CAPITOLO 3 : Ari is a mole or a killer?

Abby si svegliò di sopprassalto, con la sensazione di essere osservata. Alzò di scatto la testa per accorgersi che si trattava semplicemente di Ducky.

"Buongiorno Abby. Dormito bene?" l'uomo le sorrise.

La ragazza si alzò stiracchiandosi e raccogliendo la giacca di Mcgee che nel frattempo era caduta per terra. "Come un vampiro. Anche se mi mancava la mia bara!" Ducky rise per la battuta, mentre Abby si guardò intorno. L'ufficio era deserto perciò doveva essere ancora presto. "Dove sono Gibbs e McGee?"

"Su all' MTAC insieme a Kate e Tony. Stanno cercando di mettersi in contatto con l'FBI" L'uomo si diresse verso la scrivania di Gibbs.

"Ma che ore sono!" disse lei guardando fuori dalla finestra e vedendo che albeggiava ancora.

"Le sei meno qualcosa" disse Ducky trafugando qualcosa sotto la scrivania.

"E pensano di trovare qualcuno sveglio all'FBI a quest'ora!" Abby si avvicinò a lui per cercare di capire che diavolo stesse facendo alla scrivania di Gibbs.

"Lo sai come è fatto Jehtro. O lo trovano, oppure andrà direttamente a casa del direttore e lo sveglierà a cannonate" Ducky finalmente estrasse il Caff Pow e una briosche dalla scrivania. "Ecco a te Abby!"

Abby sorrise felice: "Oh Ducky, sei un vero tesoro!". Gli diede un bacio sulla guancia. Poi si sedette sulla sedia di Gibbs a gustare la colazione, mentre l'uomo le si posizionò di fronte. "E adesso che facciamo?" disse la ragazza con la bocca piena.

Ducky le sorrise. "Aspettiamo"

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Gibbs, Kate, Tony e McGee erano seduti all'MTAC aspettando di ricevere la video chiamata del direttore dell'FBI. Kate, visto che non riusciva più a dormire dopo il sogno, si era alzata alle quattro e mezzo, preparata e aveva trascinato Tony in ufficio. Trascinato era la parola giusta, perchè il ragazzo non aveva chiuso occhio per tutta la notte e grazie allo scomodo giaciglio aveva un mal di schiena da far paura. In più considerato che doveva ancora del tutto riprendersi dalla piaga sembrava un morto che camminava. Una volta arrivati in ufficio, Gibbs aveva inisistito per andare subito all'MTAC e cercare di contattare l'FBI.

L'uomo guardò tutti i suoi agenti dal primo all' ultimo. Era così fiero di loro malgrado non lo dimostrasse. Ognuno aveva un compito preciso ed erano dannatamente bravi a farlo. Non avrebbe mai permesso che qualcuno gli facesse del male.

Un beep annunciò che finalmente la video chiamata era giunta. Gibbs si alzò in piedi e si mise il microfono. La figura del direttore dell'FBI apparve sullo schermo.

"Spero che abbia un valido motivo, agente Gibbs, per svegliarmi a quest'ora!" disse l'uomo non troppo amichevolmente.

Gibbs ignorò il suo tono. "Avrà sentito che Ari Haswari è tornato in città, presumo."

"Certo. E spero che questa volta tratterrà i suoi impulsi vendicativi verso di lui!" ribattè l'uomo secco.

"Io gli ho trattenuti, ma lui no. Ha quasi ucciso due membri del mio team ieri."

Il direttore parve riflettere un attimo. "Avete delle prove che sia stato lui?"

"No, ma le posso assicurare che le troverò!" ' Oppure gli sparerò un'ultima volta' pensò.

"Questa non è una risposta valida, agente Gibbs. E' da un paio di giorni che gira la voce che Ari voglia ucciderla, tra l'altro secondo me infondata. E' tornato per sventare un attacco terroristico di Hamas, compito svolto a pieni meriti, non certo per lei. E preferirei che gli stesse miglia lontano e gli lasciasse fare il suo lavoro."

