X-MEN:L'INIZIO

TERRA 24

FLASHBACK

Polonia 1944.

Il cielo era nuvoloso e pioveva.

Un soldato tedesco era dentro una torretta di mattoni,con il tetto di legno,sorretto da 4 colonne di

legno e puntava una mitragliatrice su una folla in avvicinamento.

Davanti al soldato c'era un muro quadrato,che girava intorno a lui,che arrivava alla vita dell'uomo e

su di esso c'era una teiera e una tazza.

Di sotto,sul terreno fangoso,c'erano delle persone in abiti civili scuri che camminavano tra 2 file di

pali paralleli,con una rete metallica in mezzo.

Oltre le 2 linee di pali c'erano 2 lunghi edifici.

Tra queste persone c'era un ragazzo con un berretto nero,cappotto lungo scuro,con punti

bianchi,camicia marrone,pantaloni neri,scarpe nere.

Le mani erano coperte da un guanto nero,che lasciava scoperta la parte superiore delle dita.

Alla sua destra c'era una donna,con un panno scuro sui capelli,una giacca nera,gonna nera e scarpe

nere.

Alla sua sinistra c'era un uomo con un cappello nero con il bordo,lungo cappotto nero,camicia

bianca,pantaloni neri e scarpe nere.

Tutti i membri della fila avevano una stella a sei punte gialla,formata da 2 triangoli incrociati,uno

con la punta in alto e uno con la punta in basso,messa sul pettorale sinistro.

Il ragazzo guardò a destra e vide la massa di persone oltre la recinzione,vedendo persone che

lavoravano il suolo.

Indossavano tutti una camicia a righe bianche e blu,pantaloni bianchi e blu e avevano un numero

inciso sull'avambraccio sinistro.

Uno di loro portò una carriola.

Il ragazzo guardò anche quelli che usavano i picconi e le pale per colpire il suolo.

4 soldati,con il berretto in testa,iniziarono a dividere la gente,una volta arrivata a fine percorso.

Il ragazzo venne strappato dai genitori ed iniziò ad urlare,poi fu mandato oltre un'apertura che era a

sinistra della fila di pali.

Lui si appoggiò ad una parete.

La donna tentava di tornare da lui,urlando,ma i soldati la bloccarono e anche il marito iniziò a

tenerla.

Il ragazzo iniziò a correre,mentre la folla entrava in un secondo corridoio con i pali ai lati e un

cancello di metallo venne chiuso davanti a lui.

Il ragazzo venne afferrato da alcuni soldati,mentre la madre urlava dall'altra parte del

cancello,mentre veniva trascinata via dal padre.

Una sbarra di metallo fu posta sul cancello.

3 soldati andarono a tenere il ragazzo che aveva la mano destra puntata verso il cancello e teneva il

palmo aperto.

Il cancello iniziò a piegarsi verso l'esterno e la sbarra deformarsi,mentre i soldati venivano trascinati

via.

Uno dei soldati si accorse del cancello.

Uno dei militari usò il calcio del fucile per colpire il ragazzo sullo zigomo sinistro e tutto il gruppo

cadde a terra.

I nazisti si rialzarono e videro il cancello piegato e rotto.

Un uomo osservò la scena da una finestra,bevendo da una tazza di porcellana che era nella sua

mano destra.

Westchester,New York.

Notte.

In campagna c'era un'enorme villa a 3 piani.

L'edificio era rettangolare sulla parte frontale,con un tetto a triangolo sulla parte destra,poi c'era una

torretta rettangolare,incastonata nella struttura,2 tetti a triangolo più bassi dopo,la parte centrale era

rettangolare,con una torre esagonale a sinistra e una torretta più piccola a destra,che iniziava sulla

parte superiore e aveva una cupola in cima,la parte sinistra invece aveva 2 tetti a triangolo,di cui

quello esterno era più alto e poi c'era un basso edificio rettangolare.

Davanti all'entrata c'era una stradina che aveva una fontana circolare davanti,poi la strada

proseguiva in un giardino enorme e dentro di essa c'erano delle piramidi fatte di piante e disposte in

2 file parallele.

Un bambino dormiva nel suo letto.

Aveva i capelli neri,con la riga sulla parte sinistra della testa.

Sul suo comodino c'erano varie foto tra cui quella di Darwin e di Einstein,oltre che un libro.

La camera era del tutto avvolta nell'oscurità.

Il bambino aprì gli occhi.

Poco dopo camminava per un corridoio con una mazza nella mano destra.

Indossava una camicia bianca,con righe blu e pantaloni bianchi.

Il corridoio era pieno di quadri,comodini,tavolinetti,con delle lampade e il pavimento di legno era

disseminato di tappeti.

Lui prese la mazza con tutte e 2 le mani e scese le scale di legno.

Le pareti delle scale avevano la parte vicino ad esse di legno e il resto bianco.

Il bambino sentì dei rumori,poi arrivò in un corridoio dalle pareti marroni,con delle incavature

rettangolari e vide una porta aperta con dentro una luce.

Il bambino entrò e arrivò in una cucina bianca,dove trovò una donna con un lungo vestito

rosso,capelli biondi e rossetto.

Aveva anche una collana di perle bianche.

"Mamma!"disse lui sorpreso e abbassò la mazza trovandola davanti al frigo bianco.

Accanto a lui c'era un ripiano di legno con sopra delle tazze e con delle palette e mestoli attaccati

sotto.

La stanza aveva un lungo tavolo di legno e c'erano varie cristalliere,oltre che vari piani cottura.

Dietro la donna c'erano 2 finestre quadrate.

"Che stai…?"disse il bambino avvicinandosi.

"Ah..."disse lei sorridendo.

"Credevo fosse un ladro."disse lui.

Lei chiuse il frigo con il braccio sinistro,tenendoci la mano sopra e mettendo la mano destra su un

fianco.

"Non volevo spaventarti caro."disse la donna "Volevo fare uno spuntino.

Torna a dormire."

Lui la fissò.

"Che cosa c'è?"disse lei "Su,torna a dormire."

Lui continuò a guardarla.

Lei si chinò in avanti "Ti faccio la cioccolata calda?"

"Chi sei tu?"disse lui che guardò una foto di lui e la madre nei giardini della villa appesa al muro.

La donna restò molto sorpresa.

"E che cosa hai fatto a mia madre?"disse lui.

Lei indietreggiò sentendo la voce del bambino nella sua testa "Mia madre non ha mai messo piede

in cucina in vita sua."

La donna si mise le mani sulle tempie.

"E di certo non mi ha mai fatto la cioccolata calda."disse la voce nella testa.

Gli occhi della donna divennero gialli,con l'iride scuro,la pelle divenne blu,i capelli a mezzo collo

divennero rossi,i vestiti scomparvero e la figura divenne alta come una bambina.

I capelli erano tirati all'indietro e la parte finale diretta verso l'esterno.

Aveva delle minuscole placche blu sulla fronte,sugli zigomi,sulla parte iniziale del petto,sulle

braccia,sulla parte frontale del seno,ai lati della pancia,sulla vita e ai lati delle gambe.

Le placche erano simili a piccole spine curve.

Lui restò sconvolto e poi sorrise.

"Non hai paura di me?"disse lei.

"Ho sempre pensato di non essere l'unico al mondo."disse il ragazzo "L'unico ad essere...diverso."

Lei fece un mezzo sorriso.

"E infatti eccoti qui."disse il ragazzino che le tese la mano "Charles Xavier."

Lei gli strinse la mano "Raven."

"Hai fame?"disse lui "Sei sola?"

Lei annuì.

"Prendi quello che vuoi."disse lui indicando la cucina "Il mangiare non ci manca,non devi rubare."

Lei sorrise.

"Anzi...d'ora in poi non dovrai mai più rubare."disse Charles.

Polonia.

La giornata era nuvolosa.

L'edificio nel campo di concentramento era rettangolare,con le pareti di mattoni,il tetto rosso spento

e triangolare,con il tetto triangolare più piccolo sul lato sinistro.

L'edificio era a 3 piani.

Alla base c'erano 2 file di pali neri,con la punta curva verso l'esterno e con il filo spinato in mezzo.

Tra le 2 file c'erano dei soldati.

In fondo alla recinzione c'era una torretta di legno,con il tetto ad imbuto grigio.

Oltre c'erano delle baracche di legno scuro,con il tetto triangolare e altri edifici di mattoni.

In uno studio c'era un uomo che metteva un disco musicale,per poi chiudere la scatola rettangolare

dove era contenuto.

L'uomo aveva capelli neri corti,lisci,con la riga a destra,baffi appena accennati,occhiali,giacca

nera,pantaloni neri e scarpe nere.

Aveva una spilla circolare,con il simbolo nazista dentro e con il bordo rosso sul pettorale destro.

L'uomo andò verso la scrivania di legno,con dietro una poltrona di pelle marrone e dei cuscini.

Sulla scrivania c'era una lampada,dei bicchieri e un taccuino.

Dietro di lui c'era un mobile di legno,alla sua destra,che aveva vari scompartimenti rettangolari con

dentro delle carte e poi c'erano altri mobili e quadri.

Le pareti avevano la metà inferiore di legno e c'era anche una poltrona sul lato destro,con

tavolinetto circolare e lampada vicina.

Il pavimento era coperto da un tappetto chiaro con disegni blu.

La parete a sinistra era piena di vetrate,separate da sbarre di metallo,con una porta con i contorni di

metallo e l'interno di vetro e oltre c'era una stanza attrezzata con tavoli di metallo,tavolinetti con

sopra strumenti chirurgici e mobili di metallo.

Sulle pareti c'erano pinze di ogni tipo,varie mannaie sotto una finestrella rettangolare,delle placche

marroni intorno con strumenti chirurgici di vario tipo e seghetti per le ossa accanto,oltre che pinze.

L'uomo fece strusciare l'indice e il medio della mano destra sulla scrivania avvicinandosi.

Il ragazzo indossava una maglietta marrone,pantaloni neri e scarpe nere.

"Ho visto quello che hai fatto,Erik."disse l'uomo "Ed è incredibile."

L'uomo prese una tavoletta di cioccolato ed iniziò ad aprirla.

"I nazisti,con questa loro idea della razza pura sono...stupidi."disse l'uomo "Occhi azzurri...capelli

biondi...sciocchezze."

L'uomo prese un pezzo di cioccolato e lo mangiò "Mhm..."

L'uomo fece strusciare la barretta di cioccolato sulla scrivania con la mano sinistra,mandandola

verso il ragazzo.

"Questo è buono."disse lui "Ti va?"

"Io..."disse Erik guardando la barretta "Vorrei vedere mia madre."

L'uomo riprese la tavoletta di cioccolato.

"È sotto la nostra custodia,potrei fartela vedere."disse lui "Ma prima dobbiamo occuparci di una

questione.

Hai un dono figliolo.

L'ho visto.

Evoluzione.

Tu sei più evoluto degli altri."

L'uomo mise una moneta sul tavolo.

"Vedi questa?"disse lui "Vorrei che la spostassi.

È facilissimo spostare una moneta,rispetto a piegare quel cancello di metallo."

Lui allungò le mani verso la moneta.

"Si...concentrati."disse l'uomo.

"Non ci riesco."disse lui abbassando le mani "Non so come funziona.

Prima è...ha agito da solo."

"Non penso..."disse lui incrociando le gambe e mettendosi la mano sinistra sul mento"Molto

probabilmente si attiva in situazioni particolari.

Ho un'idea..."

Lui suonò un campanello d'oro.

Un soldato aprì la porta e fece entrare la madre che indossava lo stesso abito bianco e blu dei

restanti prigionieri.

Lui la abbracciò.

L'uomo fece un cenno e il soldato li separò aiutato da un secondo.

"È una situazione difficile."disse l'uomo che estrasse una pistola dal cassetto della scrivania e mise

la moneta più vicina al ragazzo con la mano destra e puntò la pistola sulla madre con la sinistra.

"O tu muovi la moneta o questa situazione finirà nel peggior modo possibile."disse lui "Ora conterò

fin tu muoverai la moneta."

Lui allungò le mani.

"1."disse l'altro.

"Mamma..."disse Erik guardando la madre.

"Va tutto bene,Erik."disse lei.

Lui si sforzò.

"2."disse l'uomo.

Erik si sforzò,ma l'uomo sparò.

"3."disse lui.

Erik guardò dietro di se,lentamente,poi si voltò verso l'uomo e il campanellino venne schiacciato.

"SI!"disse l'uomo "ECCELLENTE!"

Il ragazzo iniziò ad urlare a squarcia gola demolendo il mobile di metallo alla sinistra dell'uomo che

si alzò di scatto e rise,mentre gli elmi dei soldati si stringevano intorno alla loro testa,uccidendoli.

L'uomo vide i tavoli di metallo della stanza accanto che iniziavano a tremare.

Erik guardò la stanza oltre il vetro.

Tutti gli oggetti di metallo avevano cominciato a tremare.

"NOOOOOO!"urlò lui che spalancò le braccia facendo volare ogni oggetto di metallo da ogni parte

e facendolo sbattere contro le pareti.

L'uomo rise,poi si avvicinò al ragazzo e gli diede la moneta,poi gli mise le mani sulle spalle "La

rabbia attiva il tuo dono.

Faremo grandi cose insieme."

Il ragazzo si mise a pianger entrarono nella stanza distrutta.

L'uomo gli diede una pacca sulla spalla e andò via.

Erik vide che la moneta era rimasta attaccata al suo palmo.

FINE FLASHBACK

1962

Ginevra,Svizzera.

Erik ormai cresciuto era su un letto e faceva volare la moneta tra le dita della sua mano destra.

Aveva i capelli neri,tirati all'indietro,indossava una vestaglia scura,era seduto su un letto coperto da

un lenzuolo giallo spento,con la schiena appoggiata ad un cuscino,alla sua sinistra c'era un

tavolinetto con sopra dei bicchieri,degli astucci marroni di pelle,una lampada e accanto c'era una

sedia verde,con punti bianchi.

La parte parallela al letto aveva la parte bassa di legno,una lunga vetrata divisa in varie finestre,con

delle tende verde chiaro aperta in 2 parti,con la parte sopra della parete coperta da stoffa verde.

Dalla parte opposta al letto c'era una scrivania piena di carte e un mobiletto accanto.

Sopra di lui,sulla parete,c'erano 3 quadri in fila.

Fuori dalle finestra c'erano dei palazzi chiari,rettangolari a 7 piani con il tetto nero a triangolo e

montagne in lontananza.

La parte bassa della stanza era di legno,il resto era blu spento.

Sulla parete opposta c'era una cartina dell'Europa e della Russia e c'erano varie foto di nazisti e

luoghi attaccate sopra e in fine c'era un disegno dell'uomo che aveva ucciso sua madre.

C'erano anche delle linee fatte da fili rossi che convergevano in un centro.

Lui chiuse il pugno e la moneta volò verso il muro conficcandosi nella testa dell'uomo.

Università di Oxford,Inghilterra.

Una ragazza bionda con l'occhio destro verde e quello sinistro azzurro era in un bar,al bancone

rettangolare,che aveva una placca rettangolare sul soffitto.

Indossava una giacca verde,posta sulle spalle,una gonna nera corta e scarpe nere.

Charles arrivò alle sue spalle.

Era un ragazzo con capelli neri,corti,lisci,con la riga sulla parte destra della testa,giacca

nera,camicia bianca,cravatta nera,pantaloni neri e scarpe nere.

"Etero...cromia."disse lui.

"Un cavaliere mi offrirebbe da bere prima."disse lei.

Lui sorrise.

Raven osservava Charles da un tavolo.

Aveva capelli biondi,lunghi e un lungo abito nero scollato.

Aveva anche una fascia rossa sul collo con una parte che pendeva.

L'abito terminava a metà gambe e aveva degli stivali neri.

"Norman..."disse lui mettendo l'indice e il medio sinistro sulla tempia.

"Si?"disse il barista.

"Una pinta di chiara per me e uno per la signora per favore."disse Charles.

"Subito."disse Norman.

"Come lo sa?"disse lei.

"Ho indovinato."disse lui "Sono Xavier.

Charles Xavier."

I 2 si strinsero la mano.

"Amily."disse lei.

"Eterocromia era riferita ai tuoi occhi che devo dire sono...magnifici."disse lui "Uno verde,l'altro

azzurro..."

Lei sorrise.

"È una mutazione e forte come mutazione."disse lui "Devo dirti una cosa,Amily.

Sei una mutante."

"Prima mi corteggi e poi mi definisci deforme."disse Amily "Come funziona la tua tecnica di

seduzione."

"Te lo dirò domattina."disse Xavie risero "Però sul serio,non devi disprezzarla.

La mutazione ci ha portati da organismi monocellulari alla forma di vita riproduttiva dominante su

questo pianeta.

Infinite forme di variazione con ogni generazione,tutte attraverso la mutazione."

"Allora rivendichiamo la parola."disse lei.

Raven si alzò e andò da loro.

"Mutanti e fieri di esserlo."disse Amily brindando con lui.

"Salute."disse Charles che vide l'altra "Ciao."

"Ciao,devo pagarmi da bere da sola?"disse Raven.

"Scusami,una cola."disse Charles.

"Charles mi diceva che sono come una di quelle prime creature marine a cui sono spuntate le

gambe."disse lei.

"Leggermente più bella."disse Charles e l'altra rise "Scusami,lei è mia sorella Raven."

"Ciao."disse Raven stringendole la mano.

"Amily."disse lei"E tu cosa studi?"

"Studio da cameriera."disse Raven.

"Ah..."disse l'altra e Raven fece diventare l'iride del suo occhio destro giallo.

"Oh guarda!"disse lei "Anche tu hai l'etero cromia!"

"Scusa?"disse Charles.

"Guardale gli occhi."disse Amily.

Charles la guardò "Certo…

Raven prendi il soprabito per favore?"

Charles pagò.

I 2 uscirono dal bar e andarono in strada.

Lui si rimise il cappotto nero lungo e anche lei.

"Non dire niente!"disse lui "L'hai fatto apposta!"

"Non è vero!"disse Raven.

"Ma si!"disse lui.

"Perché l'avrei fatto apposta?"disse lei "Sai che a volte non riesco a controllarmi se sono stressata o

stanca."

"Invece ti controlli benissimo adesso."disse lui.

"Mutanti e fieri di esserlo!"disse Raven scuotendo la testa "Solo con le mutazioni belle o invisibili

come la tua,ma...se sei un mostro nasconditi."

I 2 superarono un cancello connesso ad una recinzione di metallo.

Charles rise "Che!...sei ridicola."

Lui si fermò "Senti.

Senti non voglio sembrare un vecchio barboso,ma..."

"Cosa che sei!"disse lei.

"Talvolta."disse lui "Ma abbiamo parlato,Raven.

Un piccolo errore è una cosa,a uno più grande non voglio neanche pensare."

Poco dopo Raven era in un bagno con addosso un accappatoio bianco ed era nella sua forma blu.

I capelli erano sempre tirati all'indietro e con la parte finale aperta verso l'esterno.

Lei mise il dentifricio sullo spazzolino da denti.

Le pareti erano bianche e lei si guardava nello specchio.

Accanto c'era un armadietto con dentro dei profumi.

"Mutante...e fiera..."disse lei che iniziò a lavarsi i denti "Mutante e fiera?!"

Lei girò la testa verso Charles che era seduto ad una scrivania di legno piena di carte e scriveva.

La scrivania aveva una lampada dentro una cupola gialla,connessa ad una spranga di metallo curva.

Sulla scrivania c'era anche un teschio su una placca di metallo cilindrica poggiata su una base

circolare.

Lei si sciacquò la bocca e si guardò allo specchio "Magari."

Lei uscì dal bagno.

"Ti metteresti con me?"disse Raven.

"Certamente."disse lui scrivendo"Un uomo sarebbe fortunato a stare con te,sei...stupenda."

"Anche così?"disse lei.

"Così come?...Tu..cosa?"disse lui che alzò la testa "Ah...blu?"

Lei abbassò la testa.

"Ah...sei la mia più cara amica."disse lui.

"Sono la tua unica amica."disse lei alzando gli occhi al cielo.

"Ti ringrazio."disse Charles sorridendo.

"Allora?"disse Raven.

"Non posso pensare a te in quel senso,tu sei..."disse lui che si alzò con una cartellina in mano "Mi

sento responsabile per te.

Ogni altra cosa mi sembrerebbe…sbagliata."

Lui andò a sedersi su un divano oltre la scrivania e andò a leggere.

"Ma se non mi conoscessi?"disse Raven.

"Purtroppo ti conosco..."disse lui "Ma che hai ultimamente?

