Digimon Adventure 02: Lord of Digital Rings
Una fanfiction di Digimon scritta da: Justice Gundam
Iori: Buongiorno a tutti i fan di Digimon, e bentornati a 'Lord of Digital Rings', la seconda fanfiction di Digimon scritta dall'autore Justice Gundam. Ci auguriamo che stiate tutti bene, visto che purtroppo non si può dire lo stesso dell'autore...
(Inquadratura dell'autore stramazzato sulla tastiera, con gli occhi trasformati in spirali)
Justice: Ugh... questa è l'ULTIMA volta che mangio la frittura di pesce fuori casa... oO
(Lasciamo perdere certi deprimenti spettacoli e torniamo a noi...)
Daisuke: Così, dal momento che lui è indisposto, questo nuovo capitolo lo presentiamo noi! Vediamo che il primo capitolo della nuova storia è stato bene accetto dai fan di Digimon... ottimo! Se il buongiorno si vede dal mattino, possiamo augurarci che anche questa storia sarà molto seguita!
Veemon: Se volete qualche anticipazione per questo capitolo... beh, mi limiterò a dirvi che il cattivo principale mostrerà il suo volto e darà inizio al suo piano... e sia lui che i suoi scagnozzi saranno presentati a dovere! Ma per il momento, rispondiamo ai commenti che i nostri lettori ci hanno lasciato! E cominciamo proprio da Francesca Akira89, che è l'autorità in campo quando si tratta di fanfiction di Digimon. Apprezziamo il tuo commento, e ti facciamo i complimenti per essere stata la prima a recensire! Speriamo che questa toria, pur più breve delle altre, non ti deluda...
Agumon: Killkenny, per quanto riguarda i suggerimenti, mi sembra che l'autore ti abbia già spedito un'e-mail. Per quanto riguarda l'aspetto della 'donna misteriosa'... beh, l'autore non sa come mai gli è venuta questa idea, ma sicuramente la signorina avrà modo di dare prova di sè... Grazie del commento!
Sora: Grazie anche a Topomouse per la recensione! Stai tranquillo, i nemici di turno faranno di meglio, come avrai modo di vedere in questo capitolo!
Koushiro: Driger e Kari89... visto che le vostre recensioni sono molto simili l'una all'altra, credo che sia più pratico rispondere ad entrambe contemporaneamente! Siamo contenti che la storia prometta bene, e vi ringraziamo dei commenti! Restate con noi, un pò di misteri attendono di essere risolti!
Gatomon: Visto che il prossimo commento ce lo manda Catgirl, mi sembra giusto che sia io a rispondere. Siamo contenti che l'avvertimento dell'autore ti abbia permesso di trovare questa storia... e non preoccuparti, i nemici dimostreranno di saper fare molto meglio di così!
Tentomon: Infine, abbiamo Sora89: speriamo anxhe noi che questa storia, per quanto più breve, sia interessante quanto il suo prequel. Grazie per la recensione! Per adesso, non ci sono altri commenti... perciò, vi lasciamo al secondo capitolo di 'Lord of Digital Rings'. Fate buona lettura, mentre noi cerchiamo di rianimare l'autore... speriamo non sia già in coma...
Justice: Cameriera... il conto, prego... Oo
Daisuke: Lo è... -- ''
Capitolo 2 - Nemici nell'ombra
"Gente! Sono tornato!" esclamò Taichi Yagami dopo essersi tolto la neve dal cappotto, spalancando la porta di casa ed entrando allegramente nell'appartamento della sua famiglia, con Agumon che lo seguiva a breve distanza. Sua madre Yuuko, sollevando la testa dai fornelli, lo accolse con un sorriso smagliante.
"Ciao, tesoro! Ciao, Agumon! Allora, come sono andate le prove della band del tuo amico?" chiese la giovane donna, agitando una mano per salutare il figlio maggiore, che rispose alzando il pollice. "Alla grande! Tra dieci giorni ci sarà il concerto, e siamo sicuri che spopolerà!"
"Hey, fratellino!" esclamò la voce di Hikari. La ragazzina e Gatomon erano comparse da una porta laterale, e stavano andando a loro volta ad accogliere i due membri della famiglia appena rincasati. "Allora, come va? Passato un buon pomeriggio?"
"Heilà, Hikari!" la salutò Agumon, alzando una zampina artigliata. "Sì, tutto bene... anche se viaggiare all'interno del cappotto di Taichi non è la sistemazione più comoda..."
"L'alternativa era farti tutta la strada al freddo! E neanche quella è una sistemazione comoda, credimi!" lo rimbeccò scherzosamente il ragazzo, suscitando una breve risata da parte dei presenti. Cessato di ridere, Taichi si schiarì la gola e si guardò attorno, notando che mancava ancora qualcuno. "A proposito... papà non è ancora tornato dal lavoro?"
"No, non ancora..." rispose la signora Yagami, tornando a concentrarsi sui fornelli. "Ha telefonato poco fa e ha detto che tornerà tra una mezz'ora... hai tutto il tempo di mettere giù il cappotto, prepararti per la cena, e tutto il resto!"
"Bene... devo anche iniziare a pensare alla mia lista di Natale..." disse Taichi, sbottonandosi il cappotto e mettendoselo sulla spalla. Gatomon alzò lievemente gli occhi al cielo. "Vuoi dire che non hai ancora idea di quali regali fare e a chi farli? La lista di Hikari è pronta già da diversi giorni!"
Taichi si mise una mano dietro la nuca. "Ehm... che ci vuoi fare, Gatomon, io ragiono meglio quando sono un pò sotto pressione!"
"Un altro modo per dire che ti prendi sempre in ritardo, eh, Taichi?" scherzò Hikari, scuotendo la testa. Il fratello rispose con una risatina nervosa. "Beh, più o meno... comunque, intanto che aspetto che torni papà vado in camera mia e inizio a mettere giù la mia lista."
"Va bene! Ricordati di lavarti le mani!" rispose la signora Yagami, mentre il figlio e Agumon infilavano la porta da dove erano sbucate Hikari e Gatomon e si dirigevano verso la loro camera da letto.
Giunto in camera sua, Taichi appoggiò (o meglio, buttò a casaccio) il cappotto sul suo letto, si infilò le ciabatte da casa e si fiondò alla sua scrivania, carta e penna già a portata di mano, iniziando a pensare alla sua lista di Natale. Certo, avrebbe preso qualcosa per i suoi genitori e per Hikari, questo lo aveva dato per assodato fin dall'inizio. E sicuramente, avrebbe preso un regalo anche per il suo 'allievo' Daisuke, e per i suoi amici del primo gruppo di bambini prescelti, in particolare Yamato e Sora...
Già, Sora... ripensando alla sua amica d'infanzia, Taichi appoggiò un gomito sulla sua scrivania, sorreggendosi la testa con la mano. Ormai era già da un pò che i suoi sentimenti per Sora andavano oltre la semplice amicizia, ma lui non riteneva giusto farsi avanti, considerando che sapeva che anche l'altro suo migliore amico, Yamato Ishida, provava la stessa identica cosa. I due ragazzi ne avevano parlato durante la loro avventura a DigiWorld sei mesi prima, e la loro amicizia e fiducia reciproca non ne erano rimaste intaccate. Semplicemente, avevano deciso di attendere lo svolgersi degli eventi, e si erano augurati buona fortuna a vicenda. Da allora, tuttavia, la situazione era rimasta ferma là: a loro insaputa, Sora era indecisa tra loro, temendo di ferire i loro sentimenti, e i due ragazzi non facevano il primo passo per rispetto l'uno dell'altro...
"Taichi... Hey, Taichi, ci sei?"
Il ragazzo sobbalzò sulla sedia quando la vocetta squillante di Agumon lo richiamò alla realtà, e la mano con cui teneva la penna fece un movimento brusco che tracciò uno scarabocchio sul foglio ancora quasi immacolato. Dopo aver sbattuto gli occhi un paio di volte, Taichi rispose al piccolo dinosauro scuotendo la testa.
"Ehm, scusa Agumon... temo di essermi perso con la testa tra le nuvole... sai com'è, ero concentratissimo su questa lista di regali..."
