LA LLORONA:LE LACRIME DEL MALE
FLASHBACK
Messico
1637
Una donna con lunghi capelli neri che indossava un lungo abito bianco,era in mezzo ad un
prato,cantando ai 2 figli.
Uno dei 2 le porse una catenina con un medaglione d'oro in cima con una pietra blu al centro.
I 2 avevano i capelli corti,lisci,con maglietta bianca,pantaloni neri e scarpe nere.
Dietro di lei c'era un uomo con maglietta bianca,pantaloni neri e scarpe nere.
Il padre indossava una giacca marrone senza maniche.
Il prato era fatto da erba scura,oltre c'erano degli alberi e oltre delle colline rocciose piene di alberi.
La donna si chinò in avanti osservando il medaglione nella mano destra del ragazzino e lo prese con
la mano destra,poi si mise la collana.
"Lo terrò per sempre."disse lei.
Poco dopo la famiglia si prese per mano formando un cerchio ed iniziarono a ruotare ridendo.
Uno dei figli si mise al centro del cerchio e si mise le mani sugli occhi.
Gli altri si allontanarono.
Lui tolse le mani dagli occhi e si guardò intorno,trovandosi solo.
"Mamma?"disse lui cominciando a camminare.
Arrivò ad una bassa gola rocciosa,suddivisa in 2 livelli,con della vegetazione sul primo e diversi
alberi sul secondo.
"Papà?"disse il bambino.
Il bambino proseguì e arrivò in una zona dove c'erano alberi con foglie rosse e grossi cespugli.
"Papà?"disse il bambino.
Lui oltrepassò una zona che aveva uno stretto sentiero ed erba molto alta ai lati,arrivando ad un
laghetto e si terrorizzò vedendo la madre accucciata nel lago,che affogava l'altro figlio.
La donna aveva un velo bianco sul volto,poi alzò la testa e lo fissò.
Il bambino corse urlando e lei gli andò dietro,poi lei gli afferrò il braccio destro con la mano
sinistra.
"MAMMA!"urlò il bambino che venne trascinato "NOOOOO!"
FINE FLASHBACK
1973
Los Angeles.
Una bambina correva sull'erba fangosa di un grosso giardino,poi arrivò in una zona dove c'era una
piscina,oltre c'era una villa a 2 piani e alla sinistra della casa c'erano 2 costruzioni verdi
scuro,rettangolari,con degli alberi.
La bambina indossava un cappottino rosa,con cuori bianchi,aveva i capelli ricci,neri,pantaloni neri e
scarpe nere.
Poco prima della casa c'erano dei tavoli con delle sedie.
"SAM!"urlò una voce femminile "SAM,SVELTA SIAMO IN RITARDO!"
Lei corse verso le scale della casa,le salì ed entrò.
Alla sua destra c'era un mobile a vari ripiani con delle borse,dalla parte opposta del corridoio c'era
un altro mobile con scaffali di metallo e varie scatole su di essi e alla base,più una valigia di pelle
nera e vari giocattoli.
"Ragazzi,l'autobus sta per arrivare!"disse la voce femminile.
La bambina entrò nella cucina che aveva credenze e fornelli bianchi,con una parte fatta di mattoni e
poi andò oltre.
La madre entrò con delle tazzine in mano andando incontro ad un altro bambino.
Aveva i capelli neri lunghi,camicia blu,pantaloni neri e scarpe nere.
Il bambino aveva capelli neri,maglietta bianca,pantaloni blu e scarpe nere.
"Chris, la cena è nel frigo."disse lei posando le tazzine.
"Il polpettone,lo so."disse il bambino "Mamma la mia giacca?"
La bambina tornò nella stanza e andò in un corridoio con la parte bassa delle pareti verde e quella
sopra bianca,con la porta bianca e la aprì,arrivando ad uno studio dal pavimento di legno.
Alla sua destra c'era una scrivania,con dietro delle finestre,vari divani e poi andò verso la sala da
pranzo.
"È di sopra."disse la madre e il bambino corse nel corridoio.
"Sam!"disse la madre dandole una scatoletta di plastica arancione "Il porta pranzo..."
La bambina corse in una stanza dove c'era un tavolo rettangolare di legno,con tovaglia bianca e
disegni neri,con 4 sedie,2 da un lato e 2 dall'altro.
Alla destra del tavolo c'era un camino rettangolare di pietra,con il bordo superiore molto in alto,con
vari candelabri sopra e vari quadri dietro.
Oltre il tavolo c'era una lunga finestra con delle tende davanti.
"Bene."disse la madre che posò una seconda scatola di plastica,di colore blu e con i contorni
gialli,poi si mise una borsa marrone a tracolla "Ok…
Le chiavi le ho prese…"
La donna prese le chiavi,mentre la bambina apriva il porta pranzo.
La madre rovistò tra alcuni fogli,poi guardò la bambina e allungò la mano sinistra"No,no,no,no,no.
C'è già tutto."
La madre le diede lo zaino blu prendendolo dal tavolo "Tieni.
Prendi lo zaino."
La donna andò verso una porta di legno aperta,con dentro uno stretto corridoio,poi arrivò alla zona
d'ingresso dove c'era la porta bianca con un vetro rettangolare sulla parte alta.
"Chris?"disse lei "Andiamo?"
Il bambino,con un giaccone nero addosso e zaino nero,scese le scale e andò verso la porta con lei.
"Andiamo?"disse lei che vide il figlio maschio a terra che si metteva gli stivali di pelle che erano
rotti,così si chinò "Tesoro,non le puoi indossare queste.
Ok..."
"Perderemo l'autobus!"disse la figlia guardando dalla porta.
La madre prese il nastro adesivo e fasciò le scarpe del bambino.
I 3 uscirono e videro l'autobus andare via.
"Merda..."disse lei.
"Non si dice,mamma."disse la bambina.
Tempo dopo lei era in uno studio e scriveva mediante una macchina da scrivere.
Lo studio aveva le pareti grige,le finestre con delle tende davanti,la scrivania a cui era seduta era
piena di fogli.
Alle sue spalle passò una donna con dei fogli,che indossava una giacca marrone,camicia bianca e
gonna viola.
Nella stanza c'erano altre 3 scrivanie,di cui 2 vuote.
Alla scrivania davanti la sua,c'era una donna con capelli neri,maglietta rosa,gonna nera e scarpe
nere.
In quel momento arrivò un uomo di colore con camicia viola scuro,pantaloni bianchi e scarpe nere.
"Ah,Dana,hai aggiornamenti sul caso Alvarez?"disse l'uomo.
"Ho chiamato diverse volte,non risponde al telefono."disse Dana "Andrò con una pattuglia,qualcosa
non va."
"Patrisha Alvarez?"disse la donna alzandosi e l'altra annuì,mentre l'uomo si sedeva su una
scrivania"Perché?
Che succede?"
"Ci hanno chiamati di nuovo dalla scuola."disse l'uomo "I ragazzi sono di nuovo assenti."
"Ok,perché ci va Dana?"disse la donna.
"Le ho passato alcuni dei tuoi casi."disse l'uomo "Dana ha più energie..."
"Più energie?"disse la donna.
"...e più tempo!"disse l'uomo "Non ha responsabilità oltre al lavoro,a differenza di te."
"Lei non ha figli..."disse la donna.
"Ha un aiuto in casa."disse l'uomo.
"Perché suo marito non è morto."disse la donna.
"È stata sempre puntuale questa settimana."disse l'uomo.
La donna annuì e tornò alla scrivania.
"Ok?"disse lui "Ma credimi,ti capiamo."
"Davvero?"disse lei "Non sembra affatto così."
Dana si alzò con una cartellina.
"Meno impegni qui e più tempo a casa mi sembra salutare."disse l'uomo.
"Patrisha Alvarez non parlerà con una come Dana."disse lei.
"Una come Dana?"disse lei.
"Voglio dire,lei mi conosce."disse lei "Seguo quella famiglia da 4 anni,ho visto crescere i suoi
bambini,Patrischa si fida di me,sa che sono una madre...dobbiamo agire al meglio per i ragazzi."
"Ok,ok,va bene,continua a seguirli tu."disse l'uomo "Va a fare un controllo con una pattuglia."
"Non mi serve una pattuglia."disse lei.
"Portati un agente."disse l'uomo andando via"Non è una richiesta."
Tempo dopo lei era dentro un palazzo,davanti ad una porta,vicina ad una scala scura,con il
corrimano fatto da diverse spranghe di ferro oblique.
Dal soffitto pendevano varie catenelle,di vari colori.
Lei indossava una giacca grigia.
Il poliziotto bussò violentemente alla porta.
"Mi scusi."disse lui.
"Posso farcela benissimo da sola,ok?"disse lei.
"Ne sono certo."disse lui.
La porta si aprì leggermente,ma rimase legata con la catenella interna.
"Ciao Patrisha."disse lei "Come stai?"
La donna aveva lunghi capelli neri e una camicia bianca,con righe nere orizzontali,gonna nera e
scarpe nere.
"I ragazzi sono in casa?"disse la donna.
"Signora,apra la porta."disse il poliziotto.
"Va tutto bene,ci dia un secondo."disse la donna "Patrisha,dove sono i ragazzi?"
