Title: Brave

Subtitle: "…bisogna avere il coraggio di seguire i propri sentimenti…"

Author: Aryn Riddle

Categories: Harry Potter

Pairing: Voldemort/Harry

Disclaimer: i personaggi utilizzati in questa storia non sono miei, ma appartengono a Joanne Kathleen Rowling e a tutti coloro che hanno i diritti sui libri, film e gadget di "Harry Potter". Vorrei precisare però che alcuni personaggi di questa storia sono miei, frutto della mia immaginazione, così me ne prendo il merito. Per il resto mi limito a trascrivere una piccola fantasia che la mia mente a partorito sulle affascinanti avventure di Harry Potter, quindi questa storia non è a scopo di lucro.

Avvertimenti: AU, ooc molto forte per alcuni personaggi lieve per altri, ci sono 'parole non consone' (per chi non sopporta gli insulti o le parolacce non legga), scene molto NC-17 (che saranno prontamente annunciate) anche 18,19 forse anche 20, yaoi! (boyXboy, ragazzo con ragazzo a chi non piace non legga per l'amor di Dio!)

Note: Non ci saranno scene sadiche o di violenza e tutti i rapporti in cui i personaggi potranno incappare saranno consensuali…non preoccupatevi non uscirà fuori da un angolo uno stupratore nelle sembianze di Harry Potter (uno a caso) pronto a fare strage di minori!

Indice per tutti i capitoli:

"parlato„

'serpentese'

pensieri

Prologue:

Voldemort era famoso per la sua crudeltà, freddezza e genialità che dimostrava ogni qual volta un problema gli si presentava a disturbare il suo cammino. Uno dei tanti problemi che un "rivoluzionario" (o così si definiva) come lui doveva affrontare erano i nemici, ovvero tutti coloro che avevano l'assurda speranza di fermarlo in nome del loro ideale, primo tra tutti: Harry Potter.

Quel ragazzino, che gli era sfuggito alla tenera età di un anno, era diventato non tanto una spina nel fianco, ma un vero e proprio pugnale! Quel moccioso, ormai ventunenne, era riuscito a distruggere il suo impero, sconvolgere i suoi piani, portare l'Ordine della Fenice a una potenza che neanche Silente si sarebbe mai immaginato di raggiungere, ed ora l'aveva accerchiato. Era solo nel suo grande maniero, colmo di rabbia, i suoi Mangiamorte ormai l'avevano abbandonato e Harry Potter stava guidando il suo esercito nell'irruzione nella sua dimora.

Cosa poteva fare?

Aveva perso?

Il grande Lord Voldemort, colui-che-non-può-essere-nominato, il distruttore del mondo magico, l'assassino e il mandante di tanti omicidi, Satana in persona, era stato accerchiato da un ragazzino e attendeva la sua disfatta.

E cosa gli sarebbe successo? La morte?

see magari! Sicuramente quel moccioso l'avrebbe spedito ad Azkaban!

Umiliato ad Azkaban!

NO! Nononono!

Lui non l'avrebbe mai permesso!

In un impeto di ira prese la prima cosa che gli passò sotto mano e la scaraventò dall'altro lato della stanza. Era un raffinato comodino in legno scuro di mogano, lavorato finemente, che si frantumò in più parti al contatto con la parete. Molti oggetti che il comodino conteneva caddero e si sparpagliarono intorno ai resti e alle scaglie di legno in tutta la stanza. Voldemort si soffermò a vedere i resti, ironico…ironico davvero…quel comodino rappresentava benissimo la sua vita. Bello e maestoso come Voldemort era stato ed ora in briciole.

Mentre questi pensieri si impadronivano di lui sentì la collera aumentare, sopraffacendolo. Doveva distruggere, sbriciolare, demolire tutto ciò che poteva, così si girò intorno cercando un nuovo sfogo per la sua rabbia. Guardava come un ossesso quando ad un tratto un oggetto attirò la sua attenzione…poco distante da dove giaceva il comodino scintillava una piccola targhetta d'oro. Voldemort si avvicinò all'oggetto e lo prese in mano. Avrà avuto più o meno la grandezza di un bigliettino da visita e aveva delle caselline nelle quali si vedeva un numerino che poteva essere facilmente modificato grazie a una piccola rotella posta sotto la casellina.

