Loyalties:
Mass Effect Trilogy è un gioco Bioware. Per qualsiasi riferimento al gioco ufficiale Tutti i diritti sono di proprietà di Bioware. La Fan Fiction "Mass Effect At Dawn Again" è il frutto della mia immaginazione e del mio lavoro, è un libero tributo, appassionato e personale a un grande videogioco. È vietato qualsiasi utilizzo parziale o totale a scopo di lucro e non.
Capitolo 54
Virtualmente Impossibile
La domanda fluttua nell'aria, dolce e silenziosa. Una stretta gelida intorpidisce il cuore della giovane Asari. Nelle sue orecchie sta ancora vibrando l'impronta dell'onda sonora. Liara sospira, impercettibilmente. Sapeva, che era solo una questione di tempo, prima che Shepard ponesse la domanda fatale. A dire il vero, sperava che lo facesse, perché vuole essere presente, quando lei saprà di IDA.
Liara chiude gli occhi e si concede qualche altro secondo per riflettere. Inspira ed espira, lentamente, preparandosi a dire a Emily tutto quello che vuole sapere. Per esperienza personale, è giunta alla conclusione, che è meglio dare prima le buone notizie, quando ce ne sono. Soprattutto, quando le cattive sono molto cattive. Uno stato d'animo affranto e addolorato, tende a vanificare completamente l'efficacia consolatoria di qualunque fattore positivo. Per questa ragione, ha deciso di cominciare dalla parte migliore.
"La Normandy è ormeggiata in un hangar dell'Alleanza all'Aereoporto Heathrow, da circa una settimana. È di ritorno da una lunga missione esplorativa, portata a termine con successo!" Assicura, rivolgendo alla compagna un sorriso d'intesa e proseguendo il racconto, non appena coglie sul viso di quest'ultima un barlume di sollievo."Siamo ancora tutti a Londra. Il tuo Equipaggio è sulla Nave, in attesa. Nessuno vuole andarsene, finché non tornerai!" Afferma, con un cenno di approvazione.
Emily lascia uscire tutta l'aria consumata, che le gonfiava i polmoni e prende una nuova e generosa boccata. Qualcosa nella voce di Liara, continua a renderla inquieta, sospettosa. La osserva abbassare lo sguardo e sente un brivido gelido correre lungo la spina dorsale. Il tono dell'Asari diventa cupo, sommesso e dolorosamente prevedibile. Shepard la conosce troppo bene, per non rendersi conto, che le buone notizie sono quasi finite.
"Molti dei nostri, presero parte agli scontri a supporto di Hammer. Alcuni di loro risultano tuttora dispersi, altri... purtroppo, non ce l'hanno fatta!" Sussurra Liara, in tono funereo, mentre prende la mano di Shepard tra le sue. Questo piccolo gesto spontaneo basta alla donna, per avere la certezza, che il peggio deve ancora venire. Qualcosa di soffocante le paralizza la gola e le rende complicato parlare. Corruga la fronte e continua ad ascoltare, immobile, come una quercia in un tramonto d'estate. Si sforza di prepararsi al peggio, ma invano. Prova ad illudersi, aggrappata alla mano di Liara e agli ultimi brandelli di speranza, rimasti intrappolati da qualche parte, dentro di lei.
"Gli altri membri dell'equipaggio, invece stanno bene..." Liara fa una pausa, per permettere alla compagna di gioire alla notizia. I battiti della donna accelerano, per il tempo necessario a inalare un nuovo respiro. Ben presto, il viso dell'Asari ritorna serio, gli occhi si immergono negli occhi di Shepard, la voce si trasforma in un profondo sospiro. Il cuore di Shepard rallenta, si ferma e poi vagabonda smarrito nel petto, in attesa."Tutti... tranne IDA! Mi dispiace, Emy! Nessun Sintetico è sopravvissuto al Crucibolo!" Ammette Liara, nel modo più conciso possibile. Ha imparato sulla sua pelle, che non esiste un modo meno doloroso, per ricevere notizie molto dolorose. Solo persone, dalle quali, potendo scegliere, si preferirebbe non essere costretti a riceverle. In ogni caso, meglio che il discorso sia breve.
La crudele verità, risuona nei timpani di Shepard, rimbomba nella sua testa, come una cupa campana. Due rintocchi, poi quattro, cinque e dieci. L'unica vaga consolazione è la presenza di Liara. Il viso del Comandante si rabbuia all'istante, per un riflesso istintivo. Espira tutta l'aria, strizzando le palpebre, come se avesse appena incassato un diretto al plesso solare. Dopo altri rintocchi bui e vuoti, le risolleva, stancamente. Un velo molto denso intorbidisce l'azzurro, caldo e luminoso, dei suoi occhi.
