Buon lunedì a tutti! Questo capitolo è tutto dal punto di vista di Kakashi, perciò non farò distinzioni con il corsivo. Non ho altro da dirvi per ora se non buona lettura e alla prossima settimana!

04. Segreto

Tsunade era stanca, erano successe tante cose e lei era distrutta, in tanti sensi Aveva creduto in Naruto, nel suo sogno, gli aveva regalato la collana di suo nonno e lui l'aveva tradita. Ancora faticava a crederci e, per quanto si sforzasse, non poteva dimenticarlo, non poteva ignorare il dolore che lui le aveva provocato. Anche quel giorno avrebbe avuto modo di ricordarsi di lui, aveva una missione per la squadra Kakashi, senza Naruto.

Avanti, Tsunade, si era detta, è una missione come tante. Naruto è stato via due anni, fai finta che sia ancora così, dimentica cosa è successo.

La Quinta Hokage guardò l'ora, a momenti sarebbe arrivato Kakashi, sempre se fosse stato puntuale e, stranamente, arrivò perfino in anticipo.

"Buongiorno" disse "Ho bisogno che faccia venire qui Shikamaru, Choji, Ino e tutti gli ex compagni di Accademia di Naruto." disse, senza tanti preamboli.

Naruto. Aveva pronunciato quel nome. Tsunade strinse i pugni ma riuscì a trattenere la rabbia.

"Perché mai dovrei, Kakashi?" chiese.

"Lo faccia, per favore" disse lui "è importante."

Tsunade sospirò. Si fidava ciecamente di Kakashi e nei suoi occhi vide urgenza e preoccupazoine.

"Va bene. La vostra missione può attendere" disse, accantonando la pergamena.

In quel momento entrò Sakura.

"Sakura, vai a chiamare le squadre di Asuma, Kurenai e Gai" disse.

"Ma … è successo qualcosa?" chiese lei, guardando allarmata Kakashi.

"Vai e basta." disse lui "Ci troverete nella sala di videosorveglianza."

Tsunade alzò un sopracciglio, non si aspettava che volesse fargli vedere qualcosa.

"V-va bene …" mormorò lei, uscendo.

Nemmeno mezz'ora dopo tutti erano riuniti nella sala dove grandi schermi permettevano ai ninja di monitorare ciò che accadeva nei punti nevralgici del villaggio. Tutti erano curiosi di sapere il motivo per cui erano stati convocati, dal momento che nemmeno Sakura ne era al corrente. Kakashi chiese ai presenti di uscire, i quali obbedirono intercettando lo sguardo di Tsunade.

"Allora, Kakashi" chiese, incrociando le braccia al petto in un moto di impazienza "Perché siamo qui? Immagino che abbia a che fare con Naruto, giusto?"

Sentendo il nome del loro amico tutti sussultarono.

"Non voglio sentir parlare di quel mostro" mormorò Choji con rabbia "Me ne vado."

"Sì, anch'io" disse Shikamaru, arrabbiato "e per inciso, avevo altro da fare."

Anche gli altri annuirono, le uniche incerte erano HInata e Sakura, che guardò Kakashi, sperando che avesse buone notizie sul suo compagno di squadra.

"Aspettate" li fermò Tsunade.

Tutti si fermarono a guardarla.

"Se ci ha riuniti qui deve esserci un buon motivo, giusto Kakashi?" chiese con tono autoritario e lievemente minaccioso.

"Ovviamente" rispose lui "Voglio iniziare a dire che ciò che è accaduto è riprovevole, assolutamente disgustoso."

Tutti annuirono.

"Ma non mi riferisco al ferimento di Choza."

Choji fece un passo avanti.

"Come no?" chiese "Mio padre avrebbe potuto morire! Morire! Spero che lei stia scherzando!"

Kakashi lo guardò dritto negli occhi.

"Io non scherzo, mai, non su queste cose. Che sia chiaro, per tutti voi." disse guardandoli uno per uno.

"Avanti, Kakashi" lo incalzò Gai "Spiegati meglio."

"Ciò che è disgustoso è come è stato trattato Naruto. Nessuno, per un solo istante, ha dubitato che potesse essere innocente."

"Avanti, Kakashi!" lo aggredì Asuma "Ci sono dei testimoni, molti dei quali sono qui! Naruto ha attaccato deliberatamente e senza motivo Choza! Ormai è evidente che è fuori controllo!"

