Eccomi di nuovo qui. Vi ho fatti attendere perché ormai siamo agli ultimi capitoli, così per non commettere errori li ho scritti tutti di seguito e li pubblicherò uno al giorno finché non saranno finiti.

Spero che vi piacciano!

Buona lettura

Mini

20. Crescere

Tsunade non era mai stata una donna paziente, ma quei giorni le sembrava di impazzire. In gioco non c'era solo la sorte del villaggio ma anche quella degli altri, continuava a chiedersi se avesse fatto bene a fidarsi di Naruto, se ciò che era successo fosse una cosa buona, se tutto sarebbe andato a buon fine.

Gli impegni giornalieri non si erano fermati e si sentiva esausta dopo aver risposto all'ennesima lettera, per questo si era presa un momento di pausa ed era andata sul tetto del palazzo per bere una tazza di tè è e cercando in tutti i modi di non pensare a Naruto.

Aveva appena posato la tazza, decisa a tornare al lavoro, quando era arrivata una volpe, una comunissima volpe che le sbarrò la strada.

"Oh, ciao volpacchiotta!" disse "Mi fai passare?" chiese, ovviamente non aspettandosi che rispondesse.

"Temo di no."

Naruto era leggero come una piuma, Kakashi riusciva a trasportarlo senza alcuna difficoltà, ma il peso che aveva nel cuore era opprimente.

"Ho fallito, Maestro" pensava, riferendosi a Minato "Non sono riuscito a proteggere tuo figlio. Ora, almeno, sarete insieme."

Kakashi avanzava rapidamente, saltando di ramo in ramo per fare più in fretta, la situazione era drammatica, ora Alba possedeva otto dei nove Cercoteri e presto probabilmente si sarebbe impossessata del nono e poi? Cosa avrebbero fatto? Quanto tempo sarebbe trascorso prima che si scatenasse una guerra tra Villaggi? Queste domande continuavano a vorticare nella sua testa, quando venne raggiunto da Shikamaru.

"Dobbiamo restare lucidi" disse al giovane ninja "So quanto ciò che è accaduto ti sta sconvolgendo, anch'io faccio fatica ad accettarlo, ma dobbiamo dimenticarci di lui, almeno per il momento, la situazione è critica e non possiamo permetterci di essere deboli."

"Sì, maestro."

Kakashi si voltò appena e vide il viso teso di Shikamaru, era evidente che soffrisse molto, ma c'era in lui la volontà di andare oltre, di trovare qualcosa di positivo in quella tragedia.

"La vita di Naruto non è mai stata facile, anzi" disse "Negli ultimi tempi è stata piena di sofferenza. Almeno adesso sarà in pace …" mormorò, poi fece un balzo più lungo per sfogare la rabbia e Kakashi preferì lasciarlo solo.

"è tremendo" disse Gai, che nel frattempo lo aveva raggiunto "Sono tutti sconvolti."

"Come ho detto a Shikamaru" disse Kakashi "Dobbiamo restare lucidi. Ciò che è successo è più grave di ciò che appare."

"Per quanto riguarda Sasuke, invece?" chiese "Stanno venendo con noi al villaggio, ma sono ricercati o sbaglio?"

"Chiederò a Tsunade una tregua" spiegò Kakashi "Dopotutto hanno collaborato con noi e ormai Alba saprà del loro tradimento, non sarebbero al sicuro senza custodia."

"Ne sei certo? Dopotutto Sasuke …"

"Sasuke è un ragazzino" sbottò Kakashi "Sicuramente è forte e anche i suoi compagni non sembrano da meno, ma non dimenticare che Alba è composta da ninja esperti, molto più di lui e, soprattutto senza scrupoli."

"Anche lui mi sembra piuttosto …" iniziò Gai, voltandosi per guardare Sasuke, che avanzava serio dietro di loro.

"Lui è folle, il trauma di perdere la sua famiglia è stato troppo per lui. A suo tempo ho provato a farlo ragionare, ma non ascolta, l'unica cosa che ha in testa è la vendetta e il desiderio che tutto torni come quando era bambino, le sue emozioni si sono fermate a quel livello, non è cresciuto."

"Prima sembrava aver capito" disse Gai.