Liara posa entrambe le mani sulle spalle di Emily e la guarda intensamente. È facile intercettare i suoi pensieri. Condivide lo stesso buco dentro allo stomaco e qualcosa di molto sgradevole, che si avventa sul suo cuore e lo fa sbattacchiare nel petto alla rinfusa. "Mi dispiace!" Sussurra, per la seconda volta di fila. "Sono tremendamente triste per IDA. Mi manca! E... mi dispiace per i Geth! Gli organismi sintetici hanno pagato un prezzo altissimo. Non meritavano lo stesso destino dei Razziatori!"
Shepard approva, con un cenno del capo. Si stringe nelle spalle, ancora intontita e confessa, sottovoce. "Speravo, che per qualche tipo di miracolo, i Geth... o... IDA... avrebbero trovato un modo per sfuggire agli effetti del Crucibolo. Mi illudevo, che sarebbero riusciti a proteggersi, a sopravvivere. Nonostante le dannatissime previsioni nefaste del Catalizzatore! Invece... ah, fanculo!" Si interrompe, si strofina una mano sul viso e poi tra i capelli. Alza il capo e fissa Liara con occhi profondi, un lieve fremito di rimpianto altera appena la sua voce. "È stata la madre di tutte le fottute decisioni difficili, la più orribile in un milione! Liara... io..." Incomincia a dire Emily.
Liara si riflette completamente nello stato d'animo di Shepard, come in uno specchio. Sente tutto il suo rammarico riversarsi nella sua stessa anima. Le sue dita si muovono agili e premurose, mentre sfiorano dolcemente le labbra di Shepard, cercando una strada per indurla a tacere e soprattutto, a smettere di tormentarsi. La voce di Liara avvolge i suoi sensi, con l'empatia di una carezza e le sussurra, dolcemente. "Shh, lo so Emy! C'ero anch'io, nella tua mente, fusa con le tue emozioni. Abbiamo condiviso ogni cosa, ricordi? So esattamente come ti sentivi e... come ti senti ora!"
Si, Shepard ricorda ogni secondo di quella notte e ogni maledetto respiro. Ricorda il frastuono assordante e l'odore del sangue. Ricorda il dolore e il vuoto lasciato da chi non farà più ritorno. Ricorda l'ansia e la paura. Il senso di inadeguatezza e i lunghi momenti terribili, in cui ha creduto di avere perso la ragione. Ricorda la presenza costante di Liara, come una luce nell'oscurità, come un'ancora nell'anima. Ricorda il suo inestimabile supporto, la calma razionalità, la spinta emotiva, la resilienza, l'amore. Ricorda la sua promessa e la promessa di Liara.
E si, Shepard ricorda l'ultima volta che ha parlato con IDA, appena prima di entrare in azione. Lei era là, assieme a tutti gli altri. Come tutti gli altri, pervasa da una miriade di emozioni. Paura e risolutezza, orgoglio, forza, coraggio. Resilienza e speranza del tutto ostinata e irrazionale. Sentimenti comuni a tutti gli altri, che come per tutti gli altri, scaturivano direttamente dall'anima. Perché, Shepard era certa che i Geth ne avessero una e ricorda di aver guardato con i suoi occhi dentro a quella di IDA.
Nella sua mente si materializza un pensiero e lei rabbrividisce, mentre il pensiero diventa voce. "Povero Joker, sarà disperato!" Sussurra, mortificata. Liara non dice una parola. Si avvicina a Emily e plana sulle sue labbra, in uno slancio inatteso, ma molto gradito e confortante. Si scambiano un lungo bacio, profondo e appassionato, fino a quando entrambe sono costrette a riprendere fiato. Liara è la prima a parlare. La voce è calda e colma di sentimento, il respiro appena eccitato. "Non dovresti rimpiangere niente! Sei stata straordinaria sulla Cittadella! Eri a pezzi, esausta, ferita, ma hai resistito! Sentivo così intensamente il tuo dolore e... ogni altra cosa, di te! Hai dovuto scegliere tu, perché nessun altro è stato capace di arrivare così lontano. È stato un momento tremendamente difficile, una scelta sofferta e decisiva. La stessa, che avrei fatto anch'io!" Liara ribadisce, fissando la compagna intensamente, con occhi lucenti, come due minuscole stelle gemelle incastonate nel velluto nero della notte.