Il cucciolo di T-Rex, che ormai conosceva bene il suo partner umano, represse una risatina portandosi le zampe davanti alla bocca. "Eh... sicuro che fosse sulla lista dei regali, o non piuttosto su qualcosa d'altro... o qualcun altro?"
"Ma no, ma no, cosa vai a pensare, Agumon! Cosa ti fa pensare che io stia pensando a Sora? Non sono distratto, per niente!" rispose Taichi agitando una mano davanti a sè e rimettendosi a lavorare sulla sua lista, mormorando nervosamente tra sè. Qualche secondo dopo, spalancò gli occhi e strinse i denti rendendosi conto di cosa si era lasciato sfuggire di bocca, poi sospirò con rassegnazione e si volse di nuovo verso il suo partner digitale. "Sigh, sono davvero un pessimo attore... e va bene, Agumon, lo ammetto... stavo proprio pensando a Sora, ora che devo pensare al regalo anche per lei...". Si sfregò distrattamente la fronte con la mano libera, massaggiandosi le tempie.
L'aria canzonatoria di Agumon aveva lasciato il posto ad un'espressione di leggera preoccupazione. "Dimmi, Taichi... tu le vuoi molto bene, vero?"
Il ragazzo annuì un paio di volte. "Già, lo ammetto: io e Sora ci conosciamo fin da prima dell'asilo, e abbiamo sempre fatto un sacco di cose assieme. Anche quando ha smesso di giocare a calcio, siamo rimasti molto uniti... però, sinceramente, non mi sarei mai aspettato, fino alla storia di Diaboromon, che avrei finito per provare interesse romantico verso di lei... Poi, durante il nostro ultimo viaggio a DigiWorld, Yamato-kun mi dice che anche lui pensa di provare dei sentimenti per lei... voglio dire, apprezzo molto la sua sincerità e la fiducia che ha nei miei confronti, ma questo complica non poco la situazione! Cavolo, è dura trovarsi in un triangolo amoroso..."
"E tu e Yamato avete deciso di comune accordo di attendere che Sora faccia la sua scelta, mi sembra..." concluse Agumon, giungendo sulla scrivania con un agile balzo. Al cenno affermativo di Taichi, il piccolo dinosauro proseguì. "Mi dispiace non poterti consigliare, visto che io sono un Digimon e non so molto di amore e cose del genere... Ma... se poi Sora scegliesse Yamato? Tu cosa faresti?"
La domanda fece sorridere nuovamente Taichi. "Ma Agumon, che domande fai? Mi dispiacerebbe, certo, ma non ci potrei fare niente! Sora avrebbe fatto la sua scelta, e io la rispetterei. Dopotutto, Yamato è il mio migliore amico, e non potrei che essere felice per loro due. Volere davvero bene a qualcuno significa privilegiare la sua felicità rispetto alla propria, e un uomo deve anche sapere quando è il momento di tirarsi indietro... mi sembra logico!"
Agumon annuì con un certo orgoglio. "Sai, Taichi... questa sarebbe davvero una grande dimostrazione di coraggio... sei davvero cresciuto in questi tempi!"
Internet, località sconosciuta.
Nei meandri della rete informatica mondiale, dove ogni giorno passano quantità inimmaginabili di dati, tre figure ombreggiate si stavano avvicinando a quello che sembrava essere un palazzo dall'aspetto ipertecnologico, in acciaio e cemento e costellato di spie luminose che proiettavano colori scintillanti sul terreno percorso da cavi di collegamento e punteggiato di trasformatori, led e altri componenti elettronici. Era una costruzione immensa che saliva fino al tempestoso cielo grigio piombo e dava un terribile senso di oppressione, anche se le tre creature sembravano perfettamente a loro agio in quell'atmosfera inquietante. Ben presto, si trovarono di fronte all'ingresso principale, un immenso portone scorrevole di ferro grigio che si aprì con un sibilo ad un cenno della creatura al centro, la più piccola delle tre e quella dall'aspetto più umano. Dietro i battenti dell'ingresso, apparve un desolante salone dalle pareti in acciaio dello stesso colore della porta, immerso nell'oscurità tranne per qualche sparuto raggio di luce che entrava dalle finestre, e completamente spoglio di mobili, decorazioni o altro. Le tre creature entrarono, lasciando che il portone si chiudesse dietro di loro, accompagnati unicamente dal suono dei loro piedi sull'acciaio
"Allora, voi due..." iniziò a parlare la prima figura, un enorme mostro alato con un tridente d'acciaio tra le mani. "Com'è la situazione nel Mondo Reale? Anche il Giappone è stato disseminato delle creazioni del nostro signore?"
"Abbiamo controllato a fondo, e possiamo dire che anche il Giappone è in nostro potere... e il bello è che nessuno se n'è ancora accorto!" rispose la donna che camminava in mezzo, trascinando leggermente le esse come il sibilo di un serpente. "Ma tu, MaleBrancmon, non puoi dire di passartela altrettanto bene. A quanto ho sentito, hai permesso a qualche importuno seccatore di scappare nel Mondo Reale, per quanta poca importanza questo possa avere. Sono nel vero o no?"
MaleBrancmon grugnì. "Sì, purtroppo... non mi aspettavo che quel dannato Piddomon fosse così abile. Ero ad un pelo dal catturarlo, quando ha attraversato uno dei nostri Digiport e l'ha richiuso dietro di sè. Ma la prossima volta che mi capita a tiro..." sollevò leggermente il tridente, mostrandone le punte acuminate che brillavano alla fioca luce delle finestre.
La terza figura, che sembrava essere una enorme lucertola dal corpo muscoloso, con occhi fiammeggianti del colore dell'oro fuso, rispose a tono, con una voce roca che ricordava la pietra sfregata contro la pietra. "Non credo avremo bisogno di preoccuparci! In fondo, anch'io ho dato una buona occhiata nel Mondo Reale, e non mi sembra che questi... Digiprescelti siano un granchè. Qualunque cosa accada, non potranno competere con noi e il nostro signore e padrone!"
Il demone alato rivolse uno sguardo severo al Digimon dall'aspetto di rettile. "Io misurerei le parole, Ahuizomon! Ti devo ricordare che stiamo parlando di coloro che hanno sconfitto Galfmon e MaloMyotismon? Non solo i loro Digimon hanno una grande forza, ho anche idea che quei ragazzi abbiano delle solide convinzioni morali e un profondo legame. Dopotutto, Marilismon, non hai tentato di corromperne uno? Ma ha rifiutato senza mezzi termini... non era lo stupido che credevi, eh?"
Ahuizomon alzò le spalle... o quello che meglio si avvicinava al concetto di 'spalle'. Ormai, i tre Digimon malvagi avevano raggiunto un ascensore posto in fondo alla sala d'ingresso. "Dubiti forse del potere del nostro signore, Malebrancmon? Galfmon e MaloMyotismon erano troppo concentrati sull'ottenere potere per sè stessi, ma il nostro padrone è più lungimirante di quegli sciocchi! Potrà conquistare entrambi i mondi senza neanche alzarsi dal suo trono!"
"Io non dubito del suo potere... invito solo alla prudenza!" sibilò Malebrancmon, mentre la donna, Marilismon, premeva il pulsante di chiamata dell'ascensore, che si accese di rosso. Pochi secondi dopo, le porte dell'ascensore si aprirono, permettendo ai tre Digimon maligni di entrare. Con aria di nonchalance, Ahuizomon fece saettare la sua lunga coda verso l'alto e la usò per premere il tasto posto più in alto sulla pulsantiera. Le porte si chiusero dietro di lui e i suoi compagni, iniziando a portarli verso l'alto.
