CAPITOLO 8: Why me?

Gibbs osservò Abby dall'altra parte della sala autopsie. Ducky le stava mediacando la ferita che la pressione del coltello le aveva lasciato sulla gola. Dopo lo shock iniziale sembrava essersi ripresa ed ora conversava animatamente con Kate su qualche suo ex ragazzo. L'argomento era abbastanza divertente, ma lui non aveva voglia di ridere. Qualcuno, per la seconda volta, era entrato all'interno dell'NCIS e aveva quasi ucciso un membro del suo team. Quello che non si spiegava era il motivo per cui l'assassino avesse sitato. Di certo non per paura. Quella era gente senza scrupoli. Quei pensieri affollarono la su amente finchè non gli venne un'illuminazione. Si ricordò di aver sentito il cellulare vibrare prima, ma era troppo occupato a salavare la vita ad Abby per dargli peso. Lo tirò fuori dalla tasca e lesse il display: cinque chiamate perse. Guardò a chi appartenesse il numero e apparve il nome di Dinozzo. 'Merda!' pensò. Uno strano presentimento cominciò a farsi strada dentro di lui. Compose il numero di Tony, ma una voce di donna gli rispose: 'Siamo spiacenti, il cliente da lei chiamato non è al momento raggiungibile. La preghiamo..'. Gibbs riattaccò con rabbia mentre la sensazione che fosse successo qualcosa diventò reale. Tony non lasciava mai spento il suo cellulare. Non gli piaceva. Non gli piaceva per niente.

"Kate!" La ragazza si voltò di scatto nel sentire la voce perentoria del capo."Vieni con me!"

"Per andare dove?" disse Kate guardandolo con aria interrogativa.

Gibbs fissò per un momento gli altri tre membri del team, Ducky, McGee ed Abby e il suo sguardo si soffermò su quest'ultima. Forse non era il caso di turbarla ancora di più riferendo i suoi sospetti. "In un posto" e detto questo lasciò la sala seguito a ruota da una perplessa Kate.

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Tony si svegliò con la testa che gli pulsava. Cercò di portarsi la mano sul retro della testa in un gesto istintivo, ma si accorse che non poteva. Era seduto su una sedia, con le mani legate dietro alla schiena. Cercò di ricordarsi che cosa fosse successo, ma la sua memoria era annebbiata. Immagini sparse gli apparivano nella mente. Lui e Richard che si avvicinavano ad una macchina dove dentro c'era...Ari! Si, era stato rapito da Ari. Dolorosamente cercò di mettere a fuoco la stanza in cui si trovava. Era buia, illuminata solo da una fioca luce proveniente da un tavolo. Cercò di visualizzarlo meglio e vide un uomo appoggiato ad esso che giocherellava con una pistola.

"Bentornato tra noi" disse con un forte accento arabo.

All'improvviso Tony sentì una porta aprirsi di scatto. Cercò di seguire quel rumore con lo sguardo e vide che si trattava di una porta in cima ad una scalinata. Si trovava in una cantina.

Una figura nera scese le scale con passo sicuro e disse qualcosa in arabo all'uomo, il quale se ne andò e li lasciò soli. La figura si avvicinò rivelando si essere Ari.

"Ben svegliato Tony! Scusa per la pessima accoglienza"

Dinozzo non potè fare a meno di ridacchiare. "Ti perdono se mi liberi e mi lasci andare via"

Ari sorrise. "Spiacente, ma non è un'ipotesi accettabile"

"Perchè sono qui?" disse Tony con un lamento. Parlare gli risultava sempre più difficile e il dolore alla testa non faceva altro che peggiorare.

"Non per te ovviamente. Sei solo una pedina nel mio gioco." e detto questo si mise in ginocchio accanto a lui. "Davvero non lo immagini?"

In quel momento Tony avrebbe tanto voluto colpirlo per togliergli quel sorrisino dalla faccia. Come faceva ad immaginarsi il piano di quel pazzo se a mala pena ricordava il suo nome? "Dimmelo tu. Al momento sono senza idee" ribattè sarcastico.

Ari fece passare diversi secondi e poi gli prese il mento tra le dita costringendolo a guardarlo negli occhi. "Per fare uno scambio. Te in cambio di Gibbs e Caitlin". Lasciò la presa.