Kakashi scosse la testa.

"Non tutto ciò è come appare" spiegò lui pazientemente, ed estrasse dal marsupio la videocassetta.

"Questa è la registrazione della videocamera di sorveglianza del negozio dove si trovavano Naruto e Choza. A nessuno è venuto in mente di chiedere al proprietario ma lui, coscienziosamente, l'aveva conservata. Ecco, guardate. Prima, però, vi voglio avvisare, sarà difficile affrontare queste immagini, soprattutto per te, Choji. Il motivo per cui vi trovate tutti qui è perché voglio che ci sia il maggior numero di testimoni e che siano autorevoli."

Il ragazzo annuì.

"Ti credo! Non vorrei mai più vedere mio papà aggredito così!"

"Manca l'audio" specificò Kakashi, ignorando il commento "Ma si capisce benissimo cosa è successo."

Il ninja inserì la cassetta e premette play, quindi restò in attesa della reazione dei presenti.

Il video partì dal minuto giusto perché Kakashi a casa lo aveva programmato in modo da non sprecare tempo. Si vedeva Naruto entrare, poi Choza, i due uno di fronte all'altro, un passo indietro da parte di Naruto, Choza che lo afferrava per strangolarlo, Naruto che riusciva a liberarsi dopo avergli rotto le dita e Choza, ancor più furioso, che tentava di pugnalarlo con il kunai, quindi la trasformazione di Naruto e tutto il resto di cui erano stati testimoni.

Kakashi spense il video.

"Oltre a questo, ho trovato a casa di Naruto una maglia insanguinata. Questa" disse, tirandola fuori per mostrargliela "è macchiata del suo sangue, sono riuscito a farmi raccontare che, solo pochi giorni prima, Choza, Inoichi e Shikaku lo avevano portato fuori dal villaggio per poterlo uccidere, gli avevano tagliato la gola e lo avevano lasciato lì, a terra. Sono stato testimone più di una volta delle capacità di guarigione di Naruto e non stento a credere che la Volpe abbia usato il suo charka per poterlo guarire mentre era incosciente.

Questo è quanto. Naruto mi ha raccontato la verità, non voleva che si sapesse perché temeva per la sorte di Choza, Inoichi e Shikaku, ma soprattutto non voleva far soffrire voi" concluse Kakashi, guardando Choji, Ino e Shikamaru.

I tre erano impalliditi, come tutti i presenti a parte Kakashi.

"Quindi è così …" mormorò Choji "Naruto si stava solo difendendo, non voleva fargli del male … è stato mio padre ad attaccare per primo …"

"Draco dormiens numquam titillandus" disse Kakashi "è una frase che ho letto in un libro, significa letteralmente 'Non disturbare il drago che dorme'. Da come mi ha raccontato gli eventi Naruto e vedendo questa registrazione, immagino che Choza abbia perso il controllo vedendolo ancora vivo e lo ha attaccato, senza tenere conto che avrebbe rischiato di scatenare la sua rabbia. Era ovvio che Naruto si sarebbe difeso, si è sentito attaccato da una delle persone di cui pensava di potersi fidare e questo lo ha portato alla rottura."

Un silenzio imbarazzante calò nella stanza.

"Questo cambia tutto!" mormorò Tsunade "Ma … non posso accusarli di tentato omicidio! Come … non è possibile!"

"Eppure i fatti sono evidenti" disse Kakashi "So che sono ninja eccellenti e che non vorresti vederli accusati, ma sono più che certo che stessero eseguendo un ordine, perciò non dovrebbero subire conseguenze."

"Non un mio ordine!" esclamò Tsunade, punta sul vivo.

"Ovviamente no" precisò Kakashi "Temo che dietro ci sia Danzo."

Tsunade impallidì.

"Non credo che sia il caso di parlare di certe cose davanti a tante persone." lo rimproverò.

"Invece credo che sia il caso. Voglio che tutti sappiano che Naruto non è il mostro che stanno dipingendo. L'avete visto? Di recente, dico? È talmente magro che quasi ho stentato a riconoscerlo, non è più lui, sembra che abbia perso ogni contatto con la realtà."

"Però con te ha parlato, giusto?" chiese Shikamaru "Quando sono andato da lui a chiedere spiegazioni mi ha completamente ignorato!"