Ci volle un pò meno di un minuto prima che l'ascensore compisse il suo tragitto, fermandosi con un acuto bip e spalancando le porte per far scedere i suoi occupanti. La sala nella quale Marilismon e i suoi complici erano stati portati era semplicemente enorme, arredata sfarzosamente con una moquette nera percorsa da tappeti rossi che sembravano di altissimo pregio, e le pareti erano ricoperte da una tappezzeria formata da motivi rossi che davano l'impressione di volti inquietanti e creature mostruose, interrotte qua e là da quadri astratti che rappresentavano forme e colori in confuse accozzaglie. Alcune piante in fiore, custodite in vasi di ceramica grigio-bianca, si aggiungevano al lusso della sala. Le luci al neon appese al soffitto permettevano di ammirare la nuova stanza in tutta la sua magnificenza. Dalla parte opposta della sala, stava un enorme portone rosso alto almeno nove metri, guardato a vista da due file di enormi Digimon terribilmente simili a dei Greymon deformi: erano creature robuste e muscolose, che raggiungevano all'incirca i sei metri in altezza, la pelle coperta di squame arancioni che non nascondevano i terrificanti muscoli e alcuni vasi sanguigni robusti come gomene. La testa sembrava quella di un Greymon, con tanto di casco marrone, ma era molto più allungata, come le fauci di un coccodrillo, e aveva un solo corno incurvato in avanti, lungo quasi quanto un uomo, che spuntava in mezzo ad un paio di occhi bestiali e pieni di ferocia. Il braccio destro delle creature era sproporzionato rispetto al sinistro, percorso da impressionanti fasci di muscoli che sembravano capaci di piegare l'acciaio senza alcuno sforzo, e terminava in una zampa a due dita corredata di artigli rossi, in contrasto con la mano a cinque dita alla fine dell'altro arto. Una spalliera di ferro grigio dotata di due spuntoni ricurvi proteggeva la spalla destra. Per finire, le zampe posteriori erano dotate di lunghi artigli neri, e la punta della coda era protetta da una corazza segmentata, anch'essa grigia. Marilismon contò quattro di queste mostruose creature su ciascun lato.
ANALIZZATORE DIGIMON
Nome: Cyclonemon
Anche chiamato: Cyclomon
Tipo: Bestia Draconica
Attributo: Virus
Livello: Champion
Attacchi: Hyper Heat
Digimon mutanti dal carattere violento e bellicoso, e dal pericoloso respiro infuocato, spesso usati come truppe d'assalto. Sono stupidi e animaleschi, ma eseguono bene gli ordini... soprattutto quando gli ordini comportano un bel pò di distruzione!
Con risolutezza, Marilismon avanzò verso i due Cyclonemon più vicini al portone, per niente intimorita dal fatto di arrivare appena alle anche delle bestie. In effetti, mentre passava, gli altri Cyclonemon si inchinavano davanti a lei e ai suoi due compagni.
"Aprite. Dobbiamo fare rapporto." ordinò, senza mezzi termini. Con dei grugniti inarticolati, i due Cyclonemon annuirono, spingendo i battenti della gigantesca porta e facendola aprire con uno scricchiolio, dando accesso ad un'ampia sala dalle pareti rosse come il fuoco, prima di inchinarsi a loro volta. Marilismon sorrise soddisfatta e fece cenno ai suoi due compagni si seguirla nella stanza successiva...
"Mio signore!" esclamò la donna, varcando la soglia seguita a breve distanza dagli altri due Digimon. "Qui Marilismon, Ahuizomon e MaleBrancmon. Siamo venuti ad informarla della situazione attuale!"
Dopo qualche istante di snervante silenzio, una voce profonda, proveniente dal fondo della stanza, ringhiò una risposta. "Molto bene. Avanti."
"Ehm... sì, mio signore..." rispose lei, addentrandosi lentamente in quella che sembrava essere una sala del trono, a giudicare dall'imponente seggio che la dominava completamente da una piattaforma sopraelevata, e sul quale era seduta una figura demoniaca dalle grandi ali, circondata di fiamme rosse cremisi, i cui bagliori si riflettevano sulle pareti in un impressionante gioco di luci. L'aria era appestata di un terrificante odore di cenere e zolfo, e il fumo che invadeva la sala distorceva la visuale, anche se le tre creature, ancora una volta, non sembravano per niente disturbate.
Mentre la donna si avvicinava ai gradini del trono per inchinarsi davanti al suo signore, il suo aspetto incominciò a mutare, e il suo corpo ad aumentare di dimensioni. I suoi occhi si aprirono, rivelando le stesse pupille da vipera che Daisuke aveva visto nel Mondo Reale. Le gambe si fusero assieme in un lungo e muscoloso corpo da serpente che partiva dalla vita del Digimon femminile, ricoperto di sottili squame verdastre decorate da vivaci motivi rossi e purpurei. I vestiti scomparvero per lasciare posto ad un'elaborata corazza in oro e argento che proteggeva il torso della creatura. Nella sua forma mostruosa, Marilismon aveva quattro braccia, decorate da bracciali dorati sui polsi, ognuna delle quali soppesava con incredibile facilità una lunga spada. I suoi capelli neri, in quel momento diventati rossi e disordinati, si erano ulteriormente allungati, fin quasi a toccare terra, un diadema argentato le era apparso sulla testa, e portava attorno agli occhi un'elegante maschera bianca dalle orlature dorate, simile a quelle indossate dai patrizi veneziani durante il Carnevale. La donna-serpente avanzò fino a trovarsi appena davanti agli scalini del trono, e si inchinò.
"Marilismon, al suo servizio."
Il successivo a farsi avanti fu Ahuizomon, il cui terribile aspetto apparve in quel momento sotto la luce delle torce appese alle pareti della stanza: si trattava di una sorta di repellente incrocio tra una pantera e un varano, lungo circa quattro metri, che vantava il robusto ed agile corpo del maestoso felino, ma che al posto della pelliccia aveva delle viscide squame grigiastre che diventavano bianco-gialline sul ventre. Le zampe erano lunghe e scattanti, corredate da tre artigli retrattili ciascuna, mentre la testa, leggermente schiacciata e sormontata da un paio di orecchie rotonde, presentava alcune vibrisse attorno al naso, un paio di occhi gialli senza pupille che brillavano di luce propria, e una bocca perennemente contorta in un ghigno malefico. la caratteristica più distintiva, comunque, era una grossa mano a quattro dita sulla punta della coda, che sembrava muoversi e contrarsi di propria iniziativa. La ripugnante creatura, lasciandosi dietro una fila di impronte umide, si mise al fianco della sua collega e si accucciò piegando la testa in avanti.
"Ahuizomon, attendo ordini."
Infine, fu il mostro alato armato di tridente a farsi avanti. Alto circa tre metri e mezzo, era una creatura imponente e muscolosa simile ad una gargolla gotica, con una dura pellaccia grigio-nera e grandi ali nere da pipistrello che spuntavano dietro la sua schiena. Un paio di corna ricurve ornavano la sua testa, spuntando fuori dalle tempie, e la mascella inferiore sporgeva disgustosamente, mettendo in mostra una fila di crudeli denti gialli. Indossava una sorta di bardatura da guerra, con due cinghie che si avvolgevano attorno al petto, andando dalla spalla sinistra al fianco destro, le sue gambe erano altrettanto robuste e piuttosto corte, mentre i piedi erano zoccoli di capra che sbattevano pesantemente sul pavimento di metallo rosso. Il tridente che teneva tra le mani artigliate sembrò luccicare ancora più diabolicamente, mentre la creatura raggiungeva i suoi colleghi ai piedi del trono e si inchinava davanti al suo signore.
"MaleBrancmon, eccomi a lei."
ANALIZZATORE DIGIMON
Nome: Marilismon
Anche chiamato: Lamiamon
Tipo: Rettile
Attributo: Virus
Livello: Ultimate
Attacchi: Dancing Swords, Squeeze Coil
Un Digimon infido e abile negli attacchi a sorpresa, con una grande abilità strategica. Può comandare le sue spade con la semplice forza del pensiero e inviarle a colpire i suoi nemici ovunque si nascondano, oltre ad avvolgerli nelle sue letali spire.
Nome: Ahuizomon
Tipo: Animale Acquatico
Attributo: Dati
Livello: Ultimate
Attacchi: Tidal Crusher, Stream Snatcher
Un predatore acquatico silenzioso e letale! Attende le sue prede nascosto sotto il pelo dell'acqua, per poi afferrarle con la mano sulla coda e trascinarle nel suo elemento. Esercita inoltre un certo controllo sulle correnti.
Nome: MaleBrancmon
Tipo: Demone
Attributo: Virus
Livello: Ultimate
Attacchi: Trident Heat, Pitch Black
Questo feroce demone alato non è conosciuto per particolare intelligenza, ma è estremamente forte e tenace. Può paralizzare i suoi nemici emettendo un getto di pece nera dalla bocca, per poi finirli con comodo con il suo tridente.
