva al ragazzino dai capelli corti, con un buffo Digimon simile ad una palla beige con le pinne tra le braccia. "Iori... sì, sapevo già che il figlio di Hiroki era un Digiprescelto..." mormorò Oikawa. "Allora, forse... sai già di cosa io e tuo padre siamo stati partecipi, ancora tanti anni fa... è sempre stato il nostro sogno..."

"Sì, Oikawa-san... so già cosa è successo..." rispose Iori con tutta calma. "Mio nonno mi ha raccontato di come lei e mio padre siete entrati in contatto con DigiWorld, e del vostro grande desiderio di vederlo..."

"Già... e l'avremmo già visto, se non fosse stato per lui..." ringhiò Oikawa, passando improvvisamente alla rabbia. Chiaramente, stava ripensando a quando Chikara aveva proibito loro di continuare con i loro giochi al computer, impedendo così loro di contattare nuovamente DigiWorld. "Hiroki...tuo padre... era l'unica persona al mondo ad aver mai fatto lo sforzo di venirmi incontro... di capire quello che provavo... ci eravamo promessi, tanti anni fa, che saremmo riusciti a vedere il Mondo Digitale, e che ci saremmo andati insieme... ora invece..." Le lacrime cominciarono ad appannare la vista di Oikawa. "Ora sono rimasto solo io... ora non si tratta più semplicemente di realizzare un sogno, lo capite? E' un mio dovere! Lo devo a Hiroki, che se n'è andato senza poter conoscere questa felicità... senza poter essere partecipe del vostro grande viaggio in quel mondo meraviglioso, DigiWorld. E' per questo che ho dato vita a questi Digimon che vedete al mio fianco, e che conoscete come Arukenimon e Mummymon!"

Questa rivelazione, che era stato proprio Oikawa a creare i due Digimon, sbalordì leggermente i bambini prescelti. "Che cosa? Lei... lei ha CREATO questi due Digimon... per realizzare il suo obiettivo? Che... che significa?" chiese Michael, con il vago presentimento che la risposta non gli sarebbe piaciuta. A rispondere fu Arukenimon, che fece un passo in avanti tenendo le braccia conserte.

"Oh, è tutto molto semplice, Digi-mocciosi..." iniziò a parlare, con il tono spocchioso che le era proprio. "Vedete, il signor Oikawa non ha dovuto fare altro che prelevare una porzione di DNA da uno dei suoi capelli, e convertirla in dati che poi ha usato per configurarci. E' a lui che dobbiamo la nostra vita... oltre che la rimarchevole abilità di aprire dei varchi nel firewall che separa DigiWorld dalla Dark Area, se capite cosa voglio dire..."

"Certo che lo capiamo... siete stati voi a far uscire Daemon, i dati di Devimon e lo spirito di Apocalymon da quell'orribile posto, ho indovinato?" esclamò Daisuke. La risposta della donna-ragno fu un sogghigno malefico che valeva più di qualsiasi altra conferma. "Accidenti... avremmo dovuto capirlo prima..."

Mummymon alzò le spalle. "In realtà, Mephistomon è stato una conseguenza imprevista... non ci aspettavamo che uscisse dalla Dark Area e tornasse nel Mondo Digitale tramite Chimeramon, schiavizzandoci con i suoi Black Gears... tuttavia, questo è servito a costringervi a concentrarvi su di lui, facendo in modo che il nostro piano rimanesse occulto! Non tutto il male viene per nuocere, come si suol dire..."

Fu il turno di Rosa. "Quindi... avete liberato Daemon per fargli creare un Digivice con il quale il senor Oikawa sarebbe potuto andare a DigiWorld..."

"Hai indovinato, bambina..." rispose l'uomo, sorridendo nuovamente. L'indice della sua mano sinistra si alzò di scatto, puntando verso Ken. "Un Digivice in cambio di qualcosa che Daemon bramava più di ogni altra... il Dark Seed che era in te, Ken Ichijouji!"

