Ci sono! Ci sono! Ieri ho dimenticato di pubblicare il capitolo! Immagino che siate curiosi di sapere cosa ha detto Shikaku a Naruto, vero?

Ho riflettuto a lungo su come impostare questo capitolo. A dir la verità l'ho già scritto, ma ho pensato che rivelare subito ciò che aveva da dire Shikaku sarebbe stato un peccato, perciò lo scoprirete più avanti, insieme ad altre cose. Per il momento, per mantenere viva la suspance, facciamo un balzo in avanti. Inoltre, essendo questo un what if, cambierò alcune cose, come l'attacco da parte di Alba alla Foglia, ma lo vedrete prossimamente.

Poi, alla fine della storia, vi farò un riassunto con tutti i fatti in ordine cronologico, se ne avrete bisogno XD

Buona lettura

Mini

06. Dolore

Erano trascorsi alcuni mesi da quando Shikaku aveva fatto visita a Naruto, il quale nel frattempo era uscito. I suoi amici avevano fatto di tutto per farlo tornare a casa sereno, una settimana prima della scarcerazione erano andati a casa sua e, trovandola ovviamente sporchissima, l'avevano pulita e ordinata. Naruto era sempre magro ma da quando avevano iniziato a portargli il cibo in prigione aveva ripreso qualche chilo, ora avrebbe potuto riprendere gli allenamenti e a mangiare come prima, non solo ramen ma anche verdure fresche e frutta.

Sakura, Ino, Hinata e Tenten avevano pulito tutti gli abiti e fatto una bella spesa, ma già dopo qualche settimana Naruto aveva avuto bisogno di comprare alcune cose. Dopo aver resistito qualche giorno, decise di uscire non per allenarsi ma per passeggiare e comprare ciò che gli serviva.

Nelle settimane precedenti non passava nemmeno per il villaggio, usciva direttamente nella foresta e lì si allenava, da solo o insieme a Jiraiya,che dopo poche settimane era ripartito per una nuova missione di spionaggio, o insieme a Sakura, Sai e Kakashi. Capitò spesso che andassero in missione, perciò restavano fuori da Konoha per giorni. Per questo motivo quella era la prima volta in cui, da quando era stato scarcerato, se ne usciva spensierato per fare qualcosa di normale.

Passeggiava tranquillamente, aveva in tasca la borsa in cui infilare un po' di insalata, qualche pomodoro, due o tre carote e qualche altra cosa a cui stava pensando. C'erano diversi negozi di alimentari, decise di non andare in quello che aveva distrutto, perciò si recò in quello poco distante. Non aveva nemmeno fatto in tempo ad entrare, quando il proprietario, che lo aveva visto, gli bloccò il passo.

"Tu qui non entri, mostro!"

Naruto alzò entrambe le sopracciglia, stupito.
"Come, scusi?" chiese.

"Non ti permetterò di entrare. Non mi fido di te. Vattene. Ah, non perdere tempo a cercare un altro negozio, almeno in questa via, tutti ti vogliamo fuori dai piedi."

Naruto aprì la bocca per ribattere, poi si guardò attorno. Attirati dalle urla dell'uomo, altri negozianti si erano affacciati e lo guardavano con odio.

Naruto chiuse la bocca e annuì.

"Capisco." disse "Me ne vado."

Rimise in tasca la borsa e si allontanò, sperando senza crederci troppo di trovare qualcosa altrove.

Era ormai sera, Naruto aveva girato tutto il villaggio in cerca di un negozio dove comprare del cibo ma nessuno sembrava intenzionato a lasciarlo entrare e mentre camminava sentiva chiaramente gli sguardi carichi d'odio dei passanti.

"Non ricordavo che facesse così male …" mormorò.

Aveva quasi rinunciato, quando si rese conto di trovarsi di fronte al ristorante di Ichiraku.

"Forse potrei provare qui …" disse, avvicinandosi "So che non dovrei mangiare ramen tutti i giorni, ma se per oggi non ho alternative …"

Il chiosco non era pieno, c'erano un paio di posti a sedere, così Naruto si avviò verso quello più isolato, sperando che Ichiraku fosse felice di vederlo dopo tanto tempo, ma fece giusto in tempo ad oltrepassare le tendine, quando un ninja che non conosceva si voltò verso di lui.

"Ah no, eh!" esclamò, alzandosi in piedi "Se lui resta qui me ne vado io e, fidati, non tornerò!"