(NdA: Tutti e tre questi Digimon sono stati creati da me. Se volete usarli in qualche vostra storia potete farlo, purchè diciate che sono mie creazioni!)
I tre Digimon malvagi alzarono lentamente lo sguardo verso il loro padrone seduto sul trono, che annuì soddisfatto e si alzò dalla sua posizione come a voler sottolineare la sua superiorità. Fu allora che persino i tre mostri inchinati ai piedi del trono sentirono il sangue gelarsi nelle vene, vedendo il loro padrone ergersi in tutta la sua ragguardevole statura e sentendo la terribile, quasi palpabile, aura di malvagità emanata dal suo corpo muscoloso. La visione del nuovo Digimon, in effetti, era qualcosa di veramente insostenibile: si trattava di un grande umanoide, alto quanto un Cyclonemon, dalla pelle rossastra percorsa da lingue di fuoco rosso stoccato di nero che sembravano quasi vive mentre lambivano i suoi terrificanti muscoli. Minacciosi spuntoni ricurvi di acciaio nero fuoriuscivano dalle sue spalle, dalle ginocchia e dalle caviglie, e il suo torace era coperto da una spessa corazza di un materiale che sembrava osso, anch'essa avvolta dalle fiamme. La testa del demone presentava un paio di nere corna ricurve simili a quelle di un muflone, e un'espressione di crudeltà e sadismo era dipinta sul suo volto vagamente canino, dai denti gocciolanti di veleno. Aveva un paio di robuste ali dalle piume nere, che spalancò attorno a sè per fare più effetto, ma la cosa più impressionante erano le sue armi: nella mano destra teneva una lunga spada a forma di fulmine, forgiata in un luccicante metallo bianco-grigio che, come il resto dell'equipaggiamento del demone, non sembrava risentire dell'intenso calore; mentre nella sinistra teneva una frusta a nove code fatta di fuoco puro. Infine, il demone indossava una sorta di conchiglia da pugile, corredata da una cintura con la fibbia a forma di teschio, e un paio di stivali di acciaio grigio, dalle cui punte fuoriuscivano, tramite dei buchi, gli artigli dei piedi.
Il demone fiammeggiante guardò soddisfatto i suoi tre sottoposti inchinati davanti a lui, poi parlò di nuovo con quella voce tonante che sembrava scuotere le pareti della sala. "Ottimo. Cosa avete da riferire? Confido che le notizie siano buone..."
Marilismon deglutì nervosamente, osando appena alzare un pò lo sguardo per rispondere alla domanda. "Tutti... beh, sì, qualche difficoltà c'è... ma tutti gli elementi stanno andando al loro posto, supremo Balormon..."
ANALIZZATORE DIGIMON (scommetto che vi siete un pò stufati...)
Nome: Balormon
Anche chiamato: Balrogmon
Tipo: Signore dei Demoni
Attributo: Virus
Livello: Mega
Attacchi: Steel Blaze, Punishment
Portatore di caos, violenza e odio, Balormon viaggia per le dimensioni cercando di tentare esseri umani ignari e portarli al lato oscuro. E' uno spietato manipolatore, ma anche un combattente formidabile, la cui abilità con la spada e la frusta è impareggiabile!
(N.d.A: Anche Balormon è stato creato da me, anche se immagino che abbiate già capito tutti da dove l'ho preso... bah, forse la meno ispirata delle mie creazioni...:( . Comunque, se volete usarlo voi, vedere sopra...)
Balormon corrugò minacciosamente la fronte, congelando la sua servitrice con un'occhiata severa. "Qualche difficoltà? Sarei curioso di sapere quali sarebbero queste 'difficoltà' di cui parli, Marilismon... lo sai che non mi piacciono le incognite..."
"Mio signore, la verità è..." cominciò a parlare MaleBrancmon. "...è che qualcuno nel Mondo Digitale probabilmente sospettava delle nostre attività, e un Piddomon è stato mandato, non sappiamo come, nella rete ad indagare... riteniamo che abbia scoperto quale fosse il nostro piano, e adesso è entrato nel Mondo Reale... sfruttando uno dei Digiport da lei creati!"
Con un grugnito di irritazione, il demone di fuoco puntò la spada contro il terreno e ce la conficcò dentro, aprendo delle crepe nell'acciaio rosso. "E sarebbero questi i problemi? Cosa potrebbe fare, secondo voi, nel Mondo Reale?"
Sbalordito, MaleBrancmon tacque per qualche istante, poi prese di nuovo la parola. "Ma... mio signore... se è andato nel Mondo Reale, sicuramente avrà avvertito i bambini prescelti, o ha intenzione di farlo..."
"Impossibile." sibilò Ahuizomon. "Li ho osservati attentamente io stesso mentre ero nel Mondo Reale, e posso dire con sicurezza che quei mocciosi non hanno la benchè minima idea di cosa si celi dietro i Kooun-Yubiwa. Erano troppo impegnati a discutere dello spirito natalizio, dei regali da farsi, e di altre stupidaggini come queste."
"Ma... questo non toglie che Piddomon li potrebbe avvertire più tardi... Ora forse non è in grado di farlo, ma domani tenterà senza dubbio di parlare loro dei nostri piani..." rispose MaleBrancmon, senza nascondere una certa preoccupazione.
Un sogghigno malvagio si dipinse sull'orribile volto di Balormon. Si voltò verso Marilismon e le fece un cenno con la testa. "Marilismon, se vuoi fare gli onori... mostriamo a chi non ha fiducia in me che il mio piano è a prova di errore!"
"Con piacere, supremo Balormon..." rispose la donna-serpente, alzando una delle sue braccia destre e premendo un piccolo bottone dorato che si trovava sul bracciale che portava al polso. Immediatamente, il soffitto sopra Balormon si spalancò, facendo scendere un enorme schermo sul quale era visualizzata una carta del Mondo Reale. Balormon ghignò soddisfatto quando vide delle luci rosse accendersi un pò ovunque sui cinque continenti, soprattutto in Europa, America del Nord e Giappone.
"Osserva bene, MaleBrancmon... questo è il risultato dei vostri sforzi collettivi e del mio genio... i nostri 'anelli della buona sorte' sono ormai diffusi in tutto il mondo, e sono pronti per il battesimo del fuoco... e perchè non incominciare dal Giappone... o meglio, da Tokyo?" chiese il demone, indicando le isole dell'arcipelago giapponese con la sua spada a forma di fulmine.
MaleBrancmon sbattè gli occhi confuso. "Mi... mi perdoni, mio signore... sono lieto che il suo piano stia per entrare definitivamente in azione... ma non vedo come iniziare la prova da Tokyo cambi la situazione...". Marilismon e Ahuizomon scossero la testa, esasperati dalla lentezza del loro collega.
Senza smettere di ghignare, Balormon guardò dritto negli occhi il suo servitore. "Dimmi, MaleBrancmon... secondo te, come potrebbe fare Piddomon ad avvertire i Digiprescelti... quando non ci sarà più nessuno da avvertire?"
MaleBrancmon fece un balzo in aria. "Ma... ma certo, ora capisco quello che vuole dire! Come si suol dire, vuole prendere due piccioni con una fava!"
"Ah, l'ha capito, finalmente..." mormorò Marilismon con aria irritata.
Balormon sghignazzò brevemente prima di proseguire il discorso. "Esattamente! Domani tutti i Kooun-Yubiwa presenti nella zona di Tokyo si attiveranno al mio segnale... e allora i mocciosi prescelti non avranno scampo! E anche se, per qualche motivo, dovessero sopravvivere e scoprire cosa si cela dietro i Kooun-Yubiwa... non avranno comunque nessuna possibilità di fermarmi, considerata la sorpresina che avrei in serbo per loro!" Percorse la sala con lo sguardo, fissando severamente i suoi sottoposti. "Molto bene, allora! Credo che le istruzioni ora siano chiare a tutti. Fino a nuovo ordine, siete congedati... potete tornare alle vostre posizioni e godervi il mio trionfo!"
