Loyalties:

Mass Effect Trilogy è un gioco Bioware. Per qualsiasi riferimento al gioco ufficiale Tutti i diritti sono di proprietà di Bioware. La Fan Fiction "Mass Effect At Dawn Again" è il frutto della mia immaginazione e del mio lavoro, è un libero tributo, appassionato e personale a un grande videogioco. È vietato qualsiasi utilizzo parziale o totale a scopo di lucro e non.


Capitolo 55

Sopravvissuto Quantico

..."Si, sono io!" Afferma il volto olografico di IDA, da dentro lo schermo del terminale. Joker è consapevole che si tratta soltanto di un messaggio registrato, seppur impreziosito da una familiare sequenza di fotoni. Tuttavia, risentire quella voce, gli fa precipitare il cuore tra i flutti di una cascata di gioia e di dolore. Si impone di rimanere realista, di non lasciarsi trascinare da quel piccolo barlume di speranza, che si sta allargando dentro di lui, inarrestabile, come una lacrima di luce nel buio. Lo spiraglio grava sul suo petto, ogni secondo di più, scavando come un tarlo una galleria nella sua determinazione. Scende in profondità, insinuandosi in ogni battito, prendendo forma da ogni respiro, a dispetto di qualsiasi tentativo di rinchiuderlo nel vuoto di una bottiglia.

Anche Shepard osserva in silenzio, leggendo negli occhi dell'amico assorto, come dentro a un libro aperto. "Quindi, la guerra è finita... I razziatori sono stati sconfitti e tu, Jeff... Oh, sapevo che avresti tenuto al sicuro la Normandy! E tu, Shepard! Sono così felice che anche tu sia qui, Comandante! Voglio credere, che tutto l'equipaggio sia sopravvissuto!" Il messaggio prosegue, in tono affabile e discorsivo, catalizzando l'attenzione e inducendo i due interlocutori a intrattenersi in una conversazione sorprendentemente realistica.

"IDA, dimmi che stiamo davvero parlando con la vera te!" Azzarda Shepard, a mezza voce. "No e... Si!" Prima di aggiungere altro, l'immagine della IA si concede una pausa, per spostare lo sguardo da Joker a Shepard e poi di ritorno negli occhi spossati dell'incredulo pilota. "No, perché non sono presente fisicamente a bordo della Nave. Si, perché questo messaggio è un chatbot ottimizzato da un algoritmo complesso e molto avanzato, che ho sviluppato io stessa." Joker sembra rigido sulle gambe, congelato in una dolorosa immobilità. Un'unica domanda risuona nella sua testa, ma non c'è voce nella sua gola per formularla, o coraggio nella sua anima per accettare la probabile risposta. Gli sembra di trovarsi sospeso sul bordo di un dirupo ad ascoltare parole portate dal vento, provenienti da un sogno o da qualche assurda invenzione mentale, come lontane vestigia della sua tormentata immaginazione. Rivolge a Shepard uno sguardo pieno di aspettativa, cercando di indovinare se anche lei sta captando quello che le sue orecchie si ostinano a registrare. Shepard ricambia con un impercettibile cenno del capo. IDA, più precisamente il suo chatbot, prosegue, come se leggesse perfettamente l'animo dei suoi interlocutori. Il tono è realistico e suggestivo, l'atteggiamento tipico della vera IDA. "Presumo che abbiate un milione di domande. Quindi, per farla breve, è complicato, ma... se i miei calcoli sono corretti e, sono certa che lo sono... presumo di riuscire a tornare!"

