Problemi di Percorso

POV Pellegrina, Capitolo 4: Saccheggiatori


Le rovine di Helgen vengono esplorate e Pelle torna a casa.


17:40 PM, Turdas 20 di Ultimo Seme, 4E 201

Pellegrina si accorge che qualcosa non va quando alcune macerie collassano e Magrakh si immobilizza come un cervo sorpreso.

È difficile trattenersi dal chiedergli delle frasi fatte come "stai bene?" perché sa già che la risposta è "no."

Tornare ad Helgen dopo la sua distruzione è stata un'idea alimentata dalla brama d'oro, ma entrambi avevano sottovalutato l'effetto che esplorare quel paesaggio devastato e pieno di orrori avrebbe avuto su di loro.

Le rovine emanano un orribile odore acre che si poteva percepire già dal fiume Bianco, ma attraversare con fatica i carboni ancora fumanti e i sentieri disseminati di cadaveri è un'esperienza completamente diversa.

Ciò che non è stato bruciato ora sta marcendo, che siano persone o animali, aggiungendo all'odore pungente di carbone i primi sentori dello spiacevole dolciastro della morte. Fortunatamente, sono passati solo pochi giorni, quindi con l'aiuto del freddo e degli effetti del fuoco, la decomposizione procede lentamente.

Pellegrina si aspettava che il posto fosse già invaso da banditi, ma sembra che ci vorrà tempo prima che stabiliscano una base; topi e skeever sono arrivati per primi.

I topi erano probabilmente già qui quando Helgen era ancora intatta, e si limitano a scappare via quando li incontrano. Gli Skeever, invece, sono molto più coraggiosi e li attaccano in gruppi di tre o quattro alla volta, scappando al primo colpo che ricevono solo per tornare qualche minuto dopo da un'altra direzione.

Magrakh probabilmente penserà che Pelle abbia paura dei topi, poiché si allontana da loro come se fossero bombe. Ma in realtà, ciò che la spaventa veramente sono le malattie che potrebbero trasmettere poiché, a differenza sua, lei non ha difese immunitarie per le malattie locali.

A parte questo, Pelle ammette che i roditori la stanno facendo perdere la pazienza, ed è per questo che ha tirato loro delle frecce, ma sono troppo veloci per essere colpiti. Va a raccogliere mestamente le sue frecce, mentre Magrakh lancia con disgusto i due skeever che è riuscito a uccidere.

Qualcosa si spezza in lontananza, probabilmente travi che sono state consumate dal fuoco e che solo ora collassano per l'effetto della gravità. Questo fa sobbalzare Magrakh, che dopo aver capito che non c'è un pericolo immediato, fa dei grossi respiri.

Entrambi hanno vissuto la distruzione di Helgen, ma Pelle pensava di esserne stata maggiormente segnata perché per lei era un'esperienza completamente aliena. Ma adesso inizia a dubitarne.

Magrakh sembra a disagio, più di quanto lo spavento dovuto all'atmosfera delle rovine e dai brutti ricordi che genera.

Appare nervoso, teso e spaventato, come se si aspettasse di rivivere qualcosa di terribile, e una parte di Pellegrina si chiede se è solo a causa di ciò che è successo a Helgen o se ci sono altre ragioni, forse qualcosa accaduto ancor prima che si incontrassero.

Infatti, l'altro giorno ha notato come Magrakh sia scappato via spaventato quando la porta segreta del tumulo delle cascate tristi ha fatto tremare il tunnel. Inizialmente aveva pensato che fosse perché Mag è un po' fifone, ma ora ha un'altra ipotesi.

Forse la storia che gli aveva raccontato riguardo al suo passato di minatore non era solo una baggianata come aveva pensato... e forse la ragione per cui se ne era andato dalla miniera è perché è successo qualcosa.

Qualunque sia la vera ragione, Pellegrina dubita che Magrakh sia disposto a parlarne con lei.

Sono arrivati preparati con tutte le borse e gli zaini che hanno trovato nella capanna di Anise, e intendono riempirle.

Sfortunatamente, i borselli delle persone sono perduti nel caos dei loro resti e nessuno dei due si sente abbastanza avido da rovistare tra le figure carbonizzate.