"Sono al sicuro,Anna!"disse lei chiudendo la porta bruscamente,ma l'altra la fermò con la
mano"Ascolta,non so cosa stia succedendo,ma posso aiutarti,perciò perché non mi fai entrare e mi
mostri che sono al sicuro come hai detto?"
La donna guardò il poliziotto.
"Lui non deve entrare per forza."disse Anna "Ok?
Perché non mi fai entrare?"
La donna chiuse la porta e tolse la catena,poi la aprì.
"Ah,le ho promesso che sarei entrata da sola."disse Anna.
"Senta,per rispetto verso l'agente Garcia,suo marito era un poliziotto,crede che l'avrebbe fatta
entrare da sola?"disse il poliziotto.
"Si,credo di si."disse Anna.
"Io resto qui."disse lui.
"Grazie."disse lei entrando.
La donna chiuse la porta.
L'interno della casa aveva le tegole di legno sulle finestre e c'erano candele ovunque.
Alle spalle della donna c'era un tavolinetto con molte candele,con al centro una scatola di legno
rettangolare,con 3 candele,di cui quella al centro era la più alta,sul muro dietro il tavolino c'era un
quadro rosso.
Alla destra della donna c'era un mobile di legno a più ripiani,pieno di candele.
"Cos'è successo qui?"disse Anna "Dove sono i ragazzi?"
La donna si mise la mano sulla chiave che teneva attaccata al collo con una catenella.
"Cosa...se hai ricominciato a bere..."disse Anna.
"Shhhh..."disse Patrisha mettendole la mano sinistra sulla spalla,poi iniziò a guardarsi intorno.
"Che c'è?"disse Anna "Cosa senti?"
"Stanno piangendo."disse la donna "Non può entrare."
La donna corse in un'altra stanza e chiuse la porta.
Anna vagò per casa e guardò dentro delle stanze socchiuse,poi oltrepassò delle tende entrando in un
salotto malmesso,con sedie rovesciate e vari tavoli pieni di candele.
Alla sua sinistra c'era una porta nera con un occhio bianco disegnato sopra.
La porta venne mossa leggermente dall'interno e lei la guardò.
L'occhio era dentro un cerchio nero,con delle linee oblique che arrivavano ad esso e intorno c'erano
decine di occhi più piccoli.
Anna andò ad afferrare il lucchetto e lo tirò 2 volte,poi mise l'orecchio sinistro sulla porta "Carlos?"
Lei bussò sulla porta "Tomas?"
La donna la raggiunse e la spaventò.
"Non l'hai aperta,vero?"disse la donna.
"No…"disse Anna.
"Spostati da quella porta,Anna."disse Patrisha.
"Patrisha..."disse Anna.
"Va via,Anna."disse la donna.
"Che cosa c'è qui dentro?"disse lei.
"Vede!"disse Patrisha
"Patrisha,ti prego,io..."disse Anna.
"Va via!"disse la donna.
"Ti prego,dimmi che c'è qui dentro..."disse Anna.
"VA VIA!"urlò Patrisha che le andò contro e la gettò a terra,tenendo un martello nella mano
destra"STA LONTANA DA QUELLA PORTA!"
"ANNA!"urlò il poliziotto.
"VA VIA!"urlò Patrisha che alzò il martello,ma il poliziotto la afferrò.
"LASCIALA!"disse lei "LASCIALA!"
Il poliziotto trascinò via la donna.
"NON APRIRE LA PORTA!"urlò Patrisha "NON LO FARE!
NON UN'ALTRA NOTTE,ANNA!
NON UN'ALTRA NOTTE!
LASCIAMI ANDARE!"
Anna si mise seduta e guardò la chiave nella mano sinistra,poi aprì il lucchetto e lentamente aprì la
porta che dava su una stanza buia,poi accese la luce rivelando uno sgabuzzino marrone.
Guardando in basso vide 2 bambini con i capelli neri.
Uno aveva la maglietta blu,pantaloni neri e scarpe nere,l'altro maglietta nera,pantaloni neri e scarpe
nere.
Dietro di loro c'erano dei cuscini.
Lei si chinò "Oh mio Dio."
"Chiudi la porta."disse quello con la maglietta nera bisbigliando "Ti prego."
"Ci farà del male."disse quello grande.
"No."disse Anna scuotendo la testa "No, lo prometto."
Il seguente pomeriggio era nuvoloso e in una zona con degli alberi intorno,con accanto una strada e
oltre una moltitudine di edifici,c'era un edificio bianco rettangolare,con altre palazzine identiche
accanto.
In un corridoio c'erano i 2 bambini seduti su 2 sedie.
Anna uscì da una porta indossando un lungo cappotto grigio e si accucciò "Ragazzi,è tutto
sistemato.
Avrete un letto caldo,da mangiare...e vi farete una doccia.
Ok?"
I 2 la guardarono e lei sorrise.
Anna prese la mano destra dal più piccolo e vide che sul polso c'era un segno rosso,così gli tirò su la
mano e vide una moltitudine di graffi "Oh mio Dio.
Com'è successo?"
"È stata lei."disse il bambino bisbigliando.
"Tua madre ti ha fatto questo?"disse Anna.
"No,non è stata lei."disse il maggiore.
"Vostra madre,vi vuole bene,lo sapete?"disse Anna "Qualunque cosa accada ce ne occuperemo
noi,ok?
Ma per stanotte starete al sicuro,velo prometto."
"Non siamo mai al sicuro."disse il bambino minore.
Nel salotto della casa di Anna la tv era accesa e mostrava dei cartoni animati.
La bambina era seduta sul divano sorridente,con una maglietta bianca a mezze maniche,con i bordi
neri.
Il divano su cui era seduta era verde,davanti a lei c'era un lungo tavolinetto marrone di legno e alla
sua sinistra c'erano 2 colonne chiare,poste su 2 rettangoli chiari.
La porta di ingresso si aprì oltre le colonne.
"Ciao."disse la madre togliendosi il giaccone "Scusa ho fatto tardi.
Com'è andata?"
"Sempre le stesse cose."disse la bambina.
"Ciao,Sam."disse la madre che la baciò "Vieni qui.
Chris ti ha riscaldato un po' di polpettone?"
"Non lo so."disse lei.
"Ci sei?"disse la madre muovendo la mano sinistra davanti alla faccia della figlia.
"Si,l'ha riscaldato."disse lei.
"Ok,lui dov'è?"disse Anna.
"Gioca nello studio di papà."disse Sam.
Anna si alzò toccandole la testa "Non stare troppo li davanti,ok?"
La donna avanzò lentamente verso delle porte chiare e oltre vedeva una libreria nera.
"11 a 15!"disse il bambino "IL SOSPETTO È IN FUGA!
VEDO QUALCOSA!
ECCOLO LI!"
Lei vide che il bambino era alla destra della scrivania accucciato.
"Gli sono alle costole,vedo il sospetto!"disse il bambino con il berretto da poliziotto "MI
SERVONO RINFORZI!
MI STA SPARANDO!"
Il bambino andò dietro la scrivania e imitò una pistola con le mani.
"L'ho preso."disse lui "Ho preso il sospetto.
Chiama la centrale,Cooper.
L'ho preso."
La sera seguente lei era seduta alla scrivania,con la mano sinistra sulla tempia,poi toccò la medaglia
sulla foto centrale del marito e la guardò con tristezza.
La medaglietta d'oro era circolare e sopra c'era scritto "San Michele".
"Mamma!"disse la figlia nella vasca nel bagno bianco "Ho fatto!"
"Si arrivo!"disse lei che mise la medaglia nel cassetto,poi andò nel bagno e strizzò i capelli alla
figlia.
"Ok."disse lei.
"Risciacquo!"disse la bambina che si distese nella vasca.
"Risciacquo..."disse Anna.
La notte era scesa sulla città.
Il bambino piccolo si svegliò di scatto in un letto.
Indossava una maglietta grigia e pantaloni grigi.
Il bambino si mise seduto spaventato e guardò l'altro sul letto accanto,che indossava un pigiama
bianco,poi sentì dei boati nel corridoio e dei pesanti passi,poi una guardia aprì la porta con una
torcia e lui si rimise a dormire.
La guardia li controllò e poi chiuse la porta andando via.
Il bambino sentì dei pianti e si mise seduto di scatto,poi vide che l'altro letto era vuoto,poi vide la
porta aperta e l'altro fratello in piedi sulla soglia della porta.
"Thomas?"disse il bambino "Thomas?"
L'altro andò nel corridoio e l'altro lo seguì.
Il corridoio aveva le luci verdi che si accendevano e si spegnevano.
Thomas era in fondo al corridoio,poi andò a destra.
L'altro lo seguì.
"Thomas?"disse il piccolo andandogli dietro.
Arrivò in un lungo corridoio e lo vide in fondo.
"Thomas?"disse il piccolo,ma l'altro andò a sinistra,mentre le luci andavano e venivano.
Il fratellino lo seguì e lo trovò in mezzo al corridoio con la testa piegata a sinistra.
"Thomas,che stai facendo?"disse il piccolo avvicinandosi "Thomas,torna indietro."
Le luci si spensero e quando si riaccesero Thomas aveva la mano destra verso di lui e lo indicava.
Il piccolo si fermò e si voltò verso uno specchio posto nell'angolo,in alto,che mostrava tutti i
corridoi.
Lo specchio mostrava una figura che si muoveva nel corridoio,poi si crepò,mentre le luci andavano
e venivano.
