Siete rimasti con il fiato sospeso? Spero di sì! Come promesso, ecco un nuovo capitolo, che risolverà tutti i vostri dubbi e introdurrà nuove sfide per Naruto.

Ora lo posso dire, questa fanfiction è nata dalla domanda: cosa sarebbe successo se Naruto non fosse stato subito considerato un eroe? Se il villaggio lo avesse visto ancora una volta come un mostro?

Ah, piccola nota, non so di preciso a che punto possa arrivare il potere curativo di Kurama ma credo molto lontano, visto come aveva guarito la ferita inferta a Naruto da Sasuke nella Valle dell'Epilogo, perciò credo che ciò che andrò a descrivere possa essere considerato corretto. Noterete anche che andrò avanti e indietro nel tempo con la narrazione, ma lo farò solo per questi primi capitoli, per creare suspance, poi il racconto si stabilizzerà.

Buona lettura e, come sempre, fatemi sapere cosa ne pensate.

Inoltre pensavo di riuscire a fare tutto dal punto di vista di Naruto, ma mi rendo conto che è impossibile, perciò oltre al suo ci saranno anche altri pezzi dove verrà mostrato anche altro.

Fatemi sapere cosa ne pensate!

Un abbraccio

Mini

2. La verità

La luna era alta nel cielo, la sua luce proiettava lunghe ombre sul sentiero. Il Villaggio della Foglia era immerso nel silenzio, tutti dormivano sonni tranquilli o, meglio, quasi tutti. Tre ninja avevano teso un'imboscata, avevano trovato il loro obiettivo e lo avevano portato lontano dalle case per compiere la loro missione.

"Non fatelo scappare!" esclamò Inoichi, kunai alla mano, rivolto a Shikaku e Choza "Mi bastano pochi istanti!"

"Non scapperà, non glielo permetterò!" mormorò Choza, stringendo le braccia di un quarto ninja, che sembrava confuso e spaventato "Shikaku, puoi lasciare, ci penso io!"

"No, è meglio che lo tenga anch'io, non si sa mai!" rispose lui "Inoichi, avanti! Adesso o mai più!"

"V-vi prego …" mormorò il ninja imprigionato "Non …"

Inoichi non ebbe pietà, si avvicinò a lui, la sua gola era illuminata dalla luce della luna, la pelle pallida prestò venne squarciata dalla lama del suo kunai e dalla ferità iniziò a sgorgare il sangue.

"Lascialo, Choza" ordinò Inoichi "Pochi istanti e morirà dissanguato. Possiamo andare."

"Non è meglio controllare?" chiese Shikaku, avvicinandosi.

In quell'istante sentirono un rumore di passi.

"Andiamo. Ormai è morto. Non possiamo farci vedere" mormorò, anche se tutti e tre portavano la maschera, potevano essere identificati.

"Danzo sarà soddisfatto." mormorò Choza, ridacchiando, mentre posava a terra il corpo.

I tre ninja se ne andarono rapidamente, giusto in tempo, qualche istante dopo arrivò un anziano insonne. L'uomo si avvicinò al corpo esanime del ninja, ma qualcosa di rosso lo fece spaventare, tanto da farlo correre via.

Qualche giorno prima

Inoichi Yamanaka non era mai stato un uomo vendicativo, ciò nonostante come ninja era sempre stato dedito al dovere e non si sarebbe mai tirato indietro di fronte a nessuna missione che gli fosse stata affidata, fosse stato pure l'omicidio.

Quella sera, però, un brivido gli era corso lungo la schiena quando Danzo aveva comunicato ciò che lui, Shikaku e Choza avrebbero dovuto fare.

"Ne è certo?" chiese, leggermente a disagio "Madamigella Tsunade è d'accordo?"

"La quinta Hokage è troppo debole" tagliò corto lui "Anche gli anziani hanno dei dubbi a riguardo ma lei è troppo protettiva."

"Sì, ma …"

"Niente ma. Lui è pericoloso, per tutti noi."

Il silenzio calò nella stanza, ma i tre ninja erano a disagio.

"Fino ad ora si è sempre controllato" intervenne Shikaku "Non vedo perché non dovrebbe continuare a farlo in futuro."