"Che cosa?" esclamò l'ex-Imperatore. "Allora è stato lei ad indirizzare Daemon verso di me... Ma come faceva lei a sapere cos'è il Dark Seed... e che si trovava in me?"

"So parecchie cose di te, ragazzo mio..." proseguì Oikawa trionfante, abbassando leggermente l'indice. "E' da moltissimo tempo che ti osservo, da quando ci siamo incontrati al funerale di tuo fratello... da allora, ho sempre fatto in modo di tenerti d'occhio, per capire quando il Dark Seed sarebbe stato abbastanza forte da giovare a Daemon. Al momento giusto, i miei alleati qui presenti," indicò brevemente Arukenimon e Mummymon "hanno fatto in modo che tu cadessi nelle mani di Daemon... mentre altri alleati hanno... per così dire... 'trattato' con lui, in modo che Daemon fosse costretto a creare il Digivice senza poter mettere le mani sul Dark Seed, cosa che nessuno di noi voleva!"

Daisuke ebbe un moto di rabbia, e puntò uno sguardo inferocito contro Arukenimon e Mummymon. "Allora... allora siete stati voi a far sì che Ken venisse catturato! E noi che ci eravamo persino fidati!" cinguettò DemiVeemon, la sua espressione un perfetto riflesso di quella del partner umano.

"E finalmente... dopo anni di fatica e sacrificio... ho il Digivice che volevo, oltre alla chiave per entrare nel Mondo Digitale!" esclamò Oikawa con gioia, infilando una mano in tasca ed estreandone uno strano cristallo nel quale scorrevano numerosi quadratini multicolore. Hikari trattenne il fiato mentre posava lo sguardo su quel piccolo oggetto... c'era qualcosa che non le piaceva... i dati che fluttuavano al suo interno le riuscivano, per qualche motivo, vagamente familiari...

Anche Gatomon, dal canto suo, cominciava a sentirsi stranamente a disagio. Quel cristallo aveva un'aria che non le piaceva... irradiava un'aura di malvagità che la gattina era convinta di aver già sentito, più di una volta...

La voce di Iori che continuava a pregare Oikawa distolse tutti da quelle considerazioni. "Oikawa-san, la prego, si fermi! Per quanto noi possiamo capire il suo sconforto e la sua solitudine... non possiamo appovare ciò che lei ha fatto, e neanche mio padre lo approverebbe! La prego, ci rifletta... le modifiche che i suoi Digimon hanno apportato al Mondo Digitale hanno portato a grandi sofferenze e hanno rischiato di far sprofondare DigiWorld nelle tenebre! Mio padre... non si sarebbe mai spinto a tanto, neanche per realizzare il suo più grande sogno... Per favore, Oikawa-san... non sono stati fatti abbastanza danni? Non è il momento di guardare in faccia la realtà? Anche con quel Digivice, lei non è un Digiprescelto... per quanto mi addolori dirglielo... lei non potrà mai entrare nel Mondo Digitale..."

L'uomo indietreggiò di un passo, tremando visibilmente, e quel poco di colore che aveva in volto scomparve del tutto. La frase di Iori lo aveva colpito al cuore, inducendolo per un attimo a riflettere su quanto aveva fatto. Quel poco di coscienza che gli rimaneva stava facendo appello alla memoria dell'amico scomparso, e al suo alto senso morale. E anche Arukenimon e Mummymon sembravano leggermente sbalorditi, come se anche loro si stessero rendendo conto di quanto avevano davvero commesso... ma quell'istante durò troppo poco.

"Non ascoltarli, Yukio Oikawa!" tuonò la voce sepolcrale di Phantomon, che si materializzò dal nulla un metro sopra la testa dell'uomo. "Essi ti stanno mentendo perchè non vogliono condividere con te le gioie del viaggio a DigiWorld, e vogliono meschinamente tenere per sè il privilegio di essere gli unici ad averlo vissuto!"