Le rovine degli edifici, tuttavia, sono più facili da affrontare.

Poiché non sanno se altri saccheggiatori si sono nascosti da qualche parte tra le rovine, si muovono con cautela, cercando di non fare troppo rumore spostando i detriti alla ricerca di bauli e casseforti, e infilando le monete in un sacco con una stoffa per evitare che tintinnino.

C'è sicuramente qualcosa là fuori, ma è difficile dire se si tratti di persone furtive, di altri skeever o solo della loro paranoia.

Tra le macerie riescono a recuperare altre cose di valore oltre alle monete, come statuette, gioielli, vestiti e, con grande dispiacere di Magrakh, libri.

All'orco sembra importargli poco dei libri, e se Pelle non li mette al sicuro in tempo, lui li userebbe per accendere un fuoco, o per pulirsi il culo.

La mancanza di carta igienica è un problema condiviso da entrambi, ma un libro non è certo un'alternativa valida!

Skyrim non è il paese più istruito di Tamriel, ma Pellegrina è abbastanza sicura che la macchina da stampa non esista ancora, almeno non qui, quindi i libri dovrebbero essere abbastanza preziosi, essendo scritti a mano.

C'è anche una fucina demolita in città, ma quando Magrakh va a investigare, capisce che spostare i detriti per cercare rifornimenti non è fattibile. È un vero peccato perché potrebbe contenere così tante attrezzature e metallo da utilizzare o vendere.

Altri edifici, come una casa in cui hanno deciso di passare la notte, sono stati risparmiati dall'assalto di incendi e distruzione. Posti come questo sono pochissimi e lontani tra loro e, con le pareti ancora intatte, spiccano come gli ultimi denti rimasti in una bocca geriatrica.

La fortezza di Helgen, seppur non completamente integra, è ancora in parte accessibile.

Magrakh le sbarra la strada con un braccio. "Vado da solo," dice.

Perplessa, Pellegrina guarda verso l'alto, ma lui evita lo sguardo. Vorrebbe esplorare di nuovo quel luogo iconico, dato che la prima volta non ha avuto il tempo di apprezzarlo.

"Perché? Ti posso aiutare."

"Ho detto che vado da solo!" Insiste, alzando la voce e aprendo ulteriormente il portone sgangherato.

Magrakh sembra camminare sul filo di un rasoio da quando sono arrivati, forse stare da solo è quello di cui ha bisogno.

"E va bene," Pelle sospira, "però promettimi che se trovi dei libri me li porterai."

Con uno sbuffo e un cenno del capo, l'orco entra nell'edificio.

Peccato.

Mentre lui esplora la fortezza, Pelle si addentra nei resti della taverna, il cui secondo piano è pressoché inesistente. La maggior parte delle bottiglie e delle botti in superficie è rotta, ma nel ripulire il pavimento trova l'entrata di una piccola cantina. Dentro di essa c'è il cadavere di una donna ricurva su se stessa in una pozza di sangue rappreso.

Pelle cerca di non guardarne il volto–è più facile ignorare qualcuno se non ne guardi il volto–e preleva in fretta e furia tutte le bottiglie che riesce a trasportare.

Non è né il primo né l'ultimo cadavere che racconta una triste storia con la sua posizione, specialmente quando, dopo aver posato le bottiglie, passa da alcune abitazioni.

Tetti crollati sotto il peso del drago mentre le famiglie si rifugiavano in casa per paura, un bimbo morto nella sua culla perché nessuno è potuto tornare a salvarlo, cani e bestiame abbandonati al loro destino…

Pellegrina affronta ogni tragedia nell'unico modo che sa: cercando di non pensarci troppo e concentrandosi sulle cose positive e utili.

Come ad esempio, tutti gli oggetti di valore e il cibo che riesce a recuperare, anche se le verdure in salamoia e la carne secca non la entusiasmano. Ma, dovendo viaggiare molto in futuro, queste sono razioni adeguate.

C'è ancora cibo in abbondanza qua e là, in barili e casse, oltre ai numerosi sacchi di cereali e farina. È un peccato che vada sprecato, ma senza un carro non possono certo trasportare cose così pesanti.