"È solo una questione di tempo" spiegò lui "Inoltre ha già perso il controllo, non possiamo permettere che accada ancora."

"Cosa?" chiese Inoichi, turbato "Quando sarebbe successo?"

Danzo sospirò, quindi si alzò e mentre camminava verso gli scaffali che contenevano diversi rotoli, iniziò a parlare.

"Quasi due anni fa per poco uccise l'Onorevole Jiraiya: lasciò che la volpe prendesse il sopravvento e lo ferì gravemente."

Danzo si interruppe per cercare un rotolo, lo estrasse dagli altri e tornò, camminando lentamente, verso i tre ninja.

"Siamo fortunati ad averlo ancora vivo, ho visto la cicatrice, è enorme."

Nessuno dei tre osò fiatare.

"Questo" disse, porgendogli un rotolo "è l'ultimo rapporto della missione svolta da lui nel paese dell'Erba con Sakura Haruno, il membro della squadra Ambu di nome Yamato e un membro della radice di nome Sai. Leggete, è stato proprio Sai a redigere questo rapporto per me."

Shikaku prese il rotolo e lesse rapidamente.

"Ha perso il controllo" disse, cercando di riassumere le informazioni contenute nel rotolo "Ha causato diversi danni ambientali e ferito la giovane Haruno"

"È così." rispose Danzo "Come vedete, è pericoloso per gli altri, ma non è tutto."

"C'è dell'altro?" chiese Inoichi, allarmato.

"Esatto." confermò Danzo, chiudendo il rotolo "Immagino che abbiate saputo dell'attentato perpetrato nei confronti del Villaggio della Sabbia.

I tre annuirono.

"Naruto Uzumaki è la forza portante della Volpe a Nove Code e non passerà molto tempo prima che altri membri di quella disgustosa organizzazione attacchino il nostro villaggio per poterlo catturare, con conseguenze forse anche peggiori."

"Lo avevo sempre detto, io!" esclamò Choza, battendo il pugno sul tavolo "Lo avrei fatto anche prima che diventasse ninja, se il Terzo Hokage non me l'avesse impedito!"

"Il Terzo Hokage era anche più debole di Tsunade!" ringhiò Danzo "Era uno sciocco! Avrebbe dovuto ucciderlo quando era un neonato, invece ha esposto tutta la popolazione a un rischio inutile!"

I tre si guardarono negli occhi, Choza sembrava ormai convinto, mentre Inoichi e Shikaku ancora avevano dei dubbi.

"Non ha nessuno al mondo!" esclamò Danzo, che iniziava ad agitarsi, vedendo che i due ninja non sembravano intenzionati a compiere la missione che gli stava affidando "È orfano! Nessuno piangerà la sua morte! Si tratta di salvare molte vite pagando con una sola!" sbottò Danzo "Quante volte lo avete fatto? Cosa vi fa esitare, stavolta?"

Shikaku non riuscì a rispondere, ma pensò a Shikamaru, a quanto teneva al suo amico e, guardando negli occhi Inoichi, capì che anche lui pensava la stessa cosa. D'altra parte, però, Danzo aveva ragione, non sarebbe stato il primo omicidio che portavano a termine, avevano sempre agito per il bene del Villaggio, non potevano fare eccezioni.

"Inoltre, pensateci bene, è il suo destino in ogni caso. Se Alba attaccasse lo farebbe per poterlo rapire al fine di estrarre la Volpe, a quel punto morirebbe in ogni caso. Uccidendolo prima ci risparmieremmo molti problemi."

Shikaku e Inoichi annuirono, ormai erano convinti. si lanciarono un ultimo sguardo, poi si rivolsero a Danzo.

"Questa" disse poi, consegnando un secondo rotolo che era già sopra il tavolo "è invece un'altra missione. Partirete la sera, vi fermerete per nascondervi a qualche chilometro, tornerete indietro, farete quello che dovete fare e ripartirete, in questo modo nessuno potrà ricollegare voi alla sua morte."

Era un piano perfetto.