La figura scomparve.
Delle gocce d'acqua caddero dal soffitto e il bambino guardò a terra,poi rialzò la testa e vide una
figura davanti a se.
Aveva lunghi capelli neri,che arrivavano sotto il seno,aveva un lungo velo bianco in testa e un lungo
vestito bianco.
La figura urlò emettendo un verso disumano e il bambino urlò a squarcia gola.
Il telefono nella stanza da letto di Annie squillò svegliandola.
Lei rispose "Pronto?"
"Anna,sono Cooper."disse la voce dall'altro capo del telefono "Abbiamo appena tirato fuori i
ragazzi Alvarest dal fiume.
Ho bisogno che vieni subito qui."
"Ok,vengo subito..."disse lei piangendo.
Poco dopo era in macchina e passò davanti a delle recinzioni di ferro,poi parcheggiò prima di una
discesa.
Oltre la discesa c'erano dei poliziotti.
Lei si voltò verso il sedile posteriore dove c'era il figlio maschio seduto e la figlia femmina che
dormiva.
Lui indossava un pigiama azzurro,con un cappotto nero,la bambina un pigiama bianco,con vestaglia
grigia.
"Resta seduto,ok."disse Anna "Non svegliare tua sorella,ok?
Torno fra pochi minuti."
Lei scese dall'auto.
Indossava una felpa grigia,jeans neri e scarpe nere.
La polizia la fece avvicinare al fiume e vicino ad esso c'erano 2 corpi coperti dal telo bianco.
"Ah...oh mio Dio..."disse la donna toccando la spalla destra di un uomo di colore che era in giacca e
cravatta grigia "Non capisco cos'è successo?"
"Li abbiamo trovati nel fiume,erano annegati."disse l'uomo di colore "L'ultima volta che li hai
visti,come stavano?"
"Stavano bene,erano spaventati,ma stavano bene,Cooper."disse lei piangendo e tenendo le braccia
incrociate "Gli avevo promesso che sarebbero stati al sicuro,glie l'avevo promesso..."
"Anna,non devi sentirti in colpa."disse Cooper.
La madre arrivò urlando e venne trattenuta dalla polizia.
"I MIEI FIGLI!"urlò la donna "È COLPA TUA!
È COLPA TUA!
HO CERCATO DI FERMARLA!
MA NON MI HAI ASCOLTATO!"
La donna venne ammanettata.
"Chi?"disse Anna avvicinandosi con il poliziotto "Chi hai cercato di fermare?"
"La Llorona."disse la donna che fu messa in macchina e portata via.
Chris la vide nell'auto,poi guardò verso la discesa.
Degli uomini scattarono delle foto.
Il bambino uscì e passò sotto un ponte,dove c'era una rete di ferro malmessa e poté vedere i 2
corpi,poi sentì piangere e si voltò vedendo un secondo recinto,si avvicinò e vide che in fondo al
cunicolo rettangolare,tra i bidoni, c'era la donna vestita di bianco con il telo che piangeva.
La donna voltò di scatto la testa verso di lui,grugnendo,poi si alzò "Bambino?"
La figura si avvicinò "Mio figlio.
Mio figlio è morto.
Voglio giocare con te per sempre..."
La figura avanzò rapidamente,Chris si allontanò,ma la figura scomparve,poi sbucò fuori da un
angolo buio urlando e toccandogli il braccio destro.
L'avambraccio,nel punto in cui venne toccato,iniziò a sfrigolare e il bambino urlò,poi il bambino
corse via.
"RAGAZZINO!"urlò la donna.
Chris tornò in auto ed iniziò a picchiare sul vetro "SAM!
SAM!
FAMMI ENTRARE!
FAMMI ENTRARE!"
Lei si svegliò "Chris,ma che fai?..."
"FAMMI ENTRARE,SVELTA!"urlò lui.
La bambina aprì la portiera e lo fece entrare,poi lui richiuse lo sportello,ma vide che non si era
chiuso bene,così lo chiuse ancora,ma senza successo,poi vide che c'era del tessuto bianco che lo
bloccava,tolse il tessuto e chiuse lo sportello,poi vide la figura con l'abito bianco fuori dal
finestrino.
Dagli occhi della donna cadevano lacrime nere.
La donna aprì la bocca e lui urlò di paura.
"Che succede?"disse la sorellina spaventata.
"Non l'hai vista?"disse il fratello.
"Chi?"disse la bambina stringendo la bambola.
Il bambino guardò il finestrino e poi controllò i vetri.
Il finestrino dietro la sorellina iniziò ad abbassarsi da solo,così lui lo fermò e lo tirò su ancora.
"Che sta succedendo?"disse la bambina "Chris?"
Il finestrino del sedile accanto al guidatore iniziò ad abbassarsi,Chris andò davanti e afferrò la
manopola alzandolo a fatica.
Le chiusure degli sportelli si disattivarono,spaventandolo e Annie aprì la portiera.
"Ehi,scusatemi ragazzi..."disse Annie che si bloccò vedendo il figlio che ansimava "State bene?"
Annie entrò.
"Oh si."disse lui "Si,sto bene.
Sto bene."
I 3 tornarono a casa e Annie mise a letto il figlio,sedendosi accanto a lui "Tutto bene,tesoro?"
"Si,ho solo immaginato delle cose."disse Chris.
"Ok."disse lei baciandogli la fronte,alzandosi e spegnendo la luce "Notte.
Ti voglio bene."
Il bambino si guardò i segni sull'avambraccio,poi si mise a dormire.
Il giorno dopo,sotto la pioggia,c'erano molte persone vestite di nero,con degli ombrelli e una
candela rossa in mano.
Una di loro era vestita di bianco,teneva gli avambracci verso l'alto e respirava il fumo proveniente
da un tessuto che veniva bruciato,tenuto in mano da un uomo vestito di viola che muoveva un altro
pezzo di stoffa sopra il primo.
La donna con le mani verso l'alto era anziana,con i capelli legati e aveva gli occhi chiusi.
A terra c'era la foto dei ragazzi,messa in verticale,con dei fiori rossi e bianchi intorno.
Un uomo anziano,vestito di grigio alzò le mani al cielo e respirò il fumo.
Un' altro fiore venne gettato vicino alla foto.
Anna arrivò,indossando un lungo vestito grigio,con maglietta viola e pantaloni neri.
Nelle mani aveva la cinghia della borsa marrone.
L'uomo stava facendo passare il fumo sulla madre dei 2,che indossava una camicia viola e una
gonna scura.
Accanto ad Annie arrivò padre Perez.
Era semi calvo,con capelli bianchi sulla parte posteriore della testa,giacca nera,camicia
nera,pantaloni neri e scarpe nere.
"Lui è un curandero."disse Perez "E quello è un rituale di purificazione.
Serve a liberare il corpo da ogni negatività che può avere attirato in un periodo di forte stress."
"Crede che funzioni?"disse la donna.
"Non importa ciò che credo io."disse Perez "Ma ciò che credono loro.
E se loro credono in quello,di sicuro...credono in questo."
Il prete indicò la chiesa bianca alla loro sinistra.
"Conosceva i ragazzi?"disse Perez.
"Si,ero la loro assistente sociale."disse Anna "Posso farle una domanda,padre?"
"Si?"disse lui.
"Sa qualcosa sulla Llorona?"disse Anna.
Il prete si incupì "Non sentivo questo nome da quando ero bambino.
La donna che piange."
Poco dopo i 2 erano seduti nella chiesa su una panca.
"Era famosa per la sua bellezza."disse Perez "La donna più bella di quella zona del Messico.
Poi un giorno,un giovane bello e ricco arrivò nel suo villaggio.
Lei gli mise gli occhi addosso.
Il matrimonio fu splendido.
Ebbero 2 bellissimi figli.
Ma poi,dopo qualche tempo...lei lo trovò tra le braccia di una donna più giovane."
"E cosa fece?"disse Anna.
"Gli tolse ciò che aveva di più prezioso."disse lui "Uccise i loro figli.
In un raptus di gelosia ,li affogo nel fiume.
Dopo aver realizzato ciò che aveva fatto,fu consumata dal senso di colpa.
Si gettò in quelle stesse acque.
Da allora è condannata a vagare in cerca di bambini che prendano il posto dei figli.
Perciò si dice ai bambini di dare ascolto agli adulti o la Llorona verrà a portarseli via."
"È un racconto popolare."disse Annie.
Il prete rise "Per alcuni."
Il prete le diede un crocifisso "Tenga.
Mi ha aiutato a superare tante notti buie.
Potrebbe servire anche a lei."
"Ah...grazie,ma era mio marito quello religioso,non io."disse lei.
"Oh..."disse il prete dandole la croce "Non bisogna essere religiosi per avere fede."
Sam corse vicino alla piscina.
Il cielo era nuvoloso e c'erano tuoni in lontananza.
La bambina si fermò e andò verso una staccionata di legno tra gli alberi.
Aveva con se un ombrello di plastica.
La staccionata aveva una porticina con un buco rettangolare con delle sbarre.
Si avvicinò sentendo un pianto e si affacciò.
Il pianto cessò.
La bambina si allontanò e andò verso la piscina,poi aprì l'ombrello e vide la donna con il velo
bianco attraverso la plastica,alzò l'oggetto e la donna non c'era più,poi si voltò e un forte vento le
fece cadere l'ombrello.