"Appunto. Sembrava" rispose Kakashi, scuro in volto "Spero che almeno stavolta sia ragionevole."

Gai annuì e il gruppo continuò ad avanzare sempre più velocemente attraverso la foresta.

Tsunade era impallidita. La volpe aveva parlato con una voce profonda e spaventosa. Cosa stava succedendo?

"Calmati" disse la volpe "Ciò che sto per dirti probabilmente ti turberà, ma sono qui per tranquillizzarti."

"Non capisco" disse Tsunade "e quando non capisco mi innervosisco, perciò cerca di spiegarti e di farlo in fretta."

"Bene." rispose la volpe "Solo, non interrompermi."

Lei annuì.

"Innanzitutto, io sono la volpe a nove code" disse, trasformandosi nella sua vera forma "I membri di Alba hanno provato ad estrarmi dal corpo di Naruto ma, anche grazie a lui, sono riuscito a fuggire. A quanto so i ninja di Konoha avevano provato a introdursi nel Villaggio della Pioggia per salvarlo ma non sono arrivati in tempo."

Tsunade era diventata, se possibile, ancor più pallida.

"Tu … tu …" disse "Se tu sei qui …"

"Sì" confermò Kurama "Naruto è morto"

Tsunade crollò in ginocchio.

"Naruto …" mormorò, portandosi la mano ai capelli.

Calò un silenzio pesante, dolorosi, poi Tsunade si alzò, si voltò, a passo svelto si avvicinò a uno degli spuntoni di pietra che stavano sul tetto e, con un solo potente pugno, lo spezzò alla base.

Mentre la colonna crollava, Tsunade si voltò verso Kurama.

"Lo sapevo. Lo sapevo. Non dovevo permettere che accadesse! Non dovevo fidarmi! Non dovevo lasciarlo solo!"

Kurama non aveva reagito, anzi, aveva tratto giovamento da quello sfogo improvviso, come se anche lui, attraverso lei, avesse potuto sfogare un po' di quella rabbia con la quale non era ancora riuscito a fare i conti.

"Non sarebbe cambiato nulla" rispose Kurama "Anzi, sarebbe stato peggio, molto peggio. Se Naruto fosse stato qui il villaggio sarebbe stato attaccato, ci sarebbero stati morti e il risultato non sarebbe stato diverso. Naruto era consapevole di non poter fare molto contro quei criminali, aveva valutato ogni eventualità, perfino quella di non farcela, era consapevole di ciò a cui andava incontro ed è riuscito a fare qualcosa che le altre Forze Portanti non sono riuscite a fare: mi ha fatto fuggire. Lui è riuscito a trovare un momento di debolezza del nemico e …"

Kurama si interruppe, una luce si era accesa nei suoi occhi, come se fosse stato colto da un'improvvisa illuminazione, ma in quel momento arrivò Jiraya.

"Cosa succede? Ho visto crollare … oh …"

L'Eremita dei Rospi vide e riconobbe Kurama.

"Cosa succede?" chiese "Spero che sia uno scherzo!" gridò, mentre la rabbia montava "Se tu sei qui …" disse "Significa che Naruto …"

"Esatto." rispose Kurama "Lui è …"

Si interruppe, non ce la faceva, non riuscì a dirlo un'altra volta.

"L'importante è che io sia qui" riprese "Alba non mi ha catturato e io so già come fare per liberare i miei fratelli. L'ho promesso a Naruto."

I due ninja supremi si guardarono, erano devastati, ma capivano che dovevano continuare a lottare e non farsi trascinare dalla disperazione.

"Naruto non me l'ha detto apertamente" disse poi "Ma immagino che voglia che proteggiate Nagato e Konan."

Tsunade alzò le sopracciglia e Jiraya trattenne il fiato.

"Quindi non si fa più chiamare "Pain"?" chiese.

"Hanno tradito Alba, stavano fuggendo quando tutti gli altri hanno aggredito Naruto,che gli ha dato il tempo di scappare e no, non sarebbe riuscito a fuggire comunque e in quel caso sarebbero morti tutti e tre."

Kurama si distese e distolse lo sguardo.

"Naruto ha sempre messo le esigenze degli altri davanti alle sue" disse "è morto come ha vissuto, con coraggio e determinazione."