Liara si concede un respiro, lungo e lento, prima di ammettere, in tono comprensivo e rispettoso. "Quindi si! Joker è disperato. Nella stessa misura in cui lo ero io 3 anni fa, dopo che la sua decisione di non abbandonare la Normandy ti era costata la vita!" E' un'affermazione pacata, senza traccia di risentimento, nel cuore o nella voce. "L'unica differenza, è che Joker avrebbe semplicemente potuto eseguire i tuoi ordini, mentre tu... tu non avevi nessuna opzione migliore, Shepard." Un dato di fatto semplice e incontrovertibile, detto al solo scopo di sollevare Shepard dal senso di responsabilità, per la perdita di IDA e per la sofferenza di Joker.
Rimangono entrambe in silenzio, come in una gara, che ogn'una di loro ha intenzione di vincere. Emily fa un lungo respiro, mentre accarezza in silenzio il contorno della guancia di Liara, il suo mento e il leggero sorriso sulle sue labbra. È infinitamente grata per la comprensione e il conforto, che la presenza di Liara è in grado di infondere dentro di lei. Shepard è la prima a parlare. "Ok, ho afferrato il concetto e... so che hai ragione. È solo che... Beh, sapevo che era virtualmente impossibile, ma... nemmeno io dovrei essere qui. Quindi, speravo davvero di rivedere IDA, alla faccia di tutti i maledetti pronostici!" Ammette, con voce stoica e consapevole. Eppure, l'orecchio sensibile di Liara avverte una sfumatura, lieve e impercettibile, ma non del tutto rassegnata.
Liara respira lentamente, raggomitolata nel tenero abbraccio di Shepard, la quale si sente naufragare in un mare di tenerezza. La sua amata compagna, si è addormentata all'istante, visibilmente esausta. I sensi di Emily riconoscono, una dopo l'altra, tutte le indimenticabili sensazioni, che il delicato contatto con la pelle di Liara è in grado di rievocare. L'ultima cosa di cui ha bisogno stanotte è dormire. Deve ammettere di sentirsi ancora piuttosto indolenzita, soprattutto per quel che riguarda le gambe, ma assolutamente riposata. Presume, che sette mesi in coma possano essere considerati un vero e proprio surrogato del sonno. È convinta di avere molto da recuperare e nessuna intenzione di sprecare altro tempo a dormire. Almeno fino a quando, il suo fisico non inizierà a pretenderlo in modo improcastinabile.
Tutto ciò che vuole stanotte è rimanere sdraiata a osservare Liara. Riempirsi gli occhi con la sua presenza, nei dolci minuti che diventano ore. Per tutta la notte, per una vita intera. Emily si lascia guidare dai suoi sensi, piacevolmente assorta, cullata dal ritmo leggero dei respiri di Liara, profondi e regolari. Ondeggia, rapita dall'inebriante profumo della sua pelle, affascinata dal calore emanato dal suo corpo, dal ritmo rilassante dei battiti del suo cuore. Liara sembra racchiudere in se tutta la grazia dell'universo. Le braccia, le spalle, le curve morbide delle sue forme, il ventre così dilatato e pieno di vita.
Shepard assapora tutta la poesia del suo fascino, mentre la guarda dormire. Si rallegra per ogni brivido, che riconosce, nella preziosa intimità ritrovata. Senza nemmeno rendersene conto, le sue dita scivolano sulla spalla di Liara. La accarezzano, scendono leggere lungo il braccio, nel solito amorevole modo. Le labbra della donna si posano sulla spalla dell'amata, con breve naturalezza. Leggere, come una farfalla che si posa su un fiore, per non rischiare di svegliarla. Emily respira profondamente e si sente pervasa di felicità. Infinite emozioni palpitano in ogni sua cellula. Fremono, la invadono, le riempiono il cuore, travolgono i suoi sensi e la fanno sentire a casa. Finalmente!
...L'agile profilo della Normandy diventa una presenza sempre più imponente, familiare, mentre si staglia, inconfondibile nell'aria tersa e frizzante del mattino. Il sole tiepido, che riscalda il finestrino della navetta, accarezza le rare nuvole lontane, bianche e soffici come zucchero filato. Shepard la osserva avvicinarsi, seduta in silenzio accanto a Liara, a bordo del veicolo di trasferimento. Sente un lago di emozione nello stomaco, una legione di martelli nel cuore. Ogni respiro diventa un nodo, un poco più stretto, che le si attorciglia attorno alla gola. Fa un enorme sforzo di autocontrollo, cercando un punto di appoggio nello sguardo di Liara. Incontra subito i suoi occhi sereni e un sorriso dolce di incoraggiamento, che dissolve lentamente la tensione. Dita rassicuranti le sfiorano la mano. Shepard le trattiene, attirandole nel calore del suo respiro. Le accarezza teneramente con le labbra, ricambiando il sorriso.
