Eccoci finalmente al flashback, così capirete come Naruto è arrivato a fare ciò che ha fatto nel capitolo precedente. Piccola premessa. In questo capitolo vorrei parlare del luogo in cui vive Kurama. Per me è un luogo molto importante e in questa fanfiction vorrei dargli un ruolo diverso e descriverlo in modo più dettagliato. Ah, ci sarà un flashback nel flashback!

Qualche tempo prima, durante la prigionia di Naruto

C'era tensione nell'aria, Shikamaru non si aspettava di vedere suo padre, non così, inoltre non sapeva quanto avesse ascoltato della loro conversazione. Il ragazzo si voltò verso Naruto, che stranamente sembrava tranquillo, non pareva che fosse di fronte all'uomo che aveva tentato di ucciderlo.

"Papà. Vorresti parlare con noi?" chiese "Di cosa? Non è che vorresti …" iniziò, notando che Shikaku aveva un kunai a portata di mano e diverse armi.

"Non essere sciocco" lo precedette lui "Se fossi qui per uccidere Naruto di sicuro non lo avrei fatto con te presente come testimone."

Shikamaru si diede dello sciocco, aveva già ammesso che era lì proprio per vederli entrambi.

"Queste armi non sono per voi, essere qui per me è un rischio, perciò ho preso qualche precauzione, ma ci tenevo a parlare con te, Naruto, e volevo che Shikamaru sentisse ciò che ho da dirti."

Shikamaru guardò suo padre, poi Naruto, che fece un passo indietro, sembrava tranquillo ma non del tutto a suo agio.

"Mi ascolterai?" chiese Shikaku, quasi implorando.

Naruto rimase in silenzio qualche istante, poi annuì. Shikaku sospirò di sollievo.

"Voi siete troppo giovani per capire, ma la vita di un ninja non consiste semplicemente nel ricevere missioni ed eseguirle, dietro questo c'è molto altro. Noi ninja più anziani sappiamo bene quanto sia importante mantenere equilibrio e stabilità all'interno del villaggio e spesso capita che si debbano prendere delle decisioni difficili, come uccidere dei ninja traditori o pericolosi per gli altri."

Shikaku sospirò ancora, in evidente difficoltà.

"Naruto, immagino che tu ormai sappia che abbiamo cercato di ucciderti per ordine di Danzo."

Naruto non fece una piega, la sua assenza di stupore rassicurò Shikaku.

"Sarò sincero, non ero molto convinto di questa missione, mi sono lasciato influenzare dai discorsi di Danzo e dal fatto che invece Choza fosse favorevole fin da subito."

Calò il silenzio, nessuno sapeva bene cosa dire, fu Naruto a parlare per primo.

"Sembravi molto convinto, quella notte" disse parlando piano, quasi sussurrando.

"No, al contrario" rispose Shikaku "In realtà volevo solo che finisse il prima possibile."

Shikamaru alzò un sopracciglio, cosa che non sfuggì al padre.

"Mi vergognavo" spiegò lui, chinando il capo "Sapevo che se tu, Shikamaru, lo avessi scoperto, non mi avresti mai perdonato, inoltre …"

Shikaku alzò lo sguardo.

"Non ho mai pensato che tu fossi un mostro, Naruto. Lo sei diventato per colpa nostra, per colpa della nostra paura."

Naruto annuì.

"Ammetto che a lungo, qui dentro, ho pensato che sarebbe stato meglio se foste riusciti a uccidermi." spiegò, guardandolo negli occhi.

"No! NO!" sbottò Shikaku "Sbagliavamo noi! Danzo ci ha manipolati! Anche Inoichi la pensa come me, ne sono certo!"

"Per quanto riguarda Choza, invece?" chiese Shikamaru "Puoi spiegare ciò che ha fatto?" chiese Shikamaru, intervenendo dopo un lungo silenzio.

"Choza ha sbagliato" disse Shikaku "Noi eravamo partiti per una missione il giorno prima, siamo tornati indietro per … be', lo sapete …" disse, evitando di ripetere ciò di cui si vergognava "poi siamo tornati in missione per togliere ogni sospetto su di noi e siamo rientrati al villaggio solo giorni dopo. Eravamo appena arrivati, avevamo molta sete, così Choza si era offerto di andare a prendere delle bibite per tutti. Noi stavamo aspettando fuori, Choza ha visto Naruto e si è lasciato trasportare dall'emotività, non ha ragionato e lo ha attaccato. Se Choza non avesse reagito così, apertamente e in pieno giorno, sarebbe stato forse ancora peggio. Vedendoti vivo avremmo dovuto far finta di niente e trovare un nuovo modo per ucciderti e, forse, ora non saresti qui."