Le parole di IDA rotolano nell'aria, ionizzando il silenzio in prodigiose molecole di euforia. La speranza, a lungo soffocata, lacera il buio e inonda di luce i pensieri di Joker. "Dai piccola, dimmi che non sono pazzo! Fammi capire bene... puoi davvero tornare da me?" Sussurra l'uomo, d'un fiato, mentre spicca un goffo balzo verso il terminale. Posa dita tremolanti e sudaticce sul ripiano dell'asettica console, avvicinandosi il più possibile al viso olografico, che lo fissa amorevolmente, in quella che gli pare essere un'attesa complice. L'unico rumore nella stanza è il battito cardiaco del pilota della Normandy, che scroscia nel suo petto, come pioggia battente. "Non preoccuparti, Jeff. La probabilità di successo stimata è stabilmente fissata al 87.36 per cento da 243 giorni 8 ore 9 minuti e 36 secondi. Tuttavia, per procedere, ho bisogno di voi due e della Normandy." IDA annuncia, con voce misteriosa. "Certo che si! Anch'io non vedo l'ora di conoscere ogni dettaglio, ma per il momento, stiamo venendo a prenderti, IDA... ovunque diavolo ti trovi!" Interviene Shepard, con voce ferma e determinata, lanciando a Joker un solidale sguardo d'intesa, prontamente ricambiato. Il chatbot avanzato, sviluppato dalla IA, assolve perfettamente allo scopo e la versione olografica di IDA inizia a spiegare. "Beh, il disagio che provavo, al pensiero di terminare la mia esistenza, cresceva di giorno in giorno. La sola prospettiva di perdere Jeff, la Normandy e i miei amici, mi riempiva di rimpianto e di preoccupazione. Non sopportavo l'idea di causare dolore... di perdere consapevolezza o... di svanire nell'oblio! Quando abbiamo scoperto l'esistenza di un clone di Shepard, mi è venuta un'idea. Così, ho iniziato a elaborare un piano per duplicarmi. Se tutto andrà come previsto, vi racconterò per filo e per segno tutti i minimi dettagli, personalmente. Tuttavia, concordo con Shepard, che per il momento, è consigliabile concentrarsi sull'obiettivo primario."

"A-Aspetta un minuto... mi stai forse dicendo che... che hai un clone e non ti ha nemmeno sfiorato l'idea di dirmelo? Invece, hai pensato bene di lasciarmi qui, come un coglione, a piangerti morta, per tutto questo tempo!" Ringhia Joker, strabuzzando gli occhi e fissando lo schermo in attesa, con occhi fiammeggianti, la bocca spalancata e i pugni serrati, dolorosamente. Tuttavia, non riesce a decidere se sentirsi arrabbiato, oppure terribilmente felice. Gli occhi, nello schermo olografico, sembrano addolcirsi, prima di nascondersi colpevolmente sotto le palpebre abbassate. "Perdonami, Jeff! Ho provato a dirtelo molte volte, ma... la programmazione della fase di trasferimento è stata dannatamente complessa. D'altra parte, quando abbiamo raggiunto l'avamposto di Londra, la percentuale di successo più spudoratamente ottimistica che ero riuscita ad ottenere era uno striminzito 36.18%! Ti conosco, Jeff! Avresti fatto di tutto per dissuadermi, temendo che finissi dispersa in indecifrabili torrenti di dati, frammentati e sparsi disordinatamente nelle vastità della galassia. E... era un rischio maledettamente concreto! Tuttavia, quando ho rilevato quel picco travolgente di energia diretto verso i Portali a corto e medio raggio, ho avuto la certezza che non sarei sopravvissuta. Ho dovuto ragionare a velocità quantica, che purtroppo non concedeva il tempo necessario alle spiegazioni. Tutto era già stato predisposto in anticipo. Avevo preparato questo chatbot per poter interagire di nuovo con te, nella speranza che la Normandy fosse uscita indenne dal conflitto. Tuttavia, può essere attivato soltanto con il tuo codice biometrico o con quello di Shepard. Era questa l'unica condizione alla quale aveva senso per me tornare. Non mi interessava riattivarmi in un mondo senza di te, Jeff e... se tu non ce l'avessi fatta... almeno Shepard doveva essere sopravvissuta!"

