Eccomi. Lo so, lo so, è passato ancora molto tempo, ma il lavoro mi prende tante, troppe energie e il tempo libero lo passo pulendo casa o dormendo, ma oggi sono qui con un nuovo capitolo. Spero che vi piaccia!
Un abbraccio
Mini
17. Invasione
Era davvero come stare di nuovo in prigione, buio, solitudine, solo Kurama con cui condividere quei pochi metri quadrati di spazio che aveva a disposizione.
"Credi ancora di aver fatto la scelta giusta?" chiese Kurama.
"Non lo so" rispose Naruto "Ho seguito il mio istinto. Volevo proteggere solo Jiraya, ma ci ho pensato a lungo e credo di essere riuscito a salvare anche il Villaggio. Se Pain fosse partito per venire a catturarmi al Villaggio della Foglia avrebbe fatto molti danni, probabilmente anche vittime, com'è già successo al Villaggio della Sabbia … e alla fine mi avrebbe catturato."
"Non è detto." rispose Kurama.
"Lo avrebbe fatto" ribatté Naruto, piccato "Lo avrebbe fatto e nel frattempo sarebbero morte delle persone."
"Non hai abbastanza fiducia nelle tue capacità!" lo riprese Kurama "Ma è vero, dal modo in cui ha sconfitto Jiraya devo ammettere che avresti avuto ben poche possibilità."
"In questo modo ho evitato una catastrofe. Almeno credo."
Naruto si alzò e andò alla piccola finestra, attraverso le sbarre non poteva vedere granché del villaggio della Pioggia ma poteva sentire, non era come al villaggio della Foglia, non c'erano le voci degli abitanti, il via vai di un villaggio allegro, il rumore della pioggia, incessante e pacato, sotterrava ogni altro suono come una coperta, impedendo anche di vedere lontano, tutto era grigio, silenzioso e triste. Naruto si cheise cosa stessero facendo i suoi compagni, cosa stesse facendo Sasuke e, non potendo fare altro, si addormentò, chiedendosi se i suoi compagni sarebbero mai andati a salvarlo.
Erano trascorsi alcuni giorni, ormai le squadre di ricognizione di erano radunate al confine del paese della Pioggia insieme alla squadra di Sasuke. Neji, Shino, Shikamaru, Choji, Ino, Hinata, Rock Lee, Ten Ten, Kakashi e Gai si erano riuniti e ora, insieme a Sasuke e ai suoi, stavano pianificando un attacco alla base del nemico.
"Non si aspettano il nostro arrivo" disse Shikamaru "Abbiamo il vantaggio della sorpresa, ma la non conoscenza del posto è un punto a nostro sfavore. A meno che, ovviamente" disse, guardando Sasuke "Tu non sappia dirci qualcosa."
"Nulla." rispose lui, scuotendo la testa "Non sono mai stato qui."
Shikamaru annuì.
"Capisco. Shino" disse, rivolgendosi a lui "Potresti …?"
"Ho già iniziato a inviare i miei insetti, perlustreranno la zona e troveranno un accesso sicuro.
"Ottimo. Una volta ottenuta una mappa parziale del posto potremmo iniziare a pianificare l'attacco."
Sasuke non aprì bocca, era consapevole delle capacità strategiche di Shikamaru e sapeva che lasciar fare a lui sarebbe stata la mossa migliore, inoltre voleva infiltrarsi nel covo di Pain anche per altri motivi.
Quel giorno non pioveva, evento raro nel villaggio della Pioggia. Il cielo era sempre grigio ma le nuvole erano chiare e alte. Nagato era pallido come il cielo, si sentiva debole, ma una piccola fiamma si era accesa nel suo spirito. Parlare con Naruto lo aveva fatto riflettere. Per tutta la sua vita aveva cercato una famiglia, aveva cercato un luogo a cui appartenere e per quanto ci avesse provato non ci era riuscito, ogni volta gli veniva strappato dalle mani, scivolava via dalle sue dita e lui si sentiva solo, impotente. L'Organizzazione Alba era stata l'unica che, in tutti quegli anni, era riuscita a farlo sentire accolto, accettato, perfino valorizzato. Sì, Jiraya lo aveva trasformato in un ninja, ma solo con Alba era riuscito a tirare fuori il suo vero potenziale, a emergere e a vendicarsi per tutta la sofferenza che aveva patito. C'era un solo dubbio che tormentava ogni sua notte e ogni suo giorno: era vero?
Dal luogo in cui il suo vero corpo giaceva, magro ed emaciato, poteva osservare poco del mondo esterno, ma non voleva più nascondersi dietro Pain, quella gabbia in cui si era illuso di essere libero e potente.
"Konan" sussurrò "Ho bisogno di te."
