Scendevi

morbido e caldo dai miei occhi

rotolando sulle guance

per poi dissolverti

come foglie di quercia d'autunno.

È stato un attimo

arderò per sempre!

"La donnola" di Shisui Uchiha.

Decisamente la poesia in cui Shisui aveva investito di più emotivamente. Nonostante fosse una delle più brevi, si avvertiva l'intensità del sentimento che nutriva nei confronti di quella persona trasformata in lacrime che gli rotolava sulle guance. Non si trattava di suo marito, dietro quelle parole si nascondeva il dolore di una perdita definitiva, Shisui aveva assistito al dissolversi di quel legame senza poter fare niente, solo ammirare la malinconia del suo concludersi che va in pezzi insieme alle foglie morte della quercia. La fine di un sogno, anche se bellissimo.

Se Shisui aveva deciso di inserire La donnola all'interno della sua raccolta si trattava comunque di qualcosa finalmente risolto, un evento accaduto probabilmente quando era molto giovane. I versi erano ormai svuotati del significato iniziale pur restando meravigliosi. Tuttavia, come anche lo stesso Shisui affermava nell'ultimo verso, i legami che sono stati molto forti hanno la capacità di ardere per sempre pur prendendo una direzione differente. E poi Shisui non era certo il tipo da dimenticare una persona che per lui era stata così importante, sicuramente la donnola faceva ancora parte della sua vita e adesso era giunto il momento di conoscerla.

Shisui era uscito tardi dalla palestra quella sera di inizio settembre, i turni sempre più lunghi ormai li andava a cercare come il pane quotidiano e spesso era già buio quando si decideva ad avviarsi verso casa. Gli altri si alternavano per tirare avanti fino a quell'ora, ma Shisui era presente ogni sera.

Era preoccupato e aveva bisogno di tenersi la mente impegnata, erano trascorsi ormai due mesi dal bonifico che aveva fatto a Danzo ma non c'erano ancora stati risultati. Quando gli scriveva, Danzo gli rispondeva che stava lavorando e che procedeva tutto per il verso giusto, d'altronde sono operazioni che richiedono tempo e prendere accordi non è certo facile con tutte le persone.

Beh, non si tratta di un truffatore, in quel caso sarebbe sparito nel nulla senza più nemmeno farsi sentire.

Però Shisui non avrebbe mai immaginato che il tutto fosse così lento. Attribuì l'errore alla sua scarsa conoscenza delle dinamiche finanziarie per cui decise di attendere ancora un po' prima di accettare l'aiuto offertogli da Itachi. Dopo aver parlato di questo con il cugino alla festa organizzata da Deidara, Shisui aveva evitato di tornare sull'argomento anche a causa della piega presa dalla sua intervista in televisione. Ancora si sentiva in imbarazzo anche solo ripensandoci, in pochi secondi aveva sbandierato una parte così delicata della vita di Itachi a chiunque lo stesse ascoltando da casa, distruggendo anche i progetti di Kisame di non nominare mai più Kabuto per arrivare a considerarlo un capitolo definitamente chiuso. Anche se il cugino non aveva raccontato niente del genere, Shisui era certo che la sera dell'intervista aveva discusso con Kisame a causa sua, il giorno seguente li aveva visti arrivare in palestra con le facce distrutte e gli occhi arrossati, oltre ad essere entrambi di pessimo umore. Itachi lo aveva completamente compreso e perdonato, per lui, ovviamente, avevano maggior valore il dolore di Konan e la rabbia di Sasuke che rimaneva latente pur non esplodendo più in modo violento.

Itachi, due anni fa sei arrivato ad un passo dalla morte ma nonostante tutto continui a considerare le difficoltà degli altri più importanti delle tue. Sei una persona d'oro e io sono stato solo capace di contribuire a farti del male.

"Buonasera, Shisui."

Se quella voce profonda e graffiante non lo avesse colto di sorpresa mentre stava per entrare in macchina nel parcheggio della palestra, Shisui sarebbe sprofondato nelle letali sabbie mobili del suo senso di colpa. Preferì il trasalire piuttosto che il sentirsi terribilmente riprovevole.

L'immagine di Danzo gli era apparsa nella penombra dei lampioni, nonostante Shisui vedesse solo il contorno della sagoma lo riconobbe all'istante senza ombra di dubbio. Era decisamente un modo strambo di presentarsi per uno che affermava di essere un broker finanziario, così all'improvviso e quasi di nascosto come un pedinatore esperto. E poi a quell'ora, quando nella palestra non c'era praticamente più nessuno. Shisui non ebbe il tempo di chiedersi come avesse fatto Danzo a conoscere il suo posto di lavoro, esistevano cose più urgenti ora, quelle che gli causavano angoscia più o meno dall'inizio dell'estate.