"Stai bene?" Domanda Liara, premurosamente. La donna risponde con un rassicurante cenno del capo, consapevole di eludere la verità. "Sono emozionata!" Ammette, con un sospiro eloquente. "L'Equipaggio... Ah, sono rimasti per me... sono mesi che aspettano, io... sono commossa e dannatamente onorata!" Aggiunge, gonfiando il petto e raddrizzando la schiena, in un gesto inconsapevole. Anche Liara assume una postura più rigida e un'espressione ammirata. "Non stavano aspettando un soldato qualunque. Loro aspettavano te!" Assicura, in tono convincente. La navetta si ferma accanto alla camera di equilibrio del Ponte di Comando. Shepard scatta immediatamente in piedi, come una molla carica." Sono pronta!" Esclama, sistemandosi nervosamente i polsini dell'alta uniforme. Accenna un primo passo in direzione dell'ingresso. Ha gli occhi spalancati e inconsapevolmente, ha smesso di respirare.
Il rumore del portello che si apre, si diffonde nelle emozioni di Shepard, come una musica soffusa, che attraversa i suoi sensi, intrisa di ricordi e di eccitazione. I suoi polmoni implorano ossigeno. Inspira a lungo, avidamente, come chi è appena riuscito ad emergere dal fondo di un abisso senza fine. Espira con gratitudine, prima di compiere, decisa, l'ultimo passo che la separa dal Ponte. Si concentra, provando ad ignorare la cascata di brividi che corrono lungo la schiena. Deve compiere uno sforzo immane per comandare le gambe e per apparire calma e sicura di se. È infinitamente grata, per ogni secondo della sua vita trascorso ad allenarsi nell'autocontrollo, che adesso è l'unico motivo per cui riesce ad evitare di mettersi a correre e a saltare di gioia. Ha voglia di piangere e di ridere al tempo stesso. Non ha la minima idea di quanto a lungo sarà in grado di controllarsi. Ci sono stati momenti, in cui ha davvero creduto che non sarebbe riuscita a tornare. Eppure, questo momento è assolutamente reale e i suoi stivali stanno di nuovo accarezzando il pavimento della Normandy.
Il tenente timoriere Jeff Moreau è il primo ad accoglierla. Ritto sull'attenti, nell'assoluto silenzio generale. Lo sguardo fiero, il cuore catapultato fuori scala. Tutto in lui parla di profonda lealtà e di affetto sincero. Shepard, si immobilizza di fronte al suo pilota. Tutta la tensione a malapena celata dietro a un flebile sorriso. Lo fissa dritto negli occhi, con il suo sguardo più luminoso e ricambia il saluto, con movimenti lenti ed eleganti, senza nessuna parola. Joker restituisce lo sguardo. Nessuna traccia di risentimento negli occhi e nel cuore. Deglutisce a malapena, augurandosi di avere abbastanza voce. "At-tenti! Comandante sul Ponte! Bentornata a bordo, Signora!" Ascolta con sollievo le sue stesse parole urlate, nel silenzio generale, mentre risuonano nell'aria satura di elettricità e di emozione. Il cuore di Shepard perde un battito, sostituito da un colpo di tacco collettivo, eseguito all'unisono. Lei annuisce appena, augurandosi di avere abbastanza voce per dire qualcosa di vagamente comprensibile. "Grazie!... Scusa il ritardo, amico mio!" Sussurra, con un sospiro di sollievo.
Tutto l'Equipaggio è schierato sull'attenti. Immobile e ordinatamente disposto in due lunghe file contrapposte, lungo i bordi del corridoio, che conduce all'ascensore e giunge sino in fondo alla Sala Tattica. Qui stanno aspettando gli Ufficiali e tutti i membri della sua Squadra. Naturalmente, Liara, Karin e Miranda si sono unite all'equipaggio e aspettano insieme agli altri, condividendo, l'intera gamma di emozioni. Shepard inspira, volta le spalle a Jeff e si incammina lungo il corridoio, con passo marziale. A testa alta, il viso illuminato da un barlume di orgoglio, mentre si dirige sicura verso l'ascensore. Si ferma, vicino alla porta della sala riunioni, per incontrare di nuovo gli sguardi commossi dei suoi amici più cari, di tutti i suoi compagni, che la accolgono, solennemente sull'attenti. Rimane un istante in silenzio, in piedi di fronte a loro, in preda all'emozione, a contare i battiti che le risuonano nella carotide, prima di ricambiare formalmente il saluto. Infine gira su se stessa, con un unico movimento fluido e raggiunge la mappa galattica, senza nessuna visibile esitazione. Esprira una, due, tre volte. Accarezza la balaustra del parapetto con entrambe le mani e sente l'acciaio freddo riscaldarsi sotto i suoi palmi. Prova un brivido di eccitazione. L'attenzione è piacevolmente attratta dalla mappa galattica e dal meraviglioso colpo d'occhio del ponte di navigazione. Il cuore di Shepard galoppa, mentre si guarda intorno, lentamente, con un lampo di soddisfazione. Sembra un momento perfetto, che non dovrebbe mai finire. La sua voce, profonda e familiare, dissolve il silenzio, ma non l'emozione.