Poco lontano dall'accampamento improvvisato e virtualmente invisibile dei ninja della Foglia, Obito e Zetsu ridacchiavano silenziosamente, nascosti tra le fronde di un albero.
"Li attacchiamo ora?" chiese Zetsu, speranzoso.
"No, è troppo presto e poi sarebbe troppo facile. Diamogli l'illusione di essere in vantaggio. Piuttosto, continua a tenere d'occhio Nagato.
"No, ti prego!" piagnucolò lui "Voglio restare! Voglio ammazzare qualche ninja!"
Obito si voltò verso di lui, il suo occhio sembrava di fuoco "Lo farai" disse "Per ora limitati ad eseguire i miei ordini. Ti chiamerò quando sarà ora."
Zetsu borbottò qualcosa, ma scomparve lentamente tra la corteccia.
Obito tornò a guardare quei ninja, inconsapevoli di ciò che stavano per affrontare.
Naruto era stanco. La prigionia lo aveva debilitato e così anche l'incertezza che gli impediva di dormire. Kurama faceva del suo meglio per tirargli su il morale, ma c'era poco che potesse fare.
"Non c'è niente di buono in me" disse all'improvviso Naruto, alzandosi in piedi "La mia vita è un completo disastro! Sinceramente non riesco a ricordare un solo momento, un solo periodo che sia stato facile per me, che mi abbia fatto sentire felice o tranquillo."
"Le missioni con la squadra sette? e con gli altri? Eri felice, lo so perché c'ero. Il periodo con Jiraya? Hai imparato tantissimo da lui ed eri fiero che lui fosse il tuo maestro."
Naruto si accucciò a terra con la schiena posata sulla parete.
"Ero. Appunto. Ero. Quei momenti sono passati, non ci sono più, ora. La mia vita è faticosa, devo lottare per ogni singolo istante felice per poi vederlo sparire sotto il mio naso."
"Allora cosa dici di cosa sta succedendo adesso? Sei prigioniero, è vero, ma sono certo che …"
"Verranno a liberarmi. Lo so. Ne sono sicuro. Il problema è proprio questo. Sono i miei compagni, i miei amici, la mia famiglia, e tutto ciò che so fare è metterli in pericolo."
Naruto parlava a bassa voce, non era arrabbiato ma dal suo tono si capiva che tutto ciò lo stava distruggendo.
"Sono ninja, è questa la loro vita, sanno di rischiare di perderla in ogni missione."
"Non la perderanno però a causa mia." sussurrò Naruto, poi nascose il viso tra le ginocchia.
"A tal proposito" aggiunse "C'è un'altra cosa di cui ti vorrei parlare …"
Konan era agitata, l'organizzazione Alba era stata fino a quel momento un luogo sicuro, un nascondiglio perfetto per chi, come lei, non aveva mai avuto una vera casa. Lei ricordava quella capanna che aveva condiviso con Jiraya, Nagato e e Yahiko, ma era in un luogo troppo lontano, nel tempo e nello spazio, per poterla considerare un rifugio. Nagato le aveva parlato a lungo e infine lei si era convinta, non solo per le parole di lui ma perché, se Naruto era riuscito a cambiare la visione del suo compagno, valeva la pena fidarsi di lui.
Era finalmente arrivata di fronte alla porta dietro la quale era tenuto prigioniero, aveva visto di cosa era capace e per questo si era sempre chiesta perché non avesse mai nemmeno provato a scappare, ma quello non era il momento per le domande, a quelle forse avrebbe avuto risposta più tardi.
Naruto e Kurama avevano discusso, perfino litigato, ma alla fine la volpe aveva ceduto.
"Come vuoi" disse, sospirando "Ma lo farò solo se non avrò altra scelta."
"D'accordo."
Naruto stava per rilassarsi, ma proprio in quel momento sentirono la porta aprirsi e videro entrare qualcuno, una donna dai corti capelli capelli viola e dagli occhi nocciola che indossava una delle tuniche di Alba. Naruto non parlò, ignorandola completamente.
"Sono qui per liberarti" disse con voce pacata "Ti porterò fuori di qui, a patto che mi aiuti a fare un'altra cosa."
Naruto alzò appena lo sguardo ma non rispose.
"Mi chiamo Konan" spiegò la ragazza "Faccio parte di Alba insieme a Nagato, colui che si cela dietro Pain."
Naruto aggrottò leggermente le sopracciglia, non capendo di cosa stesse parlando.
"Ti spiegherò tutto più tardi, quando saremo al sicuro" continuò lei "Per ora, però, ho bisogno che tu mi aiuti a far fuggire anche lui."
Naruto alzò la testa.
"Vuoi tradire i tuoi compagni?" chiese, indeciso se essere offeso alla prospettiva del tradimento o sollevato che lei non fosse più sua nemica.