"forse…„

Si domandò ad alta voce l'Oscuro. Aveva riconosciuto l'oggetto. Era un Orpex. Un oggetto raro e molto pericoloso, di solito veniva utilizzato solo in casi disperati ma d'altronde quello non era un caso disperato? L'Orpex serviva a viaggiare nel tempo, avanti o indietro a proprio piacimento semplicemente decifrando l'anno e la data in cui si desiderava andare. Ma c'era una controindicazione…una volta arrivato nell'era prestabilita il viaggiatore aveva 12 ore di tempo prima di svanire nel tempo...il che significava morire.

Ecco perché si utilizzava in casi particolari…di solito erano persone disperate, provenienti da futuri con realtà orrende che vogliono cambiare il corso della storia…sono disperate e senza nulla da perdere…una persona stile 'Harry Potter' ma adesso Harry Potter aveva la meglio e Voldemort era disperato.

Così piano piano guardando sempre quell'oggetto gli si formò in mente un'idea…forse se tornasse indietro di venti anni…quando tutto cominciò…si non aveva scelta, ora come ora Lord Voldemort era debole, solo e in procinto di perdere la guerra. Sarebbe tornato in dietro nel tempo di venti anni, avrebbe parlato con il Lord Voldemort di venti anni fa e avrebbe trovato una soluzione…

"Voldemort dove sei?„

La voce di Potter risuonò in tutta la villa.

"Quando i giochi si fanno duri…i duri iniziano a giocare! Arrivederci caro Harry„

Detto ciò digitò la data nello strumento e sparì in un lampo di luce.

L'oscuro signore sentì il suo corpo essere risucchiato nello strumento e poi tutto ad un tratto si senti come spinto verso l'esterno e cadde in un freddo pavimento di pietra. Si guardò intorno per osservare meglio il paesaggio di quello che aveva tutta l'aria di essere una prigione. Stanza circolare, pareti di fredda pietra grigia intervallata da catene e anelli che spuntavano tra una mattonella e l'altra, nessuna finestra ma solo qualche fiaccola qua e là che illuminava lievemente la stanza e un'unica porta di legno che aveva tutta l'aria di essere lurida e molto vecchia…ma anche familiare. A Voldemort non occorse che qualche secondo per capire perché. Era la porta della sua stanza preferita.

Venti anni fa quando il suo potere era al culmine si dilettava nel torturare i suoi prigionieri in quella stanza così tanto che la ribattezzò: la camera dei giochi.

D'un tratto un cigolio sinistro lo distolse dai suoi pensieri e lo fece scattare davanti alla porta che venne spalancata da un Voldemort molto diverso da se stesso. Evidentemente il Voldemort più giovane era molto sorpreso nel vedere quella strana figura nella sua prigione, soprattutto se era "intatta". Entrò di più nella stanza senza dire una parola ma osservando sempre lo sconosciuto con curiosità e prudenza. Dietro di lui due mangiamorte stavano trascinando all'interno una giovane donna incosciente. Entrati anch'essi si fermarono a guardare lo strano individuo sorpresi e intimoriti dall'aspetto di quest'ultimo. Non sapevano che fare e il loro sguardo saettava dal loro padrone all'oscuro personaggio.

Il Voldemort più giovane ghignò.

"bene,bene,bene…abbiamo un'ospite…chi siete?„

Anche l'Oscuro Signore, quello più anziano, ghignò con lo stesso ghignò che vide nella faccia del suo auto più giovane.

'Chi sono io? Io, mio caro, sono il Lord Voldemort fra venti anni'

Voldemort sorrise soddisfatto all'espressione completamente sbalordita del giovane Riddle che d'un tratto divenne ancor più bianco e la bocca gli cadde leggermente, ma non durò molto infatti il giovane Riddle s'apprestò a rimettersi la sua consueta mascherina inespressiva.

'Come faccio a sapere che non stai mentendo?'