Tsunade si aggrappò alla ringhiera, quasi piegandola sotto le mani tese per la rabbia, ma all'improvviso si lasciò andare e sospirò.

"Forse tutto questo ha un senso …" mormorò "Forse c'è sempre una speranza …"

Jiraya non disse nulla, sapeva la storia di Tsunade, come il fiore della Speranza le fosse sempre scivolato dalle dita, trascinato via dal vento del destino, come questo l'avesse resa più forte; si avvicinò a lei e l'abbracciò in silenzio.

Sasuke si sentiva irrrequieto. Di tutti gli scenari possibili quello di essere rinchiuso in una cella della prigione del Villaggio della Foglia era l'ultimo che si sarebbe immaginato e, come se non fosse bastato il danno, aveva la beffa di essere in compagnia di tre compagni di cella piuttosto sgradevoli.

Da una parte c'era Karin, che non la smetteva un momento di lamentarsi, Suigetsu che la prendeva in giro e Jugo, che se ne stava in silenzio ma ogni tanto aveva un preoccupante tic nervoso.

Erano tutti legati, Suigetsu era stato imprigionato in una specie di vasca e Sasuke, oltre ai polsi ammanettati, era anche stato bendato, in modo da non poter usare il suo sharingan. Così, nel buio, attendeva.

Appena erano arrivati nel villaggio Kakashi aveva delegato a Gai e alla sua squadra il compito di condurli in cella, poi si era recato da Tsunade, che sembrava arrabbiata e preoccupata. Il ninja stava per parlare, ma lei lo aveva bloccato alzando una mano.

"So già tutto" spiegò "Anzi, so più di te. Non so come ma Naruto è riuscito, prima di morire, a lasciar andare la volpe. Sì, Kurama è qui al villaggio, è fuggito da quello della Pioggia ed è venuto a rifugiarsi qui insieme a due ex membri di Alba, Nagato e Konan, che attualmente sono rinchiusi in cella in via precauzionale, fino a che non decideremo cosa fare con loro."

Kakashi aveva ascoltato tutto con crescente speranza.

"Quindi non hanno la volpe!" esclamò "Questo è positivo." aggiunse, restando comunque serio.

"Sì. Almeno questo lo è." rispose lei, senza accennare al lato doloroso della vicenda.

"Noi abbiamo portato qui Sasuke e la sua squadra, hanno collaborato con noi e …"

"Adesso sono in cella, adeguatamente sorvegliati?" chiese Tsunade, sbrigativa.

"Certo."

"Ottimo. Penseremo cosa fare con loro. Tu vai a parlare con Sasuke, ci sono un paio di cose che deve sapere.

La porta della cella si aprì all'improvviso, Karin sobbalzò, ma Sasuke aveva sentito i passi già da lontano e li aveva riconosciuti.

"Kakashi …" disse, sperando di impressionarlo, ma lui non reagì.

"Dobbiamo parlare. Adesso. In privato." disse lui "Seguimi."

"Qualsiasi cosa tu debba dire a Sasuke possiamo sentirla anche noi!" gridò Karin, cercando di alzarsi in piedi per ciò che le concedevano le manette.

Sasuke non disse nulla e i suoi occhi erano nascosti dalla benda, ma bastò un movimento della testa per intimidirla e farle capire che doveva stare zitta.

"Va bene, va bene, come non detto!" mormorò tornando a sedersi.

Sasuke si voltò verso Kakashi, che si avvicinò e gli liberò le caviglie, quindi uscirono dalla stanza.

Camminarono per qualche minuto, quindi arrivarono in un'altra stanza, dove Kakashi fece sedere Sasuke.

"Non serve che ti spieghi perché ti trovi qui e il significato delle catene e della benda, giusto?"

Sasuke non rispose.

"Non mi dilungherò a parlare dei tuoi nuovi compagni" spiegò "Non appartengono al nostro villaggio e, molto probabilmente, quando avremo finito di interrogarli, li faremo estradare nei loro rispettivi villaggi."

Sasuke non rispose, era evidente quanto la sorte degli altri tre gli fosse totalmente indifferente.

"In quanto a te, ho parlato con Madamigella Tsunade e ora ti dirò quali sono i tuoi crimini."