Ti preoccupi troppo del tuo aspetto."

Lei andò a sedersi sul divano e mise la sua testa sul petto di Charles"Ho sonno.

Mi leggi qualcosa?"

"Non posso."disse Charles "Ho la tesi tra poco,devo studiare."

"Bene,leggi quella,la tua tesi è sempre soporifera per me."disse lei.

"Per l'uomo di Neanderthal,il suo cugino mutante,l'uomo Sapiens,era un'aberrazione.

La coabitazione pacifica,se mai ci fu,ebbe vita breve.

I ritrovamenti indicano senza eccezione che all'arrivo della specie umana mutata,in qualsiasi

regione,è seguita l'immediata estinzione del parente meno evoluto."

Erik camminava in strada.

Indossava un cappello con bordo circolare grigio,un lungo cappotto grigio,giacca grigia,cravatta

nera,pantaloni grigi,scarpe nere e aveva una valigia marrone nella mano destra.

Lui si diresse verso una porta nera,con una guardia davanti ed entrò in un edificio grigio.

Entrò in una scrivania e posò un lingotto d'oro con sopra il marchio nazista su di esso.

La stanza aveva il pavimento di legno,con vari tappeti,c'erano varie scrivanie e varie poltrone di

legno,colonne cilindriche con la base rettangolare bianca e il corpo giallo,delle porte bianche con

dei quadrati gialli incavati al centro.

L'uomo era calvo,con giacca e cravatta blu,camicia bianca,pantaloni blu e scarpe nere.

"Il possesso di quell'oro è illegale."disse l'anziano seduto alla scrivania "Dovrei informare la

polizia."

Erik si era tolto il cappello e il cappotto.

"Non facciamo questo gioco."disse lui.

"Da dove viene quell'oro?"disse l'uomo.

"Da un amico."disse Erik "Che mi ha caldamente raccomandato la vostra banca."

"Capisco."disse il vecchio "Lei conosce le nostre condizioni signore."

"Si."disse Erik che guardò una foto sulla scrivania "E lei dovrebbe conoscere le mie!"

Erik posò la foto di una bambina "Questo è tutto ciò che resta del mio popolo.

Fuso dai loro beni.

Strappato dai loro denti.

Questo è il prezzo del loro sangue.

E lei mi aiuterà a trovare i bastardi che sono responsabili di tutto questo."

L'uomo allungò la mano sinistra verso un pulsante ai lati della scrivania,ma Erik guardò il suo polso

e l'orologio di metallo andò contro il suo volto.

Erik scosse la testa "Non tocchi l'allarme."

Erik si alzò e andò dalla parte opposta della scrivania "Voglio Smith.

Claus Smith."

Lui diede un colpetto al petto dell'uomo con la mano destra "Dov'è?"

"I nostri clienti non ci danno il loro indirizzo,non siamo..."disse l'altro.

Erik lo afferrò alla gola con la mano destra "Una banca di quel genere?"

Erik mise la mano sinistra davanti la bocca dell'uomo e mise indice e pollice vicini.

L'uomo iniziò ad avvertire dolore nella bocca.

"Otturazioni in piombo,eh?"disse lui "Non d'oro.

Aveva paura che glie le rubassero?!"

"In Argentina!"disse l'uomo "Smith...è in Argentina!

A villa…

Pietà!

Pietà!"

L'otturazione si staccò e andò nella mano di Erik.

L'uomo si toccò la bocca.

"Molte grazie."disse Erik che andò dalla parte opposta della scrivania "Mi avrebbe fatto tanto

piacere ucciderla."

Erik prese la valigia e andò verso la porta "Perciò...mi creda...se dovesse avvertire qualcuno in

Argentina del mio arrivo..."

Erik si fermò "Verrò a cercarla."

Las Vegas,Nevada.

Tramonto.

La strada era piena di locali scintillanti.

Una macchina nera era davanti ad un locale rettangolare,con un'insegna con al centro la scritta

luminosa "ATOMIC",dentro un rettangolo di luce azzurra con i bordi arancioni e prima di essi

c'erano delle sferette luminose.

La parte inferiore dell'insegna formava il tetto dell'entrata,restringendosi ad imbuto verso l'interno.

Le pareti erano bianche,divise in parti rettangolari,con sopra una fila di colonne rettangolari e sopra

ancora un'altra parte bianca divisa in altre parti.

Davanti all'entrata c'era una fontana circolare con della vegetazione ai bordi.

Nella macchina c'era una donna con i capelli castani,lunghi fino alle spalle,giacca nera,camicia

bianca e gonna nera,con scarpe con i tacchi.

Accanto a lei c'era un uomo con giacca nera,pantaloni neri e scarpe nere.

"Ah...la solita giornata in ufficio."disse lui.

"Quello è il colonnello Adrian..."disse lei che osservava l'entrata con un binocolo.

"L'uomo della NATO?"disse lui.

"Si."disse lei.

L'uomo aveva i capelli rossi,molto corti,in parte era calvo e indossava una giacca nera,camicia

bianca,fiocco nero,pantaloni neri e scarpe nere.

"Si è lui..."disse l'uomo "E ci sono 3 capi mafiosi,l'ambasciatore italiano e il presidente del posto."

"Non possono essere tutti comunisti."disse lei "Questo club dev'essere un'altra cosa."

Lui osservò delle modelle che erano arrivate con solo addosso dei reggiseni e delle mutande.

"Hai visto che roba?"disse lui"Ciao ragazze…

Che carine..."

Lei iniziò a spogliarsi.

"Cosa?"disse lui "Ma che fai?"

"Uso un equipaggiamento che non mi ha dato la CIA."disse lei che scese "Resta qui."

Il colonnello era in un corridoio dal pavimento azzurro,con le pareti bianche e una grossa porta di

legno alle sue spalle.

La porta si aprì ed uscì una donna alta,con i capelli biodi,lunghi che indossava un reggiseno

bianco,un gonnellino bianco,stivali bianchi,una pelliccia che pendeva dalle spalle e c'era un

mantello bianco che pendeva da esso.

"Colonnello Adrian."disse lei.

"Si,signora?"disse lui.

"Emma Frost."disse lei "Socia di Sebastian Shaw."

"E dov'è?"disse Adrian "Il signor Shaw?"

"Stiamo dando una festa."disse lei indicando con la mano destra le modelle che arrivavano con

degli uomini "E questo è l'intrattenimento.

Mi segua."

Lei lo prese per mano e lo portò dentro,poi lo prese sotto braccio.

I 2 passarono in una stanza dove c'erano dei candelabri accesi,con una placca circolare sul

soffitto,una placca nera al centro e con diverse panchine coperte di stoffa nera,scesero delle

scale,dal cui fondo arrivava della musica.

Arrivarono in un ambiente circolare,con delle colonne di marmo,con una placca circolare sopra e

sopra si esso un altro piano.

Tra una colonna e l'altra c'erano delle tende fucsia aperte con un divano circolare di pelle e

tavolinetto dentro.

La stanza circolare grande era piena di tavoli da gioco.

La donna con i capelli castani arrivò nella sala e vide che le donne chiudevano le tende dopo aver

fatto entrare altre persone negli scompartimenti.

Lei vide che la bionda chiuse le tende e dietro c'era il generale.

"Ciao,bellezza."disse uno degli uomini e altri arrivarono.

"Salve bambina,vuoi trovar un posticino tranquillo?"disse un altro.

"Scusate ragazzi,sono stata prenotata dal colonnello Adrian."disse lei salutandoli "Scusate."

Lei aprì le tende e non li vide più,restando perplessa,vedendo solo il divano e il tavolinetto

circolare,con un aspirale nero su sfondo bianco.

L'interno delle tende era viola,con simboli verdi e le pareti erano fucsia e verdi.

Lei si guardò intorno e poi chiuse le tende.

Smith era in una grossa stanza e metteva un disco musicale conservato dentro una teca di plastica

rettangolare.

Non era minimamente invecchiato,era senza baffi,indossava una giacca nera,pantaloni neri e scarpe

nere,aveva nella mano destra un bicchiere con dentro del liquore.

Nella stanza c'erano varie poltrone,lampade,c'era un lungo divano circolare,nella zona centrale con

un tavolo davanti.

"Davvero non ne vuoi un altro?"disse Smith.

"No."disse il colonnello.

In una zona bar dietro di loro c'era un uomo con i capelli neri a mezzo collo,giacca nera,camicia

bianca,pantaloni neri,scarpe nere,seduto su degli sgabelli con la parte superiore rossa,circolare e

un'asta di metallo sotto.

La zona bar aveva il bancone nero,diviso in mattonelle rettangolare.

"Ho sentito che hai bloccato la mia proposta di piazzare altri missili Jupiter in Turchia."disse Smith

sedendosi sul divano circolare.

Il divano circolare era diviso da 2 zone dove c'erano dei gradini e i gradini alla sinistra di Smith

avevano una placca circolare bianca,del legno che ci bruciava e sopra c'era una placca conica

bianca,con la parte superiore cilindrica connessa al soffitto.

"Mi aspetto che ci ripensi."disse Smith.

La donna si tolse il mantello e si sedette alla destra del colonnello.

"Ne abbiamo già parlato."disse lui "Se metti le nostre testate in Turchia o in un altro posto così

vicino alla Russia scatenerai una guerra.

Una guerra nucleare.

La donna era dentro la stanza con il tavolinetto circolare e premette la placca circolare in cima.

La stanza intera ruotò facendola ritrovare in uno studio dove c'era un'enorme libreria e una scrivania

di legno.

Le pareti e il pavimento erano rossi,con tappeti neri.

Lei si riparò dietro una parete,poi si avvicinò alla scrivania che aveva davanti dei divani di pelle

nera con un tavolinetto marrone.

Lo schienale della poltrona di pelle nera circolare in cima e dietro c'erano 2 placche a semi

circonferenza con sopra dei vasi e delle lampade.

La donna andò a sbirciare tra i fascicoli sulla scrivania "Oh mio Dio."

"Non chiedo favori colonnello."disse Smith "Esprimo le mie aspettative."

"Perciò lasciamelo ripetere."disse Smith "Mi aspetto...che ci ripensi."

"L'unica cosa a cui voglio ripensare è bere un'altra coppa di quel delizioso spumante."disse il

colonnello.

Lui si alzò.

Smith fece un gesto a quello seduto che mosse la mano destra in cerchio formando un tornado di

vento che andò sul tavolo.

"Che diavolo mi avete messo nel bicchiere?"disse il colonnello.

"Niente."disse Smith sorridendo "Glie lo posso assicurare."

Il vortice lo avvolse quando l'uomo fece un altro gesto,lo sollevò e lo scagliò contro una parete.

La donna nello studio si abbassò dietro la scrivania sentendo un tonfo da dietro una parte della

libreria.

Vedendo che la parte della libreria da cui veniva il suono si era leggermente spostata in avanti andò

a sbirciare.

"Stai pensando di fuggire."disse la voce della donna bionda nella testa del colonnello,mentre lei si

avvicinava.

Lui si mise la mano sinistra sulla tempia.

"Ti troveremo Adrian."disse lei nella sua mente "Non c'è fortezza al mondo che potrebbe resisterci."

Smith le annuì e lei divenne una donna fatta di cristallo.

I vestiti su di lei scomparvero.

La donna che li spiava si mise dietro la libreria fissando il vuoto e chiuse gli occhi per un momento.

"Magnifica."disse Smith "Non è vero?

Mutazione genetica,l'evoluzione del genoma umano.

Dov'è Azazel?"

Lei fece un fischio stridulo e in quel momento un essere umanoide si proiettò nella stanza,lasciando

dietro di sé una polvere rossa che scomparve in un istante.

L'essere aveva i capelli neri tirati all'indietro,barba sul mento,pelle rossa,naso aquilino,una giacca

nera aderente,con una linea rossa orizzontale sul petto,pantaloni neri,scarpe nere e una coda rossa

cilindrica,con una punta triangolare in cima.

"Ah..."disse Smith.

La donna spalancò gli occhi.

"Non vogliamo che il colonnello tardi."disse Smith.

L'essere rosso porse la mano destra al colonnello "Compagno."

Lui prese la man scomparvero.

Il presidente e i capi di stato erano dentro un'enorme sala nera,riuniti intorno ad un tavolo

circolare,con sopra una placca circolare,con delle luci rettangolari.

Oltre il tavolo c'era uno schermo rettangolare con una cartina geografica del mondo,con accanto un

altro schermo.

Alla sinistra del tavolo c'era un macchinario verdastro rettangolare con degli uomini seduti sopra.

"Dei missili in Turchia rappresentano un messaggio molto chiaro."disse un generale davanti alle

mappe "Se decidessimo di lanciarli il sistema di preallarme russo non avrebbe tempo di attivarsi..."

Uno degli uomini in giacca e cravatta rispose al telefono "Meglio che sia importante.

Piano,piano,calmati.

Hai fumato una di quelle sigarette strane?

Le persone non scompaiono."

La donna era nella macchina al telefono "Il colonnello Adrian era la!

Era la nel club!"

"Il colonnello Adrian?"disse l'altro che guardò il colonnello seduto al tavolo.

"Sono d'accordo,generale."disse Adrian "Ho riconsiderato la mia posizione e ora penso che

dovremmo mettere i missili in Turchia."

"Il colonnello Adrian è qui perciò,a meno che non abbia percorso davvero per magia 3000 miglia

negli ultimi 10 minuti, ti consiglio di smetterla di farmi perdere tempo."disse l'uomo.

"Pare che Adrian voglia far scoppiare la terza guerra mondiale."disse quello accanto a lui.

"Ho cose più importanti a cui pensare."disse lui che attaccò.

"Ma signore!..."disse lei che attaccò il telefono nella macchina "Dio.."

"Ma sei impazzita?"disse l'altro "Beh...e adesso?"

"Troviamo un esperto di mutazioni genetiche."disse lei che lo guardò.

Xavier uscì da una struttura cilindrica.

Lui indossava un cappotto nero lungo,giacca nera,pantaloni neri e scarpe nere.

Raven,che era vicino a lui,indossava un cappotto grigio,con stivali neri.

Charles aprì l'ombrello.

"Allora che effetto fa essere professore?"disse lei.

"Oh non chiamarmi così."disse Charles "Non puoi farti chiamare professore finché non hai un posto

da insegnante."

"Lo so,ma fa molto per te."disse lei.

"Non dirlo."disse lui "Di invece andiamo a bere qualcosa ."

"Andiamo a bere qualcosa."disse Raven.

Dietro di loro c'era la donna che indossava un cappotto bianco che arrivava al ginocchio e stivali di

pelle chiara.

Villa Gesell,Argentina.

Tra le campagne c'era una villa a 2 piani,con 2 balconi rossi e il tetto a triangolo.

Accanto c'era un lago.

Erik si avvicinò alla struttura.

Indossava un cappello bianco,camicia bianca a maniche corte,una giacca bianca sulla spalla

sinistra,pantaloni bianchi,scarpe bianche.

Entrando si trovò in una grande stanza con dei tavoli,un bancone e una zona bar.

Posò il cappello su un attaccapanni e anche la giacca.

Ad un tavolo c'era un uomo semi calvo,con maglietta gialla,pantaloni neri,scarpe nere,che giocava a

scacchi con un altro biondo,con baffi,giacca di pelle senza maniche,camicia bianca,pantaloni grigi e

scarpe.

Il bancone era marrone con incavature rettangolari.

Dietro il bancone c'era un uomo con capelli neri,maglietta bianca,grembiule bianco e pantaloni neri.

"Sera a tutti."disse Erik.

"Sera."dissero i 2.

"Molto caldo oggi,eh?"disse Erik.

"Si."disse quello calvo.

Erik si sedette al bancone "Una birra,per favore."

L'uomo gli diede la birra.

Erik guardò una foto su muro dove,oltre quelli al tavolo,c'era Smith.

I 2 erano davanti all'insegna e sorridevano.

"Una birra tedesca."disse Erik.

"Ovvio."disse l'uomo.

Erik bevve.

"Si,buona no?"disse quello calvo che rise.

"La migliore."disse Erik ridendo,poi si voltò verso i 2 "Cosa vi porta in Argentina?"

"Il clima."disse il calvo "Io allevo maiali."

L'uomo rise.

"E io faccio il sarto,fin da quando ero ragazzo."disse quello con i baffi "Mio padre faceva i vestiti

più belli di Dusseldorf."

"I miei genitori erano di Dusseldorf."disse Erik.

"Si?"disse l'altro,mentre Erik si sedeva al loro tavolo.

"E il loro nome?"disse quello calvo.

"Non avevano nome."disse Eri si guardarono.

Lui brindò con i 2 "Il nome gli è stato portato via...da allevatori di maiali...e da sarti."

Erik sorrise malignamente.

I 3 bevvero.

Erik mostrò i segni sul braccio.

Quello calvo prese un pugnale con la mano destra e tentò di colpirlo,ma l'altro bloccò l'arto con

l'avambraccio sinistro,gli afferrò il polso e mise l'avambraccio sul tavolo,prendendo il pugnale.

Erik vide la scritta sulla lama "Sangue e onore.

Si,quale preferite perdere per primo?"

"Eseguivamo degli ordini..."disse quello calvo.

"Il sangue allora."disse lui pugnalando l'avambraccio dell'uomo.

Il barista puntò la pistola verso di lui "Allontanati!"

Erik lo guardò.

"FORZA!"disse quello con i baffi che si era alzato "SPARA!"

La mano con la pistola iniziò a tremare e a dirigersi verso quello in piedi che venne ucciso,poi Erik

lanciò il coltello nella pancia dell'uomo,poi lo richiamò nella sua mano destra e pugnalò

l'avambraccio del calvo ancora.

Erik bevve ancora.

"Chi...che cosa sei?"disse il calvo.

"Diciamo che sono il mostro di Frankenstein."disse Erik alzandosi e andando verso la foto "E cerco

il mio creatore."

La pistola volò da terra nella sua mano destra e sparò all'uomo.

Charle era in un bar,con una folla intorno.

Stava bevendo da una boccia di vetro con un lunghissimo collo.

"BEVI!"urlava la folla "BEVI!

BEVI!

BEVI!"

Lui non indossava la giacca.

Raven era accanto a lui e applaudiva.

Indossava un lungo vestito che arrivava a metà cosce e poi c'erano gli stivali neri.

Lui finì di bere ed urlò con la folla.

"SIIII!"urlò lui.

Raven lo abbracciò "Sono fiera di te."

"Grazie."disse Charles "Ne prendo un'altra.

E per te un altra cola."

La donna bionda si era messa l'abito lungo rosso e lo aspettava al bancone.

"Congratulazioni,professore."disse quella che aveva spiato il colonnello andandogli davanti e

stringendogli la mano.

Indossava una giacca verde scura e gonna nera.

"La ringrazio molto è più difficile di quanto non sembri in effetti."disse Charles.

"No,per la sua relazione."disse lei.

"Ah,era presente...molto gentile."disse lui.

"Moira MacTaggert."disse lei.

"Charles Xavier."disse lui.

"Ha un minuto?"disse lei.

"Per una bella bimba con un gene MC1R mutato...anche 5."disse lui facendole una carezza sui

capelli,mentre l'altra donna si girava.

Lui le mise il braccio sinistro intorno al collo e la portò al tavolo.

"Io dico MC1R,lei direbbe...capelli rossi."disse lui.

"Non sono rossi,sono castani."disse lei.

"Quello che è."disse lui sedendosi con lei "È una mutazione e forte come mutazione.

La mutazione...ci ha portati ad essere organismi monocellulari alla forma di vita riproduttiva

dominante..."

"Senta,questa solfa potrà andar bene per le studentesse,ma io sono qui per lavoro."disse lei.

"Cosa?"disse lui.

"Mi serve seriamente il suo aiuto."disse Moira.

"Che..."disse Charles "D'accordo."

"Il genere di mutazioni di cui stava parlando nella sua tesi...devo sapere se possono essersi già

verificate."disse Moira "In persone che vivono oggi."

Lui mise l'indice e il medio sulla tempia sinistra e le lesse la mente.

"Professore?"disse lei "Forse dovremmo parlarne quando sarà sobrio.

Ha tempo domani?"

"Qualcosa mi dice che lei ha già la risposta alla sua domanda."disse Charles "Questo è molto

importante per me e se posso aiutarla farò del mio meglio."

"Grazie."disse lei.

Miami,Florida.

Giorno.

Un motoscafo andava verso uno Yoth posto vicino ad un molo che aveva 2 parti parallele al

mezzo,una perpendicolare lunga,poi si curvava in parallelo e si collegava al boschetto.