'Chi altri sa parlare serpentese?'

Beh a parte Potter… pensò fra se e se il Voldemort più vecchio.

L'oscuro signore sembrò riflettere su l'osservazione del suo auto più anziano.

'Sarà ma ancora non mi fido…'

Voldemort ghignò pensando quando eccezionale era anche venti anni fa (modesto nd/A)

'Bene, il mio vero nome è Tom Orvoloson Riddle…il nome di quello sciocco babbano di mio padre che abbandonò mia madre che morì dandomi alla luce…ma io lo uccisi quando ebbi sedici anni…e ti dirò che è stata la cosa migliore che abbia mai fatto…'

'Bene ti credo…allora perché sei tornato indietro?'

L'espressione del vecchio Riddle si fece seria d'un tratto.

'Il futuro è diventato orrendo…orrendo. Dobbiamo parlare di cose molto serie se vogliamo che il nostro regno persista e ho pochissimo tempo.'

Il giovane Voldemort sembrò soffermarsi a ragionare se dare fiducia a quello che si definiva il suo 'auto più vecchio' o meno ma poi prese una decisione.

'Bene allora ci aspetta una lunga chiacchierata…' "legate la donna e date ordine a tutti di non disturbarmi, ho affari da sbrigare…prego se vuoi seguirmi, da questa parte.„

E con un gesto elegante della mano invitò il più vecchio Voldemort ad uscire dalla prigione. Lo scortò lungo interminabili scalinate, passando per vari piani, corridoi, stanze e biblioteche fino ad arrivare a un lussuoso e raffinato studio arredato completamente da scaffali colmi di vecchi libri e pergamene dall'aria millenaria, un piccolo ma graziosissimo caminetto dove ardeva un bel fuoco dalle varie sfumature arancio/dorate, una scrivania di legno dietro alla quale c'era una bellissima sedia dall'aria molto comoda di colore rosso, stile XVI secolo.

Ho sempre adorato quella poltrona.

Pensò ghignando fra se e se il Vecchio Riddle.

"Prego accomodati.„

Il giovane si accomodò, sulla sedia rossa, dietro alla scrivania riunendo le punte delle dita e guardando il suo auto mentre si accomodava.

"Sapete…„ inizio il vecchio Voldemort "…sembrate una brutta copia di Silente„

Il giovane Riddle sembrò come scottato dall'osservazione del suo auto e s'apprestò velocemente a spostare le mani e posarle dolcemente sulla scrivania.

Rimasero in silenzio a fissarsi per qualche minuto.

Due oscurità che si perdono in due rubini.

Pelle candida che si trova contrapposta a una bianca carnagione.

Capelli color ala di corvo che non sono contemplati nell'altra immagine.

Insomma, un bel giovane che osserva il suo futuro con scetticismo.

"Bene inizia pure…„

Il vecchio Voldemort s'appoggiò allo schienale della sua sedia e iniziò il suo racconto. Impiegò più o meno quattro ore per far capire bene la situazione al suo auto giovane e dovette anche abbassare le sue protezioni mentali per permettere che il giovane Voldemort capisse pienamente il suo futuro.

"Ok, allora che faremo?„

"Bene, io ormai come avrai capito sparirò fra qualche ora, tu sei ancora in tempo…non uccidere Harry Potter! Ha poteri straordinari che vanno sviluppati e controllati, naturalmente dovrai occupartene tu…in più è il nostro eguale, fallo tuo, portalo dalla tua parte…e poi è un bel ragazzo„

"?„

"O suvvia sono te stesso, so anche i tuoi gusti sessuali!„

Il giovane Riddle si limitò a ghignare.

"Bene e poi?„

"Poi mio caro farai ciò che ti dico: ucciderai i coniugi Paciok e risparmierai loro figlio Neville che quello stupido di Silente crederà il prescelto„ Voldemort ghignò maligno e continuò "intanto continua con il tuo regno di terrore e tieni d'occhio Harry Potter, aspetta che vada ad Hogwarts e fai in modo che Draco Malfoy, il figlio di Lucius Malfoy, gli diventi amico così potrai avvicinarlo indisturbato a te e intrappolarlo tra le tue grinfie…immagina la faccia del vecchio bastardo quando scoprirà che il suo adorato pupillo, Neville non vale un H mentre, tu…tu avrai al tuo fianco una potenza immensa…l'unico che può salvare il mondo dei maghi, ma che pende dalle tue labbra…„

Entrambi scoppiarono in una risata, pregustando il momento.