Lei si avvicinò,ma il vento spinse l'ombrello nei pressi della piscina,poi un'ultima folata di vento
improvviso mandò l'ombrello nella piscina.
Si udì un altro tuono.
Lei andò a prendere l'ombrello e lo sollevò.
La donna bianca le apparve davanti,aprendo la grande bocca nera.
La pelle della donna era bianco pallido.
La bambina urlò e la donna le toccò l'avambraccio destro ustionando le carni.
La bambina cadde a terra e la donna scomparve.
Anna entrò a casa e posò le chiavi.
"Chris?"disse lei "Chris?"
Anna andò in cucina "Sam?
Sam?"
In quel momento sentì correre al piano di sopra,si tolse il capotto e andò di sopra.
Indossava una maglietta nera a mezze maniche.
La donna arrivò nella stanza della bambina,trovandola seduta al davanzale della finestra.
Il letto della bambina era bianco,con cuscino rosso e le tende erano rosa.
"Sam?"disse Anna che entrò nella stanza e spostò le tende rosa trovandola sul davanzale dove
c'erano molti giocattoli e cuscini.
Oltre il letto c'era una libreria chiara,con molti giocattoli e con un tavolinetto.
"Sam..."disse Anna vedendo la bambina accovacciata "Che succede tesoro?"
Annie si mise seduta vicino a lei "Che ti è successo al braccio?"
"Sono caduta."disse Sam.
"Una brutta caduta."disse Anna "Ehi...lo so che le cose sono un po' difficili e so che a volte il
mondo può far paura,ma pensavo...ricordi papà cosa diceva se avevi paura e lui non c'era?"
Annie le mostrò una bambola "Ti diceva di abbracciare Misty e tu la tenevi stretta stretta…
Ti senti meglio?
Ti senti un po' meglio vero?"
La bambina guardò la piscina.
"Che cosa guardi?"disse Annie.
La bambina spostò le tende.
Chris bussò alla porta "C'è Cooper."
Il bambino andò via.
"Andiamo."disse lei uscendo "Andiamo tesoro."
La bambina restò a guardare dalla finestra,mentre si udivano i tuoni.
La notte seguente pioveva.
I 2 bambini erano molto silenziosi.
Chris indossava una maglietta azzurra.
Il poliziotto era al tavolo e li guardava.
Sul tavolo c'era anche una scatola di pizza,ma i 2 non mangiavano.
"Brutta giornata?"disse Cooper.
"Possiamo guardare la tv?"disse Sam.
"Certo."disse le andarono via.
Anna si versò da bere del vino.
"Ah...brindiamo?"disse lui "Settimana pesante?
Mese?"
"Anno."disse le risero "Non lo so,ce la mettono tutta,secondo me ci serve..."
"Tempo."disse lui.
"Si."disse lei "E qualcuno che ci porti la cena,grazie."
"Se non vuoi parlare di cose personali,parliamo di lavoro."disse lui che prese delle cartelline dalla
valigia.
"Oh no,di che si tratta?"disse Anna.
"Di Patrisha Alvarez."disse lui "Sappiamo che in qualche modo è coinvolta nella morte dei figli,ma
ha un alibi di ferro.
Alcuni parrocchiani l'hanno vista quando i suoi figli sono stati rapiti."
"Sul serio?"disse Anna.
"Tu conosci la sua storia,da uno sguardo al fascicolo."disse Cooper.
"Mi piacerebbe aiutarti,ma lei...non vuole più vedermi."disse lei.
"Va benissimo."disse lui "Lei è arrabbiata con te.
E una cosa che mi ha insegnato tuo marito è che..."
"Se una persona è arrabbiata allora ama parlare."disse lei.
L'uomo che aveva bruciato la carta entro nella casa di Patrisha che aveva diverse chiazze d'acqua a
terra e le luci erano spente,poi andò davanti alla porta dello sgabuzzino e accese la luce,poi andò a
guardare per la stanza,si chinò su un tavolinetto dove c'era dell'acqua nera e ne mise una parte in
una boccetta di vetro con una punta di metallo e la avvitò con un tappo.
Annie era sul letto a gambe incrociate e guardava delle foto di neonati nel fascicolo,poi trovò una
foto dei 2 ragazzi,poi prese altre foto che mostravano i corpi che avevano i segni sull'avambraccio.
Nella casa regnava il silenzio.
Il cavalluccio a dondolo iniziò a muoversi da solo,poi ci fu un tonfo.
Anna si alzò e scese le scale,iniziando a sentire un pianto,arrivò in cucina e poi guardò lo
studio,dopo di che andò verso la porta sul retro e la controllò,poi sentì una porta che sbatteva.
La porta smise di muoversi e lei la aprì trovandosi nello studio,poi sentì un'altra porta che si apriva
e si chiudeva e vide che era quella di ingresso che veniva tenuta ferma dalla catenina.
Avvicinandosi vide Chris che apriva e chiudeva la porta.
"Chris?"disse la madre che chiuse la porta "Che stai facendo?"
Lei accese la luce e gli mise le mani sul volto "Ehi?
Tutto ok,tesoro?"
Il bambino indietreggiò tenendo gli occhi chiusi e la testa bassa.
"Chris?"disse lei "Tesoro?
Stai bene?
Stai bene,tesoro?
Chris?"
Lui aprì gli occhi e la porta si aprì ancora,poi si chiuse.
La madre lo guardò,poi la porta venne spalancata da un fortissimo vento.
Annie andò a richiuderla e facendolo sentì una voce femminile : "NOOO!"
La porta fu chiusa a chiave,poi il figlio collassò a terra.
"Chris?!disse lei soccorrendolo e mettendolo seduto "Tesoro?
Forza...ehi,svegliati?"
"Che è successo?"disse Chris.
"Camminavi nel sonno amore."disse lei abbracciandolo "Camminavi nel sonno.
Andiamo...vieni ti porto di sopra,ti porto a dormire.
Andiamo.
Va tutto bene."
Lei lo fece rialzare e lo portò a letto,poi spense le luci ed uscì dalla camera,poi guardò la bambina
che dormiva nel letto.
Una lampada si spense alle sue spalle e lei si voltò.
Lei entrò nella camera da letto e provò ad accendere le luci,ma senza successo,poi si accorse che
tutti i fogli erano a terra.
"C'è qualcuno qui?"disse lei avvicinandosi al letto "Perché mio marito è un poliziotto e tornerà a
momenti!"
Lei indietreggiò lentamente,poi vide la porta della stanza della bambina che si apriva lentamente.
Sulla porta c'era uno specchio ovale.
La porta nera iniziò a chiudersi e lei vide il volto della figura.
Il vetro si crepò in varie parti.
Anna urlò e la sua porta si chiuse da sola.
Lei iniziò a tirare tentando di aprirla "RAGAZZI SVEGLIA!
APRITE LA PORTA!
APRITE LA PORTA!"
Lei corse nell'armadio a muro e prese una mazza,corse verso la porta,ma si fermò urlando vedendo
la figura davanti a se.
"CHE CI FAI A CASA MIA?"disse la donna e l'altra si avvicinò lentamente "CHE COSA CI FAI
QUI?
VA FUORI DA CASA MIA!"
Lei diede una mazzata e la figura scomparve,poi i 2 aprirono la porta.
"Mamma...che è successo?"disse Sam con Chris vicino.
"Niente."disse la madre che li fece entrare "Niente,tesoro,niente.
Mi dispiace.
Venite qui..."
Lei chiuse la porta "Tranquilli.
Perché non dormite nel letto di mamma?"
Alle 6 di mattina lei era ancora sveglia sulla poltrona e i figli nel letto.
La sveglia suonò spaventandola.
"Toglimi il piede di dosso."disse Sam.
"Ok."disse Chris.
Il giorno dopo Annie era in un palazzo bianco che era un commissariato di polizia.
Indossava una giacca verde,jeans blu,scarpe nere e incontrò Cooper che era in giacca e cravatta
grigi.
I 2 camminarono per i corridoi.
"Che c'è?"disse lei che fu fatta entrare in una stanza con un tavolino di metallo grigio,con 2
sedie,una davanti all'altra.
La stanza aveva 2 finestre rettangolari con le sbarre.
Ad una sedia c'era Patrisha.
Oltre la scrivania c'era una rete di metallo verticale,che aveva una parte più vicina alla scrivania del
resto.
Anna si mise seduta "Patrisha?
Mi...dispiace molto per la tua perdita.
Non immagino nemmeno come possa sentirti."
"Come mi sento io?"disse lei "Non provo nulla.
Perché ho patito il peggio.
Sono finita.
Non mi importa che mi faranno.
Dovresti starci tu qui al posto mio.
Sei tu che hai ucciso i miei figli,non io!
Assassina!"
"Li avevi chiusi in uno sgabuzzino..."disse Anna.
"Li avevo nascosti!"disse Patrisha "Protetti!"
Patrisha mise gli avambracci sul tavolo "E ora ce li ha lei.
Ce li ha lei..."
Dietro la scrivania c'era un quadro con una cartina geografica al centro,c'era anche un tessuto
rettangolare, nero,con una riga gialla al centro,con lo stemma di un grifone al
centro,con scritte gialle sopra e sotto,posto a sinistra e altri quadri a destra.