Sul mezzo c'era il generale in uniforme.

Una volta salito sul mezzo incontrò Smith che andò dietro il bancone.

Indossava gli occhiali da Sole,una giacca bianca,pantaloni bianchi e camicia bianca.

Su una delle sdraio c'era la donna bionda che indossava reggiseno e mutande bianche,con un

accappatoio bianco.

Lei si tolse gli occhiali.

"Bevi ancora spumante,Adrian?"disse lui.

"Passo."disse lui.

L'uomo con i capelli lunghi si alzò da un'altra sdraio.

Indossava una camicia bianca e pantaloni chiari.

"Ok,bene."disse Smith "Basta con i convenevoli."

"Mi chiedevo...con chi hai parlato del nostro piccolo accordo?"disse Smith poggiandosi sul bancone

e fumando il sigaro.

"Con nessuno."disse Adrian.

Smith guardò la donna.

"Dice la verità."disse lei.

"Bene."disse Smith "Allora direi che qui abbiamo finito.

Concludiamo la faccenda,d'accordo?"

L'altro si avvicinò,ma Adrian mostrò una granata nella mano destra.

"Io lo sapevo di non potermi fidare di te."disse Adrian "Ora lasciami andar via di qui con i soldi che

mi spettano o strappo la sicura e moriremo tutti insieme."

"Fa pure."disse Smith "Strappala."

"Lo farò,giuro su Dio."disse Adrian.

Smith si avvicinò "No,tu non lo farai."

Smith prese la granata "Ma io si."

Lui azionò la granata e la tenne tra le mani.

La bomba esplose e l'esplosione venne bloccata dalle mani dell'uomo,che si sdoppiarono, e

assorbita facilmente.

Le mani si riunirono.

Smith sorrise.

"Sei uno di loro."disse il colonnello spaventato.

"Perspicace colonnello Adrian."disse Smith "Vuoi sapere cosa posso fare?

Ho il potere di assorbire energia.

Mi mantiene giovane.

Ma è l'aspetto più noioso.

Il bello è quello che posso farne una volta che l'ho presa."

Lui toccò il petto dell'uomo con l'indice destro e il militare venne invaso dall'energia bianca ed

esplose.

Quartier generale della CIA,Langely,Virginia.

In mezzo ad un prato c'era una grossa struttura con la base rettangolare ad un piano,con un'entrata

rettangolare da cui usciva un telo marrone dritto in avanti e poi un altro telo rettangolare

perpendicolare più lungo.

I lati minori della struttura avevano un secondo rettangolo al centro.

Sopra il rettangolo c'era una facciata rettangolare a 4 piani,con 2 parti rettangolari perpendicolari

dietro,connesse a 2 parti rettangolari parallele a quella davanti e in mezzo c'erano due strutture

basse con una placca a cupola sopra.

C'erano 2 strade che conducevano all'entrata,con in mezzo un giardino rettangolare,con accanto altri

giardini,con alberi spogli e oltre c'erano praterie piene di alberi spogli.

Gli unici alberi con le foglie erano gli abeti.

Charles era in una stanza davanti ad un lungo tavolo di legno con le poltrone di pelle nera e i

braccioli di metallo.

All'altro capo del tavolo c'era l'uomo in giacca e cravatta che aveva parlato al telefono con Moira e

accanto il suo collega che aveva detto che stava per scoppiare la terza guerra mondiale,ossia un

uomo biondo,con i capelli lisci,con la riga sulla parte destra della testa,in giacca e cravatta anche

lui.

2 posti oltre c'era un altro uomo in giacca e cravatta neri con capelli neri,lisci,con la riga sulla parte

sinistra della testa.

Moira indossava una giacca nera,gonna nera e scarpe con i tacchi neri.

Raven indossava un lungo cappotto di pelle nero,pantaloni neri e stivali neri.

Charles indossava una giacca grigia,cravatta nera,maglietta bianca,pantaloni grigio scuro e scarpe

nere.

Dietro di lui c'era una lavagna luminosa su un muro fatto da 3 placche di legno grandi e 4 sopra

piccole,con accanto la porta grigia.

Le pareti erano grige,con 4 finestre rettangolari e il pavimento bianco.

"L'avvento dell'era moderna può aver accelerato il processo di mutazione."disse Charles "Individui

con straordinarie capacità possono già essere...fra noi."disse Chares che si sedette "Vi ringrazio

molto."

Dietro quello dalla parte opposta del tavolo,sulla destra,c'era un uomo grasso,con i capelli neri,con

la riga sulla parte sinistra della testa,giacca e cravatta nera,camicia bianca,pantaloni neri e scarpe

nere.

"Moira,pensi davvero che una specie di scienziato pazzo mi convincerà a credere in donne

scintillanti e uomini che spariscono?"disse lui e quello con i capelli neri rise "Ti sei comprata un

biglietto di sola andata per la sala dattilografe.

Questa riunione è conclusa."

Moira si alzò.

"La prego si sieda,agente Moira."disse Charles e l'altra lo fece "Non mi aspettavo che mi credesse

visto che per tutto il tempo che ho parlato lei non riusciva a pensare ad altro che al tipo di torta che

serviranno alla mensa.

È una torta di mele e noci."

Charles guardò Moira "Non sono stato del tutto sincero con lei,mia cara...sapete una delle molte

cose spettacolari che la mia mutazione mi consente di fare è leggervi nel pensiero."

"L'ho già visto fare in uno spettacolo di magia."disse quello biondo "Ora ci chiederà di pensare ad

un numero da 1 a 10?"

"No,agente Stryker,anche se potrei chiederle di suo figlio William,al quale pensava,il che è bello

ma,preferirei chiederle dei missili che l'America sta piazzando in Turchia."disse Charles.

Moira spalancò gli occhi e tutti rimasero in silenzio.

"È una maledetta spia!"disse quello con i capelli bianchi prendendo il telefono "AVETE PORTATO

UNA MALEDETTA SPIA!"

"Non è vero!"disse Moira indicandolo "Non è una spia!"

Raven si alzò e si trasformò nell'anziano biondo imitandone anche il vestito.

Tutti restarono in silenzio,poi divenne blu e fece ricomparire i vestiti di prima.

"Che ve ne pare come trucco?"disse Charles.

"Il migliore che abbia mai visto."disse quello grasso.

"Li voglio fuori di qui."disse l'uomo con i capelli bianchi indicandoli con la mano destra "E sotto

chiave finché non avrò deciso cosa fare."

"Il mio laboratorio è fuori sede."disse l'uomo grasso "Li prendo io."

Moira camminò in un corridoio bianco e stretto,insieme al collega con gli occhiali.

Vicino ad una porta c'era un oggetto rettangolare,con la parte frontale circolare con un rubinetto

sopra.

"Non ci posso credere!"disse lei "Credevo che il direttore della CIA avesse un po' più di

autocontrollo!

Dovremo occuparci subito di questo Shaw e lui se la prende con i mutanti sbagliati!

Che possiamo fare,Levin?"

L'uomo bevve dal rubinetto e rimase bloccato nella posizione in cui era,come quelli in fondo al

corridoio.

"Levin?"disse lei chinandosi "Levin,ma che hai?"

"Non ha niente."disse la voce di Charles nella sua mente "L'ho soltanto bloccato un momento

perché volevo parlarti.

Bello,eh?"

Lei si guardò intorno spalancando gli occhi.

"Sono interessato a Sebastian Shaw quanto te."disse la voce "E se vuoi ancora il mio aiuto

vediamoci al terzo piano del parcheggio."

Nel parcheggio c'era l'uomo grasso che era in mezzo a Charles e a Raven che ora era tornata bionda.

Il parcheggio aveva un pavimento grigio,semi riflettente,con delle colonne bianche e varie auto.

"Ho sempre saputo che c'erano persone come voi in giro!"disse l'uomo "Sono stato lo zimbello

dell'agenzia per anni,ma lo sapevo!

Vi piacerà il mio laboratorio."

"Dovrà aspettare."disse Charles.

"Perché?"disse l'uomo.

"L'agente Moira ha informazioni su Sebastian Shaw e se non ci muoviamo lui potrebbe

sfuggirci."disse Charles e in quel momento Moira arrivò con l'auto.

"Ma cosa..."disse lui togliendosi gli occhiali.

"Non solo legge nel pensiero."disse Raven "Può anche comunicare con gli altri."

"Moira e io abbiamo appena conversato simpaticamente."disse Charles.

"Si,infatti."disse Moira.

"È incredibile!"disse l'uomo e Charles rise "Aspetti...non posso portarvi in nessun altro posto senza

il permesso dei superiori."

"Vuole vedere un altra delle mie magie?"disse Charles.

"Ok..."disse l'uomo.

Charles mise le dita sulla tempia sinistra "Salga in macchina."

"Buona idea."disse l'uomo che salì rapidamente.

A notte fonda la nave di Smith era ancorata presso un molo.

Dall'acqua emerse la testa di Erik che indossava una muta azzurra.

Poco dopo corse sulla nave e si nascose davanti alla sala comandi,estraendo il pugnale da un fodero

sul polpaccio destro,poi si fece avanti.

Smith era seduto su una serie di cuscini azzurri,su un bordo circolare.

La donna indossava un abito bianco che lasciava scoperte le gambe e l'altro giacca grigia,cravatta

nera e pantaloni grigi,con scarpe nere.

La donna aveva i capelli legati dietro la testa con le ciocche che arrivavano sulle spalle.

Shaw era senza occhiali.

"Dottore."disse Erik.

I 3 si alzarono.

"Eric..."disse Shaw fermando l'altro con il braccio sinistro "Incredibile!"

"È venuto per ucciderti."disse la donna che strinse gli occhi e lui avvertì un dolore alla testa

avvertendo un suono stridulo e rivivendo gli esperimenti subiti sul tavolo operatorio.

"Non sai quanto mi sei mancato."disse Smith.

Erik allungò il braccio destro verso di lui e la lama si mosse da sola,ma la donna divenne di cristallo

e afferrò l'oggetto.

Erik si alzò,ma lei girò su se stessa e gli diede una spinta con la mano sinistra,scagliandolo oltre il

bordo e facendolo finire in acqua.

"Emma..."disse lui scuotendo la testa "Non facciamo del male a quelli come noi."

Una nave accese dei fari,dei motoscafi si misero in mare e furono sparati dei razzi in mare.

"Ah..."disse Smith spalancando le braccia "Comincia la festa."

Una voce parlò dall'altoparlante.

"Qui è la guardia costiera degli Stati Uniti."disse la voce all'altoparlante "Non tentate di spostare

l'imbarcazione,restate dove siete.

Sulle imbarcazioni c'erano uomini armati in muta nera.

"Hanno un telepate."disse lei e lui si voltò.

Lei strinse gli occhi e nella mente di Charles apparvero dei cristalli che gli bloccarono il pensiero.

Lui indossava un pesante giubbotto nero,Moira anche e aveva i capelli legati dietro la testa e anche

e l'uomo grasso indossava un lungo cappotto nero.

"Ho perso Shaw."disse Charles "Ho per...ho perso Shaw...c'è qualcosa che mi blocca,non mi era mai

capitato.

Credo che su quella nave ci sia qualcuno come me."

"Come te?"disse Moira.

"Scusami,una telepate."disse lui "È incredibile,potevo sentirla nella mia mente,mi dispiace ma non

vi sarò di grande aiuto stanotte,dovrete cavarvela da soli."

L'uomo con i capelli lunghi fece apparire 2 vortici dalle sue mani e li mandò verso il mare.

"Oh mio Dio..."disse Charles che vide 2 trombe d'aria distruggere i canotti.

Il grasso fece allontanare Moira e gli altri sulla nave "Entrate."

Erik,in acqua,sollevò il braccio destro e fece uscire un'enorme catena dall'acqua,seguita dall'ancora.

Charles si fermò a mezz'aria "WOW!

ASPETTA!

FERMI!

FERMI!"

"Charles!"disse Moira "Stai bene?"

"C'è qualcun altro la."disse Charles che uscì sul ponte indicando l'ancora con l'indice

sinistro"Laggiù..."

"È ora di andare."disse Smith che prese per mano Emm corsero nella nave.

Erik urlò e mandò il braccio destro verso la nave,l'ancora tranciò la cabina comandi e si schiantò nel

pavimento di legno della parte frontale,trapassandola,poi andò verso l'alto.

Erik mandò il braccio sinistro verso sinistra,tenendo il pugno chiuso e la catena dell'ancora iniziò a

trapassare tutto il secondo piano del mezzo.

Smith ed Emma scesero delle scale,salvandosi per miracolo.

La parte inferiore della nave si aprì liberando un sottomarino che aveva la parte superiore piatta con

una ringhiera.

Da 2 buchi laterali rettangolari uscirono 2 placche allungate e orizzontali,mentre dietro la doppia

turbina si mise in moto.

Erik guardò le luci del mezzo e allungò le mani verso di esso,ma iniziò ad essere trascinato

nell'acqua.

Shaw era in una cabina di metallo,con un sedile nero davanti e altri 2 sedili ai lati.

Emma era a dei comandi sul lato destro e aveva delle cuffie bianche.

Le pareti erano piene di pannelli e bottoni.

La stanza era esagonale,con tubi sul soffitto.

L'uomo con i capelli lunghi scese la scaletta e arrivò sul posto.

Il mezzo andò verso l'altra nave e trascinò Erik.

"LASCIALI ANDARE!"urlò Charles "DEVI LASCIARLI ANDARE!"

Charles si rivolse all'uomo grasso "Lo aiuti,mandi qualcuno in acqua!"

"LASCIALI ANDARE!"urlò Charles "DEVI LASCIARLI ANDARE!"

Il mezzo si immerse e trascinò Erik che manteneva le mani verso di esso.

Charles corse dalla parte opposta della nave e si tuffò afferrandolo,poi fece entrare la sua voce nella

mente dell'altro "Non puoi...annegherai.

So cosa significa per te,ma così morirai,ti prego…

Erik…

Calma la tua mente."

Charles lo portò sulla superficie dell'acqua.

Shaw era seduto ai posti di comando ed era leggermente scosso.

"LASCIAMI!"urlò Erik che si dimenò e si separò da lui "LASCIAMI!"

"Calmati!"disse Charles "Respira…

SIAMO QUI!"

"Chi sei tu?"disse Erik.

"Mi chiamo Charles Xavier."disse lui.

"Eri nella mia testa!.."disse Erik "Come hai fatto?"

"Tu hai i tuoi trucchi io ho i miei,sono come te,ora calma!...la tua mente."disse Charles.

"Credevo di essere solo."disse Erik.

"Non sei solo!"disse Charles "Erik...non sei solo."

Centro di ricerca segreto della CIA.

In un prato c'era una grandissima costruzione.

Aveva la parte centrale a quadrato con al centro una circonferenza,dalla parte posteriore partivano 2

edifici rettangolari lunghi paralleli,uniti da 2 corridoi rettangolari perpendicolari.

Ai lati del quadrato centrale c'erano 2 costruzioni rettangolari,connesse a 2 quadrate e poi connesse

ad una quadrata più piccola,collegata ad altre 2 strutture quadrate sulla parte frontale,che aveva

un'apertura rettangolare da cui usciva una stradina che conduceva alla strada principale.

Nell'immenso prato c'era anche una placca di metallo quadrata con un cilindro di metallo al centro

con una circonferenza sopra e una sfera bianca in cima.

La struttura grande era marrone.

Oltre il prato c'era un bosco.

Una macchina nera arrivò all'entrata che aveva una parete di vetro,divisa in rettangoli,una porta

rettangolare,con una placca di cemento rettangolare sopra e un rettangolo di cemento intorno.

Dalla macchina scesero Moira,il grasso,Charles,Erik e Raven.

Il grasso era in giacca e cravatta neri,Charles indossava la giacca grigia e i pantaloni neri,Raven un

giaccone grigio e una minigonna nera,con stivali,Moira una giacca nera e gonna corta,con scarpe

nere,Erik indossava un giubbotto di pelle marrone,maglietta nera,pantaloni neri e scarpe nere e

aveva la valigia chiara nella mano destra.

"Ecco il mio laboratorio."disse il grasso "Il mio compito era investigare sull'applicazione dei poteri

paranormali alla difesa militare,ma trovammo pochissime prove sui fantasmi e altre entità."

"Alla difesa...o all'attacco."disse Erik "Vero?"

"Il signor Shaw...o Smith...come preferite chiamarlo,lavora con i russi."disse lui "Ci servirà il vostro

aiuto per fermarlo."

"Meraviglioso."disse Charles "Così noi saremo la nuova divisione mutanti della CIA."

"Qualcosa del genere."disse l'altro.

Poco dopo i 5 erano in una stanza immensa a guardare un prototipo di aereo che era appeso a dei

fili.

Aveva una lunga parte frontale rettangolare,con una punta in cima e delle vetrate sulla parte

superiore,poi aveva delle ali che formavano un triangolo equilatero che aveva la base

corrispondente con la fine del mezzo e sulle ali c'erano 2 cilindri con una punta frontale e dei

propulsori dietro.

Dietro l'oggetto c'era un'enorme placca di metallo a semi circonferenza piena di buchi circolari e

dietro c'era un muro di mattoni quadrati.

Dietro il gruppo c'era una ringhiera e poi un grosso buco circolare con dentro un'elica spenta.

Le pareti erano fatte di placche rettangolari di cemento,altissime e sul lato sinistro,in alto,c'erano 2

finestre rettangolari.

Sul lato destro c'era una zona laboratorio e dall'altra parte delle aperture che davano su un'altra

stanza con davanti un vetro.

"È supersonico."disse un ragazzo con un lungo camice bianco "L'aereo più all'avanguardia mai

costruito."

Il ragazzo aveva capelli neri corti,maglietta nera,cravatta nera,camicia bianca,pantaloni chiari e

scarpe nere.

Aveva la mano sinistra in tasca.

"Dovreste vederlo in azione."disse lui "È incredibile."

"Hank..."disse quello grasso indicando Erik,Raven e Charles con la mano sinistra "...loro sono le

nuove reclute speciali di cui ti parlavo.

Lui è Hank Mccoy,uno dei maggiori ricercatori di questa base."

"Che meraviglia."disse Charles che gli strinse la mano "Un altro mutante già qui."

Charles guardò il grasso "Perché non ce l'ha detto."

"Detto cosa?"disse il grasso.

"Ah...perché non lo sa."disse Charles che guardò il ragazzo "Ah...sono terribilmente mortificato."

Il grasso si avvicinò "Hank..."

"Non l'ha chiesto,così non l'ho detto."disse lui.

"E la tua mutazione qual'è?"disse Raven avvicinandosi "Sei...super intelligente?"

"Direi di si."disse Charles "Hank si è laureato ad Harvard a 15 anni."

"Ah...vorrei che fosse solo questo."disse Hank.

"Sei fra amici adesso Hank."disse Charles "Puoi mostrarti."

Hank si tolse le scarpe e i calzini.

I suoi piedi erano simili a quelli di una scimmia,ma senza pelo.

Charles ridacchiò "Splendido."

Raven rise.

"Scusate."disse lui che fece alcuni passi.

"Si,certo."disse Charles che si allontanò.

Hank spiccò un salto,fece una capriola e si aggrappò con i piedi al mezzo restando a testa in giù.

Raven si avvicinò "Sei fenomenale."

"Davvero?"disse lui sorridendo.

Un televisore mostrò un'immagine in bianco e nero dei missili americani in Turchia.

La tv aveva dietro una parete nera,con dei segni ad "y"neri con i contorni bianchi.

L'oggetto era in uno scompartimento rettangolare di una libreria a muro bianca,con un registratore

accanto.

La libreria poggiava su un mobile bianco.

Oltre il mobile c'erano dei divani chiari in una stanza bianca arredata come salotto.

C'erano 2 divani messi a cerchio,con 2 spazi tra uno e l'altro e al centro c'era un tavolino nero

circolare.

Sull'altra parete c'era un'altra scaffalatura nel muro,con varie bottiglie e bicchieri.

Oltre c'era una scrivania nera con sopra una cassa di metallo nero.

Nella stanza c'erano anche vari quadri.

La stanza aveva delle pareti curve verso l'esterno e il soffitto diviso in vari scompartimenti

rettangolari.

Le pareti erano bianche.

"La presenza di missili Americani in Turchia rappresenta una minaccia senza precedenti nei

confronti del popolo dell'Unione Sovietica."disse l'uomo alla tv "È

quanto il ministro ha dichiarato oggi.

Ma ha subito aggiunto che i russi non saranno i primi a dare inizio ad un intervento militare."

