Sono di nuovo qui! Com'è possibile, direte voi. Eh, sì, dopo mesi di assenza di ispirazione, ora l'ho ritrovata e, per rimediare a troppe settimane di assenza ho deciso di pubblicare non appena sono pronti i capitoli, perciò godetevi questo e preparate i fazzoletti!
Mini
19. Libertà
Sakura aspettava.
I minuti sembravano ore, giorni, secoli, le sembrò di essere tornata a qualche anno prima, quando era ancora debole, quando ancora doveva chiedere aiuto ai suoi compagni.
Aveva promesso che sarebbe stata lei a salvarli stavolta, che avrebbe agito, che non si sarebbe tirata indietro, eppure era lì, in attesa che qualcosa accadesse. Aveva cercato di protestare, ma Kakashi era stato irremovibile.
"Potrai venire con noi, ma sei troppo coinvolta emotivamente nella ricerca di Sasuke, non ti farebbe bene. In questo momento l'unico modo in cui potresti esserci utile è restare al campo base ed intervenire in caso ci sia qualche ferito grave, sarà un compito fondamentale, non lo sottovalutare, potresti essere decisiva.
Qualche giorno prima era stata contattata da Kakashi tramite un falco messaggero, il suo Maestro le aveva chiesto di radunare quanto più possibile e di raggiungerli al di fuori del Villaggio della Pioggia, a distanza di sicurezza ma comunque nelle vicinanze, perché avrebbero fatto irruzione e sarebbero stati previsti feriti; una volta arrivata a destinazione e sistemato un campo base, avrebbe comunicato a lui la posizione e sarebbe rimasta in attesa.
Attesa.
Un'attesa lunghissima poi, finalmente, li aveva visti arrivare. C'erano tutti, evidentemente avevano deciso di assaltare il Villaggio insieme e, qui trattenne il fiato, c'erano anche Sasuke con degli sconosciuti e Naruto.
Senza esporsi troppo uscì dalla tenda, pronta a riceverli. L'emozione di rivedere Sasuke e Naruto era tanta, ma sapeva di dover intervenire come medico, non poteva farsi trascinare dai sentimenti, doveva restare lucida.
Tutti sembravano provati da lunghi combattimenti, chi più, chi meno, ma sembrava che Ino fosse riuscita a curare la maggior parte delle ferite, quello messo peggio era Naruto, che stava sulle spalle di Kakashi, semi incosciente.
"Non so cosa sia successo" disse Kakashi, posandolo su una barella "A quanto pare è riuscito a scappare, non ho capito bene come, ma è debole, ha bisogno di cure urgenti."
Sakura annuì, aveva fatto fatica a distogliere lo sguardo da Sasuke il quale, a parte qualche graffio, stava più che bene. Ora Naruto aveva bisogno di lei.
Gli sentì il polso, era debole, ma c'era, lo esaminò per cercare fratture o eventuali emoragie interne, ma non trovò nulla. Il suo corpo era ricoperto di tagli, ustioni e quelli che sembravano segni di denti molto affilati, ma nulla giustificava il suo stato.
"Naruto!" chiamò "Mi senti? Naruto?"
Il biondo aggrottò leggermente la fronte, aveva chiuso gli occhi e, con uno sforzo enorme, riuscì a riaprirli.
"M-mi dispiace …" sussurrò.
La sua voce era strana, sembrava che qualcuno gli avesse schiacciato il petto con un grosso masso.
"Va tutto bene" rispose lei, cercando di essere rassicurante "Va tutto bene. Ci sono io ora."
"Grazie …" rispose lui, con un debole sorriso.
"Cosa faresti senza di me, eh? Scommetto che hai esagerato, come al solito!"
Lui rise piano, un riso che sfociò in un prepotente attacco di tosse.