La donna iniziò a piangere e Anna vide i segni sul braccio "I miei figli..."
"Che cosa hai fatto al braccio?"disse Anna "Che ti è successo Patrisha?"
"La Llorona."disse Patrisha "I tuoi figli...l'hanno sentita piangere?
Hanno sentito il bruciore delle sue lacrime?
Lo sentiranno.
Presto.
E lei verrà a prenderli.
E sai perché?
Perché glie l'ho chiesto io."
"No,Patrisha..."disse Anna.
"Quando i miei figli sono morti,non ho pregato Dio per la loro salvezza."disse la donna "Invece...ho
pregato lei.
Ho pregato e ho pregato e ho pregato di ridarmi i miei figli in cambio di prendersi i tuoi!"
Anna era sconvolta.
Chris era al tavolo in cucina e scriveva.
Il tavolo era pieno di carte.
Il bambino si toccò i segni sul braccio con l'indice sinistro,poi si coprì l'avambraccio con la manica.
Indossava una maglietta blu sulle braccia e grigia per il resto,più pantaloni grigi.
Il bambino sentì un tonfo e salì al piano superiore e ,vedendo la botola per la soffitta aperta, prese
un bastone di metallo con un gancio in cima e chiuse la botola,poi si voltò sentendo piangere.
"Sam?"disse lui posando il bastone e andando nella stanza della sorella "Sam?"
Il letto era vuoto.
Chris andò alle tende e le spostò "Sam?"
Dietro le tende non c'era nessuno,poi lui chiuse la finestra,ma un vento fortissimo la riaprì e lo fece
volare a terra.
Il vento mosse le tende rosa,sollevandole.
La donna vestita di bianco allungò le mani verso di lui,urlando in modo disumano.
Il bambino urlò e corse via,fermandosi in mezzo al corridoio.
La donna uscì da una porta alla sua destra e lo spinse giù per le scale.
"Chris?"disse la sorella che vide la gamba del fratello per le scale.
La sorella aveva un vestito di jeans che comprendeva anche la gonna ed era senza maniche.
Sotto il vestito aveva una maglietta chiara,con i bordi delle maniche rosse.
La madre entrò "Che c'è?"
Sam guardò le scale e la madre vide il fratello.
"CHRIS!"urlò la madre andando a soccorrerlo "CHRIS!"
Poco dopo il bambino era su un letto d'ospedale e un dottore cinese,con capelli in parte bianchi,con
occhiali e camice bianco,gli toccava l'avambraccio sinistro.
Oltre al letto c'era un mobile sulla destra,con diversi cassetti.
A sinistra c'erano le 2 sedute su un divano.
"Te lo sei slogato per bene,campione."disse l'uomo che gli guardò l'avambraccio destro vedendo i
graffi,poi guardò la madre.
La sera seguente i 2 erano al tavolino e la madre portò loro un vassoio di carta stagnola diviso in
scompartimenti con dentro un cibo diverso ciascuno.
Anna indossava una maglietta grigia,pantaloni neri e scarpe nere.
In quel momento bussarono alla porta e lei andò ad aprire,trovando Cooper in giacca e cravatta
scuri.
"Cooper,ciao."disse lei "Che c'è?
Ti ha chiamato l'ospedale?"
"Si."disse lui che si spostò a destra "Per un controllo."
Dietro di lui arrivò anche Dana,che indossava un lungo cappotto di pelle chiaro.
Dana si sedette su un divano vicina ai 2.
"Samanta,come ti sei fatta quelle ustioni."disse lei che indossava una maglietta arancione e gonna
nera.
Cooper guardò Anna.
"E tu,Chris?"disse lei.
"Glie l'ho detto,sono caduto."disse Chris.
"È la verità?"disse Dana "Dov'era tua madre?"
Dana la guardò.
"Anna,lo sai che non puoi stare qui."disse la donna.
"Andiamo,Dana,io..."disse lei.
"Ti stanno proteggendo."disse lei.
"Ti stanno dicendo la verità."disse Anna "Non farei mai del male ai miei figli."
"Ha ragione,non puoi stare qui."disse Cooper.
Dana uscì dalla porta poco dopo dalla casa e la trovò sotto il portico "Puoi anche non crederci,ma
detesto venire qui."
Cooper era seduto sul divano grigio e parlava con il bambino"Ho promesso a vostro padre che mi
sarei occupato di voi.
Se serve chiamatemi."
Cooper andò verso la donna "Abbiamo rilasciato Patrisha Alvarez.
Non c'erano abbastanza prove."
"Magari non è stata lei."disse Anna.
"Che vuoi dire?"disse lui.
"Non lo so,lascia stare."disse lei.
"Anna,qualunque cosa succeda qui...sistemala."disse Cooper uscendo.
Poco dopo il bambino era accucciato a terra e guardava la tv.
"Ehi?"disse lei spegnendo la tv e poi si mise seduta accanto a lui "Possiamo parlare?
Voglio sapere che è successo veramente."
Sam era nella vasca da bagno e si lavava il viso.
La donna con l'abito bianco mise le mani in avanti alle sue spalle.
Le dita avevano la parte finale nera e le unghie scure.
La creatura iniziò a massaggiarle la testa e a farle lo sciampo.
"Ho visto una donna."disse Chris.
"In casa?"disse Anna e lui annuì.
"Nella stanza di Samantha."disse lui "Ho pensato che fosse Sam,ma...era una donna con un vestito
bianco.
Stava piangendo.
Lei ci vuole.
Vuole che diventiamo suoi."
"Ahi."disse la bambina "Mamma mi fai male."
La creatura ammorbidì il tocco.
"Risciacquo."disse lei che si abbassò all'indietro e immerse la testa nell'acqua.
"Tu mi credi?"disse Chris.
Anna gli toccò il viso "Si ti credo."
Sam riemerse dall'acqua dato che le mancava il respiro,poi si guardò alle spalle e non vide
nessuno,si guardò intorno e urlò venendo spinta sotto l'acqua dalla donna.
Il suo velo era tirato su e il volto con le lacrime nere era visibile.
Anna guardò in alto sentendo l'acqua che cadeva sul pavimento.
La bambina si dimenava nella vasca.
Anna corse di sopra e sfondò la porta che si era chiusa da sola,poi fece emergere la figlia dalla
vasca e la abbracciò.
Chris rimase sulla porta.
Anna la tirò fuori dalla vasca e le mise un asciugamano addosso "Che è successo?
Che ti è successo?
Ehi,stai bene?
Che ti è successo?"
La bambina iniziò ad indietreggiare vedendo le dita della mano che erano sul bordo della vasca.
Anna avanzò a 4 zampe.
"Mamma?"disse Chris indicando la vasca con l'indice sinistro "Mamma!
Mamma!"
Lei si voltò e vide il volto bianco della donna.
Lei aveva gli occhi con l'iride giallo acceso,2 linee nere che scendevano dall'occhio sinistro e una
dal destro.
L'essere ruggì mostrando la bocca nera,come anche le gengive e i denti.
Anna urlò e l'essere le afferrò l'avambraccio sinistro iniziando a bruciarle la pelle.
Sam urlò e il fratello la portò fuori,facendola alzare.
La donna con l'abito bianco continuò ad urlare mentre una terza linea nera le usciva dagli occhi.
"VIA!"urlò Anna "VIA!"
La donna la lasciò e lei indietreggiò strisciando sul pavimento.
I 2 figli si fermarono sulle scale e videro la madre urlare e chiudere la porta,continuando a tenerla
bloccata con la mano.
La casa iniziò a tremare.
"VIA!"urlò lei "SCAPPATE!
CORRETE!"
La maniglia si spezzò e lei corse via.
La porta si aprì e l'interno era nero.
La mattina dopo i 3 corsero verso le porte della chiesa,sotto un cielo nuvoloso.
Poco dopo Anna mostrò il segno sul braccio al prete.
I 2 erano seduti ad un tavolo di legno,che aveva dei fogli e delle penne.
Dietro di lui c'erano 3 finestre con delle figure dipinte sui vetri,mentre a sinistra c'era un lungo
mobile di legno che copriva tutta la parete.
"So che è difficile da credere."disse lei.
"Fino a qualche anno fa davo poco peso alle leggende,ai miti...e a tutto ciò che succede di notte,ma
poi ci fu un incidente."disse Perez "Con una bambola.
Questo aprì la mia mente a possibilità che esulano dall'ordinario."
"Lei può aiutarci?"disse Anna.
"La chiesa collabora con delle persone specializzate in situazioni del genere."disse Perez.
"Ok."disse lei.
"Ma per arrivare a loro...dobbiamo coinvolgere l'arcidiocesi."disse Perez.
"Quanto ci vuole?"disse Anna.
"Nella migliore delle ipotesi una settimana perché un caso venga approvato."disse Perez.
"No..."disse lei.
"Ci potrebbe essere un altro modo."disse Perez "È meno ortodosso,ma più rapido.
Però se sceglie questa strada...io devo obbedire ai dettami della chiesa e sono costretto ad
abbandonare il caso.
Le avevo detto di una persona dai metodi non ortodossi?"
Lei scosse la testa.
"E la chiesa,beh...la chiesa ha i suoi modi e lui ne ha altri."disse il prete "Ha abbandonato l'abito
molti anni fa.
Era convinto che oltre a paradiso e inferno Dio avesse creato infiniti reami spirituali di cui
sapevamo poco o nulla.