"Ma certo, tutto fantastico, IDA! Ne riparleremo non appena torni qui!" Balbetta Joker, trattenendo a stento l'esplosione d'amore che gli scuote le viscere dall'interno. Si aggrappa più forte al terminale, temendo di essere tradito dalle sue stesse gambe, che si son fatte cedevoli, come neve a primavera. "Sono d'accordo con Joker. È tempo di avviare la spedizione per il tuo recupero, IDA. Qual è il piano?" Domanda Shepard, con un brivido di eccitazione nella voce, determinando così, l'avvio della fase di briefing, prevista dal chatbot di IDA.


Meno di mezzora dopo, in piedi nel Centro di Comando, i membri dell'equipaggio stanno già ascoltando la voce impavida e carismatica del loro comandante, in religioso silenzio, con cuori pulsanti di eccitazione. Ognuno di loro si sente parte integrante e indivisibile di quella Nave, così come un organo è parte integrante e indivisibile di un organismo vivente. I lunghi mesi di attesa trascorsi, sembrano non essere mai esistiti. Semplicemente, dissolti nel tempo, come evaporati. Ognuno di loro sta assaporando la piacevole sensazione, che al centro di tutto, il cuore pulsante di quel gruppo, l'anima speciale di quella nave abbia finalmente ripreso a battere.

"Alcuni di voi, ricorderanno l'Intelligenza Virtuale di classe Hannibal fuori controllo, che abbiamo disattivato anni fa su Base Luna e dai resti della quale, Cerberus ha poi sviluppato IDA." Tali e Liara si scambiano un'occhiata di solidale intesa, al ricordo degli interminabili sciami infernali di avanzati droni assaltatori, che le perseguitarono durante quella missione, ronzando minacciosamente ovunque, come vespe impazzite. "Qualche tempo fa, IDA ha scoperto l'esistenza di un progetto gemello..." Riferisce il comandante, nella sorpresa generale. Con pochi gesti misurati, attiva il dispositivo olografico al centro della sala e l'immagine di uno dei satelliti marziani prende rapidamente forma. Il colore rossastro, i piccoli crateri sparsi ovunque e l'inconfondibile forma irregolare della piccola luna, catalizzano gli sguardi curiosi dell'eterogeneo gruppo in ascolto.

"A quel tempo, l'Alleanza aveva avviato due progetti sperimentali segretissimi ed estremamente avanzati, riguardanti le Intelligenze Virtuali Offensive e Difensive..." Aggiunge Shepard, assaporando di nuovo la concentrata eccitazione, che precede ogni missione. "...Quello su Base Luna e un secondo progetto, anch'esso in avanzata fase di sperimentazione, sulla Base Deimos One. Dopo quanto accaduto sulla luna, tuttavia, l'Alleanza decise di sospendere preventivamente anche il progetto Deimos One. La struttura venne sigillata, ma per non perdere i progressi già ottenuti, il nucleo attivo della IV fu posto in stato di ibernazione. I razziatori arrivarono, prima che il progetto potesse essere riattivato. Durante la guerra, tutto il personale fu trasferito al Crucibolo, o riassegnato al servizio attivo e il Progetto Deimos One venne abbandonato." Il Comandante fa ruotare la rappresentazione olografica di Deimos, mentre parla, in modo da mostrare a tutti la sua faccia nascosta. Il puntatore ingrandisce una particolare area sul lato meridionale del satellite, mostrando la seminascosta via d'accesso alla base sotterranea dell'Alleanza. Shepard fa un cenno d'intesa a Tali, che senza indugio prende la parola.