"CHE COSA?" strillò Upamon, iniziando ad agitarsi tra le braccia di Iori. "Come ti permetti di dire che Iori è un bugiardo, lenzuolo rattoppato?"

Sfortunatamente, in quel momento Oikawa non era nello stato d'animo di ascoltare ragioni. Il sorriso di superiorità tornò sul suo volto, mentre attivava il Digivice nero ed alzava in aria il prisma che teneva nella mano. Con sommo sgomento dei Digiprescelti, una colonna di luce scaturì dallo schermo del dispositivo, raggiungendo il cielo e iniziando a diffondere luminose scie dorate attorno ad Oikawa e ai suoi alleati: il Digiport si stava aprendo!

"Ma... ma come... come è possibile?" balbettò Crabmon sgranando gli occhi. "Sta... sta entrando nel Mondo Digitale?"

"Oikawa-san, la prego! Non lo faccia! Mi ascolti, per favore... questo suo gesto potrebbe avere conseguenze terribili!" esclamò Ken, facendo un ultimo tentativo di ricondurre l'uomo alla ragione. Tutto inutile. I corpi di Oikawa, Arukenimon, Mummymon e Phantomon cominciarono ad innalzarsi nella colonna di luce, iniziando il loro viaggio verso DigiWorld!

"Mi dispiace... non mi incantate con le vostre scuse!" sibilò rabbiosamente Oikawa, osservando con disprezzo i ragazzi riuniti sotto di lui. "Ho un sogno da realizzare, e lo realizzerò... il prezzo non mi importa più, ormai!"

Prima che i ragazzi potessero ribattere, l'uomo era già scomparso.

"Accidenti... questa proprio non ci voleva... ed ora che possiamo fare?" esclamò Takeru, trattenendo a stento la rabbia. Fu Michael a dargli la risposta che cercava, marciando spedito verso la colonna di luce che marcava il Digiport ed entrandoci audacemente dentro, il Digivice puntato verso l'alto.

"Li si segue, ecco cosa si fa!" rispose il ragazzo americano, che già cominciava ad innalzarsi. Sotto gli occhi stupiti di tutti, anche Daisuke fece la stessa cosa.

"Mi piace il tuo modo di pensare, amico! Forza, ragazzi, seguiteci! Forse riusciamo ancora a raggiungerli e a far entrare loro un pò di sale in zucca!" disse il nuovo leader dei bambini prescelti, esortando i suoi compagni a seguirlo. Ken fu il successivo ad entrare nel Digiport e a seguire i suoi compagni.

"Non abbiamo altra scelta, ragazzi! A questo punto, tanto vale tentare il tutto per tutto!"

Uno ad uno, i ragazzi prescelti si convinsero, ed entrarono nella colonna di luce con ordine e compostezza, decisi a seguire Oikawa e mettere fine a quella follia...

Lentamente, Oikawa uscì dal varco dimensionale, Digivice e cristallo tra le mani e il cuore che batteva come se stesse per uscire dal petto. Un largo sorriso tagliava quasi in due il suo volto smunto, e le sue gambe sembravano muoversi da sole verso la destinazione... Finalmente, il suo sogno era lì, davanti ai suoi occhi, pronto ad essere vissuto... ecco, ancora un ultimo passo... era fuori! Sì! Finalmente era fuori dal Digiport! Finalmente...

Un momento. C'era qualcosa che non andava.