"Esatto." rispose lei, senza esitare "Questo posto non fa più per noi, stiamo pagando un prezzo troppo alto, è già da tempo che volevo andarmene, restavo solo per Nagato, ora che anche lui si è convinto non ha più senso restare, non c'è nulla che ci leghi a questa orgaizzazione."
"Capisco." disse Naruto "Ma Nagato mi sembra più che in grado di fuggire da solo, a cosa gli servirebbe il mio aiuto?"
"Come ho già detto" rispose Konan "Presto capirai. Ora vieni" disse, avvicinandosi alla porta "Il nostro capo si fida di noi e ci dà spazio senza controllarci ma non possiamo fidarci al cento per cento di lui."
Naruto si alzò e pochi istanti dopo entrambi correvano verso la stanza dove Nagato li attendeva.
Gli insetti di Shino erano tornati alla base e, grazie alle loro indicazioni, Shikamaru era riuscito a tracciare una mappa che gli avrebbe permesso, insieme alle informazioni dategli da Jiraya, di introdursi all'interno del Villaggio in sicurezza.
"Siamo pronti, non possiamo attendere oltre." mormorò Shikamaru "Ognuno di voi sa cosa deve fare, dovremmo distrarre i ninja della Pioggia con dei diversivi. Shino: tu, Hinata e Kiba farete da esca, tenterete di entrare da nord e, una volta ottenuta l'attenzione delle guardie, le distrarrete più che potrete. Stessa cosa farete voi tre, da sud" disse, rivolgendosi a Gai, Rock Lee, Ten Ten e Neji. Noi, invece" aggiunse, guardando Kakashi, Sasuke e la sua squadra "Noi attaccheremo frontalmente, saremo invisibili, libereremo Naruto e fuggiremo, battere Pain sarà l'ultima delle nostre priorità."
Kakashi e Gai annuirono.
"Ottimo piano, Shikamaru!" esclamò Gai, entusiasta "Il gruppo Gai è sempre pronto a fare un po' di confusione, vero?" disse, alzando il pugno.
"Esatto, Maestro!" disse Rock Lee "Andiamo! Viva la giovinezza!"
Shikamaru osservò le due squadre allontanarsi per qualche istante, poi tornò a focalizzarsi sulla mappa.
"Stando alle informazioni in nostro possesso" disse, indicando un edificio al centro del villaggio "è probabile che Naruto si trovi qui. Dobbiamo avvicinarci il più possibile senza dare nell'occhio. Sapete tutti cosa fare."
Naruto era sbalordito, Nagato non appariva per nulla come se lo era immaginato, ora era chiaro perfino a lui il ruolo dei ninja che aveva incontrato fino a quel momento, erano marionette, comandate da lui, chiuso in quella stanza senza luce, bianco come un fantasma e magro come un albero secco.
"Dobbiamo portarlo via di qui" diceva Konan, liberandolo dal macchinario che gli permetteva di inviare il charka ai vari corpi "In fretta!"
L'edificio in cui era rinchiuso Naruto era squallido e spoglio come una prigione, nonostante si trovasse al centro del villaggio, tanto grande da sembrare un labirinto, perciò lui seguiva Konan senza esitazione, fidandosi di lei pur non avendone motivo e portando Nagato quasi svenuto sulle spalle. Perché si era fidato? Perché aveva deciso di aiutarli? Non credeva che Konan potesse essere affidabile, dopotutto era la sua carceriera, era anche a causa sua se ora si trovava lì, ma credeva fermamente che, per il bene di Nagato, avrebbe fatto qualsiasi cosa. Certo, c'era la possibilità che una volta in salvo lei lo avrebbe buttato di nuovo in pasto ad Alba, ma era un rischio che era disposto a correre, anche perché non poteva peggiorare la situazione in cui già si trovava.
L'attacco era iniziato, le squadre a nord e a sud del villaggio erano entrate in azione, causando il caos e mobilitando diversi ninja; nel frattempo la vera squadra di infiltrazione era riuscita ad oltrepassare le mura e ad entrare indisturbata nel villaggio.
"Avremo poco tempo" sussurrò Shikamaru "Non possiamo sprecare nemmeno un minuto! Ora ci divideremo come vi ho spiegato, ci vediamo all'interno dell'edificio!"
Poco distante, Obito li osservava divertito.
"Allora?" chiese Zetsu, impaziente "Iniziamo?"
"Tra poco, porta pazienza" rispose lui, pronto a muoversi "Torniamo alla base, gli altri ci stanno aspettando lì. I ninja della foglia avranno una bella sorpresa."
Nel frattempo gli altri di Alba attendevano, nascosti alla vista, l'arrivo degli ignari invasori.