Smith ed Emma erano seduti su uno dei divani.

Lui indossava una giacca nera,pantaloni neri,scarpe nere e camicia bianca.

Aveva un bicchiere nella mano destra.

Lei indossava un abito aderente bianco,con un'apertura al centro fino alla parte centrale del

seno,pantaloni bianchi aderenti e stivali bianchi.

"Si,a questo rimedieremo non appena arriveremo in Russia."disse Smith.

"Se la CIA non ci trova prima."disse Emma.

"Sistemeremo anche loro."disse Smith.

"Se quel telepate ti entrerà nella testa,non sarà piacevole come me."disse Emma.

Smith sorrise "Già risolto,amore mio."

Lui si alzò e andò ad aprire la cassa rettangolare.

Lei si alzò poco dopo.

Smith prese tra le mani un elmetto di metallo nero lucido.

L'elmetto era a cupola e copriva la parte posteriore della testa e i lati,lasciando scoperti gli occhi,il

naso,la bocca e il mento.

Sulla parte centrale,frontale,aveva una punta che arrivava in cima al naso.

I lati della punta si curvavano verso l'esterno formando le orbite,poi i lati si curvavano verso il

basso e verso l'esterno,formavano una punta sugli zigomi diretta in alto e poi andavano giù dritti

fino al bordo inferiore.

La parte dell'elmetto vicina ai bordi del viso e ai bordi inferiore erano grigi.

Sopra gli occhi c'erano 2 punte curve verso l'esterno,fuse con la superficie e altre 2 curve verso

dietro che partivano dalle punte sugli zigomi.

"I russi..."disse Smith mettendosi l'elmetto "...mi hanno fatto questo."

Lui si voltò e la guardò "Allora...che sto pensando?"

Lei strinse gli occhi "Non lo so..."

Smith sorrise "Pensavo che sei la cosa più meravigliosa che ho mai visto in vita mia."

Lei sorrise.

"E che qui serve del ghiaccio."disse Smith mostrando il bicchiere "Portamene un po'."

Lei smise di ridere e prese il bicchiere.

"Brava,tesoro."disse lui.

Lei aprì la porta ovale,andando in sala comando,dove trovò quello con la pelle rossa e l'altro,salì la

scaletta, aprì il portellone circolare esterno,fece diventare di cristallo la mano destra e con l'indice

tagliò un pezzo di ghiaccio,facendolo cadere nel bicchiere.

Il sottomarino era infatti emerso in una valle di ghiaccio,rompendo la superficie.

Il lontananza c'erano delle montagne.

Raven e Hank erano seduti a gambe incrociate dentro il buco circolare dove c'era la turbina.

Lei aveva una giacca di pelle nera e gli stivali neri,lui una giacca marrone,senza maniche,camicia

bianca,con righe nere perpendicolari,pantaloni chiari.

Erano seduti su un asciugamano chiaro.

"Sono così fin da quando ero piccolo e non...non hai idea di cosa darei per sentirmi..."disse Hank.

"Normale."disse lei.

"Si..."disse lui.

I 2 risero.

"Charles non l'ha mai capito."disse Raven "Lui è diverso,ma...non ha mai dovuto nasconderlo."

"Hank,questo siero che stai preparando non ha effetto sulle capacità,vero?"disse lei "Solo

sull'aspetto.

Lo normalizza."

"Si."disse lui.

"Credi che funzionerebbe su di me?"disse Raven.

"Beh,posso studiarlo se vuoi."disse Hank "È il minimo che possa fare dopo averti fatta venire qui

con una richiesta tanto strana."

I 2 risero.

"Beh devo ammetterlo,di solito quando un uomo mi invita non vuole il mio sangue."disse Raven.

"Scusa,non intendevo essere sfacciato."disse Hank "Ero solo...ero solo emozionato.

Per...per…la natura della tua mutazione.

Se ci sono dei geni che contengono la chiave per il cambiamento dell'aspetto sono i tuoi."

"Hank,non...non sei stato sfacciato."disse lei "È questo che intendevo."

"No...ma mi dispiace se hai pensato che lo fossi."disse lui.

"E a me dispiace che tu non lo sia stato."disse Raven che si avvicinò e allungò il braccio

destro"Avanti.

Prendimi il sangue."

"Si."disse lui che prese una siringa e mise lago nella carne "Scusa,ti ho fatto male?"

Lei si avvicinò per baciarlo.

"Perversi."disse Erik che arrivò.

Indossava una maglietta nera.

"A proposito,se io fossi come te...non cambierei niente."disse lui andando via.

Lei rimase sconvolta.

Erik andò in un ufficio con la scrivania nera.

Dietro c'era un mobile nero con diversi cassetti.

C'era anche una lampada circolare,con delle circonferenze di metallo,attaccata ad un'asta

orizzontale,connessa ad una verticale.

Erik aprì la valigia mettendola sul mobile nero,poi estrasse dei fascicoli con su scritto

"Shaw,Sebastian"su un cartellino bianco e mise i fascicoli nella valigia,poi si recò all'ingresso ed

aprì la porta.

Charles era dietro una delle colonne dell'entrata e indossava una giacca nera e pantaloni neri.

Lui iniziò a seguire Erik.

"Da quello che so di te,mi sorprende che tu sia rimasto tanto a lungo."disse Charles.

Erik si fermò "Che cosa sai di me?"

"So tutto."disse Charles.

"Allora sai che devi stare fuori dalla mia testa."disse Erik che riprese a camminare

"Mi dispiace Erik,ma ho visto quello che ti ha fatto Shaw."disse Charles avvicinandosi e lui si

fermò ancora "Ho provato la tua angoscia.

Posso aiutarti."

Erik restò fisso e si voltò "Non mi serve il tuo aiuto."

"Non illuderti,ti è servito ieri notte."disse Charles "Non è solo da me che ti stai allontanando.

Qui hai l'occasione di far parte di qualcosa di molto più grande di te.

Non ti impedirò di andartene.

Potrei...ma non lo farò."

Charles andò all'entrata "Shaw ha degli amici.

A te farebbe comodo averne."

Il giorno dopo il grasso era seduto ad una scrivania con Charles e guardava la struttura circolare da

una finestra "Hank ha trasformato quella stazione radar in una trasmittente.

È progettata per amplificare le onde cerebrali.

Potrebbe aumentare i tuoi poteri telepatici.

Aiutarci a trovare altri mutanti per la nostra divisione."

Charles indossava una camicia azzurra,giacca grigia senza maniche,pantaloni chiari e scarpe nere.

"E se loro non volessero essere trovati da voi?"disse Erik che entrò nella stanza.

Indossava la maglietta nera del giorno prima.

"Erik."disse Charles "Hai deciso di restare."

"Se una nuova specie dovrà essere individuata,dovrà farlo chi vi appartiene."disse Erik "Charles e io

cercheremo i mutanti.

Non gli agenti."

"Primo: quel macchinario è mio."disse l'uomo che indicò il macchinario "Secondo:la decisione

spetta a Charles e a lui fa piacere che la CIA sia coinvolta,vero Charles?"

"No."disse Charles "Mi dispiace,ma sono con Erik.

Li cercheremo da soli."

"E se dicessi di no?"disse l'uomo.

"Allora auguri,usi la sua istallazione senza di me."disse Charles.

Poco dopo Charles e Raven salirono le scale di metallo che li condussero ad una grata di metallo

che si aprì.

La grata di metallo era parte di un pavimento circolare,nella palla bianca,avente 2 circonferenze di

grate di metallo rettangolari,con una circonferenza di placche trapezoidali con una placca circolare

al centro,divisa in 4 placche rettangolari interne,che si adeguavano alla forma della circonferenza ed

erano blu,poi c'era un cerchio grigio al centro,con l'interno blu.

La cupola aveva sulla superficie travi di metallo formanti rombi divisi a metà da placche verticali.

Sulla circonferenza al centro della placca circolare c'erano 2 aste di metallo verticali,con 3 semi

circonferenze di metallo orizzontali.

Sopra di esse c'era un braccio di metallo cilindrico,connesso ad un casco azzurro,trasparente,con

decine di fili sulla superficie.

Hank indossava il camice bianco.

Raven indossava una maglietta nera,gonna grigia e gli stivali neri.

Erik arrivò dietro di lei.

Nella parte opposta della stanza c'erano dei macchinari rettangolari pieni di tasti e c'era una

macchina rettangolare blu,con delle tastiere e dei grafici.

"Ah...io lo chiamo cerebro."disse Erik.

"Tu..."disse Charles che rise.

"In spagnolo significa cervello."disse Hank.

"Si."disse Charles.

"Ok,allora...gli elettrodi collegano Charles alla trasmittente sul tetto,quando lui rileva un mutante il

suo cervello invia un segnale tramite un relè."disse Hank che si avvicinò ad una macchina da

scrivere"E le coordinate del luogo appaiono qui."

"L'hai progettato tu?"disse lei.

"Si."disse Hank.

"Magari potrei aiutarvi anche io."disse Erik "A costruirne uno più grosso."

Charles si mise il casco circolare.

"Sei adorabile come cavia,Charles."disse Erik.

"Non rovinarmi tutto,Erik."disse Charles mettendo le braccia dietro la schiena.

"Io sono stato una cavia,le riconosco quando le vedo."disse Erik indicando se stesso e poi indicando

Charles.

"Ok."disse Hank avvicinandosi"Bene...

Sicuro che non posso rasarti a 0?"

"Non toccarmi i capelli."disse Charles.

"Va bene."disse Hank che andò a premere dei pulsanti.

Suno schermo circolare apparvero delle circonferenze incrociate in movimento e i tracciati

iniziarono a muoversi.

Le placche azzurre si illuminarono di luce bianca e la botola di metallo si chiuse.

Il casco si illuminò di luce bianca e Charles mise le mani sulla ringhiera circolare.

Nella sua mente apparve una dimensione fatta da una nebbia grigia dove c'erano miliardi di

persone.

Le persone normali apparivano in bianco e nero,mentre i mutanti erano colorati.

Charles sorrise ed iniziò a scrutarli.

Una macchina da scrivere connessa alla macchina iniziò a scrivere.

"Funziona."disse Hank.

Poco dopo Charles e Erik andarono in un club di spogliarelliste.

Una di loro camminava su un tavolo circolare,con i bordi luminosi.

Aveva i capelli neri lunghi,reggiseno nero,mutande nere,stivali neri e un tatuaggio di ali di insetto

sulla schiena,molto grande.

Le ali avevano la parte interna di tutti i colori dell'arcobaleno.

In mezzo alla circonferenza luminosa c'era un tavolinetto circolare luminoso,con un cilindro al

centro con bicchieri e bottiglie al centro.

Nella stanza c'erano altri palchi con altre spogliarelliste con dietro sfondi rettangolari.

I 2 erano vestiti in giacca e cravatta.

Charles aveva la giacca grigia,Erik quella nera.

Erik le porse dei soldi con la mano destra e lei si chinò guardandoli,poi li prese.

"Per questi tesoro,ti faccio un bel ballo privato."disse lei.

Poco dopo i 2 si sedettero su un letto rosso,in una stanza con pavimento rosso e tende rosse ai lati.

Lei era davanti a loro e dietro c'erano 2 vetrate rettangolari.

I 2 brindarono con dei bicchieri con dentro dello spumante.

"Ragazzi,sapete che per 2 costa il doppio vero?"disse lei con la mano sinistra sul fianco.

"Non serve dirlo,anche se ero certo che sarebbe una magia."disse Charles.

"Pensavamo più una cosa tipo...noi ti mostriamo la nostra se tu ci mostri la tua."disse Erik

indicando se stesso con gli avambracci e poi indicando lei.

"Amore...qui non funziona così."disse lei.

Lui schioccò le dita della mano sinistra e il contenitore di metallo con la bottiglia si alzò a

mezz'aria.

"Altro te,reverendo?"disse Erik.

"Con piacere."disse Charles che si fece versare un altro bicchiere.

"Tocca a me."disse lei che si tolse il reggiseno e le ali tatuate uscirono dalla pelle diventando vere.

Lei ali erano in tutto 4,le prime 2 andavano in alto e le altre 2 in basso.

I 2 si guardarono.

"Che ne pensi di un lavoro per cui puoi restare vestita?"disse Charles.

Qualche giorno dopo i 2 entrarono in un taxi,in una grande città.

Indossavano lunghi cappotti neri.

Charles aveva una camicia azzurra ed Erik una nera.

Il tassista era un ragazzo di colore,con pochi capelli,maglione rosso,pantaloni chiari e scarpe nere.

"Dove si va,signori?"disse l'uomo.

"Richmond,in Virginia,grazie."disse Erik.

"Bene,quindi all'aeroporto o alla stazione?"disse lui che sorrise "Dove?"

"Speravamo che ci portassi tu fin la."disse Charles.

"Sono 6 ore di macchina."disse l'uomo.

"Così avremo tutto il tempo di parlare."disse Erik che mosse la mano destra da sinistra a

destra,abbassando una leva di metallo giallo.

Tempo dopo i 2 erano dentro un corridoio di un carcere.

Charles indossava la giacca chiara,mentre Erik un giaccone di pelle marrone.

Dietro di loro c'erano 2 guardie con fucili e accanto il direttore in giacca e cravatta.

La parete alla loro sinistra era bianca,con porte chiuse e spesse,con lampade rettangolari.

Tra una porta e l'altra c'era una colonna rettangolare bianca e sopra una placca rettangolare

orizzontale.

La parete a destra aveva la parte bassa verde e la parte superiore bianca,con finestrelle rettangolari.

"Che se ne fa il governo di uno come Alex Summers?"disse il direttore che era semi calvo,con gli

occhiali,giacca blu ,cravatta scura,camicia bianca e pantaloni neri.

Lui iniziò ad aprire la porta "Spero che non pensiate di metterlo con gli altri.

È il primo che abbia mai incontrato che preferisca davvero l'isolamento."

Lui aprì la porta della cella.

Nella stanza c'era un ragazzo con capelli biondi corti,canottiera bianca,senza maniche,pantaloni blu

e scarpe nere,seduto su un materasso rettangolare,poggiato su una placca rettangolare

sottile,poggiata su una spessa.

Le pareti della stanza erano lisce e levigate.

Tempo dopo,in una grande stanza c'era un grosso acquario rettangolare,con le pareti intorno scolpite

come rocce di una caverna.

Oltre l'acquario c'erano 2 panchine rettangolari con la parte superiore marrone.

Davanti all'acquario c'era una ragazza bionda con vestito rosso che arrivava alle ginocchia.

Un ragazzo con capelli ricci,neri,maglietta blu a mezze maniche,pantaloni neri e scarpe nere.

"Assurdo eh?"disse lui.

"Che cosa?"disse lei.

"A te piacciono i pesci,a me piacciono i pesci...magari dovremo mangiare insieme qualche volta e

parlarne."disse lui.

"Preferirei uscire con i pesci."disse lei andando via.

Lui si avvicinò all'acquario e dalla bocca uscirono delle onde d'urto circolari che si propagarono

nell'acqua e li fecero scappare via.

"Quali pesci?"disse lui e lei si accorse dell'acquario vuoto,poi andò via ridendo.

Charles e Erik gli si affiancarono.

Tempo dopo erano davanti ad un bar.

"Sembra che questo Logan sia un tipo abbastanza irascibile."disse Charles "Comportiamoci bene."

"Ma certo."disse Erik

I 2 aprirono le porte che avevano vetrate divise in rettangoli con i bordi neri e alcuni gialli.

Le finestre accanto avevano le stesse linee e delle tende rosse formate da moltissimi filamenti rossi.

Andando al bancone trovarono un uomo bianco con capelli neri,lisci,che formavano delle punte

sopra le tempie,dirette all'indietro,barba ai lati della mascella e sul mento.

Indossava una maglietta nera a mezze maniche,camicia bianca,jeans blu e scarpe marroni.

Lui prese un sigaro dal posacenere e continuò a fumarlo.

"Mi scusi,sono Erik Lehnsherr."disse Erik con le mani sui fianchi.

"Charles Xavier."disse Xavier.

"Andate a fanculo."disse Logan.

I 2 si guardarono perplessi ed uscirono.

Logan si voltò per vederli uscire e poi continuò a bere.

Emma era nel sottomarino che era in pieno oceano e guardava l'esterno tramite un periscopio

bianco.

"Non c'è niente sul radar?"disse lei.

"Niente."disse Azazel che guardava i radar.

"Il sonar?"disse Emma.

"Niente."disse Azazel.

"Allora abbiamo un problema."disse lei che andò nella stanza addobbata come una sala,andando

verso la parete opposta dove c'era un quadro,aprì un contenitore sulla scrivania nera,premette un

pulsante e la parete si aprì in 2 parti.

La stanza interna era piena di specchi e c'era un cilindro di metallo sul pavimento con delle barre

blu luminose.

Shaw era nella stanza ed era senza l'elmo.

"Bella vero?"disse Shaw che mosse la mano destra intorno all'oggetto "La causa della nostra

esistenza.

Noi siamo i figli dell'atomo,amor mio."

"C'è una situazione critica."disse Emma "Il telepate.

Non lo dovrei sentire a questa distanza.

È come se il suo raggio d'azione si fosse amplificato.

Avverto un'enorme flusso di energia psicocinetica.

Stanno reclutando."

"Tu prosegui e vai in Russia."disse Smith "A loro penso io."

Erik e Charles erano seduti sui gradini del monumento di Lincol.

"Non faccio altro che pensare agli altri come noi,alle menti che ho toccato."disse Charles che aveva

una scacchiera vicino a se "Riuscivo a sentirli.

Il loro isolamento,le loro speranze,le loro ambizioni.

Ti dico che siamo all'inizio di qualcosa di incredibile Erik.

Possiamo aiutarli."

"Davvero?"disse Erik "Identificazione,è così che comincia.

E finisce con l'essere rinchiusi,subire esperimenti,venire eliminati..."

"Stavolta no."disse Charles "Abbiamo nemici comuni.

Shaw,i russi,hanno bisogno di noi."

"Per ora."disse Erik.

Raven e tutti quelli arruolati erano in una stanza all'interno del complesso.

La stanza aveva una finestra rettangolare che dava su un cortile quadrato,con un giardino

quadrato,con una statua al centro e con delle panchine di pietra intorno.

C'era anche una seconda finestra dalla parte opposta che dava sulla cupola.

Nella stanza c'erano 2 divani,uno bianco e uno nero,con un tavolino circolare al centro.

Oltre,a destra c'era un bancone con la parte superiore gialla e il resto bianco.

Raven indossava una maglietta senza maniche nere,con pantaloni chiari e scarpe nere,Hank

indossava una felpa azzurra,maglietta chiara,pantaloni marroni e scarpe nere,Alex indossava un

giaccone di pelle nero,maglietta bianca,jeans e scarpe nere.

I 2 erano sul divano nero.

Poi c'era una poltrona con il ragazzo riccio che aveva una maglietta rosso scuro,pantaloni marroni e

scarpe nere,poi la donna con le ali che aveva un vestito nero scollato,giaccone di pelle nero e stivali

neri e poi c'era il tassista di colore che indossava una maglietta blu,pantaloni neri e scarpe nere.

"Dovremo pensare a dei nomi in codice."disse Raven "Adesso siamo agenti governativi,dovremmo

avere dei nomi in codice.

Io voglio chiamarmi Mistica."

"Uffa,volevo chiamarmi io Mistico!"disse quello riccio indicandosi con la mano destra.

Raven rise "Arrangiati l'ho detto prima io."

Raven si trasformò nel ragazzo "E sono molto più misteriosa di te."

Tutti rimasero sorpresi.

"Bellissimo!"disse la donna che aveva i capelli neri.

Tutti applaudirono.

"Darwin?"disse Raven"E tu?"

"Beh...Darwin è già un soprannome e sapete...mi sta bene."disse lui "Adattarsi per

sopravvivere,eccetera.

Guardate qua..."

Darwin si alzò e mise la faccia nell'acquario formando 3 enormi branchie ai lati del volto,una

sull'altra.

Le branchie si curvavano verso l'esterno al centro,avevano la parte superiore chiara,con macchie

nere,poi diventavano scure e rosse alla fine.

Tutti applaudirono.

"Incredibile."disse quello riccio.

"Eh si."disse Hank "E tu Sean?"

"Io mi chiamerò...Banshee."disse Sean.

"Perché vuoi farti chiamare come uno spirito urlante?"disse Hank.

"Tappatevi le orecchie."disse Sean alzandosi e tutti si ubbidirono.