"Spero che finalmente almeno il problema della macchina sia risolto" disse Shisui sorridendo e pieno di speranza.

"In realtà no anche se manca davvero pochissimo" Danzo fece un passo avanti, entrò nella luce dei lampioni rendendo chiara la sua immagine "Ho trovato un venditore disponibile ma bisogna perfezionare il pagamento."

Shisui si iniziò a domandare seriamente per quale motivo Danzo avesse il viso pieno di cicatrici : "Mi dispiace ma non posso, io ho già fatto il massimo che potevo permettermi. Desidero recedere dai nostri accordi."

"Beh, è un vero peccato dal momento che le soluzioni esistono e tu, in caso di rinuncia, non avresti nessun rimborso" Danzo fece un ulteriore passo avanti mettendo in evidenza la sua ghigna poco rassicurante e asimmetrica "Non è necessario un pagamento in moneta."

A Shisui, che già si malediceva per non aver chiarito in precedenza le condizioni della rinuncia, non restò che accettare e provare a giocarsi quell'ultima carta.

"Mi dispiace Shisui ma quella roba l'ho gettata, mi spieghi perché è davvero così necessaria per presentarsi a un talent scout?" Itachi, accettato l'invito del cugino a colazione in un bar vicino alla palestra, sospirò di lieve fastidio gustandosi, con il cucchiaino, la schiuma del suo cappuccino rigorosamente senza zucchero. Era riuscito a disabituarsi al dolce imparando ad apprezzare molti sapori tali e quali.

"Mi avevi offerto il tuo aiuto, Itachi, ora che decido di accettarlo ti tiri indietro? Potevi dirlo subito se non ti andava."

Il viso di Itachi si indurì udendo Shisui così alterato, gli occhi gli si fecero automaticamente taglienti pur non vedendo più niente. Era ancora capace di comunicare senza parole.

"Mi dispiace, va bene? Sono in difficoltà, Itachi."

"Questo lo avevo capito e infatti non ti ho detto di no, sono disposto a fare il provino anche se questo tizio vuole solo te." Il minore continuò ritornando ad essere molto conciliante "È solo che non capisco il perché degli abiti che usavamo al Susanoo."

Shisui si sgonfiò in un sospiro sperando che il cugino non cogliesse l'imbarazzo, impresa comunque impossibile data la nuova acutezza di Itachi: "Lui ha letto La donnola, tutta la mia raccolta in realtà. Vorrebbe conoscere la persona che io descrivo lì."

"Perdonami, Shisui, ma si tratta di un provino di danza o di altro? E poi è strano che tu non mi abbia detto nemmeno il nome di questo talent scout, ho i miei dubbi che possa essere una persona affidabile altrimenti non si spiegherebbe il perché di tutti questi misteri" Nonostante lo scetticismo, il tono di Itachi restava comunque calmo e suadente come sempre.

"Hai ragione, Itachi, ma non hai niente di cui preoccuparti, dobbiamo soltanto ballare" Shisui fu grato che il cugino non potesse vedere il suo viso arrossato "Se non hai più i vestiti del Susanoo non importa, te ne procuro io altri simili. Per la maschera va bene così, facciamo anche senza."

Itachi si concesse con calma un lungo sorso di cappuccino: "Shisui, ti aiuto volentieri perché ne hai bisogno. Tuttavia lo faccio anche perché temo che se io rifiutassi tu potresti chiedere la stessa cosa a Sasuke e questa è l'ultima cosa che voglio. Cerchiamo di tenere Sasuke, Kisame e Yahiko fuori da questa storia, non possiamo rischiare di ferirli."

"Cugi, ma non è niente di male, si tratta solo di un provino di danza…"

Non era nelle abitudini di Itachi interrompere qualcuno che parlava ma stavolta si era sentito di farlo: "Mi dispiace, Shisui, ma la puzza di bruciato si sente da un chilometro e non me lo toglie dalla testa nessuno. La mia presenza ti impedirà di farti abbindolare, starò attento a ogni particolare."

"Grazie, cugi, non so come fare senza di te!" Shisui si era alzato per stringere Itachi in un abbraccio.

In realtà non era in programma nessun provino ma questo Itachi non lo sapeva e, per fortuna, per adesso non lo sospettava nemmeno.