Kakashi fece una pausa mentre si sedeva di fronte a lui.

"Partiamo dall'assassinio dell'Onorevole Danzo" iniziò "Saresti stato condannato a morte, ma per tua fortuna Danzo cospirava per spodestare l'Hokage, perciò per questo omicidio ti è stata concessa un'attenuante."

Sasuke rimase in silenzio.

"L'altro crimine, come immaginerai, è il tradimento e la fuga dal villaggio con conseguente alleanza con dei criminali."

Sasuke espirò dal naso, non si capiva se fosse annoiato, frustrato o preoccupato.

"Anche in questo caso la tua collaborazione con la nostra missione per il salvataggio di Naruto è stata determinante."

Sasuke sospirò brevemente.

"Nonostante tutto questo, però" disse Kakashi "Al momento preferiamo tenerti qui."

Kakashi si alzò.

"Per quanto riguarda me" disse poi, con voce severa "Il motivo per cui ancora un po' credo in te è uno e uno solo: Naruto."

Sasuke, che fino a quel momento aveva tenuto la testa bassa, la alzò lentamente.

"Mentre tu continuavi a consumarti dentro i tuoi sentimenti infantili lui è cresciuto, è diventato più maturo sotto molti aspetti."

"Evidentemente la memoria non è il tuo forte" disse Sasuke, uscendo dal silenzio dietro il quale si era trincerato "Sono sempre stato più maturo di lui."

"No." rispose Kakashi.

"No? No? Chi era quello che faceva i capricci? Chi era quello che si lamentava in continuazione? Eh? Era lui!" sbottò Sasuke, irritato "Io sono sempre stato …"

"Chiuso." concluse Kakashi per lui "Tu sei sempre stato chiuso. Te l'ho già detto, Sasuke, il mondo non gira attorno a te, ciò che invece ti circonda sono persone che vivono drammi che tu non conosci e non ti sei mai dato la pena di conoscere. Non starò qui a farti l'elenco, conosco pochissime persone che non sono costrette ad affrontare una sofferenza terribile e no" disse, anticipandolo prima che potesse protestare "Il fatto che i tuoi problemi ai tuoi occhi siano più gravi non fa sparire quelli degli altri."

"Ho perso la mia famiglia! Il mio intero clan! Cosa può esserci di peggio?"

Kakashi ridacchiò.

"Tuo fratello ha vissuto la sua infanzia durante la guerra, io ho perso i miei compagni per motivi che tu non puoi nemmeno immaginare, Naruto può contare sulle dita delle mani i giorni sereni che ha avuto nella sua vita perché tutti gli altri sono stati solo sofferenza, incertezza e solitudine."

Sasuke strinse i pugni.

"Potrei andare ancora avanti e narrarti di drammi di persone di cui non riusciresti nemmeno a sospettare, di persone che fino ad ora non hai mai nemmeno visto. Dici che Naruto era l'immaturo? Che cos'è, secondo te, la maturità? è comportarsi da adulto, come facevi tu, con quelle pose ridicole da finto uomo vissuto o affrontare i propri sentimenti e le proprie emozioni e crescere? Tu sei cresciuto fisicamente, sei più forte, ma dal punto di vista emotivo ti sei fermato a quella notte e ti sei rifiutato di andare oltre, sei rimasto un bambino sofferente che si nasconde dietro all'apparenza di un adulto sicuro di sé."

Kakashi aveva parlato senza quasi prendere fiato, buttando fuori ciò che fino a quel momento aveva tenuto dentro.

"Non so quali siano le tue intenzioni, quali pensieri stiano girando adesso nella tua testa ma sappi una cosa: sei stato mio allievo, ma se proverai in qualche modo a far del male ai ninja di questo villaggio non avrò pietà."

Kakashi si avvicinò alla porta, l'aprì e rimase per un istante sulla soglia.
"Per ora rimarrai qui da solo, non voglio che i tuoi compagni ti distraggano, hai bisogno di riflettere."

Detto questo, si chiuse la porta alle spalle e se ne andò con passi pesanti e rabbiosi.

Il silenzio era totale, avvolgente. Naruto, lentamente, aprì gli occhi.

"Dove sono?"