"Sei serio?" chiese Shikamaru "Hai detto che …"

"Lo so, so cosa ho detto, Shikamaru" lo riprese il padre "Sto parlando di cosa sarebbe successo allora. Sebbene fossi incerto avrei eseguito gli ordini. Ora, però, è cambiato tutto, ho riflettuto sulle mie azioni, ho parlato anche con Madamigella Tsunade e ho capito di aver sbagliato ad affidarmi a Danzo."

Shikamaru lo guardò scettico, Naruto sembrava combattuto, ma ciò che fece Shikaku lo lasciò a bocca aperta.

Shikaku cadde in ginocchio e si prostrò di fronte a Naruto, chinando la testa di fronte a lui.

"Ti prego, Naruto" disse "Ti imploro di perdonarmi"

Naruto e Shikamaru lo guardarono, senza parole. Naruto era diventato rosso per l'imbarazzo, non si sarebbe mai aspettato una cosa del genere. Shikamaru e Shikaku lo osservavano, quest'ultimo dal basso verso l'alto, alzando appena la testa.

"Certo, ti perdono" rispose Naruto, cercando di non far tremare la voce "Ma a una condizione."

Shikaku chinò nuovamente il capo.

"Qualsiasi cosa!"

Qualche tempo prima

"Quindi tu ora non credi più che io sia un mostro, giusto?" chiese Kurama, guardandolo interessato.

"Mostro? Non mostro? sinceramente non mi interessa. So fin troppo bene come la rabbia possa trasformare chiunque in qualcosa di spaventoso. Se dicessi che Choza è un mostro nessuno mi crederebbe, ma i suoi occhi, quel giorno, dicevano diversamente. Non erano gli occhi rossi di un … demone? è giusto chiamarti così?" chiese Naruto, interrompendosi per sciogliere quel dubbio che gli era appena venuto.

"Mah, è lo stesso. Il termine corretto sarebbe Cercoterio, ma a me non importa."

"Ecco, grazie, Cercoterio" proseguì Naruto "Non aveva gli occhi rossi di un Cercoterio, ma vedevo in lui l'odio che per anni ho visto negli abitanti del villaggio. Questo, secondo me, è mostruoso."

Kurama non rispose.

"In questi anni ho capito che è importante mettersi nei panni dell'altro, non chiudersi in se stessi. Mi ricordo come se fossi ieri la stretta al cuore che ho avuto quando morirono Haku e Zabuza. Loro erano miei nemici, ricordo di aver desiderato davvero che morissero, poi però …"

"Hai iniziato a vedere le cose dal loro punto di vista, che anche tu, per loro, eri un nemico."

Naruto annuì.

"Fino a quel momento avevo dato per scontato di essere nel giusto" spiegò Naruto" che erano tutti gli altri ad essere cattivi, ma non è così semplice, c'è molto altro da tenere in considerazione."

Kurama sogghignò.

"Sei molto saggio per essere un moccioso" disse "Mi ricordo Hagoromo."

"Hagoromo?" chiese Naruto "Chi è?"

"Si può dire che sia mio padre" spiegò la volpe "Lui generò me e gli altri Cercoteri dalla Decacoda, di cui era la Forza Portante. Stava per morire quando ci generò, voleva che la potenza del Decacoda non facesse i danni che aveva provocato prima che lui la sigillasse dentro di sé."

Naruto annuì, pensieroso.

"Quindi anche tu sei cresciuto solo …"

"Be', non proprio …" rispose Kurama "Avevo i miei fratelli, fino a quando Hashirama Senju non ci catturò. Lui utilizzò la tecnica del legno per imprigionarci e donarci come oggetti agli altri villaggi per mantenere la pace."

C'era astio nella voce di Kurama e Naruto lo percepì.

"Come oggetti?" chiese, disgustato.

"Come oggetti." confermò Kurama.