Voleva fare uno scambio? Tony era più confuso di prima. "A quale scopo?"

"Per ucciderli è evidente- si alzò in piedi e cominciò a riflettere- Vedi avrei potuto farlo senza che loro avessero neanche il tempo di accorgersene. Ma...- e poi lo guardò malignamente- voglio che soffrano."

"E dovrebbero soffrire per me?" Tony ridacchiò. "Chi ti ha informato deve aver preso una cantonata. Non sono così importante per loro."

"Ne sei sicuro?" gli domandò divertito. "Tu ti sottovaluti, amico. Da quello che ho potuto vedere sei come un figlio per Gibbs e per Caitlin...bè...non voglio rovinarti la sorpresa." Gli fece l'occhiolino."Comunque" continuò "A quest'ora sapranno già che ti è successo qualcosa. Ho fatto in modo che Gibbs non se ne accorgesse prima."

A Tony tornò improvvisamente in mente le telefonate che aveva fatto al suo capo e alle quali lui non aveva risposto. "Che cos'altro hai combinato?"

"Diciamo che l'ho distratto." Ari sorrise malignamente. "Qualcuno ha tentato di uccidere Abby Sciuto" Vedendo l'espressione preoccupata di Tony si affrettò a rassicurarlo "Oh, non ti preoccupare. La ragazza sta benone. Il mio uomo aveva precisi ordini. Dopotutto non sono un mostro!"

"Su questo ho i miei dubbi" ribattè secco Tony.

Ari sorrise e fece per andarsene. "Sai credo che tu abbia fatto un grosso errore a rapirmi." gli urlò Tony deciso. "Perchè non ti permetterò di uccidere i miei amici!".

Ari si voltò a guardarlo divertito. "Sto tremando di paura" e detto questo rimandòdentro l'altro uomo a sorvegliarlo e richiuse la porta.

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Richard si stava medicando la ferita al labbro inferiore quando ari lo raggiunse in cucina.

"Era proprio necessario colpirmi?" gli chiese irritato.

"Certo che lo era. Se vogliamo che Gibbs creda che sia stato rapito anche tu, devono esserci delle prove. Il tuo sangue mi è sembrata la soluzione migliore" Ari lo fissò sorridendo. "Oh non fare quella faccia, amico mio. Dopotutto non sei stato tu a dirmi che volevi che la tua reputazione rimanesse intatta? Questo è il prezzo da pagare."

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Gibbs e Kate erano arrivati all'ex abitazione di Ari. Jehtro aveva guidato come una furia fino a lì e non si era degnato di dare nessuna spiegazione alla ragazza, la quale spazientita non riusciva a capire il motivo di tanta segretezza.

Mentre Gibbs stava setacciando il parco circostante, Kate sbottò: "Ma insomma! Vuoi dirmi che cavolo sta succedendo?"

Gibbs si fermò un attimo."Si tratta di Tony. L'ho mandato qui con Donner e..."

Kate si raggelò all'istante. "Pensi che fosse una trappola?"

"Dimmelo tu, Kate!" le rispose Gibbs arrabbiato. "Ha il cellulare spento, la sua macchina è ancora qui e non è tornato all'NCIS!"

Kate abbassò lo sguardo. Non era possibile! Si ricordò del sogno che aveva fatto. Tony era ricoperto di sangue e implorava aiuto. No, non poteva essere vero!

Gibbs si accorse del silenzio della ragazza e cercò di tranquilizzarla. "Ehi" le disse gentilmente." Se fosse già morto, avremmo trovato il cadavere qui da qualche parte. Ari evidentemente l'ha rapito per qualche scopo. Ma non gli farà del male ne sono sicuro"

Kate lo guardò e vide che era sincero. 'Si' pensò 'Tony sta bene'

I due continuarono a setacciare l'area in cerca di qualche indizio fino a che Kate non trovò tracce di pneumatici. Le mostrò a Gibbs. Poco distante notarono delle tracce di sangue.

"Tony?" chiese Kate con un tremolio della voce.

"Non lo so." rispose sinceramente Gibbs. "Portiamole ad Abby per fargliele analizzare"