"Certamente, supremo Balormon!" risposero in coro i tre Digimon Ultimate, inchinandosi e avviandosi verso l'uscita della sala del trono. Balormon appoggiò le sue armi ai propri piedi, si sedette nuovamente, ammirando le lucette rosse che punteggiavano la mappa del mondo sullo schermo davanti a sè, e alzò la mano destra, sul cui anulare spiccava un grosso anello nero decorato con strane scritte in lingua di DigiWorld.
"Preparatevi, bambini prescelti... la festa sta per incominciare... un pò prima del previsto!"
La mattina seguente, tutta Odaiba e tutta la città di Tokyo si erano svegliate normalmente, riprendendo le attività di tutti i giorni nel gelo di metà dicembre. Tra i numerosi ragazzi e ragazze che, ben riparati dal freddo, si dirigevano alla Odaiba Middle School per iniziare uno degli ultimi giorni di scuola prima delle vacanze natalizie, due amici, zaini in spalla e Digimon ben nascosti nelle giacche, stavano chiacchierando tra loro delle cose di tutti i giorni: una ragazzina occhialuta dall'aria allegra, con lunghi capelli fucsia legati con un foulard azzurro, e un ragazzino di qualche anno più piccolo, dai corti capelli castani e dall'espressione più austera. Miyako Inoue e Iori Hida, questi i loro nomi, erano nel bel mezzo di una conversazione riguardante gli eventi degli ultimi tempi, sia a scuola che nella città attorno a loro.
"E allora quello mi fa: 'vedi di sloggiare, quattrocchi, se non vuoi passare dei guai!'. E allora, beh, sai come sono fatta io... mi sono lasciata prendere dalla rabbia!" stava dicendo Miyako, stringendo i pugni per dare enfasi alla cosa. "Così gli sono andata in faccia, l'ho guardato dritto negli occhi, e gli ho detto: 'Senti, bello, io non ho scritto 'scema' sulla fronte, c'ero prima io nella fila e se provi ancora a passarmi davanti, chiamo i gestori del negozio e ti faccio buttare a fuori a calci nel fondoschiena! Ci siamo capiti?'. Ora, forse ho esagerato un pò, davanti a tutta quella gente..."
Iori scosse la testa. "Tu hai giustamente difeso i tuoi diritti, anche se forse ci hai messo un pò troppa foga... ma come mai poi stavi facendo la fila in quel negozio?"
"Beh, hai presente quei nuovi Kooun-Yubiwa che vanno tanto a ruba ultimamente?" rispose la Digiprescelta occhialuta. "Ero curiosa di vedere che cosa fossero, e magari, se mi fossero piaciuti, avrei anche ceduto alla tentazione di prenderne uno, visto che erano a buon prezzo... non credevo alla storia della fortuna e dei sogni, ma pensavo che magari fossero decorativi o corredati di qualche peluche carino... macchè, soltanto dei pezzettini di gomma colorata e cosparsa di lustrini... mi chiedo come abbiano fatto delle invenzioni così pacchiane a diventare così popolari! Mi sono allontanata dal negozio dopo averci dato un'occhiata, e buona notte!"
Iori sospirò. Un'altra dimostrazione di superstizione e superficialità umana. "Si tratta semplicemente di quelle voci sul fatto che i Kooun-Yubiwa esaudiscano i desideri degli uomini e portino fortuna. Per quanto mi dispiaccia ammetterlo, simili superstizioni ci sono sempre state e continueranno sempre ad esserci. Certe persone sembrano pensare che il loro destino dipenda da qualche strano oggettino colorato o da qualche rituale..."
"Siamo appena entrati nel ventunesimo secolo, santo cielo!" protestò Miyako. "Certe persone dovrebbero svegliarsi e iniziare a darsi da fare per costruirsi la loro buona sorte, invece di affidarsi a simili cretinate!"
"Sono perfettamente d'accordo con te, Miyako-san..." rispose Iori, mantenendo il suo solito tono razionale. "Ma credenze come questa sono troppo diffuse per pensare che possano svanire da un giorno all'altro." Alzando lo sguardo, il ragazzino si accorse che ormai lui e la sua amica erano arrivati davanti ai cancelli della Odaiba Middle, spruzzati di neve e impegnati ad accogliere le centinaia di studenti che frequentavano lì le medie e le elementari. Fermandosi per un attimo davanti all'entrata, Iori e Miyako si scambiarono un breve sguardo d'intesa, accennando ai rigonfiamenti sui loro cappotti che chiaramente marcavano i punti dove i loro Digimon erano nascosti.
"Penso che a questo punto ci convenga mettere i nostri Digimon al riparo dal freddo, e poi dirigerci verso le nostre classi. Ormai la campanella sta per suonare." propose Miyako. "Continueremo il nostro discorso dopo la scuola."
"Certamente." rispose Iori, iniziando a dirigersi verso la palestra, il luogo dove i ragazzi portavano i loro Digimon quando faceva freddo. L'ambiente lì era riscaldato, e infatti, come i due ragazzi aprirono la porta, sentirono subito una confortevole corrente d'aria calda riversarsi sui loro volti e sulle loro spalle, ristorandoli dal freddo della lunga camminata.
"Ahhh... che delizia!" commentò Miyako, apredo la cerniera lampo della sua giacca, dalla quale uscì saltellando una piccola palla di piume rosa con tanto di becco, alucce e occhioni teneri, che iniziò subito a sfogare la sua vivacità saltellando sul pavimento di legno levigato.
"Yuhuuu!" cinguettò Poromon, saltellando ancora qua e là prima di saltare nuovamente in braccio alla sua partner. "Anche oggi nella palestra! Grazie, Miyako, è il posto ideale per me! Posso saltellare dove voglio e non si congela!"
Ridendo, Miyako abbracciò il piccolo uccellino rosa. "Hehehee... sapevo che ne saresti stata contenta, ma attenta a non farti vedere da qualche bidello o professore! Sai com'è, non tutti ancora sono abituati all'idea dei Digimon...". Appoggiò delicatamente al suolo la sua partner digitale e si tolse lo zaino dalle spalle, tirandone fuori due pacchetti di patatine, due scatole di caramelle gommose e tre barrette di cioccolato, tutti 'omaggi' dei magazzini del negozio dei suoi genitori, che lei si era procurata con qualche ora di lavoro extra. "Ho portato qualcosa per te e Upamon, e anche per gli altri... spartitevele bene!"
"GRAZIE!" esclamarono in coro DemiVeemon e Patamon, sbucando fuori all'improvviso da dietro Poromon e facendola saltare per la sorpresa. Il draghetto azzurro si fiondò subito su una scatola di caramelle gommose, iniziando ad assalire l'apertura con le zampine. "Wow, dolcetti alla frutta! Io li adoro!". Miyako sbattè gli occhi meravigliata, non aspettandosi che ci fossero già i Digimon dei loro amici: va bene Takeru e Hikari, ma Daisuke non era esattamente conosciuto per la sua popolarità.
"Ebbene sì, eravamo già qui ad aspettare!" commentò Gatomon, calandosi agilmente da un'impalcatura. "Hikari e gli altri sono arrivati a scuola assieme, e ci hanno lasciati qui. Daisuke ha detto che doveva parlare di qualcosa di molto importante, ora non so che cosa..."
"Lo so io!" cinguettò DemiVeemon, mentre Iori tirava fuori il semi-addormentato Upamon dalla giacca e lo appoggiava a terra a fare compagnia ai suoi amici. "Stavo appunto per spiegarlo a Gatomon e agli altri. Proprio ieri, io e Daisuke abbiamo visto un Digimon dall'aspetto umano che ha cercato di offrirci uno di quei nuovi anelli portafortuna di gomma... Dai voleva parlarne a voi, ma siccome ieri sera era già tardi, ha pensato di parlarvene oggi a scuola!"
I due Digiprescelti, così come gli altri Digimon presenti, assunsero un'espressione sbalordita. "Cosa? Un Digimon dall'aspetto umano? Come Arukenimon e Mummymon? E ha cercato di offrirvi un Kooun-Yubiwa?" chiese Iori, rimanendo con il cappotto in mano. "E... e da dove sarebbe venuto?"