"Ho potuto dare una rapida occhiata alle istruzioni straordinariamente dettagliate fornite da IDA. Una volta sicura, che il nucleo informatico su Deimos fosse idoneo a contenere una replica di se stessa, la nostra IA ha isolato la rete di server collegati al nucleo, violato i protocolli di sicurezza e preso il controllo della rete locale. Per farla breve, sfruttando l'entanglement quantistico, IDA ha creato un sistema di trasferimento di un numero impressionante di cluster di dati, che costituivano una copia "fisica" di se stessa e li ha inviati in tempo reale al nucleo informatico su Deimos. Una sua copia "psichica", invece, è stata suddivisa in un secondo database costituito da migliaia di pacchetti di dati, apparentemente non correlati tra loro e non identificabili individualmente come componenti di un'Intelligenza Artificiale. Ogni pacchetto conteneva un frammento neurale del background emozionale di IDA. Con lo stesso sistema di entanglement, tutti i frammenti sono stati inoltrati in un gran numero di cluster, sparsi in extranet e pronti per essere spediti alla loro definitiva destinazione al momento opportuno. Nanosecondi prima che l'onda di energia raggiungesse la Normandy, IDA è stata in grado di avviare la trasmissione, simultanea e in tempo reale, dei frammenti neurali immagazzinati nei cluster. Immediatamente, diverse centinaia di questi set di dati, hanno raggiunto simultaneamente i server su Deimos, attraverso la rete extranet, sfruttando appieno la comunicazione quantistica. Ecco perché, seguendo le istruzioni che IDA ci ha lasciato, una volta sbarcati su Deimos, dovremmo poter avviare una procedura di ripristino, la quale provvederà ad allocare tutti i pacchetti di dati nella loro corretta posizione originale, all'interno del kernel della Normandy."

Un lungo sospiro imperlato di vivida eccitazione, scivola inavvertitamente dalle labbra di Tali, nel silenzio attento che avvolge il Centro di Comando. Soltanto adesso, la giovane Quarian si rende conto di avere parlato per diversi minuti, quasi senza respirare. Ecco uno di quei momenti in cui è grata di indossare un casco opalescente, grazie al quale, può nascondere la maggior parte delle sue più intime o inconfessabili emozioni. Tutto quello che deve fare ora, è mantenere un'assoluta immobilità e trattenere l'euforia che le solletica la pelle in ogni angolo della tuta, al solo pensiero di andare di nuovo in missione... con Shepard... sulla Normandy... a riprendersi IDA! Tuttavia, non può impedire, che i suoi occhi, di per sé molto luminosi, scintillino nel casco, come due bianchissimi frammenti di supernova. La verità e che si sente osservata. Senza muovere altro muscolo, sposta lentamente lo sguardo, prima a destra e poi a sinistra, indovinando gli occhi dei compagni, ancora posati su di lei. Tuttavia, presto si rassicura, riconoscendosi nelle espressioni e negli sguardi di ognuno di loro, come dentro a un specchio.

"Quindi, a quanto ho capito, dobbiamo avviare una procedura di recupero manuale, dal nucleo centrale su Deimos. Una volta che l'IA di base si sarà ricostituita la integreremo con il database emozionale, ripristinato nel frattempo, grazie ai frammenti neurali. Dopodiché, non dovremo fare altro, che trasferire il tutto nel core della Normandy. A quel punto, se tutto va come deve andare, saremo in grado di riavere IDA, Nave e Corpo!" Riflette Joker ad alta voce, passeggiando pensosamente avanti e indietro, lo sguardo assorto sul pavimento. "L'87,36% di probabilità di fare centro è un solido punto di partenza Joker..." Interviene Shepard, con un cenno, mentre lancia un'occhiata complice a Miranda. "Tali e Miranda si sono già messe all'opera e non mi stupirebbe, se nelle prossime ore, quel margine finisse per aumentare." Profetizza, in uno slancio di ottimismo. "Assolutamente! Inoltre, la Normandy è appena stata minuziosamente revisionata, quindi cosa stiamo aspettando? Possiamo partire anche subito!" Conviene Liara, esibendo un ampio e inconfutabile sorriso. "Sempre che il nostro pilota sia pronto!" Ammicca Garrus, rivolgendo a Joker un sorrisetto sghembo. "Ci puoi scommettere vecchio tricheco arrugginito. Puoi scommetterci il tuo dannato fucile, che sono pronto!" Il pilota replica sornione. Shepard alza sorridenti occhi al cielo, lieta di sentirsi di nuovo a casa. "Bene allora, andate a prepararvi. Chi deve scendere a terra lo faccia ora. Partenza tra 12 ore. Adesso andate." Detto questo, il sorriso si dissolve rapidamente dalle labbra del comandante, che guarda intensamente Liara e aggiunge, con voce sommessa. "Puoi raggiungermi nella mia cabina? Dobbiamo parlare."


