CAPITOLO 2: A bad dream

Tony si rigirò per la centesima volta sullo scomodo divanetto dell'ospedale fuori la stanza di Kate. L'infermiera, alla quale era riuscito a strappare un appuntamento, gli aveva dato una coperta, ma il divano era lo stesso piccolo per la sua statura. Si sdraiò sulla schiena e sospirò. Avrebbe dovuto veramente prendersi qualche altro giorno di vacanza. Da quando era tornato dalla convalescenza ne erano successe di tutti i colori. Ripensandoci, però era un bene che fosse tornato al lavoro in anticipo. Il giorno prima se non ci fosse stato lui, McGee e Kate sarebbero morti in quell'esplosione. Kate. Stava cercando in tutti i modi di non pensare che se quel bastardo di Ari l'avesse colpita un pò più a sinistra, lei si sarebbe trovata a suonare l'organo con gli angeli. Tony non era il tipo che dava a vedere ciò che provava. Preferiva mostrarsi menefreghista, egoista e superficiale, ma questo non voleva dire che ogni tanto non si preoccupasse delle persone che gli stavano accanto. E si era dannatamente preoccupato per Kate negli ultimi due giorni. Forse era riconoscenza per come gli era stata accanto lei durante la piaga.

'Si certo come no Dinozzo' gli sussurrò la sua coscienza- 'ma ti è così tanto difficile ammettere che le vuoi bene?'

'Va bene le voglio bene'

'Oh! così va meglio'

'bene ora che sei contenta, coscienza, puoi tornare nel tuo letargo all'interno del mio cervello?'

'Forse dovresti dirglielo che le vuoi bene'

'Shh. Zitta!'

'Ma perchè allontani le persone da te? Hai per caso paura che potrebbero vedere che in fondo sei molto diverso da come ti mostri?'

Era dannatamente vero. Quando vedeva che una persona cominciava ad avvicinarsi troppo a lui...bam!..gli sbatteva la porta in faccia. La allontanava da lui comportandosi in modo infantile e odioso, oppure se si trattava di una donna che stava frequentando la piantava in asso. Perchè? Oddio per vari motivi. Il primo fra tutti non voleva essere ferito. Aveva imparato troppo presto che le persone che ti conoscono bene sanno come ferirti. I suoi genitori ne erano stati un esempio lampante. Tutto quello che voleva da loro era un pò di affetto, di fiducia e di soddisfazione, ma tutto quello che aveva ottenuto era stato freddezza e scarso interesse nei suoi confronti. Sembrava come se lui non esistesse. Finchè c'era in vita sua madre almeno si sentiva vivo, poco amato e poco coccolato forse, ma almeno ogni tanto lo sgridava (diciamo sempre!). Una volta morta lei era piombato nell'ombra più totale. Suo padre era troppo indaffarato col suo lavoro per accorgersi di lui. Più volte si era sentito più una palla al piede che un figlio. Fu in quel momento che capiì che avrebbe dovuto fare tutto da solo. E si creò una maschera per difendersi dal mondo esterno. Tony era sempre stato un bambino col senso dell'umorismo e giocherellone perciò enfatizzò questa sua dote e ci aggiunse un pò di menefreghismo e superficialità ed il gioco si compì. Cominciò a recitare quella parte talmente bene che alla fine ci credette anche lui.

'Ma lo sai di non essere realmente così"

La sua coscienza quella sera stava veramente esagerando 'Oh ancora? Ma scusa te ne stai in letargo per la maggior parte del tempo e proprio stasera te ne dovevi uscire?'

'Sei tu che hai cominciato a riflettere. Quando tu pensi io vengo fuori!'

'Cioè stai insinuando che non penso mai? Ma guarda te se mi tocca anche litigare con la mia coscienza! Oddio ma che ho detto? Non è che sto diventando matto?'

"Dalla mia posizione ti posso assicurare che sembra che tu lo sia!"

Tony si alzò di scatto vedendo Kate sulla porta della sua stanza che lo fissava divertita.

"Ehm stavo parlando ad alta voce?"

Kate annuì sempre più divertita. "Bè se avevo qualche dubbio che tu avessi una coscienza, me l'hai completamente tolto. Tendi anche a litigarci!"

"Non ci stavo litigando!"

"A me sembra di si!"

"Invece ti dico di no!"

"Allora con chi stavi parlando!"

"Stavo sognando una donna"

"Ah davvero! Con gli occhi aperti e chiamandola coscienza?"

"Sognavo ad occhi aperti e si, si chiama Coscienza. Qualche problema?" Tony la sfidò con lo sguardo e si mise sulla difensiva. Kate scosse la testa sorridendo e gli fece cenno di spostarsi dal divanetto. Il ragazzo si alzò un pò e le fece spazio. Guardò la benda che fasciava la testa di Kate e sperò con tutto se stesso che Gibbs trovasse e uccidesse quel bastardo. "Perchè ti sei alzata?" le chiese preoccupato.

Kate fissò davanti a se assorta nei suoi pensieri."Non riuscivo più a dormire. Ho fatto un sogno..."