"Riposo, amici! Di una cosa sono dannatamente sicura. Nell'intera storia dell'Alleanza, non è mai esistito un Comandante, più orgoglioso del suo Equipaggio... di me! La Nostra Nave, è diventata, negli anni, la Fregata più avanzata e più temuta della Flotta dell'Alleanza. Questo è stato possibile, soltanto grazie ad ognuno di voi! Le vostre straordinarie capacità, l'estrema competenza, il vostro coraggio, hanno reso possibile tutto questo. Il valore e l'abnegazione, con i quali, avete compiuto il vostro dovere, in ogni singolo momento, ha reso possibile tutto questo..." Shepard abbassa il capo e prende un lungo respiro, mentre cerca dentro di se le parole migliori per continuare.
"...Soltanto l'estremo sacrificio di alcuni di noi, che negli anni, hanno dato la propria vita, eroicamente, per permetterci di essere qui ora, vittoriosi contro ogni previsione, ha reso possibile tutto questo. Io ero, sono e sarò per sempre parte di questo Equipaggio. Il migliore, che potessi desiderare di avere! Se oggi mi trovo qui, di fronte a voi e posso ringraziarvi, è in gran parte opera vostra! Quindi, grazie, amici miei, per tutto! Sono eternamente grata e dannatamente fiera di ognuno di Voi!" Lo sguardo di Shepard, si posa su ciascuno dei suoi compagni, in una muta espressione di affetto, prontamente ricambiata. Infine, scivola negli occhi rassicuranti di Liara, mentre si aggrappa alla ringhiera con entrambe le mani, per paura di cadere.
"A partire da questo momento, chiunque di voi lo desideri, potrà considerarsi in congedo! Siete liberi di andare a riprendervi le vostre vite. Chiunque decidesse di continuare a prestare servizio sulla Normandy è assolutamente benvenuto! Oggi, ci attende un nuovo Futuro. Il mio augurio, per ognuno di voi è... rendetelo speciale! Grazie di cuore, ragazzi, per tutto! È stato un vero onore lavorare con ognuno di voi!" Shepard svuota lentamente i polmoni, avvolta in una moltitudine di emozioni, alle quali fatica a dare un nome. Non ultimo un meraviglioso senso di sollievo, per essere riuscita a parlare al suo equipaggio, senza perdere i sensi. Solleva le mani dalla ringhiera della mappa galattica, mentre cerca, tra decine di occhi ammirati, gli occhi ammirati di Liara.
È stato bello riunirsi al suo equipaggio. Shepard si è sentita attraversare da una forza speciale, che ha iniettato in ogni cellula dei suoi muscoli nuovo vigore. Ha salutato i suoi soldati ad uno ad uno, con gratitudine, stringendo con emozione decine di mani. Alcuni di loro prenderanno congedo dall'esercito dell'Alleanza. A breve, lasceranno il servizio attivo, per dedicarsi ad altro. Pochissimi, in realtà. La maggioranza ha scelto di continuare a prestare servizio a bordo della Normandy e Shepard si è sentita lusingata. Inoltre, riabbracciare i suoi amici più cari, ha fatto scorrere nuova energia nelle sue vene, come una linfa rigeneratrice. Hanno parlato a lungo, hanno riso e condiviso tutte le ultime novità e i piani di ciascuno, per il prossimo futuro. È stato come se gli ultimi mesi fossero durati soltanto pochi minuti, come una piacevole conversazione sospesa per un attimo e ripresa ancora più piacevolmente l'attimo dopo.