"Tutto ciò è vergognoso" disse Naruto "Posso immaginare perché ce l'avessi con i ninja. Ti hanno separato dai tuoi fratelli trattandoti prima come un oggetto e poi come un mostro, solo per i loro scopi."

Kurama annuì.

"Mi dispiace." mormorò Naruto "Se fosse per me ti farei uscire dal mio corpo anche ora."

"Moriresti." lo rimproverò Kurama.

"Lo so, ma …"

"Ma, niente" disse Kurama "Ti conosco da quando sei nato. Ti sono sempre sembrato ostile perché in realtà volevo proteggerti, ogni volta in cui hai usato il mio chakra lo hai fatto per proteggere le persone che amavi, o sbaglio?"

Naruto non rispose, pensando a ciò che era successo al ponte Tenchi. Kurama lo capì.

"Sì, va bene, hai ferito Sakura, e allora? Succede! Non è facile gestire un charka come il mio e lei è stata avventata. Sono cose che capitano, ma non per questo dovresti sentirti un mostro."

"Tu non vorresti essere libero?" chiese Naruto.

"Libero? Certo che vorrei essere libero, ma cosa ne guadagnerei? I miei fratelli sono tutti imprigionati, ora, o nelle Forze Portanti o da Alba. Sarei solo in un mondo che mi considera un mostro. Qui, nonostante sia una prigione, mi sento al sicuro."

Naruto inclinò appena la testa, incuriosito, non aveva mai sentito Kurama parlare così tanto e soprattutto con quei toni.

"Non l'ho mai detto, non te l'ho mai fatto capire e, sarò onesto, non l'avrei nemmeno mai ammesso con me stesso, ma la tua presenza mi ha sempre fatto bene. Il mio charka è corrotto dal mio odio e dalla mia paura, il tuo è puro, solare, caldo."

Naruto arrossì e anche Kurama si rilassò.

"Se tu morissi io sarei solo e avrei perso l'unica persona che non mi considera un mostro."

"Avresti perso un amico" lo corresse Naruto, facendogli l'occhiolino.

"Amico?" chiese Kurama "Sì, mi piace come suona!"

Trascorse del tempo, dopo quella conversazione Naruto e Kurama parlarono sempre più spesso e iniziarono ad allenarsi, sempre sul piano del sigillo, per far interagire i loro chakra. Mentre i loro sforzi progredivano anche Naruto sembrava stare meglio fisicamente, nonostante fosse sempre magrissimo il suo viso era più rilassato e anche il colore della pelle era tornato roseo. Quando Naruto fondeva il suo chakra con quello di Kurama il suo corpo cambiava, la sua pelle non veniva più bruciata dal chakra rosso ma si illuminava di un colore dorato che emanava anche un leggero bagliore.

Non era trascorso molto tempo, a dir la verità, quando Naruto notò qualcosa di diverso.

"Kurama?" chiese, mentre entrambi si stavano rilassando dopo una lunga sessione di allenamento.

"Mhn?" rispose pigramente la volpe.

"L'acqua era sempre stata torbida, giusto?" chiese, guardandosi attorno.

"Mhn?" ripeté Kurama "Mi pare di sì."

"Eppure adesso non lo è più" disse Naruto, guardandola con attezione "Non ci avevo ancora fatto caso, ma qualcosa è cambiato. L'acqua è più limpida e anche le pareti sembrano … diverse, più pulite."

Kurama si alzò e si guardò attorno.

"In effetti hai ragione" commentò "Anch'io mi sento meglio, mi sento più rilassato."

"Evidentemente il tuo umore influenza il tuo chakra, che a sua volta porta conseguenze anche a questo posto."

"Visto, Naruto?" gli disse Kurama, facendogli l'occhiolino "Te l'avevo detto che mi fai bene!" aggiunse, con un gran sorriso.

Naruto non sorrise ma si alzò, pensieroso, avvicinandosi al cancello che lo divideva da Kurama.

"Questo è il sigillo, giusto?" chiese, sfiorando le barre.

"Esatto. Fino a poco tempo fa mi dava fastidio, ora no."

"Eppure sono pur sempre sbarre" commentò Naruto "Vorrei che sparissero."

"Non so cosa dirti, potresti provare a staccare il sigillo."

"Lo farò." rispose Naruto "Aiutami, da solo non riesco a raggiungerlo."