E la cosa bella è che poi ho trovato conferma in ciò anche con quei 2 esperti che le ho menzionato."
"Quindi era un prete."disse Anna.
"Si,ma ora lui è un guaritore,uno sciamano che opera ai confini della religione e della scienza."disse
Perez "Un curandero."
Poco dopo Anna portò dei figli davanti alla porta di un negozio e la aprì.
La porta aveva i bordi verdi,con 2 drappi gialli orizzontali,uno sopra,uno al centro e uno in basso.
Ai lati della porta c'erano 2 finestre rettangolari con delle scritte.
All'interno c'era un tavolo con sopra moltissime candele di colori diversi e candelabri di vario tipo.
Ai lati della porta c'erano 4 sedie,2 per lato,e un tavolo a destra.
I 3 entrarono all'interno
L'uomo era in fondo alla stanza e stava per aprire un frigorifero.
Indossava una camicia nera,pantaloni neri e scarpe nere.
Alle sue spalle c'era una porta grigia,con un foglio sulla parte superiore,con linee colorate,poi alla
sua sinistra c'era una grossa credenza con sotto un piano con varie bottiglie.
La credenza aveva moltissimi cassetti ed era di legno.
Dietro il frigorifero marrone c'era una lavagna marrone con foto e fogli attaccati sopra.
"Salve."disse Anna "Chiedo scusa..."
"Io l'ho già vista."disse lui aprendo il frigo "Al funerale degli Alvarez,è così?"
"Si,ero la loro assistente sociale."disse lei.
"Beh,se è venuta per curiosare nel mio negozio,ho cose più importanti da fare."disse lui
avvicinandosi.
"Non credo di essere nel posto giusto,mi scusi."disse lei "Andiamo ragazzi."
Prendendo la mano del figlio,l'uomo notò i segni e spalancò gli occhi.
"Li ha già visti in passato?"disse Anna.
"Si."disse lui.
"Che cos'è?"disse lei.
"La chiesa può aiutarla..."disse l'uomo.
"No,no,no,la prego."disse lei "È la chiesa che ci ha mandato da lei."
"A questo deve pensarci la chiesa."disse lui voltandosi.
La bambina lo afferrò "La prego."
Poco dopo erano in un'altra stanza,con 2 pareti piene di finestre,con delle tende sopra.
Le finestre dietro la poltrona di Anna avevano diverse scaffalature con delle bottiglie e dei
contenitori e nella stanza c'erano diversi tavoli circolari con delle bottiglie e delle carte.
Dietro di lui c'erano dei mobili accatastati con quadri e altri oggetti.
Sulla parete c'erano anche crocifissi,simboli e altro.
Oltre agli scaffali con i contenitori c'era un archivio fatto da cassetti marroni rettangolari.
Lui le guardò il braccio "Questi sono i segni della Llorona.
Lei l'ha vista,quindi."
Il bambino guardò gli scaffali.
"Lei l'ha mai vista?"disse Anna.
"No."disse lui "Non direttamente.
Ma ho visto quello che fa."
"Noi cosa dobbiamo fare?"disse lei.
"Siamo di fronte ad un male che non ha limiti."disse lui.
"Perché non è umana,vero?"disse lei.
"No,ma lo era."disse lui alzandosi e prendendo una borsa a tracolla accatastata tra le carte "Ma lo
era,finché non si è lasciata consumare dalla sua vanità assassina.
È uno spirito maligno..."
Lui prese dei contenitori di vetro,con dentro delle palline nere e rosse "...terribile..."
L'uomo mise i contenitori dentro la borsa "...dimenticato da Dio..."
"Basta così,li porterò in un albergo."disse lei abbracciando i figli.
"Perché?"disse lui "Lei si è attaccata alla sua famiglia,non alla sua casa.
Se vi trasferite lei vi seguirà."
"Che dobbiamo fare allora?"disse lei.
Lui prese,dagli scaffali,una circonferenza di metallo,posta su una scatola di metallo nero.
Questa circonferenza aveva dei fili che andavano dentro un teschio vuoto.
I fili avevano delle sfere marroni su di essi e terminavano con molte campane d'oro.
La circonferenza aveva i bordi neri,l'interno d'oro,vicino ai bordi c'erano dei cerchi neri,con dei
punti neri dentro,verso il centro c'era un cerchio di punte nere,con dentro una circonferenza
nera,doppia,con 4 punte.
Dopo le 2 circonferenze c'erano dei punti neri messi a cerchio,poi un'altra doppia
circonferenza,l'interno nero e un cerchio d'oro al centro.
"Non credo che quello sarà d'aiuto."disse lei.
"No….da solo no."disse lui che aprì un armadio nero,che aveva 2 placche circolari d'oro come
manici.
I manici erano ben 8,4 per sportello,e messi dentro dei rettangoli,con gli spigoli tagliati.
L'interno dell'armadio era pieno di amuleti,ossa e altro.
Sull'interno degli sportelli c'erano dei crocifissi.
"Al funerale l'ho vista parlare con padre Perez."disse lui.
"Ha detto che un tempo lei era un prete."disse Anna.
"Il mio viaggio è cominciato nella chiesa...si."disse lui che prese il cilindro di vetro con dentro la
sostanza nera "È stato molto tempo fa.
Mi porti a casa sua,iniziamo immediatamente."
Poco dopo l'uomo faceva scorrere un uovo bianco sulle colonne che erano vicino all'ingresso della
sala,mentre i 3 scendevano dalle scale.
Avevano tutti e 3 delle uova in mano.
"Abbiamo fatto."disse Sam.
"Scusi,dobbiamo strofinare le uova su ogni cosa?"disse lei.
"Credete sia sciocco,non è vero?"disse lui.
"Beh,un po'."disse il bambino.
"Venite con me."disse lui che mise una tovaglietta bianca sulla tavola su cui erano poste delle
ciotole con dentro delle uova e una candela vicina.
"Questo rituale,la limpia,si usa per rilevare la presenza del male."disse lui che prese 3 uova
mettendole sul panno,poi ne prese altre 2 e le mise sul panno "Più sanguinoso è il contenuto,più
grande è il male.
Funziona praticamente per ogni entità negativa."
Lui prese 2 uova e alzò gli avambracci pronunciando delle parole in spagnolo,poi spaccò le uova sul
bordo della ciotola di metallo e le aprì.
Il contenuto era una sostanza sanguinolenta e fumante.
"Ah,è un trucco,l'ho visto in televisione."disse lei.
"Mamma..."disse Chris che vide le 3 uova muoversi da sole,roteando su se stesse,mentre l'uomo si
allontanava.
Le uova si misero dritte e tremarono,poi esplosero e macchiarono tutti con del sangue nero.
"E questo l'hai visto in televisione?"disse la bambina.
"No."disse lei.
Lui fece il segno della croce e anche la madre.
"Dobbiamo collaborare tutti."disse lui "La Llorona sfrutta l'oscurità.
Prepariamoci."
Al tramonto Anna mise il cerchi di metallo con le campane sotto il portico della casa.
Sul tavolo furono messe diverse boccette.
2 erano di vetro normale,con dentro delle polveri,una marrone,con liquido nero e una verde con
dentro altra polvere e più larga delle altre.
Sul tavolo fu messo anche un turibolo.
Lui prese un rosario che aveva delle perle nere sulla corda,intervallate da placche cilindriche
allungate.
Anna aprì una valigia verde estraendo le candele dentro i contenitori di vetro cilindrici e mettendole
sul pavimento.
I bambini misero altre candele sui mobili.
L'uomo aveva preso l'oggetto a cui erano legate le catene ed iniziò a muoverlo in aria,mentre da
esso usciva fumo "In nome del Padre,del Figlio e dello Spirito Santo."
Le candele vennero accese.
Il bambino estrasse dalle valige un grosso crocifisso,dai bordi irregolari e pieno di simboli.
Al centro,al posto di una statua di Gesù,c'erano 4 foglie,una per lato.
"Questa croce è stata intagliata da un albero del Messico."disse lui che era accucciato accanto al
bambino "Fa fiori così rossi che sembra che stia andando a fuoco.
È l'albero del Fuoco."
"L'Albero del Fuoco."disse lui.
"Si dice che l'Albero del Fuoco pianse quando la Llorona annegò i suoi figli."disse lui "Unico
testimone dei suoi peccati.
Ha un potere speciale su di lei."
L'uomo mise una polvere marrone sul davanzale delle finestre e davanti alle porte.
La bambina soffiò su un oggetto di carta che aveva la parte finale ovale e il manico allungato.
La parte finale dell'oggetto andò a fuoco e lei passò il fuoco davanti alla bambola.
Anna era in cucina,davanti alle candele accese e aveva tra le mani un crocifisso.
Sam baciò la bambola e la abbracciò.
L'uomo prese il cilindro di vetro dentro cui c'era il liquido nero e ci fece il segno della croce "Nel
nome del Padre,del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen."
L'uomo versò il contenuto in una ciotola di metallo,poi prese un accendino e ce lo gettò
dentro,dando fuoco al contenuto,poi lo riversò dentro la fiala.
Ora il contenuto era chiaro.
Anna si avvicinò "Che cos'è?"
"Le lacrime della Llorona."disse lui "Le ho consacrate."
"Perché?"disse lei.