"Prova ad immaginare il perché" spiegò Kakashi "Escludendo il fatto che, da ciò che ho capito, sei andato da lui per attaccarlo, come poteva dirti che si era solo difeso perché tuo padre lo voleva morto?"

Shikamaru avrebbe voluto ribattere, ma Kakashi aveva ragione. Tsunade, invece, sospirò.

"Se davvero hanno agito per ordine di Danzo, cosa che intendo scoprire, non possiamo fare nulla."

"Come?" esclamò Sakura, alterata "Naruto dovrà restare lì pur essendo la vittima di tutta questa macchinazione? No, non ci sto!" gridò "Non è giusto!"

"Lo so" rispose Tsunade "Farò in modo che possa uscire il prima possibile. Le prove dimostrano che si è trattata di legittima difesa, ma non potrò farlo uscire con questa motivazione. Dovrò parlare con Danzo e soprattutto con Choza, per tutti dovrà apparire che lui lo abbia perdonato e abbia ritirato ogni accusa nei suoi confronti. Non possiamo colpevolizzare di nulla nè Choza, nè Shikaku e nemmeno Inoichi, o ne andrebbero di mezzo Danzo e tutta la Radice."

"Che schifo" mormorò Asuma, accendendosi l'ennesima sigaretta "Quindi verrà tutto insabbiato."

"Esattamente" rispose Tsunade "Non è la prima volta e non sarà l'ultima. Se tutto fosse andato secondo i piani di Danzo, sempre che sia colpa sua …"

"Lo è" esclamò Kakashi "Non ho dubbi!"

" … sempre che sia colpa sua" ripeté Tsunade "Naruto ora sarebbe morto, e immagino che Danzo avesse in mente di coprire i colpevoli. Lo ha già fatto, in passato e lo rifarà, l'unica differenza, in questo caso, è che Naruto è sopravvissuto."

"Però …" iniziò Choji, incerto.

"Però cosa?" lo incalzò Tsunade "Hai qualche dubbio?"

Choji annuì', si vedeva che era disperatamente aggrappato a un ultimo brandello di speranza per giustificare in qualche modo suo padre.

"Perché mai mio padre avrebbe dovuto attaccarlo, in pieno giorno, con il rischio di essere scoperto?"

"Non avrebbe dovuto, infatti" rispose Asuma, espirando un filo di fumo "Si è lasciato prendere dall'emotività. Si vede dal video: lui credeva che Naruto fosse morto e vederlo vivo deve averlo fatto infuriare. So leggere un po' il labiale e Naruto ha pronunciato le parole "morto" e "fallito". Evidentemente lo ha provocato,dicendogli che non era morto, che avevano fallito nella loro missione, quindi Choza ha reagito, tentando di strangolarlo. Non ho idea se lo abbia fatto sapendo che in quel momento erano soli, sicuramente ignorava la presenza della videocamera di sorveglianza, ma di certo è stato un crescendo e quando Naruto, per salvarsi, gli ha spezzato le dita, non ci ha più visto. Se l'avversario di Choza non fosse stato Naruto le cose sarebbero andate in modo completamente diverso."

Ino, che fino a quel momento era rimasta in silenzio, scoppiò a piangere, così Sakura la prese per le spalle e la fece sedere.

"Non avevo idea … non credevo … non … non avrei mai immaginato che mio padre potesse fare cose del genere …"

"Uscite dal mondo delle favole!" esclamò Tsunade, arrabbiata "Siete ninja, non state giocando! Avete idea di quanti ninja del nostro stesso villaggio sono stati uccisi perché considerati pericolosi o traditori? Avete idea del reale potere di Naruto? Tutti voi lo state sottovalutando! Lui è una Forza Portante! Se non indossasse il ciondolo del primo Hokage e se Yamato non possedesse il potere di fermarlo avrebbe ucciso tutti attorno a lui."

Sakura rabbrividì e Tsunade lo notò immediatamente.

"Lo hai visto, vero Sakura?" chiese alla sua allieva.