Shepard apprende alcune interessanti novità. Il Consiglio ha appena richiesto la presenza di Kaidan per una non meglio specificata "questione" e il Maggiore sta per lasciare la nave. Tali e Garrus, invece, hanno deciso di sposarsi e vogliono Emily e Liara come loro testimoni di nozze. James ha in programma di godersi una meritata vacanza di un paio di settimane sulla spiaggia di Copacabana, prima di entrare nel programma N7. Traynor ha deciso di rimanere sulla Normandy e non vede l'ora di concedere a Shepard la rivincita a scacchi, che le aveva promesso. Cortez è determinato a coronare la sua più grande passione, almeno per un po'. Poiché la Normandy ha già il miglior pilota della flotta, ha deciso di ricominciare a pilotare i Trident. Shepard pensa che sia un'ottima idea. Cerca Joker con lo sguardo, sicura di vederlo gongolare per il complimento, ma non c'è traccia del suo primo pilota. "Ehi, non vedo Joker... dove diavolo si è cacciato?" Domanda in tono scherzoso a nessuno in particolare. I ragazzi si guardano e si stringono nelle spalle, non sapendo cosa dire. Liara è l'unica ad avere notato qualcosa. "L'ho visto allontanarsi qualche minuto fa. Sembrava pensieroso..." Osserva, senza poter fornire ulteriori informazioni. Shepard annuisce, inarcando un sopracciglio. "Certo, capisco. Vado a cercarlo!" Aggiunge, diventando improvvisamente seria, mentre si incammina verso l'ascensore.
Conosce Joker quanto basta per sapere esattamente dove cercare. Seleziona il ponte Equipaggio e aspetta, ritta sulla schiena, pronta ad uscire, non appena la porta dell'ascensore si aprirà davanti al Memoriale. Non si sbagliava. La sagoma di Joker è proprio là e sta contemplando il lungo elenco di nomi. Molti dei quali non c'erano, l'ultima volta che Shepard ci aveva guardato. Uno in particolare sembra attirare lo sguardo dell'uomo, che lo sta fissando, immobile e silenzioso. È il più breve di tutti i nomi. Shepard sente il cuore rotolare nel petto e lo stomaco raggrinzirsi, fino ad assumere le dimensioni di un fagiolo. Chiude un momento gli occhi. Si concede un profondo respiro e si ferma accanto al suo amico, per contemplare lo stesso dolore.
Una ferita, ancora fresca, inizia a sanguinare nell'anima di Shepard, quando legge il nome di Anderson sulla targa, proprio al centro del muro. Per un attimo rivede il volto sofferente dell'ammiraglio e le sembra di sentire la sua voce, quando lui le parlò per l'ultima volta, con i suoi ultimi respiri di vita. "Sei stata brava Figliola... bravissima! Sono orgoglioso di te!" Shepard trae forza dal ricordo di quelle parole, mentre sussurra. "Ehi, coraggio vecchio mio... lo so quanto fa male! Ci sarà per sempre una ferita aperta, dentro di me, per ognuno di loro!" Joker, abbassa il capo e si sforza di controllare la voce. Ci sta provando da mesi, ma c'è una specie di voragine in mezzo al suo cuore, che gli fa dannatamente male. Per questo, non è ancora riuscito a pronunciare il nome di IDA! Annuisce, con aria mesta. "Si. lo so Comandante, non serve che dici niente!" Assicura, mentre fa del suo meglio per sembrare forte. Shepard non ha dubbi che stia parlando sul serio. Lo prende delicatamente per un braccio e lo gira verso di se, con un gesto solidale. La sua voce è piena di affetto e di preoccupazione.
"Lo so Jeff, sono io che ho bisogno di farlo... per me stessa!" Confessa, con la mascella serrata. "Mi dispiace, credimi! È stata la decisione più difficile e dolorosa della mia vita e ho dovuto prenderne parecchie in questi anni. Tutte maledettamente difficili, dolorose e terribili! IDA, non era una semplice IA, non più. Si era evoluta moltissimo e... era mia amica! Mi manca, come mi mancano Ashely, Mordin, Legion, Anderson e Thane! Avrei dato la mia vita per ognuno di loro!" Ammette, con lo sguardo cupo, provando a spiegare. "L'unico dannato modo per distruggere i Razziatori, comportava le stesse devastanti conseguenze per tutti gli organismi Sintetici. Nessuna scelta, nessuna distinzione! Francamente, avrei preferito che quella scelta non dipendesse da me!" Ammette Shepard, in tono addolorato e sincero.
Jeff guarda la sua amica, con occhi limpidi ed emozionati. Posa gentilmente una mano sull'avambraccio di Shepard, ricambiando il tocco affettuoso. "No, Comandante, come diceva un vecchio amico... Qualcun altro, avrebbe potuto sbagliare!" Lui sospira, con affettuosa ammirazione, invece lei sospira, di gratitudine e sollievo. Entrambi sorridono malinconicamente, mentre il pensiero corre al vecchio Mordin. Joker si stringe nelle spalle e rompe il silenzio per primo. "È solo che... lei mi manca e dubito che mi passerà mai!" Confessa a mezza voce. Anche Shepard si sente avvolgere da una nuvola di tristezza. Ha la netta sensazione di guardare senza vedere, come chi spinge lo sguardo nel buio, oltre la finestra in una notte senza luna. Un istinto, un'intuizione, un frammento di memoria su cui continua a rimuginare. Qualcosa che le impedisce di rassegnarsi alla scomparsa di IDA. Durante uno dei loro colloqui, IDA le aveva confidato, che temeva di perdere tutto ciò che era diventata, le cose che contavano nella sua esistenza. Vale a dire Jeff, la Normandy, i suoi amici. In quell'occasione Shepard le aveva chiesto se avesse paura di morire. IDA aveva annuito pensierosa, prima di aggiungere, in tono misterioso, "Me ne sto occupando, Shepard..."