"Anch'io!" disse un altro ninja, voltandosi verso Ichiraku, il quale lo ignorò.

"Naruto! Quanto tempo!" disse, già prendendo una ciotola "Ti faccio il solito ramen?" chiese, con un sorriso enorme.

Naruto esitò. Aveva fame, non c'era dubbio, ma le minacce dei due ninja lo avevano turbato. Apprezzava l'accoglienza di Ichiraku, ma non voleva metterlo in difficoltà.

"Non importa, ripasserò." disse, sorridendogli.

"Capisco" rispose lui, che aveva intuito le ragioni dietro a quel rifiuto.

"Non tornare, invece!" lo aggredì il primo ninja "Vattene, mostro!"

Naruto accusò il colpo ma non reagì, si limitò a chinare il capo e ad andarsene, con l'intenzione di tornare a casa.

Durante il tragitto gli sguardi di chi lo incrociava lo ferivano, gli procuravano quasi dolore fisico tanto erano taglienti, non era più abituato a tanto astio nei suoi confronti. Si era quasi chiuso in se stesso per cercare di ignorarli, quando qualcuno lo colpì alla testa con un sasso particolarmente grande e appuntito.

"Vattene, mostro!" gridò un bambino, probabilmente istigato dai genitori, che lo gaurdavano compiaciuti.

Naruto si fermò e si sfiorò la tempia, il sasso lo aveva ferito e stava uscendo del sangue. Anche se mentre osservava il rosso sulle sue dita la ferita si era già rimarginata, non potè fare a meno di sospirare.

"Hai capito?" gridò di nuovo il bambino "Vattene!"

Un altro sasso lo colpì, stavolta al braccio. Naruto non reagì.

"Vattene! Stai spaventando tutti!" lo rimproverò una signora anziana "Non ti vogliamo qui!"

"Dove altro potrei andare?" si chiese, parlando a bassa voce, ma qualcuno lo sentì.

"Ovunque, ma non qui!" rispose il padre del bambino, mettendosi di fronte al pargolo.

Naruto annuì.

"Come volete." rispose, rassegnato e triste.

Naruto fece per andarsene e quando gli voltò le spalle il bambino lo colpì alla schiena con un altra pietra, ancora più grande. Il dolore fu acuto ma lui non si fermò, anzi, acellerò il passo per tornare a casa il prima possibile, ignorando ogni occhitaccia, ogni altro sasso che gli tirarono addosso, imitando il bambino. Alla fine quasi correva quando riuscì a raggiungere la sua via e la porta del suo appartamento, dove si chiuse dentro, ignorando le utlime voci che ancora lo coprivano di insulti.

"Finalmente!" esclamò, concentrandosi per far fuoriuscire il chakra e guarire le ferite "Domani andrò nel bosco e troverò lì qualcosa da mangiare."

Aprì svogliatamente il frigorifero e lì ci trovò un peperone, dei pomodori e dell'insalata. Li osservò a lungo, li tirò fuori, li mise sul tavolo e andò alla finestra per osservare il fazzoletto di terra dietro casa.

"Se non posso comprarli …"

Tornò davanti al tavolo e, preso un coltello, aprì pomodori, peperoni e insalata e li tagliò.

"Da questi potrei ricavare dei semi …" disse, estraendoli e posandoli su un tovagliolo "Questa potrei piantarla così com'è!" continuò, esaltandosi "Potrei faremi un orto! Ho già tante piante, coltivare qualche pomodoro non dovrebbe essere difficile!"

In poco tempo Naruto riuscì a mettere da parte i semi di ciò che aveva e li mise in alcuni piccoli vasi che poi innaffiò poi, dal momento che il sole non era ancora calato, andò in giardino e, presa una piccola paletta che usava per le sue piante in vaso, iniziò a zappare.

"Non è lo strumento perfetto ma dovrei riuscire a farcela." disse.

Lavorò per un paio d'ore, ormai era buio quando finì, era sporco di terra e sudato ma soddisfatto del lavoro.

"Appena i semi germoglieranno potrò trasferirli qui!" disse, fiero di ciò che aveva fatto "Il problema è che non ho altre verdure … Potrei andare dal Maestro Kakashi per vedere se ha qualcos'altro!"

Naruto si fece una doccia veloce e andò dal suo maestro e, notando che le luci erano ancora accese, si fece coraggio.

"Maestro Kakashi?" chiese, bussando "è in casa?"