Lui si chinò sul tavolinetto che aveva 4 bicchieri con dentro la coca cola,inspirò,si guardò

intorno,fischiò e produsse un vortice che spaccò il vetro.

Tutti risero e applaudirono.

"Come ha fatto a mancarli?"disse Hank.

"Tocca a te."disse Sean che indicò la ragazza con i capelli neri.

Lei si alzò "Il mio nome d'arte è...Angel."

Lei si tolse il giaccone,mostrando il vestito scollato e con la parte sulla schiena aperta.

Sean fischiò.

Le ali uscirono dalla schiena.

"Mi si adatta."disse lei che fece uscire le ali dalla schiena.

"Puoi volare!?"disse Raven.

"Esatto...e..."disse lei che sputò una palla di fuoco dalla bocca colpendo la testa della statua.

"Oltre a volare sputi fuoco..."disse Raven.

"Hai rovinato la statua."disse Darwin.

"Sono eccitato e disgustato."disse Sean ridendo.

Lei si rimise il giaccone e si rivolse ad Hank "Qual'è sarà il tuo nome?"

"Che ne dici di Big Foot?"disse Alex.

"Beh,sai che si dice degli uomini con i piedi grossi."disse Raven "E i tuoi sono piccolini."

"Dai..."disse Alex.

"Wow!"disse Sean.

"Alex qual'è il tuo talento?"disse Darwin "Tu che sai fare?"

"Ah...non è..."disse Alex che si mise la mano sinistra sulla testa "Non lo posso fare...non posso farlo

qui."

"Lo puoi fare di la?"disse Darwin indicando il vetro rotto.

"Perché non lo fai di la?"disse Raven.

Tutti iniziarono a battere le mani e a chiamarlo per nome.

Alex si alzò.

"Riparatevi quando ve lo dico."disse Alex andando nel cortile.

Gli altri si alzarono.

"Riparatevi quando ve lo dico."disse Sean ridendo.

"Che paura."disse Angel.

Tutti si misero sul bordo della finestra rotta,chinati in avanti.

"State indietro."disse Alex e gli altri tornarono dentro,poi si riaffacciarono "State indietro!"

Il gruppo non si mosse.

"Come volete."disse lui che iniziò a formare dei cerchi concentrici di energia rossa che roteavano

intorno al suo corpo,poi si staccarono e volarono via,tagliando la statua a metà e dandogli fuoco.

"SIII!"urlò Sean.

Le pareti del muro opposto erano danneggiate e annerite.

Tutti applaudirono.

L'uomo con i capelli bianchi camminava nel suo ufficio.

"Secondo le nostre fonti,Shaw si incontrerà con il ministro della difesa russa a Mosca."disse l'uomo

sedendosi al tavolo accanto a Moira "Su avanti dillo."

"Non sono qui per dire "ve l'avevo detto",sapete perché sono qui."disse Moira.

Al tavolo c'era anche Stryker,il grasso e quello con gli occhiali.

"Si,si..."disse l'altro controllando una foto "Vuoi il permesso di portare con te i tuoi

mutanti,combattere il fuoco con il fuoco.

Mi sembra sensato."

"Aspetta!"disse Stryker "Tu sei d'accordo?

Inviare un branco di mostri non addestrati e non autorizzati?"

"Quei mostri sono persone devote che si impegnano molto!"disse il grasso.

Moira uscì da una stanza con Erik e Charles e camminò in un corridoio.

Lei indossava un lungo cappotto chiaro.

Charles indossava una giacca nera,maglietta nera,pantaloni neri e scarpe nere,mentre Erik indossava

il giubbotto di pelle marrone,maglietta nera,pantaloni blu e scarpe nere.

Il corridoio di cemento aveva il soffitto obliquo che andava da sinistra verso destra in alto,con delle

colonne rettangolari su di esso.

"L'aereo per Mosca parte tra un'ora."disse Moira.

"Ti dico che i ragazzi non sono pronti per Shaw."disse Erik.

"Io credo che ti sorprenderanno,sono un gruppo formidabile."disse Charles.

"RAGAZZI!"urlò la voce di quella con i capelli neri "VENITE CON ME!"

"Ma che diavolo..."disse Moira vedendo la statua spezzata e poi i 3 videro che il gruppo si era

messo a ballare.

Raven stava ballando su un divano,Hank camminava sul soffitto,Sean e Darwin si tiravano sedie e

Angel volava.

Darwin fece comparire delle placche di pietra sulla sua schiena,sulla sua nuca e sulle braccia.

Sean gli diede un colpo con la sedia e non ottenne effetto.

Darwin fece comparire le placche anche sul petto e sulla pancia,poi Alex iniziò a colpirlo con una

mazza.

"Più forte!"disse Darwin "Più forte!"

Moira mise le mani sui fianchi.

"Che cosa state facendo?!"disse Moira.

Hank saltò giù dal soffitto.

Darwin fece scomparire le placche assorbendole nella pelle e gli altri si fermarono.

"Chi ha distrutto la statua?"disse Moira indicando la statua?"

"Alex!"disse Sean.

"No,Havok."disse Raven "Dobbiamo chiamarlo Havok,è questo il suo nome ora."

Raven indicò Xavier con l'indice destro,mentre lui teneva le mani in tasca "E abbiamo pensato che

tu dovresti essere il Professor X..."Raven indicò Erik "...e tu dovresti essere Magneto."

"Formidabile."disse Erik "Un branco di perfetti imbecilli."

Erik andò via,seguito da Moira.

"Mi aspettavo di più da te."disse Xavier andando via.

Zona militare russa.

In un prato c'era una villa rettangolare a 2 piani con delle colonne cilindriche,con il tetto triangolare.

Dietro c'era un boschetto e davanti un prato con un bosco oltre.

Nel bosco c'era una stradina con dei camion militari che andavano verso la villa.

Dentro uno di essi c'erano Xavier ed Erik che indossava un berretto nero.

Sentendo bussare dalla parete di legno,sollevarono la botola e videro Moira e il collega con gli

occhiali.

"C'è un problema."disse l'uomo.

"Cosa?"disse Charles.

"Mi dispiace non era segnalata sulla carta."disse Moira.

Nel bosco c'era una sbarra orizzontale con 2 strutture vicino.

"Qualunque cosa accada comportatevi normalmente."disse Charles "Ci penso io."

Lui abbassò la botola.

Accanto a loro c'erano dei soldati armati con i mitra.

"Ora sentite..."disse Charles.

Il camion si fermò e un soldato chiese all'uomo di scendere.

I soldati puntarono le armi.

"Ehi,piano."disse Charles alzandosi e mettendo il dito medio e indice sulla tempia sinistra.

L'uomo aprì il retro del mezzo e i soldati non videro nulla.

Poco dopo Moira usava un binocolo per vedere un elicottero in avvicinamento.

L'elicottero aveva una cupola di vetro davanti,una placca cilindrica dietro e una lunga coda formata

da un'asta di metallo e un'elica dietro.

Accanto a Moira c'era il collega,Charles ed Erik,accucciati a terra e tutti con i binocoli.

Dall'elicottero scese Emma che indossava un mantello bianco che arrivava poco sotto la vita,un

cappello di pelle circolare,una giacca di gomma bianca aderente e stivali bianchi.

Un soldato alzò la sbarra bianca e nera e la fece passare.

L'elicottero andò via.

"Dov'è Shaw?"disse Erik preoccupato.

"Non lo so."disse Charles "Ma se lei è una telepate e io la sento,saprà che siamo qui."

Charles si mise le dita sulla tempia "Proverò un'altra cosa..."

La mente di Xavier entrò dentro uno dei soldati all'entrata che vide la donna incontrarsi con un

uomo anziano.

"Shaw le porge le sue scuse,ma non si sente bene."disse lei "Mi ha chiesto di venire al suo posto.

E detto tra noi tesoro,io sono una compagnia migliore."

"Lui non verrà."disse Charles "E adesso capo?"

"Adesso niente."disse Moira "Siamo qui per Shaw,missione annullata."

"Col cavolo!"disse Erik che si stava per muovere.

Lei lo afferrò "Erik!…"

"Lei è il suo braccio destro e questo mi basta."disse lui indicando la villa.

"La CIA che invade la casa di un alto ufficiale sovietico?"disse Moira "Sei pazzo?"

"Io non sono la CIA."disse lui andando via.

"Erik!.."disse Charles.

L'uomo ed Emma erano seduti in una stanza enorme.

Lei era su un divano chiaro,mentre lui su una poltrona.

Davanti a loro c'era un tavolo rettangolare.

A terra c'era un tappeto bianco con segni rossi e un tavolino di legno circolare ,con un vaso con

dentro delle rose bianche e rosse.

Oltre c'era un letto con lenzuola rosse,baldacchino dorato,tende rosse e ringhiera di metallo dorato.

Le pareti erano scure con varie linee d'oro,c'erano 3 finestre rettangolari con tende rosse.

I 2 bevvero.

"Sarete impegnati a pianificare la vostra prossima mossa."disse Emma "E se gli americani

rifiutassero di spostare i missili dalla Turchia?"

"Sa che non posso parlare di queste cose,signorina Frost."disse l'uomo.

"Emma."disse lei alzandosi e slacciandosi la giacca "E non preoccuparti,non dovrai dire una

parola."

Il filo spinato intorno alla villa si mosse da solo e avvinghiò un soldato e poi un altro,poi altri 2.

I 2 soldati vicini alle colonne dell'entrata si mossero.

"Farà scoppiare la terza guerra mondiale da solo."disse quello con gli occhiali.

"Dobbiamo fare qualcosa."disse Moira.

"E cosa?"disse l'uomo "Andiamo via!"

"Non potete!"disse Charles.

Il filo spinato trascinò un soldato in un fossato,mentre Erik,senza più il berretto,correva.

Con un gesto della mano destra sollevò la sbarra ed entrò.

I 2 soldati puntarono le armi e lui allungò le mani verso di loro facendo si che i loro fucili gli

partissero dalle mani e li facessero finire a terra.

Erik corse verso di loro,spiccò un salto e diede una ginocchiata alla faccia di uno dei 2,poi entrò

nella villa.

"Mi dispiace."disse Charles "Non posso lasciarlo."

Erik incontrò 2 soldati vicino ad una scala,poi allungò le mani verso di loro e le armi si smontarono

da sole.

Il fucile di uno dei 2 colpì al volto il possessore,mentre l'altra arma trascinò il secondo in

avanti,Erik chiuse i pugni verso di se e il fucile andò contro la pancia del secondo mandandolo a

terra.

Il secondo stava per rialzarsi,ma lui,con un gesto della mano destra,gli fece andare il fucile sul

volto,facendogli perdere i sensi,poi salì le scale.

Charles arrivò correndo,poi vide gli uomini nel filo spinato e andò a liberarli "Per l'amor di

Dio,Erik…

Sta calmo..."

Charles toccò la testa del soldato "Dimenticati di me."

Il soldato svenne,poi lui corse.

L'anziano era seduto sul letto e aveva l'illusione che sopra di lui ci fosse Emma,mentre lei era sul

divano con addosso solo reggiseno,mutande e stivali bianchi.

"Patetico."disse lei.

Erik e Charles entrarono nella stanza e rimasero allibiti nel vedere la scena.

"Bel trucco."disse Charles.

La visione sparì.

"E voi...chi siete?"disse l'uomo.

"Addormentati."disse Charles allungando la mano sinistra verso di lui e l'uomo si addormentò.

Lei si alzò e divenne di cristallo.

Charles mise le dita sulla tempia.

"Smettila di provare a leggermi nel pensiero,dolcezza."disse lei con una voce rimbombante e

Charles avvertì dolore alla testa "Non leggerai mai niente da me quando sono così."

Lei provò a correre via,salì sul tavolo e stava per spiccare un salto,ma Erik allungò la mano verso il

letto la ringhiera dorata si deformò,afferrandole i gomiti e trascinandola indietro,poi la ringhiera le

si avvinghiò intorno agli avambracci.

"Allora puoi dircelo tu."disse Erik "Dov'è Shaw?"

Lei tentò di liberarsi.

Erik si imbestialì e fece si che la ringhiera le si avvinghiasse intorno al collo stringendo sempre di

più.

"Erik..."disse Charles "Erik,adesso basta."

"No..."disse Erik che proseguì e il collo della donna si riempì di crepe.

"Erik,adesso basta!"disse Charles e l'altro si fermò.

Lei tornò di carne.

"È tutta tua."disse Erik allontanandosi "Non assumerà più la forma di diamante...e se lo fa...dalle un

colpettino."

Charles le lesse nella mente ed ebbe una visione.

Vide una carta geografica del mondo,con Smith che metteva un missile di cartone su Cuba.

Smith era vestito con una giacca nera,camicia rossa,pantaloni neri.

Dall'America partirono i missili nucleari che colpirono la Russia che inviò i suoi missili.

"Noi...siamo i figli dell'atomo."disse la voce di Smith.

In una Washington devastata c'era Smith su un dosso,con dietro Azazel,Emma e l'altro.

Dietro di loro c'era una bandiera azzurra,con un cerchio rosso con dentro un simbolo blu,con la

parte bassa rettangolare e 3 punte.

Davanti a lui c'era una folla con delle candele in mano.

"Le radiazioni hanno fatto nascere i mutanti."disse Smith "Ciò che uccide gli esseri umani rende noi

solo più forti."

La visione finì.

"Bello non è vero?"disse Emma.

Charles guardò Erik seduto su una poltrona con un bicchiere in mano "È peggio di quanto avessimo

immaginato.

Ti portiamo con noi.

Quelli della CIA vorranno interrogarti di persona."

"Oh,ne dubito."disse lei "Hanno cose più serie di cui preoccuparsi."

Darwin era a giocare al biliardino con Alex.

"Wow!"disse Darwin.

"Va bene,no?"disse Alex.

"E dai,Alex!"disse Darwin "Così mi distruggi!"

"Non te la prendere,ho avuto molto tempo libero."disse Alex.

Gli altri erano sui divani.

2 agenti in giacca e cravatta passarono davanti al vetro che era stato rimesso.

"Ah,non sapevo che era arrivato il circo in città."disse l'altro "Ehi dai piccola,facci vedere le ali!"

Lei scosse la testa.

"No?"disse lui "Tu,facci vedere i piedi."

Hank si alzò e andò verso la vetrata.

"Eccolo!"disse l'uomo "Dai,Big Foot,avanti."

Premendo un pulsante sulla parete 2 tende verdi si chiusero e lui tornò a sedersi.

"Fanno solo gli stupidi."disse Raven.

"Quelli che fanno gli stupidi so come trattarli,li frequento da sempre,ma preferisco un branco di

uomini che mi guardano nuda al modo in cui mi fissano qui."disse Angel.

"Ci fissano."disse Raven.

Il gruppo sentì uno strano suono e poi un tonfo.

Anche Darwin se ne accorse.

"Cosa è stato?"disse Darwin.

Il gruppo sentì altri tonfi.

"Non capisco,qualcosa non va."disse Darwin che andò a premere il pulsante ritirando le tende.

I tonfi proseguirono.

Il gruppo non vide più i 2 uomini.

Il grasso era ad un tavolo con un altro.

"Ci sono notizie di Shaw?"disse il grasso.

"Niente di niente."disse l'altro.

"Neanche tramite il canale segreto?"disse il grasso che sentì un tonfo e guardò dalla finestra,poi si

alzò.

Azazel comparve nella stanza,afferrò l'uomo e scomparve,poi afferrò il grasso,scomparve e apparve

in cielo.

"Che succede?"disse Darwin.

Azazel sorrise e lo fece cadere facendolo schiantare nel cortile.

Le ragazze urlarono.

Tutte le luci si accesero e diversi corpi caddero dall'alto.

Smith camminò verso l'entrata e aprì la porta.

Indossava l'elmetto.

Un uomo biondo in giacca e cravatta andò verso Smith con una radio "C'è un'intrusione nell'atrio

principale."

"Dove sono i mutanti?"disse Smith.

"Fai un altro passo e sparo."disse l'agente che punto la pistola.

"Certo,lo farai,ma dove trovo le persone più evolute?"disse lui avvicinandosi.

L'uomo sparò,ma le pallottole rimbalzarono e produssero delle strane onde circolari sul suo vestito.

"MANDATE RINFORZI SUBITO!"urlò l'uomo spaventato che sparò.

Smith lo afferrò alla gola e lo sollevò con la mano destra.

Degli agenti bussarono ai vetri della stanza dove era il gruppo.

"Indietro!"disse uno di loro "AL RIPARO!

Ci attaccano!"

Altri agenti vennero ed erano armati.

Azazel apparve al posto della statua con le braccia spalancate e una spada con la lama leggermente

curva nella mano destra.

"DI LA!"urlò Raven che indicò l'essere con l'indice destro,come fecero anche Darwin e Havok.

"SPARATE!"urlò l'uomo e l'essere svanì,poi riapparve,mentre il gruppo si nascondeva dietro i

divani,afferrò la mitraglietta dell'uomo e la puntò verso il vetro che venne perforato.

Un tornado distrusse la sfera di metallo.

"Dove sono i mutanti?"disse Smith mentre dei soldati si mettevano in cerchio sul corridoio

superiore.

"LASCIA ANDARE QUELL'UOMO!"urlò uno dei soldati.

Smith lanciò l'uomo verso il soffitto e gli altri spararono.

Quando venne colpita la figura di Smith duplicò per un istante alcune sue parti che vennero

riassorbite istantaneamente.

Uno con un bazooka lo colpì e l'esplosione venne assorbita.

Azazel apparve con 2 spade,colpì le armi di 2 uomini poi li uccise.

"COL CAVOLO CHE RESTO QUI!"urlò Darwin "FUGGIAMO!"

La coda di Azazel trafisse il petto di uno degli uomini a terra.

Un altro provò a sparargli,ma lui scomparve.

Il gruppo trovò dei soldati nel corridoio.

"FERMI!"urlò uno di loro mentre gli altri li trattenevano.

Smith colpì il suolo con il piede destro e produsse un'onda d'urto di fuoco che distrusse il pavimento

e si spostò nei corridoi distruggendoli.

L'esplosione fece fuggire nella stanza il gruppo,mentre i soldati sparavano.

Il tornado finì di distruggere la sfera di metallo.

Azazel trafisse un altro,apparve dietro una siepe e afferrò la gola di un terzo con la coda e lo

trascinò dietro una siepe,poi apparve tra 2 uomini,colpì il primo alla pancia con la spada destra,girò

su se stesso colpendo il secondo,colpì il terzo con il manico delle spade,trafisse il petto di quello in

ginocchio,trafisse la gabbia toracica del primo con la coda per poi legarla al collo del terzo e

metterlo davanti a se,poiché un altro gli puntava la pistola contro.

Azazel fece muovere l'uomo da una parte all'altra,l'altro sparò e uccise il collega,poi l'altro

scomparve.

Il tornado colpì alcuni uomini nel giardino e ne scagliò uno contro l'altra vetrata che andò in

frantumi.

Azazel trafisse la pancia dell'ultimo uomo.

Quello con i capelli lunghi entrò dall'altra finestra.

Indossava una giacca grigia,pantaloni grigi e cravatta scura.

Il gruppo sentì degli spari da dietro la porta.

"ASPETTA!"urlò una voce "VUOI I MUTANTI?

VA BENE,SONO DIETRO QUESTA PORTA,MA LASCIA ANDARE NOI NORMALI,NON

SIAMO UNA MINACCIA!"disse la voce,poi si udì un tonfo.

Smith aprì le porte "Dov'è il telepate?"

"Non è qui."disse Azazel.

"Peccato."disse Smith "Bene,almeno posso togliermi questo."

Smith si tolse l'elmetto "Buona sera,mi chiamo Sebastian Shaw.

E non sono qui per farvi del male."

"FERMO!"urlò una guardia.

"Azazel!"disse Smith e l'altro apparve dietro l'uomo e lo trafisse.

"Amici miei."disse Smith avvicinandosi e dando l'elmetto a quello con la giacca grigia "C'è una

rivoluzione in arrivo.

Quando l'umanità scoprirà chi siamo e cosa possiamo fare...ognuno di noi dovrà fare una

scelta:essere ridotto in schiavitù o assumere il comando.

Scegliete liberamente,ma sappiate che se non sarete con noi per definizione sarete... contro di

noi...perciò potete restare e combattere per coloro che vi odiano…e vi temono...o potete unirvi a me

e vivere come re...e regine."

Angel prese la mano sinistra di Smith.

"Angel..."disse Raven che la vide camminare con Smith.

"Stai scherzando?"disse Sean.

"Andiamo."disse lei "Questo non è posto per noi e non c'è niente di cui vergognarsi."