"Non ne abbiamo idea... forse da qualche Digiport residuo che nessuno ha provveduto a chiudere..." rispose DemiVeemon alzando le spalle. "Sappiamo solo che era senz'altro un Digimon... i suoi occhi non erano quelli di un umano, e ho percepito che era composto di dati computerizzati. Forse dovreste parlarne a Daisuke e agli altri... ora ne staranno discutendo, almeno credo."
"Iori-chan... non so perchè, ma ho idea che sia meglio seguire il consiglio di DemiVeemon... andiamo a cercare Daisuke e gli altri!" propose Miyako. Il ragazzino annuì e si rivolse ai cinque Digimon. "Sentite, ragazzi, noi andiamo a parlare con Daisuke, Takeru e Hikari, e poi andiamo in classe. Voi restate qui... e tenetevi pronti nel caso ci siano problemi, va bene? Non si sa mai..."
"Ricevuto!" esclamarono in coro i Digimon, tornando poi ai loro snack mentre Miyako e Iori si allontanavano.
"...e così, mentre mi avvicinavo per dirgliene quattro su come non credevo al destino e alla iella, ho visto gli occhi di quella donna: facevano paura, sembravano quelli di un serpente. Io e DemiVeemon siamo rimasti sorpresi per un attimo, e quela lì ne ha approfittato per dileguarsi, così, senza un suono! E' praticamente scomparsa nel nulla! Secondo me, quella lì non poteva essere che un Digimon!"
Non era ancora suonata la campanella delle otto e mezza, e ancora un certo numero di alunni con gli zaini in spalla vagava per i corridoi della Odaiba Middle, riempiendo l'aria del brusio dei loro passi e delle loro conversazioni. Vicino all'aula in cui avrebbero avuto lezione tra alcuni minuti, Daisuke aveva appena finito di raccontare la vicenda della sera prima, quando si era imbattuto nella misteriosa donna che gli aveva offerto un anello portafortuna, a Takeru e Hikari, che avevano ascoltato con una certa preoccupazione. Il ragazzino biondo si scostò una frangetta dalla fronte e rispose.
"In effetti, non credo nemmeno io che quella donna potesse essere nient'altro che un Digimon. Ma la domanda è, da dove può essere venuto? Eravamo sicuri che ogni collegamento tra DigiWorld e il Mondo Reale fosse stato chiuso!"
"Di qualunque cosa si tratti, è preoccupante... chissà che intenzioni avrà quel Digimon!" sospirò Hikari, prima di guardare dietro di sè con la coda dell'occhio e vedere Miyako e Iori che si avvicinavano con passo spedito, alzando una mano per salutare. "Oh, ciao, Miyako-san! Ciao, Iori-kun!"
"Ciao, Hikari! Salve anche a voi, ragazzi!" esclamò cordialmente Miyako, mentre Iori si limitava ad annuire e a pronunciare un formale "Buongiorno".
Anche Takeru e Daisuke si voltarono a salutare i loro due colleghi. "Ehilà, ragazzi... allora che si racconta dalle vostre parti?" chiese Daisuke.
Iori alzò le spalle con aria leggermente indifferente. "Le solite cose. Piuttosto, Daisuke-san, ho sentito DemiVeemon parlare di un certo Digimon che avete incontrato ieri sera, e ha cercato di consegnarti un Kooun-Yubiwa. Allora è vero quello che diceva."
"Già..." rispose Daisuke. "Aveva assunto l'aspetto di una giovane donna dall'aria misteriosa, e ha cercato di farmi indossare uno di quegli stupidi anellini di gomma che vanno a ruba in questo periodo. Io avevo un brutto presentimento, e quindi mi sono rifiutato... e quella lì mi ha detto qualcosa su come mi fossi attirato dietro la cattiva sorte, e se n'è andata... non prima però di avermi fatto vedere quegli occhi di serpente che si ritrovava!"
"Occhi di serpente? Brrrr..." commentò Miyako con un brivido di disgusto. "E per quanto riguarda la stupidità dei Kooun-Yubiwa, sono per una volta d'accordo con te! Una delle solite fesserie che vanno di moda per un certo periodo, e poi via!"
"In realtà, Miyako-san, stavo riflettendo... che possano essere qualcosa di più di una semplice moda?" riflettè Takeru ad alta voce. "E' vero che non ho le prove di quanto dico, ma mi sembra quantomeno peculiare che qualche Digimon si interessi all'improvviso alla moda degli esseri umani. Credo che la cosa andrebbe investigata in maggior dettaglio."
"Sì, sono d'accordo con Takeru-san..." rispose Iori, controllando l'orologio. "Ora, ragazzi, ci dispiace, ma dobbiamo proprio andare in classe. Ci risentiamo dopo la scuola, e magari andremo a fare un giretto a DigiWorld per vedere se tutto è sotto controllo!"
"Va bene!" rispose Hikari, alzando una mano per salutare assieme ai due ragazzi. "Non appena sarà possibile, chiameremo anche Ken e gli spiegheremo la situazione. Così ci potrà dare una mano anche lui. Buona mattinata!"
"Altrettanto a voi!" rispose Miyako, prima che lei e Iori scomparissero dietro l'angolo. Dando un'occhiata all'orologio che portava al polso, Daisuke si rese conto che, in effetti, la campanella che segnava l'inizio delle lezioni stava per squillare. "Vabbè, la scuola sta per iniziare... non pensiamo alla sfortuna! Ci aspetta una TEDIOSA mattinata di lavoro! Sigh... e tra due giorni ho pure il compito di recupero..." disse con tono leggermente melodrammatico.
Hikari gli sorrise dandogli una pacchetta sulla spalla. "Non preoccuparti, Dai-kun! Sono sicura che andrà tutto bene, anello di gomma o no!"
"Allora, Marilismon, è tutto pronto? Possiamo incominciare la sperimentazione finale?" tuonò Balormon, seduto sul suo trono con aria annoiata, la testa pigramente appoggiata sulla mano il cui gomito era puntellato contro il bracciale del seggio regale. Le sue armi giacevano ai suoi piedi, apparentemente abbandonate, ma ancora pulsanti di energia e pronte a scattare all'attacco nel momento del bisogno. Davanti a lui, stava di nuovo scendendo la mappa computerizzata del Mondo Reale, ancora una volta costellata di luminosi puntini rossi. La sua servitrice, la donna-serpente chiamata Marilismon, era ai piedi del trono, e stava armeggiando con tutta calma con quello che sembrava essere un grosso televisore dallo schermo piatto, che accese con la pressione di un pulsante facendo apparire sullo schermo un fondale grigio e piatto. Annuendo soddisfatta, Marilismon strisciò di nuovo vicino al trono e fece un profondo inchino.
"E' tutto pronto, supremo Balormon. Non deve fare altro che scegliere la città, dare il segnale, e noi ci godremo lo spettacolo da qui!" rispose la donna-serpente, raccogliendo le due spade che aveva lasciato a terra per eseguire il lavoro di collegamento. Un ghigno crudele solcò il terrificante volto di Balormon, e il demone, fremendo di gioia alla notizia, si alzò dal suo trono con un agile colpo di reni e strinse a pugno la mano destra, sulla quale l'anello nero e inciso di rune che indossava iniziò ad emettere una strana luminescenza rossa-arancione, simile a quella della lava incandescente. Gli occhi di Balormon divennero due luccicanti fessure di fiamme ardenti, puntate come un mirino verso una città in particolare.
"Ottimo lavoro, miei fedeli schiavi. Ora Tokyo... poi, il mondo intero!"
Sulla mappa, i puntini rossi assembrati sopra la città di Tokyo cominciarono a lampeggiare pericolosamente...
SBAM!
Il suono di una mano che sbatteva fragorosamente contro il suo banco fece sobbalzare Hikari Yagami, che aspettava con calma che la campanella suonasse e le lezioni iniziassero. Sbalordita, la ragazzina alzò lo sguardo per ritrovarsi davanti una sua compagna di classe dai lunghi capelli neri, vestita di un golf grigio e una gonna nera, che la guardava con uno strano sorriso sulle labbra, la mano destra, sul cui anulare spiccava un Kooun-Yubiwa che brillava di una strana luce rossastra, ancora poggiata sul legno del banco. Non era il classico sorriso gioviale di un'amica. Dall'inclinazione della testa, dagli occhi che la guardavano obliquamente, e dal modo in cui le labbra della sua coetanea erano incurvate, si capiva benissimo che c'era qualcosa che non andava. Anche Takeru, Daisuke, e diversi altri compagni di classe avevano voltato lo sguardo verso il banco di Hikari, chiedendosi cosa stesse per accadere.