"Sarà fatto." dissero in coro, mentre Choza sorrideva e Danzo annuiva, soddisfatto.

Quanto tempo era passato? Non ricordava che ora fosse quando, all'improvviso, si era sentito sollevare dal letto. La prima regola per un ninja è quella di non abbassare mai la guardia, ma era a casa sua, nel suo Villaggio, cosa gli sarebbe potuto accadere?

Disteso a terra, cercò di ripercorrere mentalmente ciò che era successo.

Lui stava dormendo, giusto? Sì, stava sognando, era rientrato esausto dall'allenamento il giorno precedente, era debole, aveva bisogno di riposare, non era riuscito a opporre resistenza quando, all'improvviso, aveva iniziato a camminare. Era ancora in pigiama, ma camminava attraverso la sua casa, fuori dalla porta, giù dalle scale, poi in strada e infine fuori dal villaggio, al limitare con il bosco. Perché, cosa stava succedendo? Buttando l'occhio a terra gli era sembrato di vedere la sua ombra legata a quella di un altro. La tecnica del controllo dell'ombra? Era forse Shikamaru? No, non era possibile, lui non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Allora chi era?

Erano giunti ad una radura, quando si era sentito afferrare alle spalle da due mani enormi, come quelle di Choji quando si ingigantiva. Cosa stava succedendo? Non poteva muoversi, a stento riusciva a respirare per la paura, quando vide avvicinarsi un terzo ninja dai lunghi capelli biondi che riconobbe come Inoichi, il padre di Ino.

"Non fatelo scappare!" esclamò Inoichi, kunai alla mano, rivolto a Shikaku e Choza "Mi bastano pochi istanti!"

"Non scapperà, non glielo permetterò!" mormorò Choza, il padre di Choji, stringendogli le braccia tanto da romperle"Shikaku, puoi lasciare, ci penso io!"

Aveva sentito distintamente il suono delle ossa che si spezzavano e il dolore era stato anche più forte.

"No, è meglio che lo tenga anch'io, non si sa mai!" rispose il padre di Shikamaru "Inoichi, avanti! Adesso o mai più!"

"V-vi prego …" Naruto, senza riuscire a muovere nemmeno un muscolo "Non …"

Inoichi non ebbe pietà, si avvicinò a lui, il suo collo era esposto, cosa gli avrebbe fatto? Un istante dopo Naruto sentì il collo bagnato e il forte odore di sangue lo stordì, il dolore arrivò dopo, insieme alla consapevolezza di ciò che era successo: gli aveva tagliato la gola.

"Lascialo, Choza" ordinò Inoichi "Pochi istanti e morirà dissanguato. Possiamo andare."

"Non è meglio controllare?" chiese Shikaku, avvicinandosi.

In quell'istante sentirono un rumore di passi.

"Andiamo. Ormai è morto. Non possiamo farci vedere" mormorò, anche se tutti e tre portavano la maschera, potevano essere identificati.

"Danzo sarà soddisfatto." mormorò Choza, ridacchiando e, mentre lui lo posava a terra, Naruto aveva iniziato a vedere il charka della Volpe avvolgere il suo corpo, poi tutto si era fatto buio.

Quindi, quanto tempo era passato da allora? Si era risvegliato lì, dove Choza lo aveva posato, con il pigiama sgualcito e sporco di sangue. Le ultime cose che ricordava distintamente erano le voci di Choza, Inoichi e Shikaku, il charka della Volpe, poi tutto si era fatto buio. Cosa era successo? Qualcuno lo aveva curato? No, non sembrava, nessuno lo aveva toccato, era ancora disteso in un angolo riparato, dove nessuno avrebbe potuto vederlo se non guardando direttamente. Era stato il chakra della Volpe? Era stata lei a salvarlo, curando le braccia spezzate e la ferita mortale al collo? Era evidente, era andata così.
Lentamente, ancora debole, si alzò. Doveva tornare a casa e riposare, o almeno cambiarsi. Rapidamente, per quanto glielo consentisse il corpo, raggiunse il suo appartamento, si spogliò e si infilò sotto la doccia. L'acqua calda lavò via la stanchezza ma non i dubbi e la tristezza. Volevano ucciderlo, per davvero. Perché? Nel suo cuore tornò prepotente la sensazione che provava da bambino, quando tutti lo disprezzavano per un motivo che lui non conosceva. Ora, forse, faceva ancora più male, perché era quasi certo che volessero ucciderlo a causa della volpe che ospitava dentro di sé.