"Piano" lo rimproverò lei "Piano. Dimmi, cosa è successo? Non ho percepito emorragie, sembra che tu stia bene, eppure …"
Naruto non rispose, non aveva più fiato per parlare, le sorrise, un sorriso luminoso come il sole, pieno di calore e di affetto, quell'affetto che era più di amicizia e anche più di amore. A fatica alzò la mano, sfiorò quella di lei, poi la lasciò ricadere, mentre l'ultimo respiro usciva dalle sue labbra e i suoi occhi, lentamente, si chiudevano.
Kurama correva, correva forte, il vento le scompigliava il pelo e gli faceva ondeggiare la coda. La coda. Una. Per fuggire da Alba aveva assunto l'aspetto di una normale volpe e ora, consapevole di non poter più fare nulla per Naruto, fuggiva più lontano possibile da coloro che lo stavano cercando, che avrebbero voluto vederlo in catene e usato come arma.
Da quando non si sentiva così libero? Da … mai? Non era mai stato padrone di se stesso, prima c'era stato Hagoromo, poi le varie Forze Portanti e ora? Ora era libero e, proprio perché il prezzo per la sua libertà era stato molto più alto di quanto avrebbe mai potuto immaginare, aveva deciso che non si sarebbe fatto catturare e, anzi, avrebbe fatto di tutto per vendicare colui che era riuscito a salvarlo dal suo stesso odio.
Per prima cosa doveva preservare l'eredità di Naruto, rispettare la sua volontà, portare avanti il suo Credo Ninja. Doveva tornare a Konoha per avvertire l'Hokage di ciò che era successo, del tradimento di Nagato, del fatto che necessitavano protezione.
Poi avrebbe pensato ai suoi fratelli, come aveva chiesto Naruto, li avrebbe liberati e avrebbe impedito il compiersi del piano di Alba, qualsiasi fosse.
La strada era lunga, ma lui era motivato, aveva tutta l'energia del mondo, si sentiva libero dall'odio e dalla paura, perfino quell'Uchiha non lo spaventava più. Quando erano morti Minato e Kushina lui era prigioniero non solo dello sharingan ma di se stesso, la sua rabbia lo accecava, gli impediva di ragionare, ora però era consapevole, padrone di se stesso, nessuno avrebbe più potuto renderlo prigioniero.
"No … no … NO!"
Sakura era impallidita e aveva iniziato a tremare, mentre faceva tutto ciò che poteva per rianimare Naruto ma niente, il suo petto rimaneva silenzioso, i suoi polmoni si erano liberati dell'aria per l'ultima volta.
All'interno della tenda c'era solo lei, ma alle sue grida erano accorsi Shikamaru e Kakashi.
"Sakura, cosa succede?" chiese Kakashi, senza riuscire a celare la preoccupazione "è grave?"
"Lui …" iniziò Sakura "lui è …"
"è morto." concluse per lei Shikamaru, che nel frattempo aveva osservato con calma il corpo di Naruto.
"Quelle ferite sono state inferte da più persone" spiegò, indicandole con il dito "dalle informazioni che possediamo su Alba probabilmente lo hanno attaccato tutti insieme, per questo ci hanno inviato quei diversivi, erano occupati altrove e, mentre noi combattevamo, loro hanno estratto la Volpe dal suo corpo."
Kakshi si voltò verso Shikamaru, poi guardò Naruto.
"Ciò che non torna è che fosse vivo quando lo abbiamo visto." disse, dubbioso.
"Naruto aveva una riserva di Chakra enorme" spiegò Kakashi. La voce gli tremava, era evidente quanto quella rivelazione lo avesse devastato, ma cercava ugualmente di mantenere un certo contegno "Questa era una specie di abilità innata del suo clan, anche sua madre non morì subito dopo l'estrazione della volpe. Quella fu una situazione del tutto diversa e … non fa nulla, lasciate perdere, un giorno vi spiegherò" disse "Ora non possiamo fare altro che portarlo al villaggio."