Sakura adorava fare quelle cose per le quali aveva sempre un sacco di inventiva. Il vestitino da cameriera sexy lasciava davvero poco spazio all'immaginazione, la fascia nera che aveva sul seno era fatta di tulle trasparente ed era tenuta insieme da un nastro di pizzo bianco che poi andava ad allacciarsi dietro al collo. La minigonna era dello stesso materiale con il tipico mini grembiule da cameriera, molto striminzito, a coprirla sul davanti. Le natiche restavano in bella vista sotto il tulle. Le autoreggenti bianche e un braccialetto di pizzo completavano il look provocante.

Il pavimento in parquet della casa di Sasuke era molto simile alla pista che lei utilizzava in palestra sia per allenarsi che per insegnare, per questo aveva deciso di approfittarne indossando i pattini.

Sasuke stava in boxer seduto sul divano con le gambe accavallate e la faccia annoiata. Contrariamente a Itachi che era un inguaribile freddoloso, il minore sentiva avvampare il fuoco ancora sulla pelle di marmo nonostante fosse ormai settembre e l'aria si fosse notevolmente rinfrescata. Accettò due fragole dal vassoio che gli porgeva la moglie, una intinta nel cioccolato al latte e l'altra in quello bianco. Sakura non si aspettava certo quel sorriso storto come risposta visto quanto stava facendo per lui, posò il vassoio sul bracciolo del divano per puntellarsi le mani sui fianchi quasi indignata.

"Sasuke, io non ce la faccio più a vederti con questo muso lungo."

Il moro la guardò come se fosse stato strappato all'improvviso dall'oltretomba, masticava sovrappensiero la fragola con una irresistibile goccia di succo rosso ferma su un angolo della bocca.

"Il tuo compleanno è stato un successo, la nostra esibizione alla festa di addio di Naruto anche e tutti hanno potuto notare il tuo notevole e rapido miglioramento. Tra pochi giorni ci attende la vendemmia da Madara e, come sempre, più che un lavoro sarà una festa. Cosa c'è che non va?"

Sasuke allungò una mano per afferrare quella di Sakura ornata dal braccialetto bianco di pizzo, la tirò dolcemente per farla sedere accanto a lui.

"Non ti ho parlato di alcune cose" Sasuke abbassò lo sguardo a terra "Non l'ho fatto perché non volevo apparire stupido ai tuoi occhi, non potrei sopportare un'eventualità del genere."

Sakura gli afferrò il mento per costringerlo a guardarla negli occhi : "Ehi, tesoro, ma come ti vengono in mete queste sciocchezze? Lo sai che con me puoi parlare di ogni cosa. Se è una banalità meglio, vorrà dire che sarà più rapida da risolvere."

Il moro fu illuminato a sua volta dal sorriso che si trovò davanti : "Hai ragione, ecco perché sono uno stupido!"

Risero entrambi a quella battuta, poi Sasuke si rifece serio anche se immensamente sollevato : "Non riesco proprio a farmi andare giù la gigantesca scemenza che ha fatto Shisui pur sapendo che si trova in evidente difficoltà. Itachi ci soffre perché vorrebbe che tutto si sistemasse, ma io non sono come lui e non riesco a farmi scivolare addosso le avversità."

"Immaginavo che una parte del problema fosse questo" Sakura gli accarezzò i capelli "Però sei molto migliorato dai tempi in cui quasi demolisti la porta del vecchio appartamento di Nagato e di quando ha rotto il naso a Neji. Questo tuo sentire nasce sempre dall'amore e non più da eventi negativi. Hai già compreso che Shisui non sta attraversando un periodo facile e questo non è poco. Se ti rendi conto di ciò tutto riprenderà il giusto equilibrio, hai bisogno di tempo."

"A farmi rabbia sono anche i contrasti che Shisui lancia di continuo" il carattere ardente di Sasuke si riaccese "È in una situazione mostruosa ma, allo stesso tempo, non spiega in quali guai si sia cacciato togliendo a noi la possibilità di aiutarlo. Nemmeno Yahiko lo sa."

"Mi sembra evidente il motivo di questo, prova vergogna" Sakura lo guardava sempre con espressione amorevole "Ma io sono certa che il suo bisogno di aiuto lo abbia già esternato a qualcuno."

Le guance di Sasuke si colorarono di rosso mentre gli occhi gli si facevamo fiammeggianti : "Se si azzarda a importunare Itachi farò il mio bis di nasi rotti, puoi starne certa."

Sakura sorrise ancora più conciliante: "Sasuke, ma è mai possibile che tu non abbia un briciolo di fiducia in tuo fratello e tuo cugino?"

Sasuke lasciò andare un sospiro senza dire niente, si afflosciò con le spalle curve e lo sguardo di nuovo in basso.

