Maya POV
"Ahh, come stai? Sei sempre in forma..."
La sta... abbracciando? La sta abbracciando.
Quanto vorrei urlarle di tenere giù le mani dalla mia... da te.
"Beh pure tu... ti vedo bene, Arizona" rispondi, visibilmente perplessa per questo saluto così caloroso date le modalità della vostra rottura e la successiva partenza di lei.
Non è solo perplessità, ma c'è anche una buona dose di... imbarazzo.
"Ehm" fingo un colpo di tosse, così da convincere qualcuno a fare le dovute presentazioni.
"Oh scusami... Maya, lei è Arizona... Arizona, lei è Maya"
"Piacere" risponde, con un sorriso sfavillante, ma dal suo sguardo sembra non abbia colto chi io sia, o meglio, chi io sia per te. Allunghi la mano verso la mia e le nostre dita si intrecciano. Ti sento stringere forte, non so se sia per far capire a chiare lettere che stiamo insieme o perché il vederla ti stia mettendo in difficoltà. Ogni dubbio viene fugato, quando con voce incerta ti rivolgi di nuovo a lei.
"Che ci fai qui Arizona?"
È finito, almeno per te, il momento dei convenevoli, dei gesti stucchevoli: sta tornando a galla il dolore per il modo in cui ti ha trattata. Non lo lasci trasparire troppo, ma mi basta guardare appena il tuo profilo, il tuo sguardo fisso su di lei, per capire che è così... e mi rendo conto che anche quella che hai davanti è una persona che ti conosce bene, o almeno ti conosceva bene.
La sua espressione cambia, e colgo che i miei pensieri erano a ragion veduta. Ha capito come ti senti e che non hai dimenticato il male che ti ha fatto.
"Sono qui per un consulto, mi ha chiamata la Bailey. Ma non voglio trattenervi oltre, vi lascio andare a godervi la serata... a presto! Stammi bene, Carina!"
Si congeda da noi, evidentemente gelata dal clima che si era venuto a creare. Quell'ultimo augurio però era davvero fatto col cuore. Era impossibile non percepirlo.
Lasci la mia mano e inizi a camminare verso la macchina. Ti fermo dopo qualche metro, mettendomi davanti di te.
"Ehi Carina, tutto bene?" ti chiedo, mentre stai con la testa rivolta verso il basso, fuggendo abilmente dal guardarmi, con i capelli che ti coprono buona parte del viso.
Non stai bene. Quanto male deve averti fatto per riuscire a ridurti così al solo vederla?
"Si, scusami, è che non me l'aspettavo... ed è stata una giornata sfiancante, è stanchezza..."
Stai piangendo, e io davvero non so cosa fare per poterti far sentire meglio. Non mi fa certo impazzire l'idea che la tua ex abbia ancora così effetto su di te, per quanto negativo.
"Dai, tranquilla, andiamo a casa."
Con una mano ti accarezzo il viso, prima di lasciarti un tenero bacio sulla guancia. Ti prendo per mano e questa volta son io a stringere le nostre dita intrecciate. Sono qui per te, Carina. Anche se forse in questo preciso istante vorrei essere a tirare un cazzotto in faccia ad Arizona, e farla tornare da dove è venuta.
Carina POV
Saliamo in macchina e mi accorgo di aver messo un po' troppa forza nel chiudere la portiera. Guardo con la coda dell'occhio verso di te, per captare qualche espressione di disappunto in merito ma nulla. Il tuo viso è impassibile. E non mi riferisco ad una di quelle espressioni di impassibilità che mal cela un fastidio nascosto. Semplicemente serena.
Io invece non riesco a capire cosa mi sia preso. È stata una situazione talmente assurda... trovarmi lei davanti dopo tutto questo tempo... l'effetto che questo ha avuto.
Mi è capitato di pensare a come sarebbe potuto essere rivederla, ma di certo non mi aspettavo questo. La nonchalance con cui mi ha salutata, la cordialità che raramente accompagna il ritrovare degli ex, inconcepibile se si pensa a come ci siamo lasciate. O meglio, a come se ne sia andata, lasciandomi qui, finita, vuota, sola. Semplicemente a pezzi.
Ecco forse è stata questa sua spigliatezza che mi ha più fatta imbestialire, anzi, che più mi ha ferita. Era come se ritenesse che il tempo passato fosse un fattore sufficiente per cancellare quello che è successo... e pensavo pure io ci fosse davvero riuscito, ma non potevo essere più in errore!