Dopo aver portato i ritrovamenti alla casa in cui pernotteranno, Pelle continua la ricerca di forniture utili.

Ha fatto una letterale lista della spesa–Magrakh ha riso quando gliel'ha mostrata–e finora ha trovato praticamente tutto. Manca solo una tenda, uno di quei bei pettini di legno intagliato, un rampino vero e proprio, e una balestra.

Ma niente. Può solo accontentarsi di un sacco a pelo e delle coperte

Ad un certo punto le appare davanti un omone con armi e armatura, e Pelle sobbalza indietro.

Magrakh l'osserva con un sopracciglio alzato; non indossa più l'armatura Imperiale.

"Cazzo, potevi avvisarmi invece di farmi venire un infarto!" Sibila Pelle, stringendosi il petto.

Ha anche un grosso mantello di pelliccia scura che lo fa sembrare un personaggio de Il Trono di Spade.

A Pellegrina piace di più il suo nuovo mantello di pelle, completo di cappuccio, che la protegge dai venti sferzanti che attraversano la città fantasma senza appesantirla troppo o restringere i suoi movimenti.

Mag le tira quello che sembra un lungo cappotto, chiaramente pensato per la battaglia, e cha ha un odore alquanto spiacevole.

"Questa sarebbe un'armatura di cuoio o qualcosa del genere?"

Deve aver detto qualcosa di sbagliato, perché l'orco si acciglia e sbuffa.

"È un gambesone, ragazza. È fatto di strati di lino, l'unico cuoio è sui lacci! E per i Divini, non lo chiamare 'armatura'."

"Ok, ok, calmati."

Qualunque cosa sia, non ha intenzione di indossare nulla che sia uscito dalle macerie senza prima averla lavata a fondo.

Non calmandosi, Mag punta al suo petto e dà un colpetto al metallo. "Questa è un'armatura," dice, "una corazza lamellare di ferro. Volevi delle lezioni? Considera questa la prima."

Pelle, sorpresa, non può fare a meno di sorridere. L'equipaggiamento è molto diverso da quello che conosce del gioco, ma forse se lo doveva aspettare. Sotto la corazza indossa un cappotto–o gambesone a quanto pare–molto simile a quello che gli ha dato.

Porta anche dei guanti e stivali nuovi, entrambi protetti da metallo, e un elmo di ferro. Per fortuna l'elmo non ha le iconiche corna, altrimenti gli avrebbe riso in faccia.

Non gli chiede dove le ha trovate, potendolo immaginare osservando le macchie di sangue rappreso. Ma è contenta che ora non dovrà più andare in giro con l'aspetto di un centurione romano. Dava troppo nell'occhio.

Sfortunatamente, il libro del Sangue di Drago non è tra quelli che ha portato.


21:30 PM

Si è fatta sera. Hanno passato ore a frugare tra desolazione e morte, con i volti coperti da sciarpe per resistere agli odori molesti e per creare una barriera psicologica fra loro e le cose ripugnanti fra le quali hanno dovuto cercare.

Qualcosa in lontananza si muove, provocando un gran fragore e il collasso di altre strutture.

Mag sussulta, girando bruscamente la testa e coprendosi il viso con un braccio.

La direzione generale è a Est, ed è evidenziata da un pennacchio crescente di polvere e fumo.

È chiaro che Magrakh non stia bene, siccome sta fissando il punto come se i suoi occhi potessero vedere attraverso il tempo e lo spazio.

Questa volta la reazione è diversa e Pelle nota che, anche dopo l'assestamento delle macerie, Mag ha smesso di parlare e muoversi.

"Il sole è tramontato," dice Pelle, dopo un po', incerta se la stia sentendo, "perché non ci fermiamo per oggi? Entriamo in quella casa, beviamo un po' dell'idromele della taverna, e sistemiamo le nostre cose, ti va?"

L'orco non si muove. Il suo volto rivolto verso la nuvola di polvere, che si sta già diradando a causa del vento.

"Lo sapevi che non ho mai bevuto idromele?" Chiede alla sua schiena irrigidita. "Non so che sapore abbia, ma l'alcol fatto di miele dà l'idea di essere buono."