"Una parte del problema è questa, ma c'è altro." Sakura aggrottò le sopracciglia ma senza perdere la sua espressione comprensiva.

"Già" Sasuke si raddrizzò per guardarla di nuovo in faccia, nei suoi confronti, l'intuito di Sakura era molto simile a quello di Itachi "Come dicevi tu all'inizio, ho fatto dei progressi non indifferenti sia come persona che nello sport. Non sai come mi addolora che Itachi si perda una parte di tutto questo, l'immagine di me nella sua testa sarà sempre quella del ragazzino difficile e fallito."

"Tanto per iniziare tu non sei mai stato un fallito" Sakura teneva agganciato lo sguardo mogio di Sasuke con il suo "E poi, a sentirti parlare, sembra che Itachi viva su Marte."

"Come fai a non capire, Sakura? Non potrà mai sapere come è la nostra esibizione, il nostro successo. Non saprà mai che colore ha l'uva di Madara o come sia cambiata la mia faccia o il corpo di Kisame in questi anni. Non avrà mai idea di che aspetto ha Akira e… Kisame è d'accordo, ne abbiamo parlato al mio compleanno."

Gli occhi di Sakura si assottigliarono come se volesse leggere direttamente l'anima del marito senza dover usare parole: "D'accordo su cosa?"

Sasuke si afflosciò di nuovo in un sospiro, odiava dover vuotare il sacco fino in fondo ma era l'unica via possibile per sentirsi meglio dopo: "Ha chiesto a Naruto di combinargli un incontro con Kabuto, la sua esperienza nella robotica potrebbe tornare ancora utile. Io non ho esitato a dire di sì."

"Volete aiutare Itachi e questo vi fa onore" Sakura gli posò una mano sulla coscia nuda "Ma tu la devi smettere di vivere solo di apparenze, immagini e aspetti esteriori. Itachi non si perde niente di nessuno anche se deve usare altre vie."

"Hai ragione, ma concedimi ancora una possibilità di gustarmele come si deve queste apparenze."

Sasuke immobilizzò i polsi di Sakura per sdraiarsi sopra di lei. La ragazza sentì la lingua del marito che aveva iniziato a lavorarsi il suo collo sottile. L'esile corpo sobbalzò quando Sasuke strappò con un solo gesto la fascia di tulle che aveva sul seno. Sakura adorava questo suo fare deciso e dominante. I seni balzarono fuori, Sasuke si lanciò subito a succhiare i capezzoli rosa chiaro irrigiditi dal piacere. Sakura gemeva nella passione sentendosi piacevolmente imprigionata tra il divano e il corpo muscoloso del marito. Non le aveva dato il tempo di sfilarsi i pattini ma andava bene così, questo non le impediva certo di attorcigliare le gambe intorno alla vita di Sasuke. Ancora con i polsi imprigionati e tenuti in alto sopra la sua testa, Sakura si godeva quella bocca ardente che ora giocava con l'ombelico e il ventre morbido. Non cercava di liberarsi, le piaceva quella costrizione. Una volta era lei a comandare totalmente, un'altra Sasuke, ma quando lui lo faceva, con quello sguardo languido e scintillante, lo trovava assolutamente divino.

Sasuke le mollò il polsi ma solo perché gli servivano le mani per sfilarsi i boxer, bastava lo sguardo di ossidiana a tenere Sakura immobile. L'erezione balzò fuori già completamente tesa, Sakura sapeva cosa sarebbe successo, lo desiderava. Fremeva per sentilo dentro di lei, la sua carne era pronta ad accoglierlo ma Sasuke la faceva aspettare. Il moro si allungò per prelevare l'ultima fragola al cioccolato prima che il vassoio rovinasse a terra, a cavalcioni sul corpo della moglie, si mise ad addentarne una con una lentezza estrema.

"È deliziosa come te."

I denti di Sasuke spremevano il succo rosso mentre Sakura ansimava senza la capacità di spiccicare una parola. Sasuke si chinò su di lei facendole cadere diverse gocce di succo di fragola sulle labbra. Il movimento che fece lei leccandolo via lo fece andare definitivamente fuori di testa. Sasuke afferrò le ginocchia di Sakura e le spinse fino a farle arrivare ai lati della sua testa, la ragazza era talmente flessibile che non sentiva fastidio e dolore in quella posizione. Sasuke osservò le parti intime così esposte sorridendo di approvazione. Non trovò la minima resistenza da parte del corpo bollente della moglie, si stese su di lei e la fece sua mentre lei leccava il succo rosso che lui si era fatto colare sui pettorali. Ogni volta diversa ma sempre più incantevole.

Davvero è così negativo apprezzare le immagini?