Del resto, chi vorrebbe far vedere alla sua attuale ragazza di essere ancora così fragile per la sua ex? Per non parlare del fatto che era sexy esattamente come l'ultima volta che l'avevo vista, se non di più. Ok, forse a questo non dovrei pensare. Però, bisogna ammetterlo... per quanto stronza, se c'è una cosa che non è mai mancata ad Arizona è il fascino.
"Ehi... Carina?"
La tua domanda mi ridesta da tutti questi pensieri. Appoggi la mano destra sulla mia gamba, mentre con il braccio sinistro teso tieni il volante.
"Si, si, scusa, è tutto a posto" - bugiarda!
"Guarda che lo capisco: non ti aspettavi di rivederla in città, ci sta che tu ti senta un po' frastornata..."
"Si beh, fortunatamente penso di non dovermi abituare all'idea. Ha detto che è venuta per un consulto? Chissà che si sbrighi a farlo e se ne torni da dove cazzo è venuta."
Mi sento dire queste parole e mi rendo conto che forse sto un po' esagerando, come stai pensando anche tu del resto. Lo capisco dal tuo sguardo, esterrefatto a sentirmi pronunciare una frase così velenosa.
Odio il modo in cui mi sto facendo sopraffare, ma Arizona è stata davvero tanto... e tanto è stato il dolore che mi ha dato.
Maya POV
Devo ammettere che un po' mi spaventa questa tua reazione. Con il tempo, man mano che la nostra storia diventava sempre più seria, ho capito quanto ti fossi sentita a pezzi dopo la rottura con Arizona. Lo nascondevi bene, per cui non è stato così facile coglierlo, non sempre almeno. Di sicuro non è mai stato lampante come oggi... pensavo però che i passi in avanti che stiamo facendo, alcuni importanti come la convivenza, fossero anche un segno che ti eri definitivamente lasciata alle spalle la vostra relazione e con essa la vostra rottura.
Non posso non pensare anche alle parole che solo stamattina ti ho sentita pronunciare nel sonno.
"Arizona, non lasciarmi..."
Non è gelosia, è forse una sensazione ancora peggiore... il dubbio che forse non ti stia dando abbastanza certezze.
Arriviamo a casa e mentre vai a farti la doccia, chiamo il ristorante per ordinare la cena. La ragazza con cui parlo, dopo aver preso nota dell'ordinazione, mi dice che si scusa ma ci vorrà circa un ora per la consegna, a causa dei tanti ordini ricevuti. Per me invece è assolutamente perfetto, perché questo mi dà modo di poter preparare l'atmosfera per rendere questa cena un po' più speciale, sperando di riuscire a tirarti su di morale. Apparecchio il tavolino del soggiorno e stendo un paio di coperte morbide in pile per terra. Adori mangiare seduta a terra, così da poterti mettere come più stai comoda. Abbasso leggermente le luci, non volendo nemmeno l'ombra di una candela in casa mia: ho prestato soccorso in troppi incidenti domestici causati da candele cadute accidentalmente o dimenticate accese e conoscendomi non riuscirei a non pensarci in continuazione.
Tutto è pronto, così decido di avvicinarmi alla porta per capire se sei ancora sotto la doccia. Sento il rumore dell'acqua che esce dal soffione, così afferro la maniglia per provare a vedere se hai lasciato la porta del bagno aperta. Si, bingo!
La apro delicatamente, ben attenta a non far nemmeno un lieve cigolio mentre entro nel bagno. Mi spoglio e, prima di palesare la mia presenza, vedo appoggiata sul ripiano di fianco al lavandino la cassa Bluetooth che usi spesso per ascoltare musica mentre ti fai la doccia. È una di quelle cose che ti ridona energia, anche al termine delle giornate più lunghe e faticose.
La accendo e dal mio telefono faccio partire una canzone che sono sicura apprezzerai, prima di far scorrere il vetro del box doccia e poterti finalmente raggiungere.
"So one, two, three, take my hand and come with me
Because you look so fine that I really wanna make you mine..."
Ti sento ridere quando parte questo brano, e appena ti giri verso di me e mi abbracci, noti che sto cantando in playback, con un'espressione molto convinta. La tua risata cresce, e io ti stringo a me.
Sotto il getto caldo d'acqua, con quel tuo sorriso, capisco che farti felice non ha prezzo.