Pelle fa qualche passo verso la casa che hanno scelto. Per arrivarci devono camminare sotto un edificio collassato di fianco e fermatosi contro le mura cittadine.

Mag non sta mostrando alcuna intenzione di seguirla, e anche se vorrebbe appoggiare la mano sulla sua spalla per cercare di attirare la sua attenzione, pensa che sarebbe una pessima idea toccarlo.

Così invece si sposta davanti a lui.

"Magrakh, vieni? Non posso rimanere qui tutta la notte e non voglio lasciarti da solo in questo posto di merda. Andiamo, dai."

Sospira sollevata quando reagisce con uno sbuffo.

Questi soffi e gruniti sono la sua seconda lingua, e Pelle ha notato che spesso dicono più delle parole.

Dopo pochi secondi, la segue sotto l'arco e dentro la casa di uno sconosciuto.

Rimane in silenzio per tutto il tempo, durante il quale Pelle prepara una zuppa di cavoli con crostini all'aglio e salsa di formaggio.

Per riempire quel silenzio, e per distrarlo, lei parla di sciocchezze. La maggior parte sono pettegolezzi di seconda mano dalla sua città natale, come uno che riguarda un matrimonio fallito a causa del ritorno di una vecchia fiamma, e di una presunta gravidanza adolescenziale che è stata nascosta e interrotta.

Poi quando non ha più gossip da condividere, gli racconta di quanto fosse bello il tramonto nel cielo intonso di Skyrim, descrivendogli le miscele di blu, viola, e arancione che si muovono ogni minuto che passa, come se il cielo fosse una tela che si dipinge da sola.

Magrakh non contribuisce alla conversazione, mangiando silenziosamente e scolandosi velocemente due bottiglie di idromele caldo.

"Ehi, è buono!" Pelle dice dopo il suo primo sorso del tipico alcol nordico, finendo pian piano l'intera bottiglia.

Anche se sospetta che da freddo l'idromele abbia un sapore migliore, la bevanda calda aiuta contro la notte rigida. Il retrogusto amaro le fa chiedere se questo sia l'idromele con bacche di ginepro che ha sentito nominare da Ralof decine di volte.

E ora che non sa più cosa dire, è calato di nuovo il silenzio, e Magrakh siede immobile, fissando la ciotola vuota.

Mangiare a lume di candela non è mai stato così deprimente.

Fuori si è fatto buio, molto più tardi del fine estate della sua terra, e si chiede se sia davvero una buona idea lasciare il fuoco acceso durante la notte. La loro sarebbe l'unica luce nei paraggi, e potrebbe attirare dei malviventi.

"Magrakh," chiama Pelle infine, perché non è brava a gestire queste situazioni e ormai ha finito le cazzate con cui distrarlo, "stai bene?"

Non riceve risposta, ma l'orco inclina la testa per incontrare il suo sguardo.

Sono occhi attenti ma accusatori, che dicono 'questa è una domanda stupida e tu lo sai'. La fa sentire come se dovesse abbassare lo sguardo, ma lei invece fa spallucce, sforzandosi di mantenere il contatto visivo.

"È solo che sei stato in silenzio per ore."

"Hai parlato per entrambi," borbotta, chiudendosi nella camera padronale.

Ci vuole molta pazienza da parte di Pellegrina per non rilasciare un sospiro esasperato.

Più tardi quella notte, nel silenzio opprimente tagliato solo dal crepitio e dagli animali notturni, Pelle decide che è abbastanza sicuro per fare una sua escursione in solitaria.

Afferra le sue cose e scompare.


23:47 PM, Giovedì 20 Agosto 2021

La camera di Pellegrina è completamente diversa da come l'aveva lasciata.

C'è un disordine sulla sua scrivania e libreria, qualcuno ha rovistato tra le sue cose e poi non ha avuto la premura di rimettere tutto a posto. Questo la infastidisce non poco.

Il biglietto che aveva lasciato, invece, è sparito.

Sono le 23:50, e la notte è illuminata dal bagliore di una cittadina e da una singola luna. Si sentono solo i gemiti delle auto che passano in lontananza.

Ok, facciamo le cose in ordine, Pelle si fa forza, ricordandosi di non perdere tempo.