Darwin allungò la mano sinistra e lei andò via.

"Dobbiamo fare qualcosa."disse Raven.

Darwin si rivolse a ad Alex.

Smith e il suo gruppo si presero per mano.

Alex diede una spinta a Darwin.

"Fermi."disse Darwin che andò verso di loro"Vengo con voi."

Smith sorrise e si avvicinò "Ottima scelta.

Parlami della tua mutazione."

"Beh,mi adatto per sopravvivere."disse Darwin.

Alex si mise dietro di lui.

"Perciò penso che verrò con voi."disse Darwin.

"Questo mi piace."disse Smith che lo fece accomodare vicino ad Angel.

"Alex!"disse Darwin.

"USCITE!"urlò Alex.

"VAI!"urlò Darwin che afferrò Angel e si mise davanti a lei facendo diventare la sua schiena di

pietra.

Alex fece uscire le circonferenze laser dal corpo e Smith ne afferrò una assorbendola.

Azazel separò Darwin dall'altra.

"Ah...proteggi i tuoi fratelli mutanti!"disse Smith "È un nobile gesto.

Ti fa star bene."

Darwin sferrò un destro,ma Smith lo bloccò con l'avambraccio e lo paralizzò,poi gli mise la mano

destra sulla mascella aprendogli la bocca.

"Adattati a questo."disse Smith che gli mise nella bocca una parte dell'energia di Alex.

Gli altri si presero per mano e svanirono.

Darwin divenne di metallo,ma il suo petto si riempì di energia rossa,così divenne di pietra,ma si

riempì di crepe incandescenti che poi si spensero.

Darwin guardò Alex,allungò la mano destra verso di lui,i suoi occhi divennero normali,poi divenne

brillante ed esplose.

Mosca,Russia.

Davanti al Cremlino c'era un enorme parata militare e su dei camion militari c'erano dei missili

nucleari.

L'uomo che aveva incontrato Emma era su un balcone e vide degli aerei che volavano,poi aprì la

porta finestra ed entrò,trovando Smith con un lungo cappotto nero e una pelliccia nera intorno al

collo.

"Benvenuto."disse l'uomo che gli strinse la mano.

"Salve."disse Smith stringendogli la mano.

I 2 superarono un tavolo e scesero delle scale che avevano una ringhiera orizzontale a destra con

delle bandiere rosse.

Arrivarono in una grossa stanza dal pavimento di marmo,con delle circonferenze rosse,con dei

tavoli messi ad "U",con la superficie nera,i contorni di legno,con dei bicchieri sopra.

In mezzo alla "U"c'era un tavolino chiaro con 2 sedie nere.

Davanti alla "U"c'era una cartina a muro,con gli Stati Uniti colorati in blu e la Russia in rosso,poi

c'erano dei missili di cartone con dietro un magnete,sia blu che rossi in varie parti.

"Nuovamente tutta la mia comprensione per il trattamento che ha dovuto subire ad opera della

CIA,generale."disse Smith andando alla mappa "Questi americani sono senza scrupoli.

Ora che hanno piazzato i loro missili in Turchia,prevedo che anche voi penserete...a nuove basi per i

vostri missili."

"E dove?"disse lui "Non saprei dove poterli mettere."

"Dove sapete che il sistema di preallarme americano... non servirà."disse Smith "Ho sentito che

Cuba è bellissima in questa stagione..."

Smith mise un missile rosso su cuba "...e vicinissima alla florida."

"Missili a Cuba?"disse l'altro che tolse il missile ridendo "Dice sul serio?

Tanto vale dichiarare guerra allora."

"Forse non sono stato abbastanza chiaro."disse Smith "Lei farà in modo che accada."

L'uomo sorrise "Vediamo cosa ne pensa KGB di questa."

L'uomo andò a prendere un telefono "Passatemi il generale."

Azazel,Angel e l'altro apparvero nella stanza.

"Motivo della chiamata?"disse la voce al telefono.

"Nessuno..."disse l'uomo che attaccò il telefono.

Smith allungò gli avambracci verso di lui.

Angel indossava un lungo abito nero,con maniche lunghe fino a terra,con gli avambracci aperti.

Dei militari avevano circondato il laboratorio dove erano i mutanti.

In quel momento arrivò la macchina di Moira.

Erik e Charles scesero di corsa.

Erik aveva gli occhiali.

I 2 videro Raven e gli altri seduti su una lunga panchina di pietra.

L'intera parte frontale della struttura era saltata e c'erano pezzi ovunque.

"Raven!"disse Charles che corse verso di lei.

Lei si alzò e lo abbracciò.

La ragazza indossava il cappotto grigio.

Hank indossava una giacca blu,camicia bianca,cravatta nera,pantaloni chiari e scarpe nere,Alex

indossava lo stesso abito della sera prima e Sean aveva gli occhiali da sole,giaccone grigio,maglietta

chiara,pantaloni scuri e scarpe nere.

"Tutto bene?"disse lui.

"Si."disse lei.

"Ci stiamo organizzando per rimandarvi a casa."disse Sean.

"Che cosa?"disse Charles.

"Lui non tornerà di certo in prigione."disse Sean.

"Ha ucciso Darwin!"disse Alex.

"Ragione in più per andarvene."disse Charles "Ringraziate di essere vivi.

È tutto finito."

"Darwin è morto Charles."disse Raven "E non possiamo neanche seppellirlo."

"Possiamo vendicarlo."disse Erik con le mani sui fianchi.

"Erik,possiamo parlare un momento?"disse Charle si allontanarono.

"Sono soltanto ragazzi."disse Charles.

"No,erano ragazzi."disse Erik "Shaw ha il suo esercito,a noi serve il nostro."

Charles si voltò verso di loro "Ci dovremmo addestrare.

Tutti quanti.

Giusto?"

"Si."disse Alex.

"Beh,non possiamo restare qui."disse Hank "Anche se riaprissero il dipartimento non è sicuro.

Insomma,non abbiamo un posto dove andare."

"Si,invece,"disse Charles.

Emma era seduta in una stanza nera.

Indossava il cappotto aderente di gomma bianca,una gonna bianca e gli stivali.

Le pareti della stanza erano nere ed avevano delle placche di metallo verticali e

orizzontali,intrecciate.

Lei era seduta su una sedia nera.

Dietro un vetro nero c'erano sia Stryker sia quello con i capelli bianchi.

"Secondo la legge dobbiamo rilasciarla."disse quello con i capelli bianchi.

"La legge...si applica agli esseri umani,non vale per i mutanti."disse Stryker "Sono troppo

pericolosi.

In tempi come questi la sicurezza è più importante della libertà.

Sta per scoppiare una guerra,John."

"Certo."disse John "Ma una guerra contro chi?"

Emma si alzò,andò verso il vetro,fece diventare di cristallo la sua mano destra,fece scorrere l'indice

sul vetro incidendo un cerchio e lo spinse via con il dito facendo un buco.

"Bella domanda."disse lei "Anche se non la definirei esattamente una guerra,perché presuppone che

le parti abbiano uguali probabilità di vincere."

In mare c'era una nave con 3 testate nucleari con sopra una stella rossa e accanto c'erano altre navi

militari.

Il capitano indossava un berretto militare nero,giacca nera,pantaloni neri e scarpe nere,mentre gli

altri un completo grigio.

Pentagono.

Nella stanza con il tavolo circolare c'era un generale che camminava davanti ad una mappa.

"I russi hanno inviato le loro testate a Cuba,abbiamo una settimana prima che arrivi."disse il

generale che indicò con una bacchetta lo schermo "La nostra flotta può trovarsi su questa linea

quando arriva la nave con i missili russi."

Il presidente era seduto al tavolo.

Aveva capelli grigi,giacca nera,cravatta scura,pantaloni neri e scarpe nere.

Stryker e John erano seduti vicino a lui.

"Se la nave supera la linea...avranno dichiarato guerra agli Stati Uniti."disse il presidente "E noi non

avremo altra scelta se non rispondere con un attacco nucleare.

Siamo d'accordo?"

Tutti alzarono la mano.

"Inviate la settima flotta."disse il presidente.

Erik e il gruppo erano davanti alla villa di Charles che indossava un cappotto chiaro lungo.

Moira indossava un lungo cappotto grigio.

"È casa tua?"disse Alex.

"No,è casa nostra."disse Charles.

"Sinceramente Charles,non so come tu sia riuscito a sopravvivere vivendo in questa amara

miseria."disse Erik.

"Beh,l'amarezza era addolcita da me."disse Raven.

Charles la baciò sulla guancia.

"Venite,è ora di iniziare il giro."disse lei.

Mosca,Russia.

Il tavolo ad U era pieno e l'uomo che aveva incontrato Shaw faceva un discorso in russo al

gruppo,indicando la cartina con una bacchetta.

Al tavolo centrale c'erano 2 donne.

Alla tv parlarono dell'accaduto "Il presidente Kennedy,ha firmato un proclama ufficiale che

stabilisce il blocco di tutti i missili diretti a cuba.

L'Unione Sovietica ha reagito definendolo un passo sulla strada che porta a scatenare una guerra

termonucleare.

Charles,con addosso maglietta nera,pantaloni neri e scarpe nere aprì 2 porte su una stanza buia.

Dietro di lui c'era Alex con addosso una tuta da ginnastica grigia e aveva un manichino femminile

in braccio.

"Il mio patrigno prendeva molto sul serio la possibilità di una guerra nucleare."disse Charles che

accese le luci situate a metà parete.

Il pavimento era rosso scuro,liscio,il soffitto a semi circonferenza,con delle lampade quadrate sul

soffitto.

In fondo c'era una parete di roccia irregolare.

"Fece costruire questo bunker qua sotto."disse Charles "Penso che potremo usarlo come una specie

di poligono."

"Non temi che butterò giù i muri?"disse Alex che posò il manichino in fondo.

Charles rise "Ha fatto costruire questo posto perché resistesse ad una bomba atomica,perciò penso

che resista a te,Alex."

"Sai quando lo faccio capitano cose brutte."disse Alex camminando verso l'entrata con l'altro.

"Perché non sai controllare il tuo talento."disse Charles "È lui che controlla te.

Ecco perché siamo qui,Alex.

Per addestrarci."

"Beh,se vuoi sul serio che lo faccia è meglio che ti allontani."disse Alex.

"Devo chiudere la porta?"disse Charles andando all'entrata.

"Si."disse Alex e le porte nere blindate furono chiuse e la manopola girata.

"Quando vuoi."disse Xavier che udì delle esplosioni e scattò l'allarme antincendio.

Charles rise e aprì la porta vedendo la stanza piena di circonferenze di fuoco.

"Oh mio Dio..."disse lui che prese l'estintore "Ti insegnerò a controllarlo Alex."

Moira,Sean e Charles erano in un prato.

Charles indossava un maglione blu con una camicia bianca,pantaloni neri e scarpe nere.

Sean indossava una tuta da ginnastica grigia e moira un cappotto grigio,pantaloni neri,scarpe nere e

cuffie sulle orecchie.

Sean fece uscire le onde d'urto dalla sua bocca e distrusse le vetrate a quadretti della finestrella.

"Sean,quello che fai è incredibile."disse Charles indicando la finestra rotta e togliendosi le cuffie

arancioni "Raggiungi un picco con le onde sonore che ha la stessa frequenza di risonanza del

vetro,perciò si rompe."

Charles si toccò la gola con l'indice destro "Ma queste sono come gli altri muscoli del corpo, le puoi

controllare."

Poco dopo Hank e Charles montavano un telo sulla schiena di Sean.

Charles indossava la camicia bianca e Hank una camicia blu e gialla.

Il panno era triangolare con i lati maggiori che andavano dalle braccia alla schiena,era giallo,con

linee nere e diviso da una linea nera verticale.

Il panno era connesso a dei bracciali neri sui polsi e c'erano delle cinghie nere circolari nere sul

petto.

La stanza era diventata un laboratorio.

"Sei sicuro che questo coso mi farà volare?"disse Sean.

"Si."disse Hank "Tutto è possibile.

Ho basato il progetto su..."

"Hank,basta parlare."disse Charles "Andiamo."

Raven sollevò il peso che poi si sollevò a mezz'aria.

"Se usi metà della tua concentrazione per apparire normale,poni solo metà della tua attenzione alle

cose che fai."disse Erik "Lo sottolineo solo perché potrebbe salvarti la vita."

Lui indossava una maglietta nera a maniche corte,pantaloni chiari e scarpe nere.

Erik lasciò cadere il peso,lei divenne blu e lo afferrò facilmente.

"Vuoi che la società ti accetti."disse lui "Ma non riesci ad accettarti neanche tu."

Tempo dopo Alex indossava un giubbotto nero e su di esso era stata messa una circonferenza di

metallo giallo,con circonferenze e linee di metallo all'interno,intricatissime.

Xavier indossava la giacca grigia e Hank la camicia multicolore.

"Sexy."disse Alex che guardò la placca.

"Bene,questo è solo il prototipo."disse Hank "Quello vero sarà decisamente migliore,sarà un vestito

intero."

Hank indicò la circonferenza "Vedi,i sensori misurano la tua emissione di energia,il pannello la

concentra e l'eccesso viene assorbito."

In fondo alla stanza c'erano 3 manichini.

"Avanti prova a colpire quello in mezzo,solo quello in mezzo."disse Charle uscirono"Auguri."

Alex fece uscire un raggio dalla circonferenza e per sbaglio colpì quello a destra,poi fece uscire il

raggio colpendo quello a sinistra e cadendo a terra.

Poco tempo dopo Raven camminava nel laboratorio.

Indossava un vestito azzurro che terminava all'inizio delle gambe.

Aveva una collana con un cerchio d'oro al centro del petto.

"Vieni a vedere."disse Hank che era al microscopio "I tuoi geni sono straordinari.

Le tue cellule invecchiano ad un ritmo che è alla metà di quello degli umani!

A 40 anni avrai ancora i leucociti di un adolescente!"

Lei posò le tazze sulla scrivania.

"Hai la struttura cellulare più incredibile che io abbia mai visto."disse Hank "È..."

"Forte."disse lei che si mise seduta su di lui,si tirò indietro i capelli e guardò nel microscopio.

Sean,Hank,Charles e Erik erano sul tetto della gigantesca antenna bianca.

Sean e Hank avevano la tuta grigia,mentre gli altri 2 la maglietta nera.

"E sul serio pensi che stavolta volerò?"disse Sean spaventato.

"Senza riserve."disse Charles.

"Mi fido di te."disse Sean.

"Sono commosso."disse Xavier mentre Erik sorrideva a braccia incrociate.

"Non mi fido di lui."disse Sean indicando Hank.

"Non dire niente."disse Charles.

"Sto per morire!"disse Sean.

"Sta tranquillo,non ti faremo fare niente se non vuoi..."disse Charles.

"Aspetta,ti aiuto..."disse Erik che lo spinse di sotto.

"Erik!.."disse Charles.

L'altro iniziò ad urlare emettendo le onde d'urto e volando verso l'alto.

Charles guardò Erik.

"Che c'è?"disse Erik "Dai che avevi la stessa cosa in mente."

Charles e Hank si misero ai lati di uno dei manichini che aveva la pancia segnata da una "X"nera.

"Magnifico lavoro,Hank."disse Charles "Grazie.

Allora Alex,voglio che tu colpisca la X e soprattutto che non colpisca me,fai il bravo."

"Dici sul serio?"disse Alex.

"Sono più che serio."disse Charles "Ho completa e assoluta fiducia in te."

"Speriamo bene."disse Hank.

Il raggio uscì dal centro del petto del ragazzo e colpì il manichino,poi lui rise.

"Sono sempre un pagliaccio?"disse Hank.

"Si che lo sei!"disse Alex sghignazzando "Ma ottimo lavoro."

Charles,con addosso il cappotto grigio,era in una stradina di sassi,in uno dei giardini della villa,poco

dietro una ringhiera di pietra con oltre un prato e puntava una pistola alla testa di Erik con la mano

destra.

Erik indossava una felpa grigia con cappuccio tirato giù.

"Sei sicuro?"disse Charles.

"Sono sicuro."disse Erik ridendo.

"Ok…"disse Charles che però non riuscì a sparare "No...no,non posso scusa.

Non posso sparare a nessuno a bruciapelo,figurati ad un amico."

"OH,ANDIAMO CHARLES!..."disse Erik che gli prese il braccio e si ripuntò la pistola alla

testa"Lo sai che posso deviarla,mi dici sempre che devo espormi di più."

"Se sai che puoi deviarla...allora non ti stai mettendo alla prova."disse Charles "Che fine ha fatto

l'uomo che voleva sollevare un sottomarino?"

"Che?!"disse lui "Non ci riesco!"

Erik prese la pistola "Per una cosa così grande mi serve la situazione la rabbia..."

"No,la rabbia non basta."disse Charles.

"Mi ha permesso di farcela in tutti questi anni."disse Erik.

"Ti ha quasi ucciso in tutti questi anni."disse Charles "Dai,vieni con me.

Proviamo a fare una cosa un po' più difficile."

Charles si avvicinò alla ringhiera.

Molto più lontano c'era una gigantesca antenna bianca.

"Vedi quel radar?"disse Charles "Prova a direzionarlo verso di noi."

Erik si appoggiò con le mani sulla ringhiera,poi mise le braccia verso l'oggetto,tenendo le mani

aperte,ma non ci riuscì,neanche sforzandosi.

"Sai,credo che la vera concentrazione si trovi ad un certo punto tra la rabbia e la serenità."disse

Charles che mise la mano sinistra vicino la tempia "Ti dispiace se..."

Charles lesse nella sua mente e vide il momento in cui era davanti alle candele di una torta con la

madre al buio.

Erik lacrimò e anche Charles.

"Che cosa mi hai fatto?"disse Erik.

"Sono...entrato nell'angolo più luminoso della tua memoria."disse Charles "È un bellissimo ricordo

Erik,grazie."

"Non sapevo di averlo ancora."disse Erik.

"In te c'è molto più di quanto sai,non solo rabbia e dolore."disse Charles "C'è anche del bene,l'ho

sentito.

E quando lo controllerai...avrai un potere che nessuno potrà eguagliare.

Nemmeno io.

Su...riprova."

Erik allungò la mano destra verso l'oggetto e la voltò verso di se,ruotando l'immensa antenna,poi

rise a squarcia gola.

"Bravo."disse Charles dandogli una pacca sulla spalla.

"EHI!"urlò Moira da una finestra "Il presidente sta per fare il discorso."

L'intero gruppo si riunì in un salotto e Charles e Moira si sedettero su un divano chiaro.

Davanti a loro c'era un tavolinetto con televisore allungato,ai lati del divano c'erano 2 tavolini

circolari con sopra delle lampade,poi c'erano diverse poltrone,una scrivania,un tappeto rosso,una

libreria sulla parete dietro il divano con una porta al centro e 2 finestre aperte.

"La nostra politica sarà di considerare ogni missile nucleare che supera la linea d'embargo che

circonda Cuba...come un attacco da parte dell'Unione Sovietica

agli Stati Uniti che esigerà un'azione precisa di rappresaglia contro l'Unione Sovietica."disse il

presidente.

"È la che troveremo Shaw."disse Erik indicando il televisore con la mano destra con dentro la

pistola.

"Come lo sai?"disse Alex.

"2 super potenze che si affrontano e vogliono far scoppiare la terza guerra mondiale."disse

Charles"Lui non lascerà nulla al caso."

"Alla faccia della diplomazia."disse Erik "Vi consiglio di farvi una bella notte di sonno."

Erik andò via.

La nave continuava ad avvicinarsi.

"Aumenta la tensione,mentre una nave porta missili sovietica si avvicina a Cuba."disse un uomo

alla tv "Tutti gli sforzi diplomatici per evitare un conflitto nucleare sono fin'ora falliti."

Sotto la nave c'era il sottomarino.

"Il popolo americano si prepara alla possibilità di un attacco e giungono notizie di manifestazioni di

pace."disse l'uomo nella tv "I supermercati sono presi d'assalto,mentre rifugi mai più usati dalla

seconda guerra mondiale vengono riaperti e riforniti in vista di quanto potrebbe accadere.

In tutta la sua storia l'America non si è mai trovata di fronte una minaccia più grande."

Shaw era seduto sul divano e indossava la camicia rossa,mentre accanto a lui c'era Angel che

indossava un lungo vestito nero con parti bianche.

Tutti e 2 avevano un bicchiere in mano.

"Il mondo è maturo per la guerra e nessuno potrà fermarmi."disse Smith che brindò.

