CAPITOLO 6: Trust or not

Richard Donner si sistemò per l'ennesima volta la cravatta mentre premette il bottone dell'ascensore che l'avrebbe portato nell'ufficio dell'NCIS. Si sentiva nervoso e sperava ardentemente che Gibbs non fosse come gliel'avevano descritto, altrimenti sarebbe stata più difficile del previsto. Il ding dell'ascensore gli segnalò l'arrivo a destinazione. Sospirò e si ricompose mentre si avvicinava alle scrivanie. Vedette quattro agenti, tre uomini e una donna. Si diresse subito su quello più anziano presumilmendo che fosse Gibbs, anche dalla sua espressione contrita.

"Agente Gibbs?"

L'uomo alzò di scatto lo sguardo e lo fissò intensamente.

"Sono l'agente dell'FBI Richard Donner. Mi ha chiesto Fornell di venire qui."

L'altro agente annuì mentre i suoi occhi si fecero consapevoli. "Venga con me" poi si alzò e urlò ad uno dei suoi agenti che era al telefono: "Dinozzo, muoviti!"

Il ragazzo si affrettò a riattaccare e a seguirli. Mentre guardava l'intera scena Richard non potè fare a meno di soffermarsi a fissare la donna che sorridette maliziosamente al suo collega. 'Quella deve essere Caitlin Todd', pensò, 'posso capire perchè Ari fosse attratto da lei'. E con quel pensiero seguì gli altri due agenti dell'NCIS.

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"Si segga" disse Gibbs senza mezzi termini all'agente Donner. L'aveva portato nella stanza degli interrogatori per applicare il suo metodo di intimidazione. Non voleva rendergli la vita facile e voleva sapere assolutamente tutto ciò che riguardava Ari.

Richard rimase perplesso chiedendosi che razza di trattamento fosse. Perchè quei due lo avevano portato in quella stanza? Guardò Tony che si era appoggiato allo specchio, in cerca di risposte, ma lo sguardo dell'uomo era impassibile.

Con un sospiro si sedette lentamente. Gibbs si posizionò di fronte a lui. "Come ha conosciuto Ari?"

"Sono stato assegnato alla squadra antiterrorismo dell'FBI un paio d'anni fa. Ero il suo tramite con l'organizzazione."

"Era?"

"Non ho più sue notizie da due mesi circa"

"Come mai?" gli chiese Tony

Richard abbassò lo sguardo, il ricordo gli faceva ancora male. "Sono stato ferito in missione ed ho passato due mesi in ospedale. Il caso Ari è stato assegnato a qualcun altro."

Gibbs annuì. "Che rapporto c'era tra lei ed Ari?"

"Di rispetto e complicità. Direi che in questi due anni siamo diventati quasi amici."

"E da quasi amico, mi vuole far credere che in questi due mesi non l'ha mai sentito?" chiese Gibbs scettico.

"Era molto impegnato in questo periodo. Doveva sventare un attacco terroristico." Gibbs e Tony si scambiarono uno sguardo ironico. Richard sbuffò. "Sentite, lo so dove volete arrivare. Credete che l'FBI e sopratutto io stiamo nascondendo e proteggendo Ari. Ma vi posso assicurare che non è così!- fece una breve pausa e guardò Gibbs negli occhi- se le può far cambiare idea credo che lei abbia ragione."

Gibbs lo guardò attentamente. "Come mai?"

"Ari era ossessionato da lei. Da lei e dall'agente Todd. Non l'ho mai sentito parlare di vendetta, ma si avvertiva una nota di rancore quando parlava di voi."

"Se aveva di questi sospetti perchè non ne ha parlato coi suoi superiori?"

"Ci ho pensato.- disse con una nota di rammarico nella voce- Ma ero troppo preso dal mio lavoro per dare peso alla cosa."

Gibbs annuì abbastanza convinto. "Sa dove alloggiava Ari quando era in città?"

Richard annuì. "In un'appartamento a Georgetown." poi scosse la testa sconsolato "Ma non si aspetti di trovarlo lì. Ari è troppo furbo. Avrà sicuramente cambiato alloggio."

Gibbs lanciò uno sguardo d'intesa a Tony, il quale tirò fuori dalla tasca un blocchetto e una penna.

"Ci dia lo stesso l'indirizzo. Vale la pena tentare."

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"Ti fidi di lui?" chiese Tony a Gibbs una volta usciti dalla stanza.

Jehtro si appoggiò al muro e ci pensò su qualche secondo prima di rispondere. "Bè mi è sembrato sincero e con voglia di collaborare. In più l'ha mandato Fornell e non l'avrebbe fatto se fosse stato poco fidato."

Il ragazzo annuì e aspettò che il suo capo dicesse quello che ormai per lui era ovvio.

"Tony va con lui a quell'indirizzo ed ispeziona la zona. Anche se Ari non è più lì avrà sicuramente lasciato delle tracce."

Dinozzo fece uno dei suoi soliti sorrisi a tutto denti. "Aspettavo che me lo dicessi!" Fece per andarsene, ma poi si voltò di scatto a guardarlo. "E se Ari fosse ancora lì?" gli chiese serio.

"Sorveglialo e chiamami." Tony annuì per l'ultima volta prima di rientrare nella sala interrogatori e lasciare Gibbs immerso nei suoi pensieri.

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Kate e McGee videro Gibbs tornare in ufficio e sedersi alla scrivania. In tutta fretta i due gli si avvicinarono.

"Gibbs brutte notizie" disse Kate sconsolata "niente sul fucile e nemmeno sui proiettili."

"Niente ancora neanche sulla macchina, capo." Mcgee si intromise nella conversazione ed aggiunse "Mi dispiace"

L'uomo si arrabbiò. "Quante volte ti ho detto di non dire che 'ti dispiace', Mcgee? E' un segno di debolezza!"

Il ragazzo s'intimidì subito. "Scusa...ehm.." si bloccò conscio di aver fatto un'altra gaffe. "Non succederà più capo!" ribattè più sicuro.

"Dov'è Tony?" chiese Kate accorgendosi che non era ritornato con Gibbs.

"E' andato con l'agente dell'FBI Donner ad ispezionare un presunto alloggio di Ari."

"Ah"

I tre rimasero in silenzio.

"Volete che vi prenda in braccio e vi consoli?" disse sarcastico Gibbs nel vedere i suoi due agenti rimanere fermi immobili con le mani in mano davanti alla sua scrivania.

"No!" ribatterono in coro i due precipitandosi a sedere.

Gibbs fissò un punto indefinito della stanza riflettendo sulla situazione. Sperò con tutto se stesso che Tony e l'agente Donner trovassero qualcosa di interessante.

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