Una delle ultime cose sulla sua lista è facile da prendere dal suo armadietto: un pettine. Lo aveva dimenticato di metterlo nella borsa, ma scommette che un vero pettine in stile celtico sarebbe molto più carino di quello di plastica azzurra che ha.

E siccome è già lì, prende anche il resto dei suoi prodotti da toeletta.

Dopo aver lasciato il telefono in carica, apre la porta della sua camera con cautela.

L'unica fonte di luce nel corridoio è la porta in fondo, che lascia entrare un po' di luce della finestra dalla cucina.

Si sente un leggero russare provenire da una delle porte che non riesce a vedere al buio, ma a parte questo tutto è silenzioso.

Ecco, manteniamo questo silenzio.

Una volta sfilate le scarpe per fare meno rumore possibile, Pelle fa buon uso della sua approfondita conoscenza dei punti non scricchiolanti del parquet e si sposta lentamente verso il bagno. Le piacerebbe fare una doccia rinvigorente, ma un bagno nella vasca sarà più silenzioso.

Mentre la vasca si riempie, infila il gambesone in un catino d'acqua e lo lascia a mollo con un po' di alcol e sapone. Non sa come pulire una cosa del genere, ma spera almeno di uccidere i batteri.

Poi si assicura di prendere un rotolo di carta igienica e svuotare la casa di tutte le garze che 'armadietto delle medicine non c'è niente di specifico per le ustioni, ma nel caso in cui ne avesse bisogno in futuro, prende penicillina, paracetamolo e ibuprofene.

Quindi torna nella sua camera da letto e riempie la borsa con un cambio pulito di vestiti e biancheria, poiché sta morendo dalla voglia di sbarazzarsi del pizzicoso maglione di lana e del resto dei vestiti trovati nella capanna di Anise. Così come delle sue povere scarpe da ginnastica logore, che sostituisce con degli stivali.

Pelle scavalca la finestra della sua camera da letto, che dà sul cortile sul retro, perché l'ingresso principale è chiuso a chiave e sarebbe complicato aprirlo e chiuderlo senza fare rumore.

Il capanno degli attrezzi cigola quando lo apre, e il garage ha ancora la lampadina rotta, quindi il chiaro di luna è un pessimo sostituto, ma questo non le impedisce di fare una ricerca approfondita tra tutte le cose immagazzinate.

Si metterebbe nei guai se fosse avvistata da qualcuno in questo momento, vestita come è, nel cuore della notte, ma fortunatamente i vicini sono abbastanza distanti dalla casa.

Non riesce a trovare la vecchia tenda da campeggio delle battute di caccia fatte con sua sorella. L'unico possibile sostituto che trova è la lunga tela cerata che usavano per coprire i tavoli da buffet alle feste di famiglia.

Questa volta si ricorda di portare con sé un accendino–si sente ancora stupida per essersi dimenticata la prima volta–e afferra anche i fiammiferi.

La stufetta senza fili sarebbe un'aggiunta fantastica, ma non c'è modo che possa spiegarla a Magrakh. Forbici, pinze e corda saranno un po' strani rispetto a quelli di Skyrim, ma almeno esistono.

Dopo essersi fatta un bagno caldo, quasi piangendo per il dolore del sapone sulle sue ustioni, cerca di sistemare i suoi capelli, diventati un intreccio indomabile. Presto diventa ovvio che ci vorrebbe molto più tempo di quello che vuole spendere per districarli. Il cellulare è già al 62% di ricarica, quindi decide di prendere le forbici e dire addio alla sua coda.

L'orologio segna 0:38.

Prende dei soldi dalla sua scorta segreta nel lampadario, e sfreccia fuori dalla finestra per inoltrarsi in città.

Il suo è un paese piccolo, non abbastanza grande per negozi aperti 24/7, ma neanche abbastanza piccolo perché tutti conoscano tutti. Tuttavia, il suo è comunque un viso che riconoscerebbero... nel bene o nel male, e non vuole scommettere sulla sua mascherina e il nuovo taglio di capelli per passare inosservata, quindi evita di passare davanti a bar o altre zone dove potrebbero esserci ancora delle persone.