"Ah... C-ciao, Kanna..." mormorò Hikari, cercando di ignorare il cattivo presentimento che le stava venendo. "Ci sono problemi? Mi volevi... dire qualcosa?"
Kanna non rispose subito, ma si sollevò leggermente, continuando a guardare dall'alto in basso la sua amica... che ormai non sembrava più riconoscere come tale! "Sì, in effetti c'era qualcosa che volevo dirti..."
Senza alcun preavviso, con grande sbalordimento di Takeru e Daisuke, Kanna afferrò la spalla destra di Hikari e la spintonò brutalmente giù dalla sedia, facendola atterrare sul pavimento con un breve urlo di sorpresa. Per fortuna, la spinta non era troppo forte, quindi Hikari non si fece nulla, ma il gesto servì a ferire e confondere Hikari più di qualunque colpo fisico. Dopo essere rimasta qualche secondo ammutolita e riversa per terra, la Digiprescelta della Luce si afferrò al suo banco e scattò in piedi. "Ma... Kanna, che ti prende? C'è qualche problema? Ti... ti ho fatto qualcosa di male?" chiese stupefatta. La sua compagna si limitò ad allargare quel sorrisetto crudele e guardarla rialzarsi con disprezzo, prima di risponderle.
"Qualcosa di male? Qualcosa di male, dici? Ma sentitela, Miss Santarellina!" rispose Kanna con un tono gelido e sarcastico che poco le si addiceva. "Beh, era ora che finalmente te lo chiedessi! Siamo stufe di vederti là, seduta al tuo banco, sempre sorridente, sempre aperta e disponibile, sempre con i tuoi bei voti... pare che tu non abbia mai un problema, e continui a sorriderci e a trattarci con condiscendenza sapendo che noi non saremo mai alla tua altezza!" Mentre Kanna parlava, altre ragazze, in tutto almeno sette od otto, si alzarono dai loro banchi e si avvicinarono minacciosamente a quello di Hikari, sfoderando dei sogghigni terribimente simili a quello che troneggiava sul volto della loro compagna. "Ma ora basta! Ci siamo stufate di te, e siamo qui per comunicarti che d'ora in poi vivremo fuori dalla tua ombra!"
In tutto questo, Hikari era stata assalità da così tanti eventi in una volta sola che non riusciva più a capire nulla. Davanti a quel gruppetto di ragazze, improvvisamente arrabbiate con lei senza motivo e ora male intenzionate nei suoi confronti, non sapeva proprio cosa dire per difendersi!
"Ehm... Ragazze... aspettate... aspettate un momento..." iniziò, indietreggiando di qualche passo. Per fortuna, qualcuno di sua conoscenza si parò tra lei e le sue assalitrici... non prima però che Hikari avesse il tempo di accorgersi che tutte le ragazze del gruppo di Kanna portavano un Kooun-Yubiwa luccicante all'anulare della mano destra.
"Ma che fate, voi? Vi ha dato di volta il cervello?" esclamò Takeru. "Per quale motivo ve la prendete con Hikari senza che lei vi abbia fatto niente?"
"Se avete qualche problema con lei, saremo felici di ascoltarlo per primi... HEY!" aggiunse Daisuke, la cui ultima esclamazione fu dovuta ad una cartaccia appallottolata che gli era rimbalzata sulla fronte, da parte di un ragazzino tarchiato seduto qualche banco davanti al suo. Il mittente della carta straccia si voltò verso Daisuke e gli sorrise in tono canzonatorio, mostrando per un attimo un Kooun-Yubiwa luccicante sulla mano.
"E a te, che ti piglia? Lo trovi tanto divertente?" chiese Daisuke minacciosamente, guadagnandosi nient'altro che una risata da parte dell'interessato. "Heheheee... l'hai detto che è divertente, Motomiya! Finalmente mi sento libero di fare tutto quello che voglio, e ho sempre desiderato di gettare una cartaccia su quella tua faccia da babbeo! La tua stupidità mi ha sempre dato fastidio!"
Takeru e Hikari dovettero trattenere Daisuke per le braccia per impedirgli di saltare addosso al rivale. "A chi dici faccia da babbeo, sgorbio? E prima di darmi dello stupido, perchè non dai un'occhiata ai tuoi voti, che sono anche peggio dei miei?"
"Calma, Daisuke! Calma! Non c'è bisogno che perdi la testa anche tu, visto che qui la stanno perdendo tutti!" esclamò Takeru, alzando la voce per farsi sentire dal resto della classe e riportarla all'ordine. Sfortunatamente, il danno sembrava essere stato già fatto, e mentre la campanella di inizio delle lezioni cominciava a suonare, buona parte degli alunni si alzò di scatto dai banchi, con degli inquietanti sogghigni sulle labbra, e iniziò a dare sfogo al proprio estro distruttivo, rovesciando le sedie, prendendo a calci la cattedra, iniziando a disegnare sulla lavagna, gettando cartacce in giro, e altre cose di questo genere. Esterrefatti, Daisuke, Takeru, Hikari e i pochi alunni che non erano stati colpiti da quell'ondata di follia non poterono fare altro che rimanere ad osservare l'insegnante di calligrafia che entrava dalla porta e veniva accolta con un feroce lancio di cartine, gomme da masticare e addirittura qualche scarpa. La giovane donna, colta di sorpresa dall'assato, non potè fare altro che chiudere la porta con uno strillo e scappare a gambe levate, mentre il coro di urla, berci e confusione cominciava a levarsi anche dalle aule adiacenti.
"Hey, ma... ma che cavolo sta succedendo? Qui sono impazziti tutti!" esclamò Daisuke, evitando un chewing-gum mezzo masticato che andò a spiacciacarsi sul pavimento. "I sensei ci daranno una punizione che non finirà prima del prossimo secolo, se continua così!"
"Anche le altre classi stanno facendo la stessa cosa!" strillò Hikari sentendo la cacofonia di grida proveniente dall'esterno, mentre lei e tutti i ragazzi ancora incolumi si raccoglievano in un angolo per meglio proteggersi dalla 'invasione barbarica'. Una pioggia di cartacce si abbattè su di loro, ma gli alunni impazziti erano per lo più impegnati a rompere banchi o disegnare sui muri o sulla lavagna, e non badarono troppo ai loro compagni ancora sani. Sfortunatamente, Daisuke e gli altri erano bloccati lì in ogni caso: non potevano scappare, non potevano evitare la folla di barbari che stava spintonando sulla porta... e come se non bastasse, sapevano che i loro amici erano lì nella scuola, e probabilmente nella loro stessa situazione!
"Accidenti, ci saranno anche Iori e Miyako là fuori! Anche loro saranno rimasti coinvolti in questo baito!" esclamò Daisuke. "Dobbiamo andare a recuperarli!"
"Sono perfettamente d'accordo con te, Dai-kun, ma come facciamo con tutti quelli che ci bloccano la strada?" chiese Takeru a voce alta, indicando l'assembramento di studenti impazziti davanti alla porta dell'aula e la catasta di sedie rovesciate che impediva il passaggio. "Dobbiamo aspettare che la smettano, e poi andare a vedere dei nostri amici!"
"Cavolo!" imprecò Daisuke "E nel frattempo che cosa possiamo fare?" Dietro di lui, altri alunni più impressionabili erano già scoppiati in lacrime o si erano raccolti in un angolo tremando come foglie, guardando con terrore lo sfogo distruttivo dei loro compagni. Ma proprio quando sembrava che ormai i ragazzi non potessero più sottrarsi alla furia dei loro compagni impazziti, qualcosa aprì dall'esterno la finestra vicino alla quale si trovava Daisuke, facendogli arrivare addosso una ventata d'aria gelida come un diretto.