Shikamaru era impietrito, aveva analizzato la situazione come avrebbe fatto in qualsiasi altro momento, ma ascoltando le parole di Kakashi la consapevolezza di ciò che era successo lo colpì come un pugno allo stomaco. Naruto era morto.
Naruto era morto e non sarebbe tornato indietro. Osservandolo non riuscì a trattenere le lacrime e lasciò che Sakura si aggrappasse a lui, sfogando tutta la sua disperazione perché la sua presenza, la sua vicinanza, in quel momento, era di conforto anche a lui, dava e riceveva sostegno, perché nel suo mondo si era aperta una voragine. Kakashi non disse nulla, uscì in silenzio dalla tenda, si allontanò di qualche metrò, i pugni serrati fino a farlo sanguinare, poi urlò la sua disperazione al cielo.
Kurama si era fermato per prendere fiato, non era abituato a fare attività fisica e, benché si sentisse carico di energie, doveva tenere conto di tutto il tempo trascorso a poltrire. Si era disteso su un prato, quando aveva avvertito due chakra conosciuti. Non molto lontano c'erano Nagato e Konan così, rianimato da nuova energia, si alzò e corse nella loro direzione.
Non ci mise molto ad arrivare, Konan viaggiava a rilento ora che era lontana dai membri di Alba, e soprattutto lo faceva con molta prudenza, sapeva di non essere del tutto al sicuro. Kurama li vide da lontano e in poco tempo li raggiunse.
"Fermatevi!" esclamò, bloccandogli il passaggio "Sono la Volpe a Nove Code. Mi hanno estratto dal corpo di Naruto, ora lui sarà morto, ma io sono qui e, come lui, voglio proteggervi da Alba."
Aveva parlato senza fermarsi per impedire ai due di scappare. Konan, che in un primo momento sembrava volerlo attaccare, ma sentendo le sue parole si fermò con i taglienti fogli di carta a mezz'aria.
"Naruto … è morto?" chiese, facendo scomparire le sue armi.
"Sì. Purtroppo non c'è stato niente da fare, quei delinquenti di Alba lo hanno sopraffatto, nonostante il mio aiuto. La cosa positiva è che sono libero, Alba non potrà utilizzare il mio charka per … qualsiasi cosa volessero fare."
Konan era incerta, era riuscita a fuggire ma non era certa di cosa avrebbero fatto lei e Nagato ora che erano dei criminali che avevano tradito l'organizzazione per la quale lavoravano.
"Non dovete preoccuparvi" disse Kurama "Verrete con me a Konoha, farò in modo che non vi succeda nulla. Per Naruto."
Sasuke era solo, fuori dalla tenda, non sapeva cosa stesse succedendo ma, sebbene avesse sempre detto che non gli importasse della sorte del suo ex compagno di squadra, era teso, in attesa di novità come tutti gli altri.
Era successo tutto in pochissimo tempo, aveva visto Kakashi e Shikamaru entrare di corsa, Kakashi uscire e gridare, gli uccelli che erano sugli alberi vicini erano volati via, tutti si erano voltati a guardare, subito dopo era uscito Shikamaru, scuro in volto, seguito da Sakura, rossa per il pianto.
"Naruto non ce l'ha fatta. A quanto pare siamo arrivati tardi, hanno estratto la volpe."
Sasuke, che in quel momento stava osservando gli uccelli volare via, si voltò di scatto.
Naruto era morto? No, non poteva essere vero, non poteva essere vero. Non. Poteva. Essere. Vero.
L'unica persona che avesse mai considerato come amico, un amico vero, che lo aveva affrontato consapevole di poter morire pur di salvarlo, che aveva deciso di diventare migliore per lui … Naruto … non c'era più.
Prima Itachi, che si era portato nella tomba delle colpe non sue, ora lui …
La rabbia salì prepotente, il desiderio di vendetta, che pensava di aver fatto tacere uccidendo Danzo, era tornato più potente e devastante. Nessuno lo notò, a parte Sakura e Kakashi, che gli si avvicinò di corsa.