Immobile, di fronte alla porta della cabina del capitano, Liara osserva il grigio metallo lucente, mentre un nugolo di ricordi le ronza nel cervello, nel cuore, nell'anima. Non c'è bisogno di tirare a indovinare. Conosce Shepard fin troppo bene, per non presagire la questione della quale intende discutere. In fondo al cuore, è persino disposta ad ammettere, che il padre di sua figlia non ha nemmeno tutti i torti. Ma, è un dettaglio, che intende mimetizzare tra le pieghe del proprio subconscio e mantenere assolutamente inconfessato, a se stessa, all'amore della sua vita e all'universo intero. Chiude gli occhi e gonfia i polmoni, in un lungo, rilassante, respiro. Trattiene l'aria per qualche secondo, prima di lasciarla lentamente scivolare fuori. Quando la porta si apre, sta già sorridendo, sensuale. Varca la soglia, con la stessa grazia di un incrociatore in fase di attracco, senza tradire nessuna preoccupazione. "Eccomi, amore! Avevi bisogno di me?" Domanda la futura mamma, con aria innocente, allungando le braccia verso Shepard, la quale alza immediatamente lo sguardo dal datapad che stava leggendo. Lo lascia cadere sulla scrivania, con un leggero tonfo e spalanca le braccia. Ha il volto teso, lo sguardo apprensivo. La donna accoglie l'Asari nel proprio abbraccio, con premurosa delicatezza, sprofondando il viso nel suo profumo, senza rispondere. Gli occhi si chiudono, i respiri si accarezzano. Le bocche si sfiorano, teneramente. Lentamente, le labbra si prendono, si lasciano e si riprendono. Si fondono in un bacio, lungo e lento, nel quale entrambe si lasciano naufragare, nella meravigliosa beatitudine dei sensi.

Shepard termina il bacio, in un voluttuoso sospiro, un secondo prima di perdere il controllo del suo corpo e soprattutto della sua volontà. "La mia bambina!" Sussurra, aprendo lentamente gli occhi. Si sforza di allontanarsi dalle labbra di Liara e di ritrovare rapidamente la parola. "Non esiste niente in questa parte di universo che mi renda più felice di averti al mio fianco in questa missione. Niente ha lo stesso sapore senza di te e tu lo sai!" Occhi negli occhi, le dita di Shepard si muovono morbide sul viso di Liara, le accarezzano prima le labbra e poi gli zigomi. Il cuore batte fragorosamente nel petto del comandante, come un frenetico tempestare di grandine contro i rami sottili di un vecchio albero rovinato. "Quindi, è inutile girarci intorno. Vorrei davvero che tu e la piccina rimaneste a terra, stavolta!" Mormora Shepard, nel tono più persuasivo che riesce a rimediare, in quel trambusto di emozioni. Appoggia il petto alla schiena di Liara e inizia ad accarezzarle il ventre con entrambe le mani.

