Carina POV
"Wow, questo intervento è stato..."
"Incredibilmente innovativo? Geniale? Assolutamente all'avanguardia?" mi chiede Arizona, cercando di interpretare il mio pensiero.
"...intenso. E stancante. Ma si, è stato davvero incredibile" rispondo, assolutamente stupefatta dall'abilità tecnica di Arizona. Che fosse in grado di fare cose eccezionali lo sapevo benissimo... ma quest'intervento è stato fuori da ogni schema, e la sua sicurezza che ha avuto anche nel gestire ogni imprevisto che ci siamo trovate davanti. È straordinaria... la sicurezza che ha intendo.
A quanto pare la Herman ha fatto bene a puntare su di lei per il suo centro di ricerca. Non ho mai avuto il piacere di lavorarci assieme, ma quella donna è leggenda: è stata davvero una pioniera nel suo campo, e riuscire a completare un percorso formativo come quello affrontato con Arizona e trasmetterle tutto il suo sapere in quel poco tempo è qualcosa di stupefacente. E se una donna tanto incredibile l'ha scelta, l'ha presa sotto la sua ala, vuol dire che ha visto quanto Arizona potesse essere altrettanto incredibile.
"Che ne dici di andare a bere qualcosa, per festeggiare?" mi chiede, mentre usciamo finalmente dall'ospedale.
Mi blocco a questa sua semplice e spontanea domanda. Ovviamente lo nota immediatamente.
"Scusa, non avrei dovuto... decisamente troppo presto", dice cercando di farsi perdonare per la sua gaffe. Penso sia stato un riflesso incondizionato, come una vecchia abitudine che riaffiora. Non posso di certo fargliene una colpa.
"No, tranquilla. È solo che è tardi e Maya mi aspetta a casa."
E mi rendo conto di non averle scritto per tutto il giorno: sono davvero una pessima fidanzata! Prendo il telefono, per cercare di porre un tardivo rimedio, ma è completamente scarico.
"Ohh... quindi voi due vivete assieme?"
Non capisco bene il tono con cui mi fa questa semplice domanda. Me lo sta chiedendo semplicemente per fare conversazione oppure c'è rimasta male? Davvero, non lo capisco. Così decido di rispondere con genuina sincerità.
"Ehm... si. Non da molto, ma sì, mi sono trasferita a casa sua. Stiamo bene... sto bene, Arizona. Maya mi rende felice."
Sento che potrei iniziare a tirare fuori tutto, a parlare senza freni, complice anche la stanchezza che ho addosso, ma non è né il luogo né il momento giusto per farlo.
"Sono felice per te, Carina, dico davvero. Meriti di essere felice!"
Resto colpita dalle sue semplici ma sentite parole.
"Dai, ti lascio... ci vediamo domani", mi saluta, prima di voltarsi e proseguire verso la sua auto.
E senza nemmeno rendermene conto le dico parole che fino a qualche ora fa non avrei mai pensato di dirle, o almeno non subito, non così presto.
"Magari ci prendiamo un caffè prima del turno uno di questi giorni"
Si ferma, prima di voltarsi e sorridermi. Dio, avevo dimenticato quanto fosse bello il suo sorriso...
"Mi farebbe molto piacere. Notte, Carina!"
Mi saluta con un cenno della mano, prima di voltarsi definitivamente.
Senza nemmeno rendermene conto, guido fino a casa. Appena parcheggio l'auto, noto che le luci in casa sono spente. Guardo l'orologio e mi rendo conto di aver fatto davvero tardi, e domani il tuo turno inizia praticamente all'alba. Entro in casa, cercando di non fare rumore, e appena varco la soglia mi tolgo le scarpe. Accendo le luci e mi avvicino lentamente alla porta della nostra camera: stai già dormendo. La accosto, per evitare di svegliarti, e vado in cucina.
Vedo che mi hai lasciato un biglietto sopra il tavolo.
- Scusa se non ti ho aspettata ma domani devo alzarmi prestissimo. Ti ho lasciato qualcosa in frigo se hai fame. Ti amo. M. -
Per quanto gli spuntini di mezzanotte siano il mio forte e la mia fame non conosca orari, decido di optare per bere qualcosa di caldo e poi correre a letto.
Vedo che ci sono quattro bottiglie di birra vuote vicino al lavello. Questo è un chiaro segno che dev'essere passata Andy... sono contenta, o almeno sollevata perché significa che almeno non sei stata da sola ad aspettare che tornassi a casa.
Mi scaldo del tè e tengo la tazza fumante tra le mani mentre guardo questo posto, questa casa... la nostra casa.
La stanchezza inizia a farsi sentire, così vengo verso la camera. Apro piano la porta, attenta a non fare il minimo rumore.
Inizio a spogliarmi, senza riuscire però a staccare nemmeno per un secondo gli occhi da te. Le veneziane lasciano entrare qualche riflesso della luce del lampione che c'è in strada. Vedo il tuo profilo, il tuo corpo accoccolato sotto le coperte, alla ricerca di ogni grammo di calore che riescono a dargli, e riesco ad intravedere il tuo viso. Non del tutto, solo appena... ma mi basta. La tua mano è leggermente allungata verso il mio lato, ancora vuoto, del letto. Anche nel sonno sembri cercarmi.