Anche se è troppo presto per un vero rallentamento, le strade sono molto meno affollate a quest'ora. Ogni tanto, le automobili passano senza prestarle attenzione, ignare delle cose sconvolgenti che ha fatto ultimamente.

Pelle è evasiva nella descrizione e nelle richieste fatte al farmacista, poiché non è sicura di quanto siano gravi le sue ustioni e non ha il consiglio di un medico, ma il ragazzo di turno le offre comunque quello che può.

Quando le chiede rimedi per l'intossicazione alimentare e il più potente sonnifero che può darle senza ricetta, il giovane la guarda con una carica di domande silenti che non osa proferire davanti allo sguardo fulminante che gli lancia.

Una volta tornata a casa, il telefono ha finito di caricarsi.

Dà un paio di risciacqui al gambesone e poi non perde altro tempo, se ne va subito.


1:20 AM, Fredas 21 di Ultimo Seme, 4E 201

Appena finito di strizzare il gambesone e appenderlo al vento, Pelle rientra in casa e trova Magrakh dietro la porta ad aspettarla. Non si aspettava che notasse la sua assenza.

"Dove diavolo eri?" chiede, incombendo su di lei e, anche se non indossa la corazza, stringendo l'ascia in mano.

Pelle scuote la testa, mostrando i capelli ancora umidi, ora lunghi fino al mento, raffreddati dal gelo notturno.

"Non riuscivo a dormire, quindi sono andata a farmi un bagno," risponde come se fosse stata una semplice gita alle terme.

"Un bagno?" Mag osserva il suo cambio di vestiti con sospetto.

"Non volevo svegliarti, ravvivando il fuoco, manovrando i secchi e tutto il resto. Pensavo tu stessi dormendo, mi sbagliavo?"

L'orco è accigliato.

"Scusa," dice nel suo silenzio, "se avessi saputo che eri sveglio, ti avrei avvertito."

Poi, perché portare dei regali funziona sempre meglio che chiedere perdono, alza lo zaino.

"Ho trovato altre cose, tra cui delle garze!" dice, spingendo un rotolo verso di lui, già tolto dalla moderna confezione di plastica. "Dovresti cambiare i tuoi bendaggi. Io l'ho già fatto, vuoi una mano?"

"No," dice, afferrando la garza con titubanza.

"Ah, quasi dimenticavo!" Pelle gli passa la crema che ha comprato. "Ho trovato un unguento lenitivo, dovrebbe aiutare con le ustioni."

"È strano," commenta l'orco guardando la confezione a tubetto di plastica. Il farmacista l'aveva guardata in modo molto simile quando gli aveva chiesto un unguento che venisse con un barattolo di vetro.

"La sacchetta di cuoio tinto è strana, è vero," dice Pelle, "ma l'unguento fa effetto."

"Come fai a essere sicura che sia benefico?"

"Ha lo stesso odore e colore della crema che compravo a casa per le irritazioni cutanee, quindi immagino che sia fatta con gli stessi ingredienti. A me ha fatto bene."

Magrakh borbotta diverse parole sottovoce, alcune suonano sospettosamente come 'ricca' e 'strana'.

"Non andartene di nuovo così," dice infine, afferrando il tubetto e puntandolo come si farebbe con un pugnale. "Non mi interessa se sto dormendo, non m'importa se devi andare a cagare, me lo dici e basta."

Pelle sbuffa. "Sì, papà…"

Brontola mentre ritorna nella sua stanza, ma prima che la porta si chiuda, lei lo chiama.

"Oh, aspetta, ho trovato anche questa, potremmo usarla come tenda?"

Magrakh fissa lo sfondo giallo molto vivace del telo, tempestato da margherite bianche e blu, e peonie rosse e rosa in un'accozzaglia di colori.

"È cerato..." aggiunge, rendendosi conto solo ora che la fantasia del telo potrebbe essere un po' troppo sgargiante per qualcuno che vive la vita medievale di Skyrim.

La bocca dell'orco si apre in sgomento, ma poi si richiude, contorcendosi in una smorfia. Chiude la porta dietro di sé senza dire una parola.

Pelle sospira. Aspetta solo che apra il barattolo di salsicce sott'olio, mi adorerai.