Kurama fece passare un dito tra le sbarre, sul quale Naruto salì, e lo portò al livello del sigillo. Naruto prese un profondo respiro, il sigillo era grande quanto lui, ma con un colpo secco riuscì a staccarlo.

"Senti qualcosa di diverso?" chiese, rivolto a Kurama.

"No, non proprio, sento che le sbarre sono più deboli, ma non posso fare nulla per uscire."

"Ah" esclamò Naruto "Qui c'è una specie di chiusura, sembra che serva una chiave!"

"Io non so dove sia!" rispose Kurama.
"La troveremo, ok?" promise Naruto "Farò di tutto per riuscire a trovarla! Te lo prometto! Io mantengo sempre le mie promesse!"

Kurama sorrise.

"Lo so."

Shikamaru e Shikaku erano sbalorditi. L'interno della cella era illuminato da poche torce, ma in quel momento quasi gli sembrò di essere all'aria aperta. La pelle di Naruto era diventata dorata, luminosa come un piccolo sole, l'energia che emanava era calda, rassicurante, come un piccolo fuoco e Naruto non era mai stato così sicuro di sé.

"In questo periodo io e Kurama abbiamo parlato molto. Kurama è il nome della Volpe a nove code" precisò "Ero qui, solo, ho pensato che parlare con lui sarebbe mi avrebbe aiutato … e alla fine ci siamo aiutati entrambi. Il sigillo c'è ancora, a quanto pare serve una chiave per poterlo aprire, ma è ciò che vogliamo fare."

"V-vogliamo?" chiese Shikaku, spaventato "Vuoi liberare la volpe?"

"Kurama" lo corresse Naruto.

"S-sì, certo, Kurama … Non può essere pericoloso? Come potresti controllarla?"

Naruto allargò le braccia.

"Questo ti sembra pericoloso? Io non voglio controllarla, d'ora in poi io e lui collaboreremo e agiremo insieme, senza danni."

Shikaku sembrava ancora titubante, Shikamaru invece era ancora a bocca spalancata per la sorpresa.

"Sei stato fenomenale, Naruto!" disse.

"Lo siamo stati" lo corresse lui, sorridendo.

"Quindi, cosa vorresti che facessi per potermi perdonare?" chiese Shikaku, anche se aveva intuito la risposta.

"Vorrei ciò che avete già capito" spiegò Naruto "Vorrei che la smetteste di vederci come mostri. Parlo di me e parlo di Kurama.

"Non sarà facile, Naruto" spiegò Shikaku "La Volpe a Nove code è stata un flagello per il villaggio, ha ucciso molti ninja, tra cui …"

Si interruppe, non sapeva dove poteva spingersi, cosa conoscesse Naruto della verità.

"Lo so, anche i miei genitori. Kurama mi ha raccontato tutto, tutta la sua vita, mi ha detto che mio padre è il Quarto Hokage, Minato Namikaze, e che mia madre è Kushina Uzumaki, la sua precedente Forza Portante."

Shikaku annuì, leggermente a disagio, mentre Shikamaru ascoltava sempre più interessato.

"So ciò che successe, me lo ha spiegato, era presente, ma non fu interamente colpa sua, fu manipolato, la sua rabbia fu usata come arma e riuscì a fare ben poco per opporsi."

"Non capisco …"

"Il fatto è che lui …" Naruto si interruppe e guardò in alto, come se stesse ascoltando qualcuno a loro invisibile "Va bene, glielo dico."

Shikamaru alzò un sopracciglio.

"Con chi parli?" chiese, temendo per un istante per la sanità mentale del suo amico.

"Con Kurama, ovviamente" spiegò "Le Forze Portanti possono comunicare telepaticamente con il Cercoterio sigillato dentro di loro, e lui vorrebbe parlare con voi, sicuramente saprà spiegare meglio di me.

Shikamaru e Shikaku si guardarono l'un l'altro, poi si voltarono verso Naruto. Il ragazzo aveva chiuso gli occhi e quando li riaprì non erano più i suoi, azzurri, ma rossi, della volpe; quando parlò, poi, la sua voce uscì diversa, più bassa e lievemente intimidatoria, che li fece rabbrividire.

"Mi chiamo Kurama e, se vorrete ascoltarmi, vi voglio raccontare la mia storia."