Collego il telefono al caricabatterie per impostare la sveglia, e appena si accende mi arriva un messaggio. Mi avrai scritto tu, non vedendomi rientrare al termine del mio turno... e in effetti è così. Ma mentre leggo il tuo sms, mi arriva un'altra notifica... Arizona.
- È stato bello tornare ad operare assieme. E per quel caffè, domani inizio alle 10.30 e se non ho capito male pure tu, quindi se vuoi possiamo fare un'ora prima al bar davanti all'ospedale? Notte. -
Mi volto verso di te, subito dopo averlo letto. Ho bisogno di risposte da Arizona, risposte che mi permetteranno di lasciarmi dietro le spalle tutto ciò che è stato per potermi concentrare su ciò che è ora. Tu... noi.
- Perfetto. A domani - le rispondo, prima di infilarmi sotto le coperte.
Il tuo sonno sembra imperturbabile, e il tuo viso è ad un palmo dal mio. Lo accarezzo, sperando di non svegliarti. La tentazione era troppo forte. Ti muovi nel sonno, e il tuo braccio mi avvolge. Non sei sveglia, ma senti comunque che ci sono.
So che sembrerà da pazzi, ma spesso mi fermo a guardarti dormire. Mi ricorda chi sei, oltre la dura, inflessibile, spavalda (per non dire sbruffona a volte), cocciuta e sicura di sé Maya Bishop. Sei molto di più di questo... sei tenera, romantica, leale, e anche fragile, Maya. Sei una combinazione perfettamente imperfetta di aspetti che sto imparando a conoscere, e ad amare. Sempre di più. E mi sento così fortunata... nonostante tu me ne abbia fatte passare e mi abbia fatto stare davvero male in passato.
Ti lascio un tenero bacio sulle labbra, quasi dimenticando che stai dormendo e che così facendo potrei svegliarti. E resto così, con le mani sul tuo viso e le labbra ad un soffio dalle tue. Vorrei di più e penso che il mio corpo non abbia resistito a baciarti di nuovo, quando sento il tuo braccio stringermi a te.
"Buongiorno... o dovrei dire buona notte?"
Trovi sempre il modo di farmi ridere, ecco cos'altro amo di te.
"Scusa, non volevo svegliarti", dico con tono colpevole.
"Puoi svegliarmi in questo modo ogni volta che vuoi, Carina. Non ti scusare", rispondi, prima di baciarmi di nuovo. E di nuovo. E di nuovo.
Infili il braccio sotto le coperte, per potermi stringere ancora di più a te.
I tuoi baci, il contatto con il tuo corpo, il modo in cui mi stringi... mi chiedo come sia possibile che fino ad un secondo fa tu stessi dormendo e ora tu sia così... sveglia.
Mi inizi a baciare il collo ed in un attimo il tuo corpo è steso sopra il mio. Le mie mani accarezzano le tue braccia, sento i muscoli contratti al passaggio delle mie dita.
Ogni tuo movimento è lento ma il modo in cui ti sento è forte, deciso. La tua bocca inizia a scendere, lasciando una scia di baci su ogni centimetro di pelle che trova, che vuole amare. Riconosco questi gesti, questo atteggiamento... e nella mia mente tornano come istantanee alcuni dei momenti più belli passati assieme, finché inaspettatamente è un altro il flash che rivedo nella mia testa. Come un video a rallentatore mi mostra dei soggetti diversi... me e... Arizona. Lo scaccio con rabbia: non voglio vederlo, meno che meno ora. Adesso sono qui con te, amo te, e il modo in cui ti desidero è puro, autentico, esattamente come ci amiamo.
Le mie dita stringono le lenzuola quando la tua bocca raggiunge il mio punto più sensibile.
"Oh, bella..." sospiro.
Adori quando ti chiamo così.
I miei gemiti crescono, così come i tuoi respiri che sento sulla mia pelle nuda. E in un attimo il desiderio sale, fino a diventare incontrollabile.
Sento le tue dita entrare dentro di me, mentre la tua bocca risale, fino a quando il tuo viso raggiunge il mio. Ti bacio e sento sulle tue labbra il mio sapore. Guardo i tuoi occhi, così belli, profondi, persi d'amore per me. E mi ami... completamente.
"Ti amo, Maya" sussurro, subito dopo aver raggiunto il culmine.
"Ti amo anch'io, Carina", rispondi, prima di posare nuovamente le tue labbra sulle mie.
Ti sposti, per tornare sul tuo lato del letto, ma ti trattengo. Ho bisogno di stringerti tra le mie braccia, così ti sistemi di fianco a me, la testa appoggiata sul mio petto. Ti accarezzo i capelli e in pochi istanti prendi sonno di nuovo. Non voglio chiedermi perché quel ricordo di me e Arizona sia riaffiorato alla mia mente poco fa, voglio solo godermi la bellezza di noi. Spero solo che la sua permanenza volga al termine molto presto.