"Benissimo farò come mi hai detto. Ma se Potter non accettasse? Se non volesse passare alle tenebre ed unirsi a me? Che dovrò fare?„

"Non ti preoccupare, lo conosco benissimo…durante le nostre battaglie abbiamo parlato spesso e una di queste discussioni mi rimase particolarmente in mente„

Voldemort fece una pausa accomodandosi meglio nella poltrona e riprese velocemente

"una volta mi disse che in un certo senso mi invidiava perché ero ciò che a lui 'sarebbe piaciuto diventare' freddo, vendicativo, voleva rifarsi su chi l'ha trattato male, perfino su Silente il quale l'ha solo utilizzato…„

"e allora perché non si è unito a te? „ interruppe il giovane Riddle

"gli feci la stessa domanda, gli chiesi: allora perché non ti unisci a me Potter? e sai cosa mi rispose?„ il suo viso fu attraversato da un sorriso carico d'amarezza "mi disse che non poteva perché ormai quella era la sua vita…quella era la vita in cui IO l'avevo spinto!„

D'altronde è vero…pensò per l'ennesima volta il Lord Oscuro, si ricordava benissimo quella discussione. Era una fredda notte di dicembre, si trovavano sulla torre più alta di un castello scozzese. Sotto di loro la battaglia tra l'Ordine della fenice (insieme agli Auror del ministero) e i Mangiamorte non sembrava voler terminare, si sentivano urla, esplosioni, formule che rimbombavano ovunque. E loro lì. Soli in quella torre. A squadrarsi con le bacchette ognuno puntate al cuore dell'altro. A parlare come vecchi amici. Ma in fondo non erano questo? Non erano vecchi amici? Come dice quel vecchio detto babbano…il tuo miglior amico è il tuo nemico. Giusto…forse (pensò l'Oscuro), in fondo, i babbani non sono così stupidi…ma in fondo in fondo…comunque resta il fatto che quelle parole si stamparono nel cuore dell'oscuro e non lo lasciarono mai più in pace 'perché? Perché questa è la mia vita Voldemort! È questo che TU hai deciso per me quando cercasti di uccidermi'. Voldemort si ricordava che a quel tempo pensò a quelle parole per intere settimane, sentiva una strana sensazione dentro lo stomaco e non ne capiva il motivo. Con il senno di poi capì che quella sensazione era tristezza mista a rabbia. Lui poteva avere Harry dalla sua…ma rovinò tutto tempo fa per paura. Per paura di perdere tutto ciò che aveva, per paura di ridursi nelle condizioni in cui ora stava annegando.

Il giovane Voldemort acconsentì con un cenno della testa

"ah, un'altra cosa…cerca un certo Nicolas Flamel ha una cosa detta: 'pietra filosofale' ti renderà immortale„

Voldemort vide tranquillamente l'eccitazione che si impadroniva della sua giovane copia a quelle parole e vide anche i suoi occhi che ora scintillavano con una strana luce "bene, Nicolas Flamel…amichetto di Silente scommetto„

"naturale!„ rise il vecchio Voldemort. "bene ora che sai tutto non mi resta che augurarti buona fortuna, rimani sempre così„ scherzò su con se stesso

L'altro lo ringraziò di tutte le informazioni e i piani promettendo che sarebbe andato tutto liscio.

"ti mancano due ore dove andrai ora?„

"ho un conto in sospeso…„

"?„

"come farà Potter a diventare tuo eguale se non cerchi di ucciderlo? E poi Harry non è Harry Potter senza la sua famosa cicatrice…„

"bene, addio vecchio Voldemort„

"buona fortuna nuovo Voldemort„ e dicendo ciò il vecchio Voldemort scomparve lasciando il più giovane, ancora ghignante, a fissare la sedia davanti a lui vuota.