Kakashi andò ad aprire subito.

"Naruto! Che sorpresa!" disse, spostandosi per farlo entrare "Cosa ti porta qui?"

"Niente di speciale" disse "Purtroppo ho quasi finito la verdura e ho pensato di fare un orto dietro casa"

Kakashi lo osservò, incuriosito.

"Sai che esistono i negozi che vendono verdura e tante altre cose, vero?" chiese, alzando un sopracciglio.

"Sì, certo!" rispose lui, come se nulla fosse "Solo che … ecco …" esitò, non voleva raccontare la verità "Pensavo che mi avrebbe dato più soddisfazione coltivare io stesso ciò che … ma chi prendo in giro?" disse,rendendosi conto che mentire proprio a lui sarebbe stato ridicolo "Non mi lasciano entrare. Nessuno. Il cibo che ho in casa è ciò che resta della spesa che mi hanno fatto le ragazze. Ho provato ad entrare in ogni negozio di Konoha e mi hanno tutti respinto." disse, quasi d'un fiato.

Kakashi lo aveva ascoltato con crescente ansia.

"Oggi sono stato impegnato tutto il giorno e non sono uscito di casa. Ti è successo anche altro?" chiese.

Naruto non rispose.

"Sii sincero con me, Naruto" lo rimproverò Kakashi "Tenerti dentro ciò che succede non ti aiuterà.

Naruto annuì.

"Cosa vuole che sia successo?" chiese "Ciò che mi aveva detto lei. Mi guardano tutti come se fossi un mostro, non posso andare da Ichiraku perché altrimenti gli altri clienti se ne andrebbero e adesso mi tirano pure le pietre addosso."

"Pietre?" chiese Kakashi, impressionato e ferito "Certo che hanno un bel coraggio, sapendo che, volendo, potresti ucciderli tutti."

"Non lo farei mai!" gridò Naruto, disperato.

"Lo so." rispose Kakashi, rassicurante.

"Ciò nonostante" continuò Naruto, riacquistando la calma "Non ho intenzione di arrendermi. Posso pescare, posso coltivare un orto, mi piace annaffiare le piante. Non voglio dargliela vinta, prima o poi capiranno che si sbagliano."

Kakashi sorrise, era lui, era davvero lui il Naruto che ben conosceva.

"Inoltre …" mormorò, abbassando lo sguardo "Come posso salvare Sasuke da Orochimaru se non riesco nemmeno a salvare me stesso?"

Kakashi sospirò, era decisamente lui, pensava a Sasuke anche in una situazione del genere.

"Bene!" disse, sfregandosi le mani "Hai bisogno di qualcosa? Una zappa? Un innaffiatoio?"

"Una zappa mi manca, anche se ho già in qualche modo sistemato il terreno" spiegò lui, illuminandosi "Ho piantato in un vaso alcuni semi di pomodoro, peperone e un cespo d'insalata, ma vorrei anche altro, perciò mi chiedevo se lei …"

"Certo! Certo!" rispose Kakashi, andando in cucina, davanti al frigorifero "Ho dei cetrioli e delle zucchine, puoi ricavare dei semi da qui." disse, porgendoglieli.

"La ringrazio tanto; Maestro" disse lui, chinandosi leggermente "Ora, però, la lascio riposare, vado a casa."

"Lo faccio con piacere" rispose Kakashi "Vorrei solo che tu, in cambio, mi dica sempre se c'è qualcosa che non va."

Naruto annuì.

"Non posso prometterle che lo farò sempre, ma posso provarci." rispose, sorridendo "Però, in effetti ci sarebbe qualcosa che vorrei condividere con lei" continuò Naruto.

Kakashi sorrise dietro la maschera.
"Certo, sono qui."

Erano trascorse un paio d'ore, era appena rientrato, quando sentì bussare alla porta. Andò ad aprire e si stupì vedendo lì tutti i suoi amici.

"Cosa è successo?" chiese, vedendoli preoccupati.

"Sappiamo tutto!" disse Sakura entrando e osservandolo come per cercare qualcosa "Sei ferito? Hai bisogno di qualche cura? Stasera Rock Lee è andato da Ichiraku, che gli ha raccontato tutto! Anche di come ti hanno preso a sassate! è disgustoso! Veramente disgustoso! Vuoi che facciamo noi la spesa per te? Mia madre ti ha visto mentre ti cacciavano da alcuni negozi, immagino che tu non sia riuscito a comprare nulla, vero?"