"L'attacco terroristico l'abbiamo sventato noi, Ari non ha mosso un dito!" ribattè Gibbs sempre più arrabbiato.

"Senta non ho voglia di discutere con lei di questo. Mi dica chiaramente perchè mi ha chiamato e facciamolo finita."

Gibbs freddamente: "Voglio il fascicolo di Ari."

Il Direttore ridacchiò. "Se lo può scordare! Arrivederci agente Gibbs"

"Aspetti- sospirò- dica a Fornell di venire qui."

L'uomo lo guardò di sottecchi: "Non sono il suo lacchè agente Gibbs. E poi perchè vorrebbe parlare con lui?"

Gibbs spazientito: "Lei me lo mandi qui e basta! Altrimenti giuro che rimpiangerà di essere direttore!" detto questo chiuse la video chiamata.

Si tolse il microfono bruscamente e rimase immobile per qualche minuto. Sentiva su di sè lo sguardo dei suoi agenti. Sapeva di essere stato troppo brusco, ma...Maledizione! Si trattava della vita della persone a cui teneva di più al mondo!

"Capo, Te l'avevo detto che secondo me svegliarlo a quest'ora non avrebbe portato a niente di buono!" disse Tony cercando di smorzare la tensione che era calata nella sala.Kate gli diede una gomitata nello stomaco.

"Che c'è?" gli sussurrò lui dolorante.

"Non è il momento Dinozzo!" ribattè spazientita lei.

Gibbs sembrò riprendersi e si girò verso di loro. "Torniamo di là e aspettiamo l'arrivo di Fornell"

"Sei sicuro che verrà capo?" domandò McGee.

"Certo che lo sono!" Il suo tono non ammetteva repliche.

Stavano per uscire quando Tony finse di cercare qualcosa e lanciò uno sguardo di complicità a Gibbs. Quest'ultimo si rivolse a Kate e McGee: "Voi due andate. Guardo che cosa ha perso Dinozzo!" I due uscirono lasciandoli soli. "Che cosa c'è? Vado di fretta Tony!"

Il ragazzo ignorò la freddezza del suo capo e lo fissò serio. "Sei sicuro che sia stato Ari? Forse dopotutto ha ragione il direttore dell'FBI. Non abbiamo niente in mano che ci riconduca a lui."

Le convinzioni di Gibbs per qualche secondo vacillarono. 'Non ha tutti i torti...potrebbe anche non essere stato lui...' ma si bloccò immediatamente. Era il suo istinto che glielo suggeriva e il suo istinto non sbagliava mai. "Si Dinozzo sono sicuro. E ora possiamo tornare al lavoro o mi devi chiedere qualcos altro di così estremamente urgente!"

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Abby appena vide Kate scendere dalle scale le andò incontro e la abbracciò calorosamente. "Come stai? Mi hai fatto stare in pensiero."

Stupita da quella dimostrazione di affetto improvvisa Kate rimase immobile per un'attimo. Poi sorrise e ricambiò l'abbraccio. "Bene! E' solo un graffio. Guarda..." e dicendo questo si tolse la benda che ormai era più un impiccio che altro e le fece vedere la piccola ferita.

Abby la guardò estasiata. "Fantastico! E dimmi ti resterà la cicatrice come agli eroi di guerra?"

Kate fece una smorfia. Sperava ardentemente di no. Ma non voleva deludere l'entusiasmo di Abby. "Fammi indovinare hai già bevuto un Caff Pow stamattina." disse ridendo.

Abby le sorrise annuendo e la riabbracciò fortemente. "Ho avuto così tanta paura di non vederti più"disse quasi vicina alle lacrime.

"Ehi. Tranquilla. Sono qui e non me ne vado da nessuna parte.- poi alzò lo sguardo e vide che Gibbs e Tony stavano uscendo dall'MTAC- ora basta abbracciarci se no Tony penserà male!" si staccò da lei e le fece l'occhiolino. A questo punto le si avvicinò Ducky.