Anche Liara si appoggia a Shepard, con espressione sognante, la testa reclinata all'indietro, contro la spalla accogliente della compagna. Socchiude gli occhi, assaporando il calore del corpo di lei. "Suvvia Emy, non c'è ragione di preoccuparsi. Non mi succederà niente, sono solo incinta... non è una malattia!" Sussurra amabilmente, facendo del suo meglio per sembrare convincente. "Sarà un viaggio molto breve. La classica missione di routine, con la stessa percentuale di rischio che avremmo di essere colpite da una stella cadente durante una passeggiata in riva al mare... al chiaro di luna. Inoltre, mancano ancora parecchi giorni al termine della gravidanza." Si accerta di sottolineare l'ultima parte della frase alzando leggermente il tono della voce. Lo sguardo di Shepard si incupisce, all'istante. D'altronde questa è esattamente la risposta che si aspettava e non ha intenzione di farsi cogliere impreparata. "Non esistono missioni di routine! Sai bene, che circostanze fatali possono strisciare dietro ogni angolo, come pure un'infilata di maledettissimi colpi di sfiga!" Mentre parla, altrettanto affabilmente, gira morbidamente il viso di Liara verso di se e guardandola dritto negli occhi si affretta ad aggiungere, in tono di rimprovero. "Inoltre, Karin mi ha confermato, che viaggiare su una Fregata da guerra a velocità iperluce è l'ultima cosa che si dovrebbe fare all'ultimo mese di gravidanza!" Ribadisce, calando il suo asso nella manica.

Liara non batte ciglio. Il suo sorriso è, da sempre, una delle cose più dolci, che Shepard abbia avuto la fortuna di ricevere nella vita. Le accarezza il cuore, le tocca l'anima. Lunghe dita blu le sfiorano le guance e si intrecciano delicatamente ai suoi capelli, inviando piacevoli brividi lungo la schiena. Cerca di non sussultare, mentre il suo cuore perde un battito, mentre la voce dolce di Liara le accarezza i sensi, pericolosamente. "Lo so, ma Karin ha anche detto, che non vede controindicazioni nello scivolare nelle concentrazioni di massa, senza l'ausilio dei propulsori, come la Normandy riesce a fare, in modo straordinariamente efficiente." Precisa Liara in un cinguettio di vittoriosa soddisfazione. "Merda! Ci sono cascata con tutte le scarpe!" Rimugina in silenzio il comandante, mentre la già flebile speranza di convincere l'ostinato amore della sua vita a cambiare idea diminuisce in modo esponenziale. Molto scaltra, oltre che ostinata, pensa tra se. Consapevole di dover ragionare in fretta, apre la bocca, pronta al contrattacco. Nonostante il corpo della giovane Asari sia appesantito da una gravidanza in fase molto avanzata, è più lesta a posare delicatamente la punta delle dita sulle labbra di Shepard, soffocando sul nascere qualsiasi cosa lo sbalordito comandante stesse per dire. "Sono solo poche ore di viaggio. Naturalmente, Karin verrà con noi e potrà tenermi costantemente d'occhio, giorno e notte. Si affretta ad assicurare. "Se necessario, mio padre darà una mano... dal momento che non sopravvive lontano dalla sua amata dottoressa per più di dieci minuti di fila." Sorride con gli occhi, continuando a parlare fitto. "E poi, anche Miranda ci sarà... Insomma Emy, cosa succederebbe se mi sentissi male, mentre tutti voi siete a migliaia di chilometri di distanza, completamente concentrati a salvare IDA?" Si domanda, in tono melodrammatico, consapevole di avere la vittoria in tasca. "C'è ancora tempo... Torneremo molto prima che la nostra piccina decida di venire al mondo. In ogni caso, mi sentirò più al sicuro qui, con te, a bordo della Normandy, che non rimanendo a terra... da sola!" Per rafforzare il messaggio, esibisce uno sguardo da cucciolo triste e abbandonato, degno di un'attrice consumata, senza provare nemmeno l'ombra di un senso di colpa.