"Argh! Adesso ci manca anche di far cambiare l'aria... eh? Angemon? E da dove sei sbucato? E come hai fatto a digievolvere senza Takeru?" esclamò il ragazzino, osservando l'alata figura angelica che entrava dalla finestra ripiegando elegantemente le ali. Tutti i ragazzi erano sbalorditi di fronte all'improvvisa apparizione del Digimon angelico, e anche quelli che erano caduti preda di quel misterioso scatto distruttivo si erano fermato per un attimo per guardare chi era arrivato. Alle dita degli alunni posseduti, i Kooun-Yubiwa iniziarono a vibrare in maniera strana, come disgustati dalla presenza dell'angelo.
Dopo una rapida ochiata, Takeru, Daisuke e Hikari si resero conto che non si trattava di Angemon: di aspetto era molto simile, un Digimon dall'aspetto di un maschio umano di grande bellezza e fierezza, il corpo longilineo ma muscoloso segnato da quattro cicatrici simili a stelle sul costato, la pelle candida e la testa coperta da un elmetto di metallo da sotto il quale fluivano lunghi e lisci capelli biondi. Tuttavia, la toga sbrindellata tipica di Angemon, che nel partner di Takeru sarebbe stata blu, era invece color rosso magenta, e dalla schiena uscivano soltanto due ali piumate, anzichè sei come in Angemon. Per il resto, la somiglianza era impressionante: la protezione sulla spalla sinistra, gli stivali bianchi decorati con simboli sacri dorati, e persino l'espressione severa ma giusta erano identici a quelli della sua controparte più conosciuta. Il Digimon angelico atterrò sul pavimento dell'aula e sorrise ai bambini ancora savi.
"Non abbiate paura di me, ragazzi... non voglio farvi del male, sono qui per aiutarvi." disse il Digimon angelico con voce calma, alzando lentamente una mano verso i ragazzi posseduti, che già ricominciavano ad avvicinarsi minacciosamente, e sprigionando da essa una strana, evanescente polvere dorata simile ad una nube di polline. La polvere fatata si posò sui corpi degli aggressori, che rallentarono progressivamente l'andatura, per poi crollare in ginocchio e sdraiarsi a terra, addormentati come sassi.
"Non preoccupatevi per loro..." spiegò il Digimon angelico ai ragazzi superstiti, che guardavano ancora increduli. "L'incantesimo che ho usato su di loro servirà soltanto a farli dormire per un pò, per un tempo che mi auguro sarà sufficiente a rimettere a posto questa situazione."
Hikari tirò un sospiro di sollievo, assieme a tutti gli altri ragazzi rimasti coinvolti in quell'improvvisa ribellione. "Phew... per un attimo ho creduto davvero che fosse scoccata la mia ora... ti dobbiamo ringraziare... ehm... come ti chiami, scusa?"
L'angelo alzò leggermente gli occhi al cielo, ridendo della propria dimenticanza. "Ah, giusto, non mi sono nemmeno presentato nella concitazione del momento... il mio nome è Piddomon, e vengo dal Mondo Digitale."
"Dal Mondo Digitale?" fece eco una bambina. "Allora sei un Digimon! Uno di quei mostri coraggiosi che hanno salvato Tokyo da quel robot gigante sei mesi fa!"
"Un Digimon? Forte!" disse un bambino, scostando Takeru senza tante cerimonie e andando a toccare lo stupefatto Piddomon come se fosse stato una specie di trofeo!"
"Hey, aspetta! Lo voglio vedere anch'io!" esclamò un altro bambino. Ormai, la piccola torma di ragazzini curiosi si era riunita attorno al suo salvatore, facendo a gara per parlargli e toccarlo, e lasciando nel dimenticatoio Daisuke, Takeru e Hikari.
"Sembra che si siano dimenticati CHI era al fianco di quei mostri di cui parlano tanto..." pensò Daisuke con aria seccata e una grossa gocciolona di sudore sulla nuca. Takeru e Hikari si limitarono a ridere in tono imbarazzato, mentre Piddomon alzava le mani per chiedere il silenzio ai bambini. "Ora... ora, ragazzi, potete stare un pò calmi? C'è un'emergenza in corso, e dovrei parlare con tre vostri compagni di classe: chi di voi è Daisuke Motomiya? Takeru Takaishi? E Hikari Yagami?" esclamò il Digimon angelico. Sentendosi chiamati in causa, i tre ragazzi si fecero avanti.
"Se stavi cercando noi, Piddomon... siamo qui! Ma prima dovremmo andare a recuperare i nostri Digimon e i nostri amici, Iori Hida e Miyako Inoue, che si trovano anche loro in questa scuola!" spiegò Takeru, volgendo una rapida occhiata alla porta che dava sul corridoio, dalla quale provenivano ancora urla belluine e rumori di battaglia che non facevano ben sperare...
"Certamente..." rispose Piddomon, annuendo seriamente. "Vi aiuterò io a recuperare i vostri amici, dato che ci sarà bisogno di tutti loro per affrontare questa situazione! E' in corso un attacco che è stato in preparazione da mesi, e di cui ci siamo accorti solo quando era troppo tardi per sventarlo."
"Un attacco... in preparazione da mesi? C'entrano per caso... i Kooun-Yubiwa?" mormorò Hikari, notando ancora una volta che tutti i ragazzi che erano impazziti, e che ora ronfavano come ghiri sul pavimento della classe, portavano ad una mano i famosi 'anelli della buona sorte'.
Daisuke si sbattè un pugno sulla mano. "E scommetto che c'entra pure quel Digimon di ieri, che mi ha offerto quell'anello della fortuna!"
Ancora una volta, Piddomon diede risposta positiva con un cenno del capo. "Esattamente. Tramite quegli anelli malefici, un essere diabolico sta cercando di provocare il caos nel vostro mondo. Voi e gli altri ragazzi prescelti siete gli unici in grado di fermarlo... prima che sia troppo tardi!". Tese una mano verso Daisuke e i suoi due amici. "Per ora, venite con me, e andiamo a salvare i vostri amici! Strada facendo, vi fornirò tutte le spiegazioni..."
CONTINUA...
Note dell'autore: Posso tranquillamente dire che il Capitolo 2 della mia seconda storia è stato uno dei più travagliati della mia storia come autore. La qualità della prima parte lascia parecchio a desiderare, anche perchè l'ho scritta che avevo l'influenza (beccata durante l'uscita al ristorante di cui sopra...) e non sono riuscito a dare del mio meglio. Spero di fare di meglio nel Capitolo 3, che riunirà i membri del gruppo di Digiprescelti, e parlerà un pò più approfonditamente di Balormon e dei suoi scagnozzi.
Oh, e per quanto riguarda i nemici, se volete sapere a cosa mi sono ispirato... beh, ecco a voi!
- BALORMON: E' chiaramente preso dal 'Balrog' di Tolkeniana memoria. 'Balor' è una storpiatura del nome utilizzata per designare la stessa creatura nel famoso gioco di ruolo Dungeons & Dragons. Questo nome è stato utilizzato al posto dell'originale per problemi di copyright...
- MARILISMON: Sempre in Dungeons & Dragons, le Marilis (o Marilith) sono delle creature metà donna e metà serpente con diverse braccia, che fanno da seconde in comando ai Balor. Inoltre, la figura della Marilith è apparsa diverse volte nei videogiochi della saga 'Final Fantasy'.
- AHUIZOMON: Nella mitologia azteca, lo Ahuizotl era una creatura acquatica, simile ad un rettile, con una mano sulla punta della coda, che si nutriva degli occhi, dei denti e delle unghie degli esseri umani. Si diceva che i corpi di tutti coloro che venivano uccisi da questa creatura potessero essere toccati solo da un sacerdote, in quanto gli dei avevano prescelto le loro anime per il paradiso. Per creare il mio Digimon, ho mantenuto il concetto della creatura acquatica sfuggente e pericolosa, adattando dove necessario...
- MALEBRANCMON: Per questo bestione mi sono invece ispirato alla Divina Commedia di Dante Alighieri, e più esattamente dai Canti 21 e 22 dell'Inferno, in cui Dante descrive i Malebranche, diavoli rozzi e spacconi che tormentano i barattieri nel quinto girone di Malebolgia.
Questo è tutto per questo capitolo. Ora che sto meglio, spero che anche la qualità della mia storia migliori, e spero di poter dare alle stampe il prossimo capitolo il prima possibile, università permettendo. Grazie a tutti, lasciatemi una recensione se volete, e alla prossima!
Justice Gundam