Ancora carica di energia, passa gran parte della notte a organizzare il bottino fra le varie borse per farlo occupare meno spazio, disegnando nel frattempo una mappa di Skyrim su una tela.

Ora che ha la Pietra del Drago, può confermare che la forma della reale Skyrim è la stessa della mappa di gioco. Questa versione sarà vecchia di mille anni, ma le masse continentali non cambiano dall'oggi al domani... salvo forse per il Grande Collasso di Winterhold.

Per prima cosa dovrà ricalcare i bordi, modificando la zona del Mantello Spezzato basandosi sull'aspetto della mappa di gioco, e poi potrà aggiungere le varie locazioni. Le mappe salvate sul suo telefono forniranno la posizione di tutto ciò che è abbastanza sicuro che esista, come le città importanti e le grandi rovine, ma pensa che segnerà anche piccoli punti d'interesse. Se ha fortuna, esisteranno anche quelli, proprio come l'uscita sul fianco della montagna del Tumulo delle Cascate Tristi.

Non sa ancora quale sia la scala della mappa, ma ha alcuni esempi su cui basarsi.

Col tempo bello, ma in brutte condizioni fisiche, Pelle e Mag hanno camminato di buona lena dal fuori le mura di Helgen fino alla capanna di Anise, attraversando l'altopiano in discesa, in parte su una strada a ciottoli e in parte tra boscaglia, e poi hanno guadato un fiume. Questo ha richiesto la maggior parte della giornata, o 10 ore circa.

È interessante notare che il percorso inverso non ha incluso molte escursioni fuori strada, ma era in gran parte in salita, e ha richiesto più o meno lo stesso tempo. Sempre con il bel tempo, ma riposati e a pancia piena, questa mattina hanno guadato il fiume e percorso la strada fino alla città, arrivando dopo circa 9 ore.

Anche senza altri dati, Pelle pensa di poter capire a grandi linee il tempo necessario per altre rotte di viaggio.


5:30 AM

Non ricorda a che ora è collassata dal sonno, ma è decisamente troppo presto nella mattina quando Magrakh attraversa il corridoio con la grazia di un ippopotamo ubriaco, brontolando ad alta voce per il freddo e la fame.

Quando urla "ragazza" e "colazione," Pelle non può fare a meno di sorridere.

"Nessuno di quelli è il mio nome," urla dal letto.

Le persone che vivevano in questa casa dormivano sulla paglia e si coprivano di pellicce indurite, ma lei ha riversato sul letto tutte le sue coperte, immergendosi nella pila di tessuto morbido.

C'è un lungo silenzio interrotto solo dai brontolii provenienti da qualche parte nella stanza principale.

Dopo pochi minuti, si sente lo scoppiettare della legna, e subito dopo l'orco che urla. "Pellegrina!"

Sorride al simpatico accento nordico che pronuncia il suo nome. "Sì?"

"Vieni qui e dai un senso a queste patate!"

Aveva timore che dopo quello che è successo la scorsa notte, Magrakh sarebbe stato scostante e aggressivo come quando erano alla capanna di Anise. Invece, questa piccola vittoria la mette di buon umore e non le preme più alzarsi così presto.

Si dissotterra dal cumulo di coperte e si affretta a rivestirsi prima che l'aria fredda le geli la pelle.

Purè di patate, uova sode, pane e formaggio...dovrebbe bastare.

Porta con sé la mappa per mostrarla a Mag–non è finita, ma la struttura principale con i vari capoluoghi è presente.

Lo trova ricurvo a sbucciare patate, vestito solo con i pantaloni di lana e la camicia di flanella, ma porta una spessa coperta arrotolata intorno al collo e alle spalle, facendolo sembrare una grossa tartaruga scontrosa.

Pellegrina non può fare a meno di ridere.

"Che ci sarebbe di divertente? Forza, prepara qualcosa, dobbiamo andarcene da questo posto o puzzeremo di fumo per tutta la vita."

Sarò il Sangue di Drago con il compagno orco più brontolone di tutti.


Note

Il prossimo capitolo è dal POV di Magrakh, dove lui e Pelle si riprendono da una battaglia contro un drago, e Mag va nel panico perché scopre di essere Sangue di Drago.