Ora, cosa avrebbe dovuto fare? Quei tre lo avevano lasciato lì a morire e probabilmente erano convinti che fosse davvero morto. Come avrebbe dovuto comportarsi?

Si vestì, mangiò qualcosa e uscì di casa, cercando di essere il più disinvolto possibile ma sperando di non incontrare i suoi assassini.

Camminò a lungo, passeggiò più che altro per rilassarsi e dimenticare la brutta esperienza e, per fortuna, non li incontrò.

Passò qualche giorno, Naruto continuava ad allenarsi, ma stavolta con più attenzione, senza abbassare mai la guardia. Non voleva che qualcun altro potesse voler provare ad ucciderlo di nuovo, ma la tensione e la carenza di sonno dovuta all'ansia lo stavano lentamente iniziando a logorare dentro. Avrebbe voluto chiedere aiuto a qualcuno ma, dopo essere stato attaccato da persone di cui credeva di potersi fidare, aveva iniziato a guardare tutti con sospetto.

Era una giornata tranquilla, serena, quasi stava dimenticando la tensione, tutto procedeva come al solito, così aveva deciso di concedersi una pausa per cena ed era entrato in un negozio per comprare una ciotola di ramen istantaneo. Niente di speciale, ma era un cibo che riusciva a confortarlo sempre.

Il negozietto era piccolo, ma quando era entrato il proprietario lo aveva avvisato del fatto che si sarebbe assentato per qualche minuto per andare a recuperare della merce. Naruto aveva annuito e si era addentrato tra gli scaffali per cercare ciò di cui aveva bisogno.

A quel punto era entrato Choza.

Naruto non avrebbe mai saputo cosa stesse cercando, ma quando si incrociarono entrambi sobbalzarono.

"Cosa … cosa ci fai, tu, qui?" chiese, guardandosi intorno con ansia "Dovresti essere …"

"Morto?" chiese Naruto, con tono di sfida "Mi dispiace, avete fallito." spiegò, con calma.

Naruto non avrebbe voluto attaccare, avrebbe voluto andarsene, anche senza ramen, ma Choza non era della stessa idea.

"Tu dovresti essere morto!" disse, quasi ringhiando, avvicinandosi minaccioso "Devi morire! Sei un pericolo per questo villaggio!"

Naruto fece un passo indietro, ma Choza fu più veloce, non gli servì nemmeno ingigantire le mani, avanzò di un lungo passo e lo afferrò per il collo, per poi iniziare a stringere forte.

"Muori, Mostro!" sussurrò, stringendo sempre di più.

Naruto era terrorizzato, nonostante la volontà di non farsi prendere alla sprovvista, si sentiva impotente, iniziò a tossire e ad annaspare in cerca d'aria, ma Choza stringeva forte, presto gli avrebbe rotto il collo …

Crack

Naruto gli aveva afferrato una mano e con la potenza derivata dal chakra della Volpe a Nove Code, gli aveva spezzato le dita.

Choza mollò la presa e Naruto cadde mentre il chakra della volpe rientrava e lui respirava a pieni polmoni.

"Per favore …" mormorò, tra un colpo di tosse e l'altro "Non uccidermi …"

"Guarda cosa mi hai fatto, Mostro!" disse Choza con voce bassa ma minacciosa, mostrandogli la mano con le dita rotte.

Naruto era ancora a terra e tossiva, così Choza approfittò della sua debolezza per afferrarlo di nuovo, ma stavolta lo fece distendere e, afferrato un kunai, iniziò a pugnalarlo al petto, in cerca del cuore.

In quel momento qualcosa si spezzò.

Mentre il sangue sgorgava dalle ferite aperte, anche il chakra della Volpe iniziò a fuoriuscire da ogni poro della sua pelle, guarì le ferite e si impossessò di lui, bruciando la pelle e facendo spuntare le code. Con un colpo solo Naruto sbalzò via Choza, colpendolo al petto con le unghie, che lo ferirono gravemente.