Voldemort riapparve in una graziosa camera da letto illuminata dalla tenera luna. La stanza era arredata solo da un vecchio armadio, uno specchio e un tavolino dove erano appoggiati varie bottigliette, del talco, pannoloni e tutine.

Nel centro della stanza stava in bella mostra una culla bianca e dentro dormiva un fagottino tenero tenero, con i capelli color ala di corvo (come i suoi ricordò amaramente voldemort) che gli cadevano sugli occhietti ora chiusi ma che celavano due smeraldi. Dormiva profondamente nel suo bel lettino. Si sentiva sicuro.

"ciao Harry„ sussurrò Voldemort mentre un sorriso si spandeva nel suo viso "una volta mi dicesti che se le cose fossero andate diversamente tu ti saresti unito a me…saresti stato con me…fallo Harry, fallo ora che ti do l'opportunità…rimani con me„

E come se Harry avesse sentito le sue parole aprì gli occhi e iniziò a osservare Voldemort, per poi sorridergli calorosamente. Voldemort pensava che sarebbe scoppiato a piangere dopo aver visto la sua orrenda faccia invece alzò le manine, voleva essere preso in braccio. Voldemort sorrise amaro e prese il bimbo fra le sue braccia cullandolo e tenendolo stretto alla sua cassa.

"shhhh…notte mio piccolo principe…sogni d'oro„

Lo cullò dolcemente finché Harry non ricadde addormentato. Lo baciò sulla fronte e mormorò un addio rimettendolo nella culla. Poi tirò fuori la sua bacchetta e la puntò sulla fronte del ragazzo.

"tieni Harry, diventa più forte di quello che potrai mai essere, diventa degno di essere mio eguale"

Mormorò l'incantesimo e un raggio blu uscì dalla bacchetta per colpire il bambino, che non si svegliò, né urlò né pianse.

Voldemort aveva trasferito i suoi poteri e le sue capacità a Harry, come era successo quando aveva cercato di ucciderlo e come allora Harry aveva come segno solo una strana cicatrice a forma di saetta.

Un orologio nel soggiorno dei Potter suonò la mezzanotte, il tempo di Voldemort era finito e si disciolse nel nulla mentre osservava ancora la culla con in mente quegli occhi verdi come una foresta che aveva imparato ad amare

"a presto Harry Potter„ fu tutto ciò che riuscì a dire prima che si disciolse nel nulla.

Harry si girò dall'altra parte e continuò a dormire beato, mentre un sorriso involontario rallegrava il bel faccino del neonato.

La mattina dopo James entrò nella stanza di suo figlio, come era di routine mattutina, ma fu sorpreso di vedere a terra un mucchietto di ceneri e suo figlio che se ne stava tranquillo e beato sveglio nella sua culla. Veramente strano perché Harry non si era mai svegliato così presto la mattina. Mai nel suo giovane anno di età…in più stava cercando di parlare! James fu invaso da una gioia di tale portata che iniziò a piangere. Il suo Harry diceva 'aooo' forse ciao? Chissà forse gli era rimasto in mente!

Ma non era l'unica stranezza.

Infatti James Potter fu sconvolto quando si accorse che da una notte alla mattina successiva suo figlio portava una cicatrice sulla fronte dalla forma stranissima di una saetta! Come se l'aveva fatta? Non c'era nessuna traccia! Neanche una macchia di sangue! E se fosse stata fatta da una bacchetta? Sembrava proprio una cicatrice da bacchetta! Ma la bacchetta di chi? E perché?

James non trovò mai risposta a quella domanda.

E nessuno, a parte una singola persona ora scomparsa, avrebbe mai saputo per molti anni la verità…neanche Harry che da lì in poi continuò per tutta la vita a sognare due occhi rossi che lo cullavano dandogli la buona notte.

Quel sogno lo rassicurò a vita.

Ogni incubo spariva lasciando il posto a due occhi rossi…

Ma un giorno, forse, le cose sarebbero cambiate e la verità sarebbe venuta a galla.

R&R please…!

Aryn Riddle