Emily fissa il memoriale, con lo sguardo vacuo. "Come è successo?" E' la sua domanda, conseguente e istintiva, chiara e semplice, senza spazio per tergiversare. Il silenzio è scandito soltanto dal ritmo dei loro respiri. Finalmente, Joker solleva il suo sguardo evocativo, dal pavimento al muro e inizia a raccontare. La voce bassa, ma calma e un vuoto, profondo e vulnerabile, dove prima era il suo stomaco. "Quando ricevemmo l'ordine di convergere al punto di randez-vous Lei era in cabina di pilotaggio, seduta accanto a me. Non volevamo andarcene... non senza di te!" Shepard smette di respirare, con la spiacevole sensazione che i suoi polmoni stiano fatalmente scivolando sul pavimento. Tuttavia, rimane immobile, in ascolto. "Prima che avessi il tempo di ragionare, Lei iniziò a rilevare livelli di potenza anomali nei Portali a medio e corto raggio. Senza nessun preavviso, mi lasciò il controllo completo della Nave e avviò una cascata di routines di protezione del Sistema Primario. Mi preoccupai, perché non era neanche lontanamente vicino alla nostra procedura operativa standard. Iniziai a chiedermi cosa diavolo stesse succedendo, ma Lei non mi ascoltava nemmeno. Invece... mi sorrise, si appoggiò allo schienale della sua poltrona e pronunciò un'unica parola, senza senso!"
"Che parola?" Vuole sapere Shepard, sospesa in una sorta di aspettativa irreale. Jeff scuote il capo, continuando a non capire. "Extranet!" Rivela, sembrando lui stesso confuso. Deve smettere di parlare, per mantenere il controllo dei suoi nervi. Shepard lo guarda con la coda dell'occhio. Riesce a percepire lo stato d'animo dell'amico, e non vorrebbe costringerlo a ricordare momenti così dolorosi. Tuttavia, ha bisogno di sapere. Aspetta pazientemente, che lui sia pronto a continuare. "Quando mi resi conto che stavo urlando il suo nome, di Lei rimaneva soltanto un involucro vuoto... senza più Anima!" Il tenente di volo Jeff Moreau emette un lungo e cupo sospiro, come il rantolo di un moribondo. Si asciuga distrattamente una lacrima, sfuggita al suo contegno, mentre con occhi vacui ricomincia a fissare il nome più corto sul muro commemorativo, le labbra ancora incapaci di pronunciarlo.
Shepard comincia a sentirsi esausata, svuotata. Il rammarico, per il destino di IDA e il dolore di Joker stanno risucchiando ogni goccia della sua energia. L'ultima parola, pronunciata dall'amica sintetica, continua a rimbalzare nel suo cervello, incomprensibile. Perché mai avrebbe dovuto dirla? Conviene con Joker, che non aveva molto senso, eppure... Tra tutte le parole che IDA avrebbe potuto scegliere per dirgli addio, ha pronunciato la più improbabile, la meno affettuosa. Senza rendersene conto, la donna si strofina energicamente il collo con la mano, mentre fissa un punto indefinito oltre le spalle di Jeff. Si sforza di indovinare, che cosa la fitta nebbia che avvolge i suoi pensieri, si ostina a nasconde alla sua vista. Eppure, IDA aveva sorriso. Era chiaro che stava dicendo addio e lo stava facendo, consapevolmente. Nel modo in cui gli umani si dicono addio, ma continuano a sperare che non sia un vero addio. Shepard stessa aveva sorriso a Liara poco prima di lanciarsi nell'ultima corsa verso il raggio. Forse, IDA tentava di comunicare qualcosa di estremamente importante, ma non aveva abbastanza tempo per farlo. E quindi... Quindi, sembra plausibile che lei abbia cercato di dare a Jeff il miglior indizio possibile. Un indizio, che secondo i suoi calcoli, riteneva ottimale.
