Chi desiderasse leggere la mia interpretazione dello spazio temporale tra il capitolo precedente e questo, ovvero il viaggio di ritorno di Albert, se non l'ha ancora fatto può vedere la mia mini-fic in 3 parti "Ritorno" che si trova qui: s/13959562/1/Ritorno
Attenzione, però, mentre nei Missing Moments cerco di rimanere estremamente fedele ai personaggi e alla storia di Nagita, qui mi sono concessa qualche piccola libertà della mia immaginazione su Albert e se la leggerete capirete a cosa mi riferisco.
Se l'avete già letta o non vi interessa, beh... buon proseguimento con il prossimo missing moment!

Angolo dei commenti:

Charlotte: Albert aveva scritto a Candy che si trovava in Kenya ed era proprio lì, nella natura selvaggia, quando lei è fuggita da scuola: mi sono divertita a immaginare le sue reazioni e non ho mai pensato che fosse tornato per cercarla, anche per una questione di cronologia. Ma ho immaginato che l'idea lo abbia sfiorato. Grazie di cuore!

Ericka Larios: Da quello che ho capito io Albert perde i contatti con Georges da un certo punto in poi. Nel romanzo si parla di come lo zio William accetti la decisione di Candy di diventare infermiera, perciò immagino che Albert maturi l'idea di 'sparire' in un momento successivo ;-)

Elizabeth: Esatto, a un certo punto Albert intraprenderà il famoso viaggio durante il quale rimane vittima dell'esplosione: ho realizzato anche quel missing moment, se t'interessa, in una storia a 3 capitoli che s'intitola: "Ritorno" ;-)

Dany Cornwell: Nel manga e nel romanzo l'infermiera che sta in Africa viene appena nominata e non sappiamo neanche il nome: Meredith è un nome che ho inventato io XD Le lettere inviate all'epoca ci mettevano parecchio tempo ad arrivare a distanze così grandi, immagina l'ansia di Albert! Uhm, non credo che Candy avesse una cotta per Albert, tanto de diventare infermiera a causa sua. Non in maniera cosciente, perlomeno, ma magari il subconscio... chissà... Grazie, alla prossima!

MariaGpe22: Candy non si poteva fermare in nessun modo, quando si metteva in testa una cosa! Per quanto riguarda la tutela di Candy immagino che Albert volesse innanzitutto lasciarla libera, a prescindere dai commenti di sua zia o degli altri parenti. Non dimentichiamo che lui era comunque lontano e poi perde la memoria, non poteva fare molto di più.

- § -

- § -

- § -

Candy parte per New York

Candy si allontana quasi saltellando di gioia sulla neve fresca. Il suo cappotto rosso ondeggia a ogni movimento ed è un miracolo che il cappellino non le scivoli via.

Albert stava lavando lo stesso piatto da quasi cinque minuti e, per fortuna, se ne accorse prima che lo facesse qualcun altro, domandandogli cosa diavolo gli prendesse.

Già, cosa mi prende?

Ripose il piatto in cima a una pila ordinata che cominciò ad asciugare con gesti meccanici, la mente che volava di nuovo lontano, suo malgrado.

A quest'ora è sul treno a guardare fuori dal finestrino il paesaggio che scorre via, contando le ore e i minuti. E ogni attimo che passa si allontana più da me.

Per poco la stoviglia non gli cadde di mano e fu lesto a riafferrarla. Fece un respiro profondo e s'impose di concentrarsi prima di combinare qualche guaio irreparabile, anche se dubitava ci fosse qualcosa di più irreparabile di ciò che gli stava accadendo.

Mi sto... innamorando di Candy.

Si bloccò, risucchiando aria tra i denti e stringendo forte lo straccio e l'ennesimo piatto, rischiando di romperlo con la forza che vi aveva impresso. Come era arrivato dal desiderare un futuro sereno accanto a lei, a costo di non recuperare mai la memoria, a portare a livello cosciente qualcosa di così grande?

No, non andava affatto bene!

Candy era la sua infermiera, aveva di certo parecchi anni meno di lui e, soprattutto, il suo cuore apparteneva a Terence.

Con un sospiro profondo, Albert tentò di chiudere a chiave il proprio cuore e i propri pensieri, terminando di lavorare. Concentrandosi sul colore immacolato dei piatti, sulla schiuma che aveva creato nel lavabo e persino sui fili di stoffa che spuntavano dal panno un po' consunto col quale li stava asciugando. Tutto, pur di non formulare più un concetto simile.

Il peggio arrivò quando dovette salutare i suoi colleghi e rimandarli al giorno dopo; quando dovette fare la strada del ritorno sapendo che non si sarebbe dovuto fermare sotto a un lampione in attesa che Candy tornasse dall'ospedale; quando dovette rientrare in una casa vuota. E quando dovette preparare una cena solitaria.

Albert! Che profumino, sei proprio bravo a cucinare!

Quella sera si era limitato a una zuppa di verdure molto semplice e a un pezzo di pane raffermo, trattenendosi a stento dall'apparecchiare per due.

Da quando era uscito dall'ospedale, Candy era stata la sua costante e persino quando lavorava di notte Albert cucinava per due lasciandole in caldo la colazione per il giorno dopo. Gli unici momenti solitari di cui aveva memoria erano stati solo quelli successivi all'incidente: già in ospedale la presenza di quella giovane infermiera aveva reso più sopportabile la ripresa fisica e soprattutto morale.

Eppure aveva cercato di andarsene per non esserle di peso, ma lei non glielo aveva permesso.

Ora gli era diventata più necessaria dell'aria stessa.

Posò sul tavolo l'ultimo pezzo di pane, riflettendo confusamente che il giorno dopo sarebbe stato immangiabile. Ed era un peccato sprecare il cibo. Così, si risolse a terminare la sua cena solitaria, sparecchiando e lavando il proprio piatto prima di andare a dormire.

Albert entrò nella stanza e si fermò a guardare il letto superiore, ben rifatto, ma con il cuscino un po' storto sotto le coperte.

"Sei sempre la solita sbadata, vero, Candy?", mormorò con un sorriso, sistemandolo e inalando il profumo di lei che emanava. Rose, vaniglia e un leggero sentore di disinfettante.

Un brivido gli corse lungo la schiena e si domandò se fosse in dirittura d'arrivo o se avesse già riabbracciato il suo Terence. L'unico che avesse il diritto di inebriarsi del suo aroma, di guardarla con occhi innamorati, di... baciarla.

Scuotendo la testa e rimproverandosi con un grugnito di disappunto, Albert si infilò sotto le coperte, non prima di aver regolato la sveglia per il giorno dopo.

Potrebbe non tornare più, anche se ha promesso che lo avrebbe fatto.

Era sicuro che Patty, Annie e gli altri sarebbero andati a trovarlo presto e non aveva certo intenzione di farsi trovare pensieroso o persino depresso! Avrebbe offerto loro un tè e dei dolci per ricambiare la gentilezza e si sarebbe comportato come al solito.

Niente sarà più lo stesso.

Strinse forte gli occhi, imponendosi di dormire, tentando di far cadere su di sé un sonno benefico e ristoratore che non arrivò. Le immagini di Candy sorridente che lo salutava, lo abbracciava e cercava di cucinare senza successo gli invasero i pensieri quasi fino all'alba, quando crollò sussurrando: "Buona fortuna, piccola Candy".

D'altronde, nulla era più importante della sua felicità, anche se per lui avrebbe rappresentato un addio.