"Hai sognato di nuovo Gibbs? Sta diventando un'abitudine!" la provocò lui.

"No! E poi ti ho già detto che non lo stavo sognando!" ribattè esasperata.

"Ah no? Allora perchè avevi urlato il suo nome?" Tony la guardò malizioso.

Kate roteò gli occhi."Porco!"

Tony ridacchiò, contento di aver smorzato un pò la tensione dallo sguardo di Kate, che gli era sembrato un pò troppo preoccupato per i suoi gusti quando gli aveva detto che 'non riusciva più a dormire'. Evidentemente aveva fatto un brutto sogno e ovviamente si era allarmata. 'Kate tende a prendere le cose troppo seriamente' si disse lui. 'Un pò il contrario di me!'

I due rimasero in silenzio per un pò e Kate tornò a fissare con aria assente un punto non ben definito davanti a sè.

"Allora se non hai sognato Gibbs che cosa hai sognato? Me?" scherzò Tony.

Kate tremò impercettibilmente.

'Ahi- pensò il ragazzo- Qui c'è veramente qualcosa che non va'

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"Allora se non hai sognato Gibbs che cosa hai sognato? Me?"

Kate si immobilizzò all'istante. Non poteva dirglielo. Quel sogno la spaventava ancora per la sua crudeltà esattamente come l'aveva spaventata il sogno che aveva fatto su Gibbs. 'Calma Kate' si disse 'A Gibbs non è successo niente, quindi perchè dovrebbe succedere a Tony? E' solo un falso sogno premonitore'. Sarà ma la differenza consisteva che il primo l'aveva fatto perchè aveva l'incarico di proteggere Gibbs, quindi rifletteva la sua paura di non riuscire a svolgere a pieno il suo compito, questo era giunto all'improvviso senza un motivo preciso. Tony non era in pericolo e di certo non lo doveva proteggere. Dopo averlo sognato si era svegliata madida di sudore ed era uscita dalla stanza per verificare che lui stesse bene. E lo aveva trovato a litigare con la sua coscienza. 'Che ragazzo strano' pensò. Quel pensiero però non la fece sorridere.

Cercò di ripensare agli eventi della giornata per giungere al motivo del sogno appena fatto. La squadra aveva cercato di sventare un attacco terroristico e lei si era presa una pallottola al posto di Gibbs, ed era stata sfiorata da un'altra probabilmente sparata da Ari. Il suo capo non gliel'aveva detto ma sapeva che quel bastardo aveva mirato a lei e non a lui. Era un gran buon tiratore, e non avrebbe mai fatto uno sbaglio così madornale, anche se doveva ringraziare gli angeli che un colpo di vento probabilmente avesse spostato di qualche cm il proiettile. In più Tony era rimasto lì con lei. Per quale motivo? Se il bersaglio fosse stato solo Gibbs, non c'era nessun motivo che qualcuno dovesse restare lì con lei.

Sospirò pesantemente. Anche rivalutando gli eventi della giornata non trovava nessuna ragione per quel brutto sogno su Tony. Anzi probabilmente avrebbe dovuto farlo per se stessa visto che aveva rischiato per ben due volte di morire. Com'è che si diceva? Non c'è due senza tre.

Rimuginò ancora un pò e poi le venne l'illuminazione. Ma certo! La piaga! Probabilmente il ritorno di Tony al lavoro le aveva fatto inconsciamente ripensare a quanto si fosse preoccupata per lui quando era stato male e le aveva provocato quel sogno. Ma certo! Era andata così! 'E poi diciamocelo Kate' si disse 'Preoccuparti per Dinozzo! Avanti, se la sa cavare benissimo da solo!"

Dopo tutte queste sue elucubriazioni mentali, decidette finalmente di rivolgersi a Tony, il quale avendo visto i vari passaggi di espressioni sul volto di Kate non sapeva se essere divertito o preoccupato.

Kate gli sorrise. "Non sognerò mai te, Dinozzo! Dovesse cascare il mondo!- poi alzandosi si diresse verso la sua stanza- Buonanotte!" e salutandolo con la mano si richiuse la porta dietro di se.

Tony fissò allibito la porta chiusa. 'Ma come? Prima mi sorprende a parlare con la mia coscienza, poi dice preoccupata di aver fatto un sogno, litighiamo su Gibbs, lei torna seria, poi ad un tratto tutta contenta se ne va a letto?' scosse la testa 'Devo dire che qualche volta le donne sono ancora un vero mistero per me!' con questo pensiero cercò di risistemarsi sul divano.

FINE SECONDO CAPITOLO

Riferimenti:
-A Kate nell'ultimo episodio della seconda stagione gli era stata affibiata la protezione di Gibbs (per evitare che Ari lo uccidesse). Kate fa un sogno in cui vede Gibbs morto con la gola tagliata da Ari.

-La piaga a cui faccio riferimento risale all'episodio 2x22 dove Tony apre una lettera contenente un virus, viene messo in isolamento e Kate rimane con lui a costo di essere infettata anche lei. Una volta che Tony guarisce, lei rimane lo stesso a dormire lì con lui in isolamento .