"Sì" rispose Sakura "Di certo possiede un potere che è difficile controllare. Quando eravamo sul ponte Tenchi è stato il pensiero di Sasuke a fargli perdere il controllo, in questo caso credo che sia evidente …"

"Esattamente" confermò Kakashi "Dobbiamo fare molta, molta attenzione. In questo momento Naruto è instabile emotivamente, ho sentito di tutto e di più al villaggio su di lui, tutti ora hanno ricominciato a considerarlo un mostro e ciò non gli farà bene. Voi tutti, che conoscete la verità, dovrete fare del vostro meglio per stargli vicino o finirà per fare del male a se stesso o agli altri."

Tutti si guardarono negli occhi.

"Non si tratta solo di amicizia" sottolineò Kakashi "Immagino che voi tutti siate legati a lui e abbiate sofferto quando lo avete creduto un mostro e che ora vogliate fare di tutto per aiutarlo, ma dobbiamo affrontare la realtà ed essere pragmatici: se Naruto è sereno riesce a controllare la Volpe, viceversa una qualsiasi emozione negativa potrebbe portarlo alla distruzione e, ne sono certo, quando uscirà di prigione e si sarà ripreso fisicamente, dovrà affrontare l'odio e la paura degli abitanti del villaggio. Nemmeno se potessimo scagionarlo dalle accuse le cose cambierebbero, nessuno degli abitanti lo aveva mai visto così e ora sono spaventati."

"Noi lo aiuteremo!" gridò Rock Lee con il pugno alzato, che fino a quel momento era rimasto in silenzio "Non sarà solo!"

"Esatto! Ben detto, Rock Lee!" commentò Gai, imitando l'allievo "Gli staremo vicino e faremo in modo che senta il nostro affetto!"

Tutti gli altri si unirono a lui e Kakashi sorrise, rassicurato dal loro entusiasmo.

"Prima di tutto dovrò parlare con Danzo" disse Tsunade "Perciò per ora Naruto resterà dov'è, ma vi prometto che entro questa settimana lo farò spostare in un posto più sicuro."

Kakashi si inchinò.

"La ringrazio" disse "Vorrei andare a parlare con lui, ora, dirgli che presto sarà fuori, prepararlo per ciò che lo aspetta."

"No" disse Tsunade "Ti aspetto tra mezz'ora nel mio ufficio con gli altri per la missione di cui ti dovevo parlare, Naruto potrà attendere qualche altro giorno."

"Ci sarò." rispose lui, seriamente.

"Potete andare" li congedò l'Hokage.

Pian piano la sala si svuotò, Kakashi fu l'ultimo ad uscire, dopo aver preso la cassetta ed averla riposta al sicuro.

Qualche giorno più tardi, nella prigione, oltre al silenzio era calato l'oscurità. Le celle non erano illuminate se non da un'apertura posta all'inizio del corridoio, che faceva entrare un po' di luce quando il sole batteva sulla parete, ma Naruto era in fondo e di quella luce non vedeva che il riflesso, quando era giorno, di notte poteva vedere grazie alla luce delle fiaccole, che molto spesso venivano dimenticate spente, lasciandolo al buio.

Quella sera anche l'ultima fiaccola si era esaurita e nessuno era ancora andato a sostituirla, ma dalla cella di Naruto si vedeva un bagliore giallo, quasi dorato, che diventava pian piano più intenso.

Il silenzio fu spezzato dal rumore metallico delle chiavi che aprivano la porta e dal cigolio di questa sui cardini.

La luce svanì.

"Faccia presto, Maestro Kakashi" disse la guardia "Porti con sé questa torcia, mi sa che ci siamo dimenticati di sostituirle quelle presenti nel corridoio.

"Va bene" rispose lui, pensando che avrebbero potuto fare uno sforzo in più, portandole loro stessi molto prima, ma evitò di dirlo ad alta voce. Era appena tornato dalla missione, era tardi, lui puzzava ed era esausto, ma non voleva perdere un altro minuto, perciò si era recato subito alla prigione per poter parlare con Naruto.

"Senta, visto che c'è" chiese la guardia, senza nessun imbarazzo "non è che potrebbe portargli anche la cena?"

Kakashi osservò il vassoio che gli porgevano: era lercio e il cibo che conteneva era scarso e poco appetitoso, non riuscì nemmeno a capire di cosa si trattasse; inoltre era molto tardi, avrebbero dovuto portargliela almeno un paio d'ore prima.

"Grazie" disse, senza far trasparire il disgusto, quindi si avviò verso la cella del suo allievo.