"Non ci pensare" disse, prendendogli un polso "Non so cosa tu voglia fare di preciso, ma non ci pensare nemmeno per scherzo. So che vuoi vendicarti, agirai d'impulso, come quando hai ucciso Danzo, ma ora siamo in una situazione critica, fare in modo che Alba non catturasse la Volpe a Nove Code era fondamentale per non far scatenare una guerra. Ora tutti gli equilibri tra le Nazioni potrebbero svanire, per ora sono mantenuti ancora dall'Ottacoda, ma si tratta di un sottile filo di ragnatela che potrebbe spezzarsi in qualsiasi momento. Dimmi la verità, volevi andare dai tuoi ex capi di Alba e dare loro una lezione? Scendi dalle nuvole e impara cosa vuol dire essere un vero ninja, moccioso!"
Kakashi gridava, la rabbia e la frustrazione fuoriuscivano dalla sua bocca come lava incandescente.
"Non hai mai capito un cazzo di cosa significa essere un ninja!" gridò, rosso in viso per la collera "Fin dall'accademia. I tuoi talenti ti hanno impedito di vedere, sei bravo, conosci le tecniche e le sai usare, ma … non sai cosa significa ragionare, valutare, lavorare in squadra, sei un egoista. Anche ora vorresti vendicare Naruto senza pensare alle conseguenze, come se tutta la sofferenza fosse solo tua. Be', Principessina, ti svelo un segreto, il mondo non ruota attorno a te, attorno al tuo tornado emotivo ci sono le vite degli altri, che fino ad ora hai calpestato, fregandotene. Scendi dal piedistallo, torna con i piedi per terra, questa è la realtà."
Il silenzio era calato nel campo. Tutti erano d'accordo con quelle parole di fuoco, anche Sasuke. Abbassò la testa per un istante, poi la rialzò. Il desiderio di vendetta era scomparso, sembrava aver ritrovato la ragione.
"Molto bene" disse Kakashi, ricomponendosi "Ora possiamo tornare a Konoha."
Obito era nervoso, aveva mandato tutti via e, dopo un tempo che gli sembrò ragionevole, era tornato al Villaggio. La statua demoniaca era lì, di fronte a lui, gli sembrò che ridesse di lui, che lo prendesse in giro.
"Ce l'avevi quasi fatta" diceva "Ma qualcosa è andato storto. Il marmocchio ti ha fregato, eh? Immagino che possa ritenersi fortunato ad essere morto, vero? Se così non fosse stato lo avresti fatto a pezzi con le tue mani, o sbaglio?"
"Zitto! ZITTO! ZITTO!" gridò lui, in preda alla rabbia "Ora sarà più facile" disse "Riuscirò ad avere la volpe sotto il mio potere grazie allo sharingan, e in questo modo potremmo catturarla. Sarà facile. Ora però dobbiamo occuparci dell'Ottacoda e …" si fermò, puntò un dito verso la statua "Taci. Vedrai. Andrà tutto come pianificato. Poi, ovviamente" pensò, sogghignando e pensando a Nagato, Konan e Sasuke "Mi occuperò dei traditori"
Obito continuava a ripeterlo, voleva andare fino in fondo, ma qualcosa in lui era cambiato. Non sapeva come, non sapeva perché, ma nella sua sicurezza si era aperta una minuscola, impercettibile crepa, non tanto grande da farlo vacillare ma abbastanza evidente da farlo innervosire.
"Andrà tutto bene" si ripeteva "Andrà tutto bene."
"Andrà tutto bene" si ripeteva Tsunade "Torneranno sani e salvi."
"Lo sai che sarà così" disse Jiraya "Naruto è un ingenuo a volte e la maggior parte del tempo si fa guidare dal suo istinto, ma mi fido di lui."
Jiraya si voltò verso la finestra, sopra Konoha splendeva il sole, ma lontano iniziavano ad avvicinarsi le nuvole della tempesta.