"Sono contento che tu stia bene, Caitlin"

"Anche io Duck" L'affetto di quelle persone quasi la commossero. Non si era resa conto di quanto fosse importante per loro. Si avvicinò alla sua scrivania e buttò la benda nel cestino. La fissò per un'attimo. ' Ormai è solo un brutto ricordo Kate' si disse.

Gibbs col suo passo sicuro e forte ruppe quel momento d'affetto. "Abby-la ragazza si mise sull'attenti a guardarlo-torna in laboratorio e cerca di scoprire con esattezza il fucile da cui sono stati sparati i proiettili"

"Agli ordini signore!" Si avvicinò a McGee e gli ridiede la sua giacca. "Grazie!" I due si sorrisero.

Ducky guardò Abby avvicinarsi all'ascensore. "Vado a darle una mano Jehtro? Tanto qui non ho niente da fare."

Gibbs annuì. "Tony, tu e McGee tornate a setacciare la zona della sparatoria, magari ieri ci è sfuggito qualcosa." I due acconsentirono e prepararono le loro cose. McGee era già verso l'ascensore e Tony stava per raggiungerlo quando si sentì fermare per un braccio dal suo capo. "Proteggi McGee, mi raccomando" gli sussurrò all'orecchio. Tony lo guardò e annuì prima di raggiungere il collega/amico.

Kate aveva osservato tutta la scena e non potè fare a meno di riflettere. Gibbs si fidava di Tony e sapeva che riusciva a badare a se stesso da solo, però questo non significava che qualche volta non potesse essere in pericolo anche lui. In certi momenti tendeva a dimenticarselo. 'Piantala Kate! Ha ragione lui. Devi smetterla di pensare a quello stupido sogno!' si disse 'Se vuoi rilfettere su qualcosa pensa al fatto che Gibbs ti vuole tenere segregata in ufficio!' Giusto. Questa era una cosa che non le andava giù. Lo fissò contrita mentre si risiedeva alla scrivania.

"Se vuoi dirmi qualcosa Kate, dimmelo" gli disse lui senza guardarla.

"Non c'è bisogno che tu mi protegga Gibbs! Me la so cavare benissimo da sola!" Arrabbiata, la ragazza si alzò in piedi e andò a fronteggiarlo.

"Di cosa stai parlando?" le chiese lui tranquillo.

"Non fare finta di niente! Del fatto che mi hai trattenuta qui, invece di mandarmi con Tony e McGee ad ispezionare il luogo della sparatoria! So che pensi che l'ufficio sia il posto più sicuro."

"Kate ti sbagli non l'ho fatto per quello." gli ribattè lui sempre calmo.

"E per cosa allora?" disse poco convinta lei, incrociando le braccia sul petto.

"Devi tracciarmi il profilo di Ari"

Kate rimase a bocca aperta per un attimo. "Ma te l'ho già fatto un anno fa!"

"Lo so. Ma ora sappiamo di più su di lui. Lo voglio il più dettagliato possibile. Prova anche a vedere se tramite qualche tuo amico dei Servizi Segreti riesci ad avere accesso al suo fascicolo."

Kate lo guardò poco fiduciosa. "Non credo che otterrò molto, Gibbs"

Lui la guardò deciso. "Cerca di ottenere il più possibile. E mi raccomando che siano veri amici, non come l'ultima volta che hai portato qui Fornell!" Kate roteò gli occhi e tornò a sedersi alla scrivania.

Gibbs si alzò in piedi e si diresse verso l'ascensore. "Vado a prendermi un caffè nel frattempo"

FINE TERZO CAPITOLO

Riferimenti:

-In questo capitolo ci sono un sacco di riferimenti all'ultimo episodio della prima stagione

-Il dialogo in cui Tony chiede a Gibbs se è sicuro che Ari sia un assassino lo preso dall'episodio originale "Kill Ari"

-Nell'ultimo episodio della seconda stagione è stato Fornell ad avvertire Gibbs del ritorno di Ari

- C'è anche un piccolo riferimento ad uno degli episodi iniziali della prima stagione dove Gibbs aveva chiesto a Kate di contattare qualcuno nei Servizi Segreti per chiedere delle informazioni e senza volerlo aveva coinvolto anche Fornell