Hank bussò alla camera di Raven che indossava un accappatoio bianco lungo.

La stanza era di legno,con un camino acceso,c'era un letto con le lenzuola grige e la spalliera di

legno,dalla parte opposta alle finestre e la parte sopra il camino e dietro il letto era grigia con parti

rosse quadrate.

"Avanti."disse lei che si voltò.

Era seduta davanti ad un mobile con uno specchio e gli attrezzi per un trucco.

"Ciao."disse Hank che entrò con una confezione rettangolare in mano"Ho una sorpresa per te."

Lei aprì la confezione ridendo,ma non rise più vedendo 2 siringhe piene di una sostanza verde.

I 2 si sedettero su 2 poltrone tra un tavolinetto di legno.

"Il siero funziona come un antibiotico."disse Hank "Attacca le cellule che provocano la nostra

mutazione fisica.

Non avrà effetto sulle nostre capacità,solo sul nostro aspetto.

Lo...vuoi ancora fare?"

Lei si chinò in avanti "Ci dovremmo nascondere?"

"Beh,tu lo fai già,ti nascondi ora come io ho fatto per tutta la vita."disse Hank "Non voglio sentirmi

un mostro sempre,voglio solo apparire..."

"Normale."disse lei.

Lui prese una siringa.

"Hank no!"disse lei "Tu sei bellissimo Hank...in tutto ciò che sei,sei perfetto.

Guarda tutti noi.

Tutto quello che abbiamo imparato in questa settimana,quello che impareremo.

Siamo diversi,ma non dovremmo cercare di inserirci nella società.

La società dovrebbe aspirare ad essere più come noi."

Lei fece diventare gli occhi gialli e il suo aspetto cambiò divenendo blu "Mutanti...e fieri."

"Beh,sento il dovere di dirtelo."disse Hank "Anche se domani salvassimo il mondo e i mutanti

venissero accettati dalla società...i miei piedi e il tuo naturale aspetto blu..."

Lei abbassò la testa.

"...non sarebbero mai ritenuti belli dalle persone comuni."disse l'altro.

Lei tornò bionda.

"Sei...sei bella adesso."disse Hank "A noi serve... questa cura."

Hank si alzò,mentre lei iniziò a versare lacrime,poi prese la scatola e prese la siringa con la mano

destra.

Charles ed Erik erano in un salotto,seduti su 2 poltrone,davanti ad un tavolinetto con una

scacchiera.

Dietro di loro c'era un tavolino rettangolare di legno,con 2 divani verde chiaro intorno,con

tavolinetti ai lati con 2 lampade,una a destra e una a sinistra,oltre c'era un camino acceso

rettangolare,con i contorni rossi e dorati,poi c'era una libreria ai lati e sopra il camino un ripiano con

sopra un orologio.

"Cuba..."disse Charles muovendo uno dei pezzi della scacchiera "...Russia...tutti pezzi su una

scacchiera.

Non fa differenza."

Shaw ha dichiarato guerra all'umanità,a tutti noi.

Dev'essere fermato."

Erik posò la tazza "Io non voglio fermare Shaw.

Voglio ucciderlo."

Erik mosse dei pezzi "Tu sei in grado di permetterlo?"

Charles si piegò in avanti e incrociò le mani.

"Sapevi fin dall'inizio perché ero qua,Charles."disse Erik "Ma le cose sono cambiate.

È iniziata come una missione segreta e avrebbe dovuto concludersi in segreto,ma domani l'umanità

saprà che i mutanti esistono.

Shaw,noi...non farà differenza.

Avranno paura di noi.

E la paura si trasformerà in odio."

"No se impediamo una guerra."disse Charles "Se riusciamo a fermare Shaw,se rischiamo la nostra

vita per riuscirci."

"Loro lo farebbero per noi."disse Erik.

"Ciò che abbiamo deve renderci uomini migliori."disse Charles.

"Ma lo siamo già."disse Erik "Siamo lo stadio successivo dell'evoluzione umana,sei stato tu a dirlo.

Sei così ingenuo da credere che non lotteranno per la sopravvivenza della loro specie?

O la tua è arroganza?"

"Scusami?"disse Charles.

"Dopo domani si rivolteranno contro di noi,ma tu non vuoi vederlo perché credi che siano tutti

come Moira."disse Erik.

"Tu credi che siano tutti come Shaw."disse Charles "Ascoltami con molta attenzione,amico

mio...uccidere Shaw non ti darà la pace."

"La pace non è mai stata un'opzione."disse Erik.

Hank era nel laboratorio,seduto ad un tavolo pieno di flaconi e a piedi nudi.

Prese la siringa e se la iniettò nella caviglia destra.

Il pollice del piede divenne un pollice identico a quello umano e posizionato nel punto

giusto,mentre le altre dita divennero più piccole.

Hank sorrise,ma poi con suo orrore il piede tornò come prima.

Lui si afferrò il polpaccio "No...no..."

Le unghie iniziarono ad appuntirsi,il piede divenne massiccio e grande,la pelle divenne blu ed iniziò

a crescere un folto pelo azzurro.

Le mani divennero artigliate e pelose e ruppero i pantaloni.

Erik aprì la porta della sua stanza e trovò Raven sotto le coperte del suo letto,restò fisso per un po' e

poi chiuse la porta "Bene.

Questa si che è una sorpresa."

"Di quelle belle?"disse lei.

"Vai via,Raven."disse Erik che andò alla finestra "Voglio andare a dormire.

Magari fra qualche anno."

Lei si voltò verso la finestra e assunse l'aspetto di una donna più grande "Perché non adesso?"

Lui la guardò "Preferisco la vera Raven."

Lei tornò come prima.

"Ho detto la vera... Raven."disse lui e lei divenne blu "Perfezione."

Lei sorrise "Voi passarmi la vestaglia?"

Lei indicò con la testa la vestaglia sulla sedia.

"Non devi nasconderti."disse Erik che si avvicinò e si sedette sul letto "Hai mai guardato una tigre

pensando di doverla coprire?"

"No..."disse lei sorridendo.

"Sei una creatura stupenda,Raven."disse lui "Da quando sei nata il mondo ha cercato di domarti.

È ora che tu sia libera."

I 2 si baciarono.

Lei camminò per la casa senza vestiti e arrivò in cucina,trovando Charles che guardava nel frigo.

"Sai,a volte mi chiedo cosa sarebbe stata la mia vita se quella sera non mi avessi trovata."disse

Raven.

"Scusa...come...tu?..."disse lui tirando fuori una bottiglia e vedendola "Ah...per l'amor del

cielo,Raven!

Dove sono i tuoi vestiti?

Su,mettiti qualcosa addosso."

"Non hai detto questo la prima volta che mi hai vista."disse lei andando a sedersi al tavolino "Ma gli

animali domestici sono più carini da cuccioli,vero?"

Raven incrociò le mani.

"Non so cosa ti prenda da qualche tempo."disse lui che si avvicinò al tavolo "Pensavo che fossi di

buon umore.

Hank mi ha detto di aver trovato la soluzione al tuo problema estetico.

Pensavo fossi felice.

Vuoi dirmi cosa pensi o devo leggerti nel pensiero?"

"Mi hai promesso che non l'avresti mai fatto."disse lei.

"Fino ad oggi...non ho mai dovuto usare il mio potere per sapere che cosa pensassi."disse lui.

"Sai Charles ho sempre pensato che tu e io saremmo stati contro il mondo...ma per quanto il mondo

diventi cattivo tu non vuoi metterti contro di lui,vero?!"disse lei "Tu voi farne parte!"

Lei si alzò e se ne andò.

Charles restò sconvolto.

Il giorno dopo Charles era davanti alla porta del laboratorio dove era appeso un foglio che

diceva :"Vado alla base,porta la cassa marcata "X"."

Charles prese in mano il foglio.

Indossava la giacca grigia.

Charles aprì la porta.

Dietro di lui c'era Erik che indossava il giaccone di pelle marrone,maglietta viola,pantaloni blu e

scarpe nere.

Dietro c'era Raven,nella sua forma blu,con addosso il giaccone di pelle scuro,pantaloni neri e

stivali.

Accanto a lei c'era Alex con giaccone di pelle nera,maglietta rossa,pantaloni neri e scarpe nere.

Sean indossava il giaccone chiaro,maglietta bianca,pantaloni neri e scarpe nere.

Moira indossava il lungo giaccone grigio,con i pantaloni neri e le scarpe nere.

Aprendo le porte trovarono il laboratorio a pezzi.

Charles si diresse verso una cassa rettangolare di metallo con sopra una "X"nera.

"Che diavolo è successo qui?"disse Erik che era rimasto all'entrata con gli altri.

Charles aprì la cassa.

"Hank si è dato parecchio da fare,eh?"disse Erik.

"Davvero dobbiamo metterci queste?"disse Alex.

"Visto che nessuno è mutato in modo da sopportare la forza di gravità o da essere invulnerabile

consiglio di indossarle."disse Xavier che chiuse la cassa.

Poco dopo il gruppo era in un capanno di cemento rettangolare,con degli aerei militari fuori.

Il gruppo era davanti all'aereo con addosso delle tutte aderenti gialle e blu.

La tuta aderente di Charles aveva il collo,il petto e la parte centrale della pancia gialle,i lati della

pancia e i fianchi blu scuro,con 2 linee verticali sui pettorali,le spalle le braccia blu,i guanti

neri,pantaloni blu,ginocchiere circolari blu,bicipiti blu e scarpe nere.

La tuta di Sean era uguale,ma con linee nere verticali sul petto,quella di Alex aveva un cerchio

bianco con un aspirale nero al centro del petto,quella di Erik era come quella di Charles e quella di

Raven aveva la parte esterna delle spalle gialla come la parte esterna dei bicipiti.

Erik non aveva i guanti.

"Dov'è Hank?"disse Raven.

"Sono qui."disse Hank che arrivò con una delle tute addosso.

Aveva il corpo coperto di pelo blu,folti capelli,muso allungato leggermente,naso da cane,denti

appuntiti e artigli ricurvi.

Gli occhi avevano l'iride giallo.

La sua tuta arrivava a mezze maniche.

"Non attacca le cellule."disse Hank che si tolse gli occhiali "Le espande.

Non ha funzionato."

Lui abbassò la testa.

"Invece si,Hank."disse Raven "Non vedi?"

Lui si avvicinò.

"È questo che dovevi essere."disse Raven mettendogli la mano sinistra sulla spalla "Questo sei tu.

Basta nascondersi."

"Non sei mai stato più bello."disse Erik dandogli un colpo sulla spalla.

Hank lo afferrò alla gola ringhiando"Non prendermi in giro."

"Mettilo subito giù per favore."disse Charles "Hank…

HANK!"

Hank lasciò Erik che cadde a terra.

"Non ti prendevo in giro."disse Erik ansimando.

"Si,anche io devo ammettere che sei parecchio fico."disse Alex "Ti ho trovato un nome

nuovo...Bestia."

"Sai davvero far volare quest'affare?"disse Sean.

"Ma certo."disse Hank "L'ho progettato io."

Cuba.

La nave con i missili stava andando verso la spiaggia,mentre sul suo lato destro c'erano quelle

americane e dall'altra parte quelle sovietiche.

"Situazione della nave da carico."disse il capitano della flotta che era in uniforme con dei binocoli e

guardava la nave con accanto un altro.

Alle loro spalle c'era un radar.

"Rilevamento 180,12 nodi."disse l'uomo accanto "3 minuti alla linea d'embargo,comandante.

Dio li aiuti se la superano."

Il capitano abbassò il binocolo "Dio ci aiuti tutti.

Dia l'approntamento generale."

Tutti si tolsero i cappelli e si misero gli elmetti.

"Approntamento generale."disse l'altro facendo suonare le sirene "Primo stadio di sicurezza."

"Si,signore."disse un marinaio.

"Assumere assetto Zulu."disse l'altro.

Il comandante sovietico in uniforme nera diede il binocolo ad un altro,poi andò da un ragazzo ad

una scrivania con delle cuffie e il ragazzo scosse la testa.

"Capitano."disse un altro "Abbiamo degli ordini molto chiari."

"Sono sopravvissuto ad una guerra."disse il capitano "Non ne voglio iniziare un'altra.

Posti di combattimento!"

L'uomo si tolse il cappello e si mise l'elmetto,mentre le sirene suonavano.

"Direttore del tiro...bersaglio nave da carico."disse il capitano della nave americana con i

binocoli"Bersaglio nave da carico.

Rilevamento 1.8.0."

I cannoni di una delle navi si mossero.

"Hanno dato l'ordine di invertire!"disse il ragazzo della nave sovietica "Missione annullata!

Tornate indietro!

Mi sentite?"

"Che succede?"disse il comandante.

"Non rispondono!"disse l'altro.

A bordo della nave con i missili erano tutti morti e Azazel era in cabina di comando.

"Bersaglio acquisito comandante."disse uno di quelli all'interno della nave americana.

"Pronti a far fuoco."disse il comandante.

"Pronti a far fuoco comandante."disse l'altro.

Il mezzo supersonico arrivò sul posto.

"Che diavolo è quello?"disse il comandante della nave americana.

"La situazione sembra critica laggiù."disse Hank ai comandi.

Gli altri erano seduti dietro e legati con delle cinghie.

Charles si mise le dita sulla tempia destra e vide che nella nave russa erano tutti morti ed entrò nella

testa di uno dei cadaveri facendolo muovere.

Azazel si voltò e gli schiacciò la testa.

"L'equipaggio della nave nucleare è morto,Shaw è stato qui."disse Charles.

"È ancora qui,da qualche parte."disse Erik.

"A messo la nave sulla linea d'embargo."disse Charles.

Moira era seduta sul lato destro rivolta verso una parete e indossava un giaccone grigio di

gomma,pantaloni neri e stivali.

"Se la nave oltrepassa la linea i nostri ragazzi la faranno saltare."disse Moira "E la guerra avrà

inizio."

"A meno che non siano quelli i nostri ragazzi."disse Charles.

"Qui nave di comando americana!"disse il russo "La nostra nave ha ricevuto ordine di fermarsi,ma

non rispondono!

Non aprite il fuoco!"

"Hanno segnalato alla nave carico di fermarsi,ma non rispondono,signore."disse un ragazzo con le

cuffie nella nave americana.

"È una trappola."disse il comandante "Non prestate attenzione!

Pronti a far fuoco!

Al mio ordine.

5.

4.

3."

Charles entrò nella mente del secondo comandante della nave russa che premette un bottone e

lanciò un missile contro la nave nucleare.

Bestia evitò il missile spostando l'aereo che ruotò su se stesso.

"TENETEVI!"urlò Charles "TENETEVI!"

"No.."disse Azazel che si smaterializzò e la nave esplose.

"Che è stato?"disse Angel sentendo delle vibrazioni sul sotto marino.

Accanto a lei c'era quello con i capelli lunghi che indossava una giacca viola.

"I russi."disse Azazel che arrivò nel sottomarino "Hanno sparato alla propria nave."

Smith era seduto su una poltrona in sala comando con una giacca nera abbottonata.

"Avvertici la prossima volta professore."disse Bestia.

"Scusatemi,tutto bene?"disse Charles.

"Brutto figlio di..."disse il comandante delle navi americane "Chiamate il comandante in

capo,voglio nuovi ordini."

Il comandante della nave militare guardò l'altro che si era appena ripreso e sorrise.

"Congratulazioni,amico mio."disse il capitano "Lei ha appena evitato la guerra!"

"Cosa?"disse l'uomo che venne arrestato.

Azazel si era messo delle cuffie "Dicono che il compagno ha perso la testa,gli americani stanno

applaudendo."

"Sono qui."disse Smith "Il telepate è potente.

Passiamo al piano di riserva."

Smith si mise l'elmetto.

"Una vera ispirazione,Charles."disse Moira.

"Grazie,ma non riesco ancora a localizzare Shaw."disse lui che teneva le dita sulla tempia destra.

"È laggiù, dobbiamo trovarlo immediatamente."disse Erik irato.

"Hank?"disse Bestia.

"C'è niente di insolito sul radar o sugli scanner?"disse Hank.

"No,niente."disse Moira.

"Allora dev'essere sott'acqua."disse Bestia "E ovviamente non abbiamo un sonar."

"Si,lo abbiamo."disse Sean.

"Si,lo abbiamo."disse Charles che si slacciò la cintura,con Erik e con Sean.

Il sottomarino era sott'acqua.

"Nessuna paura."disse Smith che era davanti ad una porta aperta che conduceva alla stanza

addobbata da salotto"Sono pronti alla guerra.

Dobbiamo solo accendere un fiammifero per dare fuoco alla miccia e abbiamo ancora la più potente

delle armi.

Me.

Porta il reattore nucleare al 100% di emissione e assicurati ...che nessuno mi disturbi."

Smith chiuse la porta e andò verso il fondo della stanza,aprendo la camera di vetro.

"HANK!"disse Charles che si aggrappava alle pareti per muoversi "FA VOLARE DRITTO

QUESTO CAVOLO DI AEREO!"

Bestia stabilizzò l'aereo.

"No!"disse Sean indicando Erik con la mano destra "Tu sta lontano da me!"

Erik mise gli avambracci verso l'alto con le mani aperte.

"BESTIA,APRI I PORTELLI DEL VANO BOMBE!"disse Sean e l'altro lo fece.

2 portelli si aprirono davanti a lui.

Sean guardò Charles.

"Mi raccomando!"disse Charles mettendogli la mano destra sulla gola "È UN MUSCOLO!

LO PUOI CONTROLLARE!"

Charles si mise le mani sulla tempia "SARAI QUI TUTTO IL TEMPO!

AL MIO SEGNALE!

3!

2!

1!"

Sean si gettò di sotto e urlò emettendo le onde d'urto sull'acqua e volando,poi si tuffò e fece uscire

delle onde d'urto dalla bocca sotto l'acqua.

Moira parlò alla radio "Allerta la flotta,è meglio che si tolgano le cuffie.

Quello con i capelli neri si mise le dita sulle cuffie e Smith si voltò sentendo i suoni.

"Sean ha localizzato Shaw!"disse Charles "Sei pronto,Erik?"

"Scopriamolo."disse Erik.

Shaw entrò dentro la stanza con gli specchi.

Il cilindro di metallo uscì dal pavimento e 2 sbarre luminose uscirono dalla cima.

Smith mise le mani sulle sbarre assorbendo energia e il suo corpo iniziò ad essere scosso da delle

onde sotto la pelle che andavano dalle braccia alla testa.

Il mezzo si mise sopra l'acqua e Erik allungò la mano sinistra,dopo essersi messo su una delle ruote

del mezzo e tenendosi all'asta cilindrica connessa alla ruota.

Il capitano delle navi americane li osservava.

Erik iniziò a sforzarsi.

Charles gli entrò in testa "Ricorda.

Il punto fra rabbia e serenità."

Il sottomarino venne trascinato fuori dall'acqua.

Tutti quelli a bordo delle navi rimasero senza parole.

Bestia guardò il sottomarino restando allucinato.

Il mezzo venne portato verso la spiaggia.

Quello con i capelli lunghi uscì fuori,iniziò a girare su se stesso formando un tornado che si spostò

sull'acqua e si avvicinò.

"ERIK!"urlò Charles "DAMMI LA MANO!"

"Tenetevi ragazzi."disse Bestia "Tra poco si balla."

Il tornado investì il mezzo.

Erik fece schiantare il mezzo sulla spiaggia dove rotolò diverse volte.

"ERIK DAMMI LA MANO!"urlò Charles.

Uno dei cilindri si staccò dal mezzo e volò via,mentre l'aereo iniziava a ruotare su se stesso.

Erik aveva afferrato la mano di Xavier, ma era ancora fuori.

Il mezzo si schiantò a terra.

Prima che potesse rotolare,Erik saltò su Charles che era a terra e mise le mani sul pavimento

metallico restando attaccato.

La parte frontale del mezzo si staccò dal resto.

Erik lasciò lentamente andare le mani dal pavimento del mezzo capovolto,andando lentamente

verso il suolo.

"Moira..."disse Charles che andò da Moira che era legata a testa in giù alla sedia "Tutto bene?"

"Si,tutto bene."disse lei.

Erik andò a slegare Raven.

"Ho letto nel pensiero di quell'uomo!"disse Charles andando alla spaccatura del mezzo "Shaw sta

assorbendo tutta l'energia del suo sottomarino per trasformarsi in una specie di bomba nucleare."

Shaw veniva scosso dalle onde d'urto e il suo volto si era quasi diviso in 2 volti diversi.

"Non abbiamo tempo,il contatore geiger è fuori controllo."disse Moira sentendo il contatore geiger

attivarsi.