Naruto era stordito, Sakura parlava a raffica e mentre gli altri erano entrati e si erano accomodati, lui cercò di placarla.

"Va tutto bene, Sakura, sto bene" disse "Non sono ferito e non voglio dare soddisfazione a quegli sciocchi."

"Ti stai facendo un orto?" disse, vedendo i vasi pieni di terra.
"Sì, ho pensato che se non potevo comprare la verdura potevo coltivarmela! Qeusti me li ha dati il Maestro Kakashi" disse, mostrando il cetriolo e la zucchina.

"Ottima idea!" commentò Rock Lee "Potrei farlo anch'io! Potrei andare a prendere l'acqua al fiume come allenamento e potrei …"

"Abbiamo capito, Lee" lo zittì Neji, che ormai aveva capito che era partito per la tangente.

"Sto bene" disse Naruto "Più o meno" aggiunse "Non è stato facile oggi, ma so che voi siete dalla mia parte e questo mi dà tanta forza." spiegò, osservandoli uno per uno.

"Bravo, Naruto!" lo elogiò Kiba, spalleggiato da Akamaru, che abbaiò in segno di solidarietà.

Naruto sorrise.

"Siete tanto gentili con me …" mormorò sorridendo "Non voglio che però questo vi si ritorca contro" spiegò, tornando serio "I clienti di Ichiraku hanno minacciato di non andare più da lui e non vorrei che, facendovi vedere insieme a me, abbiate anche voi dei problemi."

"Naruto, non dire sciocchezze!" lo sgridò Ino "Noi non vogliamo lasciarti solo!"

"Lo so" rispose lui, sorridendo "Lo so io e questo mi basta."

"No, non basta." si aggiunse Shikamaru "Se ti vedranno solo si sentiranno più forti e ciò che ti hanno fatto oggi sarà solo l'inizio e non potrà far altro che peggiorare."

Naruto non rispose.

"Vogliamo che tutti sappiano che siamo dalla tua parte, che niente è cambiato e che sei il solito Naruto pasticcione che non ferirebbe nessuno. Inoltre …" iniziò Shikamaru "Be', sai a cosa mi riferisco, giusto? Come puoi pretendere di raggiungere quell'obiettivo se non ci permetti di sostenerti apertamente?"

Naruto annuì per chiudere il discorso senza destare sospetti, ma la curiosità di Ino fu più forte.

"Sa di cosa stai parlando? Perché? Di cosa sta parlando?"

Naruto guardò Shikamaru in evidente disagio.

"Avanti! Diglielo! Cosa aspetti? Anzi, faglielo vedere, poi racconteremo tutto con calma."

Naruto arrossì, poi annuì.

"Va bene." disse, poi chiuse gli occhi per concentrarsi. Tutti si avvicinarono e, quando Naruto aprì gli occhi, trattennero il fiato per l'emozione.

Nel frattempo nel paese della pioggia, in un luogo segreto e ben riparato, Pain si trovava di fronte agli ologrammi degli alti membri dell'Organizzazione Alba. Konan, al suo fianco, osservava la scena.

"Una fonte ben informata mi ha detto che, ormai da mesi, Naruto Uzumaki è stato imprigionato all'interno del villaggio." spiegò "Ora, a quanto pare, è uscito, ma è debole e da quello che so ha tutto il villaggio contro. Non sarà difficile catturarlo."

"Perché lo hanno imprigionato?" chiese Itachi.

"Non ne sono certo, deve esserci stato qualche problema, ma a noi questo non interessa" spiegò Pain "Tutto ciò che dovete sapere è che l'Enneacoda è debole e pronta per essere catturata."

I membri dell'Organizzazione si guardarono l'un l'altro.

"Deidara. Tobi." esclamò Pain, rivolgendosi ai due "Vi occuperete voi della sua cattura."

"Sì!" esclamò Deidara "Mi potrò vendicare per il mio braccio! Anche se non mi entusiasma lavorare con … lui!" aggiunse, indicando Tobi.

"Questi sono gli ordini. Ora andate. Attendo vostre notizie."

Tutti annuirono e, nel giro di pochi istanti, svanirono.

Pain si alzò e, sotto lo sguardo preoccupato di Conan, uscì dalla stanza per recarsi all'aperto, in cima alla torre, per osservare il paesaggio.

"Presto otterremo ciò che vogliamo e allora il mondo conoscerà il dolore."