Il sorriso scomparve improvvisamente dai volti di Oikawa, Arukenimon e Mummymon (questi ultimi due passati alla loro forma mostruosa nel corso del tragitto), non appena posarono lo sguardo sul paesaggio al di là del varco dimensionale. Non sapevano esattamente cosa fosse... ma quello che stava loro intorno non poteva essere DigiWorld! Si trovavano piuttosto in un'immensa sala a forma di cubo, ampia almeno qualche centinaio di metri e dalle pareti di uno strano colore bianco-azzurrino. Il pavimento sembrava di marmo bianco, e sparsi per la stanza, in maniera apparentemente casuale, c'erano forme dai colori vivaci, scale che fluttuavano nel vuoto e in esso tornavano, oggettini di vario tipo sparsi qua e là... a Mummymon sembrò persino di vedere uno stagno disegnato sul pavimento, con lo stile di un bambino. Anzichè innocente e spensierato come sarebbe potuto sembrare, l'effetto d'insieme era inquietante. Sembrava di stare all'interno di un dipinto astratto, e la cosa peggiore era che non c'erano uscite visibili... e che il Digivice di Oikawa si stava spegnendo, avendo esaurito tutta la sua energia per quell'unico viaggio dimensionale! L'unico a restare calmo e tranquillo era Phantomon, che iniziò a svolazzare per la sala con aria indifferente.

Ci volle qualche secondo prima che Oikawa recuperasse abbastanza presenza di spirito da parlare. "Ma... ma dove siamo? Che... razza di posto è questo? Non è DigiWorld, ne sono sicuro... dove siamo finiti? Che razza di trucco c'è dietro?" chiese disperatamente, guardandosi attorno alla ricerca di uscite.

"Noi... non ne abbiamo idea, signor Oikawa..." mormorò Arukenimon. "Non sappiamo cosa possa essere successo..."

"Appunto! Mi sembrava strano che quel portale arrivasse a DigiWorld!" squillò la voce di Daisuke dietro il confuso terzetto. Irritata, Arukenimon volse lo sguardo verso il portale, dal quale stavano uscendo i bambini prescelti, con i Digimon evoluti a livello Rookie.

"Non dire che non ti avevamo avvertito, eh?" cinguettò Veemon rivolto ad Oikawa, mentre gli ultimi membri del gruppo uscivano dal Digiport, che si richiuse alle loro spalle con un cupo rimbombo. "Ma ora... dove ci troviamo? E ci sarà una via d'uscita da qui?"

Qualche istante di minaccioso silenzio. Poi Phantomon, che già si era allontanato abbastanza dal gruppo, scoppiò in una fragorosa risata gutturale, attirandosi addosso gli sguardi di tutti.

"Siete un branco di stupidi!" tuonò il Digimon spettrale. "Sapevamo, io e il mio signore, che sarebbe stato facile manipolare degli esseri inferiori come voi, ma davvero non mi aspettavo tanto! Grazie infinite, Yukio Oikawa, hai appena consentito al mio signore di tornare alla gloria passata!"

"Phantomon, maledetto traditore!" ringhiò Mummymon, puntando il fucile contro il fantasma e sparando una scarica elettrica. "Allora... quando ti sei offerto di aiutarci... era tutto un trucco per ottenere quello che volevi!"

Phantomon evitò la scarica elettrica del Digimon non-morto con facilità quasi sprezzante. "Tradito? Io non sono mai stato dalla vostra parte, quindi tecnicamente non vi ho tradito!"

L'ormai terrorizzato Oikawa mollò la presa sul cristallo che aveva in mano, facendolo cadere sul pavimento e rompere in mille pezzi. Cercò di parlare, ma dalle labbra non gli uscì alcun suono. Con uno sguardo di puro orrore dipinto sul volto, Oikawa boccheggiò pietosamente per un istante... poi le ginocchia gli si piegarono e cascò a terra a peso morto, privo di sensi!

"Signor Oikawa!" urlarono quasi all'unisono Arukenimon, Mummymon, e diversi dei bambini prescelti, iniziando a muoversi verso l'uomo per sincerarsi delle sue condizioni. Fecero in tempo a fare qualche passo prima che il flusso di dati, in precedenza contenuto nel prisma di cristallo di Oikawa, si ergesse minacciosamente in volo davanti a loro, turbinando come una tromba d'aria in miniatura. Sembrava quasi dotato di volontà propria...