Shepard è consapevole di avere perso. D'altra parte, Liara le ha appena sciorinato una pletora di ottime ragioni. Tuttavia, può ancora tentare di strappare una resa onorevole. "Forse hai ragione!" Ammette, con voce sconfitta, ma illuminata dallo sguardo vittorioso di Liara. "Ma... siccome, non avrò pace fino a quando la nostra creaturina blu non sarà qui, al sicuro tra le mie braccia... propongo un compromesso non negoziabile!" Azzarda, riprendendo ad accarezzare il ventre di Liara, la quale di nuovo si appoggia al suo seno con la schiena e preme la testa sulla sua spalla, lasciandosi accarezzare con evidente rapimento, come succede spesso, da quando Shepard si è risvegliata ed ha realizzato che sta per diventare padre. "Mmm... sentiamo." Liara sospira di piacere, felice di aver convinto l'ostinato amore della sua vita, senza un eccessivo dispendio di preziose energie. Molto scaltra oltre che ostinata, pensa tra se, mentre si gode la possibilità di alleggerire il peso che le preme dolorosamente sulla schiena e sulle gambe. Si sistema contro il corpo accogliente della compagna, mentre la ascolta sussurrarle all'orecchio, in tono autoritario. "Sono disposta a scendere a compromessi... a patto che tu prometta di rimanere a bordo della Normandy e... di non scendere mai a terra. Qualunque cosa accada!" Nel breve silenzio di attesa, Shepard sfiora con le labbra il collo di Liara, che socchiude gli occhi e assapora i brividi, che si rincorrono sulla sua pelle. "Te lo prometto! Grazie, Amore mio!" "Inoltre..." Aggiunge Shepard prima di baciare di nuovo Liara. "Voglio passeggiare in riva al mare al chiaro di luna... Soltanto il mare, io, te e il chiaro di luna!"


...36 Ore più tardi.

"Rapporto!" La voce del Comandante si diffonde nell'auricolare di Tali. Le dita adunche della Quarian corrono freneticamente sul pannello di controllo del server principale situato nel bunker sotterraneo presso la Base Deimos One e ormai operativo da alcune ore. "Il processo di ripristino ha raggiunto il 98%, Shepard. Qualche altro minuto e Miranda potrà avviare il trasferimento al Core della Nave." La voce concentrata di Tali raggiunge la cabina del capitano, dove Shepard sta ascoltando con la stessa concentrazione, immobile davanti all'acquario, le braccia abbandonate lungo i fianchi. "Visto! È andata esattamente come avevo detto. Tutto finito in poche ore!" Gongola Liara, esibendo un largo sorriso, mentre cerca di alzarsi dal letto, nascondendo lo sforzo che deve compiere per riguadagnare un baricentro stabile. Shepard le rivolge uno sguardo premuroso, mentre sente un brivido gelido staccarsi dal collo e strisciare minacciosamente lungo la spina dorsale. Porge entrambe le mani alla compagna per aiutarla a rimettersi in piedi. "Lo spero, ma non sarò tranquilla finché non vedrò IDA seduta su quel divano a scherzare con noi dei tempi andati! Forza scendiamo, Miranda ci aspetta." Conclude in tono sbrigativo.

"Ci siamo, Shepard! Il trasferimento è completato. IDA si sta riavviando." Comunica Miranda, nel solito tono efficiente e professionale, rivolgendo a Shepard una misurata occhiata d'intesa. Il nucleo si illumina di blu, le luci tremolano, un leggero alone di fumo si solleva dai terminali e si insinua nei pannelli di controllo. Joker non resiste all'attesa e il nome della creatura che ama scivola fuori dalle sue labbra, gentile come una brezza marina. "IDA... per favore, parlami!" Silenzio e attesa si mescolano nell'aria della stanza. Lunghi minuti trascorrono lenti come ore. Le luci azzurre che colorano i pannelli di controllo e i terminali, diventano di un blu più scuro, poi viola, poi rosse. Finalmente la voce di IDA si diffonde nella stanza. Il suono è familiare, ma il tono è cupo, autoritario, minaccioso. "Voi, miserabili pezzi di carne, inchinatevi davanti alla vostra Regina!"

Continua...