Flashback
Maya POV
"Non sono sicura faccia per me... ecco, questo intendo" dico, muovendo le mani ad indicare lo spazio davanti a me.
Non sono mai stata una persona che parla di sé, di sentimenti e di ciò che prova.
Se non con Andy.
Dopo un paio di birre.
O più di un paio.
Comunque mai da sobria.
Ma, ehi, sono convinta in fondo di questa scelta... solo avrei voluto bere qualcosa prima per sciogliermi un po'.
"Perché ha deciso di venire in terapia, Maya? Posso darle del tu, vero?"
Vedo questa figura davanti a me, e so che se voglio che questo abbia un senso, che mi faccia stare meglio, devo necessariamente aprirmi.
"Certamente, nessun problema."
Faccio un respiro a fondo, cercando di prendere tempo e, perché no, anche un po' di coraggio.
"Avevo una relazione meravigliosa, ma ho mandato tutto a puttane. Mando sempre tutto a puttane!"
Jane, la terapista, mi guarda, assolutamente non intenzionata a proferire parola, anzi. Il suo sguardo mi fa ampiamente capire che è il caso di raccontare qualche dettaglio in più.
"Ho tradito la donna che amo con il mio ex... o meglio con un mio collega, con cui ogni tanto facevo sesso."
La sua espressione non varia, non muove nemmeno un muscolo facciale.
"E gliel'ho sbattuto in faccia... dopo che mi aveva aspettato a casa tutto il giorno, preoccupata per me, io gliel'ho sbattuto in faccia."
Non ne vado fiera, del resto è uno dei motivi per cui sono venuta qui.
Cala il silenzio per qualche secondo, che sembrano minuti interi.
"Hai detto la donna che amo. Non la persona con cui stavo o la donna che amavo. Perché?"
Questa domanda è come un'entrata in gamba tesa. Sono già pronta per rispondere, quando penso che forse sarebbe meglio prendermi un attimo.
Non è passato un giorno da quando tra noi è finita senza che pensassi a te. Ringrazio il cielo quando al lavoro arriva una chiamata per un intervento difficile, perché almeno so che per qualche ora la mia mente sarà rivolta ad altro.
"Semplicemente perché non ho smesso di amarla. Una persona come lei non si dimentica così facilmente. E so che se non stiamo più insieme è solo colpa mia... lei... lei aveva ragione."
Mi pento di queste ultime involontarie parole perché so già quale sarà la domanda successiva.
"Su cosa, Maya? Su cosa aveva ragione... Carina, dico bene?"
Solo sentirle pronunciare il tuo nome mi scuote. Fin dentro le ossa, nelle vene, e sembra quasi un pugno al cuore.
"Mio padre abusava di me"
Quasi non mi scompongo mentre lo dico.
"Non fisicamente... ma psicologicamente. Non era un uomo facile, tanto meno un padre amorevole. Me ne sono resa conto non molto tempo fa."
Ripenso agli scatti d'ira, quando non ero all'altezza delle sue aspettative, il dover stare sempre all'erta, per non farlo arrabbiare, per non indispettirlo. E a questi pensieri i miei muscoli si contraggono, in modo involontario, quasi come se il mio corpo si mettesse sulla difensiva, come se un pericolo si stesse avvicinando.
"Ok, tranquilla. Prenditi un momento" mi dice Jane, con uno sguardo diverso da prima. Non quel classico sguardo di compatimento, che molte persone hanno quando sentono certe storie, ma più uno sguardo attendo, indagatore, che non mi trasmette però una sensazione di invadenza. Sembra quasi volermi prendere per mano e accompagnare negli angoli bui della mia mente.
Chiudo gli occhi per un secondo, cercando di calmare il mio respiro.
Occhi su di me.
Sento la tua voce nella mia testa, rivedo il tuo viso per un secondo, mentre tieni il mio viso tra le tue mani. Ah, questo è il colpo di grazia.
"Quello che mio padre mi ha fatto, mi ha resa una donna più forte. Ho vinto una medaglia olimpica, sono una delle più giovani donne mai diventata capitano dei vigili del fuoco di Seattle. Sono una forza, una vera forza della natura e ogni traguardo che ho raggiunto, l'ho raggiunto con le mie gambe. Non sono sue conquiste, ma mie!"
"Allora cos'è che di quanto le ha fatto suo padre la spaventa ancora?"
Non mi aspettavo che una terapista ci andasse giù così pesante, così diretta. Spero solo si riveli essere ciò che mi serviva a lungo andare.
"Mi spaventa che possa essere come lui."
Cala il silenzio in questa stanza. Del resto, la freddezza nel mio tono di voce mentre dico certe cose spesso gela pure me.
La vedo prendere qualche appunto sull'agenda che tiene sulle gambe. Non sono sicura di voler sapere cosa ci sia scritto, anche perché l'ho vista scrivere abbastanza da inizio seduta.
"Ok Maya, direi che abbiamo fissato il nostro punto di partenza. Ora, vorrei riproporti una domanda che ti ho già fatto. Cerca di non focalizzare la tua attenzione sulla risposta che mi hai già dato, ma pensa solo a quanto mi hai raccontato e segui l'istinto. Ok?"
Le faccio cenno di sì con la testa. Non so bene dove voglia arrivare, ma voglio lasciarmi andare.
"Perché hai deciso di venire in terapia, Maya?"
Wow, tutto ad un tratto questa domanda, di cui ero convinta di conoscere la risposta, sembra cogliermi impreparata. Voglio però seguire l'istinto, e lasciare le parole uscire dalla mia bocca come verranno. Appena me ne verranno.
"Non voglio più ferire le persone che amo. Voglio credere di non essere un mostro come mio padre, e voglio far di tutto per non diventare come lui."
Cavolo, se sono uscite!
"Ok... ti voglio far notare come la tua risposta non sia più concentrata su un evento specifico o qualcosa di esterno, ma su di te. Hai messo al centro te e ciò che tu vuoi. Non si parla più di un episodio a cui voler rimediare. Si tratta di un percorso che vuoi fare su di te, e questa è l'unica motivazione efficace a lungo termine."
Rifletto sulle parole di Jane. Non posso non pensare però a te: sei stata tu a consigliarmi di farlo e se solo avessi seguito prima i tuoi consigli, forse... forse saresti ancora con me.
"È normale, Maya, che in questo momento ti venga da pensare alla persona che ti ha spinto a fare questo passo. Da quello che ho imparato di te in questa prima seduta, non dev'essere stato semplice prendere una decisione come questa. Ma vorrei che capissi che questo percorso lo vuoi fare su di te e soprattutto per te. Solo così, indipendentemente da quello che succederà un domani, sarai in grado di non ricadere in quelli che tu stessa hai definito errori."
Ha perfettamente ragione. Lo so, ma non posso farci nulla.
"Direi che per oggi abbiamo finito, Maya."