La quiete che fino a pochi istanti prima aveva regnato nel villaggio era stata spazzata via insieme ai detriti di ciò che rimaneva del negozio.

Naruto si alzò, uscendo dai detriti, e fece per avvicinarsi a Choza, in preda alla rabbia più cieca, ma qualcosa lo fermò, la tecnica del controllo dell'ombra e il legno di Yamato lo avevano imprigionato, se ne rese conto quando proprio Yamato gli aveva posto in fronte il sigillo e lentamente il charka della volpe era rientrato. Il dolore era fortissimo, non era rimasto un singolo pezzetto di pelle attaccato al corpo, cadde a terra e gli sembrò di esplodere per il dolore e a malapena sentì ciò che dicevano attorno a lui, l'ultima cosa che percepì, prima di svenire, fu qualcuno che lo sollevava per portarlo via.

A Naruto non era servito un gran sforzo di memoria per ricordare gli avvenimenti di quei giorni, durante quelle settimane non aveva pensato a nient'altro o quasi, il difficile fu raccontarlo a Kakashi senza cedere all'emozione.

"Le ultime cose che ricordo sono Choza che mi colpiva … poi ho un vuoto … e poi … poi ricordo il dolore, qualcuno che mi sollevava … e mi sono risvegliato qui."

Kakashi era allibito. Aveva ascoltato le parole del suo allievo con crescente ansia. A fatica riuscì a trattenere la rabbia, Naruto sembrava sincero, non c'era segno in lui che mentisse, mentre quando aveva visto Choza raccontare ciò che era accaduto aveva percepito che qualcosa non era al suo posto.

"Quindi è andata così." mormorò, pensieroso "Lo sa qualcuno, oltre me?" chiese "Ti hanno interrogato?"

Naruto scosse la testa.

"A malapena mi danno da mangiare. Nessuno mi parla qui, a parte chi è venuto apposta."

Kakashi si passò la mano sul viso.

"Perché non hai parlato?" chiese "Perché non hai detto che ti stavi solo difendendo?"

Naruto rimase in silenzio, si raggomitolò su se stesso.

"Avevi paura?" chiese Kakashi, gentilmente "Credevi che nessuno ti avrebbe creduto?"

Naruto annuì.

"In effetti sarebbe la tua parola contro la sua" commentò "In ogni caso è ingiusto che tu sia qui. Devo trovare delle prove, forse ho già un'idea …"

"Aspetti, Maestro …" mormorò Naruto, alzandosi a fatica a causa delle catene.

"Non voglio che Choza finisca nei guai."

Kakashi si voltò di scatto.

"Cosa?" chiese, allarmato e quasi gridando "Perché non dovrebbe? Ti voleva uccidere! Lui, Shikaku, Inoichi, sono tutti colpevoli!"

Naruto abbassò lo sguardo.

"Lo so, ma …" una pausa, riuscì a trattenere il pianto a fatica "Loro hanno una famiglia, hanno Choji, Shikamaru e Ino e … non voglio che soffrano per questo."

Kakashi si avvicinò alle sbarre e afferrò Naruto per la giacca per attirarlo a sé e lui lo lasciò fare, come una marionetta senza volontà.

"Allora è così? Vorresti essere odiato per difenderli? Per difendere coloro che ti volevano morto? Vuoi difendere loro per difendere i loro figli dalla verità?"

Naruto annuì.

Kakashi lo lasciò andare lentamente, sfiorando i tagli insanguinati della sua maglia.

"Questi tagli sono stati provocati da un kunai, Naruto." disse, lasciandolo definitivamente andare "Provano che ciò che hai detto è vero. Puoi difendere chi ami dai nemici, dai pericoli … ma non puoi difenderli dalla verità."

Naruto alzò lo sguardo, gli occhi erano rossi per il pianto recente.

"Tornerò" promise Kakashi, serio "Tornerò e ti porterò via da questo posto."

Kakashi non aggiunse altro, fece un passo indietro e se ne andò.