"Ci siamo signori, Crawley House"

"Che ci piaccia o meno"

Questa fu la risposta stizzita del nuovo erede di Downton Abbey. Voleva rifiutare con tutte le sue forze questo nuovo incarico impostogli dalla società, ma sua madre gli ricordò (con la gentilezza che la contraddistingueva) che non c'erano dei modi legali per farlo. E che non spettava a lui decidere.

Doveva fare ciò che gli altri si aspettavano da lui ovvero diventare Conte ed ereditare la tenuta. Allora avrebbe potuto farne quello che avrebbe voluto.

Dell'umore nero del ragazzo ne pagò lo scotto Joseph Molsley, maggiordomo della casa e valletto del nuovo proprietario. Ad un occhio critico Matthew Crawley poteva sembrare il più snob di tutta la casata dei conti di Grantham messi insieme.

Il più maleducato. Il più insofferente.

Niente poteva essere più lontano dalla verità. Il ragazzo era semplicemente un uomo libero dalle vessazioni imposte dalla società e che aveva scelto, come suo padre prima di lui, la sua vita e il suo destino. Sua madre, dalla quale lui aveva preso molto, avendo più anni di esperienza sapeva cosa era meglio fare in determinate circostanze.

Se e quando parlare. Cosa dire e quando dirla, anche se spesso e volentieri lei stessa non seguiva questi suoi consigli.

Ringraziò il signor Molsley e, dopo aver fatto le debite presentazioni, acconsentì che egli aiutasse a portare le valigie in casa, zittendo così suo figlio e cercando di calmarlo.

Isabel Crawley non era mai stata una donna snob pur facendo parte della medio alta borghesia.

Era un infermiera in pensione, vedova di un medico e proveniente da una famiglia di dottori. Le regole le erano sempre state strette eppure adesso, avendo la prospettiva di non essere più rinchiusa in un appartamento a Manchester, di prendere un po' d'aria, di poter incontrare persone e di vedere finalmente un futuro un po' più stabile per suo figlio e per se stessa, cercava di comportarsi nei modi che lei stessa aveva da sempre odiato; facendo così affidamento anche su un maggiordomo se era necessario invece che su una semplice cameriera e una cuoca.

Matthew non riusciva a riconoscere la madre e disse vivamente che l'uomo poteva andarsene, in quanto non aveva bisogno né di un maggiordomo né di un valletto per quanto lo riguardasse. La donna capì il suo punto ma gli spiegò con polso quella che ovviamente era la verità: i Crawely si aspettavano di vederli fallire, date le loro modeste origini, e lei non voleva assolutamente dare loro ragione. Matthew si rilassò, capendo che la situazione era difficile anche per la madre, ma sapeva che sarebbe dovuto cambiare e questo non poteva sopportarlo.

Proprio quando disse a viva voce che si sarebbe riservato il diritto di scegliere chi sposare, perché sapeva che madre e famiglia dato essere l'erede scapolo gli avrebbero imposto una delle figlie di Lord Robert, Lady Mary entrò nella stanza.

L'invitò a cena ma rifiutò di prendere il tè con loro in quanto, disse, 'IMPORMI NON È NEL MIO CARATTERE'.

Usò volutamente lo stesso termine usato da Matthew poco prima.

Per metterlo in imbarazzo.

Per fargli capire che lo aveva sentito.

Per fargli capire che era offesa.

Per fargli capire che era delusa dal fatto che il padre non combattesse per lei.

Per fargli capire quanto fosse arrabbiata da non poter fare come voleva e non potesse avere ciò che le spettava di diritto; non avere l'opportunità di dimostrare quanto amasse Downton.

Per fargli capire che lui non era il benvenuto né come cugino, né come erede né tantomeno come eventuale marito.

Il ragazzo intanto l'aveva fissata allibito e muto, sentendosi colpevole delle parole dette sconsideratamente e sentendosi vittima di un colpo di fulmine.