Non ci fu il tempo di rifletterci su. Dalla bocca semispalancata dello svenuto Oikawa, uscì quella che sembrava essere un'inquietante ombra nera informe come un'ameba, che si unì ai dati fluttuanti mentre una strana, innaturale foschia verdastra cominciava a levarsi dal nulla, riempiendo tutta la sala e impedendo la visuale. Senza perdere la testa, Catherine e Floramon fecero cenno ai loro compagni di avvicinarsi a loro, in modo da restare in contatto visivo il più possibile.

"Vite, garconnes! Stiamo vicini, e non perdiamoci di vista!"

Mentre i bambini prescelti si radunavano, e Arukenimon e Mummymon si guardavano attorno spaesati, l'ombra nera uscita dal corpo di Oikawa fluttuò all'interno della foschia, cominciando a condensarsi in qualcosa di solido. Phantomon, ormai a distanza di sicurezza dagli attacchi dei Digimon artificiali, rise di nuovo, indicando la forma che stava iniziando ad apparire.

"Ed ora, bambini prescelti... accogliete il mio signore come merita, e inginocchiatevi al suo cospetto!"

Ancora qualche secondo passò, intriso di tensione e attesa. Poi, un'alta figura umanoide si materializzò nella nebbia, ad appena una decina di metri di distanza dal gruppo, e iniziò a parlare.

"Bene, bene, bene..." disse il nuovo arrivato, cominciando ad avanzare verso i Digiprescelti. "Pare che finalmente, tutti i pezzi siano andati al loro posto... e il burattinaio possa infine rivelarsi." La sua voce aveva un tono aristocratico ed altezzoso che ad alcuni dei presenti non era nuovo...

Ancora qualche passo... poi la figura misteriosa emerse dalla nebbia che pervadeva la stanza.

Takeru e Patamon sussultarono per la sorpresa.

Hikari sbiancò in volto.

Gatomon inarcò la schiena e rizzò il pelo, tirando fuori gli artigli con un sibilo rabbioso.

E Daisuke spalancò gli occhi, puntando un indice verso la figura che si avvicinava. "Hey, ma... ma io quel tizio l'ho già visto!"

"Lieto che vi ricordiate di me." disse Myotismon, uscendo dalla coltre di nebbia.

CONTINUA...

Note dell'autore: Bene, e con questo ci siamo! Gli scontri finali stanno per avere inizio! I Digiprescelti della vecchia guardia dovranno vedersela con Galfmon, mentre Daisuke e il suo gruppo avranno a che fare con (a questo punto, inutile farne ulteriore mistero) MaloMyotismon. E credetemi, se questo capitolo è stato abbastanza simile all'anime, questi scontri si staccheranno invece un bel pò!

Ah, già, ma forse dovrei parlare un pò di Galfmon... allora, anche lui, come Mephistomon (di cui, come ho detto, è la forma Mega), viene dal film 'Digimon Tamers: The Adventurers' Battle', in cui affronta i Digimon di Takato, Jenrya e Ruki nella battaglia decisiva. Il suo nome dovrebbe essere un derivato di 'galiph', uno dei tanti nomi con cui veniva designato il diavolo durante il Medioevo (e la somiglianza con la parola 'califfo' non è casuale... gli scrittori cristiani dell'epoca facevano del loro meglio per diffamare la religione musulmana...) Il suo aspetto fisico non è particolarmente facile da descrivere, quindi spero di averlo reso bene... in caso qualcuno sia curioso, può contattarmi e chiedermi un'immagine di Galfmon in qualsiasi momento! Comunque, giusto per fissare le idee, diciamo che assomiglia ad una versione organica della Omega Weapon di Final Fantasy 8...

Molto bene, e con questo si conclude il Capitolo 24. Nel prossimo capitolo, vedremo come Taichi, WarGreymon, Yamato, MetalGarurumon, e gli altri loro amici se la caveranno contro la nuova forma di Apocalymon, più potente che mai! Riusciranno a sconfiggerlo anche questa volta? La risposta nel prossimo capitolo! Io, intanto, vi faccio tanti auguri di felice anno nuovo... e a risentirci! Statemi bene!

Justice Gundam