"Moira,ecco cosa faremo:attaccati alla radio e avverti di allontanare le 2 flotte.

Angel,Azazel e l'altro erano davanti al sottomarino.

"Io vado dentro."disse Erik.

"Bestia,Havok...copritegli le spalle."disse Charles "Erik...ti posso guidare quando sarai dentro,ma tu

devi neutralizzare quello che mi blocca e speriamo che non sia troppo tardi perché io possa

fermarlo."

"Chiaro."disse Erik che corse via.

"Buona fortuna."disse Charles che si mise le dita sulla tempia sinistra "Raven,fermati!"

"Io vado ad aiutarli!"disse Raven.

"Non abbiamo il tempo,qualunque cosa passi da quel portellone ci pensi tu,d'accordo?"disse

Charles.

"Certo."disse Raven.

Bestia,Magneto e Havok uscirono dal rottame.

Angel si sollevò in aria,Azazel aveva le lame in mano e l'altro creò 2 tornado.

Alex fece uscire il raggio dal petto colpendo quello con i tornado in mano e mandandolo contro la

parete del mezzo.

Azazel gli apparve alle spalle e provò a colpirlo,ma Bestia gli afferrò le braccia.

Azazel legò la coda al collo di Havok e teleportò tutti e 3 in aria sopra le navi.

Alex venne lasciato cadere "BESTIA!"

Bestia gli afferrò il piede destro,afferrò Azazel e gli conficcò gli artigli della mano sinistra nel petto.

"Dove andiamo noi,vai tu!"disse Bestia.

I 3 si teleportarono sulla nave e si schiantarono a terra.

"Pensiamo che Shaw stia cercando di far esplodere una specie di bomba!"disse Moira alla radio.

Erik corse verso il mezzo,allungò il braccio sinistro e aprì il fianco del mezzo,facendo uscire anche

l'acqua e scagliando un pezzo di metallo sulla schiena di quello che controllava il vento,poi corse

dentro.

"Erik,dirigiti verso il centro del sottomarino."disse Charles "È quello il punto che la mia mente non

riesce a penetrare!

Penso che Shaw sia li!"

La coda di Azazel colpì la schiena di bestia e lo mandò contro una parete,Alex fece uscire il raggio

dal petto e l'altro si teleportò alle sue spalle,legandogli la coda contro il collo e facendolo voltare

verso i pieni superiori della nave che vennero danneggiati.

Bestia corse contro Azaze caddero a terra,svanendo.

I militari circondarono Alex.

Erik arrivò in sala comandi.

"Quello è il reattore nucleare."disse Charles "Disinnescalo."

Erik abbassò una leva.

Shaw tolse le mani dal reattore e il suo corpo si riunì in uno.

Alex si alzò e mise le mani in alto.

"Fermo!"disse un soldato "Non ti muovere!"

Angel arrivò sopra la nave.

"AL RIPARO!"urlò Alex e lei iniziò a sputare palle di fuoco,colpendogli il disco sul petto che

dovette essere rimosso.

"SPARATE!"urlò uno dei soldati.

Sean uscì dall'acqua volando e fece uscire le onde d'urto dalla bocca scagliandola via,poi volò e lei

gli andò dietro.

Erik entrò nel salotto.

"Erik,ci sei."disse Charles "Hai raggiunto il punto."

"Lui non c'è Charles!"disse Erik "Shaw ha lasciato il sottomarino!"

"CHE?!"disse Charles "DOVREBBE ESSERCI,NON PUÒ ESSERE DA NESSUNA ALTRA

PARTE!

CERCA BENE!"

"E IO TI DICO CHE NON C'È!"urlò Erik "NON C'È QUI,PER LA MISERIA!"

La parete alle spalle di Erik si aprì.

"Erik."disse Smith "Che piacevole sorpresa."

"Erik!"disse Charles "ERIK!"

Shaw spalancò leggermente le braccia tenendole verso il basso "Che gioia rivederti."

Angel volava dietro a Sean e lanciò altre palle di fuoco dalla bocca colpendo l'acqua.

Sean evitò i cannoni di un mezzo e fece uscire le onde d'urto dalla bocca per restare in quota.

Erik entrò nella stanza di Smith e la porta alle sue spalle si chiuse

"Posso chiederti una cosa?"disse Smith "Perché stai dalla loro parte?"

"Se n'è andato!"disse Charles.

"Cosa?"disse Moira.

"È entrato nel vuoto,non posso comunicare con lui se è la dentro."disse Charles.

"Perché combattere per una razza condannata che ci darà la caccia quando capirà che il suo regno è

finito?"disse Smith.

Erik gli diede un sinistro al volto,facendogli voltare la testa a sinistra.

Il volto si sdoppiò in 3 parti e poi si riunì.

Alex camminava sul ponte con le mani alzate e i militari gli puntavano i fucili alla testa.

Vedendo Sean,si mise le mani sulle orecchie e l'altro emise le onde d'urto dalla bocca assordando

tutti.

Alex corse,saltò giù e l'altro lo prese al volo.

Angel sputò una palla di fuoco sull'imbracatura di Sean colpendo la parte destra.

Lui fece uscire l'aria dalla bocca ancora e poi i 2 rotolarono sulla spiaggia.

"Mi dispiace per quanto è accaduto nel campo."disse Smith "Dico davvero."

Smith gli mise la mano destra sulla fronte,toccandolo con l'indice.

Un'onda d'urto passo sotto la pelle e il vestito del suo braccio,arrivando alla mano e fece volare Erik

contro gli specchi che vennero incrinati.

"È TORNATO!"urlò Chrles "Erik,qualunque cosa tu stia facendo,continua così,sta funzionando."

Smith si avvicinò "Ma tutto ciò che ho fatto...l'ho fatto per te.

Per liberare il tuo potere.

Perché tu lo accettassi."

Smith gli mise la mano destra sotto il mento e lo scagliò dalla parte opposta della stanza.

Un'intera vetrata venne giù e dietro c'erano dei grossi tubi verticali.

"Funziona."disse la voce di Charles "Comincio a vederlo,ma non riesco ancora a toccare la sua

mente."

Angel volò verso la spiaggia.

Alex corse da Sean che era a terra,poi lanciò le circonferenze rosse dal corpo e colpì una delle ali

della donna facendola cadere.

"Hai fatto tanta strada da quel cancello piegato."disse Smith mentre Erik si alzava "Sono molto fiero

di te."

Erik mandò la sua mano destra verso il soffitto e poi in basso.

Una trave di metallo entrò dal soffitto e gli colpì la testa,facendola sdoppiare poi altri pali di metallo

lo colpirono alla schiena.

Erik iniziò ad alzare le mani verso il soffitto e a mandarle in basso,bloccando l'altro in una specie di

gabbia fatta da travi metalliche puntate su di lui.

"E hai solo iniziato a grattare la superficie."disse Smith che avanzò tranquillamente piegando le

travi metalliche.

Erik allungò le mani in avanti e piegò una trave orizzontale verso di lui.

"Immagina dove potremmo andare scavando più a fondo."disse Smith che camminò contro la trave

piegandola tranquillamente.

"Insieme."disse Smith che mise la mano sinistra sulla trave spingendolo verso il muro.

Azazel ruotò su se stesso e diede un calcio al volto di Bestia,ma lui lo prese e lo gettò dal piano

della nave verso il ponte.

L'essere con la coda sparì a mezz'aria,gli apparve dietro,lo afferrò,i 2 caddero oltre la ringhiera e

riapparvero sulla spiaggia.

Azazel provò a colpirlo alla testa con la coda,ma Smith apparve sul posto "Fermo!

Azazel."

Bestia lo afferrò alla schiena e lo tirò sul sottomarino,lui gli apparve alle spalle e si prese un sinistro

perdendo i sensi.

Smith si trasformò e divenne Raven.

Erik era contro il muro,con delle ferite sulla parte sinistra della fronte.

"Non voglio farti del male,Erik."disse Smith mettendogli la mano sinistra sulla nuca "Questo è il

nostro momento.

La nostra era.

Noi siamo il futuro della razza umana.

Tu e io figliolo.

Questo mondo potrebbe essere nostro."

"Tutto ciò che hai fatto...ha fatto di me l'arma che sono oggi."disse Erik "È la verità.

L'ho sempre saputo."

Smith rise.

"Tu sei il mio creatore."disse Erik.

Un tubo metallico con dei fili in cima si mosse e tolse l'elmetto a Smith che si voltò per prenderlo e

allungò la mano destra.

"ADESSO CHARLES!"urlò Erik.

Charles lo bloccò e Smith rimase immobile nella stessa posizione.

"Stai bene?"disse Moira.

"Moira sta zitta...riesco a controllare quest'uomo solo per poco tempo."disse Charles.

Erik andò davanti a Smith,poi mise gli avambracci in avanti "Scusa,Charles."

"Erik,ti prego!"disse Charles mentre il cavo gli consegnava l'elmetto "SII MIGLIORE DI LUI!"

Erik si mise l'elmetto "Non è che non mi fidi di te..."

"ERIK,È IL PUNTO DI NON RITORNO!"urlò Charles "NOOO!"

"CHARLES!"urlò Moira.

"NO!"urlò Charles colpendo la parete "NO!

NON LO FARE,ERIK!"

Erik si avvicinò a Smith "Se mi senti...sappi che sono d'accordo con ogni parola che hai detto.

Noi siamo il futuro."

Erik andò dalla parte opposta della stanza "Ma...purtroppo...tu hai ucciso mia madre."

Erik si voltò e mostrò la moneta nella mano destra "Ecco quello che voglio fare."

"Ti prego Erik,no."disse Charles.

"Conterò fin sposterò la moneta."disse Erik aprendo la mano e mandando la moneta verso di lui "1."

"Ti prego,Erik."disse Charles.

"2."disse Erik "3."

La moneta entrò nella fronte di Smith e uscì dal suo cranio,poi cadde a terra.

"NOOOOOOOOOOOO!"urlò Charles.

Nella stanza dove c'era il tavolo circolare,nel Pentagono,c'era Stryker "I russi condividono le nostre

preoccupazioni e si uniranno a noi per attaccare i mutanti.

Porremo fine a questa minaccia per sempre.

Non avremo più un'opportunità come questa."

"Abbiamo un'agente su quella spiaggia."disse il collega con i capelli bianchi mettendo la mano sul

microfono.

"Un solo agente."disse Stryker.

"È una brava agente."disse l'altro.

"È un danno collaterale."disse Stryker.

Charles e Moira uscirono dai rottami e videro il resto della squadra che osservava Erik aprire un

buco circolare sulla parte superiore del mezzo e far fuoriuscire il corpo di Smith che aveva gli occhi

chiusi.

Erik volò in avanti tenendo la mano destra verso Smith "OGGI FINISCONO LE NOSTRE

BATTAGLIE!"

Erik abbassò la mano e il corpo di Smith cadde sulla spiaggia.

Azazel e gli altri si avvicinarono al cadavere.

Erik atterrò sulla spiaggia e guardò le navi in lontananza "Togliete i paraocchi,fratelli e sorelle."

Erik allungò il braccio destro verso il mare indicando la flotta "Il vero nemico è laggiù!

Sento le loro armi muoversi nell'acqua,il loro metallo che ci prende di mira.

Americani.

Sovietici.

Umani.

Homo Sapiens."

Erik andò verso Charles "Uniti nella loro paura dell'ignoto.

L'uomo di Neanderthal è spaventato miei fratelli mutanti!"

Erik andò verso il mare "Forza Charles.

Dimmi che mi sbaglio.

Dimmi che siamo tutti al sicuro!"

Charles usò la telepatia e vide che le navi si stavano preparando a fare fuoco,poi si voltò verso

Moira e annuì.

Lei corse via e andò alla radio "COMANDO FLOTTA!

RISPONDETE PASSO!

LA SPIAGGIA È SICURA!

ANNULLATE L'ATTACCO!"

"La spiaggia è sotto tiro e siamo pronti a fare fuoco!"disse uno dei marinai.

"Pronto?"disse Moira.

"Fuoco!"disse il capitano americano.

"Fuoco!"disse quello russo.

Tutte le navi iniziarono a sparare decine di missili diretti verso la spiaggia.

Erik allungò la mano sinistra verso i missili e li bloccò a mezz'aria.

Tutti rimasero sconvolti sulle navi.

Erik voltò la mano verso l'alto e i missili ruotarono.

"Erik!"disse Charles "L'hai detto tu,siamo uomini migliori!

Questo è il momento di dimostrarlo.

Ci sono migliaia di uomini su quelle navi,uomini onesti,innocenti,buoni!

Stanno solo eseguendo gli ordini che gli sono arrivati."

"Sono già stato vittima di uomini che eseguivano ordini."disse Erik che lo guardò "Non lo sarò mai

più!"

I missili ripresero il volo.

"NO!"urlò Charles "ERIK FERMATI!

NOOOOO!"

Charles gli saltò addosso e lo fece cadere.

I missili iniziarono a cadere verso l'acqua e molti esplosero.

Charles tentò di togliergli l'elmetto,ma Erik gli diede una gomitata sinistra al mento e lo mandò a

terra.

"Non voglio ferirti,Charles!"disse Erik "Non mi costringere!"

Erik saltò su di lui.

Bestia,Raven e gli altri si avvicinarono,ma Erik allungò la mano destra verso di loro.

"STATE INDIETRO!"urlò Erik e Sean,Alex e Bestia volarono via.

Charles tentò di afferrargli l'elmetto,ma Erik allungò la mano sinistra verso il mare e alcuni missili

si rimisero in viaggio.

"ERIK FERMATI!..."urlò Charles che si prese un destro al viso.

I missili caddero ed esplosero ancora.

Erik si alzò e allungò la mano sinistra e i missili si rimisero in volo.

"Signori è stato un onore servire con voi."disse il comandante americano.

Moira iniziò a sparare sull'elmetto di Erik e i missili caddero.

Lui iniziò a mettere la mano destra davanti a se e a deviare i proiettili,mentre Charles si rialzava.

Uno dei proiettili gli colpì la spina dorsale.

Erik si voltò e vide Charles urlare e cadere a terra.

Raven si mise le mani sulla bocca.

Erik andò immediatamente a soccorrerlo,allungò la mano destra verso la schiena ed estrasse la

pallottola.

Moira si avvicinò.

"Mi dispiace..."disse Erik che prese Charles tra le braccia "VI HO DETTO DI STARE

INDIETRO!"

Erik guardò Moira "Tu...sei stata tu!"

Erik allungò la mano destra verso di lei e la catenella intorno alla sua gola iniziò a strangolarla

"Erik,ti prego…."disse Charles "Non è stata lei Erik…sei stato tu."

Erik abbassò la mano e Moira finì in ginocchio "Metterci l'uno contro l'altro.

È questo che vogliono.

Ho provato ad avvertirti,Charles.

Io ti voglio al mio fianco.

Siamo fratelli tu e io...tutti noi insieme.

Vogliamo la stessa cosa."

"Amico mio...mi dispiace...ma non è vero."disse Charles.

Erik fece avvicinare Moira che piangeva.

"Charles,perdonami...mi dispiace tanto..."disse Moira.

"Non è niente..."disse lui.

Erik guardò gli altri e indicò Xavier con il braccio destro "Questa società non ci accetterà mai!

Formiamone una noi."

Erik indicò il mare con l'indice destro "Gli umani hanno giocato la loro partita.

Prepariamoci a giocare la nostra.

Chi è con me?"

Raven lo fissò e lui allungò la mano destra.

"Basta nascondersi."disse Erik.

Lei si avvicinò e andò da Charles.

"Tu...tu dovresti andare con lui..."disse Charles "È quello che vuoi."

"Avevi promesso di non leggermi mai nel pensiero."disse lei accarezzandogli la fronte.

"Lo so,ti ho promesso tante cose purtroppo...mi dispiace."disse Xavier.

Lui gli baciò la mano e lei gli baciò la fronte.

"Abbi cura di lui."disse Raven andando da Erik e prendendo la mano.

Azazel,Angel e l'altro lo raggiunsero e tutti si presero per mano.

"Tu,bestia!"disse Raven "Non dimenticarlo mai!

Mutante...e fiero."

Erik guardò Azazel,gli fece cenno con la testa e il gruppo scomparve.

Hank e gli altri corsero da Charles.

"Aiutatemi!"disse Moira "Ti portiamo in ospedale!"

"Aspetta!"disse Bestia vedendo che Xavier soffriva appena veniva mosso "Charles...Charles non ti

muovere."

"Non riesco...è strano."disse Xavier "Non...non mi sento più le gambe.

Non mi sento più le gambe.

Non mi sento più le gambe."

Il presidente apparve in tv "In questa settimana del ringraziamento ci sono molte cose per cui

possiamo essere grati se vi voltate a guardare dove ci trovavamo solo 4 settimane fa.

L'unità di questo emisfero...il sostegno dei nostri alleati ...e la calma determinazione del popolo

americano...queste qualità potrebbero essere messe alla prova molte altre volte in questo decennio.

Charles era tornato alla villa ed era su una sedia a rotelle automatica di metallo,con una "X" sulle

ruote.

I braccioli della sedia erano 2 placche rettangolari connesse alla parte inferiore da una placca di

metallo.

Indossava una giacca blu,camicia bianca,cravatta blu,pantaloni blu e scarpe nere.

Accanto a lui c'era Moira che indossava un vestito viola che arrivava alle ginocchia.

"Quanti studenti pensi di poter accogliere qui...una volta che l'accademia sarà aperta e

operativa?"disse Moira.

"Quanti ne potrò seguire...e possibilmente anche di più."disse Charles.

"Sai..."disse Moira "Un giorno il governo capirà che fortuna sia stata avere il Professor X dalla sua

parte."

"Si..."disse lui "Suppongo di essere un vero professore adesso,no?

Tra un po' diventerò anche calvo."

I 2 risero.

"Siamo ancora dalla parte del governo,Moira."disse Charles "Siamo ancora G-Men,ma senza la G."

"No..."disse lei "Siete una squadra tutta vostra.

È meglio.

Siete...X-Men."

"Si..."disse Charles ridendo "Si,mi piace,suona bene.

Moira?

Per noi...l'anonimato sarà la prima strategia di difesa."

"Lo so."disse lei chinandosi e toccandogli la mano sinistra "Potranno minacciarmi quanto

vogliono,Charles...non gli dirò mai dove siete.

Mai."

"So che non lo farai."disse Charles "Lo so."

Lui la baciò,poi mise le dita sulla tempia destra.

Poco dopo Moira era al tavolo con Stryker,quello con i capelli bianchi e altri in giacca e cravatta

neri.

Indossava una maglietta nera e gonna nera "Mi ricordo l'attacco al quartier generale.

Che dovevo andare in un altro posto.

E poi stamattina mi sono svegliata a casa.

È tutto."

"Quindi tutto questo tempo cancellato dalla tua mente?"disse l'anziano "Sparito?

Lui può fare questo,non ti ricordi niente?"

"A volte dei frammenti."disse Moira "Per esempio...alberi...la luce del Sole...un bacio..."

"Ah Dio...signori miei,ecco perché la CIA non è posto per donne."disse l'anziano e tutti risero.

La struttura tremò e ci fu un boato.

"Che succede?"disse Stryker.

"Sembrava un'esplosione!"disse un altro.

L'anziano andò alle finestre.

"CHE DIAVOLO È STATO?"disse Stryker al telefono.

"Proveniva da la!"disse un altro indicando una finestra.

"BEH,SCOPRITELO!"disse Stryker.

Emma era distesa su un letto nella stanza nera,poi sentì la porta di metallo che veniva deformata e si

alzò.

La porta venne letteralmente strappata.

Lei divenne di diamante.

Erik entrò nella stanza.

Aveva l'elmetto sulla testa che ora era rosso scuro,con i bordi viola invece che grigi,in più aveva un

rombo al centro della fronte con 2 punte curve in avanti,indossava una maglietta rosso

acceso,pantaloni neri,scarpe nere e mantello nero legato intorno al collo.

"Capisco che abbiamo avuto delle divergenze..."disse Erik mettendosi davanti a lei.

"Dov'è il tuo amico telepate?"disse lei.

"Sparito."disse Erik "Ha lasciato un certo vuoto nella mia vita ad essere sincero.

Speravo quasi che tu potessi riempirlo."

Erik guardò verso la porta e lei vide Azazel e gli altri.

Raven era ancora blu e senza vestiti.

"Unisciti a noi."disse lui.

Lei tornò normale "Erik,se non sbaglio."

"Preferisco...Magneto."disse Erik.