"Allora... il suo corpo è rimasto a bordo?" Shepard domanda, con voce dolce, ma ferma. Joker annuisce, fissandosi le mani. "Si trova nel nucleo IA, in una capsula di conservazione." Spiega, sollevando un poco lo sguardo, mentre unisce le mani dietro la schiena. I due si scambiano una breve occhiata furtiva e insieme si avviano lentamente verso l'Infermeria. Entrambi trattengono il fiato, davanti alla porta spalancata, che introduce al cuore informatico della Nave. Shepard entra per prima nella stanza, lo sguardo dritto davanti a se. Prova a dissimulare le gambe traballanti e lo stomaco in subbuglio. Tutto è immobile, silenzioso. Ogni dettaglio riporta alla mente il ricordo di IDA. Tutto, a parte la capsula. Questa è posizionata verticalmente, a ridosso della parete più lontana. Consiste in un semplice guscio metallico, grigio e liscio, provvisto di un piccolo pannello frontale di ispezione, completamente sigillato. Una luce, verde attira l'attenzione di Shepard. Non proviene dalla capsula, sta lampeggiando lenta, ma instancabile, sopra alla console di configurazione. Un pannello olografico attivo mostra il proprio schermo e la tastiera, che hanno tutta l'aria di essere stati in stand-by per mesi. Tutto è avvolto da un'aura di silenzio, grigia e nebulosa. Joker rimane un istante sulla porta, a fissare il verde della luce, come ipnotizzato. Poi, trasale e zoppica lentamente verso Shepard.
"Sembra un messaggio..." Riflette il Comandante, ad alta voce. Nel momento in cui raggiunge il pannello di controllo, lo schermo prende vita. [Rilevato codice biometrico del Comandante Shepard. Autenticazione di livello Spettro richiesta...] Un'anonima voce metallica riempie la stanza. Il gracchiante timbro elettronico è lontano mille miglia dalla voce suadente di IDA. Shepard solleva con sorpresa un sopracciglio, mentre osserva Joker allungare una mano incerta verso il pannello, senza parlare. Ancora una volta, la reazione dello strumento di rilevamento non si fa attendere. [Rilevato codice biometrico del Tenente Timoniere Jeff Moreau. Matricola di identificazione richiesta...] Joker indugia, le punte delle dita tremanti, si librano sopra la tastiera olografica. «Lo dice ogni volta che mi avvicino. Immagino si tratti di un messaggio di addio, ma... beh, non ho ancora avuto il coraggio di guardare!" Confessa, con un sospiro, lo sguardo incollato al cursore lampeggiante dello schermo. Shepard prova una fitta di compassione per il suo vecchio amico. Posa una mano consolatoria sulla spalla di Joker, cercando dentro di sé parole di conforto."Lo so che è dannatamente difficile, amico! Certo... ha tutta l'aria di essere un qualche tipo di messaggio e posso immaginare, quanto sia difficile sentirsi pronti!" Assicura, fissando Jeff, con occhi sinceri e proseguendo, cauta. "Questo non significa, che sia per forza un messaggio di addio... Non voglio illuderti con false speranze, ma... forse quello strano atteggiamento... Chissà... potrebbe essere un... indizio!" Azzarda Shepard, stringendosi nelle spalle."Tranquillo, non ho intenzione di farti pressione. Non devi fare nulla che non ti senti di fare. In ogni caso, non sarai solo!" Avverte, confermando la sua rassicurante vicinanza, con un ampio cenno del capo.
Il silenzio pensoso di Joker dura un intero minuto. Quando finalmente, il pilota si schiarisce la gola, fissa Shepard con occhi luccicanti di determinazione. "Grazie, significa molto per me!" Afferma, riconoscente, poi prosegue con consapevolezza. "Hai ragione, potrebbe essere un indizio. Tuttavia, se non lo fosse... beh, finalmente, sono pronto a volerlo sapere!" Joker giunge a questa conclusione, mentre con gesti misurati, inserisce nel terminale il proprio numero di matricola. Shepard semplicemente annuisce e dopo di lui, digita l'autenticazione richiesta. Restano entrambi in attesa, con i muscoli contratti nella tensione e il respiro intrappolato nei polmoni. Lo schermo si carica per uno, due, tre interminabili secondi. Finalmente, il volto sereno di IDA prende vita sul display olografico. Un torrente di emozioni si riversa nell'anima di Joker. Le sue gambe diventano instabili, il suo cuore salta un battito. Rimane immobile, per quella che gli sembra un'eternità, a fissare lo schermo, con il viso incredulo e la bocca spalancata. "Ciao, Jeff!... Shepard..." La voce familiare si diffonde nella stanza, e nell'anima di Jeff. È il suono più dolce, più indimenticabile e più amato. "IDA!" Sospira, in un sussurro soffocato di emozione. Per la prima volta, dal giorno in cui l'ha persa, Joker pronuncia di nuovo il suo nome.
Continua...