"Sono un antidoto."disse lui.
La notte seguente il cielo era molto nuvoloso,pioveva e c'erano fulmini a volontà.
L'uomo ruppe delle uova in una ciotola in cucina e fece una frittata.
"È un altro rituale?"disse Anna arrivando in cucina.
"Si,la colazione per cena."disse lui.
"Lo faceva anche David."disse lei dandogli il sale "La colazione per cena.
Io lo prendevo in giro perché sapeva preparare solo i cereali."
"Stasera,la cena sarà di conforto dopo tutto quello che avete passato."disse lui "E quello che vi
aspetta."
"Non sembra abbia fiducia in se."disse lei.
"Io ho fiducia in Dio."disse l'uomo.
"Padre Perez dice che ha voltato le spalle alla chiesa."disse Anna.
"Alla chiesa si...a Yahweh mai."disse lui.
Le luci si spensero.
"Chiami i ragazzi."disse lui posando la ciotola.
Poco dopo vagava per il salotto con il rosario legato sulla mano destra ed un oggetto,simile ad una
lampadina con dentro delle palline che veniva agitato producendo un suono stridulo.
La donna e i figli erano dentro un rettangolo fatto da candele,in ginocchio,mentre l'uomo
camminava.
"Controllate le fiamme."disse lui "Se la fiamma è immobile,l'incantesimo protettivo funziona."
"Sta arrivando?"disse la bambina.
"Lei è già qui."disse lui e si udirono dei tonfi dal piano di sopra,seguiti da dei cigolii,poi ci fu un
colpo più forte.
"Cosa...cosa sta facendo?"disse Anna.
"Sta cercando."disse lui.
"Cosa?"disse la bambina.
"Noi."disse il bambino e i tonfi proseguirono.
Per un momento ci fu silenzio,poi si udì un tremendo e fortissimo urlo mostruoso che spense tutte le
candele a cominciare da quelle sulle scale,fino al rettangolo intorno ai 3.
Anna prese la lanterna accesa dietro di se.
Si cominciarono ad udire delle gocce d'acqua che cadevano,poi Anna riuscì ad intravedere una
figura alla fine della prima rampa di scale.
La figura scomparve.
Delle gocce nere caddero sulla lanterna,i 3 guardarono in alto e la videro alle loro spalle.
La creatura urlò e lo fece anche Anna che venne afferrata con una mano e tirata contro una
parete,dove ruppe un quadro e svenne.
I 2 andarono dietro un divano.
"Mamma..."disse Chris "Mamma?"
L'uomo iniziò a pregare sotto voce e ad agitare l'oggetto.
"Raffaele,aiutaci."disse Sam e lui fece un passo indietro andando nel buio,mentre i 2 si
nascondevano sotto il tavolo.
Poco dopo la lanterna rotolò verso di loro,andando contro una delle gambe del tavolo.
La tovaglia alle loro spalle venne sollevata.
I 2 si voltarono e videro che la tovaglia non c'era,poi la stessa cosa accadde dall'altra parte.
I 3 uscirono da sotto al tavolo strisciando a terra e videro che la tovaglia si stava alzando poiché
sotto di essa si era formata una figura che era emersa dal tavolo.
"Figli miei..."sussurrò la donna e saltò giù dal tavolo urlando e gettando la tovaglia su di loro.
Anna riprese i sensi,sentendo le urla dei 2 e si mise la mano destra dietro la nuca.
"MAMMA!"urlò Chris che era sotto la tovaglia con la donna vestita di bianco che gli afferrò il
volto "MAMMA MI HA PRESO!"
"CHRIS!"urlò Sam che si mosse a 4 zampe,poi si voltò "AFFERRA LA MIA MANO!"
Lui riuscì ad uscire per metà da sotto la tovaglia,poi i corpo venne trascinato via.
"NOOOO!"urlò Anna correndogli dietro per tutta la casa.
Lei cadde a terra e il corpo andò verso la porta aperta,ma Raffaele si gettò a terra afferrandolo.
La creatura urlò a squarcia gola,mentre lo teneva per la gamba con la mano destra.
L'uomo tolse il tappo alla fiala e lo gettò sul volto della donna,ustionandogli la fronte.
La creatura urlò e indietreggiò,mentre Raffaele metteva la polvere arancione sulla porta di casa.
La creatura urlò a squarcia gola ed emettendo fumo.
Le ferite si richiusero e lei corse contro Raffaele che restò impassibile.
La figura arrivò vicino alla polvere e venne sbalzata all'indietro,poi urlò a squarcia gola e lui le
chiuse la porta in faccia,poi si distese a terra.
"HA DETTO CHE ERAVAMO AL SICURO!"urlò Anna "CHE LA LUCE CI AVREBBE
PROTETTO!"
Raffaele si rialzò "Non è vero."
"Mamma,la mia bambola è sparita!"disse Sam.
"Hai lasciato che mi prendesse?"disse Chris alzandosi.
"Ma di che parli?"disse la madre alzandosi "Ha usato mio figlio come esca?"
"No...certo che no,vi ho usati tutti come esca."disse lui.
"Ma è impazzito."disse lei "E se non lo avesse afferrato in tempo?"
"Ma l'ho fatto e ora la Llorona è fuori dalla vostra casa."disse Raffaele.
"Che sono quelli?"disse il bambino vedendo delle strane "X"nere ai piedi del prete.
"Ricordate l'Albero di Fuoco?"disse lui "Quelli sono i suoi semi.
Finché la linea rimane integra,lei non potrà entrare.
Non toccateli.
La Llorona farà qualsiasi cosa per rientrare in questa casa."
Il vetro sulla porta si crepò e lui si voltò,poi si udirono dei tonfi sulle altre finestre,poi ci fu un forte
tonfo proveniente dall'altra parte della casa.
"LA PORTA SUL RETRO!"urlò Chris correndo.
"CHRIS!"urlò la madre correndogli dietro insieme a Raffaele.
Il bambino,la madre e l'uomo si misero a spingere sulla porta che era stata aperta da un forte vento.
"SVELTA!"urlò Raffaele "PRENDA MARTELLO E CHIODI!"
Anna corse via.
"STA PER ENTRARE!"urlò Chris"NON FARLA ENTRARE,NO!"
"VATTENE VIA,SPIRITO!"urlò l'uomo.
Anna aprì una porta ed entrò,ma la porta iniziò a chiudersi.
"NON HAI ALCUN POTERE QUI!"urlò Raffaele "VATTENE DA QUESTA FAMIGLIA!"
Sam vide la porta che si stava chiudendo.
"ANNA SVELTA!"urlò lui.
Sam spostò le tende di una finestra e guardò fuori,vedendo la sua bambola a terra,poi vide che
all'esterno non c'era nessuno,poi guardò in fondo al corridoio.
La bambina aprì la porta e guardò fuori,poi si mise in ginocchio e si sporse per prendere la
bambola,ma le sue ginocchia si avvicinarono alla linea.
Le campane della circonferenza iniziarono a suonare.
Anna arrivò con una torcia e si fermò vedendola piegata verso l'esterno.
"MAMMA!"urlò lei prendendo la bambola e trascinandola verso l'interno.
La testa della bambola spezzò la linea.
"Mamma,l'ho presa senza spezzare la linea dei semi!..."disse la bambina che corse verso la
madre,ma venne tirata all'indietro da una forza invisibile che la fece volare fuori dalla porta.
La madre urlò e corse fuori,poi la porta si chiuse.
La madre tentò di aprire la porta,ma senza successo.
Al terzo tentativo la aprì e corse fuori.
"SAM!"urlò lei "SAM!
SAM!"
"Lei la annegherà."disse Chris appena accorso con Raffaele.
"OH DIO,LA PISCINA!"urlò Anna correndo dentro la casa,poi uscì dal retro e vide la bambola
dentro la piscina "SAM!"
La madre si tuffò nella piscina.
Il quel momento arrivarono anche gli altri 2.
La madre vide la figlia priva di sensi sul fondo della piscina e nuotò verso di lei,ma la donna vestita
di bianco le afferrò la gola urlando.
"MAMMA!"urlò il bambino.
Raffaele prese una polvere bianca da dentro la borsa,poi prese il crocifisso e pronunciò delle parole
in spagnolo,poi gettò la polvere nell'acqua.
La luce della torcia si spense e tutto fu silenzio.
Anna riemerse con la figlia in braccio.
"La prenda."disse la madre e Raffaele la afferrò portandola a riva,mentre tossiva.
"Sta bene?"disse la madre uscendo dalla piscina.
"Sta bene."disse l'uomo posando la bambina a terra "Respira."
I 4 rimasero sul bordo della piscina.
"E adesso?"disse Chris restando accucciato a terra con la madre e la sorella.
Anna si guardò la mano sinistra e vide che aveva l'amuleto dei figli della Llorona sul palmo.
"Cos'hai fatto?"disse il bambino.
"La vostra piscina ora è colma di acqua santa."disse lui "La Llorona è stata costretta ad andarsene."
Anna e i figli entrarono nella casa e la madre iniziò ad asciugarla.
Chris le passò un altro asciugamano.
"Grazie,tesoro."disse Anna.
Raffaele li raggiunse.
"Amore."disse la madre "Stai bene Sam?"
La bambina si alzò e con sguardo fisso iniziò ad indietreggiare.
"Sam?"disse la madre "Sam?
Che sta facendo?"
Raffaele si guardò intorno.
"Che cosa le succede?"disse la madre "Raffaele?"
Raffaele chiuse la porta,mentre la bambina ci si dirigeva contro e tentava in tutti i modi di aprirla.
"Che cos'ha?"disse lei.
"La Llorona è riuscita a prendere sua figlia."disse lui voltando la bambina e avvicinandola"Ora,ogni
volta che lei la chiamerà,Sam andrà da lei.
Quando cacceremo lo spirito,la trance si interromperà.
Fino ad allora,dovremo tenerli al sicuro.
Lei abbracciò i figli.
Raffaele si guardò intorno.
"Che c'è?"disse lei "Che sta pensando?
Che c'è?
Che dobbiamo fare?"
Lui li guardò,poi andò ad aprire le porte di un armadietto.
"È necessario?"disse Chris.
"Si,soltanto fino all'alba."disse Raffaele.
"Va bene."disse lui che andò con la sorella nell'armadio.
"Sedetevi."disse la madre che mise una coperta sulla figlia "Tesoro."
Lei abbracciò i 2,poi mise le mani sul volto del bambino "Sei molto coraggioso.
Tuo padre sarebbe fiero di te,di come ti prendi cura di Sam e di me.
Voglio che tu sappia che è normale avere paura,tutti ne hanno a volte e anche io..."
Raffaele si guardò intorno.
"Anche papà."disse lei.
"Raffaele?"disse il bambino.
"No."disse lui.
"Mente."disse lei.
"Ti voglio bene,mamma."disse lui.
"Ti voglio bene,anche io piccolo."disse lei che li abbracciò "Vi voglio bene da morire."
Lei si alzò "Va bene,mamma.
Fallo."
Lei chiuse le porte.
La Llorona era fissa davanti all'entrata della casa.
Anna era seduta a terra davanti ad una porta e guardava l'amuleto che aveva tolto allo spirito.
Raffaele si chinò "Dove ha preso quella?"
"È sua."disse Anna dandogli la collanina.
"Della Llorona?"disse Raffaele.
"L'aveva al collo."disse lei.
Raffaele le diede la collana "La tenga lei.
Potremo usarla contro lo spirito."
Poco dopo i 2 erano seduti nello studio mentre pioveva.
Raffaele era su una sedia,mentre Anna era appoggiata sulla scrivania.
Una porta sull'esterno si aprì e una figura entrò,riuscendo a passare sui semi.
Raffaele guardò il crocifisso.
La figura salì le scale andando al piano di sopra.
Anna voltò la testa verso le finestre.
La figura aprì le porte dell'armadio.
"MAMMA!"urlò Chris.
"CHRIS!"urlò lei che corse vedendo una figura che stava portando i 2 verso un'uscita.
La figura si voltò e rivelò essere Patrisha che le puntò contro una pistola.
"Patrisha..."disse Anna "Patrisha ti prego..."
"MI HAI PORTATO VIA I MIEI FIGLI!"urlò lei.
"Non farlo..."disse Anna.
"LEI ORA ME LI RIDARÀ!"disse Patrisha.
Raffaele si avvicinò.
"Patrisha,ti prego non farlo..."disse lei "Patrisha ti prego metti giù la pistola,possiamo parlarne...ti
prego..."
Raffaele le corse contro e lei gli sparò alla spalla destra.
"Ti prego ridammi i miei figli!"disse Patrisha.
"NO..."disse Anna.
"RIDAMMI I MIEI FIGLI!"urlò Patrisha che ruppe la linea di semi con il piede sinistro che era
senza scarpa.
"NOOOOOOO!"urlò Anna e in quel momento ci fu un lampo e un fortissimo vento gettò tutti a
terra.
"MAMMA!"urlò Chris.
Anna urlò,si mise le mani sulla gola e fu trascinata per la casa.
"Mamma..."disse la figlia.
Anna fu messa in piedi,una porta dietro di se si aprì e lei fu gettata in cantina rotolando per le scale.
La Llorona camminò lentamente verso i 2 che si voltarono,ma la porta si chiuse.
Chris prese il medaglione e prese per mano la bambina.
"VIENI!"urlò Chris che la prese per man salirono al piano di sopra,ma la porta della camera della
bambina si chiuse da sola,così i 2 andarono verso la camera della madre,ma la porta si chiuse.
La bambina provò ad aprirla "È chiusa!"
Il bambino provò ad aprire un'altra porta "Anche questa!
Proviamo quest'altra!"
Il bambino provò un'altra porta.
"Sono tutte chiuse,che facciamo?"disse la bambina.
Il bambino vide la botola per la soffitta e prese il bastone con il gancio.
Patrisha si mise seduta e si tenne una mano sulla testa.
"SVELTO CHRIS!"disse la bambina "SARÀ QUI TRA UN SECONDO!"
"Lo so!"disse lui che aprì la botola e fece scendere una scala "VAI!
VAI!
VAI!"
La Llorona arrivò alla fine delle scale.
"PRESTO!"urlò la bambina "Prendi la corda!"
Chris tirò la corda nella soffitta e la botola si chiuse.
Anna si mise a battere contro la porta tentando di aprirla "NOOOOO!"
I 2 erano nella soffitta che era piena di scatole,lampade,sedie e altro.
"Prendi la torcia!"disse Chris e l'altra si mosse prendendola e accendendola.
"Eccola."disse lei.
Il bambino legò la corda ad una colonna di legno.
La bambina si voltò vedendo che c'era un manichino con un abito bianco,poi cominciò ad urlare e
venne abbracciata dal fratello.
I 2 si calmarono ,poi videro la corda che veniva tirata,per poi staccarsi dalla colonna e far scendere
la scala.
I 2 si mossero tra gli oggetti,ma un mobile pieno di carte per poco non gli arrivò addosso.
"Di qua!"disse la ragazzina,ma delle scatole impilate bloccarono il percorso.
"Seguimi!"disse lui andando a 4 zampe.
"Ok,eccomi..."disse lei.
Un mobile bloccò la strada ad entrambi.
"NOOO!"urlò lui e un altro mobile si mosse alle loro spalle.
La torcia iniziò ad accendersi e spegnersi.
"Oh no..."disse Sam dando alcuni colpi alla torcia che si spense.
I 2 si guardarono,poi tutti i mobili e le casse si spostarono formando un corridoio che aveva la
donna in fondo.
Lei avanzò lentamente.
"NOOOOO!"urlò Anna battendo contro la porta "NON SONO I TUOI FIGLI!
NOOOOO!"
Patrisha iniziò a piangere.
"LASCIALI ANDARE!"urlò lei.
La Llorona era arrivata vicino ai 2.
Chris le mostrò la collana e lei si fermò,poi si chinò e toccò l'oggetto,prese la mano al bambino e gli
accarezzò il volto,poi il retro della testa.
Il suo volto era tornato normale.
Sam mise per errore una mano su un telo che copriva uno specchio.
"LASCIALI ANDARE!"urlò Anna.
Patrisha ruppe la maniglia della porta e la aprì "Va."
Lei corse su per le scale "CHRIS!
SAM!"
Raffaele si rialzò con il crocifisso e corse di sopra.
La donna con l'abito bianco pianse una lacrima nera,poi fece un mezzo sorriso.
Sam fece cadere il telo dallo specchio e la Llorona vide il suo volto pallido,con gli occhi gialli e le
lacrime nere.
Lo specchio si ruppe.
Lei tornò mostruosa ed urlò.
I bambini urlarono di paura.
"RAGAZZI!"urlò Anna che arrivò in soffitta con Raffaele.
L'uomo si avvicinò con il braccio sinistro in avanti e nella mano sinistra aveva la croce "GUARDA
LA CROCE DEL SIGNORE E SPARISCI,SPIRITO!"
Raffaele venne scagliato all'indietro e volò contro il soffitto,mentre Anna cadde a terra.
Raffaele cadde su degli scatoloni urlando.
"MAMMA!"urlarono i 2 che andarono dietro la madre.
La Llorona urlò e corse verso di loro.
Raffaele spinse il crocifisso con il piede "ANNA!"
La donna afferrò il crocifisso che aveva la parte inferiore appuntita e la pugnalò al petto.
In quel momento del liquido nero cadde dal naso e dagli occhi.
La figura urlò e indietreggiò, vomitando molto liquido nero,poi la pancia e il suo petto iniziarono a
sciogliersi,mentre pezzi di poltiglia nera le volavano intorno al corpo.
Il corpo si sciolse del tutto e la croce cadde a terra sfrigolando.
Il Sole sorse.
Anna abbracciò i figli.
Raffaele si misi accucciato a terra.
"Venite qui."disse lei piangendo e abbracciando i figli che piangevano "È finita.
Va tutto bene ora."
Qualche ora dopo l'autista di un taxi caricò le borse di Raffaele nel bagagliaio dell'auto.
Anna e i figli andarono da lui.
"Grazie,non so come potrò mai ricompensarla."disse Anna mentre i figli lo abbracciarono.
"Voi 2 siete stati coraggiosi,anche io ho avuto un po' paura."disse lui.
"Davvero?"disse Sam.
"No,non è vero."disse lui salendo in auto.
"Facciamo una gara?"disse Chris.
I 2 corsero verso casa.
La madre guardò una pozza d'acqua alle sue spalle.
